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8,791,531 |
https://it.wikipedia.org/wiki/Ardian_Limani
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Ardian Limani
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# Ardian Limani
Ardian Limani (Gjilan, 18 novembre 1993) è un calciatore kosovaro, difensore del Prishtina.
## Carriera
Cresciuto nelle giovanili della squadra kosovara del Drita.
## Statistiche
### Presenze e reti nei club
Statistiche aggiornate al 26 maggio 2023.
| Stagione | Squadra | Campionato | Campionato | Campionato | Coppe nazionali | Coppe nazionali | Coppe nazionali | Coppe continentali | Coppe continentali | Coppe continentali | Altre coppe | Altre coppe | Altre coppe | Totale | Totale |
| - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| Stagione | Squadra | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti |
| 2013-2014 | Drita | SL | 0 | 0 | CK | 0 | 0 | - | - | - | - | - | - | 0 | 0 |
| 2014-2015 | Drita | SL | 0 | 0 | CK | 0 | 0 | - | - | - | - | - | - | 0 | 0 |
| 2015-gen. 2016 | Drita | SL | 14 | 0 | CK | 1 | 0 | - | - | - | - | - | - | 15 | 0 |
| gen.-giu. 2016 | Feronikeli | SL | 4 | 0 | CK | 0 | 0 | - | - | - | - | - | - | 4 | 0 |
| 2016-2017 | Feronikeli | SL | 4 | 0 | CK | 1 | 0 | - | - | - | SK | 1 | 0 | 6 | 0 |
| Totale Feronikeli | Totale Feronikeli | Totale Feronikeli | 8 | 0 | | 1 | 0 | | - | - | | 1 | 0 | 10 | 0 |
| 2017-2018 | Drita | SL | 31 | 1 | CK | 3 | 0 | - | - | - | SK | 1 | 0 | 35 | 1 |
| 2018-2019 | Drita | SL | 30 | 1 | CK | 2 | 0 | UCL+UEL | 4+2 | 0+1 | SK | 1 | 0 | 39 | 2 |
| 2019-2020 | Drita | SL | 31 | 0 | CK | 1 | 0 | - | - | - | - | - | - | 32 | 0 |
| 2020-2021 | Drita | SL | 33 | 4 | CK | 2 | 0 | UCL+UEL | 1+1 | 0+1 | SK | 1 | 0 | 38 | 5 |
| 2021-2022 | Drita | SL | 34 | 0 | CK | 5 | 0 | UECL | 4 | 0 | - | - | - | 43 | 0 |
| 2022-2023 | Drita | SL | 35 | 1 | CK | 1 | 0 | UECL | 4 | 0 | - | - | - | 40 | 1 |
| Totale Drita | Totale Drita | Totale Drita | 208 | 7 | | 15 | 0 | | 16 | 2 | | 3 | 0 | 242 | 9 |
| 2023-2024 | Škendija | PL | 0 | 0 | CM | 0 | 0 | UECL | 0 | 0 | - | - | - | 0 | 0 |
| Totale carriera | Totale carriera | Totale carriera | 216 | 7 | | 16 | 0 | | 16 | 2 | | 4 | 0 | 252 | 9 |
## Palmarès
### Club
**Competizioni nazionali**
* Campionato kosovaro: 2
Drita: 2017-2018, 2019-2020
* Supercoppa del Kosovo: 1
Drita: 2018
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4,661,972 |
https://it.wikipedia.org/wiki/%C4%8Cajkyne_%28Oblast%27_di_%C4%8Cernihiv%29
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Čajkyne (Oblast' di Černihiv)
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# Čajkyne (Oblast' di Černihiv)
Čajkyne (in ucraino: Чайкине) è un villaggio dell'Ucraina, nel distretto di Novhorod-Sivers'kyj, nell'oblast' di Černihiv.
## Storia
Tra agosto e settembre del 1942 il villaggio subì un'aggressione da parte di forze naziste, che appiccarono un incendio e uccisero quattro persone.
## Luoghi d'interesse
Il villaggio ospita una cattedrale ortodossa costruita fra il 1999 e il 2002, sotto il governo di Leonid Kučma (nativo del villaggio); la chiesa è dedicata a santa Parasceva (in memoria della madre di Kučma, che portava questo nome).
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3,441,138 |
https://it.wikipedia.org/wiki/Non_sono_pi%C3%B9_guaglione
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Non sono più guaglione
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# Non sono più guaglione
Non sono più guaglione è un film italiano del 1958 diretto da Domenico Paolella.
## Trama
Con la Cadillac che ha ricevuto in regalo da due turisti americani, il povero meccanico Vincenzino acquista importanza agli occhi della provocante Carolina, ma finisce anche per farsi coinvolgere nei loschi traffici del "francese" e per non accorgersi dell'affetto sincero della sorella di Carolina, Nennella.
## Produzione
La pellicola è il sequel del film Guaglione, diretto da Giorgio Simonelli nel 1956, con protagonisti differenti, rientrante nel filone dei melodrammi sentimentali strappalacrime, molto in voga tra il pubblico italiano negli anni cinquanta, ma all'epoca entrato nella sua fase calante.
## Accoglienza
Il film risultò appena il 93° incasso al botteghino italiano nella stagione cinematografica 1957-58, a conferma della crisi del filone melò.
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14,061 |
https://it.wikipedia.org/wiki/Luftwaffe_%28Bundeswehr%29
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Luftwaffe (Bundeswehr)
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# Luftwaffe (Bundeswehr)
La Luftwaffe (arma dell'aria – pronuncia: ˈlʊftvafə Ascolta) è l'attuale aeronautica militare della Repubblica Federale Tedesca e parte integrante del Bundeswehr, le forze armate tedesche.
## Storia
### La rinascita
Dopo la Seconda guerra mondiale, l'aviazione civile tedesca venne severamente ridotta, e quella militare fu completamente vietata fino all'ingresso della Germania Ovest nella NATO, negli anni cinquanta. Nel corso dei decenni seguenti, la Luftwaffe venne equipaggiata principalmente con aerei statunitensi fabbricati in Germania su licenza. Durante gli anni sessanta la crisi degli Starfighter fu un grosso problema per la politica tedesca, in quanto molti caccia Lockheed Corporation F-104 si schiantarono dopo essere stati modificati per adattarsi alle esigenze della Luftwaffe.
### Luftstreitkräfte
Le "Luftstreitkräfte" (Forze aeree) della Germania Est utilizzarono aerei di fabbricazione sovietica, ed erano di gran lunga superiori a quelle degli altri paesi del Patto di Varsavia.
Dopo la riunificazione vennero acquisiti dalla Germania unita, ma messi fuori servizio a causa dei tagli al bilancio degli anni seguenti e venduti a paesi dell'Europa dell'est, a parte il MiG-29 che continuò a restare in servizio nella "nuova" Luftwaffe.
### La riunificazione
Dagli anni settanta la Luftwaffe della Germania Ovest e in seguito della Germania unita ha perseguito attivamente la costruzione di un aereo da combattimento europeo con il Panavia Tornado e recentemente con l'Eurofighter.
Nel 1999, per la prima volta dal 1945 la Luftwaffe venne ingaggiata in operazioni di combattimento come parte della forza NATO impegnata nella Guerra del Kosovo. Il ruolo della Luftwaffe fu limitato al supporto, ad esempio con la soppressione delle difese aeree nemiche (SEAD).
Nessun aereo della Luftwaffe fu perso durante questa campagna, ma il ruolo dell'aviazione tedesca si dimostrò controverso in Germania, a causa del forte sentimento ancora presente nella popolazione, che si oppone all'uso della forza da parte della Germania nelle questioni internazionali.
## Aeromobili in uso
Sezione aggiornata annualmente in base al World Air Force di Flightglobal del corrente anno. Tale dossier non contempla UAV, aerei da trasporto VIP ed eventuali incidenti accorsi durante l'anno della sua pubblicazione. Modifiche giornaliere o mensili che potrebbero portare a discordanze nel tipo di modelli in servizio e nel loro numero rispetto a WAF, vengono apportate in base a siti specializzati, periodici mensili e bimestrali. Tali modifiche vengono apportate onde rendere quanto più aggiornata la tabella.
| Aeromobile | Origine | Tipo | Versione (denominazione locale) | In servizio (2023) | Note |
| - | - | - | - | - | - |
| Aerei da combattimento |||||||
| Eurofighter Typhoon | Regno Unito Germania Italia Spagna | Aereo da cacciaconversione operativa | EF-2000AEF-2000B | 133 | 143 esemplari consegnati tra il 2003 ed il dicembre 2019. Due monoposto sono andati persi in una collisione che li ha coinvolti a giugno 2019. Il 5 novembre 2020, il Bundestag ha approvato l’acquisto di 38 caccia multiruolo Eurofighter tranche 4 (31 monoposto e 7 biposto) per 5,4 miliardi di euro per la Luftwaffe nell’ambito del programma “Quadriga”. Questi aerei andranno a sostituire altrettanti aerei della tranche 1 che hanno limitate capacità operative nel combattimento aereo mancando, poi, completamente in quelle aria-suolo. |
| Panavia Tornado | Regno Unito Germania Italia | cacciabombardiereconversione operativacacciabombardiere per la guerra elettronica | Tornado IDS Tornado IDS DCTornado ECR | 8220 | Dei 212 esemplari consegnati, restano in servizio, all'agosto 2020, 98 aerei (78 IDS e 20 ECR) che dovrebbero rimanere in servizio fino al 2030. Nel 2005 furono acquisiti anche gli IDS in carico alla Marineflieger. |
| Aeromobili per impieghi speciali |||||||
| Bombardier Global 6000 | Canada | ELINT | Global 6000 | 0 | 3 Global 6000 da sorveglianza elettronica ordinati a luglio 2020. |
| Aeromobili a pilotaggio remoto |||||||
| IAI Heron | Israele | UAV | Heron TP | 0 | 5 Heron TP ordinati il 14 giugno 2018 ed oggetti di un leasing che durerà dal 2020 al 2027. |
| Aerei per rifornimento in volo |||||||
| Airbus A330 MRTT | Unione europea | aereo per rifornimento in volo | A330 MRTT | 7 | 8 aerei di proprietà della NATO, ordinati nell'ambito del programma Multinational MRTT Unit (MMU) sottoscritto da Germania, Norvegia, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo. Gli aerei portano le insegne della KLu olandese in quanto basati presso la base operativa principale di Eindhoven (Paesi Bassi). Un ulteriore aereo è stato ordinato a settembre 2020, portando a 9 il numero degli esemplari ordinati. Il 19 novembre 2020 è stato consegnato il terzo esemplare (T-056), che oltre alle capacità di rifornimento in volo è equipaggiato con apparecchiature MEDEVAC presso la base operativa avanzata. Il 23 marzo 2023 è stato ordinato un ulteriore esemplare che porta a 10 gli esemplari complessi i ordinati. |
| Lockheed Martin KC-130J Super Hercules | Stati Uniti | aereo per rifornimento in volo | KC-130J | 0 | Il Dipartimento di Stato americano ha autorizzato la vendita alla Germania in FMS di 3 velivoli da trasporto C-130J-30 e 3 aerorifornitori KC-130J. Il valore potenziale della commessa è di 1,4 miliardi di dollari. |
| Aerei da trasporto |||||||
| Airbus A400M | Unione europea | aereo da trasporto | A400M | 42 | Ordine ridotto dagli iniziali 60 a 53 (più 7 in opzione). Di questi, 13 sono in corso negoziati per la vendita portando il totale a 40. |
| Lockheed Martin C-130J Super Hercules | Stati Uniti | aereo da trasporto | C-130J-30 | 3 | Il Dipartimento di Stato americano ha autorizzato la vendita alla Germania in FMS di 3 velivoli da trasporto C-130J-30 e 3 aerorifornitori KC-130J. Il valore potenziale della commessa è di 1,4 miliardi di dollari. Il primo C-130J-30 è stato consegnato il 19 febbraio 2022. Il secondo C-130J-30 è stato consegnato a giugno 2022. Il terzo C-130J-30 è stato consegnato il 24 agosto 2022. |
| Airbus A319 | Unione europea | aereo da trasporto VIP | A319CJ | 1 | 2 consegnati a partire dal 2010. |
| Airbus A321 | Unione europea | aereo da trasporto VIP | A321-200A321Neo (LR) | 12 | A luglio 2020 risulta in servizio un A321-200, mentre ulteriori due A321-200Neo (LR) sono stati ordinati. Il primo A321-200Neo (LR) è stato consegnato il 23 giugno 2022. Il secondo A321-200Neo (LR) è stato consegnato il 17 agosto 2022. |
| Airbus A350 | Unione europea | aereo da trasporto VIP | ACJ350-900XWB | 1 | 3 ACJ350-900XWB, variante dell'A350 per trasporto VIP, ordinati ad aprile 2019, che andranno a sostituire i 2 A340 utilizzati nello stesso ruolo. Il primo velivolo dovrebbe essere consegnato a metà del 2020, seguito dagli altri due nel 2022. Il primo esemplare è stato consegnato il 20 agosto 2020. |
| Bombardier Global 5000 | Canada | aereo da trasporto VIP | Global 5000 | 4 | 4 consegnati. |
| Bombardier CL-601 Challenger | Canada | aereo da trasporto VIP | CL-601-1A | 6 | 7 CL-601-1A consegnati. |
| Aerei da addestramento |||||||
| Northrop T-38 Talon | Stati Uniti | aereo da addestramento avanzato | T-38C | 35 | 46 consegnati. Basati negli Stati Uniti sulla Sheppard Air Force Base, operano con le insegne dell'USAF. |
| Beechcraft T-6 Texan II | Stati Uniti | aereo da addestramento avanzato | T-6A | 69 | 69 T-6A consegnati. Basati negli Stati Uniti sulla Sheppard Air Force Base, operano con le insegne dell'USAF. |
| Grob G 120 | Germania | Aereo da addestramento | G 120 | 2 | 6 G 120 consegnati. Operati dalla Lufthansa |
| Elicotteri |||||||
| Sikorsky CH-53 Sea Stallion | Stati Uniti | elicottero da trasporto pesante | CH-53GACH-53GSCH-53GE | 40206 | Furono acquistati per l'esercito 112 CH-53G equivalenti al modello D, due dei quali furono forniti completi e 110 costruiti su licenza. Dal 1º gennaio 2013 sono stati trasferiti all'aeronautica militare e incorporati nel 64º Gruppo elicotteri. Di questi, 40 sono stati aggiornati allo standard CH-53GA e 20 allo standard CH-53GS. All'inizio del 2017, Airbus ha firmato un contratto con la difesa tedesca per l'aggiornamento di 26 elicotteri che si concluderà nel 2023. Al febbraio 2023 risultano ancora in organico 40 CH-53GA, 20 CH-53GS e sei CH-53GE. |
| Boeing CH-47 Chinook | Stati Uniti | elicottero da trasporto pesante | CH-47F Block II | 0 | Il 1 giugno 2022, il Ministero della Difesa tedesco ha confermato di aver selezionato l'elicottero CH-47F Block II per soddisfare i requisiti del programma STH per le forze armate tedesche. Gli esemplari da acquistare saranno un massimo di 60 per un costo di 5 miliardi di dollari. Ordine per 60 CH-47F formalizzato il 20 luglio 2023. |
| AS 532 Cougar | Francia | elicottero da trasporto VIP | AS 532U2 | 3 | 3 consegnati ed utilizzati per il trasporto VIP. |
| Airbus Helicopters H145M | Unione europea | elicottero da trasportoelicottero d'attacco leggero | H145MH145M LAH | 150 | 15 H145M acquistati nel 2013 per il Kommando Spezialkräfte, ma in carico alla Luftwaffe. Ulteriori 5 H145M LAH ordinati il 14 dicembre 2023. |
## Aeromobili ritirati
* Airbus A340-313 - 2 esemplari (2011-2023)
* Airbus A310 MRTT - 4 esemplari (1991-2022)
* Transport Allianz C-160D Transall - 110 esemplari (1968-2022)
* Airbus A310 - versione da trasporto - 3 esemplari (1991-2021)
* Dornier UH-1D Huey - 147 esemplari (1968-2013)
* Mikoyan-Gurevich MiG-29G Fulcrum
* McDonnell Douglas F-4F Phantom II ICE
* McDonnell Douglas F-4E Phantom II
* McDonnell Douglas RF-4E Phantom II
* Dornier Alpha Jet A - 175 esemplari (?-?)
* North American Rockwell OV-10B Bronco - 18 esemplari (1969-1990)
* Lockheed F-104F Starfighter
* Lockheed F-104G Starfighter
* Lockheed TF-104G Starfighter
* Fiat G.91R/3
* Fiat G.91T/3
* Canadair CL-13A Sabre Mk. 5
* Canadair CL-13B Sabre Mk. 6
* North American F-86K Sabre
* Republic F-84F Thunderstreak
* Republic RF-84F Thunderflash
* Republic F-84 Thunderjet
## Programma Caccia Franco-Tedesco
Il 13 luglio 2017 è stato siglato a Berlino un accordo di cooperazione e integrazione militare tra Francia e Germania. L'accordo prevede la progettazione, lo sviluppo e la messa in produzione entro il 2028 di un caccia di 6ª generazione. L'obbiettivo di Francia e Germania è di creare attraverso risorse e mezzi comuni una base per costituire un Esercito, Marina, e Aeronautica comuni sotto la guida dell'Unione Europea. Altro obbiettivo del progetto è di competere sul mercato globale con gli americani F-35 e F-22, con il russo Su-57, con il turco TF-X, con i cinesi J-31 e J-20, e con il giapponese Mitsubishi F-2. Secondo indiscrezioni e voci di corridoio gli ordini del nuovo caccia europeo e sarebbero congiunti non divisi tra i due paesi.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Dicono_di_me
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Dicono di me
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# Dicono di me
Dicono di me è un singolo del cantautore italiano Cesare Cremonini, pubblicato il 20 maggio 2008 come primo estratto dal terzo album in studio Il primo bacio sulla Luna.
## Descrizione
Interamente composto da Cremonini, il brano è stato registrato negli studi Mille Galassie e mixata a Londra da Steve Orchad agli AIR Studios, luogo nel quale è stata anche registrata la parte suonata al pianoforte dal cantante.
Il brano è rimasto per tutta l'estate 2008 nella top ten dei brani più trasmessi dalle radio, ed è rimasto per lo stesso periodo nella top twenty dei singoli più scaricati da iTunes.
## Video musicale
Il videoclip di Dicono di me è stato scritto da Cesare Cremonini e Walter Mameli ed è stato diretto da Gaetano Morbioli. È stato girato a Londra dal 24 maggio al 26 maggio 2008. Attore protagonista del video è Francesco Mastrorilli che già aveva partecipato al video di Latin Lover e di 50 special, mentre ha fatto una breve apparizione nel videoclip della canzone Io e Anna, ed è anche il protagonista del videoclip della canzone Nessuno vuole essere Robin nei panni di Robin. Cremonini fa solo qualche breve apparizione nel video all'inizio e alla fine, prima suonando la chitarra con la sua band e poi da solo mentre suona il pianoforte.
Il video esplica quanto l'amore di due giovani possa coronarsi anche a casa dei genitori più severi. Due ragazzi, da due inquadrature diverse, vengono ripresi mentre si svegliano e si alzano, poi si sistemano e si mettono a posto. Lui si lava con una doccia e poi si veste con una camicia, lei va in bagno a lavarsi alla faccia e a sistemarsi, e notiamo che è molto bella. Dopo va a scegliersi un vestito unico, sembra per uscire. A questo punto, le riprese divengono unilaterali e uniche, in cui il ragazzo si mette una giacca ed esce. Poi incontra degli amici (tra cui Cremonini e il bassista Ballo) e scherza con loro; infine li saluta e prende un taxi. Giunge di fronte a una villa e all'uscio cerca di pulirsi una scarpa, e gli apre un maggiordomo freddo e impassibile che non gli dà neppure la mano per salutarlo. Il ragazzo va in corridoio dove viene abbracciato dalla ragazza vista all'inizio, che si rivela essere la sua fidanzata che gli sistema il colletto e lo presenta ai suoi genitori, che però sono scettici. Viene servito il pranzo e qui Cremonini intona una poesia musicale per la ragazza del giovane, che non fa altro che sorridere. Il ragazzo scherza nel mangiare un pezzo di pane causando l'ilarità della fidanzata. Alla fine saluta i genitori di lei e in macchina, entrambi si cambiano per andare a ballare in un locale. I genitori della ragazza sono venuti a ballare e accolgono il ragazzo in famiglia con delle attenzioni affettuose, e la ragazza lo abbraccia mentre Cesare Cremonini, in un teatro vuoto, termina la musica e se ne va non prima di aver sorriso allo spettatore.
## Commento dell'autore
Dal sito della casa discografica dell'artista, Warner Music Italia, Cesare commenta così il suo singolo d'esordio dell'album Il primo bacio sulla Luna: "È stato "l'apripista" di questo nuovo disco. Volevo che uscisse una canzone allegra qualche mese prima dell'album, per vivere il periodo di lavoro più duro, quello in studio, con la carica giusta. "Dicono di me" ha fatto un grandissimo lavoro e le radio lo hanno supportato da subito. L'ho scritta poche settimane prima della sua pubblicazione, ed è anche l'ultima canzone che ho scritto per questo album. Era successo così anche con ...Squérez?: "50 special" fu infatti l'ultima canzone che scrissi per quel disco, e mi portò molta fortuna. Il testo di "Dicono di me" parla di pregiudizi, e cerca ironicamente (e disperatamente) di esorcizzarli. Ho pensato che potesse essere un argomento molto attuale, perché sono convinto che ancora oggi sia difficile farsi apprezzare per quello che si è veramente, e credo che ognuno di noi debba lottare (...e perdere un mucchio di tempo) cercando di abbattere quei muri che caratterizzano in parte la società di oggi, più chiusa e diffidente che mai".
## Classifiche
| Classifica (2008) | Posizione raggiunta |
| - | - |
| Classifica Singoli Digital Download | 3 |
| Classifica Singoli Nielsen Music Control | 2 |
## Crediti
* Cesare Cremonini: Autore, voce, pianoforte, cori, cembali
* Bruno Farinelli: batteria
* Ballo: basso
* Andrea Morelli e il Duka: chitarre elettriche
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https://it.wikipedia.org/wiki/Richard_Parkes_Bonington
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Richard Parkes Bonington
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# Richard Parkes Bonington
Richard Parkes Bonington (Arnold, 25 ottobre 1802 – Londra, 23 settembre 1828) è stato un pittore romantico inglese, famoso per i suoi paesaggi.
## Biografia
Richard Parkes Bonington nacque ad Arnold, vicino a Nottingham, in Inghilterra, da un disegnatore di ritratti e paesaggi e da un insegnante. Imparò ben presto dal padre ad utilizzare gli acquerelli e all'età di undici anni partecipò alla sua prima esposizione presso la Liverpool Academy: nel 1817 si trasferì a Calais con la famiglia e iniziò a prendere lezioni di pittura da François Louis Thomas Francia, che lo iniziò all'acquerellismo britannico.
Nel 1818, la famiglia si spostò a Parigi, dove Richard incontrò Eugène Delacroix, di cui divenne ben presto amico fraterno: lavorò per un certo periodo di tempo copiando i paesaggisti olandesi e fiamminghi al Louvre e nel 1820 si iscrisse all'Accademia di Belle Arti, dove ricevette lezioni da Antoine-Jean Gros. Durante questo periodo, prese l'abitudine di fare lunghe passeggiate nei sobborghi di Parigi e nelle campagne circostanti, prendendo appunti e schizzi per i suoi dipinti. Il primo di questi fu esposto al Salon del 1822 ottenendo riconoscimenti e premi.
Durante un suo soggiorno inglese, compiuto assieme al fido Delacroix effettuò numerosi ritratti di celebrità, come Mazarino e Anna d'Austria, Enrico IV e l'ambasciatore di Spagna, Francesco I e la Regina di Navarra mirando soprattutto alla freschezza del colore e alla espressività dei sentimenti.
Distante dalle polemiche fra romantici e classici, più affine ai paesaggisti settecenteschi si lasciò ispirare dalle vedute delle piccole località lungo la Senna, di Ruen, di Abbeville.
Bonington lavorò anche come litografo, illustratore ed architetto: illustrò i Voyages pittoresques dans l'ancienne France del Barone Taylor e produsse Restes et Fragmens, una raccolta di schizzi a soggetto medievale e classico. Nel 1824 vinse la medaglia d'oro al Salon insieme a John Constable e Anthony Vandyke Copley Fielding.
Dopo il soggiorno italiano espose al Salon del 1827 una serie di narrazioni frutto di acquerelli e disegni ispirate dalle località visitate.
Morì a Londra di tubercolosi il 23 settembre 1828, all'età di ventisei anni.
Le sue opere vennero valorizzati dal movimento impressionista, che ruppero lo schematismo delle regole accademiche a favore di una maggiore spontaneità e di un maggiore sguardo alla natura.
* Rouen
* Vista della laguna vicino a Venezia, 1827. Museo del Louvre
* Venezia, Canal Grande
* Carlo V visita Francesco dopo la Battaglia di Pavia, ca. 1827
## Opere principali
* Mademoiselle Rose, 1821, Parigi.
* La cattedrale e il molo di Rouen, 1822, British Museum
* Abbazia di San Berlin, vicino a St. Omer, 1823, olio su tela, City Museum and Art Gallery, Nottingham
* Fiume francese con barche da pesca, 1824, acquerello su carta, Thomas Agnew & Sons Ltd., Regno Unito
* Davanti alla costa inglese, 1825, acquerello su carta, Szepmuveseti Muzeum, Budapest, Ungheria.
* Vista sulla Costa della Normandia, 1825, Museo del Louvre, Parigi
* Acquedotto di Versailles, 1826, olio su tela, Museo del Louvre, Parigi.
* Costa di Piccardia, 1826, Ferens Art Gallery, Kingston upon Hull
* Monumento al Colleone , 1826
* Scena della spiaggia in Normandia, 1826 - 1827, olio su tela, Tate Gallery, Londra
* La colonna di San Marco a Venezia, 1826 - 1828, olio su tela, Tate Gallery, Londra
* Il Palazzo del Doge, Venezia, 1827, olio su tela, Wallace Collection, Londra
* Francesco I e la duchessa di Etampes, 1828, olio su tela, Museo del Louvre, Parigi.
* Mazarino e Anna d'Austria, Museo del Louvre
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https://it.wikipedia.org/wiki/Zvonimir_Boban
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Zvonimir Boban
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# Zvonimir Boban
Zvonimir Boban (zʋônimiːr bǒban; Imoschi, 8 ottobre 1968) è un dirigente sportivo ed ex calciatore croato, di ruolo centrocampista.
## Biografia
Nato a Imoschi, da una famiglia di origini rom, anche suo fratello maggiore Dražen ha vestito le casacche di Hajduk Spalato e Dinamo Zagabria.
Nel 1994 si ha sposato la stilista Leonarda Lončar, con cui ha avuto cinque figli: Ruža, nata dalla loro relazione, e Marija, Gabrijel, Marta, Rafael, presi in adozione. Nel 2021 la coppia si è separata.
## Carriera
### Giocatore
**Club**
**Gli inizi, Dinamo Zagabria**
Soprannominato Zvone o Zorro, Boban cresce calcisticamente nella Dinamo Zagabria, per la quale debutta a soli sedici anni e che lo lancia in patria e in Europa; dopo appena tre anni ne diventa capitano e leader assoluto, arrivando a collezionare 109 partite e 45 gol in sei anni, segnalandosi come uno dei giovani più promettenti d'Europa.
Nel maggio 1990 si verificano i disordini più gravi della storia del calcio jugoslavo: l'incontro Dinamo Zagabria-Stella Rossa non può infatti neppure aver inizio perché la baraonda scoppiata sugli spalti del Maksimir assume in pochi minuti dimensioni drammatiche. Quando i giocatori della Dinamo intervengono per cercare di calmare le acque, avviene il fatto più eclatante: Boban colpisce infatti un agente con un calcio volante per proteggere un giovane tifoso croato dalle manganellate della Polizia Federale Jugoslava. La rivolta si spegne solo a tarda notte, con un bilancio di 138 feriti, 147 arresti e danni ingenti sia dentro lo stadio che nelle strade adiacenti, e inasprisce ancora di più i rapporti tra le due nazioni. Boban, dopo aver rischiato l'arresto, viene sospeso per sei mesi dai campi da gioco, fatto che non gli permette di partecipare ai mondiali in Italia.
**Club**
**Milan e Bari**
Approda nel campionato italiano grazie al Milan, che nel 1991 lo acquista per dieci miliardi di lire e lo manda in prestito al Bari per farlo ambientare alla nuova realtà: con la squadra pugliese esordisce il 17 novembre 1991 nella partita Bari-Lazio (terminata 1-2), ma nello stesso anno si ammala di epatite A dopo aver mangiato del pesce crudo.
Ritorna al Milan nella stagione 1992-1993 e in rossonero vincerà la Champions League nel 1994 e ben quattro scudetti, l'ultimo dei quali nel 1999; è proprio in quest'ultimo campionato che il suo contributo risulta più che mai determinante: è infatti il trequartista che fa la differenza in mezzo al campo, con le sue finte e la sua visione di gioco. Chiude l'esperienza rossonera dopo nove stagioni con un bilancio totale di 251 presenze e 30 gol.
**Club**
**Celta Vigo e ritiro**
Il 3 agosto 2001 lascia il Milan e si trasferisce al Celta Vigo con la formula del prestito con diritto di riscatto, ritirandosi nell'ottobre successivo dopo due mesi e mezzo.
**Nazionale**
Boban ha giocato con la nazionale jugoslava contribuendo a vincere il campionato Under-20 in Cile (competizione in cui ha segnato tre reti, di cui una in finale) e in seguito, dopo la dissoluzione della Jugoslavia, con quella croata, con la quale ha partecipato in qualità di capitano all'Europeo 1996 e al Mondiale 1998 classificandosi al terzo posto, risultato strepitoso per una nazionale al suo debutto mondiale.
### Dirigente
Il 30 maggio 2016 viene nominato vicesegretario generale della FIFA per lo sviluppo del calcio e l'organizzazione delle competizioni. Boban è stato fin da subito tra i sostenitori dell’introduzione della tecnologia in campo e ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo del Video Assistant Referee. Infatti, durante il Mondiale 2018 giocato in Russia, il primo in assoluto con il VAR, ha vissuto a Mosca affiancando Collina - presidente della Commissione Arbitri FIFA - e Busacca - capo dipartimento arbitri Fifa - avvicinando così il mondo degli arbitri a quello delle istituzioni. Il 14 giugno 2019, dopo tre anni di mandato, rassegna le dimissioni dalla carica.
Il 14 giugno 2019 Zvonimir Boban viene assunto come Chief Football Officer del Milan, ruolo che mantiene per soli 9 mesi: nel marzo 2020 la società lo licenzia per giusta causa con effetto immediato a causa di divergenze tra il CFO stesso e l'amministratore delegato Ivan Gazidis. Nel gennaio 2021 il Tribunale di Milano accerta che Boban non ha commesso alcuna violazione di obblighi contrattuali né divulgato notizie riservate, come sostenuto dal Milan, e condanna la società a risarcirgli il danno determinato in 5,37 milioni di euro, in seguito ridotti con sentenza della Corte d'Appello.
Nell'aprile 2021 viene nominato Head of Football dalla UEFA, ruolo che ricopre fino al 25 gennaio 2024 quando decide di dimettersi per alcune divergenze con il presidente Aleksander Čeferin.
## Fuori dal campo
Terminata la carriera agonistica ha concluso gli studi universitari all'Università di Zagabria, laureandosi in Storia. È diventato poi commentatore tecnico per il network italiano Sky Sport e per quello croato RTL Televizija, nonché collaboratore per il quotidiano sportivo La Gazzetta dello Sport.
## Statistiche
### Presenze e reti nei club
| Stagione | Squadra | Campionato | Campionato | Campionato | Coppe nazionali | Coppe nazionali | Coppe nazionali | Coppe continentali | Coppe continentali | Coppe continentali | Altre coppe | Altre coppe | Altre coppe | Totale | Totale |
| - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| Stagione | Squadra | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti |
| 1985-1986 | Dinamo Zagabria | PL | 2 | 0 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 2 | 0 |
| 1986-1987 | Dinamo Zagabria | PL | 28 | 8 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 28 | 8 |
| 1987-1988 | Dinamo Zagabria | PL | 30 | 13 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 30 | 13 |
| 1988-1989 | Dinamo Zagabria | PL | 0 | 0 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 0 | 0 |
| 1989-1990 | Dinamo Zagabria | PL | 23 | 9 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 23 | 9 |
| 1990-1991 | Dinamo Zagabria | PL | 26 | 15 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 26 | 15 |
| Totale Dinamo Zagabria | Totale Dinamo Zagabria | Totale Dinamo Zagabria | 109 | 45 | | - | - | | - | - | | - | - | 109 | 45 |
| 1991-1992 | Bari | A | 17 | 2 | CI | 0 | 0 | - | - | - | - | - | - | 17 | 2 |
| 1992-1993 | Milan | A | 13 | 0 | CI | 3 | 0 | UCL | 6 | 1 | SI | 0 | 0 | 22 | 1 |
| 1993-1994 | Milan | A | 20 | 4 | CI | 1 | 0 | UCL | 8 | 0 | SI+CInt | 1+0 | 0 | 30 | 4 |
| 1994-1995 | Milan | A | 21 | 1 | CI | 2 | 0 | UCL | 9 | 1 | SI+SU+CInt | 1+1+1 | 0+1+0 | 35 | 3 |
| 1995-1996 | Milan | A | 13 | 3 | CI | 2 | 0 | CU | 5 | 3 | - | - | - | 20 | 6 |
| 1996-1997 | Milan | A | 28 | 1 | CI | 2 | 0 | UCL | 5 | 1 | SI | 1 | 0 | 36 | 2 |
| 1997-1998 | Milan | A | 23 | 2 | CI | 6 | 1 | - | - | - | - | - | - | 29 | 3 |
| 1998-1999 | Milan | A | 27 | 2 | CI | 4 | 0 | - | - | - | - | - | - | 31 | 2 |
| 1999-2000 | Milan | A | 17 | 6 | CI | 3 | 0 | UCL | 2 | 0 | SI | 0 | 0 | 22 | 6 |
| 2000-2001 | Milan | A | 16 | 2 | CI | 3 | 1 | UCL | 7 | 0 | - | - | - | 26 | 3 |
| Totale Milan | Totale Milan | Totale Milan | 178 | 21 | | 26 | 2 | | 42 | 6 | | 5 | 1 | 251 | 30 |
| ago.-ott. 2001 | Celta Vigo | PD | 4 | 0 | CR | 2 | 0 | CU | 0 | 0 | - | - | - | 6 | 0 |
| Totale carriera | Totale carriera | Totale carriera | 308 | 68 | | 28 | 2 | | 42 | 6 | | 5 | 1 | 383 | 77 |
### Cronologia presenze e reti in nazionale
**Jugoslavia**
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Jugoslavia :
| Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
| - | - | - | - | - | - | - | - |
| 27-4-1988 | Dublino | Irlanda | 2 – 0 | Jugoslavia | Amichevole | - | 88’ |
| 4-6-1988 | Brema | Germania Ovest | 1 – 1 | Jugoslavia | Amichevole | - | 83’ |
| 14-11-1989 | João Pessoa | Brasile | 0 – 0 | Jugoslavia | Amichevole | - | 86’ |
| 31-10-1990 | Belgrado | Jugoslavia | 4 – 1 | Austria | Qual. Euro 1992 | - | 66’ |
| 14-11-1990 | Copenaghen | Danimarca | 0 – 2 | Jugoslavia | Qual. Euro 1992 | - | 11’ |
| 27-2-1991 | Smirne | Turchia | 1 – 1 | Jugoslavia | Amichevole | - | |
| 16-5-1991 | Belgrado | Jugoslavia | 7 – 0 | Fær Øer | Qual. Euro 1992 | 1 | |
| Totale | | Presenze | 7 | | Reti | 1 | |
**Croazia**
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Croazia :
| Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
| - | - | - | - | - | - | - | - |
| 22-10-1992 | Zagabria | Croazia | 3 – 0 | Messico | Amichevole | - | cap. 46’ |
| 25-6-1993 | Zagabria | Croazia | 3 – 1 | Ucraina | Amichevole | - | cap. |
| 4-6-1994 | Zagabria | Croazia | 0 – 0 | Argentina | Amichevole | - | cap. |
| 17-8-1994 | Ramat Gan | Israele | 0 – 4 | Croazia | Amichevole | - | cap. |
| 4-9-1994 | Tallinn | Estonia | 0 – 2 | Croazia | Qual. Euro 1996 | - | cap. |
| 9-10-1994 | Zagabria | Croazia | 1 – 0 | Lituania | Qual. Euro 1996 | - | cap. |
| 16-11-1994 | Palermo | Italia | 1 – 2 | Croazia | Qual. Euro 1996 | - | cap. 66’ |
| 25-3-1995 | Zagabria | Croazia | 4 – 0 | Ucraina | Qual. Euro 1996 | 1 | cap. |
| 26-4-1995 | Zagabria | Croazia | 2 – 0 | Slovenia | Qual. Euro 1996 | - | cap. |
| 11-6-1995 | Kiev | Ucraina | 1 – 0 | Croazia | Qual. Euro 1996 | - | cap. 38’ |
| 3-9-1995 | Zagabria | Croazia | 7 – 1 | Estonia | Qual. Euro 1996 | 1 | cap. |
| 8-10-1995 | Spalato | Croazia | 1 – 1 | Italia | Qual. Euro 1996 | - | cap. 73’ |
| 28-2-1996 | Fiume | Croazia | 2 – 1 | Polonia | Amichevole | - | cap. 7’ |
| 24-4-1996 | Londra | Inghilterra | 0 – 0 | Croazia | Amichevole | - | cap. 46’ |
| 2-6-1996 | Dublino | Irlanda | 2 – 2 | Croazia | Amichevole | 1 | cap. |
| 11-6-1996 | Nottingham | Turchia | 0 – 1 | Croazia | Euro 1996 - 1º turno | - | cap. 54’ 57’ |
| 16-6-1996 | Sheffield | Croazia | 3 – 0 | Danimarca | Euro 1996 - 1º turno | 1 | cap. 84’ |
| 19-6-1996 | Nottingham | Croazia | 0 – 3 | Portogallo | Euro 1996 - 1º turno | - | 46’ |
| 23-6-1996 | Manchester | Germania | 2 – 1 | Croazia | Euro 1996 - Quarti di finale | - | cap. |
| 8-10-1996 | Bologna | Bosnia ed Erzegovina | 1 – 4 | Croazia | Qual. Mondiali 1998 | - | cap. |
| 10-11-1996 | Zagabria | Croazia | 1 – 1 | Grecia | Qual. Mondiali 1998 | - | cap. 82’ |
| 29-3-1997 | Spalato | Croazia | 1 – 1 | Danimarca | Qual. Mondiali 1998 | - | cap. |
| 2-4-1997 | Spalato | Croazia | 3 – 3 | Slovenia | Qual. Mondiali 1998 | 2 | cap. |
| 30-4-1997 | Salonicco | Grecia | 0 – 1 | Croazia | Qual. Mondiali 1998 | - | cap. |
| 6-9-1997 | Zagabria | Croazia | 3 – 2 | Bosnia ed Erzegovina | Qual. Mondiali 1998 | 1 | cap. |
| 10-9-1997 | Copenaghen | Danimarca | 3 – 1 | Croazia | Qual. Mondiali 1998 | - | cap. |
| 11-10-1997 | Lubiana | Slovenia | 1 – 3 | Croazia | Qual. Mondiali 1998 | - | cap. |
| 29-10-1997 | Zagabria | Croazia | 2 – 0 | Ucraina | Qual. Mondiali 1998 | - | cap. 67’ |
| 15-11-1997 | Kiev | Ucraina | 1 – 1 | Croazia | Qual. Mondiali 1998 | - | cap. 7’ |
| 22-4-1998 | Osijek | Croazia | 4 – 1 | Polonia | Amichevole | 1 | cap. 63’ |
| 29-5-1998 | Pola | Croazia | 1 – 2 | Slovacchia | Amichevole | - | cap. |
| 3-6-1998 | Fiume | Croazia | 2 – 0 | Iran | Amichevole | - | cap. 46’ |
| 6-6-1998 | Zagabria | Croazia | 7 – 0 | Australia | Amichevole | 2 | cap. |
| 14-6-1998 | Lens | Giamaica | 1 – 3 | Croazia | Mondiali 1998 - 1º turno | - | cap. |
| 26-6-1998 | Bordeaux | Argentina | 1 – 0 | Croazia | Mondiali 1998 - 1º turno | - | cap. 47’ |
| 30-6-1998 | Bordeaux | Romania | 0 – 1 | Croazia | Mondiali 1998 - Ottavi di finale | - | cap. 27’ |
| 4-7-1998 | Lione | Germania | 0 – 3 | Croazia | Mondiali 1998 - Quarti di finale | - | cap. |
| 8-7-1998 | Saint-Denis | Francia | 2 – 1 | Croazia | Mondiali 1998 - Semifinale | - | cap. 65’ |
| 11-7-1998 | Parigi | Paesi Bassi | 1 – 2 | Croazia | Mondiali 1998 - Finale 3º posto | - | cap. 85’ |
| 5-9-1998 | Dublino | Irlanda | 2 – 0 | Croazia | Qual. Euro 2000 | - | cap. |
| 10-10-1998 | Ta' Qali | Malta | 1 – 4 | Croazia | Qual. Euro 2000 | - | cap. |
| 14-10-1998 | Zagabria | Croazia | 3 – 2 | Macedonia | Qual. Euro 2000 | 2 | cap. |
| 10-2-1999 | Spalato | Croazia | 0 – 1 | Danimarca | Amichevole | - | cap. |
| 10-3-1999 | Marousi | Grecia | 3 – 2 | Croazia | Amichevole | - | cap. 60’ |
| 5-5-1999 | Siviglia | Spagna | 3 – 1 | Croazia | Amichevole | - | cap. |
| 5-6-1999 | Skopje | Macedonia | 1 – 1 | Croazia | Qual. Euro 2000 | - | cap. |
| 18-8-1999 | Belgrado | Jugoslavia | 0 – 0 | Croazia | Qual. Euro 2000 | - | cap. 4’ 75’ |
| 21-8-1999 | Zagabria | Croazia | 2 – 1 | Malta | Qual. Euro 2000 | - | cap. 16’ |
| 13-11-1999 | Saint-Denis | Francia | 3 – 0 | Croazia | Amichevole | - | cap. 85’ |
| Totale | | Presenze | 49 | | Reti | 12 | |
## Palmarès
### Club
**Competizioni nazionali**
* Campionato italiano: 4
Milan: 1992-1993, 1993-1994, 1995-1996, 1998-1999
* Supercoppa italiana: 3
Milan: 1992, 1993, 1994
**Competizioni internazionali**
* UEFA Champions League: 1
Milan: 1993-1994
* Supercoppa UEFA: 1
Milan: 1994
### Nazionale
* Campionato mondiale Under-20: 1
Jugoslavia: Cile 1987
### Individuale
* Calciatore croato dell'anno: 2
1991, 1999
* Globe Soccer Awards: 1
Premio alla carriera speciale: 2018
|
9,330,288 |
https://it.wikipedia.org/wiki/Victor_Boniface
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Victor Boniface
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# Victor Boniface
Victor Okoh Boniface (Lagos, 23 dicembre 2000) è un calciatore nigeriano, attaccante del Bayer Leverkusen e della nazionale nigeriana.
## Caratteristiche tecniche
Centravanti di piede destro, sa sfruttare bene la propria struttura fisica ed è dotato di discreta velocità e discreta tecnica usa molto bene il doppio passo. In possesso di un tiro potente e preciso, risulta abile sotto porta nonché in fase di impostazione.
## Carriera
### Club
**Gli inizi**
Boniface è cresciuto nelle giovanili del Real Sapphire. Il 4 marzo 2019 ha firmato ufficialmente un contratto con i norvegesi del Bodø/Glimt, valido fino al 31 dicembre 2022. Ha esordito in Eliteserien in data 22 settembre 2019, subentrando ad Ole Amund Sveen nel pareggio per 1-1 sul campo del Ranheim. Il 1º dicembre successivo ha realizzato il primo gol nella massima divisione norvegese, nella sconfitta per 4-2 subita sul campo del Molde.
Il 27 agosto 2020 ha debuttato nelle competizioni europee, trovando anche una rete nella vittoria per 6-1 sul Kauno Žalgiris, sfida valida per i turni preminari dell'Europa League 2020-2021. Ha totalizzato 66 presenze e 23 reti con il club norvegese.
Il 2 agosto 2022 viene ufficializzato il suo acquisto da parte dell'Union Saint-Gilloise: il nigeriano ha firmato un contratto quadriennale, con opzione per un'ulteriore stagione. Ha fatto il suo debutto nella vittoria interna contro il KV Kortrijk (2-1). Segna la sua prima rete la partita successiva dopo due minuti nella sfida contro l'Anderlecht, vinta per 2-1. L'8 settembre fa il suo debutto europeo con i belga contro l'Union Berlino, fornendo l'assist vincente per Senne Lynen. Sempre in Europa League, il 13 ottobre realizza la sua prima doppietta con il club nel pareggio 3-3 contro il Braga. Concluderà la stagione con 17 reti in 51 presenze, oltre a vincere il premio come Capocannoniere dell'Europa League (a pari merito con Rashford) e venendo anche inserito nella Squadra della stagione.
**Bayer Leverkusen**
Il 22 luglio 2023 viene ufficializzato il suo passaggio al Bayer Leverkusen per 20 milioni di euro più bonus. Fa il suo debutto, realizzando anche il primo gol, con i tedeschi nel primo turno di DFB-Pokal contro il Teutonia 05 (0-8). In campionato va a segno alla seconda giornata, siglando una doppietta contro il Borussia M'Gladbach. All'esordio in Europa League va a segno e fornisce un assist nella vittoria per 4-0 contro l'Häcken.
### Nazionale
Il 10 settembre 2023 esordisce in nazionale maggiore nel successo per 6-0 contro São Tomé e Príncipe. Va a segno nella sua seconda presenza, il 13 ottobre, nel pareggio contro l'Arabia Saudita.
## Statistiche
### Presenze e reti nei club
Statistiche aggiornate al 17 dicembre 2023.
| Stagione | Club | Campionato | Campionato | Campionato | Coppe nazionali | Coppe nazionali | Coppe nazionali | Coppe continentali | Coppe continentali | Coppe continentali | Supercoppe | Supercoppe | Supercoppe | Totale | Totale |
| - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| Stagione | Club | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti |
| 2019 | Bodø/Glimt | ES | 8 | 1 | CN | 0 | 0 | - | - | - | - | - | - | 8 | 1 |
| 2020 | Bodø/Glimt | ES | 24 | 6 | - | - | - | UEL | 3 | 2 | - | - | - | 27 | 8 |
| 2021 | Bodø/Glimt | ES | 1 | 0 | CN | 3 | 1 | UCL+UECL | 0+6 | 0 | - | - | - | 10 | 1 |
| apr.-ago. 2022 | Bodø/Glimt | ES | 15 | 6 | CN | 2 | 2 | UCL | 4 | 5 | - | - | - | 21 | 13 |
| Totale Bodø/Glimt | Totale Bodø/Glimt | Totale Bodø/Glimt | 48 | 13 | | 5 | 3 | | 13 | 7 | | - | - | 66 | 23 |
| 2022-2023 | Union Saint-Gilloise | D1 | 31+6 | 7+2 | CB | 4 | 2 | UEL | 10 | 6 | - | - | - | 51 | 17 |
| 2023-2024 | Bayer Leverkusen | BL | 16 | 10 | CG | 2 | 2 | UEL | 5 | 4 | - | - | - | 23 | 16 |
| Totale Carriera | Totale Carriera | Totale Carriera | 101 | 32 | | 11 | 7 | | 28 | 17 | | - | - | 140 | 56 |
### Cronologia presenze e reti in nazionale
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Nigeria :
| Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
| - | - | - | - | - | - | - | - |
| 10-9-2023 | Uyo | Nigeria | 6 – 0 | São Tomé e Príncipe | Qual. Coppa d'Africa 2023 | - | 64’ |
| 13-10-2023 | Portimão | Arabia Saudita | 2 – 2 | Nigeria | Amichevole | 1 | 78’ |
| 16-10-2023 | Albufeira | Mozambico | 2 – 3 | Nigeria | Amichevole | - | 75’ |
| 16-11-2023 | Uyo | Nigeria | 1 – 1 | Lesotho | Qual. Mondiali 2026 | - | |
| 19-11-2023 | Butare | Zimbabwe | 1 – 1 | Nigeria | Qual. Mondiali 2026 | - | 46’ |
| Totale | | Presenze | 5 | | Reti | 1 | |
## Palmarès
### Club
* Campionato norvegese: 2
Bodø/Glimt: 2020, 2021
### Individuale
* Capocannoniere della UEFA Europa League: 1
2022-2023 (6 reti, a pari merito con Marcus Rashford)
* Squadra della stagione della UEFA Europa League: 1
2022-2023
|
8,863,187 |
https://it.wikipedia.org/wiki/M%C3%A0kari
|
Màkari
|
# Màkari
Màkari è una serie televisiva italiana diretta da Michele Soavi e liberamente tratta dai romanzi e racconti di Gaetano Savatteri aventi per protagonista il giornalista e investigatore Saverio Lamanna, qui interpretato da Claudio Gioè.
Realizzata da Palomar e Rai Fiction, la prima stagione è stata trasmessa in prima visione e in prima serata su Rai 1 dal 15 al 29 marzo 2021; la seconda dal 7 al 21 febbraio 2022. La terza stagione dal 18 al 10 marzo 2024.
## Trama
Saverio Lamanna, un giornalista diventato portavoce di un influente uomo politico al governo, viene licenziato dopo aver commesso un'imprudenza sul lavoro. Sconfitto sia emotivamente sia professionalmente, Saverio decide di lasciare Roma e ritornare a Macari, suo paese natale in Sicilia, nel Trapanese: qui riscopre una grande passione rimasta sopita per anni, quella dello scrittore. Trascinato dalla curiosità che lo caratterizza, Saverio decide di improvvisarsi investigatore e di indagare sui vari casi del luogo, formando un improbabile trio assieme all'eccentrico e scanzonato amico Peppe Piccionello e alla determinata e sensuale studentessa di architettura Suleima.
## Episodi
| Stagione | Episodi | Prima TV |
| - | - | - |
| Prima stagione | 4 | 2021 |
| Seconda stagione | 3 | 2022 |
| Terza stagione | 4 | 2024 |
## Personaggi e interpreti
* Saverio Lamanna (stagione 1-in corso), interpretato da Claudio Gioè. Saverio è un giornalista che, a causa di un banale errore lavorativo, perde tutto e si ritrova, sbeffeggiato e squattrinato, a dover riparare nella vecchia casa di vacanza dei genitori, a Màkari. Qui comincia la sua nuova vita, dove ritrova l'amicizia del caro Piccionello e cerca un nuovo destino, quello di scrittore. A Màkari si innamora di una ragazza Suleima, con la quale intraprende una relazione.
* Giuseppe "Peppe" Piccionello, detto Peppe (stagione 1-in corso), interpretato da Domenico Centamore. Piccionello è un caro amico di Saverio. La sua amicizia, la sua generosità e la sua sincerità saranno fondamentali per il percorso di rinascita di Lamanna a Màkari
* Suleima Lynch (stagione 1-in corso), interpretata da Ester Pantano. Suleima è una studentessa universitaria di architettura che sta facendo un lavoro stagionale di cameriera a Màkari; qui incontra Saverio e con quest'ultimo inizia una relazione.
* Marilù (stagione 1-in corso), interpretata da Antonella Attili. Proprietaria di un hotel-ristorante a Màkari. È una cara amica di Saverio.
* Vicequestore Giacomo Randone (stagione 1-in corso), interpretato da Filippo Luna. Randone è il vicequestore. Sebbene all'inizio non sopporti le continue intromissioni di Saverio nelle indagini, i due diventano poi buoni amici.
* Teodoro Bettini (stagione 2), interpretato da Andrea Bosca. Teodoro è un architetto e imprenditore di grande successo. È il datore di lavoro di Suleima, che lo ammira e ha grande affiatamento con lui. Saverio ne ha una pregiudiziale antipatia perché lo teme, vedendo in lui un pericoloso rivale, ma presto capisce di sbagliarsi sul conto dell'uomo.
* Padre di Saverio (stagione 1-in corso), interpretato da Tuccio Musumeci. È un professore in pensione. Ha un buon rapporto con il figlio, tuttavia la perdita di sua moglie ha creato una ferita tra lui e Saverio.
* Maresciallo Guareschi (stagione 1-in corso), interpretato da Sergio Vespertino.
## Produzione
Le riprese della prima stagione sono iniziate il 6 agosto 2020 a Palermo e sono proseguite nella provincia di Trapani, tra il capoluogo, Castellammare del Golfo, San Vito Lo Capo, Erice, Valderice, Marsala, Buseto Palizzolo, nella baia di Macari, alla tonnara di Scopello, alle cave di marmo di Custonaci, alla riserva dello Zingaro e alla laguna dello Stagnone. L'ultimo ciak è stato battuto il 5 dicembre nella città del Golfo.
La serie è stata rinnovata per una seconda stagione, le cui riprese sono iniziate il 13 settembre 2021.
Viene in seguito ufficializzato il rinnovo per la terza stagione, le cui riprese sono partite l'11 aprile 2023 e sono terminate il 1 agosto dello stesso anno. La terza stagione sarà mandata in onda il 18 febbraio 2024
## Colonna sonora
Le tracce strumentali sono composte da Ralf Hildenbeutel, mentre la canzone che apre ciascun episodio, intitolata anch'essa Màkari, è interpretata dal gruppo musicale Il Volo ed è stata composta da Ignazio Boschetto, membro di tale gruppo.
La colonna sonora Deluxe della prima stagione è stata pubblicata da Sony/ATV Music Publishing il 22 aprile 2021, quella della seconda il 9 febbraio 2022.
### Prima stagione
* Il Volo – Màkari – 3:15
* Saverio Lamanna – 1:32
* Suleima and Saverio – 2:33
* Saverio and Piccionello – 1:57
* Climbing the Hill – 3:30
* The Good Moments – 3:10
* Màkari Serenata – 1:28
* Olmo – 1:26
* The Old Photo Album – 3:19
* San Marzano Tomatoes – 1:43
* Mad Situation – 1:31
* Love In the Air – 1:23
* The Trip – 4:02
* Randone – 1:29
* Certitude – 2:22
* Sweet Love – 2:21
* Leaving Without Telling – 2:15
* Totò’s Book – 1:53
* Where Are These Scratches from? – 2:32
* No Hope – 1:05
* What’s This Story? – 1:18
* The Pool – 2:34
* Luciana and Bastiano Make Up – 1:42
* Come With Me – 1:36
### Seconda stagione
* Un nuovo capitolo – 2:35
* Savé e Peppe – 2:17
* Sempre affamato – 1:27
* Un nuovo giorno – 1:46
* Amato Fraticello – 2:10
* La confessione – 2:16
* La Farfalla – 1:55
* Avanti! – 1:49
* Non è un dramma – 1:55
* L'amore – 2:35
* Un momento di calma – 1:42
* Sospetto – 1:02
* Un po' goffo – 2:16
* La felicità di Saverio – 1:59
* La seduzione – 1:28
* Arrimàni sempre indove sei – 1:39
* Il commissario – 1:30
* La cena – 1:07
* Fate attenzione! – 1:21
* Storie vere – 1:48
* Il computer volante – 1:34
* Un momento di pace – 2:30
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https://it.wikipedia.org/wiki/Ronald_Hoop
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Ronald Hoop
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# Ronald Hoop
Ronald Hoop (Nickerie, 4 aprile 1967) è un ex calciatore olandese, di ruolo attaccante.
## Caratteristiche tecniche
Era un attaccante fisicamente potente e veloce.
## Carriera
### Club
Passato dall'Utrecht (senza riuscire ad esordire in campionato), disputa poi vari campionati in seconda divisione olandese e una stagione in prima divisione nella stagione 1994-1995 con la maglia del Dordrecht, con 11 reti in 29 incontri disputati, in una formazione che chiude il torneo all'ultimo posto. Del Telstar diviene il secondo marcatore della storia del club con 52 reti (successivamente è stato superato).
L'esperienza in Italia nel campionato di Serie B 1996-1997 con la maglia nº 27 del Palermo, iniziata sotto buoni auspici (arrivò con il soprannome di "van Basten nero"), è invece deludente sul piano personale, consistendo in 7 presenze ed una rete (contro il Venezia nella partita pareggiata per 2-2) in 447 minuti giocati. È stato il primo e unico calciatore olandese della storia della società e il primo straniero a vestire la maglia rosanero dopo la riapertura delle frontiere.
In seguito trascorre la sua carriera nei campionati minori di Svizzera e Germania.
Si ritira nel 2008, a 41 anni.
### Nazionale
Avrebbe potuto vestire la maglia della Nazionale di calcio del Suriname poiché in possesso del doppio passaporto, ma ciò non fu possibile a causa di problemi economico-burocratici.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Mario_Innamorato
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Antonio Mario Innamorato
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# Antonio Mario Innamorato
Antonio Mario Innamorato (Teggiano, 5 gennaio 1937 – Polla, 21 aprile 2018) è stato un politico italiano. Sottosegretario di Stato alla Pubblica Istruzione durante il Governo Ciampi.
## Biografia
Presidente della provincia di Salerno dal 1985 al 1987, assessore, consigliere provinciale e comunale, sindaco della città di Teggiano, è stato Senatore della Repubblica per due legislature (X e XI) e Sottosegretario di Stato alla Pubblica Istruzione nel Governo Ciampi. È stato il primo firmatario di una delle proposte di legge di Istituzione del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Innamorato detiene anche un record, quello dell’elezione con la più alta percentuale di voti tra i candidati del Partito socialista italiano.
Era legatissimo ad Enrico Quaranta, senatore del Psi di San Pietro al Tanagro. Ha sempre creduto nelle potenzialità delle bellezze naturalistiche ed archeologiche del Vallo di Diano e del Cilento ed infatti oltre ad essersi battuto per poter ottenere, riuscendoci, l’istituzione del Parco, nel corso del suo ultimo mandato al Senato è stato il primo firmatario di un disegno di legge per l’istituzione della Soprintendenza archeologia di Paestum.
Nel 2010 partecipò alla famosa Maratona di New York. Muore all'età di 81 anni dopo una lunga malattia.
## Incarichi parlamentari
### X Legislatura della Repubblica Italiana
Durante la X Legislatura della Repubblica Italiana, fu eletto il 14 giugno 1987, proclamato il 27 giugno 1987 e convalidato il 22 dicembre 1993 e assunse i seguenti incarichi:
* Componente del Comitato Direttivo dal 7 agosto 1987 al 27 settembre 1989 del PSI
* 4ª Commissione permanente (Difesa):
* Membro dal 1 agosto 1987 al 4 agosto 1987
* Segretario dal 4 agosto 1987 all'11 marzo 1988
* 13ª Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali):
* Membro dal 1 agosto 1987 all'11 marzo 1988 (sostituito da Delio Meoli fino all'11 marzo 1988)
* Membro dall'11 marzo 1988 al 27 settembre 1989 (sostituito da Delio Meoli dal 1 agosto 1987 all'11 marzo 1988)
* Membro dal 27 settembre 1989 al 22 aprile 1992 (sostituito da Delio Meoli dal 1 agosto 1987 all'11 marzo 1988)
* Commissione di controllo sugli interventi nel Mezzogiorno:
* Membro dal 23 ottobre 1987 al 12 novembre 1987
* Vicepresidente dal 12 novembre 1987 al 22 aprile 1992
### XI Legislatura della Repubblica Italiana
* Sottosegretario di Stato per la Pubblica struzione dal 7 maggio 1993 al 9 maggio 1994
* 8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni):
* Membro dal 16 giugno 1992 al 17 giugno 1992
* 13ª Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali):
* Membro dal 17 giugno 1992 all'11 maggio 1993 (in sostituzione del Wolfango Zappasodi dall'11 maggio 1993 al 14 aprile 1994)
* Membro dall'11 maggio 1993 al 14 aprile 1994 (in sostituzione del Wolfango Zappasodi fino al 14 aprile 1994)
* Commissione parlamentare per il parere al Governo sulla destinazione dei fondi per la ricostruzione del Belice:
* Membro dall'8 febbraio 1993 al 12 maggio 1993
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https://it.wikipedia.org/wiki/Bradford_%28disambigua%29
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Bradford (disambigua)
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# Bradford (disambigua)
## Geografia
### Antartide
* Ghiacciaio Bradford – ghiacciaio della costa di Graham
### Canada
* Bradford – città dell'Ontario
### Nuova Zelanda
* Bradford – area suburbana di Kaikorai Valley
### Regno Unito
* Bradford – parrocchia civile del Devon
* Bradford – distretto della Grande Manchester
* Bradford – distretto con titolo di città nel West Yorkshire
* Bradford Abbas – villaggio e parrocchia civile nella contea di Dorset
* Bradford on Avon – comune del Wiltshire
* Bradford on Tone – villaggio e parrocchia civile nella contea di Somerset
* West Bradford – villaggio e parrocchia civile nella contea di Lancashire
### Stati Uniti d'America
* Bradford – città della Contea di White, Arkansas
* Bradford – villaggio della Contea di Stark, Illinois
* Bradford – CDP della Contea di Franklin, Iowa
* Bradford – città della Contea di Penobscot, Maine
* Bradford – città della Contea di Essex, Massachusetts
* Bradford – città della Contea di Merrimack, New Hampshire
* Bradford – città della Contea di Steuben, New York
* Bradford – villaggio della Contea di Miami, Ohio
* Bradford – township della Contea di Clearfield, Pennsylvania
* Bradford – comune (city) della Contea di McKean, Pennsylvania
* Bradford – township della Contea di McKean, Pennsylvania
* Bradford – CDP della Contea di Washington, Rhode Island
* Bradford – città della Contea di Gibson, Tennessee
* Bradford – città della Contea di Orange, Vermont
* Bradford – città della Contea di Rock. Wisconsin
## Persone
* Allen Bradford – giocatore di football americano statunitense
* Anthony Bradford – giocatore di football americano statunitense
* Austin Bradford Hill – epidemiologo e statistico britannico
* Barbara Taylor Bradford – scrittrice e giornalista inglese
* Carl Bradford – giocatore di football americano statunitense
* Chasen Bradford – giocatore di football americano statunitense
* Cory Bradford – cestista statunitense
* Crystal Bradford – cestista statunitense
* David Bradford – ex calciatore inglese
* Desonta Bradford – cestista statunitense
* Edward Bradford – ammiraglio britannico
* Geoff Bradford – musicista britannico
* Geoffrey Bradford – calciatore inglese
* James Bradford – sollevatore statunitense
* Jesse Bradford – attore statunitense
* Joe Bradford – calciatore inglese
* Josh Bradford – chitarrista e regista canadese
* Lane Bradford – attore statunitense
* Richard Bradford – attore statunitense
* Sam Bradford – giocatore di football americano statunitense
* Thomas Bradford – generale britannico
* Vincent Bradford – ex schermitrice statunitense
* Virginia Bradford – attrice statunitense
* William Bradford – politico statunitense
* William Bradford – editore e militare statunitense
## Altro
* Bradford – nome proprio di persona inglese maschile
* Bradford City – società calcistica inglese
* Brick Bradford – personaggio immaginario protagonista dell'omonimo fumetto di fantascienza
* La famiglia Bradford (Eight Is Enough) – serie televisiva statunitense
* Università di Bradford (in inglese: Bradford University) – università pubblica nell'omonima città inglese
## Pagine correlate
* William Bradford
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https://it.wikipedia.org/wiki/John_Morley%2C_I_visconte_Morley_di_Blackburn
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John Morley, I visconte Morley di Blackburn
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# John Morley, I visconte Morley di Blackburn
Lord John Morley, I visconte Morley di Blackburn (Blackburn, 24 dicembre 1838 – Wimbledon, 23 settembre 1923), è stato un politico e scrittore britannico. Dopo aver svolto la professione di giornalista fu eletto alla Camera dei comuni nel 1883; fu capo segretario per l'Irlanda nel 1886 e tra il 1892 e il 1895, segretario di Stato per l'India tra il 1905 e il 1910 e ancora nel 1911, e lord presidente del Consiglio tra il 1910 e il 1914. Morley fu un raffinato commentatore politico e un biografo di William Gladstone, che considerò un suo modello; fu considerato inoltre uno dei maggiori intellettuali liberali del XIX secolo. Si oppose all'imperialismo e alla guerra anglo-boera; la sua contrarietà ad entrare in guerra al fianco della Russia lo estromise dal governo britannico nell'agosto del 1914.
## Biografia
### Nascita ed educazione
Morley nacque a Blackburn, in Lancashire, figlio di Jonathan Morley, chirurgo, e di Priscilla Mary Donkin. Fu educato al Cheltenham College e frequentò in seguito il Lincoln College ad Oxford; quando però manifestò al padre il suo rifiuto ad abbracciare il sacerdozio, questi gli tolse ogni sovvenzionamento, costringendolo ad abbandonare gli studi. Anche in relazione a questa frattura familiare Morley raccolse qualche anno più tardi, nel 1874, le sue riflessioni sulla natura del compromesso nell'opera On Compromise.
### Il giornalismo e l'entrata in politica
Dopo aver tentato per un breve periodo la carriera giuridica, che non poté continuare per la mancanza di risorse economiche, pensò che quella del giornalismo fosse per lui l'unica professione praticabile. A Londra cominciò a scrivere per alcune riviste e acquisì un primo accenno di notorietà a seguito di un articolo che urtò la suscettibilità di alcuni ambienti religiosi. Si sposò in seguito con Rose Ayling, una donna che aveva avuto due figli da una precedente relazione; si assunse l'onere di provvedere a loro, ma decise di non adottarli.
Morley scrisse per alcune effimere riviste letterarie (Literary Gazette, Leader, Saturday Review) e fece amicizia con George Henry Lewes, George Eliot e Leslie Stephen. Nel 1867 successe a Lewes nella direzione del periodico The Fortnightly Review, guidando la rivista per 15 anni e diventando uno dei capi riconosciuti del radicalismo liberale; tra il 1880 e il 1883 diresse anche il Pall Mall Gazette. Nel frattempo si era candidato senza successo alle elezioni del 1869 nel collegio di Blackburn, indette dopo che quelle dell'anno precedente erano state invalidate. Analogamente, nel 1880 non riuscì ad ottenere un seggio nel collegio elettorale della Città di Westminster. Riuscì ad essere eletto alla Camera dei comuni nel 1883, ottenendo un seggio per il Partito Liberale nel collegio di Newcastle upon Tyne; rappresentò la città al Parlamento fino al 1895.
### Capo segretario per l'Irlanda
Le elezioni del novembre 1885 avevano indebolito il governo di Lord Salisbury e portato in Parlamento 86 nazionalisti irlandesi; il 26 gennaio 1886, cinque giorni dopo l'inaugurazione dell'Assemblea, questi ultimi e il Partito Liberale fecero cadere il governo conservatore.
William Ewart Gladstone, capo dei liberali, formò un nuovo esecutivo in febbraio, nel quale John Morley entrò come capo segretario per l'Irlanda in virtù della sua decisa posizione a favore di una maggiore autonomia di Dublino da Londra. Il governo si impegnò a promulgare una legge in tal senso, ma questa (chiamata Home Rule Bill) trovò subito difficoltà e resistenze. Dal Partito Liberale si staccò un nutrito numero di Unionisti, e Morley si trovò sempre più isolato nel rifiutare compromessi al ribasso; le tensioni portarono in breve allo scioglimento della Camera dei comuni e alle dimissioni di Gladstone nel luglio dello stesso anno.
Durante i successivi cinque anni, l'attività politica di Morley fu incentrata sulla difesa dell'Home Rule Bill e sulla denuncia della politica di coercizione attuata dal governo di Salisbury; intraprese inoltre una campagna per l'abolizione del diritto ereditario di appartenere alla Camera dei lord. Nel 1892 le elezioni portarono nuovamente al governo Gladstone, e Morley fu nominato ancora capo segretario per l'Irlanda. Un secondo Home Rule Bill fu portato in Parlamento, ma dopo essere stata approvata con una maggioranza risicata alla Camera dei comuni la legge fu affondata definitivamente alla camera alta. A seguito di questo nuovo fallimento e dei contrasti con il segretario agli Affari Esteri, Lord Rosebery, Gladstone rassegnò le dimissioni nel marzo del 1894; lo stesso Rosebery, che gli successe, non riuscì ad ottenere significativi risultati e rinunciò alla carica poco più di un anno dopo.
### L'opposizione alle otto ore lavorative
A partire dal 1889, Morley non accolse le pressioni da parte dei capi sindacali di Newcastle volte a portare all'introduzione di un orario lavorativo giornaliero di otto ore per obbligo di legge; riteneva infatti che lo Stato non dovesse intervenire nei processi economici. Per Morley un atto di tal genere sarebbe equivalso a “inserire un bastone nei delicati e complessi ingranaggi dell'industria britannica”. Affermò inoltre che sarebbe stato sbagliato “permettere al legislatore, che non conosce queste cose, che è di parte in queste cose – dare al legislatore il potere di dire quante ore al giorno deve o non deve lavorare un uomo”.
Morley disse ai sindacalisti che l'unica via giusta per limitare l'orario lavorativo avrebbe dovuto essere intrapresa attraverso azioni volontarie da parte dei lavoratori. La sua franchezza sul tema, rara per un politico, gli attirò l'ostilità dei laburisti. Nel settembre del 1891 due riunioni generali videro leader come John Burns, Keir Hardie e Robert Blatchfors coalizzarsi contro di lui. Alle elezioni del 1892 Morley non affrontò un laburista, ma la Social Democrat Federation appoggiò il candidato Unionista; quest'ultimo prese più voti, ma entrambi ottennero il seggio. Quando fu nominato al governo, Morley dovette affrontare una seconda elezione, che vinse contro un candidato favorevole alle otto ore lavorative grazie al supporto degli immigrati irlandesi a Newcastle. Dopo il voto alla legge che stabiliva le otto ore lavorative, nello stesso anno, accusò il Partito Liberale di essersi arreso ai più superficiali e testardi rappresentanti del mondo del lavoro.
### Segretario di Stato per l'India
Alle elezioni generali del 1895 il Partito Liberale andò incontro ad una dura sconfitta; Morley stesso perse il seggio di Newcastle, ma l'anno successivo riuscì a farsi eleggere nel collegio che faceva perno sulla cittadina di Montrose, in Scozia. In seguito si oppose fermamente alla guerra anglo-boera, guidando con David Lloyd George l'ala anti-imperialista del Partito Liberale.
Nel 1905, quando Henry Campbell-Bannerman formò il suo gabinetto liberale, Morley fu nominato segretario di Stato per l'India, anche se avrebbe preferito ricoprire l'incarico di Cancelliere dello Scacchiere. Pur non avendo mai affrontato in precedenza i problemi della colonia indiana, Morley si immerse nella nuova esperienza, nella quale si trovò a dover collaborare con il viceré Minto, nominato poco prima dal precedente governo conservatore. Su di lui si concentrarono le speranze dei moderati indiani di Gopal Krishna Gokhale, ma Morley si rese presto conto dell'enorme difficoltà del suo compito: in un clima dove gli elementi autonomisti più radicali provocavano violente rivolte, la dura repressione britannica rischiava di aumentare l'odio anticolonialista.
Le riforme di Morley e Minto approdarono nel 1909 all'approvazione dell'Indian Councils Act. In esso si accordava una maggiore partecipazione indiana nei consigli: un rappresentante entrò nel consiglio del viceré, due entrarono in quello del segretario di Stato a Londra, mentre a livello locale il numero di membri indiani nei consigli aumentò considerevolmente. Tra di essi, però, molti furono scelti dal governo britannico e non eletti. La separazione dell'elettorato tra musulmani e indù, inoltre, fu un'ulteriore occasione per dividere la rappresentanza indigena, secondo la politica del divide et impera.
Quando Herbert Henry Asquith nel 1908 successe al dimissionario Campbell-Bannerman, Morley mantenne il suo incarico di segretario per l'India; nello stesso anno, inoltre, gli furono concessi il titolo nobiliare di visconte e un seggio alla Camera dei lords. Nel novembre del 1910 lasciò tuttavia l'incarico di segretario di Stato.
### Gli ultimi anni
Come membro della camera alta, Lord Morley aiutò ad assicurare il passaggio del Parliament Act 1911, che eliminò il potere di veto di questa alle leggi di natura economica e finanziaria. Dal 1910 allo scoppio della prima guerra mondiale ricoprì la carica di lord presidente del Consiglio. Il 2 agosto 1914, in seguito alla decisione del governo liberale di muovere guerra alla Germania, Morley si dimise. A differenza di altri esponenti del suo partito, non fu allarmato dall'invasione tedesca del Belgio; riteneva tuttavia che il Regno Unito non potesse allearsi alla Russia.
Nel 1917 ricompose brani dei suoi diari e delle lettere da lui scritte nei due volumi di Recollections. Il 23 settembre del 1923 morì nella sua casa di Wimbledon, seguito due mesi dopo dalla moglie; non avendo avuto figli, il titolo nobiliare si estinse.
## Letteratura
La carriera letteraria di John Morley si sviluppò parallelamente a quella politica, portandogli anch'essa successi e riconoscimenti. Raffinato biografo, critico e saggista, scrisse una serie di saggi e biografie sui maggiori intellettuali francesi del XVIII secolo; i suoi lavori più importanti riguardarono le figure di Voltaire (1872), Rousseau (1873) e Diderot e gli Enciclopedisti (1878). Nelle sue intenzioni, queste opere avrebbero dovuto far parte di un progetto più ampio dedicato alla Rivoluzione francese, che però non vide mai la luce.
Uno dei suoi libri più influenti fu l'opera On Compromise (1874), nella quale analizzò il valore etico della politica e la natura del compromesso. Scrisse inoltre le biografie di Edmund Burke (1879), Richard Cobden (1881), Oliver Cromwell e del suo mentore, William Ewart Gladstone (1903).
## Opere
* Voltaire (1871).
* Rousseau (1873).
* The Struggle for National Education (1873).
* On Compromise (1874).
* Diderot and the Encyclopaedists (1878).
* Burke (1879).
* The Life of Richard Cobden (1881).
* Walpole (1889).
* Studies in Literature (1891).
* Oliver Cromwell (1900).
* The Life of William Ewart Gladstone (3 volumi; 1903).
* Recollections (2 volumi; 1917).
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https://it.wikipedia.org/wiki/%27Ndrina_Cataldo
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'Ndrina Cataldo
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# 'Ndrina Cataldo
I Cataldo sono una potente 'ndrina di Locri, alleati dei Marafioti, storici rivali dei Cordì con una fortissima presenza anche a Portigliola, Gerace e Antonimina. Le attività illecite che conducono, sono traffico di droga e armi, infiltrazione nelle attività pubbliche e negli appalti.
I Cataldo hanno proiezioni anche nel resto d'Italia.
## Storia
### Anni '60 - '70 - '80 - '90
Fin dal 1967 nacquero dispute tra le due 'ndrine di Locri i Cataldo e i Cordì, allora dominavano i Cataldo e i Marafioti loro alleati. Dopo la morte di Antonio Macrì nel 1975, il boss Giuseppe Cataldo si allea con Paolo De Stefano e partecipa alla costruzione del porto di Gioia Tauro e allo sfruttamento della cava di Limbadi dei Mancuso. Dal 1993 reinizia la faida con i Cordì, giacché questi tentarono di uccidere in quell'estate Giuseppe Cataldo con una bomba a mano. Alla fine degli anni '90 i Floccari si staccano dai Cataldo formando una 'ndrina a sé. Negli anni '90 viene riconosciuto come mandante dell'omicidio di Antonio Macrì, Giuseppe Cataldo. Nel 2005 vengono arrestati i capibastone Giuseppe e Antonio Cataldo.
* 31 ottobre 1997: operazione Primavera contro i Cataldo e i Cordì.
### Anni 2000
* Il 14 febbraio del 2005 viene ucciso Giuseppe Cataldo per mano dei Cordì.
* Il 31 maggio 2005 viene ucciso per vendetta da uomini dei Cataldo il boss Salvatore Cordì.
* Il 20 dicembre 2005 vengono arrestate dalla polizia 6 persone presunte affiliate ai Cataldo, di cui due responsabili dell'omicidio del 31 maggio 2005 di Salvatore Cordì.
* Il 27 dicembre 2005 la polizia nell'operazione Progressivo 659 Dead arresta il capobastone Francesco Cataldo detto U professuri già sfuggito alla cattura il 20 dicembre accusato per due volte di associazione mafiosa.
* Il 20 maggio 2008 vengono eseguite 48 ordinanze di custodia cautelare ad affiliati alle 'ndrine dei Cataldo, Marando e Sergi che gestivano un traffico di droga. I Sergi e i Marando importavano cocaina, marijuana e eroina dal Marocco e dalla Colombia mentre i Cataldo la immettevano nei mercati di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna.
* Il 7 dicembre 2008 viene arrestato il boss Antonio Cataldo.
* Il 26 giugno 2009 nell'operazione vengono arrestate 50 persone presunte componenti di un traffico internazionale di droga, tra cui i Commisso e i Cataldo e vengono sequestrati più di una tonnellata di sostanze stupefacenti, in collaborazione vi era anche il clan camorristico dei Baratto. Il presunto capo sarebbe Salvatore Femia, tra gli arresti c'è anche Giuseppe Zucco, vicino al capobastone Giuseppe Cataldo.
### Anni 2010
* Nel 2010 dopo ben oltre quarant'anni dall'omicidio di Domenico Cordì nel 1967 sembra si sia siglata una pace con i Cataldo.
* Il 27 giugno 2018 si conclude l'operazione Arma Cunctis della Direzione distrettuale antimafia che ha portato all'arresto di 38 persone presunte affiliate ai Cataldo e ai Commisso accusate a vario titolo di traffico di armi passante da Malta, dalla Sicilia e dalla Francia. Il sodalizio riforniva le altre 'ndrine.
## Esponenti di spicco
* Giuseppe Cataldo (1938 - 2011), capobastone, l'attentato alla sua persona nel 1993 riapre la faida di Locri, muore di morte naturale.
* Antonio Cataldo (1956), capobastone in carcere. È accusato di essere il mandante dell'omicidio del boss Salvatore Cordì.
* Antonio Cataldo (1964), capobastone arrestato. Fin da giovane fu responsabile di vari reati tra cui il danneggiamento, il porto illegale d'armi e l'estorsione. Fu arrestato nel 1991 nell'operazione Angelo e nel 1993 nell'operazione Zagara. Condannato al processo Greed a 30 anni di carcere per traffico di droga e associazione a delinquere. Dal 31 ottobre 2008 si diede alla latitanza. È stato ripreso il 7 dicembre dello stesso anno.
* Domenico Cataldo (1935 - 1998), ucciso nella faida di Locri.
* Vincenzo Cataldo (1946 - 1998), ucciso nella faida di Locri.
* Giuseppe Cataldo (1970 - 2005), nipote dell'omonimo Giuseppe Cataldo, ucciso nella faida di Locri.
* Francesco Cataldo.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Genoa_Cricket_and_Football_Club_2023-2024
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Genoa Cricket and Football Club 2023-2024
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# Genoa Cricket and Football Club 2023-2024
Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti il Genoa Cricket and Football Club nelle competizioni ufficiali della stagione 2023-2024.
## Stagione
Dopo una sola stagione in Serie B, Il Genoa torna nella massima serie ed il tecnico della promozione, Alberto Gilardino, viene riconfermato sulla panchina del Grifone. Per quanto riguarda la squadra si registrano gli addii di Domenico Criscito, ritirato dopo quasi 300 presenze in rossoblù, e Stefano Sturaro, con cui non viene trovato l'accordo per il rinnovo del contratto. Sul mercato, vengono cambiati 2° e 3° portiere dietro al titolare Josep Martínez, arrivano infatti Nicola Leali dall'Ascoli e Daniele Sommariva dal Pescara. Il blocco difensivo protagonista della promozione viene confermato, e viene rinforzato con il ritorno di Johan Vásquez dal prestito alla Cremonese e con l'inserimento del giovane Koni De Winter, in prestito dalla Juventus. La fascia sinistra viene puntellata con l'acquisto a parametro zero dello spagnolo Aarón Martín e con il ritorno di Ridgeciano Haps, mentre a centrocampo, oltre alla conferma di Milan Badelj e Kevin Strootman, arrivano l'ex Sampdoriano Morten Thorsby, il turco Berkan Kutlu e Ruslan Malinovs'kyj. Nel reparto offensivo, invece, viene acquistato dal Boca Juniors l'attaccante italo-argentino Mateo Retegui. A lui si aggiungono le conferme di Albert Guðmundsson, Caleb Ekuban, George Puscas e l'acquisto di Junior Messias dal Milan, mentre Massimo Coda, viene ceduto in Serie B alla Cremonese.
Il campionato si apre con una netta sconfitta per 1-4 in casa contro la Fiorentina, dopo la quale arriva il primo successo stagionale, in casa della Lazio (0-1 con la prima rete in Serie A di Retegui). Seguono una sconfitta a Torino contro i granata (1-0), due pareggi contro il Napoli e in casa dell'Udinese, (entrambe finite 2-2), una sconfitta a Lecce (1-0) e una grande vittoria per 4-1 sulla Roma. Le due gare successive portano altrettante sconfitte, una per 0-1 a Marassi contro il Milan, in una gara ricca di polemiche per un fallo di mano di Pulisic nell'azione del gol decisivo, ed un'altra a Bergamo contro l'Atalanta per 2-0. Arriva poi un altalena di risultati che si traducono in due vittorie (Salernitana e Verona), tre sconfitte (Cagliari, Frosinone e Monza) ed un pareggio (Empoli). Il girone di andata si chiude con un filotto di risultati utili dove i rossoblu fermano sul pareggio casalingo le prime due della classe (Inter e Juventus, entrambe sull' 1-1), colgono un'importante vittoria a Sassuolo (1-2) e un pareggio sul campo del lanciatissimo Bologna (1-1). Il girone di andata si chiude così a 21 punti, un buon risultato considerando lo status neo-promossa e nonostante i tanti infortuni
## Divise e sponsor
Lo sponsor tecnico per la stagione 2023-2024 è Kappa mentre gli sponsor ufficiali sono Pulsee Luce e Gas ed MSC Crociere. Lo sleeve sponsor è Radio 105 ed il back sponsor è LeasePlan.
| Casa | Trasferta |
| - | - |
## Rosa
Rosa e numerazione aggiornate al 17 gennaio 2024.
| N. | Ruolo | Calciatore |
| - | - | - |
| 1 | P | Josep Martínez |
| 16 | P | Nicola Leali |
| 39 | P | Daniele Sommariva |
| | P | Franz Stolz |
| 36 | D | Silvan Hefti |
| 13 | D | Mattia Bani |
| 14 | D | Alessandro Vogliacco |
| 5 | D | Radu Drăgușin |
| 4 | D | Koni De Winter |
| 23 | D | Davide Biraschi |
| 46 | D | Giorgio Cittadini |
| 22 | D | Johan Vásquez |
| 33 | D | Alan Matturro |
| 20 | D | Stefano Sabelli |
| 90 | D | Djed Spence |
| 3 | D | Aarón Martín |
| N. | Ruolo | Calciatore |
| 55 | D | Ridgeciano Haps |
| 47 | C | Milan Badelj (C) |
| 8 | C | Kevin Strootman |
| 32 | C | Morten Frendrup |
| 2 | C | Morten Thorsby |
| 5 | C | Emil Bohinen |
| 17 | C | Ruslan Malinovskyi |
| 24 | C | Filip Jagiełło |
| 25 | C | Berkan Kutlu |
| 99 | C | Pablo Galdames |
| 10 | A | Junior Messias |
| 9 | A | Massimo Coda |
| 11 | A | Albert Guðmundsson |
| 18 | A | Caleb Ekuban |
| 19 | A | Mateo Retegui |
| 37 | A | George Puscas |
## Organigramma societario
Area direttiva
* Presidente: Alberto Zangrillo
* Amministratore Delegato: Andrés Blasquez Ceballos
* Direttore Generale: Flavio Ricciardella
* Direttore Finanziario: Stefano Vincis
* Segretario Generale: Diodato Abagnara
* Responsabile Strategico: Alessandro Galleni
Area sportiva
* Assistente Delegato: Marcel Klos
* Club Manager: Marco Rossi
* Direttore sportivo: Marco Ottolini
* Capo Scouting: Sebastian Arenz
* Direttore sportivo Squadra Primavera: Carlo Taldo
* Direttore sportivo Squadra Femminile: Marta Carissimi
Area medica
* Responsabile Sanitario: Alessandro Corsini
* Medico Sociale: Francesco Nuccio, Marco Stellatelli
* Fisioterapista: Davide Cornetti, Pietro Cistaro, Matteo Perasso, Federico Campofiorito
* Recupero Infortuni: Luca Vergani, Emanuele Cena
* Nutrizionista: Laura Mancin, Nicolò Cassone
* Psicologo: Antonio Sacco
Area tecnica
* Allenatore: Alberto Gilardino
* Vice allenatore: Gaetano Caridi
* Allenatore portieri: Alessio Scarpi
* Assistente Allenatore portieri: Stefano Raggio Garibaldi
* Assistente Tecnico: Roberto Murgita e Alex Clapham
* Prepatore Atletico: Alessandro Pilati e Gaspare Picone
* Assistente Preparatore Atletico: Filippo Gatto
* Direttore settore giovanile: Michele Sbravati
Area comunicazione
* Addetto stampa: Dino Storace
* Responsabile acquisti e logistica: Alessio Vernazza
* Direttore vendite: Matteo Rossi
* Direttore brand & marketing: Jacopo Pulcini
* Responsabile biglietterie: Marco Trucco
Area contabilità
* Responsabile contabilità: Viktoria Grattarola
* Direttore acquisizioni: Marco Espertino
* Responsabile paghe e contributi: Paolo Schiavi
* Controller: Davide Demartini
* Controller: Nicolò Musiari
## Calciomercato
### Sessione estiva (dal 1º/7 al 1º/9)
Acquisti :
| R. | Nome | Da | Modalità |
| - | - | - | - |
| D | Aarón Martín | Mainz | svincolato |
| P | Nicola Leali | Ascoli | svincolato |
| P | Daniele Sommariva | Pescara | definitivo) |
| A | Mateo Retegui | Boca Juniors | definitivo |
| C | Morten Thorsby | Union Berlino | prestito |
| D | Koni De Winter | Juventus | prestito |
| A | Junior Messias | Milan | prestito |
| C | Ruslan Malinovskyi | Olympique Marsiglia | prestito |
| D | Ridgeciano Haps | Venezia | prestito |
| C | Berkan Kutlu | Galatasaray | prestito |
| D | Johan Vásquez | Cremonese | fine prestito |
| A | Kelvin Yeboah | Augsburg | fine prestito |
| C | Pablo Galdames | Cremonese | fine prestito |
| C | Filippo Melegoni | Standard Liegi | fine prestito |
| A | Yayah Kallon | Hellas Verona | fine prestito |
| A | Andrea Favilli | Ternana | fine prestito |
| D | Davide Biraschi | Karagümrük | fine prestito |
| C | Giacomo Calò | Cosenza | fine prestito |
| C | Francesco Cassata | Ternana | fine prestito |
| A | Aleksander Buksa | Standard Liegi 16 FC | fine prestito |
| D | Paolo Gozzi | Pescara | fine prestito |
| C | Vittorio Parigini | Como | fine prestito |
| Altre operazioni ||||
| R. | Nome | Da | Modalità |
| C | Mattia Zennaro | Feralpisalò | fine prestito |
| C | Patrizio Masini | Novara | fine prestito |
| C | Michele Besaggio | Juventus Next Gen | fine prestito |
| D | Nicholas Rizzo | Pro Vercelli | fine prestito |
| D | Alessandro Marcandalli | Pontedera | fine prestito |
| C | Luca Chierico | Piacenza | fine prestito |
| A | Elia Petrelli | Siena | fine prestito |
| A | Daniel Fossati | Borgosesia | fine prestito |
| D | Andrea Nesci | Crema | fine prestito |
| D | Gianluca Parodi | Lumezzane | fine prestito |
| D | Kacper Zielski | Matera | fine prestito |
Cessioni :
| R. | Nome | A | Modalità |
| - | - | - | - |
| A | Stefano Sturaro | Karagümrük | fine contratto |
| A | Yayah Kallon | Hellas Verona | definitivo |
| P | Ron Vodisek | Rogaška | fine contratto |
| P | Adrian Semper | Como | definitivo |
| C | Luca Lipani | Sassuolo | definitivo |
| A | Massimo Coda | Cremonese | prestito |
| C | Filippo Melegoni | Reggiana | prestito |
| C | Mattia Aramu | Bari | prestito |
| A | Kelvin Yeboah | Montpellier | prestito |
| C | Vittorio Parigini | Feralpisalò | definitivo |
| C | Giacomo Calò | Cosenza | prestito |
| D | Marko Pajač | Reggiana | prestito |
| D | Lennart Czyborra | PEC Zwolle | prestito |
| C | Güven Yalçın | Fatih Karagümrük | prestito |
| D | Davide Biraschi | Fatih Karagümrük | definitivo |
| C | Francesco Cassata | Spezia | prestito |
| A | Aleksander Buksa | WSG Tirol | prestito |
| C | Stefan Ilsanker | | svincolato |
| C | Abdoulaye Touré | Le Havre | fine contratto |
| C | Patrizio Masini | Ascoli | prestito |
| D | Paolo Gozzi | Red Star | prestito |
| C | Manolo Portanova | Reggiana | prestito |
| A | Andrea Favilli | Ternana | prestito |
| A | Eddie Salcedo | Inter | fine prestito |
| A | Denis Drăguș | Standard Liegi | fine prestito |
| D | Ridgeciano Haps | Venezia | fine prestito |
| Altre operazioni ||||
| R. | Nome | A | Modalità |
| C | Alessandro Marcandalli | Reggiana | prestito |
| A | Federico accornero | Pescara | prestito |
| A | Elia Petrelli | Pro Sesto | prestito |
| C | Mattia Zennaro | Feralpisalò | definitivo |
| D | Nicholas Rizzo | Triestina | definitivo |
| P | Giuseppe Agostino | Triestina | prestito |
| C | Michele Besaggio | Brescia | definitivo |
| C | Luca Chierico | Gubbio | prestito |
| D | Lorenzo Gagliardi | Pontedera | prestito |
| D | Gabriele Calvani | Pontedera | prestito |
| A | Daniel Fossati | Pontedera | prestito |
### Sessione invernale
Acquisti :
| R. | Nome | da | Modalità |
| - | - | - | - |
| D | Djed Spence | Tottenham | prestito |
| C | Emil Bohinen | Salernitana | prestito |
| D | Giorgio Cittadini | Monza | prestito |
| P | Franz Stolz | Sankt Pölten | definitivo |
| Altre operazioni ||||
| R. | Nome | da | Modalità |
| A | Junior Messias | Milan | riscatto |
Cessioni :
| R. | Nome | a | Modalità |
| - | - | - | - |
| D | Silvan Hefti | Montpellier | prestito |
| C | Berkan Kutlu | Galatasaray | fine prestito |
| D | Radu Drăgușin | Tottenham | definitivo |
| C | Filip Jagiełło | Spezia | prestito |
| A | George Puscas | Bari | prestito |
| Altre operazioni ||||
| R. | Nome | a | Modalità |
## Statistiche
### Statistiche di squadra
Statistiche aggiornate al 28 gennaio 2024
| Competizione | Punti | In casa | In casa | In casa | In casa | In casa | In casa | In trasferta | In trasferta | In trasferta | In trasferta | In trasferta | In trasferta | Totale | Totale | Totale | Totale | Totale | Totale | DR |
| - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| Competizione | Punti | G | V | N | P | Gf | Gs | G | V | N | P | Gf | Gs | G | V | N | P | Gf | Gs | DR |
| Serie A | 28 | 11 | 4 | 5 | 2 | 14 | 12 | 11 | 3 | 2 | 6 | 10 | 14 | 22 | 7 | 7 | 8 | 24 | 26 | -2 |
| Coppa Italia | - | 2 | 2 | 0 | 0 | 6 | 4 | 1 | 0 | 0 | 1 | 0 | 1 | 3 | 2 | 0 | 1 | 6 | 5 | +1 |
| Totale | - | 13 | 6 | 4 | 2 | 20 | 16 | 12 | 3 | 2 | 7 | 10 | 15 | 25 | 8 | 7 | 9 | 30 | 31 | -1 |
### Andamento in campionato
| Giornata | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 36 | 37 | 38 |
| - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| Luogo | C | T | T | C | T | C | T | C | T | C | T | C | T | C | T | C | T | C | T | C | T | C | T | C | T | C | T | C | T | C | T | T | C | C | T | C | T | C |
| Risultato | P | V | P | N | P | V | N | P | P | V | P | V | P | N | P | N | V | N | N | N | V | V | | | | | | | | | | | | | | | | |
| Posizione | 13 | 10 | 12 | 11 | 16 | 11 | 14 | 15 | 15 | 14 | 14 | 13 | 15 | 15 | 14 | 14 | 13 | 12 | 12 | 12 | 11 | 11 | | | | | | | | | | | | | | | | |
Fonte: Serie A, su calcio.com. Legenda: Luogo: C = Casa; T = Trasferta. Risultato: V = Vittoria; N = Pareggio; P = Sconfitta.
### Statistiche dei giocatori
* Statistiche aggiornate al 28 gennaio 2024
* NB: per i portieri vengono contate le reti subite
| Giocatore | Serie A | Serie A | Serie A | Serie A | Coppa Italia | Coppa Italia | Coppa Italia | Coppa Italia | Totale | Totale | Totale | Totale |
| - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| Martínez, J. J. Martínez | 21 | -24 | 3 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 21 | -24 | 3 | 1 |
| Leali, N. N. Leali | 2 | -2 | 0 | 0 | 3 | -5 | 0 | 0 | 5 | -7 | 0 | 0 |
| Sommariva, D. D. Sommariva | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
| Drăgușin, R. R. Drăgușin | 19 | 2 | 1 | 0 | 3 | 0 | 0 | 0 | 22 | 2 | 1 | 0 |
| Biraschi, D. D. Biraschi | 1 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 1 | 0 | 0 |
| Hefti, S. S. Hefti | 6 | 0 | 0 | 0 | 2 | 0 | 1 | 0 | 8 | 0 | 1 | 0 |
| Martín, A. A. Martín | 10 | 0 | 3 | 1 | 2 | 0 | 0 | 0 | 12 | 0 | 3 | 1 |
| Matturro, A. A. Matturro | 5 | 0 | 0 | 0 | 2 | 0 | 1 | 0 | 7 | 0 | 1 | 0 |
| Bani, M. M. Bani | 17 | 1 | 7 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 18 | 1 | 7 | 0 |
| Vásquez, J. J. Vásquez | 22 | 0 | 3 | 0 | 1 | 1 | 0 | 0 | 23 | 1 | 3 | 0 |
| Vogliacco, A. A. Vogliacco | 9 | 0 | 2 | 0 | 3 | 0 | 0 | 0 | 12 | 0 | 2 | 0 |
| De Winter, K. K. De Winter | 17 | 0 | 6 | 0 | 2 | 0 | 0 | 0 | 19 | 0 | 6 | 0 |
| Sabelli, S. S. Sabelli | 19 | 0 | 3 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 20 | 0 | 3 | 0 |
| Haps, R. R. Haps | 11 | 0 | 0 | 0 | 2 | 1 | 0 | 0 | 13 | 1 | 0 | 0 |
| Frendrup, M. M. Frendrup | 21 | 0 | 5 | 0 | 2 | 0 | 1 | 0 | 23 | 0 | 6 | 0 |
| Thorsby, M. M. Thorsby | 14 | 1 | 1 | 0 | 3 | 0 | 0 | 0 | 17 | 1 | 1 | 0 |
| Galdames, P. P. Galdames | 2 | 0 | 0 | 0 | 2 | 0 | 1 | 0 | 4 | 0 | 1 | 0 |
| Jagiełło, F. F. Jagiełło | 2 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 3 | 0 | 0 | 0 |
| Strootman, K. K. Strootman | 13 | 0 | 2 | 0 | 2 | 0 | 0 | 0 | 15 | 0 | 2 | 0 |
| Badelj, M. M. Badelj | 18 | 0 | 5 | 0 | 2 | 0 | 0 | 0 | 20 | 0 | 5 | 0 |
| Kutlu, B. B. Kutlu | 6 | 0 | 0 | 0 | 2 | 0 | 0 | 0 | 8 | 0 | 0 | 0 |
| Malinovskyi, R. R. Malinovskyi | 19 | 2 | 7 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 20 | 2 | 7 | 0 |
| Messias, J. J. Messias | 9 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 9 | 1 | 0 | 0 |
| Retegui, M. M. Retegui | 15 | 5 | 3 | 0 | 2 | 2 | 0 | 0 | 17 | 7 | 3 | 0 |
| Guðmundsson, A. A. Guðmundsson | 20 | 9 | 3 | 0 | 2 | 2 | 0 | 0 | 22 | 11 | 3 | 0 |
| Puscas, G. G. Puscas | 8 | 0 | 0 | 0 | 2 | 0 | 0 | 0 | 10 | 0 | 0 | 0 |
| Ekuban, C. C. Ekuban | 16 | 2 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 17 | 2 | 0 | 0 |
| Fini, S. S. Fini | 3 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 1 | 0 | 4 | 0 | 1 | 0 |
| Coda, M. M. Coda | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 |
| Spence, D. D. Spence | 2 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 2 | 0 | 0 | 0 |
| Bohinen, E. E. Bohinen | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 |
|
1,845,919 |
https://it.wikipedia.org/wiki/Aimone_di_Savoia-Aosta_%281967%29
|
Aimone di Savoia-Aosta (1967)
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# Aimone di Savoia-Aosta (1967)
Aimone di Savoia-Aosta (Aimone Umberto Emanuele Filiberto Luigi Amedeo Elena Maria Fiorenzo di Savoia-Aosta; Firenze, 13 ottobre 1967) è un dirigente d'azienda italiano, membro di Casa Savoia.
Per anni direttore generale Pirelli per il mercato della Russia e dei paesi dell'ex Unione Sovietica, dal 1º luglio 2012 è amministratore delegato della Pirelli Tyre Nordic, responsabile per tutti i mercati dei paesi scandinavi. Dal 1º settembre 2013, inoltre, è responsabile per Pirelli Tyre della regione Russia e paesi nordici. Da novembre 2019 è ambasciatore del Sovrano Militare Ordine di Malta presso la Federazione Russa. Dopo aver vissuto diversi anni con la famiglia a Mosca, è rientrato coi familiari in Italia ed oggi vive a Milano.
Esponente del ramo cadetto Savoia-Aosta, dopo la morte di suo padre Amedeo di Savoia-Aosta, avvenuta il 1º giugno 2021, Aimone è divenuto il nuovo Capo di Casa Savoia, in disputa dal 2006 con la linea dinastica del suo lontano cugino Vittorio Emanuele di Savoia, figlio di re Umberto II.
## Biografia
### Infanzia ed educazione
Unico figlio maschio di Amedeo di Savoia-Aosta e di Claudia d'Orléans, Aimone di Savoia-Aosta nacque a Firenze nel 1967. Alla nascita, secondo l'uso del ramo Savoia-Aosta, ricevette il titolo di duca delle Puglie. Battezzato con l'acqua dei fiumi Giordano e Piave, ebbe come padrini di battesimo l'allora principe Juan Carlos di Borbone, poi re di Spagna, e il re Costantino II di Grecia. Nel 1982, quando era ancora minorenne, Umberto II di Savoia gli conferì, avvenimento unico della sua generazione in Casa Savoia, il collare dell'ordine supremo della Santissima Annunziata; contestualmente assunse anche i titoli di cavaliere di gran croce dell'ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e dell'ordine della Corona d'Italia.
Dopo aver conseguito la maturità classica presso la scuola navale militare "Francesco Morosini" di Venezia, Aimone frequentò i corsi dell'accademia navale, conseguendo il grado di guardiamarina. In seguito, con l'incarico di ufficiale di stato maggiore, venne imbarcato per un anno prendendo parte ad alcune esercitazioni NATO nell'Oceano Atlantico e nel Mar Mediterraneo. Nel 1991 partecipò all'operazione Golfo Persico 2, a bordo della fregata Maestrale.
Nel 2001 affiancò il padre Amedeo nella replica dell'impresa di raggiungimento del Polo nord, compiuta un secolo prima dal prozio Luigi, duca degli Abruzzi. È imparentato con le famiglie reali di Grecia, Danimarca, Bulgaria, Romania, Regno Unito, Spagna, Francia, Württemberg e Russia. Oltre all'italiano, Aimone parla correntemente inglese, francese, spagnolo e russo. Nel 2006 suo padre Amedeo avanzò il diritto di successione al titolo di Capo di Casa Savoia. A seguito di questo atto Amedeo assunse il titolo di duca di Savoia, cedendo ad Aimone il titolo di duca d'Aosta.
### Matrimonio
Aimone di Savoia-Aosta è stato fidanzato da maggio 2005 con una sua lontana cugina, la principessa Olga di Grecia (Atene, 17 novembre 1971), figlia secondogenita del principe Michele di Grecia e di Marina Karella. Il loro matrimonio venne celebrato con rito civile il 16 settembre 2008 presso l'ambasciata italiana a Mosca. Svolse l'incarico di ufficiale civile l'ambasciatore italiano in Russia Vittorio Claudio Surdo. L'atto del regio assenso fu trasmesso da Amedeo di Savoia-Aosta agli sposi prima della celebrazione.
Il matrimonio religioso fu celebrato il 27 settembre 2008 presso l'isola greca di Patmo, un tempo parte del Dodecaneso italiano. Erano presenti la regina Sofia di Spagna e i reali di Grecia Costantino II e Anna Maria, oltre a rappresentanti della Casa d'Orléans e delle Due Sicilie. Presenti anche le zie Margherita e Maria Cristina. La celebrazione avvenne secondo il rito greco-ortodosso previa dispensa dell'arcivescovo cattolico di Mosca, Paolo Pezzi.
### Carriera professionale
Dopo la laurea in economia aziendale, conseguita presso l'Università commerciale Luigi Bocconi di Milano, Aimone svolse un periodo di specializzazione presso la J.P. Morgan. Successivamente lavorò nel settore marketing del gruppo Rinascente, del Gruppo Merloni e di Fata Engineering.
Nel 1994 si trasferì a Mosca, in Russia, per lavorare con la Tripcovich Trading Company. Nel 2000 venne assunto dal gruppo Pirelli, dove ricoprì la carica di direttore generale responsabile per il mercato della Russia e di tutti i paesi dell'ex Unione Sovietica. Nel 2006 divenne vicepresidente dell'associazione delle imprese italiane in Russia, la Gim-Unimpresa, socio aggregato di Confindustria.
Dal 1º luglio 2012 è amministratore delegato della Pirelli Tyre Nordic, responsabile per tutti i mercati dei paesi scandinavi e, dal 1º settembre 2013, è responsabile per Pirelli Tyre della regione Russia e paesi nordici. Dal 2017 è presidente del consiglio imprenditoriale italiano, organo di raccordo delle realtà associative imprenditoriali italiane operanti nella Federazione Russa. Da gennaio 2023 è Senior Vice President Institutional Affairs del Gruppo Pirelli .
### Riconoscimenti
Per il suo impegno nei rapporti italo-russi venne insignito, nel 2018, dell'Ordine dell'Amicizia da Vladimir Putin. Il 7 maggio 2019 fu pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana la notizia del conferimento ad Aimone del cavalierato dell'Ordine al merito della Repubblica italiana, consegnato ufficialmente il successivo 13 giugno presso l'ambasciata italiana a Mosca (primo caso di un membro di Casa Savoia insignito di un ordine cavalleresco repubblicano italiano). Il suo contributo a sostegno dei rapporti economici bilaterali italo-russi è apprezzato e riconosciuto dalle autorità di ambo i Paesi. Aimone ha inoltre patrocinato o collaborato ad attività di diffusione della cultura e della storia italiana, dal centenario del volo, alle celebrazioni carducciane, alle vicissitudini della comunità italiana in Crimea.
### Ambasciatore dell'Ordine di Malta
Nell'ottobre 2019 Aimone venne nominato ambasciatore del Sovrano Militare Ordine di Malta presso la Federazione Russa, entrando in carica il mese successivo e presentando le proprie lettere credenziali il 20 novembre 2020. Il ruolo della missione diplomatica dell'Ordine in Russia consiste nella promozione dei rapporti fra Cristianità orientale e Chiesa cattolica, nel sostegno alle opere caritative verso i bisognosi e nella promozione di iniziative culturali, ruolo per il quale l'Ordine è fortemente apprezzato dalle autorità civili ed ecclesiali russe.
## Attività dinastiche
Duca delle Puglie, a seguito dell'atto di pretensione pubblico e formale avanzato dal padre Amedeo di Savoia-Aosta il 7 luglio 2006, legato alle vicende della questione dinastica, assume il precedente titolo del padre, di Duca d'Aosta.
Aimone di Savoia-Aosta ricevette l'incarico di riorganizzare gli ordini dinastici sabaudi (Ordine supremo della Santissima Annunziata e Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro) e delle onorificenze connesse «nel rispetto delle originarie finalità, delle disposizioni testamentarie del Re Umberto II e delle leggi vigenti in materia». Per la legge italiana gli ordini sabaudi non sono riconosciuti dal 1951.
Aimone, inoltre, è stato delegato per presiedere «una rappresentanza permanente con il mondo dell'economia e della politica» italiana. Il 29 settembre 2007, realizzando le disposizioni del decreto precedente, Aimone nominò una commissione esecutiva per la riorganizzazione degli ordini dinastici di Casa Savoia con il compito di valutare i requisiti di merito per la riammissione negli ordini cavallereschi dei vecchi cavalieri e per la nomina dei nuovi. Aimone chiese totale trasparenza: i cavalieri devono avere esclusivamente requisiti meritori e l'adesione tornerà ad essere gratuita, così com'era nella volontà del re Umberto II.
Il 31 maggio 2008, dopo la proroga di due mesi decretata il 31 marzo, si conclusero i lavori della commissione presieduta da Aimone per la compilazione degli elenchi dei cavalieri da considerare riammessi all'interno degli ordini secondo gli statuti emanati da Umberto II. Aimone ha fatto uso delle armi di principe ereditario definite dal regio decreto-legge del 1º gennaio 1890. I sostenitori della legittimità dell'atto di Amedeo di Savoia-Aosta del 7 luglio 2006 gli hanno riconosciuto i titoli di Sua altezza reale il principe ereditario d'Italia Aimone, duca delle Puglie e VI duca d'Aosta, mentre, per coloro che negano la validità dell'atto paterno, Aimone è Sua altezza reale il principe Aimone, duca delle Puglie.
A seguito della morte del padre Amedeo, avvenuta il 1º giugno 2021, Aimone è conosciuto come Sua altezza reale il principe Aimone, Capo di Casa Savoia, XXVII duca di Savoia, in disputa con la linea dinastica di Vittorio Emanuele di Savoia.
## Discendenza
Dal matrimonio fra Aimone e Olga di Grecia sono nati:
* Umberto Satya, nato a Parigi il 7 marzo 2009, è il primogenito della coppia. Il neonato, il successivo 9 marzo, ricevette da suo nonno Amedeo di Savoia-Aosta il titolo di principe di Piemonte. Umberto venne battezzato il 18 luglio 2009 dal sacerdote Alessandro di Borbone delle Due Sicilie. Relativamente alla cosiddetta questione dinastica, Umberto ha titoli diversi e occupa una posizione diversa nella linea di successione:
– per chi riconosce valide le pretese di Aimone di Savoia-Aosta, Umberto è sua altezza reale il principe Umberto, principe di Piemonte, primo in linea di successione;
– per chi riconosce valide le pretese di Vittorio Emanuele di Savoia, Umberto è sua altezza serenissima il principe Umberto, principe del sangue, escluso dalla linea di successione.
* Amedeo Michele, nato a Parigi il 24 maggio 2011, è il figlio secondogenito. Il giorno successivo, 25 maggio, Amedeo ricevette da suo nonno Amedeo di Savoia-Aosta il titolo di duca degli Abruzzi. Relativamente alla cosiddetta questione dinastica, Amedeo ha titoli diversi e occupa una posizione diversa nella linea di successione:
– per chi riconosce valide le pretese di Aimone di Savoia-Aosta, Amedeo è sua altezza reale il principe Amedeo, duca degli Abruzzi, secondo in linea di successione;
– per chi riconosce valide le pretese di Vittorio Emanuele di Savoia, Amedeo è sua altezza serenissima il principe Amedeo, principe del sangue, escluso dalla linea di successione.
* Isabella Vita Marina, nata a Parigi il 14 dicembre 2012, è la figlia terzogenita. Poiché in Casa Savoia vige la legge salica, Isabella non è inclusa nella linea di successione. Relativamente alla cosiddetta questione dinastica, Isabella ha titoli diversi:
– per chi riconosce valide le pretese di Aimone di Savoia-Aosta, è sua altezza reale la principessa Isabella di Savoia-Aosta;
– per chi riconosce valide le pretese di Vittorio Emanuele di Savoia, è sua altezza serenissima la principessa del sangue Isabella di Savoia-Aosta.
## Legame con Padre Pio
Secondo una profezia, padre Pio da Pietrelcina avrebbe previsto la fine del Regno d'Italia, l'estinzione del ramo principale dei Savoia discendenti da Umberto I e il successivo ritorno della monarchia in Italia con il ramo collaterale dei Savoia-Aosta. Nella cripta dove riposano i resti mortali del frate, a San Giovanni Rotondo, è presente un grande bassorilievo commissionato nel 1968 da Gian Paolo Quinto e modellato dallo scultore Cesarino Vincenti, intitolato Maestà e Bellezza ti stanno intorno. L'opera raffigura la Sacra Famiglia attorniata da un gruppo di persone raccolte in preghiera, fra le quali spicca un uomo che, nonostante l'opera sia stata realizzata quando Aimone aveva solo un anno, ha il viso di Aimone di Savoia-Aosta da adulto, con sulle spalle il collare dell'ordine supremo della Santissima Annunziata.
## Ascendenza
| | Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni |
| - | - | - | - | - |
| | | | Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta | Amedeo I di Spagna |
| | | | Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta | Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna |
| | | Aimone di Savoia-Aosta | Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta | Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna |
| | | Aimone di Savoia-Aosta | Elena d'Orléans | Filippo d'Orléans |
| | | | Elena d'Orléans | Maria Isabella d'Orléans |
| | Amedeo di Savoia-Aosta | | Elena d'Orléans | Maria Isabella d'Orléans |
| | Amedeo di Savoia-Aosta | | Costantino I di Grecia | Giorgio I di Grecia |
| | | | Costantino I di Grecia | Ol'ga Konstantinovna Romanova |
| | | Irene di Grecia | Costantino I di Grecia | Ol'ga Konstantinovna Romanova |
| | | Irene di Grecia | Sofia di Prussia | Federico III di Germania |
| | | | Sofia di Prussia | Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha |
| Aimone di Savoia-Aosta | | | Sofia di Prussia | Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha |
| Aimone di Savoia-Aosta | | | Giovanni d'Orléans | Roberto d'Orléans |
| | | | Giovanni d'Orléans | Francesca Maria d'Orléans |
| | | Enrico d'Orléans | Giovanni d'Orléans | Francesca Maria d'Orléans |
| | | Enrico d'Orléans | Isabella d'Orléans | Filippo d'Orléans |
| | | | Isabella d'Orléans | Maria Isabella d'Orléans |
| | Claudia d'Orléans | | Isabella d'Orléans | Maria Isabella d'Orléans |
| | Claudia d'Orléans | | Pietro d'Orléans-Braganza | Gastone d'Orléans |
| | | | Pietro d'Orléans-Braganza | Isabella del Brasile |
| | | Isabella d'Orléans-Braganza | Pietro d'Orléans-Braganza | Isabella del Brasile |
| | | Isabella d'Orléans-Braganza | Elisabetta Dobrzensky de Dobrzenicz | Giovanni Dobrzensky de Dobrzenicz |
| | | | Elisabetta Dobrzensky de Dobrzenicz | Elisabetta Kottulinsky von Kottulin |
### Ascendenza patrilineare diretta
* Umberto I, conte di Savoia, *~980 †1047
* Oddone, conte di Savoia, *1023 †1057
* Amedeo II, conte di Savoia, *1046 †1080
* Umberto II, conte di Savoia, *1065 †1103
* Amedeo III, conte di Savoia, *1087 †1148
* Umberto III, conte di Savoia, *1136 †1189
* Tommaso I, conte di Savoia, *1177 †1233
* Tommaso II, conte di Savoia, *1199 †1259
* Amedeo V, conte di Savoia, *1249 †1323
* Aimone, conte di Savoia, *1291 †1343
* Amedeo VI, conte di Savoia, *1334 †1383
* Amedeo VII, conte di Savoia, *1360 †1391
* Amedeo VIII, principe di Piemonte, *1383 †1451
* Ludovico, principe di Piemonte, *1413 †1465
* Filippo II, principe di Piemonte, *1443 †1497
* Carlo II, principe di Piemonte, *1486 †1553
* Emanuele Filiberto, principe di Piemonte, *1528 †1580
* Carlo Emanuele I, principe di Piemonte, *1562 †1630
* Tommaso Francesco, principe di Carignano, *1596 †1656
* Emanuele Filiberto, principe di Carignano, *1628 †1709
* Vittorio Amedeo I, principe di Carignano, *1690 †1741
* Luigi Vittorio, principe di Carignano, *1721 †1778
* Vittorio Amedeo II, principe di Carignano, *1743 †1780
* Carlo Emanuele, principe di Carignano, *1770 †1800
* Carlo Alberto, re di Sardegna, *1798 †1849
* Vittorio Emanuele II, re d'Italia, *1820 †1878
* Amedeo I, re di Spagna e I duca d'Aosta, *1845 †1890
* Emanuele Filiberto, principe delle Asturie e II duca d'Aosta, *1869 †1931
* Aimone, IV duca d'Aosta e re di Croazia, *1900 †1948
* Amedeo, V duca d'Aosta, dal 2006 duca di Savoia (contestato), *1943 †2021
* Aimone, VI duca d'Aosta, dal 2021 duca di Savoia (contestato), *1967
## Onorificenze
### Onorificenze sabaude
Il riconoscimento in capo ad Aimone del gran magistero degli ordini dinastici sabaudi, in quanto ruolo riservato al capo di Casa Savoia, è legato alla controversia sulla successione dinastica.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Zwi%C4%85zek_Organizacji_Wojskowej
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Związek Organizacji Wojskowej
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# Związek Organizacji Wojskowej
La Związek Organizacji Wojskowej (in italiano: Unione dell'organizzazione militare), abbreviato ZOW, era un'organizzazione di resistenza clandestina fondata da Witold Pilecki nel campo di concentramento di Auschwitz nel 1940.
## Entrata nel campo
Nel 1940 Witold Pilecki, un membro dell'organizzazione di resistenza polacca Tajna Armia Polska (l'esercito polacco segreto, TAP, in seguito noto come Armia Krajowa o Esercito Nazionale), presentò un piano per entrare nel campo di concentramento tedesco di Auschwitz, raccogliere informazioni dall'interno e organizzare la resistenza dei detenuti. I suoi superiori approvarono questo piano e gli fornirono una carta d'identità falsa a nome di "Tomasz Serafiński". Il 19 settembre 1940 uscì deliberatamente durante una łapanka a Varsavia, fu catturato dai tedeschi insieme ad altri civili e mandato ad Auschwitz. A quanto si sa, fu l'unico ad essersi mai offerto volontario per essere imprigionato ad Auschwitz.
## Creazione della ZOW ad Auschwitz
Conosciuto all'interno del campo come Tomasz Serafiński, prigioniero numero 4859, Pilecki iniziò il lavoro di organizzazione della Związek Organizacji Wojskowej, che sarebbe diventata la filiale di Auschwitz dell'Armia Krajowa. Gli obiettivi erano migliorare il morale dei detenuti, fornire notizie dall'esterno, distribuire cibo e vestiti extra, creare reti di intelligence.
La ZOW era organizzata in una rete di cellule composte da cinque persone in cui tutti e cinque gli agenti non sapevano nulla dei loro compagni. Il primo "quintetto" fu formato dai membri TAP di Pilecki, soldati catturati dell'esercito polacco: il dottor Władysław Dering - numero 1723, comandante del gruppo, il tenente colonnello Władysław Surmacki - numero 2795, Jerzy Hlebowicz (il falso nome del capitano Jerzy de Virion) - numero 3507, Eugeniusz Obojski - numero 194 e Roman Zagner - numero sconosciuto. Era il gruppo guida.
Nel 1941 la ZOW era cresciuta notevolmente grazie ai numerosi sottogruppi creati dal gruppo guida. Nonostante fosse un braccio della resistenza polacca, ne facevano parte non solo i polacchi. I membri ebrei avevano, però, un'aspettativa di vita molto più breve perché venivano sterninati per primi. Partecipavano alla ZOW anche alcune celebrità, come il famoso scultore Xawery Dunikowski e il campione di sci Bronisław Czech.
I membri della ZOW lavoravano sia nell'ufficio amministrativo delle SS del campo (Rachwalowa, il capitano Rodziewicz, Olszowka, Jakubski, Miciukiewicz), sia nel Sonderkommando, dove venivano bruciati i cadaveri (Szloma Dragon e Henryk Mendelbaum). L'organizzazione aveva un proprio sistema di esecuzione degli ordini (con un tribunale penale segreto), oltre a linee di rifornimento verso l'esterno. Grazie ai civili che vivevano nelle vicinanze, l'organizzazione riceveva regolarmente forniture mediche. I detenuti costruirono persino un ricevitore radio, nascosto nell'ospedale del campo.
Molte organizzazioni clandestine di Auschwitz, più piccole e non polacche, alla fine si unirono alla ZOW. Nell'autunno del 1941 il colonnello Jan Karcz fu trasferito nel nuovo campo di sterminio di Birkenau, dove avviò altre strutture ZOW. Nella primavera del 1942 l'organizzazione contava oltre 1.000 membri, comprese donne e persone di altre nazionalità, presenti nella maggior parte dei sottocampi.
Nel frattempo la Gestapo raddoppiò i suoi sforzi per stanare i membri della ZOW, e a partire dalla fine del 1942 riuscì a ucciderne molti.
## Il lavoro di intelligence
Dall'ottobre 1940 la ZOW inviò numerosi rapporti sul campo e sui mezzi di genocidio al quartier generale dell'esercito nazionale della resistenza polacca a Varsavia (il primo rapporto raggiunse la resistenza polacca nel novembre 1940). Nel Blocco 11 era nascosto anche un trasmettitore a onde corte; servì ad inviare informazioni direttamente al governo polacco in esilio a Londra. A partire dal marzo 1941 i rapporti di Pilecki venivano inoltrati tramite la resistenza polacca al governo in esilio e poi al governo britannico e ad altre nazioni alleate. Questi rapporti furono i primi sull'Olocausto e costituirono una delle principali fonti di informazioni su Auschwitz per gli alleati occidentali. Purtroppo, venivano regolarmente scartati come "troppo estremi" dai capi dell'intelligence alleata per gran parte della guerra.
## Piano di rivolta fallito
Pilecki pianificò la liberazione del campo, sperando che gli Alleati avrebbero gettato dagli aerei su Auschwitz armi o truppe (come la 1ª Brigata Paracadutisti Indipendente polacca di stanza in Gran Bretagna), o che l'esercito nazionale avrebbe potuto attaccare via terra. Gli agenti di Pilecki si addestrarono meticolosamente per riuscire a strappare il campo alle guardie al primo segnale dell'arrivo dei soccorsi alleati.
Nel 1943 Pilecki si rese conto che non esisteva alcuna possibilità di salvataggio dei prigionieri dall'esterno. Decise di evadere, sperando di convincere personalmente l'esercito nazionale che un tentativo di intervento era un'opzione valida e possibile. Quando fu assegnato al turno di notte nella panetteria fuori dal campo, lui e due compagni sopraffecero la guardia, tagliarono la linea telefonica e fuggrono la notte tra il 26 e il 27 aprile 1943, portando con sé i documenti rubati ai tedeschi. In caso di cattura, erano pronti a ingoiare il cianuro. Dopo diversi giorni, con l'aiuto dei civili locali, contattarono un'unità dell'esercito nazionale. Pilecki presentò un altro rapporto dettagliato sulle condizioni di Auschwitz che fu inoltrato a Londra, ma le autorità britanniche rifiutarono il supporto aereo per un'operazione che poteva agevolare la fuga dei detenuti. Un raid aereo fu considerato troppo rischioso, e le atrocità naziste ad Auschwitz riferite nei rapporti furono ritenute esagerazioni grossolane. Da parte sua, l'esercito nazionale decise che non era in grado di attaccare il campo da solo. Nel 1944 la ZOW aiutò la rivolta ebraica del Sonderkommando (7 ottobre 1944), fornendo gli esplosivi.
## Polonia comunista del dopoguerra
L'8 maggio 1947 Pilecki fu arrestato dal Ministero della Pubblica Sicurezza polacco. Fu accusato di attraversamento illegale del confine, dell'uso di documenti falsi, del mancato arruolamento nell'esercito, di porto di armi illegali, di spionaggio a favore dell'"imperialismo straniero" e della preparazione dell'assassinio di diversi funzionari. Il 25 maggio 1948 fu giustiziato nella prigione Mokotów di Varsavia. Fino al 1989 le informazioni sulle sue imprese e sul suo destino furono occultate dal regime comunista polacco.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Pareidolia
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Pareidolia
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# Pareidolia
La pareidolia o illusione pareidolitica (dal greco εἴδωλον èidōlon, "immagine", con il prefisso παρά parà, "vicino") è l'illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note degli oggetti o profili (naturali o artificiali) dalla forma casuale.
## Fenomeno
La pareidolia è la tendenza istintiva e automatica del cervello a trovare strutture ordinate e forme familiari in immagini disordinate; l'associazione si manifesta in special modo verso le figure e i volti umani.
Classici esempi sono la visione di animali o volti umani nelle nuvole, la visione di un volto umano nella luna (il "sembiante della luna") oppure l'associazione di immagini alle costellazioni. Sempre alla pareidolia si può ricondurre la facilità con la quale riconosciamo volti che esprimono emozioni in segni estremamente stilizzati quali le emoticon.
Si ritiene che questa tendenza, che è un caso particolare di apofenia, sia stata favorita dall'evoluzione, poiché consente di individuare situazioni di pericolo anche in presenza di pochi indizi, per esempio riuscendo a scorgere un predatore mimetizzato. La pareidolia consente spesso di dare una spiegazione razionale a fenomeni apparentemente paranormali, quali le apparizioni di immagini su muri o la comparsa di "fantasmi" in fotografie.
Esiste in Giappone, a Chichibu, il singolare museo privato Chinsekikan ("corridoio di rocce curiose"), una galleria di rocce naturali che assomigliano a facce umane, chiamate jinmenseki. Talora, anche la forma di alcune nuvole può rendere l'illusione che esse abbiano la forma di un oggetto, di un animale o di una persona.
## Pareidolia acustica
Un fenomeno analogo alla pareidolia (una sorta di pareidolia acustica) si verifica anche per le percezioni uditive, quando si crede di sentire suoni, parole o frasi significative in rumori casuali, come quelli ottenibili da registrazioni eseguite al contrario.
Numerose leggende riguardo a presunti messaggi satanici inclusi in canzoni rock e heavy metal (per esempio il caso di Stairway to Heaven dei Led Zeppelin o di Revolution 9 dei Beatles) sono spesso da attribuirsi semplicemente a questo fenomeno, amplificato da fan o organizzazioni religiose e in alcuni casi addirittura sfruttato a scopi commerciali dall'industria discografica.
## Visione artificiale
Illusioni pareidolitiche possono essere generate anche tramite programmi di visione artificiale, come Deep Dream di Google. Questi programmi tentano di interpretare il contenuto di un'immagine e, tramite diverse reiterazioni del proprio algoritmo, potenziare i pattern riconosciuti esasperandoli. Un altro caso di possibile pareidolia è quello dei Volti di Bélmez.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Jacques_Nicolas_Fleuriot_de_La_Fleuriais
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Jacques Nicolas Fleuriot de La Fleuriais
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# Jacques Nicolas Fleuriot de La Fleuriais
Jacques Nicolas Fleuriot de La Fleuriais (Ancenis, 30 ottobre 1738 – 20 ottobre 1824) è stato un generale francese.
In seguito alla Rivoluzione, diventò un capo vandeano dell'Esercito cattolico e reale.
## Biografia
Jacques-Nicolas Fleuriot de La Freulière era figlio di Jacques François Fleuriot, signore di la Freulière, e di sua moglie, Marie Louvel.
Sotto l'Ancien régime servì nell'esercito reale in cui diventò capitano di cavalleria nel 1780, fu anche fatto cavaliere di San Luigi, venne poi nominato maresciallo delle guardie del corpo del re nel 1785. Quando scoppiò la Guerra di Vandea raggiunse l'esercito vandeano, dove combatté sotto gli ordini di Stofflet.
Partecipò alla Virée de Galerne durante la quale, alla traversata della Loira ad Ancenis, fu separato dai suoi capi La Rochejaquelein e Stofflet. Fleuriot, preferito al principe de Talmont, si mise alla testa di quello che rimaneva dell'esercito vandeano, lo condusse a Blain quindi a Savenay allo scopo di fare attraversare la Loira ai suoi uomini e tornare in Vandea. Tuttavia, i repubblicani li raggiunsero e li massacrarono nella Battaglia di Savenay. Fleuriot riuscì a sfuggire al massacro, attraversare la Loira e raggiungere l'esercito di François Charette, e si mise ai suoi ordini. Sopravvissuto alla guerra, morì nel 1824.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Peter_Hyams
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Peter Hyams
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# Peter Hyams
Peter Hyams (New York, 26 luglio 1943) è un regista, sceneggiatore, direttore della fotografia e giornalista statunitense.
## Biografia
Nato a New York, secondogenito di Barry Hyams, produttore e promotore teatrale a Broadway, e Ruth Hurok (figlia di Sol Hurok), ha una sorella maggiore di nome Nessa, direttrice di casting. Studia arte e musica all'Hunter College. Inizia la sua carriera lavorando come giornalista televisivo per una emittente di Chicago. Dal 1964 al 1970 lavora per la CBS, realizzando alcuni documentari. Successivamente si trasferisce a Los Angeles, dove realizza la sua prima sceneggiatura per la Paramount Pictures, Appuntamento con una ragazza che si sente sola (1971), di Herbert Ross.
Debutta alla regia nel 1974 con Mani sporche sulla città, dando il via a una lunga carriera che lo vede specializzarsi nel genere fantascienza. Realizza film come Capricorn One (1978), Atmosfera zero (1981), Condannato a morte per mancanza di indizi (1983), 2010 - L'anno del contatto (1984), Rischio totale (1990), Timecop - Indagine dal futuro (1994), A rischio della vita (1995), e i meno fortunati Giorni contati (1999), D'Artagnan (2001) e Il risveglio del tuono (2005); inoltre è produttore esecutivo del piccolo cult Scuola di mostri (1987).
## Filmografia
### Regista
* Goodnight, My Love (1972)
* Mani sporche sulla città (Busting) (1974)
* Our Time (1974)
* Una valigia piena di dollari (Peeper) (1975)
* Capricorn One (1978)
* Una strada, un amore (Hanover Street) (1979)
* Atmosfera zero (Outland) (1981)
* Condannato a morte per mancanza di indizi (The Star Chamber) (1983)
* 2010 - L'anno del contatto (2010) (1984)
* Una perfetta coppia di svitati (Running Scared) (1986)
* Il presidio - Scena di un crimine (The Presidio) (1988)
* Rischio totale (Narrow Margin) (1990)
* Frequenze pericolose (Stay Tuned) (1992)
* Timecop - Indagine dal futuro (Timecop) (1994)
* A rischio della vita (Sudden Death) (1995)
* Relic - L'evoluzione del terrore (The Relic) (1997)
* Giorni contati (End of Days) (1999)
* D'Artagnan (The Musketeer) (2001)
* Il risveglio del tuono (A Sound of Thunder) (2005)
* Un alibi perfetto (Beyond a Reasonable Doubt) (2009)
* Enemies Closer (2013)
### Sceneggiatore
* Appuntamento con una ragazza che si sente sola (T.R. Baskin), regia di Herbert Ross (1971)
* Goodnight, My Love (1972)
* Mani sporche sulla città (Busting) (1974)
* Capricorn One (1978)
* Una strada, un amore (Hanover Street) (1979)
* Il cacciatore di taglie (The Hunter) (1980)
* Atmosfera zero (Outland) (1981)
* Condannato a morte per mancanza di indizi (The Star Chamber) (1983)
* 2010 - L'anno del contatto (2010) (1984)
* Rischio totale (Narrow Margin) (1990)
* Un alibi perfetto (Beyond a Reasonable Doubt) (2009)
### Direttore della fotografia
* 2010 - L'anno del contatto (2010) (1984)
* Una perfetta coppia di svitati (Running Scared) (1986)
* Il presidio - Scena di un crimine (The Presidio) (1988)
* Rischio totale (Narrow Margin) (1990)
* Frequenze pericolose (Stay Tuned) (1992)
* Timecop - Indagine dal futuro (Timecop) (1994)
* A rischio della vita (Sudden Death) (1995)
* Relic - L'evoluzione del terrore (The Relic) (1997)
* Giorni contati (End of Days) (1999)
* D'Artagnan (The Musketeer) (2001)
* Il risveglio del tuono (A Sound of Thunder) (2005)
* Un alibi perfetto (Beyond a Reasonable Doubt) (2009)
* Enemies Closer (2013)
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https://it.wikipedia.org/wiki/Organo_%28strumento_musicale%29
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Organo (strumento musicale)
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# Organo (strumento musicale)
In musica, l'organo (dal greco ὄργανον òrganon, "organo, strumento") è uno strumento a tastiera formato da una o più divisioni di canne o altri mezzi per produrre suoni.
Gli organi hanno solitamente da due a più tastiere, suddivise in manuali (per suonare con le mani) e pedaliera (suonata con i piedi). Con l'utilizzo dei registri, ad ogni tastiera – manuale o pedaliera – possono essere collegate varie file di canne.
Chi suona l'organo è chiamato organista. Normalmente, l'organo viene suonato in doppia chiave musicale, solitamente in chiave di violino e basso anche se in alcune composizioni si suona solo in basso o violino. Pertanto il suo solfeggio è complicato e richiede vari anni per perfezionarlo al massimo. In particolare è stato apprezzato durante il periodo barocco, dove è diventato uno degli strumenti musicali più apprezzati di tutta la storia.
I fabbricanti di organi e strumenti simili sono detti, invece, organari.
## Panoramica
La panoramica include i vari tipi di organo:
* Organi a canne, che utilizzano l'aria che si muove attraverso le canne per produrre suoni. Dal XVI secolo, gli organi a canne hanno utilizzato vari materiali per le canne, che possono variare notevolmente in timbro e volume. Stanno comparendo organi sempre più ibridi in cui le canne sono potenziate con aggiunte elettriche. Sono possibili grandi economie di spazio e di costo soprattutto quando è possibile sostituire la canna più bassa (e più grande);
* Organi senza canne, suddivisi in:
* armonium, strumento inventato nel XIX secolo, che come la fisarmonica e gli organi a bocca (sheng, sho, khèn, armonica, melodica, ecc.), produce il suono mediante ance libere; l'aria è fornita dai mantici interni alimentati da due pedali, azionati dall'esecutore;
* organi elettronici (in particolare, l'organo Hammond), sia analogici che digitali, che generano suoni prodotti elettronicamente attraverso uno o più altoparlanti;
* Organi meccanici, la cui famiglia include l'organo a rullo e l'orchestrion. Essi sono controllati da mezzi meccanici come barili appuntati o musica da libro. I piccoli organi a rullo fanno a meno delle mani di un organista, mentre gli organi più grandi sono alimentati nella maggior parte dei casi da un organista o, oggi, da altri mezzi come un motore elettrico.
## Storia
### Predecessori
I predecessori dell'organo sono:
* il flauto di Pan (syrinx), considerato l'antenato dell'organo a canne e dell'armonica a bocca;
* l'aulos, antico strumento ad ancia doppia con due canne, il cui nome è l'origine della parola Hydr-aulis (acqua-aerofono).
### Origini
L'organo è uno strumento musicale antico, risalente al tempo di Ctesibio di Alessandria (285-222 a.C.), inventore dell'organo idraulico. È stato suonato in tutto il mondo antico, greco romano, in particolare durante gare e giochi. Nel corso dell'Alto Medioevo si diffuse dall'Impero bizantino, dove continuò ad essere utilizzato nella musica di corte (non religiosa), in Europa occidentale, dove gradualmente assunse un posto di rilievo nella liturgia della Chiesa cattolica. Successivamente riemerse come strumento secolare e recitativo nella tradizione della musica classica.
### Primi organi
I primi organi sono:
* III secolo a.C.: l'organo idraulico (hydraulis), organo dell'antica Grecia alimentato ad acqua suonato mediante una tastiera, e dotato già di registri separati;
* I secolo (almeno): lo Ptera e lo Pteron, organi dell'antica Roma simili, nell'aspetto, al più recente organo positivo, già dotati di pedaliera e registri ad ancia. Erano prevalentemente utilizzati nelle arene durante i giochi dei gladiatori;
* II secolo: il Magrepha, antico organo ebraico a dieci canne con una tastiera;
* VIII secolo: l'organo di Pipino del 757 (Carolingi), inviato in dono in Occidente dall'imperatore bizantino Costantino V;
* IX secolo: il suonatore di flauto automatico (e forse un organo automatico a propulsione idroelettrica), un organo meccanico dei fratelli Banū Mūsā;
* XIII-XVII secolo: gli organi medievali, che sono:
* il portativo, un piccolo strumento portatile;
* il positivo, strumento leggermente più grande, ma ancora portatile;
* XIV-XVIII secolo: il regale, che è uno strumento tardomedievale con canne ad ancia, precursore dell'armonium.
## Organi a canne
L'organo a canne è il più grande strumento musicale. Questi strumenti variano notevolmente nelle dimensioni, da un metro cubo a un'altezza che raggiunge i cinque piani e sono costruiti nelle chiese, nelle sinagoghe, nelle sale da concerto e nelle case. I piccoli organi sono chiamati "portativi" (abbastanza piccoli da poter essere trasportati mentre si suona) o "positivi" (facilmente posizionabili in luoghi diversi).
Le canne sono divise in ranghi e controllate mediante l'uso dei registri e pistoni combinati. Sebbene la tastiera non sia espressiva come su un pianoforte e non influisca sulla dinamica (è binaria; la pressione di un tasto attiva o disattiva solo il suono), alcune divisioni possono essere racchiuse in una scatola "swell", consentendo il controllo della dinamica tramite persiane. Alcuni organi sono completamente chiusi, il che significa che tutte le divisioni possono essere controllate da una serie di persiane. Alcuni registri speciali con canne ad ancia libera sono espressivi.
Esiste nella sua forma attuale almeno dal I secolo a.C., anche se sono stati trovati organi risalenti al tardo ellenistico periodo (III secolo a.C.). Insieme all'orologio, era considerata una delle più complesse creazioni meccaniche realizzate dall'uomo prima della rivoluzione industriale. Le dimensioni degli organi a canne vanno da una singola tastiera a enormi strumenti con oltre 10.000 canne. Un grande organo moderno ha tipicamente tre o quattro manuali con cinque ottave (61 note) ciascuna e una pedaliera di due ottave e una quinta giusta (32 note).
Wolfgang Amadeus Mozart definì l'organo "il re degli strumenti". Alcuni strumenti più grandi hanno canne da 64 piedi (un piede qui significa "piede sonoro" una misura abbastanza vicina all'unità di misura inglese) e suona con un tono fondamentale di frequenza di 8 Hz. Forse la caratteristica più istintiva e la capacità di spaziare dal minimo suono al più potente, "plein jeu" impressionante scatola sonora, che può essere sostenuta nel tempo indefinitamente all'organista. Ad esempio l'organo Wanamaker, situato a Filadelfia (Stati Uniti), ha risorse sonore paragonabili a tre orchestre sinfoniche simultanee. Un'altra caratteristica interessante risiede nel suo approccio polifonico intrinseco: ogni serie di flauti può essere suonata simultaneamente con le altre e i suoni mescolati e intervallati nell'ambiente, non nello strumento stesso.
### Chiese
La maggior parte degli organi in Europa, nelle Americhe e in Australia si trova nelle chiese cristiane.
L'introduzione degli organi ecclesiastici è tradizionalmente attribuita a Papa Vitaliano nel XVI secolo. Grazie alla sua capacità simultanea di fornire una base musicale al di sotto del registro vocale, supporto nel registro vocale e maggiore luminosità al di sopra del registro vocale, l'organo è ideale per accompagnare le voci umane, che si tratti di una congregazione, di un coro, di un cantore o di un solista.
La maggior parte dei servizi include anche il repertorio per organo solista per l'esecuzione indipendente piuttosto che come accompagnamento, spesso come preludio all'inizio del servizio e postludio alla fine del servizio.
Oggi quest'organo può essere un organo a canne (vedi sopra), un organo digitale o elettronico che genera il suono con chip di elaborazione del segnale digitale (DSP) o una combinazione di canne ed elettronica. Può essere chiamato "organo da chiesa" o "organo classico" per differenziarlo dall'organo da teatro, che è uno stile di strumento assai diverso. Tuttavia, poiché il repertorio organistico classico è stato sviluppato per l'organo a canne e, a sua volta, ha influenzato il suo sviluppo, il confine tra una chiesa e un organo da concerto è diventato più difficile da tracciare.
### Sale da concerto
Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, gli organi sinfonici fiorirono in luoghi secolari degli Stati Uniti e del Regno Unito, progettati per sostituire le orchestre sinfoniche suonando trascrizioni di brani orchestrali. Gli organi sinfonici e orchestrali caddero, in gran parte, in disgrazia quando il movimento per la riforma dell'organo (orgerbewegung) prese piede a metà del XX secolo e i fabbricanti di organi iniziarono a cercare ispirazione nei modelli storici nella costruzione di nuovi strumenti. Oggi i costruttori moderni costruiscono organi in una varietà di stili per applicazioni sia secolari che sacre.
### Cinema e teatri
L'organo da teatro (o del cinema) è stato progettato per accompagnare i film muti. Come un organo sinfonico, è fatto per sostituire un'orchestra. Tuttavia include molti gadget, come accessori per percussioni meccaniche e altri suoni imitativi utili per creare accompagnamenti sonori di film come clacson, campanelli e fischietti per uccelli. Presenta tipicamente la famiglia di canne tibiali come i suoi fermi di fondazione e l'uso regolare di un tremolo che possiede una profondità maggiore di quella di un organo classico.
Gli organi teatrali tendono a non occupare quasi lo stesso spazio degli organi standard, facendo affidamento sull'estensione (talvolta chiamata unificazione) e pressioni del vento più elevate per produrre una maggiore varietà e un volume di suono maggiore da un minor numero di canne. L'unificazione conferisce a uno strumento più piccolo la capacità di uno molto più grande e funziona bene per stili di esecuzione monofonici (accordature e accordi con voci soliste). Il suono è, tuttavia, più denso e omogeneo di un organo classico.
Negli Stati Uniti, l'American Theatre Organ Society (ATOS) è stata determinante nei programmi per preservare esempi di tali strumenti.
### Organo da camera
Un organo da camera è un organo a canne, spesso con una sola tastiera e, talvolta, senza canne a pedale separate; che viene collocato in una piccola stanza, che questo minuscolo organo può riempire di suoni. È spesso limitato al repertorio di organi da camera, poiché spesso gli organi hanno troppo poche capacità vocali per competere con i grandi organi a canne nell'esecuzione dei classici. Il suono e il tocco sono unici per lo strumento, non suonando come un grande organo con pochi registri tirati fuori, ma piuttosto molto più intimi. Di solito sono strumenti a trasmissione, sebbene i costruttori moderni stiano spesso costruendo organi da camera elettropneumatici.
La musica per tastiera pre-Beethoven può, di solito, essere suonata facilmente su un organo da camera come su un pianoforte o un clavicembalo, e un organo da camera è talvolta preferibile a un clavicembalo per il continuo in quanto è più adatto a produrre un tono sostenuto.
## Organi senza canne
### Armonium
L'armonium era l'altro tipo principale di organo prima dello sviluppo dell'organo elettronico. Generava i suoi suoni utilizzando ance simili a quelle di una fisarmonica. Più piccoli, più economici e più portatili del corrispondente organo a canne, erano ampiamente usati nelle chiesette e nelle villette, ma il loro volume e la loro gamma tonale erano estremamente limitati. Erano generalmente limitati a una sola tastiera.
* Armonium occidentale (o "da salotto"): strumento ad ancia, solitamente con diversi registri e due mantici a pedale.
* Armonium indiano (o "portatile"): strumento ad ancia, con un limitatissimo numero di registri e un mantice a mano.
* Melodeon: strumento ad ancia con serbatoio d'aria e mantice a pedale; era popolare negli Stati Uniti a metà del XIX secolo. Non si deve confondere con la fisarmonica diatonica a bottoni, nota anche con lo stesso nome.
### Organi elettronici
Dagli anni trenta, sono stati disponibili strumenti elettrici senza canne per produrre suoni simili ed eseguire ruoli simili agli organi a canne. Molti di essi sono stati acquistati sia da luoghi di culto che da altri potenziali clienti di organi a canne, e da molti musicisti sia professionisti che dilettanti per i quali un organo a canne non sarebbe una possibilità. Molto più piccoli ed economici da acquistare rispetto ad un corrispondente strumento a canne – e in molti casi portatili – hanno portato la musica d'organo nelle case private, nelle orchestre da ballo e in altri nuovi ambienti, e hanno quasi completamente sostituto l'organo a canne.
**Hammond**
L'organo Hammond, progettato dall'ingegnere statunitense Laurens Hammond (1895 – 1973), è stato il primo organo elettromeccanico di successo, pubblicato negli anni trenta. Utilizzava ruote foniche meccaniche per produrre le forme d'onda del suono. Il sistema di tiranti consentiva di impostare i volumi per suoni specifici e forniva effetti simili al vibrato. I tiranti consentono al suonatore di scegliere i livelli di volume. Enfatizzando alcuni armonici della serie armonica è possibile imitare i suoni desiderati (come "archi" e "fiati"). Generalmente, i vecchi organi a barra Hammond avevano solo preamplificatori ed erano collegati a un altoparlante esterno amplificato. Il Leslie, che ruota per creare un caratteristico tremolo, divenne popolare.
Sebbene fosse originariamente destinato alle chiese in sostituzione degli organi a canne, l'organo Hammond – specie il B3 – divenne popolare nel jazz (in particolare, nel soul jazz e nel gospel). Poiché queste erano le radici del rock'n'roll, l'organo Hammond divenne parte del rock'n'roll. È stato ampiamente utilizzato nel rock degli anni sessanta e settanta, da band come gli Emerson, Lake & Palmer (ELP), i Procol Harum, i Santana e i Deep Purple. La sua popolarità è risorta intorno al 2000, in parte grazie grazie alla disponibilità degli organi "clonewheel" che erano abbastanza leggeri da poter essere trasportati da una sola persona.
**Allen e altri organi analogici**
In contrasto con il progetto elettromeccanico di Hammond, la Allen Organ Company ha introdotto il primo organo totalmente elettronico nel 1938, basato sull'oscillatore stabile progettato e brevettato dal fondatore dell'azienda, Jerome Markowitz. Allen ha continuato a far progredire la generazione di toni analogici negli anni sessanta con ulteriori brevetti. Nel 1971, in collaborazione con la North American Rockwell, Allen introdusse il primo strumento digitale disponibile in commercio al mondo. Il primo organo digitale Allen è ora allo Smithsonian Institution.
Gli organi divisori di frequenza utilizzavano oscillatori anziché parti meccaniche per produrre il suono. Erano, persino, più economici e più portatili dell'Hammond. E presentavano la capacità di piegare i toni.
Dagli anni quaranta agli anni settanta, erano venduti piccoli organi che semplificavano i registri degli organi tradizionali. Questi strumenti possono essere considerati i predecessori delle tastiere portatili, poiché includevano accordi one-touch, dispositivi ritmici e di accompagnamento e altri gadget assistiti elettronicamente. Frederick C. Lowrey era il principale produttore di questo tipo di organi negli strumenti più piccoli (modelli "spinetta").
Negli anni sessanta e settanta, un tipo di organo elettronico semplice e portatile chiamato "organo combo" era popolare, specialmente tra i gruppi pop, ska (tra gli anni sessanta e ottanta) e rock – ed era un suono distintivo nella musica rock del periodo – come i Doors e gli Iron Butterfly. Gli organi combo più popolari sono stati prodotti da Farfisa e Vox.
Conn-Selmer e Rodgers, dominati al mercato degli strumenti più grandi, realizzarono anche organi elettronici che utilizzavano oscillatori separati per ogni nota anziché divisori di frequenza, conferendo loro un suono più ricco – più vicino all'organo a canne – a causa delle lievi imperfezioni nell'accordatura.
Gli organi ibridi, a partire dall'inizio del XX secolo incorporano alcuni ranghi di canne per produrre alcuni suoni e utilizzano circuiti elettronici e campionamenti digitali per altri suoni e per risolvere collisioni di prestito. I principali produttori sono Allen, Walker, Compton, Wicks, Marshall & Ogletree, Phoenix, Makin Organs, Wyvern Organs e Rodgers.
**Organi digitali**
Lo sviluppo del circuito integrato ha consentito un'altra rivoluzione negli strumenti elettronici a tastiera. Gli organi digitali venduti dagli anni settanta utilizzano la sintesi additiva, quindi vengono utilizzate anche la tecnologia di campionamento (anni ottanta) e la sintesi di modellazione fisica (anni novanta), per produrre il suono.
Gli organi a canne virtuali utilizzano il MIDI per accedere ai campionamenti degli organi a canne reali memorizzati su un computer, al contrario degli organi digitali, che utilizzano DSP e hardware del processore all'interno di una consolle per produrre suoni o fornire i campionamenti sonori. I monitor touch-screen consentono all'utente di controllare la consolle virtuale; non è richiesta una consolle tradizionale con i suoi controlli fisici di arresto e aggancio. In una forma così elementare, un organo virtuale può essere ottenuto a un costo molto inferiore rispetto agli altri organi classici digitali.
## Organi meccanici
Gli organi meccanici sono:
* l'organo a rullo, reso famoso dai suonatori di strada nella sua forma portatile, mentre la forma più grande è dotata di tastiere per l'esecuzione umana;
* l'organetta, che è un piccolo strumento simile a una fisarmonica fabbricato a New York alla fine del 1800;
* strumenti novità o di vario tipo che operano sugli stessi principi; questi organi a canne utilizzano un pianista o altri mezzi meccanici, invece di una tastiera per suonare una canzone preparata:
* Orchestrion;
* Organo a banda statunitense;
* Organo da fiera;
* Organo da strada olandese;
* Organo da ballo belga.
Il vento può anche essere creato utilizzando vapore pressurizzato al posto dell'aria. La calliope (o "organo a vapore") fu inventato negli Stati Uniti nel XIX secolo. Le calliope hanno, di solito, un suono forte e pulito. Sono usati come strumenti all'aperto e molti sono stati costruiti su piattaforme con ruote.
## Musica
### Musica classica
L'organo ha avuto un posto importante nella musica classica, in particolare nel XVI secolo. Lo spagnolo Antonio de Cabezón, l'olandese Jan Pieterszoon Sweelinck e l'italiano Girolamo Frescobaldi furono tre dei più importanti organisti-compositori prima del 1650, con membri di spicco di questa scuola che hanno incluso Dieterich Buxtehude, Franz Tunder, Georg Böhm, Georg Philipp Telemann e soprattutto Johann Sebastian Bach, i cui contributi alla musica per organo continuano a regnare sovrani.
Durante questo periodo fiorì anche la Scuola Classica Francese. François Couperin, Nicolas Lebègue, André Raison e Nicolas de Grigny erano organisti-compositori francesi dell'epoca. Bach conosceva bene la produzione dell'organo di Grigny e l'ammirava. In Inghilterra, Georg Friedrich Händel era famoso per il suo modo di suonare l'organo non meno che per le sue composizioni; molti dei suoi concerti per organo, destinati al suo uso personale, vengono ancora eseguiti frequentemente.
Dopo la morte di Bach nel 1750, l'importanza dell'organo si ridusse gradualmente, perché lo strumento stesso perdeva sempre più terreno a favore del pianoforte. Tuttavia Felix Mendelssohn, César Franck e, il meno famoso, Alexandre Boëly (tutti essi stessi organisti esperti) guidarono, indipendentemente l'uno dall'altro, una nascita della preziosa scrittura per organo durante il XIX secolo. Questa rinascita, in gran parte informata dall'esempio di Bach, raggiunse risultati particolarmente impressionanti in Francia (anche se lo stesso Franck era di nascita belga). I nomi più importanti nella composizione organistica romantica francese sono Charles-Marie Widor, Louis Vierne, Alexandre Guilmant, Charles Tournemire ed Eugène Gigout. Di questi, Vierne e Tournemire sono allievi di Franck.
In Germania, Max Reger (fine XIX secolo) deve molto all'audacia di Liszt (lui stesso compositore di musiche per organo) e di Wagner. Paul Hindemith ha prodotto tre sonate per organo e diverse opere che combinano l'organo con gruppo da camera. Sigfrid Karg-Elert si è specializzato in pezzi per organo più corti, per lo più preludi corali.
Tra gli organisti-compositori francesi, Marcel Dupré, Maurice Duruflé, Olivier Messiaen e Jean Langlais hanno dato un contributo significativo al repertorio organistico del XX secolo. L'organo è stato utilizzato molto anche per l'improvvisazione, con organisti come Charles Tournemire, Marcel Dupré, Pierre Cochereau, Pierre Pincemaille e Thierry Escaich.
Alcuni compositori hanno incorporato lo strumento in opere sinfoniche per il suo effetto drammatico, in particolare Mahler, Holst, Elgar, Scriabin, Respighi e Richard Strauss. La Sinfonia per organo di Saint-Saëns impiega l'organo più come un equo strumento orchestrale che per un effetto puramente drammatico. Poulenc ha scritto l'unico concerto per organo dai tempi di Händel ad aver raggiunto la popolarità principale.
Poiché l'organo abbia sia i manuali che la pedaliera, la musica per organo è stata annotata su tre pentagrammi. La musica suonata sui manuali è disposta come musica per altri strumenti a tastiera su due righi superiori, mentre la musica per pedaliera è annotata sul terzo pentagramma o talvolta, per risparmiare spazio, aggiunta alla parte inferiore del secondo pentagramma come era la prima pratica. Per aiutare l'occhio a leggere tre righi contemporaneamente, le stanghette sono spezzate tra i due righi più bassi; la parentesi graffa circonda solo le due doghe superiori. Poiché i rack musicali sono spesso costruiti piuttosto bassi per preservare la visuale sulla consolle, la musica per organo viene solitamente pubblicata in formato oblungo od orizzontale.
### Jazz
Gli organi elettronici ed elettromeccanici come l'organo Hammond hanno un ruolo consolidato in numerosi generi di musica popolare come il blues, il jazz, il gospel e la musica rock degli anni sessanta e settanta. Gli organi elettronici ed elettromeccanici sono stati originariamente progettati come sostituti a basso costo per organi a canne. Nonostante questo ruolo inteso come strumento musicale sacro, il tono distintivo degli organi elettronici ed elettromeccanici – spesso modificato con effetti elettronici come vibrato, altoparlanti Leslie (rotanti) e overdrive – divenne una parte importante del suono della musica popolare.
L'organo elettromeccanico, in particolare l'Hammond B3, ha occupato un ruolo significativo nel jazz sin da quando Jimmy Smith lo rese popolare negli anni cinquanta. Può funzionare come sostituto sia del pianoforte che del contrabbasso nella combinazione jazz standard. L'organo Hammond è il fulcro del "trio d'organo", un piccolo ensemble che tipicamente comprende un organista (che suona melodie, accordi e linee di basso), un batterista e un terzo strumentista (chitarra jazz o sassofono). Negli anni 2000, molti artisti usano organi elettronici o digitali, chiamati "organi clonewheel", poiché sono molto più leggeri e facili da trasportare rispetto al pesante e ingombrante B3.
### Musica popolare
Gli esecutori di musica d'organo popolare del XX secolo sono William Rowland (che ha composto Piano Rags), George Wright (1920 – 1998) e Virgil Fox (1912 – 1980), che hanno unito le aree della musica classica e religiosa.
Gli organi a canne in stile chiesa sono talvolta usati nel rock. Gli esempi includono i Tangerine Dream, Rick Wakeman (sia con gli Yes che come solista), Keith Emerson (sia con i Nice che con gli Emerson, Lake & Palmer), George Duke (con Frank Zappa), Dennis DeYoung (con gli Styx), gli Arcade Fire, i Muse, Roger Hodgson (ex-Supertramp), i 10,000 Maniacs, Billy Preston e gli Iron Butterfly.
Altri artisti che usano l'organo Hammond sono: Neil Young, Stephen Stills, Al Kooper, Bob Dylan, i Counting Crows, i Pink Floyd, Hootie & the Blowfish, Sheryl Crow, i Vulfpeck, Sly Stone e i Deep Purple.
## Sport
In tutto il Nordamerica (Stati Uniti e Canadà), la musica d'organo è comunemente associata in diversi sport, in particolare il baseball, il basket e l'hockey su ghiaccio.
L'organo da baseball è stato definito "un accessorio dell'esperienza uditiva complessiva del campo da baseball". La prima squadra a introdurre un organo furono i Chicago Cubs, che misero un organo a Wrigley Field come esperimento nel 1941 per due partite. Ebbets Field, casa dei Brooklyn Dodgers, ha assunto il primo organista a tempo pieno del baseball, Gladys Goodding. Nel corso degli anni, molti ballpark hanno colto la tendenza è molti organisti sono diventati famosi e associati ai loro parchi o ai loro brani distintivi.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Wendigo_%28personaggio%29
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Wendigo (personaggio)
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# Wendigo (personaggio)
Wendigo è un personaggio dei fumetti, creato da Steve Englehart (testi) e Herb Trimpe (disegni), pubblicato dalla Marvel Comics. È un supercriminale dell'Universo Marvel, la cui prima apparizione avviene in The Incredible Hulk n. 162 (aprile 1973). Ha origine dall'omonimo mostro mitologico ed è il risultato di una maledizione diffusa nei boschi del nord del Canada che colpisce chi ha compiuto atti di cannibalismo.
## Biografia del personaggio
Sono molte le persone colpite dalla maledizione di Wendigo, tra le quali Paul Cartier, Georges Baptiste, Francois Lartigue, Lorenzo, Mauvais e altri. Questa maledizione è stata creata dagli Antichi Dei della Terra (come Gea, Oshtur, i Vishanti e il Demiurgo e gli antichi demoni come Chthon, Set o la Bestia) nel tentativo di scoraggiare il cannibalismo umano. Una volta colpiti si diventa un mostro peloso e sovrumano che vagabonda nei boschi mangiando umani. Il Wendigo combatte spesso contro Hulk, Wolverine e l'Alpha Flight. Paul Cartier si trasformò nel Wendigo, per poi combattere contro Hulk e fuggire. Incontrò di nuovo Hulk con Wolverine, coi quali si scontrò, ma poi guarì quando il professore universitario Georges Baptiste divenne il nuovo Wendigo.
Baptiste, in seguito, come Wendigo terrorizza un gruppo bloccato tra la neve, combatte Wolverine, Nightcrawler e i membri di Alpha Flight, per poi venire catturato e ritrasformato in umano da Shaman, sebbene Baptiste venga arrestato dal dipartimento H.
A sua volta si trasforma in Wendigo il cacciatore di pellicce Francois Lartigue, combatte contro Hulk dopo Bruce Banner si imbatté in una cabina appartenente a lui e a Sasquatch, e fu preso per essere curato da Shaman.
Una giornalista di nome Anna Brooks si imbatte in Wendigo durante una ricerca di bambini scomparsi, credendo per opera di un bigfoot. Questo avvistamento fa sì che J. Jonah Jameson invii Peter Parker nella Columbia Britannica, dove le azioni del mostro avevano attirato anche Wolverine. Ciò portò i due supereroi a lavorare insieme per fermare Wendigo.
Wendigo combatté anche contro un lupo mannaro di notte in un numero di Marvel Comics Presents. Le sue apparizioni più frequenti sono state nella serie limitata Sabretooth: Open Season # 1–4, dove questi viene ingaggiato per uccidere un Wendigo, alla fine riuscendoci.
Alcuni anni dopo, emerge un nuovo Wendigo, che porta a una lotta con Wolverine e She-Hulk. Un supereroe canadese locale, Talisman, arriva e afferma di avere una cura magica per le condizioni del Wendigo. Dopo una lunga battaglia, Wendigo viene sconfitto da un attacco combinato dei suoi due avversari e messo sotto la custodia dello S.H.I.E.L.D. In seguito questo Wendigo viene apparentemente accolto dal Dipartimento K con sede in Canada e gli viene dato un collare elettrico che tiene sotto controllo la bestia solitamente insensata ed è integrata come membro di Weapon: PRIME, un team di agenti ciascuno con un rancore personale contro Cable. La loro prima missione è quella di abbattere quest'ultimo, ma la X-Force si dimostra più che capace, poiché Cable teletrasporta tutti i loro effetti personali dalla base e fa scattare il dispositivo di autodistruzione, anche se il dispositivo si guasta ed esplode presto. Separata da Cable, X-Force aiuta Kane, Bridge e Rictor a fuggire dalla base che esplode, mentre mancano Grizzly, Wendigo (ora chiamato Yeti) e Tigerstryke. Bridge e Kane vogliono ancora arrestare l'X-Force e chiama il rinforzo dello S.H.I.E.L.D., ma Rictor si schiera con la X-Force, poiché il suo rancore è solo contro Cable, non i suoi ex compagni di squadra. Successivamente il colletto di Wendigo viene scambiato con un impianto neurologico che dà più controllo all'uomo all'interno della bestia, permettendogli persino di parlare.
Durante la trama della Guerra del Caos, viene rivelato che esiste un branco di Wendigo nello Stretto di Bering dopo che Hulk Rosso viene attaccato da uno di loro, attratto dal suo fuoco da campo mentre cucinava un pasto. Un Wendigo morde questi sulla spalla facendogli sanguinare un caldo sangue radioattivo. Così Hulk Rosso lo uccide, mentre gli altri vengono per reclamare il corpo e mangiarlo. Viene anche rivelato che le Grandi Bestie sono costrette a manipolare la maledizione del Wendigo per consentire la trasformazione di diverse persone istantaneamente invece di una sola, al fine di creare un esercito per combattere con loro contro il re del caos Amatsu-Mikaboshi.
Questi Wendigo in seguito riescono in qualche modo a invadere Las Vegas, dove vengono affrontati dal Grey Hulk. Il Grey Hulk viene aiutato nella lotta contro di loro da Moon Knight, Ms. Marvel e Sentry. Colpito da alcuni detriti, in seguito appare Green Hulk, tuttavia, i Wendigo lo infettano, trasformandolo in un "Wendihulk" che attacca i supereroi. Successivamente però, appare lo stregone Fratello Voodoo, che cura Hulk e gli altri Wendigo.
Quando gli studenti della Avengers Academy incontrano l'ex-scagnozzo di Norman Osborn, Jeremy Biggs, si viene a sapere che la compagnia di Biggs ha acquistato un Wendigo che ha ucciso Steve, un altro ex-scagnozzo di Osborn con poteri basati sul ghiaccio.
Durante la trama Fear Itself del 2011, un Wendigo è tra i cattivi di Alpha Flight riuniti da Vindicator e dal Dipartimento H per diffondere il programma Master of the World "Unity" e sconfiggere Alpha Flight come membro dell'Alpha Strike.
Come parte dell'iniziativa Marvel Comics del 2012, Marvel NOW!, appare un Wendigo come membro dell'Omega Flight. Wendigo e il resto del gruppo vengono inviati dal Dipartimento H per indagare su uno dei siti della bomba di origine lasciati da Ex Nihilo a Regina, in Canada, una missione in cui Wendigo viene ucciso.
Un Wendigo viene successivamente reclutato da Kade Kilgore per unirsi alla facoltà dell'Accademia del Club Infernale.
Un Wendigo viene convocato a Las Vegas attraverso il pozzo dei desideri di Tyrannus insieme con Bi-Bestia, Fin Fang Foom, Umar e Arm'Cheddon per combattere Hulk. Questo Wendigo è capace di un linguaggio umano minimalista e si unisce a Bi-Bestia per usare i poteri del pozzo e consentire loro di crescere fino a circa 30 m di altezza per combattere. Tuttavia, entrambe le creature vengono facilmente sconfitte da Hulk e vengono imprigionate insieme con Arm'Cheddon nella dimensione oscura di Umar fino a quando Tyrannus e Fin Fang Foom non irrompono nella dimensione, permettendo loro di fuggire nel caos.
Un successivo scontro tra due impiegati canadesi di un impianto di confezionamento della carne ha provocato l'uccisione accidentale di uno e l'altro ha cercato di coprirlo facendo scorrere il corpo attraverso il tritacarne. Ciò ha provocato uno scoppio di massa della Maledizione di Wendigo, aggravata ulteriormente dalla maledizione trasmessa attraverso le ferite da morso inflitte dai Wendigo, in un processo simile alla licantropia. Un'infezione di questo fenomeno oltre i confini del Canada è inizialmente prevenuta dai limiti mistici della Maledizione di Wendigo, ma con l'incontrollabile scoppio, la bestia Tanaraq (il "padre" del Wendigo) guadagna abbastanza potere per rovesciare i suoi simili e intende diffondere la maledizione in tutto il mondo. Tuttavia, gli sforzi combinati degli X-Men, di altre bestie e di Guardian sconfiggono il suo piano, eliminando di conseguenza la maledizione.
In seguito Spider-Woman, con l'aiuto di Ms. Marvel e di Porcospino, ha chiuso un ristorante canadese che aveva segretamente servito ai suoi clienti carne umana nel tentativo di provocare un altro proliferare di Wendigo.
Quando Jimmy Hudson appare sulla Terra-616 dopo la trama di "Secret Wars" del 2015, i cittadini lo scambiano per un Wendigo e gli sparano prima che si verifichi un vero attacco Wendigo. Successivamente, ripresosi dallo sparo, Hudson combatte il Wendigo.
La Roxxon in seguito parte per una spedizione archeologica per trovare un Wendigo. Quando un Wendigo attacca una scienziata di nome Ella Stirling, viene salvata da Arma H. È stato rivelato che il dirigente della Roxxon, Mr. Banks, fece mangiare a Wendigo un minatore di nome Philips Wagoner nel luogo in cui risiedeva il Partito Avingnon durante una tormenta. Il risultato di questo ha trasformato Philips Wagoner in un Ur-Wendigo che è più potente di qualsiasi Wendigo normale e può diventare più grande mangiando carne. L'Ur-Wendigo raggiunse Arma H e cercò di mangiarlo intero solo per far apparire Dottor Strange. Dato che l'Ur-Wendigo era immune agli incantesimi, Arma H prese in prestito l'Ascia di Angarruumus del Dottor Strange e si è lasciato mangiare dall'Ur-Wendigo per ucciderlo dall'interno.
## Poteri e abilità
Wendigo è noto per la forza sovrumana che possiede, sufficiente a combattere alla pari con Hulk. Alla forza si aggiungono notevoli durezza e durabilità al punto da poter resistere a colpi di mitragliatrice pesante senza subire lesioni. Ma anche in caso di gravi ferite, un Wendigo è in grado di rigenerarsi molto velocemente, addirittura se gli viene strappato il cuore, anche se in quel caso chi lo mangerà diventerà il nuovo Wendigo. Nonostante le grandi dimensioni, è in grado di correre a velocità superiori a quelle di un atleta e, poiché la muscolatura genera meno acido lattico degli umani, possiede una grande resistenza. Alle capacità fisiche si aggiungono degli artigli molto affilati su mani e piedi, in grado di ferire anche la pelle di Hulk.
Anche se ogni Wendigo era una volta un essere umano, nella maggior parte dei casi è rimasto ben poco della persona originale. Possiede poca intelligenza e può essere considerato non senziente e, con l'eccezione di casi brevi e rari, non è in grado di ricordare le cose della sua vita precedente. Scarseggia anche in capacità comunicative, non potendo pronunciare altro che il suo nome, che spesso urlerà e ripeterà durante gli scontri. Stregoni come Mauvais e Lorenzo sono stati in grado di evitare questo aspetto della maledizione, usando la magia per ottenere il potere del Wendigo mantenendo la loro intelligenza e il potere della parola.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Luis_Nlavo
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Luis Nlavo
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# Luis Nlavo
Luis Miguel Nlavo Asue, noto semplicemente come Luis Nlavo (Malabo, 9 luglio 2001), è un calciatore equatoguineano, attaccante del Braga B e della nazionale equatoguineana.
## Caratteristiche tecniche
È un centravanti.
## Carriera
### Club
Cresciuto nel Cano Sport, dal 2019 passa al Braga in Portogallo, giocando nella squadra riserve del club.
### Nazionale
È stato convocato per la Coppa delle nazioni africane 2021 e per la Coppa delle nazioni africane 2023.
## Statistiche
### Cronologia presenze e reti in nazionale
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Guinea Equatoriale :
| Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
| - | - | - | - | - | - | - | - |
| 28-7-2019 | N'Djaména | Ciad | 3 – 3 | Guinea Equatoriale | Qual. CHAN 2020 | 1 | 55’ |
| 4-8-2019 | Malabo | Guinea Equatoriale | 2 – 1 | Ciad | Qual. CHAN 2020 | 1 | |
| 7-9-2021 | Bata | Guinea Equatoriale | 1 – 0 | Mauritania | Qual. Mondiali 2022 | - | 85’ |
| 7-10-2021 | Malabo | Guinea Equatoriale | 2 – 0 | Zambia | Qual. Mondiali 2022 | - | 69’ |
| 10-10-2021 | Lusaka | Zambia | 1 – 1 | Guinea Equatoriale | Qual. Mondiali 2022 | - | 89’ |
| 13-11-2021 | Bata | Guinea Equatoriale | 1 – 0 | Tunisia | Qual. Mondiali 2022 | - | 81’ |
| 16-11-2021 | Nouakchott | Mauritania | 1 – 1 | Guinea Equatoriale | Qual. Mondiali 2022 | - | 45’ |
| 12-1-2022 | Douala | Guinea Equatoriale | 0 – 1 | Costa d'Avorio | Coppa d'Africa 2021 - 1º turno | - | 64’ 67’ |
| 16-1-2022 | Douala | Algeria | 0 – 1 | Guinea Equatoriale | Coppa d'Africa 2021 - 1º turno | - | 45’ |
| 20-1-2022 | Limbe | Sierra Leone | 0 – 1 | Guinea Equatoriale | Coppa d'Africa 2021 - 1º turno | - | 64’ |
| 24-3-2023 | Malabo | Guinea Equatoriale | 2 – 0 | Botswana | Qual. Coppa d'Africa 2023 | - | 70’ |
| 28-3-2023 | Francistown | Botswana | 2 – 3 | Guinea Equatoriale | Qual. Coppa d'Africa 2023 | - | 71’ |
| 6-9-2023 | Tripoli | Libia | 1 – 1 | Guinea Equatoriale | Qual. Coppa d'Africa 2023 | - | 66’ |
| 13-10-2023 | Malabo | Guinea Equatoriale | 0 – 0 | Burkina Faso | Amichevole | - | 12’ |
| 14-1-2024 | Abidjan | Nigeria | 1 – 1 | Guinea Equatoriale | Coppa d'Africa 2023 - 1° turno | - | 90+3’ |
| 18-1-2024 | Abidjan | Guinea Equatoriale | 4 – 2 | Guinea-Bissau | Coppa d'Africa 2023 - 1° turno | - | 80’ 83’ |
| 22-1-2024 | Abidjan | Guinea Equatoriale | 4 – 0 | Costa d'Avorio | Coppa d'Africa 2023 - 1° turno | - | 78’ |
| Totale | | Presenze | 17 | | Reti | 2 | |
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https://it.wikipedia.org/wiki/Martha_Rossi
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Martha Rossi
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# Martha Rossi
Martha Rossi, pseudonimo di Marta Rossi (Crotone, 12 giugno 1987), è una cantante, attrice doppiatrice italiana.
## Biografia
Nasce a Crotone, comincia la cantare fin da bambina, vincendo molti concorsi di canto per bambini.
Nel 2007 all'età di 19 anni partecipa al famoso Talent Show Italiano “Amici di Maria De Filippi”, piazzandosi quarta nella categoria di canto.
Nel 2008, notata dal cantante italiano Edoardo Bennato, viene scelta per interpretare in Peter Pan il Musical il ruolo di Wendy, riscuotendo grandissimo dalla critica, continuando ad interpretare il ruolo in diverse edizioni del musical.
Nel 2009 Brian May il noto chitarrista dei Queen, ascolta la voce di Martha casualmente su Youtube e la convoca alle audizioni di We Will Rock You in Italia dove viene scelta per interpretare il ruolo di Scaramouche, riprenderà il ruolo nella edizione del 2023.
## Discografia
### Album in studio
* 2011 – Musica sarà
### Singoli
* 2017 – Distante
## Teatro
* Peter Pan, il musical, regia di Maurizio Colombi (2008-2013)
* We Will Rock You, regia di Maurizio Colombi (2009)
* Biancaneve, il musical, regia di Enrico Botta (2012-2013)
* Peter Pan, il musical, regia di Maurizio Colombi (2017-2024)
* We Will Rock You, regia di Michaela Berlini (2023)
## Doppiaggio
### Cartoni animati (Doppiaggio cantato)
* Rainbow Dash in My Little Pony - L'amicizia è magica, nella canzone Un Cutie Mark (Reprise)
* Pokémon, Esplorazioni Super, canta la sigla "Con te"
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https://it.wikipedia.org/wiki/Premi_Oscar_1936
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Premi Oscar 1936
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# Premi Oscar 1936
L'8ª edizione della cerimonia di premiazione degli Oscar si è tenuta il 5 marzo 1936 al Biltmore Bowl del Biltmore Hotel di Los Angeles. Il conduttore della serata è stato il regista statunitense e presidente dell'Academy Frank Capra.
## Vincitori e candidati
Vengono di seguito indicati in grassetto i vincitori.
Dove ricorrente e disponibile, viene indicato il titolo in lingua italiana e quello in lingua originale tra parentesi.
### Miglior film
* La tragedia del Bounty (Mutiny on the Bounty), regia di Frank Lloyd
* Capitan Blood (Captain Blood), regia di Michael Curtiz
* Cappello a cilindro (Top Hat), regia di Mark Sandrich
* David Copperfield, regia di George Cukor
* Follie di Broadway 1936 (Broadway Melody of 1936), regia di Roy Del Ruth
* I lancieri del Bengala (The Lives of a Bengal Lancer), regia di Henry Hathaway
* Il maggiordomo (Ruggles of Red Gap), regia di Leo McCarey
* Primo amore (Alice Adams), regia di George Stevens
* Il sergente di ferro (Les miserables), regia di Richard Boleslawski
* Sogno di una notte di mezza estate (A Midsummer Night's Dream), regia di William Dieterle e Max Reinhardt
* Terra senza donne (Naughty Marietta), regia di W. S. Van Dyke
* Il traditore (The Informer), regia di John Ford
### Miglior regia
* John Ford - Il traditore (The Informer)
* Michael Curtiz - Capitan Blood (Captain Blood)
* Henry Hathaway - I lancieri del Bengala (The Lives of a Bengal Lancer)
* Frank Lloyd - La tragedia del Bounty (Mutiny on the Bounty)
### Miglior attore
* Victor McLaglen - Il traditore (The Informer)
* Clark Gable - La tragedia del Bounty (Mutiny on the Bounty)
* Charles Laughton - La tragedia del Bounty (Mutiny on the Bounty)
* Paul Muni - Black Fury (candidatura non ufficiale)
* Franchot Tone - La tragedia del Bounty (Mutiny on the Bounty)
### Migliore attrice
* Bette Davis - Paura d'amare (Dangerous)
* Elisabeth Bergner - Non mi sfuggirai (Escape Me Never)
* Claudette Colbert - Mondi privati (Private Worlds)
* Katharine Hepburn - Primo amore (Alice Adams)
* Miriam Hopkins - Becky Sharp
* Merle Oberon - L'angelo delle tenebre (The Dark Angel)
### Miglior soggetto originale
* Ben Hecht e Charles MacArthur - The Scoundrel
* Moss Hart - Follie di Broadway 1936 (Broadway Melody of 1936)
* Gregory Rogers - La pattuglia dei senza paura (G-Men)
* Don Hartman e Stephen Avery - L'allegro inganno (The Gay Deception)
### Miglior sceneggiatura
* Dudley Nichols - Il traditore (The Informer)
* Casey Robinson - Capitan Blood (Captain Blood)
* Waldemar Young, John L. Balderston, Achmed Abdullah, Grover Jones e William Slavens McNutt - I lancieri del Bengala (The Lives of a Bengal Lancer)
* Talbot Jennings, Jules Furthman e Carey Wilson - La tragedia del Bounty (Mutiny on the Bounty)
### Migliore aiuto regia
* Clem Beauchamp e Paul Wing - I lancieri del Bengala (The Lives of a Bengal Lancer)
* Joseph M. Newman - Davide Copperfield
* Sherry Shourds - Sogno di una notte di mezza estate (A Midsummer Night's Dream)
* Eric Stacey - Il sergente di ferro (Les miserables)
### Miglior fotografia
* Hal Mohr - Sogno di una notte di mezza estate (A Midsummer Night's Dream)
* Ray June - La costa dei barbari (Barbary Coast)
* Victor Milner - I crociati (The Crusades)
* Gregg Toland - Il sergente di ferro (Les miserables)
### Miglior montaggio
* Ralph Dawson - Sogno di una notte di mezza estate (A Midsummer Night's Dream)
* Margaret Booth - La tragedia del Bounty (Mutiny on the Bounty)
* George Hively - Il traditore (The Informer)
* Ellsworth Hoagland - I lancieri del Bengala (The Lives of a Bengal Lancer)
* Robert J. Kern - Davide Copperfield
* Barbara McLean - Il sergente di ferro (Les miserables)
### Miglior scenografia
* Richard Day - L'angelo delle tenebre (The Dark Angel)
* Hans Dreier e Roland Anderson - I lancieri del Bengala (The Lives of a Bengal Lancer)
* Van Nest Polglase e Carroll Clark - Cappello a cilindro (Top Hat)
### Migliore colonna sonora
* Max Steiner - Il traditore (The Informer)
* Erich Wolfgang Korngold - Capitan Blood (Captain Blood)
* Herbert Stothart - La tragedia del Bounty (Mutiny on the Bounty)
* Ernst Toch - Sogno di prigioniero (Peter Ibbetson)
### Miglior canzone
* Lullaby of Broadway, musica di Harry Warren, testo di Al Dubin - Donne di lusso (Gold Diggers of 1935)
* Cheek to Cheek, musica e testo di Irving Berlin - Cappello a cilindro (Top Hat)
* Lovely to Look At, musica di Jerome Kern, testo di Dorothy Fields e Jimmy McHugh - Roberta
### Migliore coreografia
* Dave Gould - I've Got a Feeling You're Fooling da Follie di Broadway 1936 (Broadway Melody of 1936) e Straw Hat da Folies Bergere
* Busby Berkeley - Lullaby of Broadway e The Words Are in My Heart da Donne di lusso (Gold Diggers of 1935)
* Bobby Connolly - Latin from Manhattan da Canzoni appassionate (Go Into Your Dance) e "Playboy from Paree" da Broadway Hostess
* Sammy Lee - Lovely Lady e Too Good to Be True da King of Burlesque
* LeRoy Prinz - It's the Animal in Me da Big Broadcast of 1936 e "Viennese Waltz" da All the King's Horses
* Benjamin Zemach - Hall of Kings da La donna eterna (She)
* Hermes Pan - Piccolino e Top Hat, White Tie, and Tails da Cappello a cilindro (Top Hat)
### Miglior sonoro
* Douglas Shearer e Metro-Goldwyn-Mayer Studio Sound Department - Terra senza donne (Naughty Marietta)
* Gilbert Kurland e Universal Studio Sound Department - La moglie di Frankenstein (Bride of Frankenstein)
* Nathan Levinson e Warner Bros. - First National Studio Sound Department - Capitan Blood (Captain Blood)
* Thomas T. Moulton e United Artists Studio Sound Department - L'angelo delle tenebre (The Dark Angel)
* Carl Dreher e RKO Radio Studio Sound Department - Notte di carnevale (I Dream Too Much)
* Franklin B. Hansen e Paramount Studio Sound Department - I lancieri del Bengala (The Lives of a Bengal Lancer)
* John P. Livadary e Columbia Studio Sound Department - Sulle ali della canzone (Love Me Forever)
* Republic Studio Sound Department - Mille dollari al minuto ($1,000 a Minute)
* Edmund H. Hansen e 20th Century-Fox Studio Sound Department - Thanks a Million
### Miglior cortometraggio commedia
* How To Sleep, regia di Nick Grinde
* Oh, My Nerves, regia di Del Lord
* Questione d'onore (Tit for Tat), regia di Charley Rogers
### Miglior cortometraggio novità
* Wings over Mt. Everest, regia di Geoffrey Barkas e Ivor Montagu
* Audioscopiks, regia di Jacob Leventhal e John Norling
* Camera Thrills, regia di Charles E. Ford
### Miglior cortometraggio d'animazione
* I tre orfanelli (Three Orphan Kittens), regia di David Hand
* The Calico Dragon, regia di Rudolf Ising
* Chi ha ucciso Cock Robin? (Who Killed Cock Robin?), regia di David Hand
### Premio speciale
A David Wark Griffith per la creatività che lo ha contraddistinto come produttore e regista e per le sue inestimabili iniziative e i suoi contributi al progresso dell'arte cinematografica.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Creuse_%28disambigua%29
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Creuse (disambigua)
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# Creuse (disambigua)
* Creuse – dipartimento francese della regione Nuova Aquitania
* Creuse – comune francese del dipartimento della Somme
* La Creuse – comune francese del dipartimento dell'Alta Saona
* Creuse – fiume francese, affluente della Vienne
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https://it.wikipedia.org/wiki/Ruggero_Santini
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Ruggero Santini
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# Ruggero Santini
Ruggero Santini (Ventimiglia di Sicilia, 16 aprile 1870 – Roma, 4 aprile 1958) è stato un generale e politico italiano. Fu governatore della Somalia.
## Biografia
Nacque da una famiglia siciliana nel 1870 e intraprese sin da giovane la carriera militare all'interno del Regio Esercito italiano.
Ammesso in accademia in occasione della leva obbligatoria nel 1890, Entra nei corpi di fanteria e l'11 settembre 1892 venne nominato sottotenente al 12º reggimento fanteria, successivamente passò al Corpo di Stato Maggiore. Promosso al grado di tenente prese parte alla guerra di Abissinia del 1895-96. Dopo la sconfitta di Adua si aggrega alla colonna del generale Antonio Baldissera partecipando alla riconquista del presidio di Adigrat, cui segue per ordine superiore il ritiro entro i confini della colonia in luogo di recuperare altre posizioni perdute dal generale Oreste Baratieri all'indomani di Adua. Combatte nella battaglia dell'Amba Alagi per poi raggiungere l'Eritrea col 21º battaglione di cacciatori d'Africa. Distintosi in servizio venne promosso al rango di capitano nel 1913 e prese parte alla campagna di Libia in Tripolitania, alla 4ª divisione speciale "Derna" comandata dal generale Giulio Cesare Tassoni, dalla quale uscì come maggiore e dove ottenne una medaglia di bronzo al valor militare partecipando alle operazioni di occupazione dell'altopiano della Cirenaica.
Durante la prima guerra mondiale venne posto in un primo tempo al comando della Brigata Lecce (265º e 266º Reggimento fanteria) del XII Corpo d'armata per poi essere trasferito all'intendenza della 2ª Armata, nell'ambito della quale venne promosso tenente colonnello e trasferito nella stessa intendenza nella zona della Cirenaica. Nel novembre 1917, col grado di colonnello brigadiere, occupò la carica di capoufficio servizi della 5ª Armata. Durante il primo scontro mondiale ottenne la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia per essersi distinto per valore di comando e personale tra il 15 ed il 29 giugno 1918 sull'altopiano di Asiago (battaglia dei Tre Monti).
Al termine del conflitto mantenne il comando della brigata "Lecce" e venne destinato come intendente d'armata per le truppe di stanza in Albania e Macedonia. Nel marzo 1921 Santini viene promosso generale di brigata e assunse il comando della Brigata "Friuli" che lasciò nel maggio 1924 per assumere la carica di caporeparto ordinamento e mobilitazione presso il Comando dello Stato Maggiore generale di Roma. Nel febbraio del 1927 venne nominato comandante della 6ª Brigata di fanteria di stanza a Milano. Nel 1935 torna in Eritrea, al comando del 1º corpo d'armata metropolitano costituito sia da divisioni militari che da raggruppamenti di camicie nere di scarsa formazione. Per circa un anno e mezzo è governatore della Somalia italiana al posto del maresciallo Rodolfo Graziani.
Messo a riposo per limiti di età viene nominato senatore del Regno nella categoria 14 (gli ufficiali generali di terra e di mare), dove si occupa unicamente di provvedimenti di ordinaria amministrazione relativi all'amministrazione delle forze armate. Dopo la caduta del fascismo viene dichiarato decaduto dall'Alta Corte di Giustizia per le Sanzioni contro il Fascismo con sentenza del 31 luglio 1945, confermata dalla Cassazione l'8 luglio 1948.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Mediaset
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Mediaset
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# Mediaset
Mediaset S.p.A., è un'azienda italiana controllata dalla società olandese MFE - MediaForEurope N.V. (parte del gruppo Fininvest della famiglia Berlusconi), attiva nell'ambito dei media e della comunicazione, specializzata primariamente nella produzione e distribuzione televisiva in chiaro e a pagamento su più piattaforme, oltre che nella produzione e distribuzione cinematografica, multimediale e nella raccolta pubblicitaria.
È il secondo polo televisivo in Italia dopo la Rai.
## Storia
### Origini
Nel 1976 la Corte costituzionale sancisce la libertà d'esercizio per le reti televisive locali private via etere, favorendo lo sviluppo del modello televisivo commerciale. Nello stesso anno la Fininvest di Silvio Berlusconi acquisisce Telemilano, una delle prime emittenti locali in Italia, che aveva iniziato da poco a trasmettere via etere a livello nazionale. Telemilano era in crisi finanziaria per il mancato pagamento dell'affitto dei locali in cui sorgeva, di proprietà della Edilnord dello stesso Berlusconi, che l'acquisì per una cifra simbolica oltre al condono dei debiti. Dal 1974, anno della sua fondazione, al 1976 Telemilano aveva trasmesso programmi via cavo come emittente locale esclusiva del nuovo centro residenziale di Milano 2, realizzato negli stessi anni dallo stesso Berlusconi e situato nel comune di Segrate (MI).
Rinominata Telemilano 58 dalla nuova gestione, nel 1980 assume il nome di Canale 5. Pochi anni dopo, la Fininvest acquisisce altre due emittenti televisive nazionali nate in quel periodo: Italia 1 da Rusconi nel 1982 e Rete 4 dalla Mondadori nell'estate del 1984. La costituzione e il mantenimento da parte dell'azienda di un tale assetto a tre reti, nonché la relativa diffusione di programmi su scala nazionale determinano una modifica sostanziale del mercato degli spot tv, con un operatore su scala nazionale in grado di vendere spazi pubblicitari alle grandi aziende.
Nel 1987 lancia il circuito Italia 7, con una programmazione dedicata ad un pubblico maschile, ma lo cederà qualche anno dopo quando la legge Mammì porrà un limite al numero di televisioni per ogni proprietà.
### Nascita e sviluppo
Alle origini del gruppo c'è la ridenominazione della Immobiliare Orione S.r.l., posseduta al 100% da Reteitalia, in Mediaset Italia S.r.l. il 15 dicembre 1993 e il progressivo trasferimento a quest'ultima di ogni attività di produzione e commercializzazione dei programmi cinematografici e televisivi della Fininvest; successivamente Mediaset Italia S.r.l. confluisce in Futura Finanziaria S.r.l., che cambierà nome in Mediaset.
All'inizio del 1994 il gruppo Fininvest risulta essere la seconda impresa italiana per indebitamento, Mediobanca calcola che ha debiti per 3,4 volte il capitale. Berlusconi si dimette da tutte le cariche sociali ricoperte nel gruppo conservandone la proprietà delle quote azionarie, a seguito della fondazione del movimento politico di Forza Italia; Fedele Confalonieri viene nominato nuovo presidente del gruppo.
La società lo stesso anno diventa società per azioni e, il 19 aprile 1996, viene definitivamente scorporata da Fininvest come Mediaset Italia S.p.A. e aperta a soci esterni come alcuni dei principali istituti di credito italiani e alcuni investitori stranieri, tra cui l'imprenditore tedesco Leo Kirch, il principe saudita Al-Walid bin Talal e Johann Rupert. Viene quotata in borsa direttamente nel MIB30 grazie a una capitalizzazione di circa 8.200 miliardi di lire, con un collocamento di 7.000 lire ad azione (pari a 3,62 €).
Nel 1999 la holding della famiglia Berlusconi rifiuta ufficialmente l'offerta di acquisto da parte del magnate australiano Rupert Murdoch, intenzionato a rilevare Mediaset per una cifra di 7000 miliardi di lire.
Nel 2000, a meno di quattro anni di distanza dalla quotazione, il titolo supera la soglia di 52 000 lire ad azione (circa 27€), il suo massimo storico.
Nel 2005 entra poi a far parte anche del mercato finanziario statunitense con il programma ADR (American Depositary Receipt) Level 1 con JPMorgan Chase come banca depositaria.
### Fondazione di MFE - MediaForEurope:
Il 10 giugno 2019, la holding italiana Mediaset S.p.A. (capogruppo delle attività italiane e azionista di maggioranza di Mediaset España) ha annunciato l'intenzione di proporre all'assemblea degli azionisti la separazione ed il conferimento dei propri business italiani ad una NewCo italiana, interamente partecipata. Lo scopo di tale operazione è quello di procedere ad una fusione per incorporazione della capogruppo con la controllata spagnola Mediaset España (scorporando anch'essa in una società interamente partecipata le attività operative spagnole) andando a costituire la holding MediaforEurope NV, polo TV europeo con sede legale nei Paesi Bassi, domicilio fiscale in Italia e sedi operative a Cologno Monzese e a Madrid.
La holding, verso cui confluiscono tutte le attività e partecipazioni di Mediaset (escluse quelle relative al suo core business), sarebbe quotata a Milano e a Madrid e disporrebbe di un nuovo statuto che, grazie alle azioni di voto speciali (multiplo) blinderebbe di fatto il controllo di MFE sotto Fininvest.
Vivendi, il secondo socio del gruppo, si oppone al progetto (ritenendolo dannoso agli azionisti di minoranza) e ne ostacola l'attuazione. Fininvest, socio di riferimento e che controlla la società, il 4 settembre successivo fa approvare l'operazione dall'assemblea degli azionisti. Alla presenza del 62,52% del capitale, il 78% è favorevole, il 22% è contrario (con il 9,9% di Vivendi, posseduto direttamente da Vincent Bolloré). Il 19,94% posseduto indirettamente da Vivendi, e congelato dal dicembre 2016 su ordine dell'Agcom nelle mani della fiduciaria Simon, è stato escluso dall'assemblea per decisione del cda Mediaset.
Due settimane più tardi, Mediaset blinda il riassetto grazie ad un accordo con «Peninsula Capital», il fondo che fa capo ad una holding di diritto lussemburghese con sede a Londra. Il fondo mette a disposizione un miliardo di euro per coprire l'eventuale recesso dei soci e quindi anche quello (eventuale) di Vivendi.
Con efficacia dal 1 marzo 2020, viene attuata la riorganizzazione italiana del gruppo, con il conferimento delle attività italiane a Mediaset Italia S.p.A., nuova società interamente partecipata da Mediaset S.p.A.
Vivendi avvia un'azione legale chiedendo un provvedimento che impedisca l'esecuzione della fusione, contestando la validità dell'operazione e del nuovo statuto olandese. Il 30 luglio 2020 il tribunale di Madrid conferma la sospensione dell'operazione. Il 4 maggio 2021 Fininvest, Mediaset e Vivendi annunciano di aver raggiunto un accordo in merito alla riorganizzazione del gruppo.
Il 23 giugno 2021 l'assemblea degli azionisti del gruppo, controllata da Fininvest, e la magistratura olandese approvano il trasferimento della sede legale della capogruppo Mediaset S.p.A. nei Paesi Bassi con il voto favorevole del 95,57% delle azioni rappresentante in assemblea. Il trasferimento diviene effettivo il 18 settembre 2021. La residenza fiscale del gruppo, così come l'amministrazione centrale, rimangono in Italia. Con il cambio di sede, Mediaset fissa al 25 novembre 2021 l’assemblea degli azionisti chiamati al voto sul cambio del nome della società in «MFE - MediaForEurope». In seguito a tale operazione, la controllata italiana assume la denominazione Mediaset S.p.A.
Nel dicembre 2021, attraverso l'introduzione di azioni a voto speciale, Fininvest blinda il controllo societario di MFE, anche in seguito a future diluizioni nel capitale. Grazie a ciò, MFE lancia un offerta pubblica di acquisto nei confronti di Mediaset España, che si conclude con la creazione della nuova holding "Grupo Audiovisual Mediaset España Comunicación, S.A.U.", la fusione di Mediaset España in MFE e la quotazione delle azioni MFE alla Borsa di Madrid.
Mediaset S.p.A. rimane dunque la controllata italiana del gruppo MFE - MediaForEurope, attraverso la quale la società gestisce tutte le sue attività nel paese.
## Struttura e partecipazioni
La struttura e le partecipazioni del gruppo, aggiornate al 3 maggio 2023, risultano essere le seguenti:
* Mediaset S.p.A.
* Reti Televisive Italiane S.p.A. (100%)
* Auditel S.r.l. (26,67%)
* Elettronica Industriale S.p.A. (100%)
* RadioMediaset S.p.A. (100%)
* Radio Studio 105 S.p.A. (100%)
* RMC Italia S.p.A. (100%)
* Virgin Radio Italy S.p.A. (99,99%)
* Radio Subasio S.r.l. (100%)
* Radio Aut S.r.l. (100%)
* Medusa Film S.p.A. (100%)
* Taodue S.r.l. (100%)
* Medset Film S.a.s. (100%)
* Boing S.p.A. (51%)
* Fascino Produzioni Gestione Teatro S.r.l. (50%)
* Monradio S.r.l. (Radio R101) (100%)
* Titanus Elios S.p.A. (30%)
* Tivù S.r.l. (48,16%)
* Studio Woow S.r.l. (49%)
* Superguida TV S.r.l. (49%)
* Publitalia '80 S.p.A. (100%)
* Digitalia '08 S.r.l. (100%)
* Publieurope Ltd (100%)
* Dr Podcast Audio Factory Limited (30%)
* Beintoo S.p.A. (80%)
* Mediamond S.p.A. (50%)
* Adtech Ventures S.p.A. (50%)
* European Broadcaster Exchange Limited (25%)
## Settori e canali
### Televisione
**Canali gratuiti**
| Logo | Data di lancio | Nome | LCN | LCN | LCN | Streaming | Streaming | Note |
| - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| Logo | Data di lancio | Nome | Digitale terrestre | Tivùsat | Sky | Mediaset Infinity | TIMvision | Note |
| | 4 gennaio 1982 | Rete 4 | 4, 104, 504 | 4 | 104 | | | HD |
| | 11 novembre 1980 | Canale 5 | 5, 105, 505 | 5 | 105 | | | HD |
| | 3 gennaio 1982 | Italia 1 | 6, 106, 506 | 6 | 106 | | | HD |
| | 3 aprile 2018 | 20 | 20, 120, 520 | 20 | 151 | | | HD |
| | 30 novembre 2007 | Iris | 22, 522 | 11 | 325 | | | HD |
| | 17 gennaio 2022 | Twentyseven | 27, 527 | 27 | 158 | | | HD |
| | 12 maggio 2010 | La5 | 30, 530 | 12 | 159 | | | HD |
| | 20 gennaio 2020 | Cine34 | 34, 534 | 34 | 327 | | | HD |
| | 17 maggio 2018 | Focus | 35, 535 | 33 | 416 | | | HD |
| | 1º giugno 2013 | Top Crime | 39, 539 | 39 | 168 | | | HD |
| | 4 luglio 2011 | Italia 2 | 49, 549 | 16 | 175 | | | HD |
| | 28 novembre 2011 | TGcom24 | 51, 551 | 25 | 509 | | | HD |
| | 26 novembre 2010 | Mediaset Extra | 55, 556 | 17 | 163 | | | HD |
Nel 1996 avviene il conferimento in Mediaset delle attività televisive della Fininvest. Si tratta delle tre reti televisive private nazionali: Canale 5, lanciata nel 1980, Italia 1, acquistata da Rusconi nel 1982, e Rete 4, rilevata dalla precedente proprietà costituita dalla Mondadori e dal Gruppo Editoriale L'Espresso nell'estate del 1984. Le tre reti sono finanziate dalla sola pubblicità e trasmettono in chiaro.
Inizialmente trasmessi in syndication da emittenti locali in ciascuna regione, i tre canali hanno caratteristiche differenti: Canale 5 è destinato al vasto pubblico delle famiglie, Italia 1 offre una programmazione destinata maggiormente ai giovani mentre Rete 4 trasmette programmi per un pubblico più maturo tra cui anche sport, divulgazione scientifica e approfondimento giornalistico. Tra il 1991 e il 1992, in seguito alla legge Mammì, che consentiva alle reti commerciali di trasmettere in diretta nazionale, nascono i telegiornali delle reti del gruppo (prima Studio Aperto, poi TG4 e TG5). La società che possiede le tre concessioni tv, Reti Televisive Italiane, viene scorporata dalla Fininvest nell'aprile 1996 e va a costituire l'ossatura di Mediaset.
Dal 2003 le tre reti generaliste iniziano a trasmettere, dapprima in modo sperimentale e poi regolarmente, sul digitale terrestre con la tecnologia DVB-T.
Dal 2009 al 2012 sono state disponibili, sempre sul digitale terrestre, i timeshift +1 di Rete 4, Canale 5, Italia 1 e Boing; dal 2019 quest'ultima ritornò come Boing Plus.
Dal 26 novembre 2010, in conseguenza al lancio di Mediaset Extra, la sigla che precede tutti i programmi prodotti da Mediaset viene aggiornata con i loghi di tutti i canali in chiaro, andando a sostituire la precedente sigla con i loghi dei soli canali generalisti. Nel corso degli anni questa sigla è andata aggiornandosi a ogni debutto di un canale o a ogni cambio di logo. La sigla è stata rinnovata graficamente nel 2018.
Nei tre canali generalisti, quando va in onda un programma "vecchio", viene sovrapposta la sigla attuale al posto di quella precedente, e lo stesso si applica alle fiction; questo cambio non viene effettuato in un canale secondario come Mediaset Extra o in orari notturni, questo perché una sigla obsoleta contiene dei loghi non aggiornati e/o mancanti rispetto a quella attuale.
Per quanto riguarda le fiction, è andata in onda la sigla con i loghi generalisti fino al 2012. Da quell'anno la sigla delle fiction non presenta alcuno di questi loghi.
A quelli generalisti se ne aggiungono altri dodici, a carattere tematico e semi-generalista: Boing, Iris, Cine34, La5, Italia 2, Focus, 20, Mediaset Extra, TGcom24, Cartoonito, Top Crime e Twentyseven. Tali canali sono disponibili anche via satellite sulle piattaforme Sky (ad eccezione di Boing e Cartoonito) e Tivùsat.
Dal 2008 detiene il 48% di Tivù, società creata insieme a Rai (48%) e Telecom Italia Media (4%) per sviluppare la diffusione della TV digitale terrestre in Italia. I canali del gruppo sono ricevibili in digitale terrestre attraverso multiplex di proprietà, quali: Mediaset 1, Mediaset 2, Mediaset 3, Mediaset 4, Mediaset 5 e multiplex terzi come Dfree. Il multiplex Mediaset 2 ospita alcuni canali appartenenti ad altri editori nazionali come WBD Italia e QVC.
Le reti del gruppo hanno erogato dal 1993 un servizio teletext, chiamato Mediavideo, in cui erano disponibili contenuti testuali d'informazione, sport, economia, televisione e servizi per non udenti. La rete di diffusione del segnale dei canali era di proprietà di Elettronica Industriale, società controllata da RTI. Il servizio è stato dismesso nel gennaio 2022, lasciando attiva solo la pagina dedicata ai sottotitoli.
**Canali a pagamento**
Dopo aver mosso i primi passi nel settore della pay TV già nel 1991 con la creazione, insieme ad altri editori, di TELE+, prima piattaforma analogica terrestre a pagamento italiana, grazie al digitale terrestre Mediaset decide di diversificare la propria offerta televisiva lanciando un proprio servizio a pagamento. Dà quindi vita nel 2005 alla piattaforma Mediaset Premium, con un'offerta di servizi televisivi dedicata inizialmente al calcio in diretta, ai film in prima TV, ai reality show e alle opere teatrali, disponibile sia per utenti privati che per locali pubblici. Alla fine del 2009 esordisce il servizio video on demand su digitale terrestre, denominato Premium On Demand HD, con il quale è possibile accedere a una library di contenuti visionabili in qualsiasi momento.
**Trasmissioni in HD**
Con l'introduzione del digitale terrestre, sono stati lanciati i primi canali in alta definizione, disponibili attraverso Elettronica Industriale, attiva nella fornitura di capacità trasmissiva digitale terrestre a società televisive terze, in adempimento delle disposizioni di legge.
Nel 2007 è iniziata la diffusione dei simulcast in HD di Canale 5, Italia 1 e Rete 4 e nel 2009 Mediaset Premium ha lanciato i canali Premium Calcio HD 1 e HD 2. Dal 2010 il canale Premium Cinema è stato visibile in HD (talvolta anche in alta definizione 3D).
Nel corso del 2012 nascono le versioni in alta definizione di Canale 5, Italia 1 e Rete 4, mentre nel corso del 2018 sono stati attivati 20 HD e Mediaset Extra HD (quest'ultimo attivo solo in occasione del Campionato mondiale di calcio 2018).
Il 14 luglio 2022 viene definitivamente completata la transizione all'alta definizione dei canali del gruppo con il debutto su Tivùsat e Sky delle versioni in HD di questi ultimi, a eccezione di Boing, Cartoonito e dei canali musicali.
Il 21 dicembre 2022 Mediaset ha completato lo switch-off della codifica MPEG-2 in tutta Italia, trasmettendo tutte le reti tematiche e musicali in alta definizione con la nuova codifica MPEG-4.
A partire dal 17 gennaio 2023, anche Mediaset Infinity trasmette in streaming tutte le reti del gruppo in HD, spegnendo definitivamente le versioni in SD.
**Televisione satellitare**
Tra il 1998 e il 2003 lancia cinque canali tematici visibili esclusivamente sulle piattaforme satellitari e via cavo a pagamento: Happy Channel nel 1998 per TELE+ Digitale; Duel TV, Comedy Life e MT Channel nel 2000 per Stream TV. Nel 2003 nasce Italia Teen Television in occasione dello sbarco sulla neonata Sky Italia. Tutti i canali confluiscono nello stesso anno nell'offerta della nuova piattaforma satellitare a pagamento, tranne Comedy Life che invece chiude con la conseguente chiusura di Stream TV. Nel 2006 MT Channel, Happy Channel, Duel TV e Italia Teen Television cessano le trasmissioni per via di una ridefinizione contrattuale con Sky.
Dal 2000 è partner di Class Editori per il canale di news economiche Class CNBC sulla piattaforma satellitare. Canale 5, Italia 1 e Rete 4, sono presenti via satellite in chiaro (ad eccezione di alcuni programmi criptati) attraverso Hot Bird 9 di Eutelsat; inoltre sono da sempre stati presenti su Sky ai canali 104, 105 e 106, così come il canale di televendite Mediashopping.
Dal dicembre 2008 al luglio 2011, in esclusiva su Sky, è stato attivo Mediaset Plus (canale 123), diretto da Miriam Pisani, che ha riproposto una serie di programmi trasmessi sulle tre reti generaliste in orari differenti, nonché il TG5 della sera e le due principali edizioni di Studio Aperto in differita di un'ora.
Da luglio 2009 tutti i canali gratuiti del gruppo sono disponibili anche sulla piattaforma satellitare gratuita Tivùsat. Cartoonito arriva sulla piattaforma il 10 luglio 2015, quattro anni dopo il lancio; il servizio è accessibile mediante smart card Nagravision. A dicembre 2009 viene ufficializzato il dato di 570000 tessere distribuite.
Il 1º giugno 2018 i canali Premium vengono diffusi su Sky Italia.
Il 7 settembre 2015 Mediaset decide di ritirare le proprie reti generaliste da Sky, per poi farvi ritorno con Canale5 il 3 settembre 2018, seguita dagli altri canali del gruppo dal 2 gennaio 2019.
**Bollini per la visione**
I film e le serie televisive sia in prima visione che in replica contengono un bollino, un visto censura televisivo, in basso a sinistra, che dal 5 ottobre 2010 viene rimpicciolito e posizionato accanto al logo del canale con conseguente perdita dell'omino:
* Il bollino rosso segnala un film o un telefilm adatto ad un pubblico di soli adulti.
* Il bollino giallo segnala che i bambini possono vedere un film o un telefilm solo in presenza di un adulto.
* Il bollino verde segnala un film o un telefilm adatto a tutti.
Canale 5 usa questi bollini dal 1994, mentre Rete 4 e Italia 1 dal 1997. In seguito, ogni nuovo canale Mediaset ha adottato da subito questo sistema.
### Testate giornalistiche
| Logo | Nome | Data di lancio | Descrizione |
| - | - | - | - |
| | TG5 | 13 gennaio 1992 | Si occupa della realizzazione del telegiornale di Canale 5. |
| | TGcom24 | 1º marzo 2010 | È la struttura cui fanno capo tutte le testate informative del gruppo Mediaset. Produce l'omonimo canale all-news, i telegiornali TG4, Studio Aperto e Sport Mediaset e i programmi di informazione ed approfondimento giornalistico di Videonews. |
Al fine di realizzare programmi di approfondimento giornalistico, nel 1986 nasce Videonews, una testata giornalistica che si occupa di diversi programmi d'informazione e approfondimento giornalistico in onda sulle reti generaliste indipendentemente dalle redazioni dei telegiornali e che produce programmi come Verissimo, Mattino Cinque e Pomeriggio Cinque che sono anche visibili sul portale Mediaset Play oltre ai telegiornali. Dal gennaio 1991 Mediaset produce notiziari d'informazione in tempo reale su tutte le reti attraverso differenti testate e circa 400 giornalisti con varie edizioni di telegiornali e di notiziari sportivi ogni giorno, attraverso cinque differenti testate: TG5, Studio Aperto, TG4 e Sport Mediaset.
Nel corso del 2008, le produzioni news rappresentano più del 18% dei programmi emessi dalle reti italiane Mediaset.
Nel 2010 nasce l'agenzia di stampa NewsMediaset, che fornisce servizi giornalistici e inchieste a tutto il gruppo e produce anche contenuti d'informazione con proprio marchio; all'interno di NewsMediaset viene studiato e realizzato un nuovo canale digitale dedicato alle informazioni giornalistiche. Lo stesso anno nasce il canale dedicato alla riproposizione dei telegiornali Mediaset, TG Mediaset, sostituito dal 28 novembre 2011 da TGcom24, il canale all-news di Mediaset, che a sua volta accorpa anche il vecchio TGcom.
Il 17 giugno 2019 le testate TG4, Studio Aperto, TGcom24 e Sport Mediaset sono state assorbite in NewsMediaset, che si occupa della produzione e della gestione dei notiziari prima prodotti in modo autonomo da tali testate. Di conseguenza, le testate si riducono a tre.
A novembre 2021 Mediaset ha annunciato la riorganizzazione della propria offerta informativa, che comprende il passaggio di TGcom24 a una testata vera e propria che gestirà l'omonimo canale televisivo con il relativo sito web e pagine social, il TG4, Studio Aperto, Sport Mediaset e Videonews, andando così a sostituire NewsMediaset.
### Piattaforme web
| Logo | Nome | Data di lancio | Descrizione |
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| | Mediaset Infinity | 15 luglio 2007 | È la piattaforma streaming del gruppo Mediaset. Consente la visione di contenuti gratuiti e a pagamento in streaming via Internet, sia in diretta che in modalità on demand. In passato è stato noto come Rivideo, Video Mediaset, Mediaset On Demand, Mediaset Play e Mediaset Play Infinity. |
Dal 1999 Mediaset è attiva anche nel settore multimediale. Tramite il sito mediaset.it, è possibile conoscere tutta l'offerta di contenuti e i palinsesti dell'editore via Internet. Dal portale, gestito da RTI Business Digital (ex Interactive Media, ex Mediadigit), si accede alla pagina home della piattaforma streaming, Mediaset Infinity, che a sua volta conduce alle pagine dedicate a tutte le reti, ai siti di alcuni programmi TV, alle news della testata giornalistica multimediale TGcom24 (fornitore di news anche per le radio del gruppo, oltre che alle breaking news in onda sulle reti Mediaset), allo sport (sportmediaset.it) e ai siti dedicati all'e-commerce e al merchandising (Five Store).
Attraverso Mediaset Infinity (che nel 2021 ha integrato Infinity, ora presente come Infinity+) è possibile vedere contenuti gratuitamente e/o a pagamento in alta qualità, con tecnologia Smoothstreaming (HQ), tra i quali clip di programmi già andati in onda e intere puntate in esclusiva, oltre alla diretta di tutte le reti del gruppo, inclusi i telegiornali delle tre reti generaliste e il canale all-news. Sul sito, inoltre, si può avere la visione del reality show Grande Fratello 24 ore su 24 gratuitamente grazie a un canale dedicato attivo solo durante la messa in onda del programma, Grande Fratello MultiRegia (disponibile fino al 2019 anche sul sito mediasetpremium.it, ma solo per i possessori di una smart card Mediaset Premium abilitata alla visione del programma). Dal 22 ottobre 2018 al 31 dicembre 2019 è stato disponibile un canale dedicato alle televendite Mediashopping, M4C.
All'interno della sezione Qui Mediaset è possibile trovare articoli e video relativi ad attività ed eventi legati all'azienda.
Mediashopping ha posseduto, fino al 2022, uno spazio per televendite in TV durante la fascia mattutina e sul canale on-demand di YouTube; dal 2008 è stato presente su eBay con un negozio virtuale (e-commerce).
A partire dal 2010, diversi programmi di successo Mediaset sono presenti su Facebook e in seguito anche su Instagram e TikTok con pagine ufficiali.
Per via della grande quantità di contenuti, servizi e informazioni, mediaset.it è uno tra i siti più visitati in Italia.
### Telefonia mobile
Dal 2006 intrattiene costanti rapporti commerciali nel settore delle telecomunicazioni con tutti i principali operatori italiani di telefonia fissa e mobile, in particolar modo con TIMvision e Vodafone TV, per la distribuzione digitale di tutti i propri canali nazionali in chiaro, dei contenuti televisivi e dell'offerta a pagamento, via rete mobile TV (DVB-H) oltre che via cavo (IPTV).
### TV digitale mobile
Con l'alleanza dei principali operatori italiani di telefonia mobile, è attiva nello sviluppo della tecnologia DVB-H, il nuovo standard per la visione di contenuti multimediali digitali su cellulari evoluti. Agli inizi del 2006 lanciò il primo servizio di "Mobile TV" in tecnologia DVB-H al mondo.
Dopo aver raggiunto un accordo con TIMvision e Vodafone TV, acquisì e successivamente convertì in digitale le frequenze analogiche della rete Sportitalia, realizzando così un terzo multiplex (Mediaset 3), che nel rispetto dei limiti posti dall'Antitrust venne dedicato esclusivamente all'offerta in DVB-H. Gli accordi stipulati previdero inoltre l'affitto del 40% della totale capacità trasmissiva a ciascuno dei due operatori telefonici. 3 Italia invece decise di realizzare, allo stesso modo, un proprio multiplex attraverso l'acquisizione delle frequenze di un largo numero di emittenti locali distribuite sul territorio.
Le programmazioni integrali di Canale 5, Italia 1 e i contenuti legati al calcio di Serie A di Mediaset Premium fanno parte dell'offerta gratuita in DVB-H di TIMvision.
Mediaset è presente anche come fornitore di contenuti sulla tradizionale rete cellulare. Nello specifico, a TIMvision, Vodafone TV offre contenuti video on demand basati sullo streaming, in particolare news, pillole di intrattenimento, immagini, suonerie, musica e giochi. Dal 2009 ha lanciato alcune applicazioni gratuite e a pagamento per iPhone, iPad e iPod touch: TGcom24, Sport Mediaset, Mediaset Play e Grande Fratello Multi Regia, scaricabili tramite App Store o iTunes di Apple.
### Radio
| Logo | Nome | Data di lancio | LCN | LCN | LCN | Streaming | Streaming |
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| Logo | Nome | Data di lancio | Digitale terrestre | Tivùsat | Sky | Sito web | Mediaset Infinity |
| | Radio 105 TV | 23 dicembre 2019 | 66, 566 HD | | | HD | HD |
| | R101 TV | 13 giugno 2015 | 67, 567 HD | | | HD | HD |
| | Radio Monte Carlo TV | 10 aprile 2020 | | 67 HD | 716 HD | HD | HD |
| | Virgin Radio TV | 6 novembre 2018 | | 68 HD | 717 HD | HD | HD |
Il 1º luglio 2016 le attività radiofoniche sono state accorpate nella nuova società RadioMediaset, alla cui presidenza è stato nominato Paolo Salvaderi. La società si occupa delle attività editoriali di: R101, Radio 105, Virgin Radio, Radio Subasio e Radio Monte Carlo e delle rispettive reti televisive.
### Cinema
Dal 2007 è attiva nel mercato cinematografico attraverso Medusa, già controllata da Fininvest dal 1994, società leader assoluta in Italia nella produzione e distribuzione cinematografica di film italiani e internazionali, specializzata anche nell'home entertainment, nella realizzazione e gestione di sale e multisale cinematografiche presenti sul territorio nazionale; si contano 27 centri cinematografici appartenenti dal 2009 alla società Capitolosette, partecipata al 49%, proprietaria del circuito The Space Cinema, nato dalla fusione di Medusa Multicinema e Warner Village Cinemas. Dalla joint venture tra Medusa Film e la casa di produzione capitolina di fiction d'autore Taodue, acquisita nel corso del 2007, è stata creata una major, Med Due, per la produzione di contenuti italiani per la TV e il cinema. Nella distribuzione cinematografica in Italia ha come concorrenza diretta le major statunitensi Universal, Warner e Fox. Attraverso accordi commerciali con le principali società di produzione e distribuzione statunitensi ed europee e alle proprie risorse produttive, tra cui le partecipate Fascino PGT, Mediavivere e Ares Film, detiene un'immensa library di diritti televisivi e cinematografici. È presente sia in campo accademico con una serie di master universitari, che nell'ambito socio-culturale attraverso l'organizzazione di eventi e le iniziative della propria onlus Mediafriends. Il 16 ottobre 2014 sia Mediaset che Benetton decidono di cedere la società al gruppo anglosassone Vue Entertainment.
Nel 2007 Mediaset ha rilevato dalla holding Fininvest il Gruppo Medusa, incorporandola nel gruppo all'interno della controllata R.T.I., entrando così a pieno titolo anche nel mercato cinematografico.
La Medusa Film, che assume questo nome dal 1994, è la società leader assoluta in Italia nella produzione e distribuzione cinematografica di film italiani e internazionali, con sede a Roma. Le origini della società risalgono tuttavia al 1964, anno in cui venne fondata da Lorenzo Ventavoli; venne acquistata poi dalla Fininvest nel 1986.
È specializzata anche nell'home entertainment; attraverso Medusa Video, infatti, è tra i primi operatori nazionali per la produzione e distribuzione di film, documentari, cartoni animati, trasmissioni televisive in formato VHS, DVD e Blu-ray Disc della Mediaset. È attiva inoltre nella realizzazione e nella gestione di sale e multisale cinematografiche ubicati nelle principali città italiane. Medusa Film detiene una quota di minoranza di Cinecittà Digital Factory, specializzata in postproduzione cinematografica, e insieme alla casa produttrice di fiction Taodue fa parte della società Med Due. Il presidente di Medusa Film è Carlo Rossella.
A luglio 2009 il Gruppo ha ufficializzato la costituzione della società Capitolosette, detenuta al 49%, dedicata alla gestione di sale e multisale, grazie all'accordo con il gruppo di private equity 21 Partners, di proprietà della holding di partecipazioni Schemaquattordici (ex 21 Investimenti). La società è proprietaria del circuito The Space Cinema, presieduto da Giuseppe Corrado, in cui sono confluiti i multiplex di Medusa Multicinema e di Warner Village Cinemas, costituito da 27 multiplex, quindi leader di mercato. Gli immobili sono di proprietà di Capitolosette ad eccezione dei multisala situati a Torri di Quartesolo (Vicenza), Livorno, Torino, Bologna e Salerno, posseduti dalla Fimit.
### Concessionarie di pubblicità
Per via della propria tipologia di business, Mediaset controlla un vasto gruppo di aziende di raccolta pubblicitaria attivo soprattutto, ma non solo, nel settore televisivo. La società di punta è Publitalia '80. Fondata nel 1979 da Silvio Berlusconi e successivamente guidata da Giuliano Adreani, è una concessionaria multinazionale di pubblicità per le reti nazionali, generaliste e tematiche, da anni leader nel mercato italiano ed europeo. La sede principale è a Milano Due (Palazzo Cellini), quartiere di Segrate (Milano). Publitalia '80, con circa 3 miliardi di euro di fatturato annuo complessivo, è il principale canale finanziario in entrata del Gruppo e controlla totalmente altre due concessionarie minori:
* «Publieurope», filiale multinazionale attiva dal 1996 sui mercati e i media esteri con sede centrale a Londra;
* «Digitalia '08», nata nel 2008 (precedentemente denominata Promoservice Italia), delegata alla vendita di pubblicità sui canali realizzati per il digitale terrestre e satellitare, per le attività legate al pagamento della pubblicità in cambio merce.
Publitalia '80 detiene inoltre il 50% di «Mediamond», società attiva nella vendita di spazi pubblicitari presenti sui siti internet, sia del gruppo che di Mondadori Editore. La raccolta pubblicitaria in Spagna è affidata dal 1990 a Publiespaña, concessionaria di Mediaset España, che con circa 1 miliardo di euro di fatturato annuo detiene il primato in ambito nazionale; la sede principale è situata nel centro di Madrid. Publiespaña controlla inoltre la concessionaria Publimedia Gestiòn per la commercializzazione di contenuti audiovisivi per la televisione via cavo e digitale terrestre, la vendita di format tv e di pubblicità sui diversi siti internet spagnoli del gruppo (divisione Advanced Media). Nel 2009 è stata creata la concessionaria «Nessma Advertising» per la raccolta pubblicitaria del canale satellitare Nessma presente nel Maghreb. L'11 ottobre 2014 viene comunicato che Fininvest dovrà cedere il 20% della quota azionaria di Mediolanum, banca di proprietà del gruppo. La Banca d'Italia ha infatti ordinato la vendita della quota in quanto Silvio Berlusconi, condannato nel processo per i diritti TV Mediaset, ha perso la sua onorabilità per quanto riguarda le azioni bancarie. Il 13 novembre 2014 viene comunicata la notizia che il consiglio d'amministrazione di Mediaset ha deciso di cedere tutte le attività della TV a pagamento ad una nuova azienda, Mediaset Premium S.p.A., nata dal gruppo Mediaset e dalla società spagnola Telefónica. Il 14 gennaio 2015 Telefónica entra nel capitale di Mediaset Premium S.p.A. rilevando l'11,1% delle quote di capitale, per un corrispettivo di 100 milioni di euro. Il 13 febbraio 2015 Silvio Berlusconi vende il 7,79% di Mediaset per €400 milioni.
### Centri di produzione televisiva
**Di proprietà**
* Città metropolitana di Milano
* Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese - Viale Europa 44/46/48 - 20093 Cologno Monzese
* Technology Operative Center - Via Marconi, 27 - 20090 Segrate
* Roma
* Centro Safa Palatino - Piazza dei Santi Giovanni e Paolo, 8 - 00184 Roma
* Centro Titanus Elios - Via Tiburtina, - 00131 Roma
Mediaset trasmette sulle proprie reti circa 26.000 ore di programmazione all'anno; un terzo sono frutto di produzioni realizzate autonomamente. La produzione di programmi televisivi italiani è garantita da RTI attraverso la controllata Videotime, società presieduta da Franco Ricci, che dal 1982 gestisce lo sviluppo e il mantenimento tecnologico di studi, sale di postproduzione, grafiche e regie mobili. A Cologno Monzese, adiacente alla sede centrale del Gruppo, è situato il centro di produzione TV principale, nato sulle ceneri degli ICET Studios - Cinelandia, teatri di posa e studi di incisione utilizzati negli anni sessanta e settanta per fare concorrenza a Cinecittà con la creazione di una sede cinematografica milanese. Gli studi, acquistati nel 1983 da Fininvest, furono debitamente ampliati e ristrutturati per ospitare le maggiori produzioni della nascente televisione privata. Il centro di produzione di Cologno Monzese ospita in tutto 10 studi televisivi tra i quali uno dei più grandi d'Europa, lo Studio 20, uffici, bar e ristoranti, zone commerciali e fitness, con all'interno una serie di servizi dedicati esclusivamente ai dipendenti e agli artisti (Mediacenter), oltre a quelle specifiche per la produzione televisiva e per la trasmissione terrestre e via satellite e del segnale nazionale e internazionale. Oltre alla produzione televisiva, la sede di Cologno Monzese ospita il centro emissione, cioè la messa in onda, di Canale 5, Italia 1 e Rete 4 mentre i canali tematici e a pagamento sono gestiti dal Centro Toc di Segrate. Un altro centro di produzione era il Palazzo dei Cigni situato a Milano 2, rilevato nel 1976, in cui principalmente risiedevano le redazioni e gli studi di Studio Aperto, TG4, TGcom24 e quelli di Striscia la Notizia fino al 2015, oltre a rappresentare la sede storica in cui nacque Canale 5 e in cui vennero trasmessi in diretta già nel 1978 i primi programmi di Telemilano. Nel 2016 il centro venne definitivamente dismesso e tutte le produzioni trasferite a Cologno Monzese. A Segrate si trova il T.O.C. (Technology Operation Center), un moderno centro di emissione completamente digitale da cui vengono prodotti i canali digitali terrestri e satellitari, i contenuti veicolati tramite IPTV, gli studi in cui vengono realizzate televendite, annunci e telepromozioni in onda sulle reti del gruppo e gli studi di Meteo.it. A Roma, in Via Tiburtina 1361 nella frazione di Settecamini si trova il Centro Titanus Elios di proprietà della Titanus Elios S.p.A., società controllata per il 30% da Videotime e per il 70% da Titanus S.p.A. e che ospita 8 studi televisivi. In piazza SS Giovanni e Paolo 8 si trova il Centro Safa Palatino, rilevato dalla S.A.F.A. Palatino (stabilimento cinematografico utilizzato, tra gli altri, da Pier Paolo Pasolini) nel 1984. In passato, questo stabilimento, soprattutto grazie all'immenso studio 1 (notevolmente ridimensionato a seguito di un intervento di restyling degli spazi avvenuto nel 2002), ospitò i più importanti programmi di Mediaset realizzati a Roma.
**Esterni**
Per questioni logistiche ed organizzative e per far fronte all'esigenza di spazi ulteriori rispetto a quelli offerti dai propri centri di produzione, alcune trasmissioni, come per esempio il Grande Fratello, vengono realizzate in studi esterni, quindi non di proprietà. L'esternalizzazione degli studi televisivi, soprattutto su Milano, era molto più frequente negli anni '80 e '90, mentre su Roma la tendenza è proseguita fino al 2008 circa, cioè da quando Mediaset ha acquisito ad uso esclusivo gli studi Elios Titanus.
Prima di allora, infatti, moltissime produzioni andavano in onda da Cinecittà come Uomini e donne, Amici, Buona Domenica, Tira e molla, La corrida, Ciao Darwin.
Su Milano, in passato, era molto utilizzato il centro della Bravo Productions, più noto come Studio One, sito in via Mambretti, 9/13. Qui vennero realizzati programmi storici tra i quali Drive In (edizioni 1986/1987 e 1987/1988), Odiens, la prima edizione di Striscia la notizia, Ok, il prezzo è giusto! (dal 1989 al 1994), La ruota della fortuna (dal 1989 al 1995) e le prime stagioni della soap opera Vivere, l'ultima edizione di Bis, Tris, Grand Hotel, Viva Napoli, Don Tonino, I cinque del quinto piano, I tre moschiettieri, L'Odissea, M'ama non m'ama.
Altro studio usato per anni fu quello della Telepro di Via Giotto 36 a Milano (collocato al piano sotterraneo -3) dove venivano registrati il quiz Bis condotto da Mike Bongiorno, Le frontiere dello spirito e Il circo di Sbirulino.
Nei primissimi anni '80 venne utilizzato anche lo Studio 3 di Antenna 3 Lombardia a Legnano, come per la prima edizione di Ok, il prezzo è giusto! condotta da Gigi Sabani.
Per un certo periodo si usufruì degli studi sotterranei (collocati al piano - 4) della C.T.C. di Viale Legioni Romane, 43 a Milano (alcune edizioni di C'eravamo tanto amati, la seconda e terza edizione di Drive In, la sitcom Andy e Norman, Cipria), di quelli della Asa Television di Cinisello Balsamo (Superclassifica Show), della Icet Studios di Cologno Monzese in Via Ingegnoli, 40 (prima edizione di Super e dalla settima alla tredicesima edizione, la serie Casa Vianello) e della Icet Studios di Brugherio in Via Guzzina 18 (edizione 2005 di Stranamore, la seconda edizione de Lo show dei record).
Altro studio importante è il Michelangelo Studio, di proprietà di Gerry Scotti, sempre a Cologno Monzese in Via M.Buonarroti, 31 (dal 2000 al 2008 è stato lo studio di Chi vuol essere milionario?). Tra i programmi qui realizzati: Super, Tempi Moderni con Daria Bignardi, Ciro il figlio di Target, Finalmente Soli. Più recentemente ha ospitato Conto alla rovescia.
Le principali sitcom, invece, venivano girate negli studi Link Up di Milano in Viale Col di Lana 6/A, di proprietà de La Italiana Produzioni di Stefania Craxi (poi dismessi e riconvertiti in moderni loft), tra le quali Nonno Felice, Norma e Felice, Casa dolce casa, Due per tre. Da questi studi andò in onda la prima edizione di Buon Pomeriggio con Patrizia Rossetti.
Le serie per ragazzi con Cristina D'Avena erano girate al Teatro 12 della Icet Studios in Via Peppino Rossi 11/13 (storico studio di Colpo Grosso) e negli ex studi Merak Film di Via Lumiere, in entrambi i casi a Cologno Monzese. Inoltre, di recente, molte delle serie principali per ragazzi (cartoni animati e anime), di cui solo quattro non hanno la stessa cantante in voce, sono I Puffi, Scuola di polizia, Kiss Me Licia, L'incantevole Creamy, Magica magica Emi, Pippo e Menelao, Anna dai capelli rossi, Pazze risate per mostri e vampiri, Lady Oscar, Freakazoid!, Occhi di gatto, Tex Avery Show, Lupin III, Alvin rock 'n' roll, Tazmania, Tom e Jerry, Tom & Jerry Kids, Looney Tunes, Hanna-Barbera e Braccio di Ferro.
Su Roma, era molto utilizzato anche lo studio Clodio della CCC Cerrato Compagnia Cinematografica di Via Riboty 18, ex cinema-teatro, riconvertito in un supermercato dal 2002. Qui vennero realizzate molte edizioni de Il pranzo è servito, Zig Zag, la prima edizione di Casa Vianello, la seconda e terza stagione di Cari Genitori.
Altro studio usato per anni fu lo Studio Araldo, sempre della CCC Cerrato Compagnia Cinematografica, in Via Serenissima 71 (poi diventata una Sala Bingo), dove veniva registrato il programma Agenzia Matrimoniale condotto da Marta Flavi e, per un certo periodo, il programma Radio Londra con Giuliano Ferrara.
Le soap opera Vivere (dal 2004 al 2008) e CentoVetrine venivano girate presso i teatri di posa Telecittà di San Giusto Canavese (Torino).
In anni più recenti, le principali trasmissioni realizzate in centri di produzioni esterni sono state: Little Big Show e The Wall (Studi Infront di Milano), L'isola dei famosi e Colorado (Studio Le Robinie, Cologno Monzese), Zelig Event (tensostruttura di Infront in Via Crescenzago a Milano, ex "X Factor Arena"), La settima porta (Michelangelo Studio, Cologno Monzese), Selfie - Le cose cambiano (prima edizione: Studios ex "De Paolis", Roma, seconda edizione: Studi Voxson, Roma), Maurizio Costanzo Show (edizione 2015/2016: Studios ex "De Paolis" Roma, dal 2017 al 2019 Studi Voxson, Roma, dal 2019 Lumina Studios, Roma), Music (Teatro 5 Cinecittà, Roma), Grande Fratello VIP (Cinecittà, Roma), la prima edizione di Live non è la D'urso (Studi Mediapason, Milano), 90 Special (Studi Mediapason, Milano), La sai l'ultima? (Studi Le Robinie, Cologno Monzese), Colorado 2019 (Mind Cargo Roserio 15, Milano). Conto alla rovescia (Michelangelo Studio, Cologno Monzese), Adrian (Studio Le Robinie, Cologno Monzese).
### Diritti televisivi e cinematografici
Attraverso RTI, Medusa, Fascino PGT, Taodue e Mediaset España Comunicación in Spagna, è proprietaria di una vasta library di diritti televisivi e cinematografici e tra le maggiori su scala europea. Dopo aver chiuso Mediatrade nel 2006, la società delegata all'acquisizione dei diritti televisivi e alla produzione di fiction, è stata attiva con Mediavivere, fondata nel 1999 e chiusa nel 2016, nella produzione di soap e mini-serie TV italiane; Fascino PGT, in comproprietà con Maria De Filippi, produce invece format televisivi e talent show; Taodue, fondata da Pietro Valsecchi e Camilla Nesbitt nel 1991, produce film e fiction per la TV. Detiene inoltre il 30% della società Ares Film, casa di produzione di fiction diretta da Alberto Tarallo.
Per via di accordi pluriennali in esclusiva con le principali società di produzione e distribuzione americane ed europee, tra cui: Paramount Pictures, Universal Pictures, Walt Disney Company, Lionsgate Entertainment, Pixar, Marvel Studios, 20th Century Fox, Dreamworks, Columbia Pictures, Warner Bros. International, Metro-Goldwyn-Mayer, Touchstone Pictures, New Line Cinema, Miramax Films, TriStar Pictures, Moviemax, Eagle Pictures, Medusa Film, Taodue, dispone dei prodotti televisivi di maggiore popolarità mondiale: film, serie tv, soap opera, fiction, cartoni, telenovele, miniserie, film tv, oltre ad eventi musicali, d'intrattenimento e a manifestazioni sportive di livello internazionale e mondiale tra cui spiccano Superbike e Campionato italiano di calcio Serie A, UEFA Champions League, Europa League, UEFA Super Cup. Il 21 dicembre 2017 si aggiudica per la prima volta, battendo la concorrenza di Rai e Sky, i diritti dei mondiali di calcio 2018 in Russia, che è stato quindi trasmesso in esclusiva sulle reti free Italia 1, Canale 5, 20 e Mediaset Extra. Il 10 luglio 2018, visti gli ottimi riscontri dovuti ai mondiali di calcio, acquista i diritti della UEFA Nations League e delle qualificazioni agli europei di calcio 2020 e ai mondiali di calcio 2022 trasmettendo in diretta i migliori match delle nazionali straniere per turno.
Attraverso la controllata Endemol detiene i diritti sui format per programmi televisivi di maggior successo e di livello internazionale, per una library complessiva di oltre 2.400 format diffusi in tutto il mondo e destinati a differenti piattaforme televisive.
È attiva anche nel settore discografico con l'etichetta RTI Music (fino al 1991 Five Record), nel licensing e nel merchandising dei propri marchi, nonché personaggi televisivi. Con Mediaset Distribution distribuisce all'estero i prodotti televisivi del gruppo a favore delle principali emittenti di tutto il mondo.
L'azienda nel 2008 ha avviato una causa legale contro Google e YouTube per illecita diffusione e sfruttamento commerciale di file audio-video di proprietà delle società del gruppo, per la violazione dei diritti televisivi e di copyright, richiedendo un risarcimento di circa 500 milioni di euro e la rimozione dei filmati in cui sono presenti contenuti televisivi trasmessi sulle proprie reti gratuite e a pagamento. Il 15 dicembre 2009 è stato accolto integralmente dal Tribunale di Roma il ricorso di Mediaset contro YouTube, disponendo la rimozione immediata dai server YouTube di tutti i contenuti illecitamente caricati. Nello specifico, l'ordinanza si riferisce al reality Grande Fratello. A febbraio 2010 il Tribunale di Roma ha respinto il reclamo di YouTube e confermato il provvedimento emesso.
### Attività estere
| Logo | Nome | Fondazione | Descrizione |
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| | Mediaset España | 10 marzo 1989 | È un'azienda spagnola controllata dal gruppo Fininvest. Si concentra sulla produzione e trasmissione di contenuti televisivi. |
| | ProSiebenSat.1 | 2 ottobre 2000 | Si tratta di una rete televisiva tedesca, di cui il Gruppo Mediaset rileva il 29,9% senza averne un ruolo nella gestione. |
L'azienda si sviluppa anche in ambito internazionale. Sin dal 1989 opera in Spagna e dal 2003 è azionista di riferimento, attraverso la controllata Mediaset Investimenti, del Grupo Gestevisión Telecinco (50,13%) editrice dell'omonimo canale; a dicembre 2009 ha ufficializzato l'acquisto dell'emittente Cuatro, portando a otto il numero complessivo dei propri canali nazionali (Telecinco, La Siete, FDF Telecinco, Cincoshop, Cuatro, CNN+, 40 Latino e Canal Club) e rilevando altresì il 22% della piattaforma satellitare a pagamento Digital+. Dal 2007 all'aprile del 2012 ha detenuto una quota del 33% dell'olandese Endemol attraverso Mediaset Investment Sarl. È attiva inoltre dal 2008 nel mercato televisivo nordafricano, con una partecipazione del 25% nel canale televisivo satellitare in lingua francese Nessma (visibile anche in Italia e in tutta Europa) e cinese, con la partecipazione del 49% in Sportnet Media e accordi commerciali con il canale sportivo China Sport Programs Network (CSPN). Attraverso Telecinco possiede una quota rilevante del canale nordamericano CV Network (CaribeVisión). Per mezzo della concessionaria internazionale Publieurope, nata nel 1996, gestisce la vendita di spazi pubblicitari su più di venti canali televisivi europei, tra cui le reti del gruppo televisivo multinazionale ProSiebenSat.1.
Dal 2003 è l'azienda azionista di riferimento di Telecinco, canale TV del Grupo Gestevisión Telecinco diretto da Paolo Vasile è primo in Spagna sia in ascolti (15,5% di share), sia in raccolta pubblicitaria (30% con la controllata Publiespaña, guidata da Giuseppe Tringali) e dal 2004 quotato alla Borsa di Madrid nel listino IBEX-35 (Madrid, codice isin: ES0152503035, codice alfanumerico: TL5). L'emittente spagnola Telecinco venne fondata da Silvio Berlusconi nel 1989, così come avvenne nel 1986 in Francia con il canale La Cinq e nel 1988 in Germania con il canale Tele 5. Al contrario di ciò che accadde in Francia e in Germania, il canale spagnolo, superata una crisi nel 1993, ebbe decisamente maggior fortuna, finché nel 1997 Mediaset acquisì la partecipazione di Fininvest pari al 25% per poi passare al 50,13%. Le attività di La Cinq e Tele 5 cessarono nel 1992 per motivi differenti: sulla prima, molto indebitata, fu fatto abortire un tentativo di salvataggio di Berlusconi da parte di più soggetti, mentre disaccordi tra azionisti portarono alla chiusura del canale tedesco.
Il Grupo Telecinco, che ha sede principale a Madrid nel quartiere Fuencarral, è attivo sul digitale terrestre spagnolo con altri tre canali tematici gratuiti: LaSiete (ex Telecinco 2), FDF e Boing, il massimo previsto dalla legge spagnola. Il canale Telecinco, che dal 30 marzo 2010 è visibile solo in digitale su DTT, è distribuito anche via satellite sulla piattaforma a pagamento Digital+, di cui possiede il 22% delle quote azionarie. Telecinco controlla in tutto circa una quindicina di società tra cui l'agenzia stampa Atlas, i servizi Internet Conecta 5 Telecinco, produzione cinematografica con Estudios Picasso Fábrica de Ficción, Mi Cartera Media e la società di vendita a distanza Publieci Televisión.
A dicembre 2009, sfruttando la seconda riforma TV del governo Zapatero ha ufficializzato la creazione di una nuova società insieme all'altro canale digitale Cuatro, rafforzando così la propria leadership privata nel mercato televisivo iberico e gettando le basi per una ridefinizione del Gruppo spagnolo come Mediaset España, come poi avverrà nel 2011. Nascono poi altri due canali: Divinity, dedicato al pubblico femminile, ed Energy, riservato a quello maschile. Il presidente del gruppo televisivo spagnolo è Alejandro Echevarrìa.
Dal 1996 la concessionaria Publieurope, società totalmente controllata da Publitalia '80, segue le attività di raccolta pubblicitaria per i clienti internazionali. Oltre alle reti del Gruppo e alle principali testate editoriali di Mondadori, è concessionaria delle maggiori emittenti televisive commerciali europee di: Spagna, Germania, Regno Unito, Austria, Svizzera, Paesi Bassi, Belgio, Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca, Ungheria, Bulgaria e Romania, per le reti del gruppo ProSiebenSat.1, per il canale sportivo cinese CSPN, per il canale d'intrattenimento tunisino Nessma e per il network nordamericano Caribevisión. Publieurope inoltre si avvale della fattiva collaborazione di Publitalia '80, per i clienti italiani e di Publiespaña, per i clienti spagnoli.
Dopo aver tentato l'acquisto del gruppo televisivo tedesco ProSiebenSat.1, ma non andato a buon fine, nel 2007 ebbe invece successo la gara per l'acquisizione (attraverso Telecinco in consorzio paritetico con il fondatore John de Mol e Goldman Sachs), per una cifra di circa €2,6 miliardi, della società internazionale leader nella produzione di format televisivi Endemol, di origine olandese (sede centrale ad Amsterdam) e presente in 25 Paesi e in tutti i continenti, quotata alla borsa olandese dal 1996 al 2007. Il presidente del gruppo olandese, fondato nel 1994 da Joop van den Ende e John de Mol, è l'israeliano Ynon Kreiz.
Nel 2008 Telecinco è entrata nel mercato TV nordamericano con l'acquisto del 28,3% di CV Network (Caribevisión), canale televisivo in lingua spagnola diffuso a New York, Miami, Chicago e Porto Rico e rivolto alle comunità ispaniche. Sempre nello stesso anno Mediaset ha acquisito il 25% della tunisina Nessma, che con il 19% di share si attesta a primo canale satellitare di intrattenimento rivolto al mondo arabo mediterraneo (Maghreb) in lingua francese e visibile anche in Italia e in Europa, creando poi la concessionaria di pubblicità Nessma Advertising; ha stretto accordi commerciali in Cina con il canale sportivo China Sport Programs Network (CSPN) e ha rilevato quote pari al 49% di Sportnet Media, società attiva nella raccolta pubblicitaria, nell'acquisto diritti e nella produzione di programmi televisivi per il network cinese.
Attraverso Mediaset Distribution ha presentato nel 2008 il canale Mediaset International, rivolto esclusivamente ai Paesi esteri, ove vengono trasmessi i principali programmi delle tre reti generaliste in differita di ore o giorni. Nel corso dello stesso anno l'azienda ha ufficializzato il proprio interessamento all'ingresso, tramite Endemol, in ITV, la principale TV commerciale britannica.
Nel maggio 2015 acquista il 40% di Digitals de Catalunya, la società che gestisce il network 8TV, quattro frequenze televisive che a Barcellona e dintorni si piazzano al settimo posto tra la concorrenza. In Spagna il gruppo Mediaset è attivo con Telecinco, La Siete, Cincoshop, Cuatro, CNN+, 40 Latino e Canal Club.
Con la creazione della capogruppo MFE - MediaForEurope, società di diritto olandese domiciliata in Italia, le attività estere del gruppo passano sotto il controllo di quest'ultima.
### Master universitari
Nel 2004, in collaborazione con la Libera università di lingue e comunicazione IULM di Milano, fondò il consorzio Campus Multimedia In.Formazione, con l'obiettivo di creare un'offerta di alta formazione nell'ambito dei media, dell'economia digitale e della comunicazione. Due i master universitari attivi: Master in Management Multimediale (MIMM) e Master in Giornalismo (riconosciuto dall'Ordine dei giornalisti).
La concessionaria di pubblicità Publitalia '80 organizza a Milano dal 1987 un corso post-laurea accreditato ASFOR: il Master in Marketing, Comunicazione e Sales Management.
Dal 2003 al 2007, in collaborazione con l'Università La Sapienza di Roma, realizzò il Laboratorio di Comunicazione e Nuovi Contenuti con due corsi: Scuola della Tv, per la creazione di figure professionali specializzate, e il Laboratorio Linguaggio Tv.
### Attività socio-culturali
Attraverso Mediafriends, organizzazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS), presieduta da Pier Silvio Berlusconi e costituita da Mediaset e Mondadori, vengono svolte attività di ideazione, progettazione, realizzazione e promozione di eventi, in special modo televisivi (La Fabbrica del Sorriso dal 2003), finalizzati alla raccolta di risorse da destinare alla beneficenza ed al finanziamento di progetti mirati quali: istruzione, assistenza socio-sanitaria, valorizzazione della cultura e dell'ambiente, cooperazione internazionale. La Onlus è attiva per la raccolta fondi a seguito di emergenze scaturite da eventi drammatici e catastrofi sia nazionali che internazionali.
La controllata Medusa sostiene da anni la Società italiana per l'Amiloidosi Onlus. Attraverso Publitalia '80, ogni anno dedica oltre 6.000 passaggi pubblicitari a campagne di carattere sociale. Telecinco, in Spagna, mette a disposizione l'emissione di spot dedicati a temi di interesse sociale.
Mediaset è attiva anche nel settore dell'editoria con Link. Idee per la televisione, collana di comunicazione curata da R.T. I. dedicata alla divulgazione dei meccanismi che governano l'industria televisiva mediante il contributo di esperti e professionisti del settore, italiani e stranieri.
Nel 1994, attraverso Medusa, ha intrapreso un progetto di restauri cinematografici denominato Cinema Forever-Dedicato a Carlo Bernasconi, per la tutela di capolavori del cinema italiano diretti da grandi registi come: De Sica, Fellini, Pasolini, Rossellini, Antonioni e Bertolucci. Tra il 1999 e il 2002, ha donato al Museum of Modern Art di New York una serie di lungometraggi restaurati per arricchire con pellicole prestigiose del cinema italiano il patrimonio dell'archivio storico del museo, uno dei più illustri del mondo.
Da più di vent'anni organizza al Teatro Manzoni di Milano la rassegna musicale Aperitivo in Concerto; la controllata Publitalia '80 è sponsor principale della Mostra del Libro Antico, organizzata dalla Fondazione Biblioteca di via Senato, presso il Palazzo della Permanente di Milano.
## Sedi di corrispondenza
Le sedi di corrispondenza si trovano in ogni regione (a eccezione di Basilicata, Calabria e Sardegna) e anche all'estero nelle seguenti città:
* New York (ufficio situato nel palazzo della CBS)
* Bruxelles
* Londra
* Gerusalemme
## Controversie
Nel dicembre 2016 il gruppo francese Vivendi avvia una campagna ostile volta all'acquisizione di azioni di Mediaset. Il 12 dicembre i francesi annunciano di detenere più del 3% del capitale e dichiarano di voler continuare ad acquistare azioni dell'azienda per arrivare ad una quota tra il 10% e il 20%. Nei giorni successivi Vivendi arriva al 20% e il 19 dicembre annuncia di voler salire fino al 30% di Mediaset. Il 20 dicembre 2016 la partecipazione sale al 25,75% del capitale e del 26,77% dei diritti di voto. Il 22 dicembre 2016 l'azienda annuncia che ha raggiunto il 29,99% del capitale.
Mediaset denuncia il comportamento di Vivendi davanti all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), accusando i francesi di aver violato la normativa italiana che, per salvaguardare il pluralismo dell'informazione, vieta a una singola impresa di realizzare, direttamente o indirettamente, oltre il 20% dei ricavi complessivi del "Sistema integrato di comunicazioni" (Legge Gasparri). Nell'attesa di un pronunciamento dell'Autorità garante, Mediaset è costretta a correre immediatamente ai ripari. Tra svalutazioni di asset, oneri straordinari e zavorre legate alla permanenza dei conti della pay-tv in bilancio, il costo pagato da Mediaset per il braccio di ferro con Bolloré viene stimato sui 341 milioni, portando un passivo di 294 milioni nel bilancio Mediaset del 2016.
Al 1º marzo 2017, stando ai dati divulgati dalla Consob, la partecipazione di Vivendi è attestata al 25,753% del capitale. Intanto l'Agcom accerta che Vivendi ha violato la normativa italiana. In conseguenza a tale pronunciamento il gruppo francese trasferisce a una società indipendente (la fiduciaria Simon, di diritto francese, trust del gruppo italiano Ersel), la proprietà del 19,19% delle azioni Mediaset, impugnando però in parallelo la delibera dell'Agcom davanti al Tar del Lazio per ottenerne l'annullamento. Il giudice italiano non si pronuncia subito, ma chiede alla Corte di giustizia dell'Unione europea se la normativa italiana sia compatibile con il diritto dell'Unione. Passano tre anni. Nel 2020 l'alta Corte ravvisa profili d'incompatibilità tra il "Sistema integrato di comunicazioni" e la normativa europea sulla concorrenza. Di conseguenza, alla fine di dicembre dello stesso anno, il Tar del Lazio annulla la delibera del 10 aprile 2017 dell'Agcom.
Il 19 aprile 2021 il Tribunale di Milano condanna Vivendi a risarcire Mediaset di €1,7 milioni per il mancato acquisto di Mediaset Premium. La decisione cambia nettamente uno scenario che rimaneva immutato da oltre quattro anni. Dopo alcuni giorni le due parti raggiungono un accordo consensuale: l'intesa toglie al gruppo francese la possibilità di imporre blocchi, permettendo così a Mediaset di rilanciare i suoi progetti europei. Inoltre, nel giro di cinque anni, Vivendi dovrà vendere sul mercato il 19,19% che avrebbe dovuto “parcheggiare” in Simon Fiduciaria per ordine dell'Agcom e dovrà scendere al 4,61% senza acquistare più titoli, votando a favore del trasferimento della sede legale di Mediaset nei Paesi Bassi e lasciando così campo libero all'acquisizione della rete francese M6 e della tedesca ProSiebenSat.1 Media,
Nello stesso anno Mediaset vince una causa contro Dailymotion. La piattaforma dovrà pagare al Biscione €26,3 milioni per la pubblicazione di video di RTI e Medusa Film protetti da copyright. Alla fine dell'anno Mediaset annuncia alle autorità antitrust austriache di aver acquisito il controllo de facto di ProSiebenSat, possedendo il 29,9% delle azioni.
## Marchio
Il logo di Mediaset è la testa stilizzata del Basilisco, detto anche Biscione, adottato come simbolo araldico e stemma dai Visconti, signori di Milano, a partire dall'XI secolo in seguito alle gesta di Oddone Visconti in Terra Santa nel 1187. Il Basilisco venne poi acquisito dagli Sforza nel corso del XIV secolo, sino a divenire uno dei simboli della città.
Il Biscione di Mediaset porta tra le fauci un fiore di otto petali, a differenza dello stemma dei Visconti in cui si trova un moro. Il logo è stato creato negli anni settanta come simbolo di Milano 2: un progetto urbanistico ad opera di Silvio Berlusconi situato nella natura (il fiore), adiacente a Milano (il Biscione). Da allora ha sempre rappresentato il gruppo Fininvest, quindi il canale Telemilano, la cui sede era per l'appunto a Milano 2, in seguito divenuto Canale 5. Di qui l'adozione del simbolo da parte di Mediaset nel 1993 esteso a tutte le società del gruppo televisivo; nel 2004 ha poi assunto la linea attuale in concomitanza con il lancio dell'offerta televisiva in digitale.
È simbolo anche di Milano 3, Medusa, della società di aerotrasporti privata Alba, del Teatro Manzoni e, in altre differenti declinazioni, del canale Mediashopping, della ONLUS Mediafriends, del gruppo assicurativo-bancario Mediolanum, facente sempre parte di Fininvest.
Il colore del fiore è il principale carattere distintivo del simbolo: azzurro per Mediaset e per il vecchio logo del gruppo Mediolanum, blu notte scuro per Canale 5 (in precedenza rosso e poi arancione), verde per Fininvest e Mediafriends, giallo per Alba e Medusa, rosso per Milano 2, Milano 3 e il Teatro Manzoni.
Per identificare il gruppo televisivo facente capo a Fininvest, viene spesso utilizzato per l'appunto il termine Biscione.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Chesterfield_Football_Club
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Chesterfield Football Club
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# Chesterfield Football Club
Il Chesterfield Football Club è una società calcistica inglese con sede a Chesterfield, fondata nel 1866. Milita nella National League, la quinta divisione del campionato inglese di calcio.
Pur essendo la quarta squadra più antica del calcio inglese, ha trascorso la maggior parte della sua esistenza nelle categorie inferiori. Nel 1997 ha raggiunto la semifinale di FA Cup: il Chesterfield è stato il primo club non appartenente alle prime due categorie del calcio inglese a raggiungere questo risultato.
## Storia
Il Chesterfield ha trascorso la sua intera storia nelle serie inferiori, senza mai raggiungere la massima serie.
Il primo documento ufficiale è stato un avviso su un giornale locale messo da parte dei membri del Chesterfield Cricket Club il 19 ottobre 1867. La squadra è stata ammessa per la prima volta in un campionato nel 1899 (la Second Division) ed ha assunto questo nome dal 24 aprile 1919.
Per colmare il vuoto lasciato calcistico nella città, infatti, il comune di Chesterfield formò un nuovo club nell'aprile 1919 chiamandolo Chesterfield Municipal F.C.. Il nuovo club fece passi da gigante nella sua prima stagione, vincendo la Midland League. Tuttavia, la Football Association e la Football League aveva già chiarito la loro opposizione all'esistenza club a conduzione politica: la società fu quindi costretta a tagliare i suoi legami con il comune e diventare indipendenti: la cosa ebbe riflessi sul nume che fu cambiato in Chesterfield FC nel dicembre 1920.
Nel 1921-22, Chesterfield Football Club divenne un membro fondatore della nuova divisione Nord Football Third League. Dopo l'arrivo del nuovo manager Ted Davison nel 1926 e del presidente Harold Shentall nel 1928, il club vinse il titolo di Third Division North nella stagione 1930-1931, battendo 8-1 il Gateshead nell'ultimo turno e venne promosso nella Second Division. Retrocessero nel 1933, ma riuscirono a vincere nuovamente la Third Division North nel 1936.
Dopo la guerra il club ottenne il suo miglior piazzamento, il quarto posto in Second Division del 1946-47; Nel 1961 il Chesterfield venne retrocesso in Fourth Division per la prima volta.
Il Chesterfield trascorse otto stagioni in Fourth Division, guadagnandosi la promozione nel 1969-70 sotto la guida del Jimmy McGuigan. Nel 1981 vinse la Coppa anglo-scozzese. Il club retrocesse nel 1983-84, ma vinse il titolo di Fourth Division nella stagione successiva. Le difficoltà finanziarie costrinsero alla vendita del club e del relativo campo di allenamento nel 1985. Retrocesse in seguito nel 1988-89; il Chesterfield raggiunse i play-off un anno più tardi, ma vennero battuti dal Cambridge United nella finale play-off. L'arrivo di John Duncan come manager nel 1993 portarono nella stagione 1994-1995 alla vittoria nei play-off contro Mansfield Town e Bury, con conseguente promozione in Second Division.
La stagione 1996-97 vide il Chesterfield battere sei squadre tra cui alcune di Premier League come il Nottingham Forest, consentendogli di raggiungere la semifinale di FA Cup per la prima volta. La semi-finale della partita contro il Middlesbrough fini 3-3 dopo i tempi supplementari; Chesterfield perse poi il replay 3-0.
Il club retrocesse in Third Division nel 2000, a seguito di una serie di 21 partite senza una vittoria, e il presidente Norton Lea venne sostituito da Darren Brown. L'anno seguente, il Chesterfield fu penalizzato di nove punti per irregolarità finanziarie dopo aver tentato di evitare di pagare al Chester City la tariffa stabilita dalla Federazione per Luke Beckett. Brown cedette il controllo del club nel marzo 2001 e la proprietà passò un gruppo di tifosi organizzato in tutta fretta, il "Chesterfield Football Supporters Society": gli enormi debiti accumulati da Brown costrinsero il club all'amministrazione controllata, mentre Brown fu poi condannato a quattro anni di carcere per reati quali falso in bilancio.
La Second Division, in cui militava il club, fu rinominata Football League One dalla stagione 2004-05: due anni dopo (2006/2007) il Chesterfield venne retrocessa in Football League Two, anche se raggiunse la semifinale del Football League Trophy e il quarto turno della Football League Cup di calcio nello stesso anno. Le tre stagioni successive non hanno visto alcun cambiamento.
Nel campionato 2010-2011 il Chesterfield fu promosso dalla League Two alla League One classificandosi al 1º posto.
Nella stagione 2011-2012 qualificandosi al 22º posto in classifica viene di nuovo retrocessa in League Two.
Nella 2013-2014 il club ottiene la promozione in Football League Two, divenendo con quattro successi la squadra con il maggior numero di vittorie del quarto livello del calcio inglese. Dopo essere risalita fino alla League One, è ridiscesa in Football League Two al termine della stagione 2015-2016. Al termine dell'annata 2017-2018 è precipitata in National League. Nella stagione 2022-2023 conquista un terzo posto in National League, per poi perdere la finale play-off ai calci di rigore contro il Notts County.
## Strutture
### Stadio
Con la vittoria della Football League One nel 2011 per ragioni di capienza il club fu costretto ad abbandonare lo storico stadio chiamato Recreation Ground, comunemente noto come Saltergate, che poteva ospitare 8504 spettatori. Dalla stagione 2011/2012 il Chesterfield gioca le sue partite casalinghe nel B2net Stadium, la cui capienza è di 10.300 spettatori.
## Sponsor tecnici
| Periodo | Sponsor Tecnici | Sponsor |
| - | - | - |
| 1976-79 | Bukta | |
| 1979–82 | Adidas | |
| 1982-83 | Latif | |
| 1983-88 | Latif | Coalite |
| 1988-90 | Bukta | Coalite |
| 1990-92 | Matchwinner | Coalite |
| 1992–94 | Matchwinner | North Derbyshire Health Authority/Gordon Lamb |
| 1994–96 | Matchwinner | North Derbyshire Health Authority/GK |
| 1996–98 | Super League | North Derbyshire Health Authority |
| 1998-2000 | Super League | Kenning Autos |
| 2000–01 | Aspire | Gordon Lamb |
| 2001–02 | TFG | Gordon Lamb |
| 2002–03 | Turf Sports | Gordon Lamb/Vodka Kick |
| 2003–04 | Uhlsport | Gordon Lamb/Vodka Kick |
| 2004–05 | Branded | Autoworld/Vodka Kick |
| 2005-07 | TFG | Autoworld/Vodka Kick |
| 2007–08 | Lotto | Vodka Kick |
| 2008–10 | Bukta | |
| 2010–12 | Respect | Vodka Kick |
| 2012-2013 | Puma | Kick Energy |
| 2013- | Puma | Napit |
## Allenatori
| E. Timmeus (1891–1895) Gilbert Gillies (1895–1901) E. Hind (1901–1902) Jack Hoskin (1902–1906) W. Furness (1906–1907) George Swift (1907–1910) G. Jones (1911–1913) R. Weston (1913–1917) T. Callaghan (1919) J. Caffrey (1920–1922) Harry Hadley (1922) Harry Parkes (1922–1927) | Alec Campbell (1927) Teddy Davison (1927–1932) Bill Harvey (1932–1938) Norman Bullock (1938–1945) Bob Brocklebank (1945–1948) Bobby Marshall (1948–1952) Ted Davison (1952–1958) Duggie Livingstone (1958–1962) Tony McShane (1962–1967) Jimmy McGuigan (1967–1973) Joe Shaw (1973–1976) Arthur Cox (1976–1980) | Frank Barlow (1980–1983) John Duncan (1983–1987) Kevin Randall (1987–1988) Paul Hart (1988–1991) Chris McMenemy (1991–1993) John Duncan (1993–2000) Nicky Law (2000–2002) Dave Rushbury (2002–2003) Roy McFarland (2003–2007) Lee Richardson (2007–2009) John Sheridan (2009–2012) | Paul Cook (2012–2015) Danny Wilson (2015-2017) Gary Caldwell (2017) Jack Lester (2017-2018) Martin Allen (2018) John Sheridan (2019–2020) John Pemberton (2020) James Rowe (2020–2022) Paul Cook (2022-) |
| - | - | - | - |
## Palmarès
### Competizioni nazionali
* Third Division North: 2
1930-1931, 1935-1936
* Campionato inglese di quarta divisione: 4 (record nazionale)
1969-1970, 1984-1985, 2010-2011, 2013-2014
* Football League Trophy: 1
2011-2012
### Competizioni regionali
* Midland Football League Champions: 2
1909-1910, 1919-1920
### Competizioni internazionali
* Coppa anglo-scozzese: 1
1980-1981
### Altri piazzamenti
* Coppa d'Inghilterra:
Semifinalista: 1996-1997
* Campionato inglese di quarta divisione:
Terzo posto: 1994-1995, 2000-2001
* Third Division North:
Secondo posto: 1933-1934
Terzo posto: 1923-1924
* Football League Trophy:
Finalista: 2013-2014
## Record
### Individuali
Presenze: 617 Dave Blaky (1948-1967)
Giocatore più giovane: 16 anni 159 giorni Dennis Thompson
Giocatore più anziano: 40 anni 232 giorni Billy Kidd
### Club
Migliore posizione campionato: 4ª Seconda Divisione
Migliore posizione FA Cup: Semifinale
## Organico
### Rosa 2020-2021
| N. | Ruolo | Calciatore |
| - | - | - |
| 2 | D | George Carline |
| 3 | D | David Buchanan |
| 4 | D | Josef Yarney |
| 5 | D | Will Evans |
| 6 | D | Laurence Maguire |
| 7 | C | Joe Rowley |
| 8 | C | Curtis Weston |
| 9 | A | Akwasi Asante |
| 10 | A | Liam Mandeville |
| 11 | A | Marcus Dinanga |
| 12 | P | Luke Coddington |
| 13 | C | Kacy Butterfield |
| 15 | D | Joel Taylor |
| 16 | C | Jack Clarke |
| 17 | C | Jak McCourt |
| 18 | A | Nathan Tyson |
| N. | Ruolo | Calciatore |
| 22 | C | Tom Whelan |
| 23 | C | Jonathan Smith |
| 24 | A | Tom Denton |
| 26 | D | Haydn Hollis |
| 30 | D | Regan Hutchinson |
| 31 | P | Dylan Wharton |
| 32 | D | Jordan Cropper |
| | D | Gavin Gunning |
| | D | Fraser Kerr |
| | A | Adi Yussuf |
| | D | Alex Whittle |
| | P | Grant Smith |
| | C | Martin Smith |
| | P | Adam Przybek |
| | A | Luke Rawson |
### Rose delle stagioni precedenti
* 2009-2010
* 2012-2013
* 2013-2014
* 2014-2015
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https://it.wikipedia.org/wiki/Sei_solo_tu
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Sei solo tu
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# Sei solo tu
Sei solo tu è un singolo del cantante italiano Nek, pubblicato il 9 maggio 2002 come primo estratto dal settimo album in studio Le cose da difendere.
## Descrizione
Il brano è stato scritto da Cheope e dallo stesso Nek e ha visto la partecipazione vocale della cantante italiana Laura Pausini. Viene tradotto in lingua spagnola con il titolo Tan sólo tú, inserita nell'edizione spagnola dell'album, intitolata Las cosas que defenderé.
Sei solo tu ha avuto un buon successo in Italia, venendo trasmesso frequentemente in radio al punto da conquistare il primo posto della classifica radiofonica.
## Video musicale
Intorno allo stesso periodo è stato reso disponibile il video per il brano, sia nella versione originale che in quella spagnola.
## Tracce
### CD promozionale (Italia)
* Sei solo tu – 3:18
### CD singolo (Italia)
* Sei solo tu (featuring Laura Pausini) – 3:18
* Sei solo tu (versione strumentale) – 3:19
### CD maxi-singolo (Italia)
* Sei solo tu (featuring Laura Pausini) – 3:19
* Sei solo tu (versione strumentale) – 3:19
* En el tren – 3:57
### CD promozionale (Germania, Messico)
* Tan sòlo tù (featuring Laura Pausini) – 3:17
## Formazione
* Nek - voce, cori
* Laura Pausini - voce
* Paolo Costa - basso
* Alfredo Golino - batteria
* Riccardo Galardini - chitarra acustica
* Massimo Varini - chitarra acustica, cori, chitarra elettrica
* Dado Parisini - tastiera, programmazione
## Pubblicazioni
Sei solo tu senza la partecipazione di Laura Pausini (che comunque funge solo da corista) viene inserita negli album di Nek The Best of Nek - L'anno zero del 2003 e E da qui - Greatest Hits 1992-2010 del 2010. Nella versione solista, la frase della Pausini Quel che resta sei viene sostituita da un'eco.
## Classifiche
| Classifica (2002) | Posizione massima |
| - | - |
| Francia | 55 |
| Italia | 3 |
| Stati Uniti (Latin Song) | 36 |
| Stati Uniti (Latin Pop Song) | 17 |
| Svizzera | 46 |
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https://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Farag%C3%B2
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Paolo Faragò
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# Paolo Faragò
Pancrazio Paolo Faragò (Catanzaro, 12 febbraio 1993) è un ex calciatore italiano, di ruolo difensore o centrocampista.
## Biografia
È nato a Catanzaro da genitori originari di Zagarise, da cui acquisisce il primo nome, Pancrazio, che è il santo protettore del paese calabrese. All’età di tre anni si è trasferito a Novara, città nella quale i genitori avevano trovato lavoro. È iscritto all'università, facoltà di Scienze dell'alimentazione, ed è tifoso dell’Inter.
## Carriera
### Club
**Novara**
Dopo aver giocato nel settore giovanile del Novara ha esordito in Serie B con la squadra piemontese nella stagione 2012-2013, nella quale dopo aver esordito in Coppa Italia ha messo a segno 2 gol in 16 partite in campionato; l'anno successivo realizza 2 reti in altrettante partite in Coppa Italia e continua a fare parte della rosa della squadra azzurra anche nel campionato di Serie B. Rimane in Piemonte anche nella stagione 2014-2015, in Lega Pro. Il 10 maggio 2015 il Novara viene promosso in Serie B con annessa vittoria del campionato. A questa vittoria segue quella della Supercoppa di Lega Pro.
**Cagliari**
Il 19 gennaio 2017 viene ceduto in prestito con obbligo di riscatto al Cagliari, con cui firma un contratto valido fino al 30 giugno 2020. Esordisce in Serie A il 22 gennaio 2017 contro la Roma, subentrando a Pisacane all'81º minuto. Il 25 ottobre seguente sigla la sua prima rete in Serie A, nel 2-1 contro il Benevento, oltre ad avere fornito l'assist decisivo per Pavoletti nel recupero. Il mese successivo segna nel successo interno contro il Verona segnando il gol decisivo nel 2-1 finale. Dopo una stagione 2017-2018 da titolare fisso sulla fascia destra (e in cui ha rinnovato sino al 2022), l'anno successivo viene nuovamente impiegato con frequenza, andando anche a segno nel vittorioso 2-1 contro la SPAL del 7 aprile 2019, prima di rimediare un infortunio che lo costringe a terminare anzitempo la sua stagione con 4 gare d'anticipo. Torna in campo il 20 ottobre 2019 contro la SPAL, realizzando la rete del definitivo 2-0 dei sardi.
**Prestito al Bologna e rientro al Cagliari**
Il 29 gennaio 2021 viene ceduto in prestito al Bologna. Sceglie il numero di maglia 43, per omaggiare l'album Via Paolo Fabbri 43 del cantautore Francesco Guccini. Il 23 maggio 2021 debutta con la maglia bolognese nell'ultima giornata del campionato di Serie A 2020-2021, nella gara interna persa per 1-4 con la Juventus, sostituendo Lorenzo De Silvestri. Alla fine della fine stagione ritorna in Sardegna.
**Prestito al Lecce**
Il 9 gennaio 2022 viene ufficializzato il suo passaggio al Lecce, in Serie B, in prestito con obbligo di riscatto. Debutta con i salentini il successivo 16 gennaio, subentrando nella partita vinta in trasferta contro il Pordenone (0-1). È costretto a saltare varie partite dal 13 febbraio al 2 aprile, a causa di un infortunio; il 25 aprile realizza la sua unica rete con i giallorossi, nel successo casalingo per 2-0 contro il Pisa.
**Como e ritiro**
Il 27 agosto 2022 passa a titolo definitivo al Como. Con la maglia dei comaschi raccoglie 17 presenze complessive.
Il 25 gennaio 2024 annuncia il ritiro dall'attività agonistica.
### Nazionale
Nel giugno del 2015 viene convocato dal mister Massimo Piscedda alle Universiadi in programma a luglio in Corea del Sud, vinte dagli azzurri 3-0 in finale contro i padroni di casa coreani.
Ha ricevuto alcune convocazioni con la B Italia, la prima delle quali durante la stagione 2012-2013.
## Statistiche
### Presenze e reti nei club
Statistiche aggiornate al 25 gennaio 2024.
| Stagione | Squadra | Campionato | Campionato | Campionato | Coppe nazionali | Coppe nazionali | Coppe nazionali | Coppe continentali | Coppe continentali | Coppe continentali | Altre coppe | Altre coppe | Altre coppe | Totale | Totale |
| - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| Stagione | Squadra | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti |
| 2012-2013 | Novara | B | 16 | 2 | CI | 1 | 0 | - | - | - | - | - | - | 17 | 2 |
| 2013-2014 | Novara | B | 35+2 | 4 | CI | 2 | 2 | - | - | - | - | - | - | 39 | 6 |
| 2014-2015 | Novara | LP | 20 | 1 | CI+CI-LP | 1+1 | 0 | - | - | - | SL-LP | 0 | 0 | 22 | 1 |
| 2015-2016 | Novara | B | 36+3 | 7 | CI | 1 | 0 | - | - | - | - | - | - | 40 | 7 |
| 2016-gen. 2017 | Novara | B | 20 | 5 | CI | 3 | 0 | - | - | - | - | - | - | 23 | 5 |
| Totale Novara | Totale Novara | Totale Novara | 127+5 | 19 | | 9 | 2 | | - | - | | 0 | 0 | 141 | 21 |
| gen.-giu. 2017 | Cagliari | A | 9 | 0 | CI | - | - | - | - | - | - | - | - | 9 | 0 |
| 2017-2018 | Cagliari | A | 35 | 2 | CI | 1 | 0 | - | - | - | - | - | - | 36 | 2 |
| 2018-2019 | Cagliari | A | 26 | 1 | CI | 3 | 0 | - | - | - | - | - | - | 29 | 1 |
| 2019-2020 | Cagliari | A | 21 | 1 | CI | 1 | 0 | - | - | - | - | - | - | 22 | 1 |
| 2020-gen. 2021 | Cagliari | A | 8 | 0 | CI | 1 | 1 | - | - | - | - | - | - | 9 | 1 |
| gen.-giu. 2021 | Bologna | A | 1 | 0 | CI | - | - | - | - | - | - | - | - | 1 | 0 |
| 2021-gen. 2022 | Cagliari | A | 1 | 0 | CI | 0 | 0 | - | - | - | - | - | - | 1 | 0 |
| Totale Cagliari | Totale Cagliari | Totale Cagliari | 100 | 4 | | 6 | 1 | | - | - | | - | - | 106 | 5 |
| gen.-giu. 2022 | Lecce | B | 8 | 1 | CI | 1 | 0 | - | - | - | - | - | - | 9 | 1 |
| 2022-2023 | Como | B | 17 | 0 | CI | 0 | 0 | - | - | - | - | - | - | 17 | 0 |
| 2023-gen. 2024 | Como | B | 0 | 0 | CI | 0 | 0 | - | - | - | - | - | - | 0 | 0 |
| Totale Como | Totale Como | Totale Como | 17 | 0 | | 0 | 0 | | - | - | | - | - | 17 | 0 |
| Totale carriera | Totale carriera | Totale carriera | 257 | 24 | | 16 | 3 | | - | - | | 0 | 0 | 273 | 27 |
## Palmarès
### Club
**Competizioni nazionali**
* Lega Pro: 1
Novara: 2014-2015
* Supercoppa di Lega Pro: 1
Novara: 2015
* Campionato italiano di Serie B: 1
Lecce : 2021-2022
### Nazionale
* Universiade: 1
2015
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9,226,507 |
https://it.wikipedia.org/wiki/Halo_%28serie_televisiva%29
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Halo (serie televisiva)
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# Halo (serie televisiva)
Halo è una serie televisiva statunitense di fantascienza militare sviluppata da Kyle Killen e Steven Kane per il servizio di streaming Paramount+, basata sull'omonimo franchise di videogiochi Halo. È prodotto da Amblin Television, 343 Industries, Showtime, One Big Picture e Chapter Eleven e segue una guerra del 26º secolo tra la United Nations Space Command (UNSC) e gli alieni Covenant. La serie TV non sarà tuttavia canonica con gli eventi dei videogiochi e questa linea del tempo, che sarà unica di questa serie, verrà chiamata "Silver Timeline".
Pablo Schreiber e Jen Taylor interpretano il Sottufficiale John-117, chiamato anche Master Chief, e Cortana, la sua compagna IA. Sono affiancati da Natascha McElhone, Yerin Ha, Charlie Murphy, Shabana Azmi, Bokeem Woodbine, Kate Kennedy, Natasha Culzac e Bentley Calu. Lo sviluppo di una serie televisiva di Halo è iniziato nel 2015. Killen è stato assunto nel giugno 2018, con la serie annunciata ufficialmente per 10 episodi da Paramount+. Le riprese sono iniziate in Ontario, Canada, nell'ottobre 2019, sebbene la post-produzione dei primi cinque episodi sia stata influenzata dalla pandemia di COVID-19. Il primo trailer ufficiale è stato mostrato durante i The Game Awards 2021.
## Trama
Halo segue un epico conflitto del XXVI secolo tra l'umanità e una minaccia aliena nota come Covenant. Tra azione, avventura e un'immaginifica visione del futuro si intrecceranno varie storie personali.
## Episodi
| Stagione | Episodi | Pubblicazione |
| - | - | - |
| Prima stagione | 9 | 2022 |
## Personaggi e interpreti
### Principali
* John-117 / Master Chief (stagione 1-in corso), interpretato da Pablo Schreiber, doppiato da Simone D'Andrea. Imponente super soldato, capitano del Silver Team, conosciuto come "Spartan-117".
* Margaret Parangosky (stagione 1-in corso), interpretata da Shabana Azmi, doppiata da Barbara Castracane. Ammiraglio e direttore dell'Office of Naval Intelligence.
* Riz-028, interpretata da Natasha Culzac, doppiata da Ilaria Silvestri. Membro Spartan del Silver Team.
* Miranda Keyes (stagione 1-in corso), interpretata da Olive Gray, doppiata da Emanuela Ionica. Agente UNSC e figlia di Jacob e Catherine.
* Kwan Ha Boo (stagione 1-in corso), interpretata da Yerin Ha, doppiata da Margherita De Risi. Figlia del generale Ha, ragazzina insurrezionalista delle colonie esterne del pianeta Madrigal.
* Vannak-134 (stagione 1-in corso), interpretato da Bentley Kalu, doppiato da Antonino Saccone. Membro Spartan del Silver Team.
* Kai-125 (stagione 1-in corso), interpretata da Kate Kennedy, doppiata da Tania De Domenico. Membro Spartan del Silver Team.
* Makee (stagione 1-in corso), interpretata da Charlie Murphy, doppiata da Federica Simonelli. Umana rapita dai Covenant che è stata cresciuta dai gerarchi come la "Beata".
* Jacob Keyes (stagione 1-in corso), interpretato da Danny Sapani, doppiato da Alberto Angrisano. Comandante esperto UNSC e confidente di Master Chief.
* Cortana (stagione 1-in corso), interpretata da Jen Taylor, doppiata da Beatrice Caggiula. Costrutto di intelligenza artificiale (IA) basato sul modello del cervello della dott.ssa Halsey. È affidata alle cure di Master Chief e la sua conoscenza la rende un bersaglio per i Covenant.
* Soren-066 (stagione 1-in corso), interpretato da Bokeem Woodbine, doppiato da Stefano Thermes. Disertore Spartan che in seguito diventa il capo insurrezionalista dei Rubble.
* Dott.ssa Catherine Elizabeth Halsey (stagione 1-in corso), interpretata da Natascha McElhone, doppiata da Cristiana Rossi. Scienziata dell'UNSC e direttrice del progetto Spartan-II.
* Laera (stagione 2-in corso, ricorrente stagione 1), interpretata da Fiona O'Shaughnessy, doppiata da Valentina Mari. Moglie di Soren.
* Kessler (stagione 2-in corso, ricorrente stagione 1), interpretato da Tylan Bailey. Figlio di Soren e Laera.
* James Ackerson (stagione 2-in corso), interpretato da Joseph Morgan. Agente dell'intelligence che ha scalato i ranghi del misterioso ONI dell'UNSC.
* Talia Perez (season 2-in corso), interpretata da Cristina Rodlo. Caporale specializzata in linguistica per l'unità di comunicazioni dell'UNSC.
* Pablo Schreiber
* Shabana Azmi
* Olive Gray
* Charlie Murphy
* Yerin Ha
* Jen Taylor
* Bokeem Woodbine
* Natascha McElhone
* Joseph Morgan
### Ricorrenti
* Kaidon (stagione 1), interpretato da Jamie Beamish. Elite dei Covenant sopravvissuto nella battaglia di Madrigal.
* Vinsher Grath (stagione 1), interpretato da Burn Gorman, doppiato da Loris Loddi. Politico di Madrigal e collaboratore dell'UNSC che sopprime il movimento insurrezionalista su Madrigal.
* Profeta della Pietà (stagione 1-in corso), doppiato da Julian Bleach. Uno dei tre profeti gerarchi, leader politici e religiosi dei Covenant.
* Profeta della Verità (stagione 1-in corso), doppiato da Karl Johnson. Uno dei tre profeti gerarchi, leader politici e religiosi dei Covenant.
* Profeta del Rimorso (stagione 1-in corso), doppiato da Hilton McRae. Uno dei tre profeti gerarchi, leader politici e religiosi dei Covenant.
* Grande ammiraglio Terrence Hood (stagione 1-in corso), interpretato da Keir Dullea, doppiato da Massimiliano Lotti. Ufficiale di alto rango dell'UNSC.
* Adun Saly (stagione 1), interpretato da Ryan McParland, doppiato da Massimo Triggiani. Assistente di laboratorio della dottoressa Halsey.
* Jin Ha (stagione 1), interpretato da Jeong-hwan Kong, doppiato da Lorenzo Scattorin. Padre di Kwan e capo insurrezionalista su Madrigal.
## Produzione
### Sviluppo
La serie televisiva ha attraversato uno sviluppo molto travagliato, con un'uscita inizialmente pianificata per il 2015 con Steven Spielberg come produttore, passando per una del 2019 con Rupert Wyatt come produttore, poi una del 2020 e infine con la sua versione definitiva del 2022 con Otto Bathurst come produttore.
Il 21 maggio 2013 Steven Spielberg era stato incaricato per la produzione esecutiva di una serie televisiva basata sul franchise di videogiochi Halo, distribuita da Xbox Entertainment Studios e dalla società di Spielberg Amblin Television, intitolata Halo: The Television Series. Ad agosto 2015 la serie era ancora in fase di sviluppo attivo.
Il 28 giugno 2018 Showtime ha ordinato una serie composta da 10 episodi. Kyle Killen doveva essere showrunner, sceneggiatore e produttore esecutivo, mentre Rupert Wyatt era nominato regista e produttore esecutivo. Il 12 agosto è stato annunciato che Master Chief sarebbe stato il protagonista della serie e che la serie avrebbe raccontato una storia diversa dai videogiochi ma rispettando allo stesso tempo il suo canone. Il 3 dicembre Wyatt si è dimesso da regista a causa di conflitti di programmazione. È stato sostituito da Otto Bathurst nel febbraio 2019. Nel marzo 2019 Steven Kane è stato aggiunto come co-showrunner insieme a Killen. Il 24 febbraio 2021 la serie è stata spostata da Showtime a Paramount+. Il 25 giugno 2021 è stato riferito che sia Kane che Killien sarebbero usciti come showrunner dopo il completamento della prima stagione. Killien se ne era andato prima dell'inizio della produzione perché non si sentiva in grado di adempiere ai doveri di showrunner, con Kane che prendeva le redini come showrunner principale fino al completamento del lavoro di post produzione. Tuttavia se la serie dovesse essere rinnovata per una seconda stagione Kane non tornerebbe. Il 15 febbraio 2022 Paramount+ ha rinnovato la serie per una seconda stagione, con Wiener come showrunner e produttore esecutivo.
### Casting
Da aprile ad agosto 2019 è stato annunciato il cast della serie, con Pablo Schreiber come Master Chief. A lui si unirono Yerin Ha, Natascha McElhone, Bokeem Woodbine, Shabana Azmi, Bentley Kalu, Natasha Culzac e Kate Kennedy. Nel novembre 2020, Jen Taylor ha sostituito McElhone nei panni di Cortana.
### Riprese
Si stima che la serie TV di Halo sia costata in totale più di 200 milioni di dollari per la prima stagione. Le riprese principali sono iniziate a ottobre 2019. Nel 2019, la serie ha speso oltre 40 milioni di dollari in costi di produzione. I cinque episodi girati sono stati rieditati durante la chiusura della pandemia di COVID-19, con la produzione del sesto episodio e le riprese programmate in Ontario, Canada. Le riprese alla fine sono state completate a Budapest nel febbraio 2021. In definitiva, si stima che la produzione totale della serie, inclusa la postproduzione totale della serie, sia costata più di 200 milioni di dollari per tutti i 9 episodi della prima stagione.
Il budget della serie è stato di 90 milioni di dollari per 9 episodi.
### Colonna sonora
Il 14 febbraio 2022, è stato rivelato che Sean Callery avrebbe composto la colonna sonora della serie.
## Distribuzione
Halo ha debuttato il 24 marzo 2022 su Paramount+. In Italia la serie è trasmessa in contemporanea con gli Stati Uniti da Sky Atlantic e Now in versione originale sottotitolata e dal 28 marzo 2022 con doppiaggio in italiano.
La seconda stagione sarà distribuita dall'8 febbraio 2024.
## Accoglienza
Sull'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes la serie ottiene il 70% delle recensioni professionali positive, con un voto medio di 6,75 su 10 basato su 63 critiche. Il consenso critico del sito web recita: “Halo è troppo derivato dalle migliori serie di fantascienza per far emergere un'élite completamente formata, ma barlumi di promesse e fedeltà al materiale originale segnalano che non è ancora fuori combattimento." Il consenso popolare mostra invece una percentuale di gradimento del 52%. Su Metacritic ha un punteggio di 61 su 100 basato su 19 recensioni.
## Differenze
La serie prende particolare ispirazione dal romanzo Halo: La caduta di Reach, soprattutto per l'infanzia di John-117 e il progetto SPARTAN-II, ma se ne distacca in più occasioni, stessa cosa per la controparte videoludica.
* Nella serie Eridanus-II, pianeta d'origine di John-117, è un pianeta arido selezionato per un progetto di terra-formazione dall'UNSC, nei romanzi e nei videogiochi il pianeta era già abitato prima della colonizzazione e presenta due importanti città: Luxor ed Elysium City, la città natale di John-117.
* Nella serie gli Spartan vennero sottoposti ad un trapianto di chip inibitore che sopprime tutti i loro ricordi d'infanzia precedenti all'addestramento, nel gioco e nei romanzi non vi è traccia di questo particolare.
* Nella serie John-117 viene nominato Master-Chief fin dall'infanzia per la sua dedizione al comando, nel romanzo viene investito di tale carica solo dopo la riuscita della missione sulle montagne rocciose del Reach.
* Nella serie John-117 è presentato come un soldato dall'aspetto giovanile (nonostante i suoi buoni 50 anni) con capelli corti rasati in stile militare, poca barba incolta e alto poco più di 190 centimetri, mentre nel videogioco e nei romanzi i segni dell'età sono evidenti anche se il suo invecchiamento è rallentato, è totalmente calvo ed è alto più di 213 centimetri, come viene fatto notare anche in Halo: Combat Evolved e Halo 4: Forward Unto Dawn.
* Nella serie il Capitano Jacob Keyes è responsabile del rapimento e dell'addestramento dei bambini per il progetto SPARTAN-II, mentre nel romanzo gli Spartan sono stati prelevati, modificati e addestrati dalla dottoressa Catherine Halsey e dal Sottufficiale di Terzo Grado Franklin Mendez con l'aiuto della IA Déjà.
* Nella serie la squadra di John-117 è la Silver Team ed è composta dall'assaltatore Vannak-134, la specialista in comunicazioni Riz-028 e il cecchino Kai-125, mentre nei videogiochi la squadra comandata fin dall'adolescenza da John-117 è la Blue Team ed è composta da Frederic-104, Linda-058 e Kelly-087, che ricoprono i rispettivi ruoli.
* Nella serie i soldati Marines incaricati di sopprimere le rivolte vengono presentati come semplici soldati umani da fanteria terrestre, nei videogiochi è specificato come loro siano l'effettivo progetto SPARTAN-I, nome in codice ORION.
* Nella serie i Covenant parlano tutti una loro lingua, che pare essere la stessa dei profeti (San 'Shyuum), mentre nel gioco non è mai specificato come queste diverse razze aliene comunichino fra di loro, la maggior parte pare conoscere la lingua umana più utilizzata (inglese) e continuano ad usarla anche sul campo di battaglia, si suppone sia a causa dell'antica guerra contro i Precursori dove umani e San 'Shyuum si unirono in battaglia fino al tradimento di quest'ultimi.
* Nella serie i Covenant attaccano la colonia umana su Madrigal per recuperare la Keystone e gli Spartan vengono inviati sul luogo dalla UNSC per uccidere la flotta nemica, mentre nel romanzo i Covenant attaccano il pianeta Sigma Octanus IV nel sistema di Sigma Octanus e sono braccati dal comandante della Iroquois Jacob Keyes che riesce da solo a distruggere tre navi da guerra nemiche, oltretutto il recupero della Keystone è la principale causa della caduta del Reach.
* Nella serie Soren-066 viene presentato come un pirata ex-Spartan fuggito dal campo d'addestramento all'età di 16 anni dopo aver subito una forte mutazione al braccio sinistro a causa degli esperimenti fallimentari della dottoressa Catherine Halsey, in più viene confermato che fu lui stesso a uccidere suo padre. In Halo: Evolutions, Soren è un ragazzo nato sulla colonia di Dwarka che entrò volontariamente all'età di 6 anni nel progetto SPARTAN-II dopo aver visto la morte del padre a causa di una rara malattia, il suo stato fisico e mentale non gli permise di reagire positivamente al farmaco di potenziamento muscolare che deformò orribilmente il suo corpo, accorciando notevolmente la gamba sinistra contorcendola su sé stessa e mutandogli orribilmente ambedue le braccia. Ricoprì un ruolo amministrativo finché non venne convinto a rubare dell'uranio dai magazzini da un suo collega, azione che finì con la fuga sul pianeta Reach poco prima dell'invasione Covenant. Anche se non è certo, probabilmente è morto durante la vetrificazione del pianeta.
* Nella serie la reliquia dei Precursori (Keystone) reagisce solo con pochi eletti chiamati "Beati", nei videogiochi è più volte confermato che reagiscono con ogni essere umano e non esiste alcun "Beato".
* Nella serie Oban è abitato ed è il pianeta d'origine di Makee, nei videogiochi è un pianeta deserto scoperto solo durante la guerra fra umani e Covenant.
* Nella serie Cortana è stata sviluppata come IA di riscrittura, caricata direttamente nella corteccia celebrare di John-117 per sovrascrivere la sua coscienza appena possibile. Nel romanzo e nei videogiochi Cortana è un'intelligenza artificiale utilizzata in tattica militare, scelse volontariamente di essere assegnata a John-117 dopo aver letto il suo curriculum ed è installata su un supplemento tuta rimovibile alla base del casco dell'armatura MJOLNIR Mark V.
* Nella serie Makee è un'umana cresciuta fra i covenant solo per la sua capacità nel comunicare con gli artefatti dei Precursori, mentre nei romanzi e nei videogiochi non c'è traccia di alcun umano cresciuto con i Covenant.
* Nella serie Miranda Keyes sa di essere figlia della dottoressa Catherine Halsey e ancora ricopre una carica di ricercatrice, mentre nella serie videoludica è già comandante della propria nave (Amber Clad) e non è interessata alla sua presunta parentela con la dottoressa poiché cresciuta unicamente col padre.
* Nella serie sono presenti diversi personaggi mai apparsi nella serie videoludica, fra cui la co-protagonista Kwan Ha Boo, suo padre il Generale Ha e la già citata Makee.
* Nella serie il capitano Jacob Keyes tenta di emettere il Protocollo Cole senza approfondire di cosa tratti e ricevendo un rifiuto dall'ammiraglio Margaret Parangosky, nel romanzo il comando viene imposto da Preston Cole durante la guerra contro i Covenant e venne subito approvato dalla Prangosky, questo prevedeva di non tornare in direzione della terra per non compromettere la posizione del pianeta.
* Nella serie i Covenant e gli umani ricevono una mappa incompleta dall'artefatto dei Precursori per rintracciare la posizione dell'installazione 04 nota come HALO, nei videogiochi e nel romanzo è invece spiegato come la locazione esatta viene calcolata da Cortana sulla base dei glifi ritrovati nel sito su Sigma Octanus IV.
* Nella serie la dottoressa Catherine Halsey viene licenziata dal suo incarico alla UNSC e allontanata dal pianeta, nel finale viene anche imposto un mandato di ricerca e cattura per alto-tradimento a causa della sua condotta immorale, nei videogiochi invece è una persona legata all'ossessione per i Precursori e all'amore dei propri SPARTAN-II, non venne mai licenziata ma bensì tradita e catturata dopo la guerra Umani-Covenant dove, come prigioniera, continuò a lavorare per la UNSC.
* Nella serie l'assistente della dottoressa Catherine Halsey (nei videogiochi chiamato Laszlo Sorvad) viene ucciso da Kai-125 mentre nel romanzo viene ucciso da un Elite durante l'attacco del Reach.
* Nella serie John-117 si sacrifica per permettere a Cortana di riscrivere il suo codice cerebrale, così da poter recuperare l'artefatto e salvare la Silver Team. Nel videogioco John-117 risulta ancora in vita, anche se ha rischiato più volte di morire non è mai perito in battaglia e la Blue Team non ha mai avuto bisogno di tale aiuto da parte di Chief, anzi alla fine della battaglia del Reach il suo ruolo viene ricoperto da Frederic-104 per poi ripassare al suo storico comandante in Halo 5: Guardians.
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https://it.wikipedia.org/wiki/%C2%A1Qu%C3%A9_Locura%21
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¡Qué Locura!
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# ¡Qué Locura!
¡Qué Locuras! (in italiano Che follia!) era un programma televisivo venezuelano di intrattenimento, andato in onda su Venevisión fra il 2001 e il 2019.
Lo spettacolo prevedeva l'uso di telecamere nascoste che registravano scherzi a celebrità locali o internazionali. Come genere era simile allo statunitense Punk'd, in onda su MTV, o all'italiano Scherzi a parte.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Midnight_Star_%28gruppo_musicale%29
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Midnight Star (gruppo musicale)
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# Midnight Star (gruppo musicale)
I Midnight Star sono un gruppo musicale statunitense electro, funk e soul statunitense.
## Storia
I Midnight Star vennero fondati nel 1976 ed erano composti da alcuni studenti della Kentucky State University. Dopo essere stati scritturati dalla SOLAR Records, i Midnight Star pubblicarono il primo album The Beginning (1980). Ad esso seguirono Standing Together (1981), che si inserì nella R&B come il seguente Victory (1982). Il loro disco di maggiore successo è però No Parking on the Dance Floor (1983), entrato alla posizione numero 2 di tale classifica. Ebbero riscontri commerciali positivi anche Planetary Invasion (1984) ed Headlines (1986) così come svariati singoli usciti lungo la metà del decennio (Freak-A-Zoid, 1983; Wet My Whistle, 1983; Operator, 1984; Headlines, 1986; Midas Touch, 1986). Dopo aver edito altri due album di minore successo, i Midnight Star rimasero inattivi per tutti gli anni novanta prima di riunirsi nel 2000.
## Membri
### Membri attuali
* Belinda Lipscomb – voce
* Melvin Gentry – voce
* Kenneth Gant – voce, basso
* Bobby Lovelace – batteria
* Bo Watson – tastiera
* Bill Simmons – tastiera, sassofono, percussioni
### Ex membri
* Reginald Calloway – voce
* Vincent Calloway – voce
* Jeff Cooper – chitarra, tastiera
## Album in studio
* 1980 – The Beginning
* 1981 – Standing Together
* 1982 – Victory
* 1983 – No Parking on the Dance Floor
* 1984 – Planetary Invasion
* 1986 – Headlines
* 1988 – Midnight Star
* 1990 – Work It Out
* 2002 – 15th Avenue
### Singoli
* 1983 – Freak-A-Zoid
* 1983 – Wet My Whistle
* 1984 – Operator
* 1986 – Headlines
* 1986 – Midas Touch
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https://it.wikipedia.org/wiki/Pascal_Dion
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Pascal Dion
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# Pascal Dion
Pascal Dion (Montréal, 8 agosto 1994) è un pattinatore di short track canadese, vincitore di bronzo ai Giochi olimpici invernali di Pyeongchang 2018 nel concorso della staffetta 5.000 metri.
## Palmarès
### Olimpiadi
* 2 medaglie:
* 1 oro (staffetta 5000 m a Pechino 2022);
* 1 bronzo (staffetta 5000 m a Pyeongchang 2018).
### Mondiali
* 5 medaglie:
* 3 argenti (staffetta 5000 m a Montréal 2018; classifica generale e 1500 m a Montréal 2022);
* 2 bronzi (staffetta 5000 m a Montréal 2022; 1500 m a Seul 2023).
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1,299,162 |
https://it.wikipedia.org/wiki/U_Can_Never_B2_Straight
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U Can Never B2 Straight
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# U Can Never B2 Straight
U Can Never B2 Straight è il 7º album di studio del cantante anni ottanta, Boy George.
## Canzoni
In realtà, per metà album di studio con inediti e per metà raccolta di brani già editi in precedenza, il lavoro, composto da ballate acustiche, comprende brani, già noti o mai pubblicati prima in un long-playing, tratti dal musical di successo londinese Taboo, oltre ad altri tratti da album solisti, soprattutto Cheapness and Beauty, e dall'ultima fatica dei Culture Club, l'album della riunione del 1999. In totale, ci sono 16 pezzi (15 più una traccia fantasma, di cui 8 sono inediti), ciascuno dei quali è dedicato a qualcuno, in particolare (la maggior parte delle canzoni) o in generale, nei Credits del libretto allegato al CD. Tre brani ("If I Could Fly", "Losing Control" e "The Deal") sono dedicati all'importante ex ragazzo Michael Dunne, mentre "Unfinished Business" è per Kirk Brandon (che trascinò George in tribunale per questa canzone, ma perse la causa).
Questo è l'album di Boy George in cui, fin dal titolo (un gioco di parole che può voler dire "Non si è mai abbastanza onesti", ma anche "Non si è mai abbastanza eterosessuali"), è affrontato in modo più diretto e completo la tematica dell'amore e della condizione umana [[omosessuale. Si tratta del lavoro più positivamente recensito, ma allo stesso tempo dell'album meno venduto per il cantante britannico. La traccia fantasma, "Out Of Fashion", è stata estratta come singolo; una versione del brano è presente anche sulla colonna sonora dell'acclamato musical Taboo. Un altro singolo è stato la traccia di apertura, "Ich Bin Kunst" (il cui titolo in tedesco significa: «Io sono l'arte»), un pezzo sull'artista di performance Leigh Bowery, grande amico di Boy George, ormai deceduto, il cui personaggio è stato interpretato da George nel suo musical, invece di recitare se stesso.
L'album include anche tutte le ballate acustiche originariamente contenute su Cheapness and Beauty, compreso il singolo "Il Adore", nonché un altro singolo tratto da quell'album, "Same Thing In Reverse", in una versione acustica diversa sia dal remix dance che ha raggiunto le posizioni più alte della Billboard Dance Chart negli Stati Uniti d'America, sia dalla versione dell'album (la stessa all'epoca estratta come singolo), più orientata invece verso le sonorità country. "Same Thing In Reverse" è dedicata, nei Credits del libretto, ad «Eminem e a tutti gli omosessuali carini e spaventati»... La canzone "Julian", una delle nuove tracce, compare anche sul successivo EP Straight, venduto in allegato al nuovo omonimo libro autobiografico di Boy, pubblicato lo stesso anno, il 2002.
Infine, U Can Never B2 Straight contiene anche i seguenti pezzi: "She Was Never He", tratta dalla compilation pubblicata, su richiesta dei fans, The Unrecoupable One Man Bandit, del 1999; "Fat Cat", originariamente sull'album di riunione dei Culture Club, intitolato Don't Mind If I Do e pubblicato sempre nel 1999; e la popolare traccia ispirata al movimento Hare Krishna, "Bow Down Mister", di cui condivide filosofia e sonorità indianeggianti, che regalò all'artista uno dei suoi più recenti successi di classifica in Inghilterra, dopo la separazione della band.
## Tracce
* "Ich Bin Kunst" (2002) (brano dal musical Taboo) - 2:38 (Boy George/Kevan Frost)
* "St. Christopher" (2002) (inedito) - 3:46 (Boy George/Kevan Frost)
* "She Was Never He" (1996) (versione mixata inedita) - 3:33 (Boy George/John Themis)
* "Cheapness & Beauty" (1995) (versione acustica tratta dal singolo di "Il Adore") - 3:47 (Boy George/John Themis)
* "Fat Cat" (1999) (versione acustica) - 3:24 (Boy George/Emily Themis)
* "If I Could Fly" (1995) (tratto da Cheapness and Beauty) - 4:08 (Boy George/John Themis)
* "Unfinished Business" (1995) (tratto da Cheapness and Beauty) - 3:36 (Boy George/John Themis)
* "Julian" (2002) (inedito) - 3:39 (Boy George/Kevan Frost)
* "Wrong" (2002) (inedito originariamente in Taboo) - 4:07 (Boy George/Kevan Frost)
* "Letter To A School Friend" (1996) (inedito)- 3:49 (Boy George/John Themis)
* "The Deal" (2002) (inedito, spesso suonato dal vivo tra 1991 e 1993) - 4:41 (Boy George/John Themis)
* "Losing Control" (1992-2002) (versione inedita, adattata da un vecchio demo dance del 1992 dei Jesus Loves You) - 3:15 (Boy George/John Themis)
* "Same Thing In Reverse" (1995) (da Cheapness and Beauty, anche se una versione acustica del brano si trova sull'edizione giapponese di quell'album) - 3:35 (Boy George/John Themis)
* "Il Adore" (1995) (da Cheapness and Beauty) - 6:14 (Boy George/John Themis)
* "Bow Down Mister" (1991) (da Jesus Loves You - The Martyr Mantras) (Bruce Forest)
(16.) [traccia fantasma] "Out Of Fashion" (2002) (versione acustica di un brano tratto da Taboo) – le tracce n° 15 & 16 (di fatto un'unica traccia, cioè la n° 15 – la seconda canzone inizia, dopo un lungo periodo di silenzio, all'interno dello stesso numero di traccia) durano in totale 13:27
## Credits
### Ich Bin Kunst
dedicata a Leigh Bowery, Nicola e Christine Bateman
* Boy George: co-produzione
* Kevan Frost: tastiere, programmazione Batteria (musica)batteria & arrangiamenti ottoni; missaggio al Frosty Bros. Studio (alias l'appartamento di Kev); co-produzione
* Ben Castle: sax & arrangiamenti ottoni
* Raul D'Olivera: tromba
* Mike Innes: trombone
### St. Christopher
dedicata a Chris Manning
* Boy George: co-produzione
* Kevan Frost: cori, chitarra acustica & arrangiamenti ottoni; missaggio al Frosty Bros. Studio; co-produzione
* Ben Castle: sax & arrangiamenti ottoni
* Raul D'Olivera: tromba
* Mike Innes: trombone
* Sharleen Hector: cori
### She Was Never He
dedicata a Natasha e Jody
* Boy George: co-produzione
* John Themis: chitarre, cori, co-produzione; missaggio al Mayfair Studios
* Kevan Frost: cori
* Alan Branch: tecnico del suono
### Cheapness & Beauty
dedicate a tutti i ladri di macchine con tatuaggi
* Jessica Corcoran: produzione
* John Themis: chitarre, cori, de-costruzione & remix
* Zee Asha: cori
* Alan Branch: tecnico del suono
### Fat Cat
dedicata a tutti i ragazzi etero sessualmente confusi?
* John Themis: chitarre, produzione; missaggio domestico
* Emily Themis, Katherine Themis: cori
### If I Could Fly
dedicata a Michael Dunne
* Jessica Corcoran: produzione
* John Themis: chitarra e & arrangiamenti archi; missaggio all’Abbey Road Studios
* Nick Ingman: arrangiamento archi
* London Chamber Orchestra: archi
### Unfinished Business
dedicata a Kirk Brandon
* Jessica Corcoran: produzione & missaggio
* John Themis: chitarra, arrangiamenti archi & missaggio
### Julian
dedicata a Julian, naturalmente!
* Boy George: co-produzione
* Kevan Frost: chitarra acustica, cori e co-produzione; missaggio al Frosty Bros. Studio
### Wrong
dedicatea a Luke e a tutti i sognatori
* Boy George: co-produzione
* Kevan Frost: chitarra acustica, basso elettrico, cori e co-produzione; missagio al Frosty Bros. Studio
* Pete Adams: piano & organo Hammond
* Liz Chi: Chinese assolo "edu" violino
* Joel Pott, Sharleen Hector, John Gibbons: cori
### Letter To A School Friend
dedicata a Miss Carter e Michael Crome
* John Themis: chitarre, produzione; missaggio al Mayfair Studios
* Zee Asha, Linda Duggan, Mary Pearse: cori
* Richie Stevens: batteria
* Winston Blisset: basso
* Peter Adams: tastiere
* Alan Branch: tecnico del suono
### The Deal
dedicata a Michael Dunne
* Boy George: co-produzione
* Kevan Frost: chitarra acustica, tastiere, cori e co-produzione; missaggio al Frosty Bros. Studio
* Liz Chi: violini & assolo violino
* Sarah Chi: violini
* Sharleen Hector, John Gibbons: coro
### Losing Control
dedicata a Michael Dunne
* John Themis: chitarre, tastiere, basso, cori, produzione & missaggio
* Sugar Hajishakalli: bouzouki
* Andy Kyriacou: batteria
* Jimmy "Mixologist" Sarikas: tecnico del suono
### Same Thing In Reverse
dedicata a Eminem e a tutti gli omosessuali carini e spaventati
* John Themis: chitarre, cori
* Zee Asha: cori
* Jessica Corcoran: produzione & missaggio
### Il Adore
dedicata a Stevie Hughes e tutti i ragazzi perduti
* Jessica Corcoran: produzione
* John Themis: chitarre, arrangiamenti archi; missaggio all’Abbey Road Studios
* Nick Ingram: arrangiamenti archi
* London Chamber Orchestra: archi
* Christopher Warren Green: assolo violino
### Bow Down Mister
dedicata al Signore Krishna e John Richardson & famiglia
* Bruce Forest: produzione
* Soho Krishna Temple, London Gospel Choir & Basil: ringraziamenti speciali
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https://it.wikipedia.org/wiki/Famiglia_Gennaro
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Famiglia Gennaro
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# Famiglia Gennaro
La famiglia Genna era una potente famiglia criminale italo-americana, operante a Chicago, nell'Illinois, a partire dagli anni venti. Faceva parte del fenomeno noto come Cosa nostra statunitense ed era composta da sei dei sette fratelli Genna, originari di Marsala, detti anche "i terribili Genna" per il loro temperamento violento: Angelo, Antonio (Tony), Mike, Peter, Sam e Vincenzo (Jim) e Nicolò (rimasto sempre in sicilia a fare il pastore)
Nel 1924, il giorno prima dei funerali del capo dell'Unione Siciliana Mike Merlo, Mike Genna, insieme ai killer John Scalisi e Albert Anselmi, uccidono Dean O'Banion, boss della famiglia criminale irlandese North Side Gang inaugurando così la guerra fra bande a Chicago. Gli irlandesi decimarono i Genna e costrinsero all'esilio i superstiti non tenendo conto del giovane e fedele Al Capone che (si narra) avrebbe vendicato i suoi amici successivamente con la strage di San Valentino.
Un potentissimo boss di questa cosca mafiosa è stato il siciliano Joe Aiello, acerrimo rivale di Al Capone che ha controllato Chicago negli anni venti durante il proibizionismo.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Capi_di_Stato_del_Paraguay
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Capi di Stato del Paraguay
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# Capi di Stato del Paraguay
I capi di Stato del Paraguay dal 1811 ad oggi sono i seguenti.
## Lista
### 1811-1989
| Presidente | Presidente | Presidente | Partito | Mandato | Mandato |
| - | - | - | - | - | - |
| Presidente | Presidente | Presidente | Partito | Inizio | Fine |
| Giunta Governativa Provvisoria ||||||
| | | Bernardo de Velasco José Gaspar Rodríguez de Francia Juan Valeriano de Zevallos | Indipendenti | 16 maggio 1811 | 19 giugno 1811 |
| Presidente della Giunta Superiore di Governo ||||||
| | | Fulgencio Yegros | Indipendente | 19 giugno 1811 | 12 ottobre 1813 |
| Consoli ||||||
| | | José Gaspar Rodríguez de Francia | Indipendente | 12 ottobre 1813 | 12 febbraio 1814 |
| | | Fulgencio Yegros | Indipendente | 12 febbraio 1814 | 12 giugno 1814 |
| | | José Gaspar Rodríguez de Francia | Indipendente | 12 giugno 1814 | 3 ottobre 1814 |
| Dictador Supremo, poi Dictador Perpetuo ||||||
| | | José Gaspar Rodríguez de Francia | Indipendente | 3 ottobre 1814 | 20 settembre 1840 |
| Presidenti della Giunta provvisoria ||||||
| | | Manuel Antonio Ortiz | Indipendente | 20 settembre 1840 | 22 gennaio 1841 |
| | | Juan José Medina José Gabriel Benitez José Domingo Ocampos | Indipendenti | 22 gennaio 1841 | 9 febbraio 1841 |
| | | Mariano Roque Alonso | Indipendente | 9 febbraio 1841 | 14 marzo 1841 |
| Consoli della Repubblica ||||||
| | | Carlos Antonio López | Indipendente | 14 marzo 1841 | 13 marzo 1844 |
| | | Mariano Roque Alonso | Indipendente | 14 marzo 1841 | 13 marzo 1844 |
| Presidenti della Repubblica ||||||
| | | Carlos Antonio López | Indipendente | 14 marzo 1844 | 10 settembre 1862 |
| | | Francisco Solano López | Indipendente | 10 settembre 1862 | 1º marzo 1870 |
| | | Cirilo Antonio Rivarola Carlos Loizaga José Diaz de Bedoya | Indipendenti | 15 agosto 1869 | 31 agosto 1870 |
| | | Facundo Machaín | Indipendente | 31 agosto 1870 | 1º settembre 1870 |
| | | Cirilo Antonio Rivarola | Indipendente | 1º settembre 1870 | 18 dicembre 1871 |
| | | Salvador Jovellanos | Indipendente | 18 dicembre 1871 | 25 novembre 1874 |
| | | Juan Bautista Gill | Indipendente | 25 novembre 1874 | 12 aprile 1877 |
| | | Higinio Uriarte | Indipendente | 12 aprile 1877 | 25 novembre 1878 |
| | | Cándido Bareiro | Indipendente | 25 novembre 1878 | 4 settembre 1880 |
| | | Bernardino Caballero | Indipendente | 4 settembre 1880 | 25 novembre 1886 |
| | | Patricio Escobar | Partito Colorado | 25 novembre 1886 | 25 novembre 1890 |
| | | Juan Gualberto González | Partito Colorado | 25 novembre 1890 | 9 giugno 1894 |
| | | Marcos Morínigo | Partito Colorado | 9 giugno 1894 | 25 novembre 1894 |
| | | Juan Bautista Egusquiza | Partito Colorado | 25 novembre 1894 | 25 novembre 1898 |
| | | Emilio Aceval | Partito Colorado | 25 novembre 1898 | 9 gennaio 1902 |
| | | Andrés Héctor Carvallo | Partito Colorado | 9 gennaio 1902 | 25 novembre 1902 |
| | | Juan Antonio Escurra | Partito Colorado | 25 novembre 1902 | 19 dicembre 1904 |
| | | Juan Bautista Gaona | Indipendente | 19 dicembre 1904 | 9 dicembre 1905 |
| | | Cecilio Báez | Partito Liberale | 9 dicembre 1905 | 25 novembre 1906 |
| | | Benigno Ferreira | Partito Liberale | 25 novembre 1906 | 4 luglio 1908 |
| | | Emiliano González Navero | Partito Liberale | 4 luglio 1908 | 25 novembre 1910 |
| | | Manuel Gondra | Partito Liberale | 25 novembre 1910 | 17 gennaio 1911 |
| | | Albino Jara | Partito Liberale | 17 gennaio 1911 | 5 luglio 1911 |
| | | Liberato Marcial Rojas | Partito Liberale | 5 luglio 1911 | 14 gennaio 1912 |
| | | Marcos Caballero Codas Mario Usher Alfredo Aponte | Indipendenti | 14 gennaio 1912 | 17 gennaio 1912 |
| | | Liberato Marcial Rojas | Partito Liberale | 17 gennaio 1912 | 28 febbraio 1912 |
| | | Pedro Peña | Partito Colorado | 28 febbraio 1912 | 25 marzo 1912 |
| | | Emiliano González Navero | Partito Liberale | 25 marzo 1912 | 15 agosto 1912 |
| | | Eduardo Schaerer | Partito Liberale | 15 agosto 1912 | 15 agosto 1916 |
| | | Manuel Franco | Partito Liberale | 15 agosto 1916 | 5 giugno 1919 |
| | | José Pedro Montero | Partito Liberale | 5 giugno 1919 | 15 agosto 1920 |
| | | Manuel Gondra | Partito Liberale | 15 agosto 1920 | 29 ottobre 1921 |
| | | Félix Paiva | Partito Liberale | 29 ottobre 1921 | 7 novembre 1921 |
| | | Eusebio Ayala | Partito Liberale | 7 novembre 1921 | 1º aprile 1923 |
| | | Eligio Ayala | Partito Liberale | 1º aprile 1923 | 12 aprile 1924 |
| | | Luis Riart | Partito Liberale | 12 aprile 1924 | 15 agosto 1924 |
| | | Eligio Ayala | Partito Liberale | 15 agosto 1924 | 15 agosto 1928 |
| | | José Patricio Guggiari | Partito Liberale | 15 agosto 1928 | 26 ottobre 1931 |
| | | Emiliano González Navero | Partito Liberale | 26 ottobre 1931 | 28 gennaio 1932 |
| | | José Patricio Guggiari | Partito Liberale | 28 gennaio 1932 | 15 agosto 1932 |
| | | Eusebio Ayala | Partito Liberale | 15 agosto 1932 | 18 febbraio 1936 |
| | | Rafael Franco | Partito Rivoluzionario Febrerista | 18 febbraio 1936 | 15 agosto 1937 |
| | | Félix Paiva | Partito Liberale | 15 agosto 1937 | 15 agosto 1939 |
| | | José Estigarribia | Partito Liberale | 15 agosto 1939 | 7 settembre 1940 |
| | | Higinio Morínigo Martínez | Indipendente | 7 settembre 1940 | 3 giugno 1948 |
| | | Juan Frutos | Partito Colorado | 3 giugno 1948 | 15 agosto 1948 |
| | | Juan Natalicio González Paredes | Partito Colorado | 15 agosto 1948 | 30 gennaio 1949 |
| | | Raimundo Rolón | Partito Colorado | 30 gennaio 1949 | 27 febbraio 1949 |
| | | Felipe Molas López | Partito Colorado | 27 febbraio 1949 | 10 settembre 1949 |
| | | Federico Chávez | Partito Colorado | 10 settembre 1949 | 8 maggio 1954 |
| | | Tomás Romero Pereira | Partito Colorado | 8 maggio 1954 | 15 agosto 1954 |
| | | Alfredo Stroessner | Partito Colorado | 15 agosto 1954 | 3 febbraio 1989 |
### Presidenti dal 1989
| Presidente | Partito | Elezione | Inizio | Fine |
| - | - | - | - | - |
| Andrés Rodríguez Pedotti | Partito Colorado | 1989 | 3 febbraio 1989 | 15 agosto 1993 |
| Juan Carlos Wasmosy | Partito Colorado | 1993 | 15 agosto 1993 | 15 agosto 1998 |
| Raúl Cubas Grau | Partito Colorado | 1998 | 15 agosto 1998 | 29 marzo 1999 |
| Luis Ángel González Macchi | Partito Colorado | Vicepresidente | 30 marzo 1999 | 15 agosto 2003 |
| Nicanor Duarte Frutos | Partito Colorado | 2003 | 15 agosto 2003 | 20 aprile 2008 |
| Fernando Armindo Lugo Méndez | Alleanza Patriottica per il Cambiamento (Partito Democratico Cristiano) | 2008 | 20 aprile 2008 | 22 giugno 2012 |
| Luis Federico Franco Gómez | Alleanza Patriottica per il Cambiamento (Partito Liberale Radicale Autentico) | Vicepresidente | 22 giugno 2012 | 15 agosto 2013 |
| Horacio Cartes | Partito Colorado | 2013 | 15 agosto 2013 | 15 agosto 2018 |
| Mario Abdo Benítez | Partito Colorado | 2018 | 15 agosto 2018 | 15 agosto 2023 |
| Santiago Peña | Partito Colorado | 2023 | 15 agosto 2023 | in carica |
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https://it.wikipedia.org/wiki/Assassinio_di_Galeazzo_Maria_Sforza
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Assassinio di Galeazzo Maria Sforza
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# Assassinio di Galeazzo Maria Sforza
L'assassinio di Galeazzo Maria Sforza, perpetrato il 26 dicembre 1476, fu ordito da alcuni membri dell'aristocrazia milanese con lo scopo di stroncare la tirannia del duca Galeazzo Maria Sforza e l'egemonia degli stessi Sforza, probabilmente con la longa manus del re di Francia. La congiura portò all'uccisione del duca, ma non compromise la signoria sforzesca sul milanese che perdurò ancora per un trentennio. Tutti i congiurati furono uccisi o giustiziati.
## Antefatti
Dopo la morte del padre Francesco Sforza, primo duca di Milano dell'omonima casata, il giovane figlio Galeazzo Maria venne chiamato a succedergli al trono. Durante gli anni della giovinezza, Galeazzo Maria era cresciuto perlopiù all'ombra del genitore che, pur di tenerlo lontano dalla conduzione degli affari di stato, gli aveva consentito di dedicarsi alle attività che maggiormente egli apprezzava come la caccia.
Due anni dopo la sua ascesa, le aspettative economiche del duca vennero rimpinguate dalla copiosa dote apportata alla sua famiglia dal matrimonio proficuo con Bona di Savoia, figlia del duca Ludovico. Con queste somme il duca si circondò di grande lusso ed avviò dei lavori di abbellimento nel Castello Sforzesco oltre ad utilizzare il denaro pubblico per una serie di opere come la navigazione del Naviglio della Martesana, introducendo il censimento civile, risistemando i valori emessi dalla zecca di Milano. Malgrado ciò la sua superbia divenne nota anche all'estero, soprattutto nel 1471 in occasione della visita ai Medici di Firenze con un grandioso corteo degno di un vero e proprio principe rinascimentale, reso possibile in gran parte con pesanti tassazioni inflitte alle città di Pavia, Como, Piacenza e Parma che andarono a costituire anche la somma di 15.000 ducati annui concessi alla consorte ad uso personale.
La reputazione del duca venne inoltre danneggiata dall'amante Lucia Marliani che divenne una "duchessa ombra" ottenendo tutte le rendite della navigazione del Martesana ed il ricco feudo di Melzo, creando gelosie interne alla corte ed agli ambienti aristocratici. Con quanti però osavano opporvisi, Galeazzo rispondeva con la forza e punizioni crudeli.
Per le inimicizie create e le tensioni a corte, Galeazzo Maria Sforza negli anni aveva collezionato molti nemici anche all'interno dello stesso palazzo ducale. Tra i più accaniti oppositori del duca vi era il retore Cola Montano che era stato suo maestro e aveva aperto una scuola di eloquenza in città sin dal 1466. I rapporti tra i due erano ulteriormente peggiorati dopo che Galeazzo, avendolo colto a indugiare nei vizi di cui lo accusava, lo aveva fatto frustare pubblicamente vendicandosi dei rimproveri e delle scoppole ricevute quando era suo studente. Cola rimproverava il duca considerandolo un tiranno, lo infamava pubblicamente e incitava i suoi allievi a deporlo con la violenza al fine di instaurare una repubblica. Tra i suoi studenti più intimi vi erano Giovanni Andrea Lampugnani, Carlo Visconti e Girolamo Olgiati.
Giovanni Andrea Lampugnani era già stato condannato a morte da Francesco Sforza per poi essere graziato dallo stesso Galeazzo ma, indomito, era ancora fermo nel proposito di uccidere il duca sperando che il popolo milanese si sarebbe sollevato appoggiando i congiurati.
Carlo Visconti era il fratello di una delle amanti di Galeazzo che fu poi pubblicamente svergognata dal duca, gli era stato inoltre confiscato un ricco podere a Morimondo e la sua famiglia aveva perso il ducato in favore degli Sforza.
Girolamo Olgiati, il più giovane, avendo appena ventidue anni e ancora imberbe, non aveva invece alcun conto in sospeso con il duca ma credeva che la sua morte gli avrebbe permesso di ottenere la gloria di grandi figure del passato come Bruto e Catilina, continuamente citati quali fulgidi esempi da Cola Montano. Secondo Antonio Perria invece la sorella dell'Olgiati sarebbe stata violentata dal duca dopo essersi rifiutata di corrispondere al suo desiderio.
Nel dicembre del 1476 l'esercito sforzesco ritornò dal Piemonte dove aveva combattuto al fianco di Filiberto I di Savoia riuscendo a scacciare Carlo I di Borgogna. Essendo giunto l'inverno, Galeazzo ordinò alle truppe di ritirarsi nei quartieri invernali pensando di rinnovare le operazioni la primavera successiva e si recò a Vigevano. Da quella città si diresse a cavallo alla volta di Milano per celebrare il Natale in famiglia, come da tradizione. Il Corio racconta che sulla strada il duca fu molestato da una serie di presagi funesti. Giunto nei pressi di Abbiategrasso scorse in cielo una cometa, allora considerata segno di sventura poi ricevette la notizia che la sua camera da letto al Castello era andata in fiamme quindi tre corvi gli svolazzarono sopra la testa ed egli cercò di scacciarli a colpi di balestra, senza riuscirvi. Si ricordò inoltre della profezia di un prete astrologo che aveva vaticinato che il suo regno non sarebbe durato nemmeno undici anni; infuriato, Galeazzo lo aveva fatto rinchiudere in un fondo di torre dove era morto di inedia dodici giorni dopo, avendo ricevuto durante la prigionia solo una pagnotta, del vino e un'ala di cappone. Il duca fu sul punto di tornare indietro ma alla fine spronò il cavallo. La mattina del 20 dicembre un silenzioso e tetro corteo ducale entrò a Milano senza che vi fosse alcuna manifestazione di giubilo per la vittoria ottenuta. Galeazzo ordinò che alla messa dell'indomani tutti i cantori si vestissero a lutto e che cantassero tutti i giorni l'ufficio per i morti. Il duca era ben conscio dei rischi che ogni giorno correva, tant'è che aveva rafforzato la sua scorta armata e ridotto fortemente le proprie uscite da palazzo. La vigilia di Natale il duca celebrò il rito del ceppo nella "Sala dei Fazuoli" insieme alla famiglia e ai più alti feudatari. Non erano però presenti i fratelli Sforza e Ludovico che aveva esiliato in Francia alcuni mesi prima. Il giorno di Natale il duca era vestito con un lungo abito di damasco cremesino e assistette a tre messe che però si tennero nella cappella ducale del Castello, e non, come da tradizione, nel Duomo. Fece un discorso autocelebrativo nella Sala delle Colombine quindi pranzò con la famiglia infine passò il resto del giorno a dilettarsi con i falconi.
Secondo la confessione deposta dall'Olgiati poco prima di morire, furono lui e il Lampugnani ad ideare l'attentato e dopo quattro giorni, quando avevano ormai deciso la data, il luogo e le modalità, coinvolsero anche il Visconti. Ebbero quale base operativa la casa del Lampugnani dove progettarono l'assassinio per sei mesi, arrivando a realizzare un pupazzo con le sembianze del duca su cui erano soliti accanirsi verbalmente ed esercitarsi a colpi di pugnale. Pare che i tre fossero stati educati all'uso delle armi da Bartolomeo Colleoni, morto l'anno precedente. I tre cercarono di sobillare amici e popolani a ribellarsi al duca, ricordando a tutti i suoi delitti e le sue malefatte, imbastendo banchetti e promettendo loro favori una volta tolto di mezzo il tiranno. Otto o dieci giorni prima del Natale si riunirono nel vicolo che divideva gli orti del monastero di Sant'Ambrogio e l'Olgiati entrato nella basilica, pregò il patrono per il sostegno all'impresa. Nella notte tra il 25 e il 26 dicembre si adunarono nuovamente rinnovando i patti e promettendosi a vicenda che se qualcuno di loro fosse caduto, gli altri avrebbero dovuto raggiungere l'obiettivo a tutti i costi. Fissarono quindi l'ora in cui sarebbero dovuti entrare in chiesa e si divisero i compiti quindi si congedarono verso la mezzanotte.
## L'assassinio
La mattina del 26 dicembre Milano era offuscata da una nebbia gelata. Galeazzo, malgrado fosse di umore cupo e temesse per la sua incolumità alla luce degli avvenimenti dei giorni precedenti, ritenne doveroso di porgere omaggio al primo santo e martire nell'antica basilica di Santo Stefano Maggiore, una delle più insigni della città. Si racconta che durante la notte la duchessa Bona di Savoia avesse avuto un incubo nel quale aveva visto un uomo trucidato all'interno della basilica. Ne informò il marito che decise di assistere alla messa presso la cappella ducale del Castello. I consiglieri, tuttavia, lo informarono che il cappellano si era già recato in Santo Stefano e vi aveva portato i paramenti sacri. Si decise quindi di sostituirlo con Branda Castiglioni, vescovo di Como, che però mandò a dire di essere indisposto, forse su ordine dello stesso Galeazzo in quanto secondo il Corio ad attenderlo in chiesa vi erano anche alcune sue amanti e persino alcune prostitute. Malgrado le suppliche di Bona e i tentativi di dissuasione da parte di alcuni cortigiani, Galeazzo decise di allora recarsi in città. Indossava una veste di raso cremisi foderata di zibellino, cinta da un cordone di seta morella e dello stesso colore erano il berretto e la calza sinistra mentre la destra era bianca e bianche le due bottine ai piedi. Per precauzione indossò una corazza che però si tolse subito in quanto lo faceva apparire troppo grasso e lo soffocava. Giunto ai piedi della scalinata della corte ducale mandò a chiamare i figli Gian Galeazzo ed Ermes e li salutò affettuosamente per l'ultima volta, quasi presago del suo destino. Si diresse poi a piedi tenendo a braccetto Niccolò ambasciatore di Ferrara e il pisano Zaccaria de' Saggi, ambasciatore di Mantova. Giunto nel foro subito fuori dal Castello che era ghiacciato durante la notte, montò a cavallo seguito da tutto il resto del corteo di cui facevano parte, tra gli altri, i fratelli Filippo e Ottaviano, Branda Castiglioni vescovo di Como e Giovanni Simonetta, umanista fratello del più noto Cicco. Bernardino Corio, principale narratore della vicenda, che era allora cameriere ducale non ancora diciassettenne, decise di recarsi a piedi alla basilica percorrendo alcune vie laterali in modo da anticiparne l'arrivo. Là scorse quelli che si sarebbero poi rivelati i congiurati e ne fu sorpreso in quanto avrebbero dovuto accompagnare il duca. Il corteo si diresse lentamente verso il centro della città tra due ali di folla, percorrendo strade anguste (allora non esisteva ancora via Dante) e verso mezzogiorno, sotto un pallido sole, giunse nel piazzale davanti alla basilica, gremito di gente. All'epoca, la chiesa conservava ancora il suo aspetto altomedievale. Davanti al portale d'ingresso vi era un antico nartece (rimosso poi durante i lavori di sistemazione della chiesa nel Seicento), all'interno era costituita da tre navate separate da sei grandi arcate ed era priva di cupola.
All'alba del 26 dicembre i tre congiurati, seguiti da undici sgherri, erano entrati nella basilica di Santo Stefano e avevano pregato il primo martire e San Carlo di intercedere per loro e di perdonarli per lo spargimento di sangue recitando un'orazione scritta da Carlo Visconti. Terminate le preghiere, avevano udito la messa poi, prima di tornare a casa, l'Olgiati era riuscito ad ottenere le chiavi delle camere dell'arciprete Barenzo (o Barengone), connivente con i tre. Fu in quella stanza che udirono avvicinarsi il corteo ducale. Usciti dalla chiesa, i congiurati attesero il duca disposti in questo modo: Giovanni Andrea Lampugnani e Girolamo Olgiati, insieme a Francione da Venezia e i fratelli Baldassarre e Jacopo da Bellinzona, si trovavano a destra dell'ingresso laterale, riservato alla corte, che si apriva dove oggi si trova la cappella di San Carlo. I due indossavano una corazzina ricoperta da una veste corta di raso cremisi ed erano armati di daga; il Lampugnani era inoltre protetto da una celata. Carlo Visconti si trovava alla sinistra dell'ingresso, nascosto tra la folla con accanto Bernardino de' Porri. Gli congiurati al servizio dell'Olgiati erano Cornelio Portalupo, Gabriele Porro, Pietro Paolo da Cermenate, Alberto de' Porri e un certo Alvisio mentre quelli trascinati dal Lampugnani erano i parenti Mamino, Cavazza, Martino e Riccardo, Cristoforo da Imbersago, Francesco Porro, Cesare da Vimercate, due fratelli Barbieri insieme ad altri due loro compagni e diversi altri disarmati. Galeazzo giunse nel piazzale, preceduto dalla guardia ducale comandata da Ambrosino da Longhignana e dagli staffieri, ivi smontò da cavallo lasciandone le redini ad un moro e si diresse dritto verso l'ingresso mentre il coro all'interno della chiesa cantava Sic transit gloria mundi. I congiurati, una volta avvistato il duca, si fecero largo tra la folla. Il Lampugnani, avvicinatosi alla sua persona, fece un gesto di saluto con il berretto poi, fingendo di inginocchiarsi, sferrò un fendente dal basso verso l'alto con la daga che aveva nascosto nella manica, colpendo Galeazzo alla coscia e recidendogli l'arteria femorale sinistra. Il duca vacillò, fece per accasciarsi ma fu subito assistito dagli ambasciatori di Ferrara e di Mantova che gli stavano a fianco. Presto fu raggiunto da un secondo fendente al collo (o allo stomaco secondo il Cenni). Sopraggiunse quindi l'Olgiati che infierì con un colpo al pettorale sinistro, uno alla gola e uno al polso, poi fu il turno del Visconti che lo ferì alla schiena e alla spalla quindi Francione lo trafisse con uno stocco alla schiena. I colpi ricevuti successivamente, stando al Cenni, affondarono nella giugulare sinistra, sull'arcata orbitale sinistra e sulla tempia oltre che sul capo. Il duca morì quasi istantaneamente ma secondo il Corio prima di spirare ebbe il tempo di proferire "Oh Nostra Donna!". Si contarono in tutto quattordici coltellate, di cui otto mortali.
Orfeo Cenni da Ricavo, amico e consigliere ducale e che come il Corio fu presente in prima persona quella mattina in veste di cortigiano, descrive l'assassinio in questo modo:
«Essendo nel mezzo della chiesa quello traditore di Giovanni Andrea li misse tutto il pugnale nel corpo. El povero signore si li misse le mani e disse: "Io son morto!" Illo ed eodem stante, lui reprichò l’altro colpo nello stomacho; li altri dua li dierono quatro colpi: primo nella ghola dal canto stancho, l’altro sopra la testa stancha, l’altro sopra al ciglio nel polso, el quarto nel fiancho di drieto, e tutti di pugnali. E questo fu in un baleno e uno alzare d'aocchi, e chosì venne rinculando indrieto, tanto che quasi mi diè di petto. E veniva traboccando, e io lo volsi sostenere, ma non fui chosì presto che 'l cascò a sedere e poi riverso tutto. E dua di quelli traditori non lo abandonaron mai per insino che fu in terra»
Il ricavi fu uno dei pochi che dopo i primi colpi rimase accanto al corpo del duca ma fu poi persuaso da Pietro Visconti a rifugiarsi al Castello. Poco dopo sotto i fendenti di Francione cadde anche Francesco da Ripa, staffiere ducale noto per la sua statura colossale, mentre cercava di difendersi con la spada. A questo punto i congiurati tentarono di darsi alla fuga. Il Lampugnani fuggì in mezzo ad un gruppo di donne sperando di raggiungere un cavallo che lo attendeva fuori dalla chiesa ma inciampò nelle vesti di una di queste e cadde bocconi a terra. Fu raggiunto da uno staffiere moro noto come Gallo Mauro che lo trafisse nella schiena con uno spiedo. Scoppiò allora un gran tumulto con il popolo che cercava di uscire dai portoni mentre la guardia ducale, armata di picche, alabarde e partigiane vi entrava per arrestare i congiurati; nella confusione molti furono calpestati e alcune nobildonne rapinate dei gioielli che indossavano al collo e tra i capelli. Dopo qualche tempo la guardia ducale riuscì a catturare vivi tutti i congiurati rimasti con l'eccezione del Visconti e dell'Olgiati che riuscirono a fuggire. La chiesa si svuotò e un gruppo di giovani si impadronì del corpo del Lampugnani portandolo fuori dalla chiesa. Dopo averlo legato per un piede ad un cavallo, fu trascinato per le vie della città per tre giorni subendo il disprezzo e le percosse della folla, finché il suo cadavere non fu talmente straziato da risultare irriconoscibile, infine fu gettato nel fossato del castello da cui fu ripescato ed appeso per un piede alla torre del Broletto Nuovo. Quando la chiesa si fu nuovamente svuotata, i preti raccolsero il cadavere del duca, lo spogliarono, lo lavarono e lo composero nella sagrestia, dove si erano rifugiati allo scoppio del tumulto. La duchessa Bona, informata del fatto da Cicco Simonetta, inviò loro una veste di broccato d'oro bianco per la sepoltura, rispettando il volere del marito, insieme a tre anelli con incastonato un turchese, un rubino e il sigillo ducale d'oro. A tarda sera il corpo venne segretamente sepolto nel Duomo in un luogo imprecisato tra due colonne.
## Conseguenze
Gli undici congiurati catturati in chiesa vennero condotti al Castello dove furono squartati, impiccati sulle merlate e lasciati esposti come monito al popolo. Il Visconti fu catturato alcuni giorni dopo e fu costretto a confessare sotto tortura per poi essere squartato a sua volta; secondo un'altra versione fu ucciso dalla folla il giorno stesso fuori dalla basilica. Le case del Lampugnani e del Visconti furono date alle fiamme dal popolo. Quanto all'Olgiati, terrorizzato da quanto accaduto ai compagni, si rifugiò in casa del padre. Questi, venuto a sapere che il figlio aveva partecipato alla congiura, lo insultò e lo cacciò di casa minacciandolo di ucciderlo. Girolamo si recò allora nella vicina casa del cognato Domenico Calcaterra e si nascose nel solaio insieme ad alcune donne. Poco dopo giunse il padrone di casa accompagnato dal padre e fu costretto nuovamente a fuggire. Sua madre, convinta della sua innocenza, ebbe compassione e chiese aiuto al prete Pietro Pellizone che, travestitolo con l'abito talare, lo ospitò a casa sua. Durante la permanenza scrisse alcune lettere a chi credeva avrebbe potuto appoggiare una rivolta armata contro il duca senza avvedersi che il popolo non aveva alcuna intenzione di sollevarsi. Quella sera consumò un'ultima cena a casa del prete, poi si nascose nel sottotetto. Le guardie ducali fecero irruzione nella casa e la perquisirono accuratamente ma l'Olgiati, trasvestito da facchino e portando in spalla un materasso, riuscì a scappare rifugiandosi da Filippo Marescotti. Ne fu cacciato e trovò accoglienza da Gabriele della Flora dove fu nascosto in una stanza segreta assistito da due servi e da un ragazzino. Fu tutto inutile in quanto, alla fine, le guardie ducali lo scovarono e lo arrestarono portandolo al Castello. Qui fu torturato e costretto a confessare le modalità della congiura al suo difensore Marco Trotti. Non si pentì dell'atto neppure davanti ad un prete inviato dalla duchessa. Fu infine squartato vivo come i suoi compagni ma in una stanza segreta affinché il popolo non lo udisse. Prima di morire, mentre la mannaia poco affilata del boia faticava ad entrare nelle sue carni provocandogli incidibili sofferenze, continuò a ripetere in latino "Collige te, Hyeronime, stabit vetus memoria facti. Mors acerba, fama perpetua." I suoi resti furono appesi a ciascuna delle porte della città, la testa conficcata su una picca ed esposta sulla torre del Broletto Nuovo.
Cola Montano fu esiliato da Milano e trovò riparo alla corte di Napoli sotto re Ferdinando I. Egli sfruttò la sua eloquenza inviandolo tra i lucchesi per dissuaderli dall'alleanza con Lorenzo il Magnifico che il retore riteneva un tiranno tanto quanto Galeazzo. Il Magnifico ne dispose la cattura e Cola venne scovato tra le colline del bolognese dove fu impiccato e lasciato in pasto agli uccelli.
Il popolo milanese non si ribellò e presto il primogenito Gian Galeazzo Maria Sforza, che aveva appena otto anni, fu riconosciuto nuovo duca sotto la reggenza di Bona di Savoia anche se il potere rimase di fatto nelle mani dei maggiori consiglieri della corte, primo tra tutti l'ormai anziano ma pur sempre abile Cicco Simonetta.
In seguito Bona di Savoia scrisse una lettera a Sisto IV chiedendogli l'assoluzione per il marito, pur conscia dei delitti e degli eccessi che questi aveva commesso in vita. In cambio avrebbe donato un ingente somma di denaro da destinare ad opere pie, all'edificazione di monasteri, al completamento dell'Ospedale Maggiore e sarebbe stata disposta ad effettuare digiuni e penitenze.
Un secolo dopo l'assassinio di Galeazzo Maria, venne scritto un Lamento anonimo per celebrare la morte del sovrano e nel 1826, Francesco Hayez dipinse La congiura dei Lampugnani, ispirata all'episodio. Nel punto preciso dell'assassinio del duca venne posta nel Seicento (col rifacimento appunto della chiesa) una lapide commemorativa ancora oggi presente.
Quasi certamente l'assassinio di Galeazzo Maria Sforza fu la base per la Congiura dei Pazzi che si tenne in modalità e tempi strettamente analoghi a Firenze, dopo appena due anni da questo tragico evento.
## Il mistero della sepoltura
Del corpo del duca non si seppe più nulla, né esso venne ricercato da sua moglie, né dal figlio né tanto meno dal fratello Ludovico il Moro che successivamente fu anch'egli duca di Milano. Il fatto, di per sé piuttosto strano, ha fatto presumere che il corpo sia stato spostato in seguito alla morte del duca stesso per concedergli una più degna sepoltura.
A tal proposito nella città di Melzo (che come abbiamo visto era legata a doppio filo con la Marliani, amante favorita del duca) nel 1980, durante i restauri della locale chiesa di Sant'Andrea (di origini medievali) venne rinvenuta nella pavimentazione della zona absidale la sepoltura di un cranio con evidenti fratture e mal conservato. La datazione al Carbonio 14 fece subito comprendere come il proprietario dovesse essere morto tra il 1430 ed il 1480 e che la vittima, un maschio, doveva avere un'età compresa tra i 32 ed i 39 anni. L'idea che subito legò questi resti alla persona del duca Galeazzo Maria furono non solo le condizioni dei resti ritrovati, ma anche il fatto che tali ossa si trovavano nella zona absidale, la più sacra e quindi doveva trattarsi di una personalità di grande rilievo. Oltre a questo, come già ricordato, Melzo fu feudo dell'amante di maggior rilievo del duca, dalla quale egli aveva avuto anche dei figli, ed era quindi comprensibile il suo desiderio di portare i resti dell'amato presso di sé.
Un'analisi più attenta del cranio, ha riportato due piccole lesioni rinsaldatesi sull'area frontale del capo che hanno lasciato intendere come questi traumi avessero potuto coincidere con danni procuratisi dallo stesso Galeazzo Maria nel corso di duelli coi fratelli per allenare le proprie capacità belliche. Lo studio poi dei denti rinvenuti hanno potuto concludere come il defunto avesse una nutrizione adeguata e regolare che sicuramente identificava il morto con un appartenente ad un ceto abbiente. Alcuni denti apparivano però ipoplastici, cioè non correttamente sviluppati, patologia che spesso si presenta come un motivo di stress che può manifestarsi tra i sei ed i nove anni, nel momento in cui cioè l'arcata dentaria si assesta definitivamente. Confrontando la biografia di Galeazzo Maria, infatti, si è potuto notare come il duca difatti non abbia goduto di buona salute durante gli anni della prima giovinezza, soffrendo in diverse occasioni di malaria.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Un_piedipiatti_a_Beverly_Hills_-_Axel_F
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Un piedipiatti a Beverly Hills - Axel F
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# Un piedipiatti a Beverly Hills - Axel F
Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F (Beverly Hills Cop: Axel F) è un film del 2024 diretto da Mark Molloy, al suo debutto alla regia.
È il sequel di Beverly Hills Cop III - Un piedipiatti a Beverly Hills III del 1994 e quarto film della celebre saga di Beverly Hills Cop.
## Trama
Dopo la morte di un vecchio amico, il tenente del Dipartimento di polizia di Detroit Axel Foley torna a Beverly Hills per indagare sulla corruzione all'interno del Dipartimento di Beverly Hills, con sua figlia e il suo ex-fidanzato.
## Produzione
Un quarto capitolo della serie fu inizialmente annunciato a metà degli anni '90, sotto la produzione della società di produzione di Eddie Murphy, la Eddie Murphy Productions, ma non si seppe più niente.. Il film è stato ri-annunciato nel 2006, quando il produttore Jerry Bruckheimer ha annunciato la sua intenzione di resuscitare la saga, anche se alla fine ha rinunciato alla sua opzione di produrre il film, mettendo al suo posto Lorenzo di Bonaventura.
Nel settembre 2006 una sceneggiatura è stata presentata a Murphy, che ha riferito essere "molto soddisfatto" della bozza, descritta come un tentativo di riconquistare la "sensazione dell'originale". Murphy ha ammesso che una delle sue motivazioni per realizzare un quarto film di Beverly Hills Cop era quella di compensare il fatto che il terzo film era "orribile" e "lui non volevo lasciare la saga così".
Nel maggio 2008, il regista di Rush Hour - Due mine vaganti, Brett Ratner, è stato ufficialmente nominato regista, promettendo che il film sarebbe tornato con la classificazione "R" standard della serie. Nel luglio 2008, Michael Brandt e Derek Haas sono stati assunti come sceneggiatori per migliorare la sceneggiatura con il titolo provvisorio Beverly Hills Cop 2009, che vedrebbe Foley tornare a Beverly Hills per indagare sul caso omicidio del suo amico Billy Rosewood. La sceneggiatura alla fine fu rifiutata, lasciando Ratner a lavorare su una nuova idea. Il 13 settembre 2013, Jerry Bruckheimer ha dichiarato di essere di nuovo in trattative per produrre. Il 2 maggio 2014, Deadline ha annunciato che Josh Appelbaum e Andre Nemec avrebbero scritto la sceneggiatura..
L'uscita del film era originariamente prevista per il 25 marzo 2016, ma il 6 maggio 2015 la Paramount Pictures ha ritirato Beverly Hills Cop IV dal suo programma di uscita, a causa di problemi con la sceneggiatura. Il 14 giugno 2016, Deadline ha riferito che Adil El Arbi e Bilall Fallah , registi del dramma belga Black - L'amore ai tempi dell'odio , avrebbero diretto il film. Nel settembre 2017, Arbi e Fallah hanno dichiarato il loro interesse a scegliere Tom Hardy o Channing Tatum per recitare accanto a Murphy.
Nell'agosto 2019, il film è stato descritto come ancora in fase di sviluppo. Il 1 ° ottobre 2019, in un'intervista con Collider, Murphy ha annunciato che le riprese principali sarebbero iniziate dopo le riprese di Il principe cerca figlio. Il 14 novembre 2019, Deadline ha annunciato che la Paramount Pictures ha stipulato un accordo con Netflix per sviluppare il film. Nel maggio 2020, dopo i ritardi nell'attività cinematografica causati dalla pandemia COVID-19 , Arbi e Fallah hanno confermato di essere ancora legati come co-registi e che un nuovo sceneggiatore stava lavorando a una nuova sceneggiatura per il film.
Nell'aprile 2022, Arbi e Fallah hanno lasciato il film per concentrarsi su Batgirl (prima della sua cancellazione), con Mark Molloy assunto per sostituirli. Nello stesso articolo, fu annunciato che Will Beall aveva scritto la sceneggiatura. Le riprese sono avvenute a Detroit nel novembre 2022, prima che la produzione terminasse all'inizio del 2023.
## Distribuzione
Il film uscirà su Netflix nell'estate del 2024.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Aeroporto_di_Venezia-Marco_Polo
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Aeroporto di Venezia-Marco Polo
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# Aeroporto di Venezia-Marco Polo
L'Aeroporto di Venezia-Marco Polo (IATA: VCE, ICAO: LIPZ), anche conosciuto come Aeroporto di Venezia-Tessera (pron. Tessèra), è un aeroporto italiano, che dista 13 km dal centro di Venezia. È intitolato al celebre mercante e viaggiatore veneziano Marco Polo.
È fra gli aeroporti più importanti d'Italia per numero di passeggeri. In Italia settentrionale è preceduto solo dagli aeroporti di Milano Malpensa e Bergamo Orio al Serio.
La concessionaria è SAVE S.p.a, società a parziale partecipazione pubblica locale, quotata alla Borsa di Milano.
L'aeroporto è collegato da un servizio di autolinee cadenzate alla vicina stazione di Venezia Mestre, all'hinterland metropolitano (formato da Chioggia, Jesolo, Mira, Mogliano Veneto e Spinea, fra gli altri comuni) e alla città di Padova. È inoltre collegato alle Fondamente Nove di Venezia da un vaporetto oppure da taxi acquei.
## Storia
Ai lati di via Orlanda (dove oggi c'è il parcheggio) vi era il campo volo di Bazzera, dove il 23 maggio 1915 arrivò la 4ª Squadriglia da ricognizione e combattimento fino all'8 settembre e nell'agosto 1915 la Escadrille N 92 i - N 392 - N 561 francese, chiamata «Escadrille de protection de Venise», costituita da 3 Nieuport 10 fino al dicembre successivo e il campo volo di Cà Tessera dove il 3 novembre 1917 arrivò la 38ª Squadriglia fino al 28 maggio 1918, l'11 novembre 1917 la 39ª Squadriglia fino al 14 maggio 1918 ed il 5 settembre 1918 vi nacque il Gruppo speciale Aviazione I fino al 21 novembre 1918.
La prima pietra fu posata il 29 marzo 1958. L'aeroporto fu inaugurato il 31 luglio 1961 e diventò in breve tempo quello di riferimento nel Veneto, in sostituzione del precedente scalo Aeroporto di Venezia-Lido.
Nel luglio del 2002 è stato costruito il nuovo terminal aeroportuale, progettato per adeguare lo scalo al continuo aumento del traffico aereo.
Il 30 novembre 2017 è stato insignito dal ministero cinese del turismo del certificato Welcome Chinese quale scalo dotato di servizi dedicati ai viaggiatori cinesi.
Il giorno 1º luglio 2019, in tre mesi e con una spesa di 80 milioni di euro, è stato completato il totale rifacimento della pista 4R/22L, la principale dell'aeroporto. Durante tutta la durata dei lavori non è mai stata interrotta né diminuita l'operatività dello scalo in quanto è stata utilizzata la pista secondaria 4L/22R, precedentemente allungata di 600 metri alla fine del 2018.
Dal 16 novembre 2019 l'aeroporto è diventato l'Official Hub delle Nazionali Italiane di Calcio, in accordo tra il gruppo SAVE S.p.a e la FIGC.
Il 4 marzo 2022 l'aeroporto è diventato una base per la compagnia Wizz Air.
Il 12 dicembre 2023 sono iniziati i lavori di realizzazione di una nuova linea ferroviaria che collegherà l'aeroporto alla rete ferroviaria nazionale. Il committente è Rete Ferroviaria Italiana, mentre l'affidatario della direzione dei lavori è Italferr. La tratta è lunga 8 km, di cui 3,4 in galleria. Il costo previsto è di 644 milioni di euro, con data di fine lavori stimata entro dicembre 2025.
## Gestione
La sua gestione è affidata alla società SAVE S.p.a, il cui presidente è Enrico Marchi. Quote della società sono in mano all'Amministrazione della Provincia di Venezia e al fondo di investimento Amber Capital.
Primo in Italia, l'aeroporto Marco Polo ha terziarizzato tutte le attività di handling e, a questo scopo, nello scalo operano due distinte società: GH Venezia e Aviation Services. Più di una sono anche le società di sicurezza, le quali operano sia all'interno dell'aerostazione, sia in collaborazione con le singole compagnie aeree, in aggiunta ovviamente alle forze di pubblica sicurezza, come Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza.
La gestione dei parcheggi del sedime aeroportuale è affidata a Marco Polo Park, societá controllata del Gruppo Save.
La parte del cargo viene gestita da Save Cargo nel capannone lato nord dell'apron vicino alla torre di controllo.
## Dati tecnici
Approccio strumentale: generalmente per gli atterraggi viene utilizzata la pista 04R. Durante le procedure d'avvicinamento ILS gli aerei effettuano l'atterraggio con una orientata a 041 gradi magnetici e frequenza NAV di 109,95. Sono altresì utilizzabili le procedure VOR-DME, sia per 04R, che per 04L quando utilizzata.
La pista 04R viene utilizzata come pista principale e, in caso di vento contrario o meteo avverso, viene invertita diventando quindi 22L. Per entrare in essa gli aerei sostano all'holding point A o B.
La pista 04L/22R viene utilizzata quasi esclusivamente come main taxiway non potendo essere utilizzata in contemporanea con l'altra pista in quanto dalla parte sinistra non si raggiungono i 150m privi di ostacolo di distanza dalla center-line come da normativa easa. I metri di distanza sono solo 75 poi si estende l'apron, per questo quando viene utilizzata per atterraggi e decolli devono essere prese delle precauzioni particolari.
Gli aerei in partenza da questo aeroporto hanno numerose SID: chi si dirige verso nord utilizzerà una SID che avrà come VOR VIC; i voli diretti a BZO non sono più dirottati su VIC, ma godono di una SID propria, denominata BZO7V; chi si dirige a sud utilizzerà una SID che avrà come VOR CHI; infine, i pochi voli che si dirigono verso Est avranno come primo punto rotta il fix ROSKA.
## Servizi
L'aerostazione attuale è stata inaugurata nel 2002, su progetto dell'architetto Gian Paolo Mar, e si estende su una superficie di circa 60000 m².
L'area landside, accessibile al pubblico, è strutturata su 3 piani:
* Al piano terra sono collocati gli arrivi, dove si possono trovare 4 bar, un'edicola, punti di informazioni turistiche, gli sportelli del Lost&Found per i bagagli smarriti, vendita di biglietti di trasporto pubblico e i banchi delle società di autonoleggio; è disponibile un servizio di deposito bagagli, che si trova subito fuori dall'aerostazione sul lato nord (a destra uscendo dal terminal). Nel 2011, nell'ambito dei lavori per la gestione dei voli dell'aeroporto di Treviso durante la sua chiusura, sono stati aggiunti 8 banchi check-in al piano terra, sul lato sud all'estremità dell'aerostazione (check-in 81-88, a destra entrando nel terminal). Nel 2013, per far fronte al continuo aumento di traffico, sono stati costruiti ulteriori 8 banchi check-in sul lato nord all'estremità dell'aerostazione (check-in 89-96, a sinistra entrando nel terminal). Questa scelta ha costretto a rivedere i flussi di gestione dei passeggeri, che fino a quel momento erano fisicamente separati (con gli arrivi al piano terra e le partenze al primo piano), ma si è resa necessaria in attesa di lavori più consistenti di ampliamento del terminal. Nel 2016 è stata aggiunta una nuova ala nel lato sud dell'aerostazione che ospita nuovi banchi check-in dedicati alle compagnie low-cost.
* Al primo piano si trova invece l'area partenze, con 64 banchi check-in, 6 ristoranti, un'edicola, un bar e una banca, nonché le biglietterie delle compagnie aeree.
* Al secondo piano si trova il Business Center di Travelex; sul lato nord si possono trovare gli uffici degli Enti di Stato, gli uffici di direzione gestione aeroportuale e la Sala di Culto; sul lato sud si trovano gli uffici delle compagnie aeree e di alcuni handler.
* Nel 2017 è stato completato l'ampliamento della zona arrivi/partenze landside (compresa di ristoranti e negozi) a cui si collega il nuovo Moving Walkway, la passerella mobile che collega il parcheggio multipiano e la darsena per i numerosi passeggeri che scelgono di raggiungere l'aeroporto tramite taxi acqueo o vaporetto.
All'area sterile (airside) si accede tramite 4 varchi, di cui 2 a disposizione dei passeggeri:
* Il varco principale, al primo piano, sul lato destro dell'aerostazione, prevede 14 postazioni di controllo e una corsia per l'accesso prioritario.
* Il varco nord, al primo piano sul lato sinistro entrando nell'aerostazione, è dedicato ai voli per destinazioni sensibili e prevede 4 postazioni di controllo.
Anche l'area airside è strutturata su 3 piani:
* Il piano terra è diviso in due parti: sulla prima si trovano gli arrivi, con 5 nastri di riconsegna bagagli e gli sportelli Lost&Found per i bagagli smarriti; da qui, attraverso due postazioni apposite per il controllo dei passeggeri in transito (Venice Connect), si può accedere all'area partenze, che si sviluppa anche nel piano terra dell'aerostazione con 16 uscite (8 Schengen e 8 Extra-Schengen).
* Il primo piano è dedicato interamente alle partenze; vi si trovano numerosi negozi, nonché altri bar e ristoranti. Contando le 16 uscite al piano terra, a cui si accede tramite ascensori o scale mobili, le uscite sono in tutto 28: 12 sono da torretta, di cui 7 con tunnel telescopico (collegamento diretto con l'aeromobile); di queste, 10 sono dedicate stabilmente ai voli Extra Schengen, mentre 4 funzionano in modalità "mista", tramite un sistema di porte mobili che permette di commutare l'area da Schengen a Extra-Schengen.
* Al secondo piano si possono trovare altri negozi e ristoranti, oltre alle due Lounge dedicate ai passeggeri premium: la "Tintoretto Lounge", riservata ai clienti SkyTeam, e la sala Marco Polo, gestita direttamente da SAVE, riservata ai clienti di tutte le altre compagnie.
L'aeroporto è provvisto di servizio PRM (Assistenza a Passeggeri con Ridotta Mobilità) che opera sia all'interno, con l'accompagnamento e l'assistenza ai servizi di check-in e gate, che all'esterno-area Airside dell'aerostazione tramite mezzi allestiti appositamente per il trasporto dei disabili, quali furgoni con pedana e Ambulift che fungono da elevatori per i passeggeri che non possono fruire delle scale dell'aeromobile.
Nell'area dell'aeroporto vi sono numerosi parcheggi, compreso un multipiano per un totale di 6.200 posti auto. All'ultimo piano sono presenti le compagnie di noleggio auto. Un certo numero di posti auto è riservato alla sosta gratuita dei passeggeri diversamente abili e a ridotta mobiltà, che possono richiedere l'assistenza di personale dell'aeroporto fino al momento dell'imbarco per l'eventuale trasporto di apparecchiature mediche, animali da accompagnamento, ausili specifici. La prenotazione viene effettuata alla propria compagnia effettuabile fino a 48 ore prima del volo, ed è attivata alcune ore prima della partenza presso il banco d'accettazione ovvero i punti di chiamata dedicati.
## Traffico aeroportuale
Il Sistema Aeroportuale Venezia, che comprende gli scali di Venezia e di Treviso, ha registrato 14.493.563 passeggeri complessivi nell'anno 2018 con un incremento dell'8.4% sull'anno precedente, 118.325 movimenti di aerovelivoli (+3.9%) ed un traffico cargo pari a circa 3.943,42 tonnellate (-1,5%), confermando la posizione già consolidata di terzo polo aeroportuale italiano, dopo quelli di Roma (Fiumicino e Ciampino), e i due scali di Milano-Linate e Milano-Malpensa.
Venezia è collegata all'aeroporto di Bergamo-Orio al Serio dall'autostrada A4, raggiungibile in circa due ore di auto, oppure tramite alcune linee di trasporto pubblico extraurbane.
Sono più di 1.300 i collegamenti settimanali per le principali destinazioni nazionali, europee ed intercontinentali.
### Dati di traffico passeggeri
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Passeggeri annui :
| Anno | Passeggeri |
| - | - |
| 2000 | 4.135.608 (8,6%) |
| 2001 | 4.178.285 (1,0%) |
| 2002 | 4.216.398 (0,9%) |
| 2003 | 5.304.597 (25,8%) |
| 2004 | 5.871.415 (10,7%) |
| 2005 | 5.780.783 (1%) |
| 2006 | 6.296.345 (8,9%) |
| 2007 | 7.032.499 (11,7%) |
| 2008 | 6.848.244 (2,6%) |
| 2009 | 6.655.612 (2,8%) |
| 2010 | 6.801.241 (2,2%) |
| 2011 | 8.507.691 (25,1%) |
| 2012 | 8.110.520 (4,7%) |
| 2013 | 8.327.899 (2,7%) |
| 2014 | 8.407.935 (1,0%) |
| 2015 | 8.735.876 (3,2%) |
| 2016 | 9.624.748 (10%) |
| 2017 | 10.355.205 (7,7%) |
| 2018 | 11.184.608 (7,8%) |
| 2019 | 11.561.594 (3,4%) |
| 2020 | 2.799.688 (71,8%) |
| 2021 | 3.437.204 (22,8%) |
| 2022 | 9.319.156 (171,1%) |
### Altre statistiche
Rotte nazionali più trafficate da/per Venezia (2019) :
| Posizione | Variazione 2018-2019 | Destinazione | Passeggeri | Compagnia/e Aerea/e |
| - | - | - | - | - |
| 1 | | Roma-Fiumicino, Lazio | 447.001 | Alitalia |
| 2 | 1 | Catania, Sicilia | 354.719 | EasyJet, Volotea |
| 3 | 1 | Napoli, Campania | 309.376 | EasyJet |
| 4 | 1 | Bari, Puglia | 124.476 | Volotea, Ryanair, Wizz Air |
Rotte europee più trafficate da/per Venezia (2019) :
| Posizione | Variazione 2018-2019 | Destinazione | Passeggeri | Compagnia/e Aerea/e |
| - | - | - | - | - |
| 1 | | Parigi-Charles de Gaulle, Francia | 813.827 | Air France, EasyJet |
| 2 | | Londra-Gatwick, Regno Unito | 693.215 | British Airways, EasyJet |
| 3 | 1 | Madrid, Spagna | 496.171 | Iberia, Air Europa |
| 4 | 1 | Barcellona, Spagna | 469.174 | Ryanair, Vueling |
| 5 | | Francoforte sul Meno, Germania | 486.242 | Lufthansa |
| 6 | | Amsterdam, Paesi Bassi | 413.316 | KLM, EasyJet |
| 7 | | Parigi-Orly, Francia | 278.789 | EasyJet, Transavia |
| 8 | nuovo | Londra-Stansted, Regno Unito | 253.078 | Ryanair |
| 9 | 1 | Monaco di Baviera, Germania | 238.934 | Air Dolomiti |
| 10 | | Bruxelles, Belgio | 229.024 | Brussels Airlines |
| 11 | 18 | Berlino-Tegel, Germania | 201.333 | EasyJet |
| 12 | | Vienna, Austria | 181.129 | Austrian Airlines |
| 13 | 2 | Londra-Heathrow, Regno Unito | 173.281 | British Airways |
| 14 | | Bristol, Regno Unito | 165.236 | EasyJet, Ryanair |
| 15 | | Lisbona, Portogallo | 148.478 | TAP Portugal |
| 16 | | Manchester, Regno Unito | 133.750 | EasyJet, Jet2.com |
| 17 | | Lione, Francia | 123.176 | HOP!, EasyJet |
| 18 | | Praga, Repubblica Ceca | 104.750 | EasyJet, Czech Airlines |
| 19 | 7 | Atene, Grecia | 97.609 | Aegean Airlines |
| 20 | | Amburgo, Germania | 94.753 | Eurowings, easyJet |
| 21 | 1 | Londra-Luton, Regno Unito | 94.578 | EasyJet |
| 22 | 1 | Copenaghen, Danimarca | 92.298 | SAS |
| 23 | 4 | Edimburgo, Regno Unito | 91.239 | EasyJet |
| 24 | 9 | Colonia, Germania | 88.949 | Eurowings |
| 25 | 6 | Dusseldorf, Germania | 86.633 | Eurowings |
| 26 | 1 | Dublino, Irlanda | 81.503 | Aer Lingus |
| 27 | 3 | Nizza, Francia | 71.335 | EasyJet |
| 28 | 3 | Marsiglia, Francia | 66.807 | EasyJet |
| 29 | 7 | Varsavia, Polonia | 65.070 | LOT Polish Airlines |
| 30 | 2 | Bordeaux, Francia | 61.872 | EasyJet |
| 31 | 4 | Nantes, Francia | 60.842 | EasyJet |
| 32 | 2 | Stoccarda, Germania | 58.012 | EasyJet |
| 33 | 1 | Tolosa, Francia | 55.900 | EasyJet |
Rotte intercontinentali più trafficate da/per Venezia (2019) :
| Posizione | Variazione 2018-2019 | Destinazione | Passeggeri | Compagnia/e Aerea/e |
| - | - | - | - | - |
| 1 | | Istanbul-Atatürk, Turchia | 272.212 | Turkish Airlines |
| 2 | | Zurigo, Svizzera | 239642 | Swiss |
| 3 | | Dubai, Dubai | 215.181 | Emirates |
| 4 | | Mosca-Šeremet'evo, Russia | 166.853 | Aeroflot |
| 5 | | Doha, Qatar | 149.747 | Qatar Airways |
| 6 | 1 | Tirana, Albania | 113.598 | Albawings |
| 7 | 2 | Tel Aviv-Ben Gurion, Israele | 101.217 | El Al |
| 8 | 2 | Toronto-Pearson, Canada | 98.012 | Air Canada, Air Transat |
| 9 | 1 | Ginevra, Svizzera | 86.666 | EasyJet |
| 10 | | New York-JFK, Stati Uniti | 81.891 | Delta |
| 11 | | Basilea, Svizzera | 75.349 | EasyJet |
| 12 | 4 | Seoul-Incheon, Corea del Sud | 72.698 | Asiana Airlines |
| 13 | 1 | Kiev-Boryspil', Ucraina | 71.629 | Ukraine International Airlines |
| 14 | 2 | Filadelfia, Stati Uniti | 69.921 | American Airlines |
| 15 | | New York-Newark, Stati Uniti | 69.352 | United Airlines |
| 16 | 3 | Casablanca, Marocco | 68.977 | Air Arabia, Royal Air Maroc |
| 17 | 2 | Chicago-O'Hare, Stati Uniti | 67.417 | American Airlines |
| 18 | 1 | Montréal-Dorval, Canada | 65.425 | Air Transat |
| 19 | 1 | Atlanta-Hartsfield-Jackson, Stati Uniti | 55.794 | Delta |
L'aeroporto dispone inoltre di collegamenti per:
* Bulgaria
* Croazia
* Estonia
* Finlandia
* Islanda
* Lettonia
* Lussemburgo
* Moldavia
* Norvegia
* Romania
* Serbia
* Svezia
* Tunisia
* Ungheria
## Incidenti
* Il 14 settembre 1993 un Piaggio PD-808 dell'Aeronautica Militare si è schiantato mentre cercava di atterrare in cattive condizioni meteo. Nell'incidente sono morte tutte e 3 le persone a bordo.
* Il 7 marzo 2017 un Piper Pa-146 civile ha effettuato un atterraggio di emergenza, causato da un'avaria del carrello di atterraggio. Il velivolo si è adagiato su uno strato di schiuma, precedentemente allestito dai Vigili del Fuoco sulla pista principale. Entrambi i passeggeri sono usciti illesi.
## Collegamenti con Venezia e Padova
L'aeroporto si trova a 13 km da Venezia, 8 km da Mestre, 28 km da Treviso e 47 km da Padova. Dall'aeroporto è possibile raggiungere:
* Venezia:
* piazzale Roma con le linee automobilistiche dell'ATVO o con la linea 5 aerobus dell'ACTV;
* piazza San Marco, Murano e il Lido con le linee di navigazione di Alilaguna;
* Mestre e la terraferma del comune di Venezia con le linee automobilistiche dell'ATVO e dell'ACTV (linee 15 e 45);
* destinazioni del Veneto Orientale (San Donà di Piave, Jesolo, Portogruaro, Eraclea, Caorle e Bibione) e Treviso con le linee automobilistiche dell'ATVO;
* Padova, Abano Terme e Montegrotto Terme con la linea automobilistica 015 di BusItalia Veneto, controllata da Busitalia-Sita Nord.
Il 12 gennaio 2022 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale l'approvazione del progetto definitivo del collegamento ferroviario tra l'aeroporto e la linea Venezia-Trieste. Il tracciato, completo della nuova stazione ferroviaria, dovrebbe divenire operativo nel dicembre 2025, per le Olimpiadi di Milano Cortina.
## Galleria d'immagini
* Scultura dello scultore Giorgio Bortoli all'ingresso del terminal successivamente ricollocata in seguito all'ampliamento
* Scala mobile all'Interno del Terminal
* Vista della laguna di Venezia dall'interno del Terminal
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https://it.wikipedia.org/wiki/Antonella_Troise
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Antonella Troise
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# Antonella Troise
Antonella Maria Troise (Napoli, 30 dicembre 1980) è un'attrice italiana.
## Biografia
Studia presso l'Accademia di Teatro "La Scaletta" di Roma. Esordisce come attrice nel film del 1995 La regina degli uomini pesce con la regia di Sergio Martino. Successivamente prende parte al film Chiavi in mano del 1996 con la regia di Mariano Laurenti. Per la televisione ha lavorato ne L'isola dei segreti - Korè, regia di Ricky Tognazzi nel 2009, e Negli occhi dell'assassino del 2009 per la regia di Edoardo Margheriti.
Nel 2009, nell'ambito di un'indagine della Procura di Napoli in cui il direttore generale di Rai Fiction Agostino Saccà è stato accusato di corruzione, sono stati pubblicati numerosi documenti da cui emerge che nel 2007 sarebbe stata raccomandata, insieme ad altre attrici, da Silvio Berlusconi, all'epoca presidente del Consiglio. Saccà ha pubblicamente ammesso la raccomandazione, sottolineando tuttavia che i magistrati non hanno attribuito a questo comportamento alcuna rilevanza penale.
## Filmografia
### Cinema
* Chiavi in mano, regia di Mariano Laurenti (1996)
* Cronache del terzo millennio, regia di Francesco Maselli (1996)
* Giorni dispari, regia di Dominick Tambasco (2000)
* Casomai, regia di Alessandro D'Alatri (2002)
* Il fuggiasco, regia di Andrea Manni (2003)
* Bal-Kan-Kan, regia di Darko Mitrevski (2005)
### Televisione
* La regina degli uomini pesce, regia di Sergio Martino (1995)
* Il maresciallo Rocca – serie TV, episodio 1x08 (1996)
* S.P.Q.R. – serie TV, episodi 1x01-1x11 (1998)
* Turbo – serie TV, episodio 1x04 (2000)
* Capri – serie TV, episodio 1x01 (2006)
* L'isola dei segreti - Korè – serie TV (2009)
* Negli occhi dell'assassino – film TV regia di Edoardo Margheriti (2009)
* L'ombra del destino – serie TV, episodio 1x06 (2011)
## Teatro
* Natale in casa Cupiello
* Questi fantasmi!
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https://it.wikipedia.org/wiki/Gregorio_Nazianzeno
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Gregorio Nazianzeno
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# Gregorio Nazianzeno
Gregorio Nazianzeno (in latino: Gregorius Nazianzenus; in greco Γρηγόριος ὁ Ναζιανζηνός, Grēgórios ho Nazianzēnós; detto anche Gregorio il Teologo; Nazianzo, 329 – Nazianzo, 25 gennaio 390 circa) è stato un vescovo e teologo greco antico; fu maestro di Girolamo. Venerato dalle Chiese cristiane, è riconosciuto dalla Chiesa cattolica come Dottore e Padre della Chiesa. È uno dei Padri cappadoci.
## Biografia
Nacque a Arianzo, cittadina presso Nazianzo in Cappadocia. Figlio di Gregorio e Nonna. Il padre, che era ebreo della setta degli Ipsistari, fu convertito dalla moglie al Cristianesimo e divenne vescovo di Nazianzo. Il fratello Cesario (morto nel 368) fu dottore presso la corte dell'imperatore Giuliano e governatore di Bitinia.
Gregorio, nato qualche anno dopo il concilio di Nicea nel quale si condannò l'eresia ariana, fu fortemente condizionato per tutta la vita dalle lotte che si scatenarono attorno alla definizione della vera natura della Trinità. Studiò prima a Cesarea in Cappadocia, dove conobbe e divenne amico di Basilio, poi a Cesarea Marittima e ad Alessandria presso il Didaskaleion, infine, tra il 350 e il 358, ad Atene, sotto Imerio; qui conobbe il futuro imperatore Giuliano.
Raggiunse poi l'amico Basilio nel monastero di Annisoi, nel Ponto. Ma abbandonò presto questa esperienza per tornare a casa, dove sperava di condurre una vita ancora più ritirata e contemplativa. Nel 361 fu ordinato sacerdote suo malgrado, dal padre, Vescovo di Nazianzo. Dapprima reagì fuggendo, ma poi accettò di buon grado la decisione paterna. "Mi piegò con la forza", ricorderà nella sua autobiografia.
Nel 372 l'amico Basilio, allora Vescovo di Cesarea, costretto dalla politica ariana dell'Imperatore Flavio Valente a moltiplicare il numero delle diocesi sotto la sua giurisdizione per sottrarle all'influenza ariana, lo nominò vescovo di Sasima. Gregorio non raggiunse mai la sua sede vescovile in quanto solo con le armi in pugno sarebbe potuto entrarvi. Morto il padre, tornò a Nazianzo, dove diresse la comunità cristiana.
Nel 379, salito al trono Teodosio I, Gregorio fu chiamato a dirigere la piccola comunità cristiana che a Costantinopoli era rimasta fedele a Nicea. Nella capitale dei cristiani di Oriente pronunciò i cinque discorsi che gli meritarono l'appellativo di "Teologo". Fu lui stesso a precisare che la "Teologia" non è "tecnologia", essa non è un'argomentazione umana, ma nasce da una vita di preghiera e da un dialogo assiduo con il Signore. Nel 380 Teodosio lo insediò vescovo di Costantinopoli e lo fece riconoscere come tale dal II Concilio Ecumenico nel maggio del 381.
Le discussioni conciliari furono quanto mai accese e lo stesso Gregorio fu accusato di occupare illegittimamente, in quanto vescovo di Sasima, la sede di Costantinopoli, a proposito ebbe a dire:
«Abbiamo diviso Cristo, noi che tanto amavamo Dio e Cristo! Abbiamo mentito gli uni agli altri a motivo della Verità, abbiamo nutrito sentimenti di odio a causa dell'Amore, ci siamo divisi l'uno dall'altro!” (Discorsi 6, 3)»
infine, confessandosi incapace di mediare tra le opposte fazioni, abbandonò il concilio nel giugno del 381
«Lasciatemi riposare dalle mie lunghe fatiche, abbiate rispetto dei miei capelli bianchi ... Sono stanco di sentirmi rimproverare la mia condiscendenza, sono stanco di lottare contro i pettegolezzi e contro l'invidia, contro i nemici e contro i nostri. Gli uni mi colpiscono al petto, e fanno un danno minore, perché è facile guardarsi da un nemico che sta di fronte. Gli altri mi spiano alle spalle e arrecano una sofferenza maggiore, perché il colpo inatteso procura una ferita più grave ... Come potrò sopportare questa guerra santa? Bisogna parlare di guerra santa così come si parla di guerra barbara. Come potrei riunire e conciliare questa gente? Levano gli uni contro gli altri le loro sedi e la loro autorità pastorale e il popolo è diviso in due partiti opposti ... Ma non è tutto: anche i continenti li hanno raggiunti nel loro dissenso, e così Oriente e Occidente si sono separati in campi avversi” (Discorsi 42, 20-21)»
Nell'autunno del 382 divenne vescovo di Nazianzo per poi, dopo un anno, ritirarsi in solitudine ad Arianzo, dove morì nel 390.
* Mosaico alla Martorana di Palermo
* Le Omelie di san Gregorio
* Il Primo Concilio di Costantinopoli (dalle Omelie)
* Icona dipinta da Andrej Rublëv
* Affresco a Chora
* Tomba di san Gregorio nella basilica di San Pietro in Vaticano
## Culto
Proclamato Dottore della Chiesa nel 1568 da papa Pio V. È uno dei quattro grandi dottori della Chiesa orientale; dalla Chiesa ortodossa è salutato anche, con Basilio e Giovanni Crisostomo come uno dei "Tre Gerarchi".
La chiesa d'Oriente celebra in due date la sua festa: il 30 gennaio insieme a Basilio il Grande e Giovanni Crisostomo e il 25 gennaio da solo. Nel calendario latino è festeggiato il 2 gennaio insieme a san Basilio e il 25 gennaio nel suo dies natalis.
### Reliquie
Le reliquie del santo vennero conservate per molti secoli nella chiesa di Tutti i Santi a Costantinopoli.
Secondo una tradizione attestata solo nel XVII secolo, le reliquie del Nazianzeno sarebbero giunte a Roma tramite alcune monache bizantine sfuggite alle persecuzioni iconoclaste dell'VIII secolo. Esse avrebbero deposto le reliquie dapprima nel monastero di Santa Maria in Campo Marzio a loro donato dal papa Zaccaria, monastero che poi assunse il nome di Santa Maria e San Gregorio; di lì furono traslate nella basilica di San Pietro in Vaticano nel 1580, per volere di papa Gregorio XIII, dove sono tuttora conservate.
Secondo un'altra tradizione, non confermata da fonti, le reliquie di san Gregorio sarebbero giunte a Roma all'epoca della quarta crociata, dopo il sacco di Costantinopoli del 1204.
Il 27 novembre 2004 papa Giovanni Paolo II ha fatto dono al patriarca Bartolomeo di Costantinopoli di una parte delle reliquie di san Gregorio Nazianzeno venerate in Vaticano.
## Opere
Gregorio ci ha lasciato un'opera letteraria vasta e varia la cui influenza sulla grecità bizantina a venire è stata amplissima, tanto da farne uno degli autori più citati dopo le Scritture.
Celebre il corpus delle sue 45 orazioni (non tutte di certa attribuzione), cioè omelie retoricamente assai curate che rislagono per la maggior parte agli anni dell'episcopato costantinopolitano. Restano particolarmente famosi gli elogi funebri dell'amico Basilio di Cesarea (or. 43) e del padre Gregorio il Vecchio, un discorso in cui egli giustifica la sua scelta di lasciare il seggio di Sasima, nonché i due discorsi (orr. 4 e 5) contro l'imperatore Giuliano, destinati a influenzare grandemente il giudizio dei posteri sul sovrano. Oltre a questi, il corpus dei discorsi si compone di sermoni liturgici redatti per le principali festività tra cui la Pasqua, la Pentecoste, il Natale, l'Epifania; di discorsi d'occasione (oltre agli elogi funebri summenzionati, quello per Atanasio, per il fratello Cesario e la sorella Gorgonia), talora veri e proprio manifesti catechetici. È invece con i celeberrimi cinque discorsi teologici (orr. 27-31) che Gregorio si guadagnò l'epiteto di "Teologo" (ὁ Θεολόγος), con cui questi è perlopiù noto presso le fonti bizantine e orientali. Tali discorsi furono redatti tra il 379 e il 380: sono tutti incentrati sulla definizione teologica della Trinità e sono spesso volti a contrastare le eresie trinitarie più diffuse nel IV secolo, vale a dire quella ariana, che negava la divinità di Cristo, quella degli Eunomiani, per i quali Cristo non ha la stessa essenza del Padre, e quella dei Macedoniani, che nega la piena divinità dello Spirito Santo. In questi scritti Gregorio si sforza di affermare l'unica natura delle tre Persone, che andrebbero quindi distinte solo per origine e rapporti reciproci.
Ci è altresì pervenuto un vasto Epistolario di 245 lettere, scritte tra il 383 e il 389. Alcune di queste lettere si discostano dalla dimensione meramente epistolare e sono più compiutamente inquadrabili nel genere del trattatello teologico: è il caso, segnatamente, delle cosiddette Epistole teologiche (ep. 101-102 e 202), dedicate a sconfessare l'eresia di Apollinare di Laodicea.
Andrà infine ricordato il cosiddetto Christus patiens, noto in italiano anche come La Passione di Cristo, un centone di versi dei tragici la cui attribuzione a Gregorio Nazianzeno è assai disputata e rigettata da larga parte della critica.
### Traduzioni italiane
* I cinque discorsi teologici: appendici, lettere teologiche, il mistero cristiano, poesie (Carmina Arcana), Roma, Città Nuova, 1986.
* Fuga e autobiografia, Roma, Città Nuova, 1987.
* La Passione di Cristo, Roma, Città Nuova, 1990.
* Epitaffi, Epigrammi, Roma, Città Nuova, 2013. (raccoglie gli scritti non cristologici di Gregorio di Nazianzo)
* Claudio Moreschini (a cura di), Gregorio di Nazianzo, tutte le orazioni, Bompiani, 2000-2012.
* Carlo Truzzi (a cura di), Discorso funebre in onore di san Cesario di Nazianzo, medico, AGE, 1998.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Cronografia_%28letteratura_bizantina%29
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Cronografia (letteratura bizantina)
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# Cronografia (letteratura bizantina)
A differenza delle opere storiche, le cronache bizantine erano indirizzate al grande pubblico. Da ciò si comprende non solo la differenza nella loro origine, sviluppo e diffusione, ma anche nel loro carattere, nei modi di trattare il materiale a disposizione e nello stile della composizione.
Gli inizi della cronografia bizantina non sono stati ancora tracciati in modo definitivo. Sembra chiaro che la sua origine non sia molto antica, come dimostrerebbe la contemporanea apparizione di più cronache in un periodo relativamente tardo rispetto alla letteratura storica (VI secolo), e la grande distanza che rivelano dalla tradizione ellenistica e pagana. Tale distanza è anche geografica, dal momento che la prima cronaca fu redatta in Siria da un siriano e non nell'ambito della cultura greca. Inoltre, la Cronografia di Sesto Giulio Africano, che si può considerare il prototipo della cronografia bizantina, si basa su una fonte cristiana e orientale.
Il periodo di maggior sviluppo della produzione cronachistica risale all'XI secolo; successivamente ebbe un netto calo fino a che nel periodo dei Paleologi non si registra alcun cronografo degno di nota.
L'importanza dei cronografi bizantini non è legata al loro valore storico e letterario, ma al loro rapporto con la cultura. Essi, infatti, non sono soltanto un'importante fonte per la storia della cultura bizantina, ma essi stessi contribuiscono a diffondere tale cultura. Le cronache più importanti, attraverso numerose redazioni e traduzioni, passarono ai popoli slavi e orientali e in questo modo divennero una delle prime fonti di cultura. La loro influenza era dovuta principalmente al tono popolare che si riflette, ad esempio, nelle numerose descrizioni di eventi straordinari e terribili che facevano parte del sentire della gente e che venivano poi reinterpretati su una base cristiana.
Anche lo stile di composizione è popolare e semplice: normalmente le cronache assomigliano di più ad una raccolta acritica di episodi recuperati da fonti più antiche, piuttosto che ad una meditata e matura analisi dei fatti quali erano le opere degli storici. La lingua utilizzata, inoltre, corrisponde al basso livello di cultura sia dell'autore sia del lettore. Se però lo stile dei cronografi non è paragonabile a quello degli storici, è pur vero che proprio in ragione del suo carattere popolare ben si presta a studi linguistici comparativi ed è fonte interessante per lo studio dello sviluppo della lingua greca.
Cronache bizantine rappresentative, tipiche anche di diverse tappe nello sviluppo del genere, sono quelle di Giovanni Malalas, Teofane Confessore e Giovanni Zonara.
La prima è la più antica cronaca monastica bizantina e fu composta ad Antiochia da un teologo monofisita siriano. Originariamente nata come cronaca riferita alla sola città di Antiochia, si è sviluppata tanto da divenire una cronaca relativa al mondo intero. Si tratta di un'opera storica popolare, piena di gravi errori storici e cronologici. Fu la fonte di numerose cronache successive, ma anche di alcuni storici ecclesiastici. Fu anche la prima cronaca ad essere tradotta in antico bulgaro, verso la fine del IX o l'inizio del X secolo.
Superiore in forma e sostanza, e più propriamente storica, è la cronaca di Teofane, monaco dell'Asia Minore, che fu scritta nel IX secolo e rappresentò il modello delle cronache successive. Contiene molte valide informazioni tratte da fonti perdute e la sua importanza per il mondo occidentale è dovuta al fatto che alla fine del IX secolo fu tradotta in latino.
Una terza tappa importante nella storia della cronografia bizantina è rappresentata dalla Cronaca universale di Zonara. Vi è in essa già qualche cosa della rinascenza avvenuta sotto i Comneni: non soltanto è più narrativa di quella di Teofane, ma ingloba in essa molti passaggi di scrittori antichi classici. Non stupisce che questa cronaca fu tradotta non soltanto in slavo e latino, ma anche in italiano e francese.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Ruggero_Bernardo_II_di_Foix
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Ruggero Bernardo II di Foix
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# Ruggero Bernardo II di Foix
Ruggero Bernardo II, detto il Grande; in occitano Rogièr Bernat II de Fois e in francese: Roger-Bernard II de Foix (1190 circa – 26 maggio 1241), fu conte di Foix dal 1223 fino alla sua morte.
Il periodo della sua vita, e del suo regno, fu caratterizzato dagli eventi bellici della Crociata albigese nella quale Ruggero Bernardo ed il padre Raimondo Ruggero svolsero un ruolo determinante dalla parte dei prìncipi occitani.
## Origine
Ruggero Bernardo, come risulta dal testamento del padre del 1222 della Histoire Générale de Languedoc, Tome V, era l'unico figlio maschio legittimo del conte di Foix, Raimondo Ruggero (1152 – 1223) e della moglie Filippa (come ci conferma la Chroniques romanes des comtes de Foix), che, secondo la Histoire des comtes de Foix, discendeva dalla nobile famiglia catalana dei Moncada. Raimondo Ruggero di Foix, secondo il documento n° XXXIII, datato marzo 1199 della Histoire Générale de Languedoc, Tome V, era figlio del conte di Foix, Ruggero III (bonæ memorie dominus Raymundus Rogerii pater noster...etiam comes Fuxi) e della moglie Cecilia Trencavel, che era figlia del visconte di Carcassonne, d'Albi e di Béziers, Raimondo I Trencavel e della sua prima moglie, Adelaide, di cui non si conoscono gli ascendenti.
## Biografia
Ruggero Bernardo, nel 1211, combatté con suo padre le battaglie di Lavaur e di Castelnaudary.
* Bernardo Ruggero
* Figli
* Bernardo II
* Ruggero I
* Pietro I Bernardo
* Eraclito
* Gilberga
* Stefania
* Ruggero I
* Pietro I Bernardo
* Figli
* Ruggero II
* Pietro
* Ruggero II
* Figli
* Ruggero III
* Bernardo
* Pietro
* Raimondo Ruggero
* Ruggero III
* Figli
* Ruggero Bernardo I
* Brandimena
* Dolce
* Ruggero Bernardo I
* Figli
* Raimondo Ruggero
* Geralda
* Esclarmonde
* Sibilla
* Raimondo Ruggero
* Figli
* Ruggero Bernardo II
* Cecilia
* Ruggero Bernardo II
* Figli
* Ruggero IV
* Esclaramunda
* Cecilia
* Ruggero IV
* Figli
* Ruggero Bernardo III
* Piero
* Sibilla
* Agnese
* Filippo
* Esclaramunda
* Ruggero Bernardo III
* Figli
* Gastone I
* Costanza
* Marta
* Margherita
* Brunissenda
* Modifica
Nell'autunno del 1215, suo padre, Raimondo Roggero accompagnò il conte di Tolosa, Raimondo VI, a Roma, ove dall'11 novembre si riuniva il IV Concilio Lateranense. Raimondo VI si dichiarò disposto ad abdicare immediatamente a favore del figlio, ma questo compromesso fu respinto e la contea di Tolosa, fu assegnata a Simone di Montfort, che l'aveva conquistata, mentre la contea di Foix, invece fu presa in custodia dalla chiese cattolica finché il conte, Raimondo Ruggero, non avesse dimostrato la sua innocenza di fronte all'accusa di eresia; Raimondo Ruggero in seguito trovò ascolto allorché egli replicò alle accuse di eresia contro di lui dichiarando la sorella Esclarmonde unica responsabile della presenza dei càtari a Montségur.
Nel 1217, Ruggero Bernardo difese per sei settimane la rocca di Montgrenier dai crociati e nel 1218 prese parte alla difesa di Tolosa, ove fu ucciso il comandante delle truppe crociate, Simone di Montfort. Successivamente partecipò alle battaglie contro il figlio di quest'ultimo, Amaury di Montfort liberando varie città fra le quali Limoux e Lavaur. Assieme al padre, Raimondo Ruggero combatté i crociati in Lauragais e nel 1220, con Raimondo VII di Tolosa, conquistò Castelnaudary, il cui difensore Guido di Montfort, figlio di Simone, perse la vita in combattimento. In quello stesso anno, Raimondo VI di Tolosa garantì a suo padre Raimondo Ruggero, a Ruggero Bernardo ed a suo figlio, Ruggero (Raymundo Rogerii eadem gratia comiti Fuxi et Rogerio Bernardi filio vestro, et filio dicti Rogerii Bernardi) alcune proprietà (Montis-Albani et Altis-montis et Montis-acuti et Insulæ-amatæ). Ruggero Bernardo aiutò il padre nella cacciata dei crociati dalla contea di Foix sino alla presa di Mirepoix, una delle città più importanti della contea. Pochi giorni dopo però il conte suo padre, che l'anno prima aveva fatto testamento morì, come risulta dal documento n° XV.I della Histoire Générale de Languedoc, Tome V; per il cronachista latino del XIII secolo, autore di una storia sul catarismo e sulla crociata albigese, Guillaume de Puylaurens, la morte avvenne, nel 1222, non per una ferita, ma a causa di un'ulcera (au siège de Mirepoix non d´une blessure mais d´un ulcère malin) e Ruggero Bernardo gli succedette; un anno prima era morto il conte di Tolosa, Raimondo VI.
Dopo che il 14 gennaio 1224 il giovane visconte Raimondo II di Trencavel era entrato in Carcassonne, Amaury di Montfort abbandonò la lotta, i conti occitani si rappacificarono con la Chiesa e la crociata finì con un l'insuccesso dei crociati stessi.
Il re di Francia Luigi VIII tuttavia raccolse le preoccupazioni di Papa Onorio III sulla necessità di concludere positivamente la crociata contro gli albigesi e convocò nel 1225 un concilio a Bourges per intraprendere una seconda crociata che lui stesso volle personalmente condurre, passando da Avignone, Béziers e Carcassonne; questa volta i conti della Linguadoca non poterono far fronte alla nuova minaccia. Il 16 giugno 1226 la città di Carcassonne si sottomise al re, il quale tuttavia pochi mesi dopo morì in Alvernia, per l'esattezza a Montpellier, l'8 novembre 1226. Ruggero Bernardo, nel settembre del 1226 aveva stretto un patto col conte di Tolosa Raimondo VII, per resistere al re di Francia e alla chiesa. Ruggero Bernardo poté così resistere a Limoux fino al luglio 1227, ma senza un significativo sostegno militare dovette infine arrendersi al siniscalco di Carcassonne, Umberto V di Beaujeu.
Ruggero Bernardo, dopo essere stato sollecitato dal conte di Tolosa, riconobbe nel 1229 le norme del Trattato di Meax-Parigi ed a Melun, nel mese di settembre si sottomise, con la sua contea, alla corona di Francia e alla chiesa che l'aveva scomunicato, nel 1227. Con questo dovette accettare la perdita di Mirepoix e di Montségur, che era ancora in mano càtara, i cui feudi sarebbero andati direttamente alla corona, però poté tenersi posizioni importanti quali Montgaillard, Cher, Rabat e Saverdun. Per di più Roger Bernard dovette accettare nella sua contea l'intervento dell'Inquisizione, contro la quale più volte egli aveva combattuto. Rinunciò poi ad ogni politica antifrancese, cosicché nel 1240 rifiutò il suo aiuto a Raimondo di Trencavel nel tentativo di quest'ultimo di occupare nuovamente Carcassonne, mantenendo il suo appoggio al conte di Tolosa, che si apprestava a ribellarsi al re di Francia, Luigi IX il Santo. Invece Ruggero Bernardo non rinunciò alla politica espansionista dei suoi predecessori, con il fine di ampliare nuovamente la sua contea nella zona meridionale dei Pirenei. Nella lite sulla sovranità della valle di Caboet, Ruggero Bernardo finì con impelagarsi in un conflitto pluriennale contro il potente vescovo di Urgell, che condusse, nel lungo termine, alla creazione del principato di Andorra.
Ruggero Bernardo morì il 26 maggio 1241, in pace con la Chiesa cattolica, la quale nel 1240 lo riaccolse, assolvendolo a Durfort, dopo averlo scomunicato, per la seconda volta, nel 1239; per Guillaume de Puylaurens, la morte avvenne, il 4 maggio. La sua salma fu inumata nell'Abbazia di Boulbonne). Gli succedette il figlio, Ruggero.
## Matrimoni e discendenza
Ruggero Bernardo aveva sposato, in prime nozze, Ermesinda di Castelbon(† 1230 circa), figlia di Arnaldo visconte di Castelbon e della di lui moglie Arnalda di Caboet, come risulta dal documento n 31 delle Relations politiques des comtes de Foix avec la Catalogne jusqu'aucommencement du XIVe siècle. Il matrimonio era già stato contrattualmente combinato dai genitori della coppia il 10 gennaio 1202 a Tarascona e doveva costituire le fondamenta dell'alleanza fra le due famiglie, oltre a suggellare l'ingresso della famiglia di Foix nella successione dei Castelbon, anche se l'anno dopo Arnaldo aveva promesso al conte di Urgell, Ermengol VIII, che non avrebbe più dato in sposa a Ruggero Bernardo Ermesinda. Ermesinda era, come il padre, di fede càtara. Non si conosce l'anno esatto, ma poi il matrimonio fu celebrato. Nel 1226, alla morte del padre, Arnaldo, Ermesinda divenne viscontessa di Castelbon, ma morì pochi anni dopo, nel 1230; il testamento di Ermesinda, contessa di Foix e viscontessa di Castelbon è datato 28 dicembre 1229. Ruggero Bernardo da Ermesinda ebbe due figli:
* Ruggero († 24 febbraio 1265), che succedette al padre come conte di Foix e alla madre come visconte di Castelbon
* Esclarmonde († ?), andata sposa, nel 1231, a Raimondo Folco V, visconte di Cardona
Nel 1232 Ruggero Bernardo aveva sposato, in seconde nozze, Ermengarda di Narbona, una delle figlie del visconte di Narbona Aimaro III e della di lui moglie Margherita di Marly, come ci viene confermato dal documento n° CLXIX della Histoire générale de Languedoc, Notes, tomus V. Ruggero Bernardo da Ermengarda ebbe una figlia:
* Cecilia († 1270), che, nel 1256, fu la seconda moglie (sororem Rogerii comitis Fuxensis...Cœcilia) di Alvaro de Cabrera, conte di Urgell, come ci conferma la Ex gestis comitum Barcinonensium.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Montevarchi
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Montevarchi
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# Montevarchi
Montevarchi è un comune italiano di 24 116 abitanti della provincia di Arezzo in Toscana.
## Geografia fisica
Il comune di Montevarchi si trova nel Valdarno superiore, sulla riva sinistra dell'Arno. Il territorio, parte di un antico bacino lacustre preistorico, comprende il fondovalle, dove si trova il capoluogo, e una parte delle colline che si trovano fra l'Arno e il Chianti senese.
### Territorio
* Classificazione sismica: zona 3 (sismicità bassa), Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003
### Clima
In base alla media trentennale di riferimento (1961-1990), la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +4,5 °C; quella del mese più caldo, luglio è di +23,9 °C.
| MONTEVARCHI | Mesi | Mesi | Mesi | Mesi | Mesi | Mesi | Mesi | Mesi | Mesi | Mesi | Mesi | Mesi | Stagioni | Stagioni | Stagioni | Stagioni | Anno |
| - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| MONTEVARCHI | Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | Anno |
| T. max. media (°C) | 8,2 | 10,4 | 14,5 | 18,5 | 22,5 | 27,2 | 30,9 | 30,1 | 26,1 | 19,5 | 13,6 | 9,3 | 9,3 | 18,5 | 29,4 | 19,7 | 19,2 |
| T. min. media (°C) | 0,9 | 1,8 | 4,3 | 7,3 | 11,1 | 14,6 | 16,8 | 16,4 | 13,9 | 9,6 | 5,0 | 1,8 | 1,5 | 7,6 | 15,9 | 9,5 | 8,6 |
* Classificazione climatica: zona D, 1953 GR/G
* Diffusività atmosferica: alta, Ibimet CNR 2002
## Storia
### Le origini e i Bourbon
I ritrovamenti ceramici avvenuti nel vicino complesso della Ginestra attestano che la zona era sicuramente abitata già prima dell'anno Mille. Ulteriori ritrovamenti sul colle dei Cappuccini farebbero individuare nei romani i primi abitatori del luogo.
Fin dai tempi antichi il territorio dove sarebbe sorta Montevarchi ha occupato una posizione strategica per il fatto di trovarsi all'incrocio di strade che collegavano Arezzo, Firenze e Siena. Fino all'anno mille la pianura del Valdarno era però quasi deserta, il territorio era boscoso e il libero scorrere dell'Arno produceva frequenti allagamenti. Firenze, Arezzo e Siena si contendevano il terreno e lasciavano che le truppe si scatenassero sugli inermi cittadini. Solo nei castelli posti in altura la vita poteva scorrere relativamente più tranquilla sotto la protezione dei signorotti locali.
Nell'XI secolo si trovavano su colli vicini due castelli, sul colle della Ginestra (così nominato per le piante di questa specie che lo circondavano) si trovava lo spedale di San Michele Arcangelo retto dai Monaci Benedettini per l'assistenza ai pellegrini e viandanti in transito per i Luoghi Santi. Sull'altro colle, nel ventunesimo secolo denominato dei Cappuccini dal convento dove i Francescani si stabilirono nel XVI secolo, sorgeva il "castellare" o Castrum Montisguarchi o Monteguarco (che più tardi assumerà la denominazione di Montevarchi) così designato probabilmente perché questa località segnava il passaggio o “varco” tra il territorio fiorentino e quello aretino.
Dai primi documenti che menzionano il Castello de Monteguarco si rileva che intorno al Mille ne erano padroni i Marchesi Bourbon del Monte Santa Maria, famiglia che dominò la terra di Montevarchi per tutto il secolo XI.
Si ha infatti un atto dell'aprile 1079 che riguarda la vendita fatta dalla Contessa Sofia alla Chiesa Aretina della quarta parte della Corte e del Castello di Puliciano, con tutte le sue pertinenze. Dalla frase con la quale tale atto termina: “Actum in Comitatu Florentino, intus in Castello de Monteguarco feliciter” si rileva anche che Montevarchi era all'estremo confine del Comitato Fiorentino. Un altro documento menzionante il Castrum Montis Varchis è datato dall'ottobre 1098.
### Da Guido Guerra al controllo fiorentino
Agli inizi del XII secolo troviamo che il Castello di Montevarchi è menzionato, nei diplomi imperiali, fra i possessi della famiglia dei conti Guidi, Signori della Romagna e del Casentino I conti Guidi del ramo di Dovadola non abitarono a Montevarchi, ma preferirono il loro castello di Modigliana in Romagna. Guido Guerra invece scelse come sua residenza Montevarchi, ed è tradizione che abbia provveduto a far erigere robuste mura intorno agli sparsi raggruppamenti di case e borghi che si erano venuti formando nella pianura sottostante il vecchio castellare dando così origine al mercatale di Montevarchi.
Il mercatale divenne presto un importante punto strategico, coinvolto spesso nelle vicende storiche di Firenze, come in occasione della cacciata dei Guelfi dalla città, nella notte della "candellara" il 2 febbraio 1248. Essi trovarono in Montevarchi un rifugio sicuro e vi tennero il loro quartier generale fino all'anno 1250. Sempre nell'anno 1248 il Conte Guido Guerra riportò una clamorosa vittoria, alla testa dei suoi Guelfi, respingendo le truppe imperiali di Federico II di Svevia.
Giovanni Villani scrive in proposito nella sua "cronica" che l'aspra battaglia si svolse nel mercatale di Montevarchi e alla fine i tedeschi vennero sconfitti e «gran parte di loro furono tra morti e presi». Le imprese militari di Guido Guerra sono così numerose che il Papa Innocenzo IV lo nominò, nel 1248, Capitano Generale della Santa Sede. Anche Dante Alighieri lo ha voluto esaltare nella sua Commedia:
«fu di grado maggior che tu non credi: nepote fu de la buona Gualdrada; Guido Guerra ebbe nome, e in sua vita fece col senno assai e con la spada»
(Dante Alighieri, Inferno, Canto XVI, 36, 39)
Ma la sua impresa più memorabile fu la partecipazione all'impresa di Carlo d'Angiò, conte di Provenza, contro Manfredi. Alla testa di uno squadrone di 400 cavalieri guelfi toscani, Guido Guerra si copre di gloria, con i suoi guelfi, nelle dure battaglie di San Germano e di Benevento (26 febbraio 1266), conquistando a Carlo d'Angiò le ambite corone dei Regni di Napoli e Sicilia strappandole a Manfredi. Carlo, ammirato del valore di Guido Guerra, vuol premiarlo con un particolare segno di riconoscenza, lasciandone a lui la scelta.
Secondo un'antica, ma radicata, tradizione, il pensiero di Guido Guerra corse al suo diletto Montevarchi ed alla chiesetta di San Lorenzo, dove sua madre Beatrice dei Conti di Capraia aveva invocato su di lui e sulle sue rischiose imprese belliche la protezione della Madonna. Egli chiese così a Carlo, per la sua chiesa, il dono di una insigne reliquia della Madonna, che, sotto il titolo "De lacte Beatae Mariae Virginis", il Re di Francia Luigi IX – fratello di Carlo d'Angiò – aveva riscattato dall'Imperatore di Costantinopoli. Ottenuta questa Reliquia, volle egli stesso portarla trionfalmente a Montevarchi per farne dono alla sua chiesa. Nel numeroso festante corteo che si formò in questa circostanza presero parte, al seguito di Guido Guerra e dei Guelfi di Toscana, lo stesso Carlo d'Angiò con le sue truppe francesi, ed a lui si unirono molti cavalleggeri del popolo fiorentino.
Nel 1254, i quattro eredi del Conte Guido Guerra vendono castello e mercatale a Firenze. Con questo atto, salvo un breve periodo dopo la battaglia di Montaperti (1260), l'area entra definitivamente nella sfera di influenza fiorentina e Montevarchi vede notevolmente rafforzato il proprio ruolo di caposaldo militare nelle lotta dei fiorentini contro Arezzo (annessa definitivamente nel 1384).
Notevolmente rafforzata risultò anche la posizione economica del mercato nella valle dell'Arno: questo infatti divenne tanto importante da giustificare l'adozione di una propria unità di misura: "lo staio di Montevarchi", la cui esistenza è documentata fin dal 1261.
### Dal Rinascimento ai nostri giorni
Con il consolidamento del dominio mediceo le fortificazioni lasciarono sempre più il posto ad edifici a preminente funzione economica, come i magazzini dell'Abbondanza, addossati alle mura, che inglobano la porta del Mulino. Questi magazzini fungevano da centro di raccolta e smistamento dei prodotti delle fattorie medicee del Valdarno e della Valdichiana. Si svilupparono quindi attività legate alla compravendita, al trasporto ed alla molitura dei cereali, ma anche alla lavorazione del lino e della canapa.
A partire dalla fine del Settecento le lavorazioni artigianali si trasformano in industriali: è di questo periodo la nascita del primo cappellificio.
Dopo l'unità d'Italia Montevarchi ebbe un notevole sviluppo industriale, insieme ai comuni circostanti, dovuto alla disponibilità di energia ricavata dalla combustione di lignite estratta dai giacimenti presenti nella zona.
Montevarchi divenne un distretto per la produzione di cappelli ed altri prodotti in feltro; è molto sviluppata la lavorazione della pelle con produzione di scarpe e borse di qualità, legata anche all'industria dell'alta moda.
## Monumenti e luoghi d'interesse
### Architetture religiose
**Chiese parrocchiali**
* Collegiata di San Lorenzo
* Chiesa di Sant'Andrea Apostolo a Cennano
* Chiesa di Santa Maria al Giglio
* Chiesa di Santa Maria delle Grazie
**Oratori**
* Chiesina di Cennanino o Cennanuzzo
* Chiesa della Confraternita della Misericordia
* Chiesa di Sant'Antonio Abate
**Monasteri**
* Monastero della Ginestra e chiesa di Santa Croce
* Monastero di Santa Maria del Latte
**Conventi**
* Convento dei Cappuccini e chiesa di San Lorenzo
* Convento e chiesa di San Ludovico
* Chiostro di Cennano
**Ospedali di carità**
* Ospedale di Sant'Antonio abate
* Ospedale di Sant'Antonio di Vienne
### Architetture civili
**Palazzi pubblici**
* Palazzo del Podestà
* Monte Pio
* Palazzo Martini
* Palazzo del Littorio
**Residenze private**
* Casa di Benedetto Varchi
* Fattoria Granducale
* Palazzo Mari
* Palazzo Lazzerini
* Villa Masini
**Cinema e teatri**
* Teatro Cini
* Teatro Benedetto Varchi
* Cinema Guido Guerra
### Architetture militari
* Il Cassero
Costruito durante il XIII secolo insieme alle mura che circondavano l’antico borgo di Montevarchi, il Cassero fu per secoli la sede del Podestà della Repubblica di Firenze. Rimaneggiato nei secoli, è uno dei pochi elementi difensivi della città sopravvissuti all’abbattimento delle mura nel corso dell'800 e fu destinato a caserma dei Reali Carabinieri.
Attualmente ospita “Il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento”, un museo di arte contemporanea interamente dedicato alla scultura.
### Giardini e orti botanici
* Area Naturale Protetta di Interesse Locale Arboreto Monumentale di Moncioni
## Amministrazione
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
| Periodo | Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica |
| - | - | - | - | - |
| 15 luglio 1988 | 25 febbraio 1993 | Massimo Gregorini | Partito Democratico della Sinistra, Partito Comunista Italiano | Sindaco |
| 16 marzo 1993 | 21 giugno 1993 | Lorenzo Piccioli | Partito Socialista Italiano | Sindaco |
| 21 giugno 1993 | 19 gennaio 1994 | Felice Torzini | Lista indipendente | Sindaco |
| 19 gennaio 1994 | 28 aprile 1997 | Rolando Nannicini | Partito Democratico della Sinistra | Sindaco |
| 28 aprile 1997 | 15 marzo 2001 | Rolando Nannicini | centro-sinistra | Sindaco |
| 26 aprile 2001 | 14 maggio 2001 | Salvatore Malfi | | Comm. straordinario |
| 14 maggio 2001 | 30 maggio 2006 | Giorgio Valentini | centro-sinistra | Sindaco |
| 30 maggio 2006 | 31 maggio 2011 | Giorgio Valentini | centro-sinistra | Sindaco |
| 31 maggio 2011 | 20 giugno 2016 | Francesco Maria Grasso | IdV, Volontariato e partecipazione, la Sinistra, Impresa e innovazione, PD | Sindaco |
| 20 giugno 2016 | 4 ottobre 2021 | Silvia Chiassai Martini | FI, LN, Prima Montevarchi, Montevarchi in salute | Sindaco |
| 4 ottobre 2021 | in carica | Silvia Chiassai Martini | FI, Lega, FdI, Prima Montevarchi, Montevarchi in salute, Chiassai Martini sindaco, Per Levane unita | Sindaco |
### Gemellaggi
* Kanougou
* Roanne
* Kitzingen, dal 1984
* Betlemme, dal 1993
* Bir Lehlu
* Rahat, dal 2005
## Società
### Evoluzione demografica
Abitanti censiti
### Etnie e minoranze straniere
Secondo i dati ISTAT al 1º gennaio 2022 la popolazione straniera residente era di 3 838 persone, che rappresentano il 16% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione straniera erano:
* India 937 24,41%
* Romania 689 17,95%
* Albania 485 12,64%
### Istituzioni, enti e associazioni
L'Accademia valdarnese del Poggio è un ente di cultura, ricreativo, turistico.
## Cultura
### Istruzione
**Biblioteche**
La Biblioteca Poggiana, biblioteca dell'Accademia valdarnese del Poggio.
La Biblioteca Comunale di Montevarchi Ginestra Fabbrica della Conoscenza prende il nome dall'omonimo quartiere cittadino ed è stata inaugurata nel 2014. Oltre ai libri, la biblioteca ospita anche l’archivio storico, spazi per bambini e ragazzi, una sala multimediale e una per le proiezioni video, uno spazio per i fumetti, postazione internet e per progettazioni grafiche.
**Musei**
* Il Museo paleontologico con una raccolta di circa 1600 reperti: rocce, fossili vegetali e fossili animali, provenienti quasi esclusivamente dal antico bacino lacustre preistorico del Valdarno, e di età compresa fra il Pliocene superiore e il Pleistocene inferiore.
* Museo di arte sacra della collegiata di San Lorenzo
* Museo di arte contemporanea Ernesto Galeffi
* Il Cassero per la scultura Italiana
### Famiglie storiche di Montevarchi e del suo territorio
**Era feudale**
* Bourbon del Monte Santa Maria, marchesi, fondatori del Castellare e primi signori di Montevarchi
* Guidi, conti e feudatari di Montevarchi, Caposelvi, Mercatale, Moncioni, Rendola
* Ubertini, conti e feudatari di Levane
* Ricasoli, baroni e feudatari del castello di Ricasoli e proprietari terrieri in Rendola e Ventena
**Età comunale**
* Della Luna, speziali prima in Montevarchi e poi a Firenze dove divennero una delle famiglie più ricche e in vista della città
* Del Zaccheria, originari di Montevarchi, si trasferirono a Firenze dove condussero una fiorente attività commerciale mantenendo, anche in Montevarchi, un vasto patrimonio latifondistico.
* Pitti, nobile famiglia fiorentina che possedeva una delle due grandi fattorie del nucleo abitativo originario di Levanella e che dette alla città Caterina de' Pitti, sfortunata moglie del conte Guido da Moncione dei Conti Guidi assassinato nel 1421 a Montevarchi da Albertaccio de' Ricasoli, e il poeta Francesco Pitti divenuto celebre a Venezia con lo pseudonimo di Pizio da Montevarchi.
**Principato Mediceo**
Il più antico elenco delle famiglie montevarchine, conservato nei fondi archivistici dell'Accademia Valdarnese del Poggio, è datato 1592 e venne compilato al momento della divisione in quattro quartieri della città. Un altro elenco, più tardo, venne stilato nel 1634 dalle parrocchie di San Lorenzo e di Cennano che ricontavano i loro parrocchiani dopo la fine della pestilenza "manzoniana" del 1630.
* Famiglie di Montevarchi nel periodo 1592-1634
* Amerighi, Arrighetti, Arrigucci
* Bacci, Bani, Barboni, Barfalucci, Barlacchi, Barotti, Bartoli, Bartolini, Batacchi, Batelli, Bazzanti, Beccai, Belcorpo, Bencivenni, Bertolli, Betti, Bianchi, Bicilotti, Bicocchi, Bindi, Bogi o del Boggia, Bombarda, Borri o del Borro, Borrigiani, Del Bulla, Burchi, Burgalassi, Burzagli
* Calzolai, Cancelli, Canonici, Cantucci, Capponcini, Del Cardinale, Carmignoli, Carucci, Casanova, Dalla Casa, Castellani, Castelli, Catani, Carucci, Ceccherini, Cenni, Cerrini, Cetica, Cevanti, Cherubini, Del Chiara, Chimentelli, Del Ciabatta, Cialdai, Ciaperoni, Ciatti, Cipolli, Corbi o Corboli o Del Corbo, Corsi, Crudeli, Cuffi o Del Cuffa
* Dami, Danzini, Dendi, Diecinè, Dolfi, Dussi
* Fabbri, Falugi, Fantaccini, Fantoni, Fattoi o Del Fattoio, Fattorini, Del Fora, Franci
* Galeazzi, Geri, Ghelarducci, Gigliozzi, Giunti, Guiducci
* Lachi, Lapini, Lazzerelli, Lecchini, Leolini, Lieti, Lucchi, Del Lungo
* Madi, Maddii, Magiotti, Malvolti, Manzini, Massai, Massesi, Mazzi o Del Mazzo, Mazzuoli, Melani, Menchi, Micchi, Mini, Mirri, Mochi, Moniconi, Montoni
* Nacchianti, Nannocci, Nardi, Nuti, Nuzzi
* Pagni, Panizzi, Pasquali, Della Pera, Peranzoni, Pernesi, Pesucci, Petri, Pettoni, Porri, Pozzoni, Pratesi
* Razzi, Renzi, Rigoni, Ristori, Romoli, Rosatti, Rossi, Rossinelli, Rovai
* Saladini, Santoni, Salvini, Scioja, Scompiglia, Segoni, Sgheri, Sigoni, Sirigatti, Solari, Soldani, Spagnoli, Susini
* Tancredi, Tanzini, Toci, Torrigiani, Torsoleschi, Toti, Tozzoni, Trappola, Trinci, Turillazzi
* Ughi, Urbini
* Vaccai, Veltroni, Vestrucci, Vietti, Vitali
* Zocchi, Zoccolai, Zollada, Zuccherini
**Periodo Lorenese**
* Mari, proprietari terrieri in Mercatale Valdarno, Levane e Moncioni nonché titolari di varie magistrature in Montevarchi e proprietari dell'omonimo Palazzo Mari in via Roma a Montevarchi.
* Cini, ricchi mercanti e speculatori immobiliari in Montevarchi, Caposelvi, Levane, Bucine e Firenze nella seconda metà del Settecento
### Eventi
**Feste e ricorrenze**
La festa propria della città è quella del patrono San Lorenzo, il 10 agosto.
**Manifestazioni e fiere**
La prima domenica di settembre si tiene la Festa del Perdono e, il lunedì successivo, una fiera. Ogni stagione si tiene in Piazza Varchi il Mercatale, con mostra e vendita di prodotti di stagione tipici della zona e prodotti da agricoltura biologica. Di grande interesse sono nei mesi di aprile e maggio le feste del Perdono del Pestello, della Ginestra e del Rione S. Andrea. Da segnalare come evento ormai di importanza nazionale, il VARCHI COMICS - Fiera del fumetto e del fantastico, che si tiene ogni anno a marzo, attirando visitatori da tutta Italia.
### Media
Come in molte altre località italiane, anche Montevarchi ebbe negli anni '70 ed '80 alcune stazioni radiofoniche con trasmissioni in modulazione di frequenza. La prima si chiamava Radio Tele Centrale, che iniziò le sue trasmissioni nel 1976 ed aveva gli studi in via Cennano. Dal 1977 iniziò a trasmettere Radio Zero, dagli studi in via Fonte Moschetta, angolo viale Diaz, in gran parte della Toscana. Altre emittenti di Montevarchi sono state Radio Emme (in attività, successivamente trasferita a Terranuova Bracciolini) e Radio Popolare del Valdarno. Dal 1986 è in attività l'emittente televisiva TV1, che a partire dal 2012, ha avviato la trasmissione di ulteriori canali su proprio multiplex. Nel 2008 sono iniziate le trasmissioni della seconda emittente televisiva cittadina Valdarno Channel, in attività fino al 30 giugno 2021.
## Geografia antropica
### Frazioni e località
* Caposelvi. Abitanti: 151; Altitudine: 240 m s.l.m.
* Cocoioni. Abitanti: n.d.; Altitudine: 338 m s.l.m.
* Gruccia. Abitanti: n.d.; Altitudine: 150 m s.l.m.
* Levane. Abitanti: 5500; Altitudine: 161 m s.l.m.
* Levanella. Abitanti: 989; Altitudine: 150 m s.l.m.
* Mercatale Valdarno. Abitanti: 380; Altitudine: 292 m s.l.m.
* Moncioni. Abitanti: 253; Altitudine: 518 m s.l.m.
* Monsorbi-Pettini. Abitanti: n.d.; Altitudine: 175 m s.l.m.
* Noferi-Lavatoio; Abitanti: 156; Altitudine: 158 m s.l.m.
* Pietraversa Abitanti: n.d.; Altitudine: 250 m s.l.m.
* Poggio Cuccule; Abitanti: 33; Altitudine: 409 m s.l.m.
* Poggio San Marco Abitanti: 29; Altitudine: 400 m s.l.m.
* Rendola Abitanti: 173; Altitudine: 292 m s.l.m.
* Ricasoli Abitanti: 282; Altitudine: 251 m s.l.m.
* Ventena Abitanti: 55; Altitudine: 374 m s.l.m.
## Infrastrutture e trasporti
Nel 1914 il forte sviluppo industriale e il facile approvvigionamento energetico portò la città anche a dotarsi di una linea tranviaria interurbana, la tranvia Valdarnese, che la collegava alla frazione di Levane, e alle città vicine di San Giovanni Valdarno e Terranuova Bracciolini.
Il deposito-officina e la sede sociale del gestore, la Società per la trazione elettrica del Valdarno superiore (STV), sorgevano in via Fiorentina, nel ventunesimo secolo via Ammiraglio Burzagli. Per il passaggio del tram in città fu abbattuta la storica Porta Fiorentina.
## Sport
### Ciclismo
Ciclisti montevarchini:
* Rinaldo Nocentini
* Francesco Failli
Eventi ciclistici: Il 26 maggio 2001 la 7ª tappa del Giro d'Italia 2001 si è conclusa a Montevarchi con la vittoria di Stefano Zanini.
### Calcio
Calciatori montevarchini: Aldo Scaramucci ha giocato nella Fiorentina campione d'Italia nel 1956 ed ha disputato la finale di coppa dei campioni Fiorentina Real Madrid al Santiago Bernabéu.
* Alberto Marchetti
* Alessandro Calori
La principale società Montevarchi, dopo anni fra i professionisti, ha militato nel Eccellenza Toscana fino al novembre 2011 quando è stata radiata in seguito alla dichiarazione di fallimento.
Rifondata nello stesso anno, nel 2012/13 ha vinto il campionato di II categoria toscana, nel 2013/14 quello di I categoria toscana, e nel 2014/2015 quello di promozione.Attualmente milita in Serie C.
L'A.S.D. Audax Montevarchi svolgeva un'attività di settore giovanile ed ha militato in Prima Categoria con il nome dell'Audax Montevarchi-Mercatale.
A novembre del 2011, a seguito del fallimento della vecchia società, ha unito le forze col (risorto) Club Sportivo Aquila 1902, col quale ha portato a termine il campionato di II categoria anno 2011/12.
Il Montevarchi disputa le proprie partite interne all'interno dello Stadio Gastone Brilli Peri.
### Ginnastica artistica
La società Ginnastica Giglio è una importante società di ginnastica artistica che compete nel campionato di Serie A1; le atlete Alessia Leolini e Lara Mori hanno conquistato la medaglia d'argento alla competizione juniores dei Campionati europei di ginnastica artistica femminile 2012. Alessia Leolini ha partecipato ai mondiali di Anversa 2013 e Lara Mori ai Campionati mondiali di ginnastica artistica 2014 e 2015.
### Pallacanestro
La squadra di pallacanestro, Fides Montevarchi, fondata nel 1949, milita nel campionato di Serie C
### Pallavolo
La squadra di pallavolo, il "Volley Arno", fondata nel 1989, durante la sua storia ha militato nel campionato nazionale di Serie B2 femminile.
### Aeronautica
Paracadutismo: appuntato Casucci Francesco medaglia d'oro al campionato mondiale di paracadutismo di precisione a squadre svoltosi a Rijeka, in Croazia, nel 2004. Medaglia d'oro al valore atletico n*2909 rilasciata dal CONI nel febbraio 2007.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Paul_Castellano
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Paul Castellano
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# Paul Castellano
Costantino Paul Castellano, detto Big Pauly (New York, 26 giugno 1915 – New York, 16 dicembre 1985), è stato un mafioso statunitense, uno dei boss della mafia italoamericana, capo della famiglia Gambino.
## Biografia
### Primi anni
Paul nasce nel Bronx da una famiglia originaria di Castellammare del Golfo in provincia di Trapani. Suo padre era un macellaio e uno dei primi membri dell'allora famiglia Mangano, predecessora della famiglia Gambino. A 14 anni lasciò la scuola per lavorare con suo padre nella macellazione e nelle scommesse clandestine. Nel 1935, all'età di 19 anni venne coinvolto in una rapina a mano armata, per la quale scontò 3 mesi di carcere. Si rifiutò di collaborare con le autorità, accrescendo la sua fama negli ambienti criminali.
Catherine, sorella di Paul, sposò nel 1926 suo cugino Carlo Gambino, futuro capo della famiglia Gambino. Nel 1937 Paul sposò poi Nina Manno, un suo amore di gioventù. La coppia ebbe 4 figli: 3 maschi (Paul, Philip e Joseph) e una femmina (Constance).
### Ascesa nel crimine
Negli anni '40, Castellano diventa membro della famiglia Gambino, allora chiamata ancora famiglia Mangano. Diventa caporegime sotto Albert Anastasia, a cui succederà, nel 1957, Carlo Gambino. In quell'anno, Carlo e Paul partecipano alla riunione di Apalachin e Paul viene arrestato dalla polizia americana. Torna in libertà nel 1960.
Prima di morire, Gambino nomina Castellano suo successore. In realtà Castellano non ha il carisma e il cinismo necessari per reggere un clan. Delega quindi le attività più cruente a Neil Dellacroce mentre si occupa del racket dei sindacati e delle gare truccate negli appalti. Come prima opera Castellano negoziò una pace con i Westies, banda della mafia irlandese di New York. L'accordo prevedeva che gli irlandesi potessero fare affari con il nome della famiglia Gambino, pagando la cortesia con il 10% dei guadagni. Inoltre non avrebbero potuto uccidere nessuno senza il permesso di "Big Pauly Castellano". Nel momento del suo dominio sulla malavita newyorkese Castellano controlla 24 clan. La famiglia Gambino si spacca in due, da un lato Castellano e dall'altro Dellacroce, spalleggiato da John Gotti.
### Uomo d'affari
Castellano fu anche un imprenditore. Iniziò investendo nel campo alimentare con Dial Poultry, che riforniva di pollame macellai e supermercati di New York. Estende poi i suoi interessi nell'edilizia. Suo figlio Philip diventa presidente della Scara Mix Concrete Corporation, che detiene il monopolio del calcestruzzo a Staten Island.
Gestisce anche gli interessi della famiglia Gambino nel "Concrete Club", consorzio che gestiva i guadagni delle famiglie criminali nell'edilizia, e nel Teamsters Union Local Chapter 282, che si occupava del rifornimento di calcestruzzo per le grandi opere nell'area di New York e Long Island.
### Omicidi
Nel 1975 Paul avrebbe ordinato la morte di Vito Borelli, fidanzato di sua figlia Constance. Joseph Massino, membro della famiglia Bonanno, avrebbe confessato l'omicidio commesso a favore di Castellano.
Nel 1978 Castellano avrebbe ordinato l'omicidio di Nicholas Scibetta, membro della famiglia Gambino e cognato di Salvatore Gravano. Scibetta, alcolizzato e cocainomane, avrebbe partecipato a numerose risse e insultato una cugina di Frank De Cicco. Lo stesso anno, avrebbe anche ordinato l'omicidio di un suo caporegime, James Eppolito, e di suo figlio. Eppolito aveva chiesto a Castellano il permesso di uccidere Anthony Gaggi, perché sconfinava sul suo territorio, e questi aveva risposto che ci avrebbe pensato, ma poi aveva avvisato Gaggi delle sue intenzioni. Gaggi e Roy De Meo, killer di Castellano, uccisero padre e figlio.
Nel 1980 ha ordinato la morte del suo ex genero Frank Amato perché aveva abusato di sua figlia quando erano sposati. Secondo l'FBI, Castellano ha ordinato l'assassinio a Roy De Meo, e il cadavere è stato fatto a pezzi e buttato in mare.
Nel 1983 ordina la morte di De Meo, ormai ritenuto imprevedibile e inaffidabile, e il suo cadavere viene trovato nel bagagliaio della sua Cadillac.
### Ultimi anni
Dal 1981, Castellano visse a Staten Island in una villa con 17 stanze valutata 3,5 milioni di dollari del tutto simile alla Casa Bianca tanto da essere chiamata con lo stesso nome. Era stata rivestita con marmo di Carrara e dotata di una piscina olimpica e di un giardino all'inglese. Visse rinchiuso nella villa, uscendo raramente e ricevendo le visite dei boss capiregime Daniel Marino, Thomas Gambino e James Failla per dargli ordini. Nella villa vivevano anche sua moglie e una domestica colombiana, Gloria Olarte, che divenne sua amante.
Nell'inizio 1982, nella seconda guerra di mafia Castellano insieme a John Gambino chiese ai Corleonesi di Totò Riina e Michele Greco di fermare l'eccidio delle cosche Bontate e Inzerillo ed inviò appunto Gambino insieme a Rosario Naimo a Palermo per avere delle direttive dai Corleonesi poiché numerosi parenti superstiti di Inzerillo erano fuggiti negli Stati Uniti; i Corleonesi stabilirono che i parenti superstiti di Inzerillo avrebbero avuta salva la vita a condizione che non tornassero più in Sicilia ma, in cambio della loro fuga, Naimo e Gambino dovevano trovare e uccidere Antonino e Pietro Inzerillo, rispettivamente zio e fratello del defunto Salvatore, fuggiti anch'essi negli Stati Uniti.
Il 30 marzo 1984 Paul Castellano venne arrestato dall'F.B.I. grazie anche alle cimici installate in casa sua e alla collaborazione della sua amante Gloria Olarte. L'anno dopo viene rilasciato dietro pagamento di una cauzione di 2.000.000 di dollari.
Il 2 dicembre 1985, Neil Dellacroce muore di cancro a 70 anni. Castellano non si presenta al suo funerale e nomina suo successore Thomas Bilotti, fedelissima guardia del corpo di Paul. I gesti non sono graditi dai seguaci di Dellacroce. Le autorità americane poi autorizzano la consultazione di nastri di registrazione compromettenti per John Gotti, che sarebbe coinvolto nel traffico di eroina e in tradimenti verso Castellano.
### Complotto e assassinio
Gotti vuole diventare capofamiglia e ci riesce organizzando un complotto contro Castellano con cospiratori come Sammy Gravano, Frank De Cicco, Lenny Di Maria e Piney Armone, mafiosi con ruoli importanti nella famiglia. Il piano iniziale prevede l'omicidio davanti alla residenza di Paul, ma si teme la presenza di agenti federali, si decide quindi di uccidere Castellano e Tommy Bilotti a una cena prevista per il 16 dicembre 1985. L'omicidio avviene con diversi pallottole davanti ad un ristorante (Sparks Steak House) sulla 46ª strada a Manhattan. Uno dei sicari fu il famigerato Richard Kuklinski, meglio conosciuto come "Iceman".
Castellano viene sepolto al Moravian Cemetery di Staten Island. Il vescovo di New York vieta di fargli il funerale cattolico.
L'omicidio non era stato autorizzato dalla Commissione. Nel 1992, grazie alla testimonianza di Gravano, Gotti è condannato a vita per il delitto Castellano.
## Curiosità
Era lo zio dell'attore Richard Castellano, conosciuto per la sua interpretazione del mafioso Clemenza nel film Il padrino.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Matt_Reeves
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Matt Reeves
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# Matt Reeves
Matt Reeves (Rockville Centre, 27 aprile 1966) è un regista, sceneggiatore, produttore televisivo e produttore cinematografico statunitense.
## Biografia
È noto per essere il creatore, assieme all'amico d'infanzia J. J. Abrams, della serie televisiva Felicity, di cui è stato anche produttore esecutivo e regista di alcuni episodi. Ha esordito nel 1995 scrivendo la sceneggiatura del film d'azione Trappola sulle Montagne Rocciose, per poi dirigere la commedia indipendente Tre amici, un matrimonio e un funerale con Gwyneth Paltrow e David Schwimmer. Nella prima metà degli anni duemila si è dedicato prevalentemente al piccolo schermo, co-sceneggiando anche il film di James Gray The Yards.
Nel 2008, raggiunge il successo dirigendo per la Paramount Pictures il film horror in found footage Cloverfield. Due anni dopo, dirige l'horror adolescenziale Blood Story, remake del film svedese Lasciami entrare. Scelto dalla 20th Century Fox per rimpiazzare Rupert Wyatt alla regia della serie cinematografica remake de Il pianeta delle scimmie, Reeves dirige nel 2014 Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie e nel 2017 The War - Il pianeta delle scimmie. Lo stesso anno, viene scelto come sostituto di Ben Affleck alla regia e alla sceneggiatura di The Batman, spin-off incentrato sull'omonimo personaggio della DC Comics che non farà parte del DC Extended Universe.
## Filmografia
### Regista
**Cinema**
* Mr. Petrified Forrest - cortometraggio (1994)
* Tre amici, un matrimonio e un funerale (The Pallbearer) (1996)
* Cloverfield (2008)
* Blood Story (Let Me In) (2010)
* Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie (Dawn of the Planet of the Apes) (2014)
* The War - Il pianeta delle scimmie (War for the Planet of the Apes) (2017)
* The Batman (2022)
**Televisione**
* Relativity – serie TV, episodio 1x14 (1997)
* Homicide (Homicide: Life on the Street) – serie TV, episodio 6x08 (1997)
* Felicity – serie TV, 5 episodi (1998-2001)
* Gideon's Crossing – serie TV, episodio 1x01 (2000)
* Miracles – serie TV, episodio 1x01 (2003)
* Conviction – serie TV, episodio 1x01 (2006)
### Sceneggiatore
* Mr. Petrified Forrest - cortometraggio (1994)
* Trappola sulle Montagne Rocciose (Under Siege 2: Dark Territory), regia di Geoff Murphy (1995)
* Tre amici, un matrimonio e un funerale (The Pallbearer) (1996)
* The Yards, regia di James Gray (2000)
* Blood Story (Let Me In) (2010)
* The War - Il pianeta delle scimmie (War for the Planet of the Apes) (2017)
* The Batman (2022)
### Produttore
* Felicity – serie TV, 61 episodi (1998-2002)
* 10 Cloverfield Lane, regia di Dan Trachtenberg (2016)
* The Cloverfield Paradox, regia di Julius Onah (2018)
* The Passage – serie TV, 10 episodi (2019)
* Loop (Tales from the Loop) – serie TV (2020)
* Away - serie TV (2020)
* Mother/Android, regia di Mattson Tomlin (2021)
## Riconoscimenti
### Saturn Award
* 2011 – Candidatura alla miglior regia per Blood Story
* 2011 – Candidatura alla miglior sceneggiatura per Blood Story
* 2015 – Candidatura alla miglior regia per Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie
* 2018 – Candidatura alla miglior regia per The War - Il pianeta delle scimmie
* 2022 – Miglior regia per The Batman
* 2022 – Candidatura alla miglior sceneggiatura per The Batman (condivisa con Peter Craig)
### Empire Awards
* 2015 – Candidatura al miglior regista per Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie
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https://it.wikipedia.org/wiki/Morgan_Guilavogui
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Morgan Guilavogui
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# Morgan Guilavogui
Morgan Guilavogui (Tolone, 10 marzo 1998) è un calciatore guineano con cittadinanza francese, attaccante del Lens e della nazionale guineana.
## Biografia
È fratello minore di Josuha Guilavogui, anch'egli calciatore professionista.
## Carriera
### Club
Cresciuto nel settore giovanile del Tolone, debutta in prima squadra il 19 agosto 2017 in occasione dell'incontro di Championnat de France amateur perso 1-0 contro il Nizza 2.
Nel 2020 viene acquistato a titolo definitivo dal Paris FC, con cui firma un contratto triennale; debutta in Ligue 2 il 12 settembre in occasione del match vinto 2-1 contro l'Amiens.
Il 29 giugno 2023 si trasferisce al Lens per 4 milioni di euro.
### Nazionale
In possesso di doppia nazionalità essendo nato in Francia, nel novembre 2021 risponde alla convocazione del CT della nazionale guineana in vista del doppio impegno di qualificazione per il mondiale 2022; fa il suo esordio il 12 novembre nel match pareggiato 0-0 contro la Guinea-Bissau; ha partecipato alla Coppa delle nazioni africane 2021.
## Statistiche
Statistiche aggiornate al 5 agosto 2023.
### Presenze e reti nei club
| Stagione | Squadra | Campionato | Campionato | Campionato | Coppe nazionali | Coppe nazionali | Coppe nazionali | Coppe continentali | Coppe continentali | Coppe continentali | Altre coppe | Altre coppe | Altre coppe | Totale | Totale |
| - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| Stagione | Squadra | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti |
| 2017-2018 | Tolone | CFA | 11 | 1 | CF | 0 | 0 | | - | - | | - | - | 11 | 1 |
| 2018-2019 | Tolone | CFA | 26 | 9 | CF | 1 | 0 | | - | - | | - | - | 27 | 9 |
| 2019-2020 | Tolone | N | 17 | 2 | CF | 0 | 0 | | - | - | | - | - | 17 | 2 |
| Totale Tolone | Totale Tolone | Totale Tolone | 54 | 12 | | 1 | 0 | | - | - | | - | - | 55 | 12 |
| 2020-2021 | Paris FC | L2 | 18 | 0 | CF | 0 | 0 | | - | - | | - | - | 18 | 0 |
| 2021-2022 | Paris FC | L2 | 32 | 11 | CF | 1 | 3 | | - | - | | - | - | 33 | 14 |
| 2022-2023 | Paris FC | L2 | 32 | 15 | CF | 4 | 3 | | - | - | | - | - | 36 | 18 |
| Totale Paris FC | Totale Paris FC | Totale Paris FC | 82 | 26 | | 5 | 6 | | - | - | | - | - | 87 | 32 |
| 2023-2024 | Lens | L1 | 15 | 2 | CF | 0 | 0 | UCL | 2 | 0 | | - | - | 17 | 2 |
| Totale Lens | Totale Lens | Totale Lens | 15 | 2 | | 0 | 0 | | 2 | 0 | | - | - | 17 | 2 |
| Totale carriera | Totale carriera | Totale carriera | 151 | 40 | | 6 | 6 | | - | - | | - | - | 159 | 46 |
### Cronologia presenze e reti in nazionale
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Guinea :
| Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
| - | - | - | - | - | - | - | - |
| 12-11-2021 | Conakry | Guinea | 0 – 0 | Guinea-Bissau | Qual. Mondiali 2022 | - | 70’ |
| 16-11-2021 | Rabat | Marocco | 3 – 0 | Guinea | Qual. Mondiali 2022 | - | 63’ |
| 6-1-2022 | Kigali | Ruanda | 0 – 2 | Guinea | Amichevole | - | 62’ |
| 14-1-2022 | Bafoussam | Senegal | 0 – 0 | Guinea | Coppa d'Africa 2021 - 1º turno | - | 90’ |
| 24-1-2022 | Bafoussam | Guinea | 0 – 1 | Gambia | Coppa d'Africa 2021 - Ottavi di finale | - | 83’ |
| 23-9-2022 | Orano | Algeria | 1 – 0 | Guinea | Amichevole | - | 71’ |
| 27-9-2022 | Amiens | Costa d'Avorio | 3 – 1 | Guinea | Amichevole | - | 46’ |
| 24-3-2023 | Casablanca | Guinea | 2 – 0 | Etiopia | Qual. Coppa d'Africa 2023 | - | 26’ 68’ |
| 27-3-2023 | Rabat | Etiopia | 2 – 3 | Guinea | Qual. Coppa d'Africa 2023 | 1 | 74’ |
| 14-6-2023 | Marrakech | Guinea | 1 – 2 | Egitto | Qual. Coppa d'Africa 2023 | - | 73’ |
| 17-6-2023 | Cornellà de Llobregat | Brasile | 4 – 1 | Guinea | Amichevole | - | 73’ |
| 13-10-2023 | Setúbal | Guinea | 1 – 0 | Guinea-Bissau | Amichevole | 1 | 73’ |
| 17-10-2023 | São João da Venda | Guinea | 1 – 1 | Gabon | Amichevole | - | 46’ |
| 17-11-2023 | Berkane | Guinea | 2 – 1 | Uganda | Qual. Mondiali 2026 | - | 64’ 90+5’ |
| 21-11-2023 | Francistown | Botswana | 1 – 0 | Guinea | Qual. Mondiali 2026 | - | 68’ |
| 8-1-2024 | Abu Dhabi | Guinea | 2 – 0 | Nigeria | Amichevole | - | |
| 15-1-2024 | Yamoussoukro | Camerun | 1 – 1 | Guinea | Coppa d'Africa 2023 - 1° turno | - | 56’ |
| 19-1-2024 | Yamoussoukro | Guinea | 1 – 0 | Gambia | Coppa d'Africa 2023 - 1° turno | - | 77’ |
| 23-1-2024 | Yamoussoukro | Guinea | 0 – 2 | Senegal | Coppa d'Africa 2023 - 1º turno | - | 64’ |
| Totale | | Presenze | 19 | | Reti | 2 | |
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https://it.wikipedia.org/wiki/M%C3%A2con
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Mâcon
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# Mâcon
Mâcon è un comune francese di 34 448 abitanti, capoluogo del dipartimento francese della Saona e Loira nella regione Borgogna-Franca Contea.
## Geografia fisica
È la città più meridionale della Borgogna, situata a 65 km a nord di Lione, si estende sulla riva occidentale della Saona tra la Bresse a est, il Beaujolais a sud ed i monti del Mâconnais ad ovest.
## Storia
L'agglomerazione mâconnaise deve la sua nascita ad un oppidum del popolo degli Edui all'inizio del I secolo a.C. Conosciuta allora come Matisco, la città si sviluppò velocemente nei secoli successivi; fu fortificata nel IV secolo; nel Medioevo Mâcon fu capoluogo di una contea poi unita al ducato di Borgogna. Situata al confine col Ducato di Savoia, la città era l'accesso al Val Lamartinien, dove l'estremità meridionale della Côte de Bourgogne si unisce ai primi contrafforti dei monti del Beaujolais, aprendo la strada alle fertili pianure della Loira.
Nel 1095 vide il passaggio di [[papa Urbano II, diretto a Cluny prima di recarsi al concilio di Clermont.
Nel 1790, il governo rivoluzionario creò un nuovo dipartimento, detto Saône-et-Loire, designando Mâcon come sua capitale.
Tra il 1814 e i Cento Giorni di Napoleone, la città venne più volte invasa dalle truppe austriache.
Durante la seconda guerra mondiale, la città di Mâcon fu la prima città libera fra Parigi e Lione.
### Simboli
«Stemma di rosso, a tre anelletti d'argento.»
Esiste anche una versione con il capo di Francia (capo di rosso, a tre gigli d'oro).
## Monumenti e luoghi d'interesse
* Cattedrale di Saint-Vincent
* Chiesa di Saint-Pierre
* Musée des Beaux-Arts (o Musée des Ursulines, antico convento delle Orsoline)
* Hôtel de Senecé (museo Lamartine)
## Società
### Evoluzione demografica
Abitanti censiti
## Economia
* Viticoltura e allevamento
* Porto fluviale industriale
* Metallurgia
## Amministrazione
### Cantoni
Fino al 2014, il territorio comunale della città di Mâcon era ripartito in tre cantoni:
* Cantone di Mâcon-Centre
* Cantone di Mâcon-Nord
* Cantone di Mâcon-Sud
A seguito della riforma approvata con decreto del 18 febbraio 2014, che ha avuto attuazione dopo le elezioni dipartimentali del 2015, il territorio comunale della città di Mâcon è stato ripartito in due cantoni:
* Cantone di Mâcon-1: comprende parte della città di Mâcon e i comuni di Charnay-lès-Mâcon e Sancé
* Cantone di Mâcon-2: comprende parte della città di Mâcon e il comune di Varennes-lès-Mâcon
### Gemellaggi
* Neustadt an der Weinstraße, dal 1956
* Crewe, dal 1957
* Overijse, dal 1960
* Macon, dal 1972
* Lecco, dal 1973
* Alcazar de San Juan, dal 1980
* Eger, dal 1985
* Santo Tirso, dal 1992
* Quiliano, dal 2009
## Sport
Nel 1954 ha ospitato i Campionati mondiali di canoa/kayak.
## Curiosità
Nel 585 si tenne un sinodo tra soli prelati francesi, tra cui Gregorio di Tours, detto erroneamente "Concilio di Mâcon". Secondo una storiella, nata nell'ambiente anti-clericale francese post-illuminista (XVIII secolo), la Chiesa cattolica doveva stabilire se la donna avesse o meno l'anima. Dopo un lungo dibattito i vescovi presenti avrebbero risolto l'annoso dilemma votando a maggioranza, depositando in un'urna delle sfere nere o bianche; i "favorevoli" avrebbero vinto per un solo voto (o due, secondo altre versioni della leggenda). In realtà lo stesso Gregorio di Tours narra nella sua Historia Francorum come andarono i fatti: per ingannare il tempo in una pausa dei lavori, un vescovo propose ai presenti un quesito letterario, cioè se nella Bibbia il termine latino homo dovesse essere tradotto in "uomo" nel senso di persona, a prescindere dal sesso, o come "uomo" sinonimo di vir, e cioè "maschio". Citando direttamente la Genesi (1,27) i prelati optarono per la prima possibilità: nella frase "Dio creò l'uomo, maschio e femmina lo creò", il termine homo infatti include entrambi i sessi (confronta fra gli altri, oltre all'originale Historia Francorum, lib. VIII, par. 20: Vittorio Messori, Pensare la storia , ed. San Paolo, Milano, 1992, p. 501).
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https://it.wikipedia.org/wiki/Civilt%C3%A0_minoica
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Civiltà minoica
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# Civiltà minoica
La civiltà minoica è una cultura dell'età del bronzo sorta sull'isola di Creta approssimativamente dal 2700 a.C. al 1400 a.C. (successivamente, la cultura micenea greca divenne dominante nei siti minoici di Creta). Questa civiltà, chiamata minoica in riferimento al mitologico re cretese Minosse, fu riscoperta tra il 1901 e il 1905, principalmente attraverso il lavoro dell'archeologo britannico Arthur Evans. La Creta minoica prese il suo posto storico, come disse Will Durant nel 1939, come "il primo anello nella catena europea". La vantaggiosa posizione geografica dell'isola favorì il sorgere della prima civiltà mediterranea e di un fiorente impero marittimo che dal mar Egeo controllava una rete commerciale che raggiungeva l'Egitto, la Fenicia (Libano), le regioni a nord del Mar Nero e l'Occidente tanto da esercitare una vera e propria talassocrazia.
## Caratteristiche
Come i minoici chiamassero effettivamente se stessi è del tutto sconosciuto. Il termine, derivato dal mitologico re Minosse, fu coniato dall'archeologo britannico Arthur Evans. Nella mitologia greca Minosse fu associato al labirinto, che Evans identificò con il sito di Cnosso. Forse con il termine di Minosse gli antichi cretesi indicavano tutti i sovrani dell'isola. Si è talvolta argomentato che alcuni toponimi come l'egiziano Keftiu (*kaftāw) e il semitico Kaftor o Caphtor e Kaptara nei documenti d'archivio della città siriaca di Mari apparentemente si riferiscano all'isola di Creta. John Strange ha osservato d'altra parte come alcuni fatti rilevati in relazione a Caphtor/Keftiu fatichino a essere ricondotti a Creta. Nell'Odissea, composta secoli dopo la distruzione della civiltà minoica, Omero chiama i nativi di Creta eteocretesi ("veri cretesi"), presumibilmente discendenti dei minoici.
I palazzi minoici (anaktora) sono i tipi di costruzione più noti scavati sull'isola: erano edifici monumentali adibiti a scopi amministrativi, come viene evidenziato dai vasti archivi portati alla luce dal lavoro degli archeologi. Ognuno dei palazzi scavati in base alla datazione ha una propria fisionomia peculiare, condividendo però anche caratteristiche che li distinguono da altre strutture. Erano spesso a più piani, a scalinate interne ed esterne, pozzi, colonne massicce, magazzini e cortili.
## Cronologia e storia egea
Tabella riassuntiva della cronologia minoica :
| 3650-3000 a.C. | Minoico Antico I | Prepalaziale (prima delle costruzioni dei palazzi) |
| - | - | - |
| 2900-2300 a.C. | Minoico Antico II | Prepalaziale (prima delle costruzioni dei palazzi) |
| 2300-2160 a.C. | Minoico Antico III | Prepalaziale (prima delle costruzioni dei palazzi) |
| 2160-1900 a.C. | Minoico Medio I a | Prepalaziale (prima delle costruzioni dei palazzi) |
| 1900-1800 a.C. | Minoico Medio I b | Protopalaziale (periodo del palazzo antico) |
| 1800-1700 a.C. | Minoico Medio II | Protopalaziale (periodo del palazzo antico) |
| 1700-1640 a.C. | Minoico Medio III a | Neopalaziale (periodo del palazzo nuovo) |
| 1640-1600 a.C. | Minoico Medio III b | Neopalaziale (periodo del palazzo nuovo) |
| 1600-1480 a.C. | Minoico Tardo I a | Neopalaziale (periodo del palazzo nuovo) |
| 1480-1425 a.C. | Minoico Tardo I b | Neopalaziale (periodo del palazzo nuovo) |
| 1425-1390 a.C. | Minoico Tardo II a | Postpalaziale (A Cnosso, periodo del palazzo finale) |
| 1390-1370 a.C. | Minoico Tardo II b | Postpalaziale (A Cnosso, periodo del palazzo finale) |
| 1370-1340 a.C. | Minoico Tardo III a | Postpalaziale (A Cnosso, periodo del palazzo finale) |
| 1340-1190 a.C. | Minoico Tardo III b | Postpalaziale (A Cnosso, periodo del palazzo finale) |
| 1190-1170 a.C. | Minoico Tardo III c | Postpalaziale (A Cnosso, periodo del palazzo finale) |
| 1100 a.C. | Postminoico |
Il sistema cronologico egeo è considerato tripartito fin dal lavoro di Arthur Evans, considerato il "padre" dell'archeologia minoica. All'epoca infatti si credeva che le varie civiltà antiche si fossero tutte evolute in tre stadi distinti: nascita, sviluppo, decadenza. È importante ricordare che la cronologia minoica è una cronologia relativa e non assoluta, essendo basata sulle sequenze stratigrafiche e sulle variazioni tecnologiche e degli stili della ceramica. Anziché fornire date di calendario per il periodo minoico, gli archeologi usano due sistemi di cronologia relativa. La prima, come accennato, ideata da Evans e modificata successivamente dagli archeologi, è basata sugli stili della ceramica.
Il periodo minoico viene dunque diviso in tre fasi principali: Minoico Antico o protominoico o fase prepalaziale (MA), Minoico Medio o fase protopalaziale (MM), e Minoico Tardo o fase neopalaziale (MT). Queste fasi vengono ulteriormente suddivise, per es. Antico Minoico I, II, III (AMI, AMII, AMIII).
### Cronologia palaziale
Per l'isola di Creta esiste anche una cronologia che tiene conto delle fasi evolutive dei palazzi, considerando le variazioni architettoniche e ceramiche all'interno di essi.
Questo sistema di datazione, proposto dall'archeologo Nicolas Platon, è basato, come si è detto, sullo sviluppo di complessi architettonici noti come "palazzi" a Cnosso, Festo, Malia e Kato Zakros, dividendo così il periodo minoico in Prepalaziale, Protopalaziale, Neopalaziale e Post palaziale.
Su questa base avremo:
* Età prepalaziale (AMIA - MMIA)
* Età protopalaziale (MMIB - MMIIB)
* Età neopalaziale (MMIIIA - TMIB)
* Età tardopalaziale o Palaziale finale (TMII - TMIIIBI)
* Età post palaziale (TMIIIB1 - TMIIIC)
La relazione tra questi sistemi è fornita dalla tabella a lato, con date di calendario approssimate descritte da Warren e Hankey, 1989.
**Periodo prepalaziale**
Le prime tracce concrete di vita umana sull'isola di Creta risalgono all'epoca Neolitica. La più antica attestazione di abitanti su Creta sono i resti di ceramica neolitica risalente approssimativamente a 7000 a.C. L'inizio dell'età del bronzo a Creta, intorno al 2600 a.C., coincide con la graduale trasformazione in importante centro di civiltà. Anche a Creta, come nel Vicino Oriente, possiamo suddividere il Neolitico in due diversi periodi; uno iniziale Neolitico Aceramico ed uno finale Neolitico Ceramico. Al momento i siti guida per il Neolitico di Creta sono: Cnosso e Festòs. In entrambi questi casi sono state ritrovate case con mura in pietra e battute pavimentali. Il problema fondamentale è che essendo entrambi siti palaziali non è stato possibile fare indagini approfondite, ma ci si è dovuti accontentare di fare indagini negli unici posti rimasti liberi da strutture più tarde. Durante il Neolitico avviene l'introduzione della viticoltura e dell'olivicoltura, evoluzione di grande importanza visto che l'eccedenza alimentare porterà poi all'introduzione di sistemi di stoccaggio che col tempo condurranno, verosimilmente, all'istituzione palaziale.
Il passaggio dall'ultimo periodo Neolitico al primo periodo dell'Età del Bronzo (AMIA) non sembra portare con sé cambiamenti radicali, ma piuttosto pare graduale e continuativo. Esistono diverse teorie in merito, alcuni studiosi ritengono che questo passaggio sia dovuto a una migrazione di popoli dall'Anatolia; altri invece ritengono che non vi siano elementi per pensare all'arrivo di nuovi popoli, ma che invece si sia trattato di un processo evolutivo naturale ed interno all'isola. Studi antropologici infatti sembrerebbero non trovare variazioni significative che potrebbero portare all'intuizione dell'arrivo di nuove popolazioni.
**Periodo protopalaziale**
Questo periodo è caratterizzato da un consistente incremento demografico, cui seguì una progressiva estensione delle aree abitate, e dalla comparsa della scrittura ideografica. Già in quest'epoca sono attestati contatti con l'Egitto, testimoniati dal rinvenimento di vasi litici colorati, sigilli ed amuleti, molto simili a quelli egiziani del primo periodo intermedio. Il periodo di massima fioritura della civiltà minoica inizia verso il 2000 a.C. con il Minoico medio. Caratteristiche peculiari della nuova fase protopalaziale sono la comparsa della scrittura sillabica (Lineare A), la costruzione dei primi palazzi a Cnosso ed a Festo e l'inizio della ceramica policroma.
**Periodo neopalaziale**
Verso la fine del medio minoico II, all'incirca nella prima metà del XVII secolo a.C., i grandi palazzi vennero distrutti, forse a causa di un maremoto causato dal terremoto sull'Isola di Santorini. Tuttavia, alla fine del 1700 a.C. ci fu comunque un evento di forte disturbo nell'isola di Creta, probabilmente un terremoto o un'invasione dall'Anatolia. I palazzi a Cnosso, Festo, Malia e Kato Zakros vennero distrutti. Ma con l'inizio del periodo neopalaziale, la popolazione incrementò di nuovo, i palazzi vennero ricostruiti su scala più grande e ci furono nuovi insediamenti su tutta l'isola. Questo periodo (tra il XVII e il XVI secolo a.C., MM III / Neopalaziale) rappresenta il culmine della civiltà minoica. L'eruzione di Thera accadde probabilmente durante la fase matura del periodo del TM IA. La data di calendario dell'eruzione vulcanica è tuttavia estremamente controversa. La datazione con il radiocarbonio ha indicato una data del tardo secolo XVII a.C.; queste date del radiocarbonio, comunque, sono in conflitto con le stime fatte dagli archeologi i quali sincronizzano l'eruzione con la cronologia egiziana convenzionale ottenendo una data di circa 1525-1500 a.C. L'eruzione viene spesso identificata come un evento naturale catastrofico per la cultura, che portò al suo rapido collasso, forse perché è tra le possibili fonti di ispirazione per la narrazione di Atlantide fatta da Platone. La fase III del medio-tardo minoico, che va approssimativamente dal 1650 a.C. al 1530 a.C., vide la ricostruzione dei palazzi delle grandi città cretesi e l'inizio del massimo splendore dell'architettura e dell'arte minoica.
Nel corso del XVI secolo a.C., prima fase del tardo minoico, alcuni palazzi vennero nuovamente distrutti, forse con la sola eccezione di quello di Cnosso. Nella Grecia continentale, contemporaneamente si sviluppava la cultura elladica; il tardo elladico (TE) IIB iniziò durante il TMIB, mostrando una sostanziale indipendenza dalla cultura minoica. Vasellame del TMIB è stato trovato in Egitto in siti riferibili ai regni di Hatshepsut e Tuthmosis III. Alla fine del TMIB, la cultura palaziale minoica subì un evento catastrofico. Tutti i palazzi furono distrutti, e solo Cnosso venne immediatamente ricostruito — benché altri palazzi, come quello di Chania, venne elevato nel TMIIIA. Con la catastrofe del TMIB/TMII la condizione pessima dell'isola indusse gli egiziani ad importare prodotti elladici (TEIIB). Poco tempo dopo la catastrofe del TMIB/TMII, intorno al 1420 a.C., o comunque all'incirca negli anni compresi tra il 1450 a.C. ed il 1400 a.C., tardo minoico II, dovette aver luogo un'invasione da parte di popoli greci, che fece entrare Creta nella sfera d'influenza della civiltà micenea. I siti palaziali vennero così occupati dai micenei, i quali adattarono la Lineare A minoica alla lingua micenea, una forma di greco, scritto in Lineare B. Il primo archivio comunque è ad ogni modo quello delle "tavolette della stanza del carro" del TMII. Gli archivi successivi cretesi risalgono al TMIIIA (contemporaneo al TEIIIA) e non più tardi. Nella terza fase del tardo minoico oltre all'introduzione del nuovo tipo di scrittura, la Lineare B, vi è un'involuzione dello stile ceramico. Solamente a Cnosso, il cui palazzo fu distrutto nel XIV secolo a.C., è attestata la continua occupazione almeno fino alla fine dell'XI secolo a.C.. Durante il TMIIIA: 1, Amenhotep III a Kom el-Hatan prese nota di k-f-t-w (Kaftor) come una delle "Terre segrete del Asia settentrionale". Menzionate anche come città cretesi quali Ἀμνισός (Amnisos), Φαιστός (Phaistos), Κυδωνία (Kydonia) e Kνωσσός (Knossos) e alcuni toponimi ricostruiti come appartenenti alle Cicladi o alla Grecia continentale. Se i valori di questi nomi egiziani sono esatti, allora questo faraone non privilegiava la Knossos del TMIII sopra gli altri paesi della regione. Dopo circa un secolo di parziale recupero, la maggior parte delle città cretesi e palazzi andarono in declino nel XIII secolo a.C. (TEIIIB/TMIIIB) nell'ambito della generale crisi delle civiltà del Meditarraneo orientale in quell'epoca. Knossos rimase un centro amministrativo fino al 1200 a.C.; l'ultimo dei siti minoici fu quello montano difensivo di Karfi (sui monti Dikti), un rifugio che mostra vestigia della civiltà minoica quasi lambendo l'età del ferro. Ancora successivo, ma ormai essenzialmente ellenizzato culturalmente, sembra quello di Praisos nell'est dell'isola (Sitia), e abitato da eteocretesi fino all'età ellenistica, venendo distrutto attorno al 140 a.C., è singolare come l'abitato di epoca classica, pur abitato da eteocretesi, sia sorto sulle rovine di un insediamento miceneo.
## Geografia
Creta è un'isola montuosa con porti naturali. Ci sono segni di danni dovuti al terremoto in molti siti minoici e chiari segni sia di sollevamento di terra che sommersione di siti costieri causati da processi tettonici lungo tutto le coste.
Secondo Omero Creta aveva novanta città. L'isola fu probabilmente divisa in almeno otto unità politiche durante il culmine del periodo minoico e in differenti stadi nell'età del bronzo. Il nord si pensava fosse stato governato da Cnosso, il sud da Festo, la parte centro-orientale da Malia, mentre la punta orientale da Kato Zakros e l'ovest da Canea. Palazzi più piccoli sono stati trovati in altri luoghi.
### Principali insediamenti
**Palazzi**
* Cnosso - il più noto sito archeologico dell'età del bronzo a Creta; fu acquistato per gli scavi da Evans il 16 marzo del 1900
* Festo - la seconda costruzione palaziale più grande sull'isola, scavata dalla scuola italiana quasi subito dopo Cnosso
* Malia - conseguito da scavi francesi, un centro palaziale molto interessante che permette di capire lo sviluppo dei palazzi nel periodo protopalaziale
* Kato Zakros - un sito palaziale scavato da archeologi greci all'estremità orientale dell'isola, noto anche come "Zakro" nella letteratura archeologica
* Galatas - un sito palaziale confermato negli anni novanta del XX secolo
**Altri tipi di siti**
* Aghia Triada - un centro amministrativo vicino a Festo
* Gournia - un sito di città scavato nel primo quarto del XX secolo dalla Scuola Americana
* Pyrgos - un antico sito minoico a sud dell'isola
* Vasilikī - un antico sito minoico verso la parte orientale dell'isola che dà il nome a un vasellame ceramico particolare
* Fournu Korfi - un sito situato nel sud dell'isola
* Pseira - Città isolana con siti rituali
* Monte Iuktas - il più grande dei santuari minoici montani in virtù della sua associazione con il palazzo di Cnosso
* Arkalochori - il sito dove fu trovato la famosa Ascia di Arkalochori
* Karfi - un sito di rifugio del periodo tardo minoico, uno degli ultimi siti minoici
* Akrotiri - insediamento sull'isola di Santorini (Thera), vicino al sito dell'Eruzione di Thera
* Zominthos - una città montana ai piedi del Monte Ida
* Kommos - un antico porto, che include un'unica dimora di "lusso", sei abitazioni di dimensioni ragguardevoli e un labirinto di stanze di pietra
### Minoici oltre Creta
I minoici furono commercianti, e i loro contatti culturali toccavano punti lontani dall'isola di Creta — come l'antico regno egiziano, le miniere di rame di Cipro e le coste siriache e anatoliche. Gli stili e le tecniche minoiche nella ceramica forniscono modelli, di influenza fluttuante, alla Grecia elladica. Oltre all'esempio familiare di Thera, le "colonie" minoiche — termine sostanzialmente anacronistico — possono essere trovate soprattutto a Kastri nell'isola di Citera, dai greci considerata il luogo dove nacque Afrodite, un'isola vicino alla Grecia continentale che entrò nel campo di influenza minoica nella metà del III millennio (AMII) e rimase minoica nella cultura per migliaia di anni, fino all'occupazione dei micenei nel XIII secolo. L'uso del termine "colonia", tuttavia, come quello di "talassocrazia", è stato soggetto a una crescente critica in anni recenti. Gli strati minoici vennero a rimpiazzare una cultura derivata dal continente nella prima età del bronzo, il più antico insediamento minoico fuori Creta. Le Cicladi si trovavano nell'orbita culturale minoica, e, più vicino a Creta, le isole di Karpathos, Saros e Kasos, avevano anche colonie minoiche, o insediamenti di commercianti minoici, dell'età del medio bronzo (MMI-II); La maggior parte di esse venne abbandonata nel TMI, ma le Karpathos si ristabilirono continuando la loro cultura minoica fino alla fine dell'età del bronzo. Altre supposte colonie minoiche, come quella ipotizzata da Adolf Furtwängler per Aegina, è stata rigettata da successivi studi archeologici. Ci fu una colonia minoica a Triandra nell'isola di Rodi.
Alcune località dell'isola enfatizzano Creta come una società 'che guarda verso l'esterno'. Il sito neopalaziale di Kato Zakro, per esempio, è localizzato a 100 metri dalla linea costiera, situato dentro una baia. Il suo grande numero di officine e la ricchezza dei suoi materiali trovati nel sito indicano un potenziale 'magazzino' per l'importazione e l'esportazione. Tali attività sono elaborate in rappresentazioni artistiche del mare, incluso l'affresco della 'Flottiglia' della stanza 5, nella casa occidentale ad Akrotiri.
L'influenza della cultura minoica indica un'orbita che non si estende solo attraverso le Cicladi (la cosiddetta Minoicizzazione), ma anche in località dell'Egitto e a Cipro. Opere in muratura del tardo minoico I (TMI) sono state osservate ad Amman. Inoltre, nelle pitture delle tombe del XV secolo a Tebe un numero di individui sono stati distinti all'apparenza come minoici, in relazione ai doni. Iscrizioni documentano questo popolo come proveniente da Keftiu, o dalle "isole nel mezzo del mare", e possono riferirsi ai mercanti che portano doni o a funzionari di Creta.
## Società e cultura
I minoici furono principalmente un popolo di guerrieri impegnato nella guerra marittima. La loro cultura, dal 1700 a.C. in poi, mostra un alto grado di organizzazione.
Molti storici ed archeologi credono che i minoici fossero coinvolti nell'importante commercio dello stagno, nell'età del bronzo, dato che, lo stagno legato al rame apparentemente proveniente da Cipro, veniva usato per fabbricare il bronzo. Il declino della civiltà minoica e la conseguente cessazione dell'utilizzo di strumenti in bronzo a favore di quelli in ferro sembra essere correlato.
Il commercio minoico dello zafferano, lo stigma di un croco originario del bacino dell'Egeo per mutazione cromosomica naturale, ha lasciato pochi resti materiali: è ben conosciuto un affresco dei raccoglitori di zafferano a Santorini. Questi commerci ereditati sono precedenti alla civiltà minoica: il suo prezzo può essere ottenuto confrontandone il valore con l'incenso, o successivamente, con il pepe. Gli archeologi tendono ad enfatizzare i più durevoli elementi commerciali: ceramica, rame e stagno, e reperti fastosi d'oro e d'argento. Altri elementi non durevoli del commercio minoico possono essere rappresentati da tessuti, pesce, carne secca o salata, frutta secca, cereali, vino, birra, olio, legname, schiavi, coloranti (murice, indaco) miele pregiato ed altri prodotti del mediterraneo centro-settentrionale verso quello meridionale, oltre che l'intermediazione tra i porti anatolici e siriaci con quelli egizi e viceversa, inoltre nella mummificazione, soprattutto fino al medio regno, gli egizi impiegavano sovente un lichene (Evernia furfuracea) tuttora ampiamente impiegato in profumeria e cosmesi e diffuso a Creta e nella Grecia, mentre nelle "Ammonizioni di un savio egiziano", databili al primo periodo intermedio, si lamenta la mancanza dell'olio per le imbalsamazioni che sarebbe giunto proprio da "Keftiu". Va anche ricordato come lo zafferano e il murice abbiano sovente avuto prezzi uguali o superiori a quelli dell'oro (tanto che lo zafferano fu impiegato come valuta), discorso che può estendersi anche a diversi fissanti per profumi.
Gli oggetti di manifattura minoica suggeriscono ci fosse una rete commerciale con la Grecia continentale (particolarmente Micene), Cipro, Siria, Anatolia, Egitto, Mesopotamia, e verso occidente fino alle coste della Spagna.
Gli uomini minoici indossavano perizomi e kilt, mentre le donne abiti aventi maniche corte e gonne ornate con increspature e pieghettature. Queste erano aperte all'ombelico permettendo così al seno di rimanere esposto, forse durante le occasioni cerimoniali. Le donne avevano anche l'opzione di indossare un corsetto aderente senza spalline, il primo indumento aderente noto nella storia. I modelli sul vestiario enfatizzano disegni geometrici simmetrici. Deve essere ricordato, comunque, che altri tipi di vestiti possono essere stati indossati, dei quali non si hanno per ora testimonianze.
La religione minoica era incentrata su divinità femminili, con officianti femminili.. Le statue delle sacerdotesse nella cultura minoica e gli affreschi mostranti uomini e donne partecipanti agli stessi esercizi ginnici come la taurokathapsia, condussero alcuni archeologi a credere che l'uomo e la donna tenessero uno status sociale uguale. L'eredità si è supposto fosse stata matrilineare. Gli affreschi includono molte figure umane, con il genere distinto per mezzo del colore: la pelle degli uomini rossiccia scura, mentre le donne bianca.
La concentrazione della ricchezza giocava un grande ruolo nella struttura della società. Costruzioni con molte stanze vennero scoperte anche nelle aree ‘povere’ della città, rivelando così un'uguaglianza sociale e anche una distribuzione della ricchezza.
### Lingua e scrittura
La conoscenza riguardo alla lingua minoica parlata e scritta è ridotta a causa della scarsità di documenti rinvenuti. La lingua minoica viene talvolta riferita come eteocretese, dando adito a una certa confusione con la lingua scritta successiva al medioevo ellenico. Mentre la lingua eteocretese viene sospettata di discendere dalla minoica, non ci sono abbastanza fonti in entrambe le lingue da permettere di trarre conclusioni. Inoltre non si sa se la lingua scritta in geroglifici cretesi sia effettivamente minoica. Come per la lineare A, essa resta indecifrata e i suoi valori fonetici sono del tutto sconosciuti.
Approssimativamente circa 3.000 tavolette scritte sono state scoperte lontano da contesti minoici. La schiacciante maggioranza sono scritte in lineare B, apparentemente rappresentando inventari di beni o risorse. Altre sono iscrizioni su oggetti religiosi associati al culto. Poiché la maggior parte di queste iscrizioni sono concisi documenti economici piuttosto che iscrizioni dedicatorie, la traduzione del minoico rimane ancora una sfida. I geroglifici vennero in uso dal MMI e furono usati parallelamente con l'emergere della lineare A dal XVIII secolo a.C. (MM II) sparendo a un certo punto durante il XVII secolo a.C. (MM III).
Nel periodo miceneo la lineare A venne rimpiazzata dalla lineare B, una versione molto arcaica della lingua greca. Quest'ultima venne decifrata con successo da Michael Ventris nel 1953, ma le iscrizioni più arcaiche restano un mistero. Salvo che la lingua eteocretese fosse davvero la sua discendente, è forse durante il medioevo ellenico, un periodo di collasso economico e sociopolitico, che la lingua minoica si estinse.
Già Omero nell'Odissea (III, 291; XIX, 176) racconta di 3 gruppi etnici (linguistici?) distinti a Creta, oltre agli Achei, i Kydoni o Cidoni, i Pelasgi e gli Eteocretesi. Indice di una possibile mancanza di uniformità etnico-linguistica che permane anche in età classica (Dori, Achei, Eteocretesi).
### Arte
La collezione di arte minoica si trova al museo di Heraklion, vicino Cnosso sulla riva nord di Creta. Poiché legno e tessuti sono scomparsi per decomposizione, o in due grandi distruzioni di palazzi ed opere avvenute tra il 1500 a.C. e il 1400 a.C., gli esempi più importanti sopravvissuti dell'arte minoica sono dunque la ceramica, l'architettura palaziale con i suoi affreschi i quali includono paesaggi, pietre incise, e pietre per sigilli intagliate in modo complesso. Perciò uno degli aspetti fondamentali della civiltà minoica è costituito dall'attività artistica, che nella oreficeria, nella glittica e soprattutto nella ceramica e nell'architettura raggiunse alti livelli di maestria. Specialmente la sequenza di stili di ceramiche, ha permesso agli archeologi di definire le tre fasi della cultura minoica (EM, MM, LM) sopra esposte.
Anche nell'architettura e negli affreschi dei palazzi l'arte minoica espresse notevoli capolavori. Sorti nel medio minoico come residenza del monarca i grandi palazzi di Cnosso, Festo, Malia e Kato Zakros si sviluppavano intorno al grande cortile rettangolare. Intorno ad essi sorgevano i nuclei abitativi, i magazzini ed ambienti di servizio. Nella fase neopalaziale si assiste a una crescita verticale del palazzo, con l'aggiunta di scalinate e propilei. Di questa fase ci sono pervenuti i magnifici affreschi policromi che adornavano le pareti del palazzo con motivi vegetali e figure umane o animali.
**Gioielleria**
Durante questo periodo fu prodotta una straordinaria varietà di gioielli sia maschili sia femminili. Comprendevano forcine ed altri ornamenti per i capelli, orecchini, spesso grandi ed elaborati, bracciali per i polsi e le caviglie, collari e collane di perline. Varie erano le pietre impiegate e tra esse comparivano il cristallo di rocca, l'ametista e la corniola.
Considerando i vari tesori ritrovati, sembrerebbe che in Creta l'oro fosse più comune dell'argento, specialmente nel periodo dell'età del bronzo. La gioielleria in oro e argento era lavorata a granulazione, a sbalzo, in grani e in lamina, quest'ultima impiegata specialmente per i diademi usati per fermare i capelli.
**Ceramica**
La ceramica cretese passò attraverso tre fasi distinte: lo stile geometrico dell'antico minoico fu sostituito da quello policromo detto di Kamares, mentre la terza fase del medio e le prime due del tardo minoico furono caratterizzate da uno stile naturalistico molto ricco di motivi marini e vegetali.
Nel tardo minoico III si assiste ad un'involuzione dell'arte ceramica, testimoniata dal cosiddetto stile di palazzo.
Nell'antico periodo minoico la ceramica fu caratterizzata da motivi lineari a spirali, triangoli, linee curve, croci, motivi a spina di pesce, e simili. Nel periodo naturalistico del medio minoico venivano di solito disegnati pesci, calamari, uccelli, e gigli. Nel tardo minoico, fiori e animali erano ancora le forme più caratteristiche, ma la variabilità cresceva. Lo 'stile di palazzo' della regione intorno a Cnosso è caratterizzata da una forte semplificazione geometrica delle forme naturalistiche e pitture monocromatiche. Molte e degne di nota sono le somiglianze tra il tardo minoico e l'arte micenea. Gli affreschi furono la principale forma d'arte durante questo periodo della cultura minoica, fondamentalmente i soli documenti che noi abbiamo di questa civiltà.
**Pittura**
Mentre i pittori egiziani del tempo dipingevano le loro pitture murali con la tecnica dell'"affresco a secco", i minoici utilizzavano un metodo di pittura "vero" o "umido", permettendo ai pigmenti di metalli ed ossidi minerali di legarsi bene al muro, mentre, allo stesso tempo, si richiedeva un'esecuzione veloce. La natura di questa tecnica incoraggiò l'improvvisazione, la spontaneità, e l'elemento accidentale. Poiché essi dovevano lavorare dentro un tempo ristretto, mentre l'intonaco era in fase di asciugamento, i pittori dovevano essere molto abili, e i loro colpi fluidi di pennello si traducevano in leggiadri lineamenti caratteristici della pittura minoica. Perciò, questo metodo di dipingere fu più appropriato per momenti fluidi di vita e scene di natura che i minoici prediligevano, contrastanti in maniera netta con la severa stilizzazione e stereotipia tipica degli affreschi di altre culture del Mediterraneo del tempo.
Le figure degli affreschi minoici sono dipinte in pose naturali con movimenti liberi che riflettono i rigori dell'attività in cui si cimentavano, attitudine caratteristica di una cultura marinara abituata alla libertà di movimento, alla limpidezza e al vigore.
Nel periodo medio III neopalaziale (1700-1600 a.C.) i minoici impararono a dipingere con forme provenienti dagli ioni, i quali presero dai minoici le rappresentazioni con il galoppare dei cavalli, motivi individuali (pesci), e modalità di rappresentazione (rappresentazione di livelli territoriali). A Creta adesso inizia a fiorire, in modo magnifico, un'arte formale più naturalistica negli affreschi (scene di giardini, come il "raccoglitore di crochi" e rappresentazione di fauna marina). Nella ceramica (dipinta di bianco su sfondo scuro) appaiono forme (pesci) contigui ad elementi ornamentali (spirali continue). Successivamente (1550-1450 a.C.) negli ultimi prosperi palazzi, l'informazione della vita sociale e cortigiana viene resa negli affreschi con l'imponente interpretazione di forme (scene di giardini, celebrazioni, scene di danza, tori saltanti, sulle tazze di Vapheio - Laconia -, scene sacrificali in templi localizzati su colline, eventi sportivi, anche una scena militare). Eccellenti esempi di questo periodo sono la Signora Minoica nota come "La Parigina" e il "Principe dei gigli" del palazzo di Cnosso. Poco dopo il 1400 a.C. risale il famoso sarcofago di Aghia Triada, il quale combina scene religiose minoiche e micenee.
**Scultura e figure**
Pochissime sculture della Creta minoica sono sopravvissute, poiché la maggior parte di esse non erano monumentali, ma costituite invece di piccoli manufatti dedicati a dei o re. Uno dei migliori esempi è la Dea dei Serpenti la quale mostra molte stilizzazioni convenzionali con la divisione geometrica del corpo e del vestito, mentre la sua posizione frontale ci ricorda sculture di origine mesopotamica ed egiziana. Le braccia distese, che tengono serpenti, aggiungono animazione alla sua posizione statica. La statuetta sembra essere una dea o alta sacerdotessa, e il vestito copre il corpo fino al suolo, mentre il fatto di lasciare il petto scoperto era tipico dell'abbigliamento femminile minoico e viene ripetuto negli affreschi. Alcuni di questi modelli furono conservati riformandoli e ridipingendoli, subendo così diverse modifiche.
Una varietà di figure in ceramica, ossa, argilla e pietra sono state recuperate dai siti minoici, molte delle quali sono state scavate da tombe comuni e santuari montani. Sono stati documentati dipinti schematici di individui umani e vari animali in diverse attitudini, sebbene a causa della natura friabile dell'argilla cotta al forno, molti sopravvivono in frammenti piuttosto che in forme integrali. Alcune di queste figure sono state trattate con strati di pittura, in bianco e in nero, oppure ombreggiate in rosso. È stato dimostrato che i profili visibili delle figure in argilla, con le loro braccia sollevate o incrociate, potrebbero avere rappresentato una tecnica usata da alcuni individui per giungere a uno stato alterato di coscienza (ASC) in concomitanza con gli stimoli sonori e luminosi.
Altre espressioni gestuali comuni si osservano nelle figure, incluso il 'saluto minoico' (vale a dire, un pugno si solleva alla fronte mentre l'altro resta al fianco) e le 'mani sull'anca'. Quest'ultima attitudine viene spesso rappresentata in una figura femminile alla quale vengono date numerose interpretazioni: l'epifania (apparizione) di una divinità, un funzionario religioso, e un adoratore. Comunque, per quanto riguarda il significato (se ce n'è soltanto uno), è chiaro che gestualità e posture siano aspetti importanti nella cultura palaziale e nel rituale minoico.
### Tecnologia
Attraverso l'interazione con altre civiltà del medio-oriente, i Minoici erano consapevoli di utilizzare l'arte della metallurgia. La loro abilità si manifestava nella creazione di gioielli che andavano ad adornare le collezioni dei nobili del palazzo, e esportati anche intorno al Mediterraneo.
I musei archeologici di Creta presentano un numero di manufatti d'oro, insieme a un assortimento di strumenti in rame che risalgono al 2300 a.C. Il rame era molto ricercato come materia prima in questo tempo, e poiché esso non si trova naturalmente a Creta, è molto probabile che i minoici lo importassero da Cipro.
L'abilità dei fabbri minoici era rinomata nel mondo antico, e molti artigiani lavoravano all'estero nella Grecia continentale e nelle isole egee. I micenei impararono l'arte di intarsiare il bronzo con l'oro dai Minoici.
* Collana minoica d'oro
* Ape d'oro con piccole sferule intarsiate in oro
* Labrys minoica simbolica in oro
* Collana minoica
### Architettura
Le città minoiche erano connesse con strade pavimentate in pietra, formate da blocchi tagliati con seghe di bronzo. Le strade erano drenate e l'acqua e gli impianti fognari erano disponibili per la classe superiore, per mezzo di condutture in argilla.
Le costruzioni minoiche avevano spesso tetti con tegole piatte, intonaco, legno, o pavimenti con lastre di pietra, ed erano costituite di due o tre piani. Solitamente i muri inferiori erano costruiti in pietra e pietrisco, e quelli superiori in mattoni di fango. Il soffitto in legno sosteneva il tetto.
I materiali usati nel costruire ville e palazzi variavano, e potevano comprendere arenaria, gesso o calcare. Allo stesso modo, le tecniche di costruzione potevano anche variare tra differenti costruzioni; alcuni palazzi impiegano muratura di conci mentre altri utilizzano blocchi megalitici sbozzati grossolanamente.
**Palazzi**
I primi palazzi furono costruiti alla fine del periodo dell'antico minoico nel terzo millennio a.C. (Malia). Mentre precedentemente si credeva che la fondazione dei primi palazzi fosse sincrona e datata al medio minoico, intorno al 2000 a.C. (la data del primo palazzo a Cnosso), gli studiosi ora pensano che i palazzi fossero stati costruiti durante un periodo di tempo più lungo in differenti località, come risposta allo sviluppo locale. I principali palazzi più antichi sono Cnosso, Malia e Festo. Alcuni degli elementi documentati nei 'palazzi' del medio minoico (Cnosso, Festo e Mallia, per esempio) hanno precedenti negli stili più arcaici delle costruzioni dell'antico minoico. Questi comprendono le variazioni dei cortili occidentali, e lo speciale trattamento dato alla facciata occidentale. Un esempio di ciò si può vedere nella cosiddetta "Casa sulla collina" a Vasilikī, risalente al periodo dell'antico minoico II.
I palazzi soddisfano una pletora di funzioni: come centri di governo, uffici amministrativi, santuari, officine e spazi per l'immagazzinamento (per es., cereali). Queste distinzioni sarebbero sembrate artificiose ai minoici.
L'uso del termine 'palazzo' (che significa residenza dinastica e centro di potere) per quanto concerne i palazzi più antichi, recentemente è stato sottoposto a critiche (vedi palazzo), proponendo di contro la definizione di 'edificio di corte'. Tuttavia, il termine originale è probabilmente troppo bene arroccato per essere sostituito. Le caratteristiche architettoniche come muratura di conci, ortostati, colonne, cortili aperti, scalinate (che implicano piani superiori), e la presenza di diversi bacini sono stati usati per definire l'architettura palaziale.
Spesso secondo le convenzioni meglio conosciute, i palazzi più recenti sono stati utilizzati per ricostruire i vecchi, ma questa pratica può oscurare differenze funzionali fondamentali. La maggior parte dei palazzi più antichi aveva soltanto un piano e nessuna facciata caratteristica. Essi erano a forma di U, con un grande cortile centrale, e generalmente erano più piccoli dei palazzi successivi. I palazzi del tardo periodo sono caratterizzati da edifici a più piani. Le facciate occidentali avevano muri costituiti da conci di arenaria, come a Cnosso (l'esempio meglio conosciuto). Ulteriori convenzioni potrebbero includere magazzini, un orientamento nord-sud, una stanza con pilastri, un sistema di Hall Minoica, una corte occidentale, e vie d'entrata con piedritti e porte. L'architettura palaziale nel primo periodo palaziale viene identificata dal suo stile così definito 'quadrato dentro un quadrato', mentre successivamente, le costruzioni del secondo periodo palaziale incorporarono più divisioni interne e corridoi.
Uno standard architettonico comune tra i 'palazzi' del medio minoico è che essi sono allineati con la loro topografia circostante. La struttura palaziale del MM di Festo sembra allinearsi con il monte Ida, mentre quella di Cnosso con lo Juktas. Questi sono orientati lungo l'asse nord-sud. Un ragione proposta per questo (orientamento) è il significato rituale della montagna, dove numerosi santuari montani (spazi per rituali pubblici) sono stati ivi scavati (come a Petsophas). I documenti materiali di questi siti mostrano raggruppamenti di statuette d'argilla e attestazione di sacrifici di animali.
**Colonne**
Uno dei più notevoli contributi che i minoici hanno dato all'architettura è il loro tipo di colonna, unico, con una rastremazione, diciamo così, inversa, ovvero: più larga alla sommità che alla base. Definita anche colonna 'invertita' per il fatto che la maggior parte delle colonne greche sono più larghe alla base, dando in questo modo l'illusione di un'altezza maggiore. Le colonne erano fatte di legno contrapposte alla pietra, ed erano generalmente dipinte con colore rosso. Venivano impiantate sopra una semplice base in pietra e sormontate da un ampio echino, come fosse di per sé un capitello.
**Ville**
Un numero di recinti interpretati come 'Ville' sono stati scavati a Creta. Queste strutture condividono molte caratteristiche con i palazzi centrali dell'era neopalaziale (vale a dire, una notevole facciata occidentale, una struttura per l'immagazzinamento e una 'Hall Minoica'), e possono indicare un funzionamento similare, o delle imitazioni artistiche, suggerendo che i loro occupanti fossero familiari con la cultura palaziale. Queste ville sono spesso riccamente decorate (vedi gli affreschi della Villa A di Haghia Triada).
### Religione
La religione cretese era basata su una dea o un gruppo di dee, probabilmente venerate sotto diversi aspetti, fra cui quello della Grande Madre e della Potnia theron. Attributi della dea erano il serpente, simbolo legato alla terra, la colomba, simbolo della fecondità, ed il leone.
Altri simboli sacri cretesi erano la labrys (doppia ascia) e il toro (con le sue corna di consacrazione), protagonista della leggenda del Minotauro e della tauromachia. Ci sono inoltre la colonna, il disco solare e l'albero.
Mentre in epoca antica le cerimonie religiose si svolgevano in grotte sacre o sulle montagne, dal XVII secolo luoghi di culto divennero le sale dei palazzi. La cosiddetta "Dea Madre" rappresenta una figura tipica in tutte le civiltà che si affacciavano sul Mar Mediterraneo, e veniva identificata con nomi differenti quali Astarte, Ishtar, Cibele, Rea, Dictinna e altri.
Sebbene ci siano prove dell'esistenza di divinità maschili, fra cui alcune tracce della presenza di Zeus, le rappresentazioni delle dee li superano grandemente in rappresentazioni, sebbene si sia congetturato che molte di queste donne potessero essere invece soltanto adoratrici e sacerdotesse officianti alle cerimonie religiose. Secondo alcune teorie si tende a ipotizzare che le molte dee femminili incarnassero in realtà vari aspetti di una sola Grande Madre. Venivano spesso raffigurate in compagnia di serpenti o uccelli o altre forme animali non meglio identificate ad adornarne il capo. Parallelamente, si presume che al fianco della Dea Madre vi fosse un "Dio Padre", una divinità maschile equivalente che incarnasse gli stessi principi della Dea, rappresentato dal toro, simbolo di fertilità e vigore ma anche associato al mondo notturno della Luna a causa delle sue corna, e dal sole, il quale morirebbe ogni autunno per rinascere ad ogni primavera.
A supporto del culto del toro presso le civiltà minoiche abbiamo documentazioni di una festività celebrativa che aveva il suo centro nella danza minoica del toro, abbondantemente rappresentata negli affreschi di Cnosso e inscritta in vari sigilli. Durante il rito, che comprendeva prestazioni atletiche di un certo livello e un notevole rischio, danzatori sia maschi che femmine affrontavano il toro, afferrandolo per le sue sacre corna, per essere sbalzati via dall'animale e ritterrando con evoluzioni ginniche sulla groppa, per discendere poi dietro di esso. Ognuno di questi movimenti sequenziali appare nelle rappresentazioni minoiche, ma dell'attuale significato della danza del toro nel culto e nella vita culturale minoica se n'è perduta ogni traccia. Ciò che è chiaro, comunque, è che non c'è nessun indizio di un confronto antagonistico con il trionfo dell'umano attraverso la morte rituale del toro, che è l'essenza dell'attuale corrida nella cultura ispanica; piuttosto, vi è un senso di armoniosa cooperazione.
Sull'interpretazione di icone minoiche, Walter Burkert avverte: «Fin dove si può e si deve differenziare la religione minoica da quella micenea è una questione che non ha ancora trovata una risposta conclusiva» suggerendo paralleli utili rintracciabili nelle relazioni tra etruschi e culture e religioni greche arcaiche, o tra cultura romana ed ellenica. La religione minoica non è stata trasmessa nella sua propria lingua, e gli usi che i letterati greci più tardi fecero dei sopravvissuti mitologemi cretesi, dopo secoli di trasmissione puramente orale, hanno finito per trasformare le scarse fonti a loro disposizione: considerare ad esempio il punto di vista ateniese riguardo alla leggenda di Teseo. Pochi nomi cretesi si sono preservati nella mitologia greca, ma non c'è modo di connettere un nome con un'icona esistente minoica, così come succede per la familiare Dea dei Serpenti. La ricerca di figure votive di metallo o argilla – doppia ascia, vasi in miniatura, modelli di manufatti, animali, figure umane – ha identificato vari siti di culto: numerosi piccoli luoghi sacri nella Creta minoica, vette montane e molte caverne sacre (oltre 300 sono state esplorate) furono i centri di alcuni culti, ma i templi così come concepiti e sviluppati poi dai greci, erano sconosciuti ai minoici. Dentro il complesso palaziale, nessuna stanza centrale dedicata al culto è stata riconosciuta, tranne il centro del cortile dove giovani di entrambi i sessi avrebbero praticato la taurokathapsia rituale. È degno di nota che non ci siano affreschi minoici rappresentanti divinità.
**La guerra e "la pace minoica"**
Sebbene, in anni recenti, la visione creata da Sir Arthur Evans di una Pax Minoica, "pace minoica", sia stata criticata, si è generalmente assunto che ci fossero pochi conflitti armati interni nella stessa Creta minoica, fino al seguente periodo miceneo. Come molti aspetti della Creta minoica, è arduo arrivare ad ogni ovvia conclusione in base all'evidenza. Tuttavia, nuovi scavi avvalorano interessi documentando l'impatto intorno all'Egeo.
Evans argomentò che ci sia poca evidenza riguardo ad antiche fortificazioni minoiche. Ma come S. Alexiou ha posto in rilievo (in Kretologia 8), un numero di siti, specialmente quelli dell'antico e medio minoico, come Aghia Photia, sono costruiti sulla sommità di colline o sono altrimenti fortificati. Come disse Lucia Nixon,
"…Nello stimare propriamente l'evidenza archeologica, noi possiamo essere stati influenzati molto dalla mancanza di ciò che noi potremmo congetturare come solide fortificazioni. Come in molti altri esempi, noi non avremmo cercato le prove nei giusti posti, e dunque non possiamo concludere con una corretta valutazione dei minoici e della loro abilità nell'evitare la guerra".
Chester Starr considera in Amanti dei fiori minoici (Hagg-Marinatos editori. Talassocrazia minoica) che la Cina Shang e la civiltà Maya abbiano entrambe centri non fortificati e ancora più esse si impegnano in combattimenti di frontiera, cosicché essa stessa non può in modo sufficiente definitivamente mostrare che i minoici fossero davvero una civiltà pacifica incomparabile nella storia.
Nel 1998, comunque, quando gli archeologi si incontrarono in una conferenza tenuta nel Belgio per discutere sulla possibilità che l'idea di una Pax Minoica fosse ormai sorpassata, l'evidenza riguardo alla guerra minoica si dimostrava essere scarsa.
L'archeologo Jan Driessen, per esempio, disse che i minoici mostrassero le armi frequentemente nella loro arte, ma soltanto in contesti rituali, e che…
La costruzione di siti fortificati viene spesso assunta per riflettere la minaccia di una guerra, ma tali centri fortificati erano multifunzionali; spesso erano anche la personificazione o l'espressione materiale dei luoghi centrali dei territori essendo allo stesso tempo monumenti glorificanti e attinenti al potere dominante (Driessen, 1999, p. 16).
D'altra parte, il lavoro di Stella Chryssoulaki sui piccoli avamposti o corpi di guardia nella parte orientale dell'isola rappresenta possibili elementi di un sistema difensivo. Le affermazioni riguardo al fatto che essi non producessero armi sono erronee; le spade di tipo minoico A (trovate nei palazzi di Mallia e Zarkos) erano le più eccellenti in tutto l'Egeo (Vedi Sanders, AJA 65, 67, Hoeckmann, JRGZM 27, o Rehak e Younger, AJA 102).
Keith Branigan afferma che il 95% delle cosiddette armi Minoiche possedessero impugnatura (else, manici) che ne avrebbero impedito il loro uso come armi (Branigan, 1999); verifiche sperimentali più recenti su riproduzioni accurate hanno mostrato che ciò non è corretto poiché queste armi erano capaci di fendere il corpo fino alle ossa (intaccando la superficie ossea) senza che le armi stesse riportino alcun danno. L'archeologo Paul Rehak sostiene che gli scudi minoici ad otto figure non potrebbero essere stati usati nel combattimento e neppure nella caccia, poiché erano troppo ingombranti (Rehak, 1999). Va però rilevato che scudi altrettanto se non più ingombranti sono ben diffusi tra l'età del bronzo e il rinascimento si pensi al palvese, e non sono molto differenti da scudi rappresentati in contesti micenei (dove la guerra era un'attività ben conosciuta), anzi proprio le loro grandi dimensioni offrono una protezione notevole, mentre scudi rituali potrebbero essere di dimensioni ridotte. Ancora l'archeologo Jan Driessen afferma che i minoici frequentemente mostravano 'armi' nella loro arte, ma solo in contesti rituali (Driessen 1999). Infine, l'archeologo Cheryl Floyd conclude che le "armi" minoiche fossero meramente utensili usati per scopi mondani come la macellazione degli animali (Floyd, 1999). Sebbene questa interpretazione debba restare altamente discutibile poiché non ci sono paralleli riguardo a spade lunghe un metro e punte lunghe di lance usate come strumenti culinari nei documenti storici o etnografici. Inoltre va osservato come la ritualizzazione delle armi non escluda affatto la guerra, anzi la presenza di armi rituali presuppone la conoscenza di armi non rituali.
Riguardo alla guerra in generale, Branigan conclude che:
«La quantità di armamenti, le imponenti fortificazioni, e le lunghe navi dall'aspetto aggressivo, suggeriscono pienamente un periodo di intense ostilità. Ma una più concisa verifica fa pensare che tutti e tre gli elementi chiave sono perlopiù circoscritti all'affermazione dello status, all'esibizione, e allo stile in voga così come all'aggressione… La guerra come tale nell'Egeo meridionale, nell'età del bronzo antico, venne personalizzata e forse ritualizzata (a Creta) o in scala minore, fu intermittente ed essenzialmente un'attività economica (nelle Cicladi e nell'Argolide/Attica)» (Branigan, 1999, p. 92).
L'archeologo Krzyszkowska concordemente afferma:
«Il fatto importante è che, per l'Egeo preistorico, non abbiamo di per sé nessuna prova diretta di guerra o stato di guerra» (Krzyszkowska, 1999).
Inoltre, nessuna prova esiste riguardo ad un esercito minoico, o di una dominazione minoica su popoli esterni a Creta. Pochi segni di guerra appaiono nell'arte minoica.
«Sebbene alcuni archeologi vedano scene di guerra in pochi frammenti dell'arte minoica, altri interpretano ancor più queste scene come festività, danze sacre, o eventi sportivi» (Studebaker, 2004, p.27).
Anche se vengono rappresentati guerrieri armati feriti alla gola con spade, la violenza può accadere in contesti rituali o sport sanguinosi.
Benché nella Grecia continentale al tempo delle tombe a cunicolo a Micene, vi sia poca evidenza di maggiori fortificazioni tra i micenei (le famose cittadelle sono postdatate alla distruzione di quasi tutti i siti neopalaziali cretesi), la costante propaganda di guerra di altri popoli contemporanei agli antichi minoici — egiziani ed ittiti, per esempio — è ben documentata.
La mancanza di fortificazione e l'apparente rarità di armi a Creta ed in altri siti minoici non implica necessariamente come questa civiltà non conoscesse, non praticasse o non ricorresse a guerre organizzate. La guerra presso poteva essere ritualizzata e non prevedere combattimenti diretti tra eserciti, come racconta Omero.
Inoltre, anche se attualmente il concetto di "talassocrazia" minoica è fortemente ridimensionato o criticato, una civiltà che fosse riuscita a limitare o eliminare le eventuali acredini intestine alle varie entità politiche cretesi, avrebbe potuto dirigere le proprie forze esternamente. Non vi sarebbe stato alcun bisogno di difendere le proprie "città", poiché la difesa di queste sarebbe stata portata avanti dalla flotta e da forze militari concentrate all'estero. Anche a livello comparativo numerose civiltà storiche hanno sviluppato poche o modeste strutture militari "al centro", mentre ne hanno avute di notevoli presso le periferie (si pensi al limes romano), oppure hanno pacificato il centro e militarizzato la periferia (si pensi all'impero britannico dalla fine del '600), sempre impiegando una quota ridottissima della popolazione a scopi militari.
In conclusione qualsiasi argomento in favore o contro la bellicosità dei minoici è, per ora, fortemente speculativo, anche se affermazioni straordinarie (ovvero che la civiltà minoica fosse l'unica civiltà del mediterraneo dell'età del bronzo assolutamente non bellicosa) richiederebbero prove straordinarie.
**Possibilità di sacrifici umani**
Prove riguardo al fatto che i minoici possano avere praticato sacrifici umani sono state trovate in tre siti:
* Anemospilia, in una costruzione del MMII vicino al Monte Juktas, interpretata come un tempio,
* un complesso santuario dell'AMII a Fournou Korifi nel centro-sud di Creta, e
* Cnosso, in un edificio del TMIB noto come la "casa a nord." (spiegazione delle abbreviazioni).
Il tempio di Anemospilia venne distrutto da un terremoto nel periodo del MMII. L'edificio sembra essere un luogo sacro tripartito, e piedi in terracotta e alcuni legni carbonizzati vennero interpretati dagli scavatori come i resti di una statua di culto. Quattro scheletri umani vennero trovati fra le sue rovine; uno, appartenente a un giovane uomo, fu trovato in un'insolita posizione contratta su una piattaforma rialzata, suggerendo che fosse stato legato per essere sacrificato, molto simile al toro nella scena del sacrificio sul sarcofago di Aghia Triada dell'età micenea. Un pugnale di bronzo si trovava fra le sue ossa, e lo scoloramento delle ossa su un lato del corpo suggeriscono che egli morisse dissanguato. La lama di bronzo era lunga 15 pollici e aveva figure di cinghiali su ogni lato. Le ossa si trovavano sopra una piattaforma rialzata al centro della stanza, vicino al pilastro con un trogolo alla sua base.
Le posizioni degli altri tre scheletri suggeriscono che un terremoto li colse di sorpresa — lo scheletro di una donna di 28 anni era legato al suolo con braccia e gambe divaricate nella stessa stanza come il maschio sacrificato. Nei pressi della piattaforma sacrificale c'era lo scheletro di un uomo di circa trent'anni, con gambe spezzate. Le sue braccia erano sollevate, come per proteggere se stesso da detriti che cadevano, dando adito all'ipotesi che le sue gambe fossero state rotte dal collasso dell'edificio durante il terremoto. Di fronte alla sala dell'edificio si trovavano quattro scheletri, troppo scarsamente conservati per permettere la determinazione dell'età o del genere. Quasi 105 frammenti di un vaso d'argilla furono scoperti, sparsi in modo da suggerire che sia stato abbandonato dalla persona di fronte quando venne colpito dai detriti dell'edificio che collassava. La giara sembra contenesse il sangue del toro.
Sfortunatamente, gli scavatori di questo sito non hanno pubblicato un rapporto ufficiale di questo scavo; il sito è principalmente noto attraverso un articolo del 1981 articolo del National Geographic (Sakellarakis e Sapouna-Sakellerakis 1981, vedi anche Rutter).
Non tutti concordano che questo fosse un sacrificio umano. Nanno Marinatos dice che l'uomo presumibilmente sacrificato moriva effettivamente durante un terremoto scatenatosi quasi contemporaneamente alla sua morte. Annota che questo terremoto distrusse l'edificio, uccidendo anche i due minoici, i presunti sacrificatori, aggiungendo inoltre che l'edificio non fosse un tempio, essendo la prova del sacrificio "lontana dall'essere ... una realtà conclusiva". Concordemente anche Dennis Hughes asserisce che la piattaforma dove l'uomo giace non fosse necessariamente un altare, e la lama probabilmente non era altro che una punta di lancia che potrebbe essere caduta durante il terremoto dagli scaffali o dal pavimento superiore, ma non certo posta intenzionalmente sul giovane uomo.
Nel complesso del santuario di Fournou Korifi, frammenti di un cranio umano furono trovati nella stessa stanza insieme a un piccolo focolare, un "buco per la cottura" (cooking-hole), e utensili da cucina. Questo cranio è stato interpretato come i resti di una vittima sacrificale.
Nella "Casa del Nord" a Cnosso, furono trovate le ossa di almeno quattro bambini (che godevano di buona salute) mostranti segni i quali fanno pensare che "essi fossero massacrati allo stesso modo con cui i minoici macellavano capre e pecore, e che fossero così sacrificati e mangiati. L'anziano archeologo cretese Nicolas Platon fu così terrificato da questa suggestione sì da insistere sul fatto che le ossa dovessero per forza di cose essere quelle di scimmie antropomorfe, e non certo umane".
Le ossa, trovate da Peter Warren, risalgono al Tardo Minoico IB (1580-1490), prima dell'arrivo dei micenei (nel TM IIIA, circa 1320-1200) secondo Paul Rehak e John G. Younger. Dennis Hughes e Rodney Castleden asseriscono che queste ossa fossero depositate come una 'sepoltura secondaria'. La sepoltura secondaria non è una pratica inusuale; essa viene a seppellire il morto due volte: subito dopo la morte, e poi di nuovo quando il corpo è diventato ormai scheletro. La principale debolezza di questo argomento è che non spiega i tipi di tagli e segni di coltello sulle ossa.
**Sepoltura ed usanze funerarie**
Come molta dell'archeologia dell'età del bronzo, i resti delle sepolture costituiscono una parte sostanziale di materiale ed evidenza archeologica riguardo al periodo. Alla fine del secondo periodo palaziale minoico la pratica di sepoltura è dominata da due forme essenziali: 'Tombe circolari', o Tholoi, (situate nella Creta meridionale) 'Tombe a casa', (localizzate ad oriente e ad occidente). Naturalmente, ci sono molte tendenze e modelli nell'ambito della pratica mortuaria che non si conformano a questo semplice esame. Lungo tutto questo periodo c'è una tendenza verso sepolture individuali, con alcune distinte eccezioni. Queste includono il complesso molto dibattuto di Chrysolakkos, Mallia, costituito da un numero di edifici formanti un complesso. Questo viene localizzato nel centro dell'area di sepoltura di Mallia e può essere stato il nucleo per i riti di sepoltura, o la 'cripta' per una famiglia di notabili.
Queste tombe spesso evidenziano la sepoltura di un gruppo, dove più di un corpo viene depositato, e possono rappresentare dunque le cripte di sepoltura per generazioni di un gruppo consanguineo, o di un particolare insediamento dove gli individui non sono strettamente relazionati, ma partecipano alla costruzione della tomba. La 'tomba a casa' a Gournia ne è un tipico esempio, costituita da un tetto fatto di canne e argilla, retto da mattoni di fango, con la base in pietra. Ad Ayia Photia certe tombe a camera tagliate nella roccia possono essere state utilizzate solamente per la sepoltura di bambini, indicando perciò modelli di sepoltura complessi che differiscono da regione a regione. L'arredo mortuario e gli oggetti funerari variano ampiamente, ma potrebbero includere giare, oggetti in bronzo come utensili ed armi, oppure oggetti voluttuari come orecchini. Poco si conosce riguardo al rito funebre, o gli stadi attraverso i quali il deceduto passava prima della sepoltura finale, ma è stato indicato che 'brindisi rituali' possano averne formato una parte; ciò viene suggerito dalla prevalenza di coppe per bere trovate in alcune tombe.
Nei successivi periodi (AM III) viene osservata una tendenza, per tutta l'isola di Creta, verso sepolture singole, di solito Pithoi in argilla (grandi vasi per l'immagazzinamento), che sostituivano la pratica delle tombe costruite (in loco). Allo stesso modo, emersero le sepolture del tipo Larnake o Larnax, dove il corpo veniva depositato in un sarcofago di legno o argilla. Queste bare erano spesso riccamente decorate con motivi e scene simili a quelle degli affreschi più arcaici e della tradizione pittorica del vasellame. Tuttavia, tombe ricavate dalle rocce e tholoi rimasero in uso anche nel periodo del TM III, incluso il sito di Phylaki.
La distribuzione delle necropoli varia nel tempo e nello spazio. Alcune richieste funzionali possono avere influenzato la decisione nel localizzare un cimitero: Le tombe tagliate nella roccia del tardo minoico ad Armeni utilizzano la geografia della zona come supporto strutturale, dove le camere sono scavate in profondità nella roccia. Generalmente, i cimiteri tendono a raggrupparsi nelle regioni limitrofe nelle aree di insediamento. Il cimitero di Mochlos, per esempio, sarebbe servito agli abitanti di quell'isola, insediati a sud dell'area. Il cimitero stesso è stato interpretato per indicare una visibile gerarchia, forse indicante la differenziazione sociale nell'ambito di una popolazione locale; più grandi, tombe monumentali per l'élite, e tombe più piccole (incluse alcune delle prime sepolture in Pithoi), per la maggioranza della popolazione.
Il geologo tedesco Hans Georg Wunderlich argomentò che lo stesso Palazzo di Cnosso fosse un tempio mortuario. Questa interpretazione è fortemente rigettata dall'archeologia tradizionale.
### Agricoltura e sussistenza
I minoici allevavano bestiame, pecore, maiali e capre, e coltivavano grano, orzo, veccia e ceci, compresi uva, fichi, olivi, non esclusi i papaveri, per i semi e forse, l'oppio. I minoici addomesticarono le api, e adottarono il melograno e la cotogna dal Vicino Oriente, quantunque non i limoni e gli aranci come si è spesso pensato. I minoici svilupparono una policoltura mediterranea, la pratica di far crescere più di una coltura allo stesso tempo, e, come risultato della loro dieta più varia e sana, la popolazione incrementò. Questo metodo agricolo teoricamente manterrebbe la fertilità del suolo, come pure offre protezione contro scarsi raccolti di ogni singola coltura. Inoltre, le tavolette in lineare B indicano l'importanza della coltivazione del frutteto (vale a dire, fichi, olivi e viti) nelle colture lavorate per la resa di "prodotti secondari". Il processo del vino che fermenta dall'uva è probabile sia stato un interesse dell'economia del "palazzo", a causa del quale tali beni di prestigio sarebbero stati importanti materie prime per il commercio come pure elementi culturalmente significativi di consumo. Allo stesso modo, è verosimile che il consumo di costosi prodotti d'oro esotici avrebbero giocato un ruolo nella presentazione ed articolazione del potere politico ed economico.
I contadini usavano aratri di legno, con il cuoio che avvolgeva l'impugnatura in legno, e spinti da un paio di asini o buoi.
L'importanza delle risorse marine nella dieta cretese è egualmente degno di considerazione: la prevalenza di molluschi edibili nel materiale del sito, e le rappresentazioni artistiche di pesci ed animali marini, inclusa la caratteristica giara con motivi cordati rappresentante l'"octopus" (TM IIIC), indicano un apprezzamento ed uso occasionale del pesce nell'economia. Tuttavia, dubbi restano sul significato funzionale di queste risorse nella più ampia dieta cretese, specialmente in relazione ai cereali, olive e prodotti animali. In realtà, l'intensificazione dell'attività agricola viene indicata dalla costruzione di terrazze e dighe a Pseira nel tardo minoico.
Non tutte le piante e la flora avrebbero un'utilità puramente funzionale o economica. Le rappresentazioni artistiche spesso mostrano scene di raccoglitori di gigli e rappresentazioni dentro spazi 'verdi'. L'affresco noto come il "boschetto sacro" a Cnosso, per esempio, mostra un certo numero di figure femminili in posizione frontale verso il lato sinistro della scena, fiancheggiate da una macchia d'alberi. Alcuni studiosi hanno suggerito che questi dipinti rappresentino la manifestazione di 'festività della mietitura' o cerimonie, ovvero dei modi per venerare la fertilità continuata del suolo. Oltre alle rappresentazioni artistiche vengono osservate delle scene agricole nel così definito "vaso dei mietitori" (un rhyton a forma ovale, o recipiente per versare) del secondo periodo palaziale, dove ognuna delle 27 figure maschili porta una zappa. Ciò avvalora l'importanza dell'agricoltura come motivo artistico.
Molte dispute sono state suscitate dalla scoperta di magazzini dentro i recinti del palazzo. Nel secondo 'palazzo' a Festo, per esempio, una quantità di stanze sul lato occidentale della struttura sono state identificate come un complesso adibito a magazzino. Dentro queste aree di immagazzinamento sono state scoperte numerose giare, brocche e vasi, mettendo così in rilievo il ruolo del complesso come un potenziale centro di ridistribuzione di prodotti agricoli. Molte possibilità possono essere suggerite, incluso un modello dove tutti i prodotti economici e agricoli venivano controllati dal Palazzo e redistribuiti da esso. Nei siti come Cnosso, dove la città si è sviluppata ingrandendosi considerevolmente (75 ha), c'è l'evidenza di specializzazione del lavoro, come indicato dalle officine. Il palazzo di Kato Zakro, per esempio, mostra officine integrate nella struttura del palazzo, e ciò contribuisce all'idea che il sistema palaziale minoico si sviluppasse attraverso l'intensificazione economica, dove la maggiore eccedenza di prodotti agricoli sostentava possibilmente una popolazione di amministratori, artigiani e professionisti religiosi. Il numero di camere domestiche o da letto nel palazzo indicano la possibilità il sostentamento di una grande popolazione di individui sottratti al lavoro manuale.
## Teorie sulla fine della civiltà minoica
La cosiddetta eruzione minoica sull'isola di Thera (attualmente Santorini distante circa 100 km da Creta) avvenne nel secondo millennio a.C. durante il periodo del TM (tardo minoico), e fu una delle più grandi esplosioni vulcaniche mai accadute nella storia della civiltà, emettendo approssimativamente 60 km³ di materiale, con un indice di esplosività vulcanica pari a 6. L'eruzione devastò il vicino insediamento minoico di Akrotiri su Santorini, che venne sepolto sotto uno strato di pomice. È stato inoltre suggerito che l'eruzione e i suoi effetti sulla civiltà minoica abbiano dato origine al mito di Atlantide, attraverso i resoconti storici egiziani.
Si è inoltre creduto che l'eruzione avesse colpito fortemente la cultura minoica di Creta, sebbene l'estensione dell'impatto sia ancora dibattuta. Le prime teorie proposero che la caduta di cenere provenienti da Thera, su metà della Creta orientale, ne soffocò la vegetazione, causando così la fame nella popolazione locale. Tuttavia, dopo molti esami sul campo, questa teoria ha perduto credibilità, poiché fu determinato che ad ogni modo non più di 5 mm di cenere fossero caduti su Creta. Studi recenti, basati sull'evidenza archeologica trovata sull'isola, indicano che un immenso tsunami, generato dall'eruzione di Thera, devastò le aree costiere di Creta distruggendo molti degli insediamenti minoici.. Il periodo del TM IIIA è segnato dalla sua ricchezza (arte e sepolture sontuose) e dall'ubiquità degli stili della ceramica di Cnosso. Tuttavia, dal TM IIIB l'importanza di Cnosso come centro regionale, e dei suoi ricchi manufatti, sembrano essere ormai in declino.
Reperti significativi sono stati trovati negli strati di cenere della Thera del TM, implicando che l'eruzione di Thera non avesse causato l'immediato crollo della civiltà minoica. Essa era una potenza marinara e dipendeva in modo considerevole dalla flotta mercantile per la sua sussistenza e l'eruzione di Thera causò indubbiamente notevoli difficoltà economiche. Se questi effetti siano stati abbastanza gravi da produrre il rapido declino della civiltà minoica è ancora una questione aperta.
La conquista micenea di Creta avvenuta nel TM II, a parere di molti storici fu senza dubbio facilitata dalla crisi che seguì la catastrofica esplosione di non molti anni prima.
Alcuni autori hanno ipotizzato anche una contemporanea eccessiva pressione sulla capacità portante dell'ambiente nell'ultima fase della civiltà minoica. Per esempio il sito archeologico di Cnosso fornisce prove di estesa deforestazione in questa parte di Creta nel periodo della decadenza.
## Studi genetici sulla popolazione
Uno studio del 2013 sul DNA mitocondriale di campioni di ossa prelevati dall'ossario minoico di Oropedio Lasithiou, datati tra i 4.400 e i 3.700 anni fa, ha mostrato che i campioni minoici sono somiglianti a quelli della popolazione moderna della zona, così come a quelli del resto della Grecia e dell'Europa occidentale e settentrionale, mentre sono distanti dai campioni egiziani e nord africani.
Secondo gli autori dello studio, questi risultati sono coerenti con l'ipotesi di uno sviluppo endogeno della civiltà minoica dai discendenti dei primi coloni neolitici che arrivarono sull'isola circa 9.000 anni fa, contrariamente all'ipotesi di un'origine egiziana o nord africana proposta inizialmente da Evans. "Ora sappiamo che i fondatori della prima civiltà europea avanzata erano europei" ha affermato il coautore dello studio George Stamatoyannopoulos, genetista umano dell'Università di Washington. "Essi erano molto simili agli europei del neolitico e molto simili ai cretesi del giorno d'oggi".
Uno studio archeogenetico del 2017 dell'Università di Harvard sul DNA autosomico di resti ossei di individui minoici pubblicato sulla rivista Nature ha concluso che i Minoici e i Micenei erano geneticamente correlati, e che entrambi sono strettamente correlati, ma non identici, alle moderne popolazioni greche. Lo stesso studio ha anche affermato che almeno tre quarti del DNA sia dei Minoici che dei Micenei proveniva dai primi agricoltori del Neolitico che vivevano in Anatolia occidentale e nel Mar Egeo, mentre la maggior parte del resto proveniva da antiche popolazioni legate a quelle del Caucaso e Iran.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_L%C3%B3pez_Ojeda
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Antonio López Ojeda
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# Antonio López Ojeda
Antonio López Ojeda (La Paz, 18 maggio 1989) è un calciatore messicano, centrocampista del Deportivo Marquense.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Edipo_%28Seneca%29
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Edipo (Seneca)
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# Edipo (Seneca)
L'Edipo (Oedipus) è una tragedia di Lucio Anneo Seneca, ispirata all'Edipo re di Sofocle.
## Trama
### Atto I
Edipo e Giocasta.
La peste imperversa nella città di Tebe. Al sorgere del giorno luttuoso, Edipo grida come sia ingannevole il bene del potere regale. Egli si sente perseguitato dal terribile oracolo di Febo: ucciderai tuo padre e sposerai tua madre. Il Re vede gli orrori della pestilenza e della carestia sulla città di Cadmo: l'inclemenza della stagione, la canicola diurna e i vapori malefici della notte, le spighe secche e vuote, i funerali dei cittadini e i roghi continui, in cui si collocano i cari parenti accanto a sconosciuti, deposti poi tutti senza pietà in fosse comuni; e già manca la legna per i roghi e la terra per i tumuli. Edipo lamenta di non essere anche lui colpito dalla peste e invita se stesso, ospite infausto a Tebe, ad allontanarsi dalla città. A Giocasta, che afferma come non sia un comportamento da vero Re né da uomini «scappare di fronte alla sorte», Edipo contrappone il proprio coraggio, dimostrato di fronte alla Sfinge sanguinaria, quando ha risolto l'enigma del crudele mostro alato, le cui ceneri ora mandano la città in rovina. Forse l'unica salvezza è interpellare ancora una volta Febo.
Il coro assiste all'agonia della gloriosa Tebe, le cui sette porte non sono abbastanza grandi per la fitta folla che cerca una tomba fuori dalle mura. Gli animali, già colpiti per primi dal contagio, soccombono, siano domestici o selvatici, o mutano stranamente le proprie abitudini; orribili presagi annuncia il sacrificio del toro, dal cui collo reciso esce non sangue, ma marciume nero e repellente che contamina il luogo e gli oggetti sacri. Sono scomparse le selve e prosciugati i corsi d'acqua della regione. L'inferno si è aperto e ha vomitato i suoi mostri su Tebe. La morte di peste è terribile e ancor più le sofferenze indicibili degli appestati: ormai solo la morte chiedono nei templi i sopravvissuti. Ecco si vede giungere Creonte, di ritorno dall'oracolo di Delfi.
### Atto II
Edipo e Creonte, poi anche Tiresia e Manto.
Interpellato da un Edipo atterrito, Creonte, suo cognato, riferisce titubante gli ordini di Febo: occorre punire l'uccisore di Laio, perché a Tebe ritorni la salute. Edipo chiede chi sia stato indicato come assassino e Creonte precisa che, dopo uno spaventoso terremoto, la profetessa ha urlato con voce sovrumana: «Tu, ospite fuggiasco ... tu che sei colpevole della morte del re ... combatterai contro te stesso ... empio che ancora sei entrato incestuosamente nel grembo di tua madre.» Edipo è pronto a fare giustizia, in ritardo in quanto il crimine avvenne sotto l'incubo della Sfinge: ora, però, non ci sarà posto per il perdono, ma il bando e l'esilio. Alla domanda di Edipo dove sia stato commesso il delitto, Creonte risponde che Laio è stato aggredito a tradimento nella valle dell'Olmio, in aperta campagna. Si avvicina lentamente Tiresia, guidato dalla figlia Manto: Edipo gli intima di indicare il nome del colpevole interrogando Apollo. Nel rito sacrificale seguente, Manto riferisce al padre cieco che cosa avviene del fuoco sacro, delle offerte, dei due candidi giovenchi immolati e come siano le loro viscere: orrori mai visti e terrificanti inducono Tiresia al chiaro responso: bisogna evocare dall'Erebo l'ombra di Laio che svelerà il colpevole. Sarà Creonte, per scelta di Edipo, a incontrarne il fantasma.
Il coro innalza l'inno in onore di Bacco, protettore di Tebe, narrandone le intricate imprese divine, il corteo con Sileno e le Menadi, e infine le nozze.
### Atto III
Edipo e Creonte.
Creonte vorrebbe tacere ciò che ha visto del mondo di Ecate e ciò che ha saputo dall'orrida ombra di Laio, ma Edipo lo costringe a parlare, promettendogli che non sarà punito per ciò che dirà. Creonte presenta il luogo tenebroso scelto per il rito, la fossa riempita del sangue di capretti e buoi neri, riferisce i gesti e le formule di Tiresia che spalancano alla fine la terra e aprono la strada ai tremendi esseri infernali, alla schiera pallida del fiero Dite, finché anche Laio mostra il suo volto insanguinato. L'ombra del re rivela che non è l'Austro malefico o la siccità a distruggere Tebe, ma un re assassino, dallo scettro insanguinato, e incestuoso, «che ha generato a sé dei fratelli», la cui sventura è più mostruosa della stessa Sfinge: il Re di Tebe deve essere cacciato. Edipo si conforta al pensiero che a Corinto vivano in pace la madre Merope e il padre Polibo, ma si meraviglia di essere invitato a lasciare il potere e la città: teme un tradimento da parte di Creonte e, credendo che questi lo voglia sostituire al potere, lo fa imprigionare.
Il coro canta le disavventure precedenti, degli eroi di Tebe, «antiche ire di dei ti perseguitano»: dalla fuga di Cadmo e di Europa, sua sorella, alle lotte civili, alla vicenda di Atteone (nipote di Cadmo) sbranato dai suoi stessi cani, dopo essere stato trasformato in cervo da Diana.
### Atto IV
Edipo, Giocasta, Vecchio di Corinto e poi Forbante (anziano servo di Laio).
Edipo è tormentato dalle rivelazioni degli dei, ultima quella degli inferi, oltre che dal ricordo di aver ucciso, quando era giovane, un vecchio viandante insolente sulla via della Focide. Perciò egli chiede a Giocasta i particolari dell'uccisione di Laio, quanti anni avesse, se fosse solo e quanto tempo prima fosse avvenuto l'omicidio. Arriva un Vecchio di Corinto che porta la notizia della morte serena di Polibo e chiede ad Edipo se ora tornerà a Corinto. Alla perplessità di Edipo, che teme, secondo la profezia di Delfi, le nozze con la madre, il Vecchio rivela che Merope non è sua madre: lo aveva adottato dopo che lo stesso Vecchio lo aveva avuto, neonato, da un pastore ai piedi del Citerone. Per togliere ogni dubbio sull'identità del piccolo, gli precisa che aveva i piedi legati e gonfi (= etimologia del nome Edipo). Edipo vuole ritrovare quel pastore, vuol sapere tutta la verità e, anche se Giocasta cerca di fermarlo, chiama Forbante, il capo delle mandrie di Laio. Forbante viene costretto con minacce a parlare: il piccolo dai piedi gonfi e feriti era proprio il figlio di Giocasta e Laio. Avuta la certezza della propria origine, Edipo vorrebbe morire: maledice se stesso come vergogna del mondo e rovina delle sacre leggi, poi si avvia dentro la reggia.
Il coro esprime, a contrasto, il sano desiderio di una vita mediocre e sicura, senza l'ambizione folle di chi, come Icaro, vuole volare troppo in alto. Si aprono le porte della reggia e compare un servo del re, il Nunzio, in atteggiamento inorridito.
### Atto V
Il Nunzio e il Coro, poi Edipo e Giocasta.
Il Nunzio riferisce la smania di Edipo, infuriato come un leone libico, dentro la reggia; riporta le sue grida contro se stesso, la sua volontà di punirsi, non dandosi semplicemente la morte, lui parricida e incestuoso, bensì in un modo che moltiplichi le sue morti e prolunghi le sue sofferenze d'espiazione. Il Nunzio prosegue: con atto feroce, Edipo ha conficcato le sue mani nelle orbite lacrimanti e ha estirpato i propri bulbi oculari fino in fondo alle cavità; ha trovato finalmente una tenebra degna delle sue nozze.
Il Coro depreca il destino degli uomini e la crudeltà del Fato, dalle cui catene non è possibile ai mortali, né agli dei, uscire. Edipo esce dalla reggia e avanza brancolando: afferma che ora il suo volto insanguinato è proprio quello che gli si addice. Il Coro indica l'arrivo di Giocasta, che è fuori di sé e quasi nell'impossibilità di esprimersi. La donna chiama «figlio» il Re e, di fronte alla sua volontà di nascondersi in una terra lontana, gli grida che la colpa è del Fato, che nessuno può essere colpevole del proprio destino. Giocasta strappa la spada ad Edipo e si trafigge il ventre, il «grembo fecondo che accolse lo sposo e il figlio!». Essa muore in un lago di sangue. Edipo si ritiene colpevole anche di questa ulteriore sventura e, allontanandosi impacciato da quel cadavere, chiama con sé nell'esilio la peste nera e tutti i mostri di Tebe.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Pare_parecchio_Parigi
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Pare parecchio Parigi
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# Pare parecchio Parigi
Pare parecchio Parigi è un film del 2024 diretto da Leonardo Pieraccioni.
## Trama
Bernardo, Giovanna ed Ivana sono tre fratelli che non si parlano da anni e vorrebbero soddisfare il desiderio del loro anziano e malato padre che non ha mai visto Parigi. Le condizioni dell'uomo però non permettono tragitti così lunghi, e i suoi figli optano per fare finta di partire in camper... pur non uscendo dal maneggio di Bernardo.
## Produzione
Le riprese del film, iniziate a fine giugno del 2023 a Roma, sono durate sette settimane. Per Leonardo Pieraccioni è la quindicesima prova da regista e la sedicesima da sceneggiatore.
La trama, stando alle note di regia, è liberamente ispirata ai fratelli Michele e Gianni Bugli che nel 1982 partirono con il padre malato in roulotte e gli fecero credere di essere arrivati a Parigi.
## Promozione
Il primo trailer del film esce nel dicembre del 2023.
## Distribuzione
La commedia esce nei cinema italiani il 18 gennaio 2024.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Historypin
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Historypin
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# Historypin
Historypin è un archivio digitale di foto storiche e ricordi personali fatto dagli utenti. Gli utenti sono in grado di utilizzare il luogo e la data dei loro contenuti per "appuntarli" (ingl. to pin) su Google Maps. Se Google Street View è disponibile, gli utenti possono sovrapporre fotografie storiche e confrontarle in contemporanea con la posizione. (Street Viewed Photo) Archiviato il 17 luglio 2011 in Internet Archive. Il contenuto può essere aggiunto ed esplorato in rete tramite una serie di applicazioni per telefoni intelligenti.
## Storia
Il progetto è stato creato dalla società non-profit We Are What We Do come parte del loro lavoro intergenerazionale, con il finanziamento e il sostegno di Google, all'interno di una serie di impegni per l'inclusione digitale. Il sito ha oltre 200.000 attività e ricordi "appuntati" per la mappa Historypin in tutto il mondo, con contributi più elevati nel Regno Unito, Stati Uniti e Australia. La versione beta del sito web è stata lanciata nel giugno 2010 presso il Royal Institute di Londra da Nick Stanhope, CEO di We Are What We Do e l'intero progetto è stato lanciato presso il Museo della Città di New York nel luglio 2011.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Andrey_Santos
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Andrey Santos
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# Andrey Santos
Andrey Nascimento dos Santos (Rio de Janeiro, 3 maggio 2004) è un calciatore brasiliano, centrocampista del Chelsea e della nazionale Under-20 brasiliana e della nazionale brasiliana.
## Carriera
### Club
**Gli inizi, Vasco da Gama**
Il 6 marzo 2021, all'età di 16 anni ha debuttato fra i professionisti con il Vasco da Gama nel secondo tempo della trasferta persa 1-0 contro il Volta Redonda nel Campionato Carioca. Il 28 novembre 2021 ha debuttato in campionato nella sconfitta per 3-0 in Série B in casa del Londrina. Nella stagione seguente l'allenatore Zé Ricardo lo ha inserito in pianta stabile fra i titolari. È diventato il marcatore più giovane nella storia del club il 7 giugno 2022, segnando nella vittoria per 3-2 in Série B in casa del Náutico.
**Chelsea e vari prestiti**
Il 6 gennaio 2023, il Vasco da Gama ha annunciato la cessione del giocatore al Chelsea. Pochi mesi più tardi ha fatto ritorno al Vasco in prestito.
Il 15 giugno 2023 è stato annunciato che il giocatore sarebbe tornato a disposizione del Chelsea a partire dal 30 giugno.
Dopo aver svolto la preparazione estiva ed iniziato la stagione con il club londinese, il 25 agosto 2023 passa in prestito al Nottingham Forest.
Il 3 gennaio 2024, dopo avere trovato poco spazio a Nottingham, viene richiamato dai blues.
### Nazionale
**Nazionali giovanili**
Nel dicembre del 2022, è stato incluso dal selezionatore Ramon Menezes nella lista dei convocati della nazionale Under-20 partecipante al Campionato sudamericano di calcio Under-20 2023 in Colombia, raggiungendo la vittoria finale.
Il 28 aprile 2023 viene convocato per il Mondiale di categoria in Argentina.
**Nazionale maggiore**
Il 3 marzo 2023 viene convocato per la prima volta dalla nazionale maggiore, con cui esordisce 22 giorni dopo nell'amichevole persa 2-1 contro il Marocco.
## Statistiche
### Presenze e reti nei club
Statistiche aggiornate al 3 gennaio 2024.
| Stagione | Squadra | Campionato | Campionato | Campionato | Coppe nazionali | Coppe nazionali | Coppe nazionali | Coppe continentali | Coppe continentali | Coppe continentali | Altre coppe | Altre coppe | Altre coppe | Totale | Totale |
| - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| Stagione | Squadra | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti |
| 2021 | Vasco da Gama | A/RJ+B | 1+1 | 0 | CB | 0 | 0 | | - | - | | - | - | 2 | 0 |
| 2022 | Vasco da Gama | A/RJ+B | 2+33 | 0+8 | CB | 1 | 0 | | - | - | | - | - | 36 | 8 |
| gen.-giu. 2023 | Vasco da Gama | A/RJ+A | 4+6 | 0+1 | CB | 1 | 0 | | - | - | | - | - | 11 | 1 |
| Totale Vasco da Gama | Totale Vasco da Gama | Totale Vasco da Gama | 47 | 9 | | 2 | 0 | | - | - | | - | - | 49 | 9 |
| lug.-ago. 2023 | Chelsea | PL | 0 | 0 | FACup+CdL | - | - | - | - | - | - | - | - | 0 | 0 |
| ago. 2023-gen. 2024 | Nottingham Forest | PL | 1 | 0 | FACup+CdL | 0+1 | 0+0 | - | - | - | - | - | - | 2 | 0 |
| Totale carriera | Totale carriera | Totale carriera | 48 | 9 | | 3 | 0 | | - | - | | - | - | 51 | 9 |
### Cronologia presenze e reti in nazionale
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Brasile :
| Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
| - | - | - | - | - | - | - | - |
| 24-5-2023 | Tangeri | Marocco | 2 – 1 | Brasile | Amichevole | - | 65’ |
| Totale | | Presenze | 1 | | Reti | 0 | |
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https://it.wikipedia.org/wiki/Piemontesizzazione
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Piemontesizzazione
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# Piemontesizzazione
Con il termine piemontesizzazione viene indicata in ambito storiografico l'estensione della struttura politica e amministrativa del Regno di Sardegna a tutte le regioni italiane unificate nel 1861 nel neonato Regno d'Italia.
Il 20 marzo 1865 la "Legge 20 marzo 1865, n. 2248" - nota anche come "legge Lanza", dal ministro degli interni che ne fu promotore, Giovanni Lanza (ma anche "legge Ricasoli", dal presidente del consiglio Bettino Ricasoli) - permise l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia costituendo sostanzialmente una generalizzazione del decreto Rattazzi di sei anni prima; l'unificazione legislativa avvenne nell'arco di alcuni anni e il suo completamento nel Regno d'Italia, si ebbe con il Governo La Marmora II, il 2 aprile 1865 con la cosiddetta codificazione del 1865.
## Caratteristiche generali
Con l'unità d'Italia, lo Statuto albertino, dal 1848 vigente nel regno di Sardegna, unico stato preunitario italiano i cui cittadini godevano di una costituzione e di un parlamento eletto, venne esteso ai cittadini di tutto il regno unificato.
Dopo dibattiti parlamentari per la gestione del nuovo Stato si opterà per un modello accentrato, detto alla francese, mutuato da quello utilizzato nel Regno di Sardegna: infatti il nuovo stato viene suddiviso in province, ad ognuna delle quali viene assegnato un prefetto di nomina regia.
Esso fu esteso senza modifiche all'intera penisola, lo Statuto indicava la lingua italiana come quella ufficiale delle Camere, e dava facoltà di servirsi di quella francese, ai membri provenienti da paesi parlanti il francese.
«La lingua italiana è la lingua officiale delle Camere. È però facoltativo di servirsi della francese ai membri, che appartengono ai paesi, in cui questa è in uso, od in risposta ai medesimi.»
Inoltre si ebbe l'estensione del sistema elettorale all'intera penisola italiana, che ne era sprovvista, e del sistema impositivo . Gli stessi simboli del nuovo Stato, come la bandiera e l'inno, furono quelli dello stato sardo, mentre inizialmente la capitale del Regno, dal 1861 fino al 1865, rimase a Torino, per essere poi trasferita a Firenze in attesa che la risoluzione della questione romana permettesse di porre la capitale a Roma.
Un formalismo rimase inalterato, nonostante il passaggio dal Regno di Sardegna a quello d'Italia, si trattò del numerale del re. Vittorio Emanuele II continuò ad usare lo stesso numerale anche dopo la proclamazione a Re d'Italia del 17 marzo 1861 (vedi Vittorio Emanuele II di Savoia: la proclamazione a re d'Italia).
## Ambiti interessati
### Legge e rappresentanza elettorale
Il 27 gennaio 1861 si tennero le prime elezioni, che, sui circa 22 milioni di abitanti della penisola vide ammessi al voto, in base a criteri della legge elettorale sabauda fondata sui limiti di età, alfabetismo e di censo, soltanto 418.850 persone; di queste solo 239.853 votarono effettivamente. Nei territori annessi dello scomparso Regno delle Due Sicilie, con i loro 10 milioni di abitanti, furono ammessi al voto 129.700 persone delle quali votarono effettivamente solo 87.000 che elessero 144 deputati. Tuttavia vi è da osservare che negli stati preunitari italiani sprovvisti di statuto o costituzione, non era vigente alcun sistema di governo o parlamento basato su una rappresentatività politica risultante da elezioni, neppure a suffragio ristretto. Il regno di Sardegna era rimasto dopo il 1848 l'unico Stato costituzionale nella penisola italiana, con istituzioni di tipo rappresentativo in cui l'autorità del re era bilanciata da un parlamento bicamerale con una camera dei deputati elettiva ed un senato a nomina regia.
Nel nord Italia in base ai criteri di ammissione al voto indicati nella legge 17 marzo 1848 n. 680, ("Regio editto sulla legge elettorale") emanata come conseguenza della concessione dello Statuto Albertino, basati sul censo e sull'alfabetismo, si ebbe la percentuale di un elettore ogni 41 abitanti, mentre nelle regioni meridionali uno ogni 77 abitanti. Pur essendo la prima del nuovo regno la legislatura continuò l'esistente numerazione piemontese, come VIII legislatura.
### Organizzazione amministrativa e militare
Dal punto di vista amministrativo, si ebbe l'estensione tramite la legge 20 marzo 1865, n. 2248 (cosiddetta Legge Lanza) al nuovo regno unitario, della suddivisione a livello amministrativo, in province, mandamenti, circondari e comuni del Regno di Sardegna, l'ordinamento del regno precedentemente definito dal decreto Rattazzi sul modello francese. Nel 1861 furono in tal modo definite 59 province. La provincia divenne un ente locale dotato di propria rappresentanza elettiva e di un'amministrazione autonoma con un collegio deliberante di durata quinquennale, il Consiglio provinciale, e un organo esecutivo-amministrativo di durata annuale, la Deputazione provinciale, eletta dal Consiglio ma presieduta e convocata dal governatore, poi prefetto, di nomina regia. I consiglieri si rinnovavano per un quinto ogni anno per sorteggio. Le prime elezioni provinciali furono celebrate il 15 gennaio 1860.
Inoltre con tale norma venne altresì estesa al Regno d'Italia l'organizzazione del vecchio esercito piemontese, introducendo l'obbligatorietà del servizio militare in Italia (peraltro già in uso presso altri stati italiani preunitari come il Regno delle Due Sicilie, ma al contrario di questo non riscattabile) della durata di 5 anni per tutti i giovani che avevano compiuto i 20 anni. Tale imposizione creerà notevole malcontento in molte zone del Mezzogiorno; essa è stata ritenuta da molti una delle cause che alimentarono il brigantaggio postunitario italiano.
### Sistema economico e monetario
La prima scelta in campo economico fu l'adozione di una moneta comune in tutto il nuovo regno. Ciò venne fatto estendendo il corso legale della lira del Regno di Sardegna a tutta la penisola, mediante l'entrata in vigore della legge Pepoli (legge 24 agosto 1862, n. 788) che stabilì la messa fuori corso di tutte le altre monete circolanti nei vari stati pre-unitari entro la fine dell'anno.
Essa definì la lira italiana moneta legale per i pagamenti, unità di conto della spesa, del risparmio e del credito, ed estese a tutto il territorio nazionale la normativa vigente nel Regno di Sardegna, che ne prevedeva il conio in modalità bimetallica sulla base di un rapporto fisso tra oro e argento pari a 1:15,5. L'estensione dell'uso della moneta sarda ai nuovi territori risulta evidente anche dal punto di vista numismatico: le nuove lire italiane sono uguali in tutto e per tutto alle precedenti lire sarde, salvo per la sostituzione della legenda.
La moneta di 1 lira da 5 g di argento al titolo 900/1000 corrispondeva a 0,29025 g d'oro fino oppure a 4,5 g d'argento fino (scesi a 4,459 nel 1863), cioè lo stesso valore della vecchia lira napoleonica e del contemporaneo franco francese, col quale la totale intercambiabilità permise la creazione dell'Unione monetaria latina e la libera circolazione di tale valuta, insieme al franco svizzero e al franco belga, sul territorio nazionale. Nel dicembre 1865, raggiunta l'omogeneizzazione della moneta nel regno, l'Italia assieme a Francia, Belgio, Italia e Svizzera formò l'Unione monetaria latina, i paesi si accordarono a scambiare le loro monete nazionali sullo standard di 4,5 g di argento o 0,290322 grammi di oro e a rendere queste monete intercambiabili liberamente.
Nel settore economico, i governi della destra storica rimossero le barriere doganali, assenti nel Piemonte ma esistenti nei territori degli altri regni preunitari, che proteggevano i loro mercato interno delle nascenti industrie locali dalla concorrenza esterna estendendo il liberismo a tutto il paese. Tale decisione contribuirà al declino delle iniziali industrie meridionali, in precedenza protette con politiche protezioniste dal governo borbonico e soccombenti nella competizione commerciale.
### Obbligo scolastico
Uno dei grossi problemi che il nuovo regno si trovò ad affrontare fu il diffuso analfabetismo esistente in molte delle regioni annesse al Piemonte, la nuova nazione contava una media del 78% di analfabeti con punte massime del 91% in Sardegna e del 90% in Calabria e Sicilia, bilanciata dai valori minimi del 57% in Piemonte e del 60% in Lombardia. Nello stesso periodo - 1850 - le percentuali di analfabeti in Europa erano del 10% in Svezia, del 20% in Prussia e Scozia, del 75% in Spagna e del 90% in Russia.
La Legge Casati, entrata in vigore nel 1860 nel Regno di Sardegna, venne estesa a tutto il Regno d'Italia introducendo l'obbligo dell'istruzione scolastica, almeno per il primo biennio gratuito per tutti. Questa legge affermava la decisione dello stato italiano di farsi carico del diritto-dovere di intervenire in materia scolastica sostituendosi in molte aree alla Chiesa cattolica che da secoli deteneva il monopolio dell'istruzione. Nel 1877 la Legge Coppino elevava l'obbligo scolastico a tre anni, portava a cinque anni le classi della scuola elementare, che rendeva gratuita, e soprattutto introduceva sanzioni, non previste nella Legge Casati, per chi disattendeva l'obbligo scolastico.
## Critiche
Tale politica attuata dal nuovo governo unitario trovò le critiche di alcuni parlamentari, Francesco Proto Carafa, duca di Maddaloni nonché eletto deputato di Casoria del nuovo regno, disse:
«Intere famiglie veggonsi accattar l’elemosina; diminuito, anzi annullato il commercio; serrati i privati opifici. E frattanto tutto si fa venir dal Piemonte, persino le cassette della posta, la carta per gli uffizi e per le pubbliche amministrazioni. Non vi ha faccenda nella quale un onest'uomo possa buscarsi alcun ducato che non si chiami un piemontese a sbrigarla. A' mercanti del Piemonte si danno le forniture più lucrose: burocrati di Piemonte occupano tutti i pubblici uffizi, gente spesso ben più corrotta degli antichi burocrati napoletani. Anche a fabbricar le ferrovie si mandano operai piemontesi i quali oltraggiosamente pagansi il doppio che i napoletani. A facchini della dogana, a camerieri, a birri vengono uomini del Piemonte. Questa è invasione non unione, non annessione! Questo è voler sfruttare la nostra terra di conquista. Il governo di Piemonte vuol trattare le provincie meridionali come il Cortéz ed il Pizarro facevano nel Perù e nel Messico, come gli inglesi nel regno del Bengala.»
### Storiografia revisionista
Esso è stato molto utilizzato all'interno del dibattito sul revisionismo meridionalista dalla seconda metà del Novecento. In tali circostanze si sottolineano gli aspetti negativi di tale politica in particolare sulle regioni meridionali, vista inoltre come origine della questione meridionale. La piemontesizzazione è stata inoltre spesso accostata, in questi ambiti revisionisti, ad un concetto di violenza culturale attraverso l'imposizione forzata di leggi e regolamenti mal digeriti da gran parte delle popolazioni meridionali.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Agust%C3%ADn_Fern%C3%A1ndez_Mu%C3%B1oz
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Agustín Fernández Muñoz
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# Agustín Fernández Muñoz
Don Agustin Fernando Muñoz y Sánchez, in spagnolo: Don Agustín Fernández Muñoz, I duca di Riánsares, I marchese di San Agustín, I duca di Montmorot, grande di Spagna e pari di Francia (Tarancón, 4 maggio 1808 – Sainte-Adresse, 11 settembre 1873), è stato un nobile e militare spagnolo, secondo marito (morganatico) di Maria Cristina di Borbone-Due Sicilie, regina reggente di Spagna.
## Biografia
### Infanzia
Muñoz nacque a Tarancón nella provincia di Cuenca nella Nuova Castiglia. Suo padre era concessionario di un estanco o ufficio per la vendita del tabacco del monopolio di Stato.
### Matrimonio con la Reggente di Spagna
Muñoz si arruolò nella guardia reale e richiamò l'attenzione della regina. Secondo una versione, si distinse fermando i cavalli imbizzarriti della sua carrozza; secondo un'altra versione, non fece altro che raccogliere il suo fazzoletto; è stata altresì fornita una terza e scandalosa spiegazione della sua fortuna. Quello che è certo è che la regina lo sposò privatamente, poco dopo la morte di suo marito Ferdinando VII il 29 settembre 1833.
Rendendo noto il proprio matrimonio, Maria Cristina avrebbe dovuto abbandonare la reggenza, ma le sue relazioni con Muñoz erano perfettamente conosciute da tutti. Quando il 13 agosto 1836 i soldati di turno al palazzo d'estate, La Granja, si ribellarono e obbligarono la reggente a concedere una costituzione, si diffuse l'idea, ancorché sbagliata, che essi vinsero la sua riluttanza sequestrando Muñoz, il quale veniva chiamato il suo guapo o fancy man, e minacciando di fucilarlo. Quando nel 1840 la regina trovò la propria posizione insostenibile e lasciò il paese, Muñoz fuggì con lei e il matrimonio fu pubblicato; dopo la cacciata di Baldomero Espartero nel 1843, la coppia tornò.
### Riconoscimento pubblico del matrimonio
Nel 1844, la regina Isabella II, che nel frattempo era stata riconosciuta in età di regnare, approvò il matrimonio della madre, che fu celebrato pubblicamente. Muñoz fu nominato duca di Riansares e Cavaliere dell'Ordine del Toson d'Oro. Da Luigi Filippo, re di Francia, fu fatto duca di Mont-Morot e gli fu attribuita la Gran croce della Legion d'Onore.
Fintantoché sua moglie non fu espulsa definitivamente dalla Spagna dai moti rivoluzionari del 1854, si racconta in modo credibile che il duca si era dedicato ad accumulare una fortuna considerevole tramite concessioni ferroviarie e giudiziose speculazioni in borsa. Non ebbe alcuna ambizione politica e si dice che avesse rifiutato persino la corona dell'Ecuador. Tutte le fonti concordano nel fatto che non era soltanto attraente, ma anche gentile ed educato. Morì cinque anni prima di sua moglie in esilio a Le Havre, l'11 settembre 1873.
## Discendenza
Il Duca Muñoz e Maria Cristina di Borbone-Due Sicilie ebbero diversi figli:
* Maria Amparo, I contessa di Vista Alegre (17 novembre 1834 - 19 agosto 1864) sposò il Principe Władysław Czartoryski (1828–1894)
* Maria de los Milagros, I marchesa di Castillejo (8 novembre 1835 - 9 luglio 1903) sposò Filippo Massimiliano Del Drago Biscia Gentili, II principe di Mazzano ed Antuni.
* Augustin, I duca di Tarancón (15 marzo 1837 - 15 luglio 1855)
* Fernando Muñoz, II duca di Riansares e Tarancón (27 aprile 1838 - 7 dicembre 1910) sposò Eladia Bernaldo de Quirós y Gonzalez de Cienfuegos (1839–1909).
* Maria Christina Muñoz, marchesa di La Isabella (19 April 1840 – 20 December 1921) sposò Jose Maria Bernaldo de Quirós y Gonzalez de Cienfuegos, marchesa de Campo Sagrado (1840–1911).
* Juan Muñoz, conte di Recuerdo (29 agosto 1844 - 2 aprile 1863)
* José Muñoz, conte di Gracia (21 dicembre 1843 - 17 dicembre 1863)
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https://it.wikipedia.org/wiki/Agreste_%28disambigua%29
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Agreste (disambigua)
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# Agreste (disambigua)
* Agreste – inerente a ciò che è rurale
* Agreste – area del Brasile
* Agreste – cognome italiano
* Adrien Agreste – personaggio della serie animata Miraculous - Le storie di Ladybug e Chat Noir
* Gabriel Agreste – personaggio della serie animata Miraculous - Le storie di Ladybug e Chat Noir
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https://it.wikipedia.org/wiki/Len%C3%ADn_Moreno
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Lenín Moreno
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# Lenín Moreno
Lenín Boltaire Moreno Garcés (Nuevo Rocafuerte, 19 marzo 1953) è un politico ecuadoriano, presidente dell'Ecuador dal 24 maggio 2017 per un mandato di 4 anni; in precedenza era stato vicepresidente del Paese dal 2007 al 2013 nel governo di Rafael Correa.
Candidato per Alianza País alle elezioni presidenziali del 2017, al primo turno ottiene il 39,36% dei voti, non sufficienti per essere eletto direttamente presidente, ed evitare il ballottaggio del 2 aprile 2017 con il banchiere conservatore Guillermo Lasso, che riesce comunque a sconfiggere con il 51,16% dei consensi ed essere eletto presidente.
## Biografia
Moreno nacque nel 1953 a Nuevo Rocafuerte, nel cantone di Aguarico, nell'Amazzonia ecuadoriana al confine con il Perù. I suoi genitori decisero di dargli i nomi dei loro autori preferiti: Lenin fu la scelta paterna e Voltaire (poi divenuto "Boltaire" all'ufficio anagrafe) quella materna.
Inizialmente intraprese l'attività dei genitori, professori di scuola secondaria, prima di aprire un'impresa che promuoveva il turismo in Ecuador, divenendo anche il primo presidente esecutivo della Federazione Nazionale della Camera di turismo. Nel 1998 perse l'uso delle gambe, quando durante una rapina l'assalitore gli sparò alla schiena. Dopo una lunga convalescenza e aver pubblicato una decina di libri, divenne Direttore Nazionale delle invalidità dal 2001 al 2004.
### Carriera politica
**Vicepresidente dell'Ecuador**
Nel 2006 viene eletto vicepresidente, incarico che assumerà nell'anno successivo, e fino al 2013; in quegli anni avrà un occhio di attenzione alle persone disabili, promuovendo una pensione mensile (chiamato bono) a seconda del grado di invalidità. Grazie alla sua azione è stato quintuplicato il budget per l'assistenza dei disabili.
Ha anche fondato la Misión Solidaria Manuela Espejo che offre riabilitazione, aiuto tecnico e supporto psicologico a migliaia di ecuadoriani disabili. Tra il 2009 e il 2010 la Misión ha visitato oltre 1,2 milioni di case in tutto il paese intervistando quasi 300.000 persone disabili per scoprire quali esigenze siano più pressanti. Molte di quelle persone hanno ricevuto controlli medici gratuiti. Attualmente la Misión si sta diffondendo in Paraguay, Perù, Guatemala, Cile, El Salvador e Colombia.
Nel 2012 viene nominato per il Premio Nobel per la Pace.
**Inviato speciale all'ONU**
Dopo la vicepresidenza, nel dicembre 2013 viene nominato inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite sulla disabilità e l'accessibilità, andando a vivere, nell'aprile del 2014, a Ginevra, in Svizzera.
**Presidente dell'Ecuador**
**Candidato alle elezioni**
Dal 2015, da quando il presidente Correa rifiutò una nuova candidatura, Moreno venne menzionato come possibile candidato alla presidenza per il partito di governo Alianza PAIS, risultando il personaggio politico maggiormente accettato nelle file del centrosinistra durante la fase pre-elettorale. Nel 2016 Moreno, nonostante continuasse a vivere a Ginevra per via del suo incarico all'ONU, incominciò a essere maggiormente presente alle riunioni del partito di governo.
Rientrato in Ecuador il 27 settembre, il 1º ottobre, al Convegno Nazionale Alianza PAIS, viene candidato ufficialmente per le elezioni presidenziali in Ecuador del 2017, con Jorge Glas candidato alla vicepresidenza, incarico che già ricopriva come vice di Correa dal 2013. Moreno lascia quindi l'incarico di inviato speciale delle Nazioni Unite e rientra in patria accettando la candidatura.
**Presidente dell'Ecuador**
**Elezioni presidenziali del 2017**
Il 19 febbraio 2017 Moreno vince al primo turno con il 39,36% dei voti, ma non riesce, per poco, a essere eletto direttamente, in quanto secondo la legge elettorale ecuadoriana, un candidato vince al primo turno se ottiene almeno il 40% dei voti distanziando il secondo di almeno 10 punti in percentuale. Il 2 aprile 2017 va al ballottaggio contro l'ex presidente del Banco di Guayaquil, il conservatore Guillermo Lasso.
La mattina del 3 aprile, secondo i dati del Consejo Nacional Electoral (CNE), è virtualmente il nuovo presidente dell'Ecuador, avendo ottenuto il 51,15% dei voti contro il 48,85% di Lasso, con il 99% delle schede già scrutinate. Lasso, come già avvenuto al primo turno, impugna il risultato chiedendo il riconteggio dei voti, che tra l'altro, incrementerà i voti di Moreno a scapito di quelli di Lasso. Il 18 aprile, il CNE annuncia ufficialmente la vittoria di Moreno con il 51,16% dei voti.
È entrato nel pieno delle sue funzioni, succedendo a Correa, il 24 maggio 2017.
## Mandato presidenziale e conflitti con Correa
Nonostante fosse stato eletto dallo stesso partito di Correa (Alianza Pais) e sostenuto da quest'ultimo durante la campagna presidenziale, fin dal suo insediamento iniziarono i disallineamenti rispetto al politica del suo predecessore e al programma con il quale aveva vinto le elezioni. Aprì il dialogo con la destra, optando per una politica conservatrice e di libero scambio. Poco dopo l'inizio del suo mandato ha destituito il vicepresidente, già vice di Correa, Jorge Glas, per un'accusa di corruzione nel caso della compagnia Odebrecht. A fine 2017 Glas venne arrestato e condannato a sei anni; inoltre, all'inizio del 2018, vista la grande popolarità di Correa, Moreno istituì un referendum che tra le altre cose impediva all'ex presidente di poter ricandidarsi nuovamente a future elezioni politiche. Rimossi gli ex correisti dagli incarichi più importanti e nominato al loro posto uomini più conservatori, come Richard Martínez, ha accusato Correa per il suo presunto coinvolgimento nel sequestro, in territorio colombiano, dell'ex oppositore politico di Correa Fernando Balda, chiedendone l'estradizione al Belgio, paese patria della moglie e nel quale Correa vive.
Il governo di Lenin Moreno ha adottato una politica neoliberistica: riduzione della spesa pubblica, liberalizzazione del commercio, precarizzazione del lavoro etc. La legge sullo sviluppo produttivo sancisce una politica di austerità e riduce le politiche di sviluppo e ridistribuzione del precedente mandato. Nel settore fiscale, le autorità mirano a "incoraggiare il ritorno degli investitori" concedendo un'amnistia ai truffatori e proponendo misure di riduzione delle aliquote fiscali per le grandi imprese. Inoltre, il governo rinuncia al diritto di tassare gli aumenti dei prezzi delle materie prime e i rimpatri in valuta estera.
Per quanto riguarda la spesa pubblica, lo Stato non può più aumentare la spesa pubblica di oltre il 3% all'anno e limita i disavanzi di bilancio al rimborso degli interessi sul debito. Gli investimenti sono così notevolmente ridotti, mentre le privatizzazioni sono agevolate da sovvenzioni garantite per diversi anni. Il governo adotta il sistema internazionale di arbitrato delle controversie per tutti gli investimenti stranieri, in violazione della Costituzione. Il primo articolo della legge organica sulla tutela dei diritti dei lavoratori è stato soppresso: ha permesso alle autorità di perseguire i proprietari di aziende che hanno danneggiato gli interessi dei loro dipendenti nascondendo le risorse o svuotando le officine delle loro macchine.
Lenin Moreno ha annunciato nel febbraio 2019 di aver ottenuto un prestito di oltre 10 miliardi di dollari dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) e dalla Banca Mondiale, con il quale il governo precedente aveva interrotto, "a tassi inferiori al 5% in media e per periodi fino a 30 anni".
Nell'aprile del 2019 Moreno revoca la richiesta di asilo politico del fondatore di WikiLeaks Julian Assange, rinchiuso e protetto dal 2012 nel'ambasciata ecudadoriana a Londra, con l'accusa da parte delle autorità svedesi di abusi sessuali in Svezia, poi decaduta, ma soprattutto per quella di spionaggio proveniente dagli Stati Uniti che ne hanno richiesto l'estradizione alla Gran Bretagna. La motivazione di Moreno nel ritirare la protezione diplomatica ad Assange e lasciarlo arrestare da Scotland Yard dentro la sede diplomatica ecuadoriana è stata quella di "condotta irrispettosa e aggressiva" e per aver violato le condotte internazionali e il protocollo di sicurezza. Dopo l'arresto di Assange da parte delle autorità britanniche, Correa, dal Belgio, ha definito il suo ex compagno di partito "un corrotto, il più grande traditore della storia dell'Ecuador e dell'America Latina".
### Azioni Intraprese Durante la Pandemia da COVID-19
Dopo che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato, l'11 marzo 2020, la COVID-19 come una pandemia globale, il governo ecuadoriano ha dichiarato lo stato di emergenza in tutto il paese per prevenire la diffusione del virus. Di conseguenza, sono state attuate alcune misure preventive, tra cui l'isolamento domiciliare per i viaggiatori provenienti da paesi con elevati numeri di casi segnalati, il potenziamento delle misure di controllo, restrizioni per eventi di massa, rafforzamento delle precauzioni di biosicurezza per gli operatori sanitari, utilizzo di piattaforme tecnologiche nella telemedicina, nell'istruzione online e nel telelavoro, e il divieto di esportare mascherine, saponi e gel disinfettanti. Successivamente, il 16 marzo è stato decretato lo stato di eccezione al fine di contenere la diffusione del coronavirus (COVID-19), situazione che è perdurata fino a settembre.
### Crisi Sanitaria Durante la Pandemia COVID-19
La crisi nel sistema sanitario dell'Ecuador durante la pandemia da coronavirus è stata aggravata dalla mancanza di investimenti nell'infrastruttura ospedaliera e dalla riduzione delle spese pubbliche per la salute negli anni precedenti. Nel 2019, 10.000 professionisti del settore pubblico sono stati licenziati, la maggior parte dei quali operatori sanitari, come parte delle misure di austerità imposte da Lenin Moreno e raccomandate dal Fondo Monetario Internazionale. Queste misure hanno privilegiato il pagamento del debito estero a scapito del potenziamento dei servizi sanitari. La mancanza di attrezzature adeguate, compresa l'inefficienza di dispositivi medici essenziali, ha compromesso la capacità di risposta alla pandemia. Queste carenze nel sistema sanitario hanno reso la popolazione vulnerabile e hanno portato a una situazione critica, con morti che si accumulavano per le strade, evidenziando la gravità della crisi in Ecuador.
La crisi nel sistema sanitario dell'Ecuador durante la pandemia da coronavirus si è manifestata in modo allarmante. La provincia di Guayas, con Guayaquil come città più colpita, ha registrato 1.937 casi, rappresentando il 70% del totale nazionale di 2.748 casi. La BBC ha riferito che Guayaquil ha avuto più morti per covid-19 di alcuni interi paesi. Inoltre, il numero di decessi nel paese è salito a 93. Il sistema sanitario si è rivelato insufficiente per far fronte alla crescente domanda, risultando nella situazione in cui i corpi dei defunti sono stati lasciati per strada a causa della mancanza di risposta e capacità del sistema.
In quel periodo, a Guayaquil, i video e le testimonianze dei cadaveri abbandonati per le strade riflettevano la critica situazione attraverso cui la città stava passando. Molte agenzie funebri hanno smesso di operare per paura di contrarre il virus, causando ritardi nella rimozione dei corpi. Si stimava che alcuni di questi decessi non fossero legati al coronavirus, ma a causa della mancanza di esami medici, le cause della morte non potevano essere confermate. La scarsità di risorse nelle aree più popolari ha portato alla realizzazione di funerali a domicilio, e molte famiglie hanno dovuto aspettare più di tre giorni per la rimozione dei corpi.
**Nepotismo e Gestione Irregolare dei Vaccini Covid-19**
Il Ministro della Salute Juan Carlos Zevallos ha suscitato polemiche prioritizzando la vaccinazione dei suoi parenti contro il COVID-19 anziché concentrarsi sui gruppi prioritari. Ciò è avvenuto mentre l'Ecuador affrontava una grave emergenza nazionale con migliaia di morti a causa della pandemia, e i cadaveri si accumulavano per le strade di Guayaquil. Si è scoperto che le dosi destinate ai pazienti COVID-19 sono state dirottate per vaccinare i familiari di Zevallos presso centri privati. Nonostante le lamentele e le richieste di dimissioni, Zevallos ha ricevuto un forte sostegno dal Presidente Lenín Moreno. Tuttavia, a seguito della pressione dell'Assemblea Nazionale, ha alla fine rassegnato le dimissioni dalla sua carica.
La Procura Generale ha richiesto misure precauzionali per impedire a Zevallos di lasciare il paese. Nonostante queste misure, è emerso che Zevallos avrebbe presumibilmente cercato di fuggire a Miami.
### Misure di Sicurezza
Dal momento in cui Lenín Moreno ha assunto la presidenza, l'Ecuador ha sperimentato un forte aumento dell'insicurezza, poiché il tasso di omicidi è passato da 5,6 su 100.000 abitanti nel 2017 a 20 su 100.000 nel 2022. Secondo l'esperto di sicurezza Fernando Carrión, questa situazione è il risultato delle decisioni prese dal governo di Moreno: "Il ministero della Giustizia, che gestiva le carceri, e il ministero coordinatore della Sicurezza, nonché il ministero dell'Interno, che si occupava della sicurezza, sono stati eliminati, insieme al Consiglio Nazionale per il Controllo delle Sostanze Stupefacenti e Psicotrope. Tutto ciò è stato riunito in un unico ministero chiamato Ministero dell'Interno e le risorse di bilancio sono state notevolmente ridotte". A causa di queste misure, l'Ecuador è passato dal secondo paese più sicuro della regione a uno dei più violenti e pericolosi dell'America Latina nel 2023. Paco Moncayo, all'epoca ministro della sicurezza del presidente Guillermo Lasso, avrebbe dichiarato: "Moreno ha smantellato il sistema di sicurezza del paese".
A causa dei tagli di Lenin Moreno, dell'eliminazione di ministeri e ministeri coordinatori responsabili della sicurezza e dei licenziamenti di dipendenti pubblici, tra cui coloro che si occupavano del controllo del sistema penitenziario, nel 2021 si è verificata una delle rivolte più sanguinose nella storia dell'Ecuador nelle carceri di questo paese, la cosiddetta Massacro carceraria dell'Ecuador del 23 febbraio 2021.
### Crisi Penitenziaria
La rivolta dei detenuti in Ecuador, che ha causato almeno 116 morti, ha aggravato la crisi penitenziaria nel paese. Durante quel periodo si sono verificate tre stragi nelle carceri, con un totale di quasi 305 morti. L'Ecuador disponeva di 65 carceri e di una capacità ufficiale di 30.000 persone, ma la popolazione carceraria superava queste cifre, raggiungendo circa 39.000 individui, di cui il 50% non era stato condannato. C'era carenza di guardie carcerarie interne, con soli 1.500 in tutto il paese e la necessità di altre 3.000 secondo gli esperti. Le principali prigioni si trovavano a Latacunga, Cuenca e Guayaquil, quest'ultima ospitava un grande complesso carcerario con un terzo dei detenuti del paese. La crisi penitenziaria era aggravata dalla violenza generata da bande legate al narcotraffico internazionale, principalmente provenienti dal Messico e dalla Colombia, che lottavano per il potere sia all'interno che all'esterno delle carceri. Queste bande operavano dalle prigioni come "comandi centrali criminali". Circa un terzo dei detenuti aveva legami con il narcotraffico. Sono avvenute rivolte simultanee in quattro carceri nel febbraio, con un bilancio di 79 detenuti morti. Le autorità hanno cercato di riprendere il controllo delle carceri con l'aiuto delle forze militari.
## Accuse di corruzione
Caso "Ina Papers". Si tratta di uno scandalo di corruzione in cui presunti suborni o "retrocessioni", oltre a riciclaggio di denaro per un ammontare di 76 milioni di dollari, sarebbero stati gestiti, coinvolgendo Lenín Moreno e la sua famiglia in relazione a un'azienda offshore chiamata Ina Investment Corporation. Secondo l'indagine, questa società sarebbe stata fondata dal fratello di Moreno, Edwin Moreno, a Belize, un paradiso fiscale noto per i suoi vantaggi fiscali per le aziende straniere.
Secondo le informazioni pubblicate su inapapers.org, il nome "Ina" sarebbe un acronimo formato dalle ultime tre lettere dei nomi delle figlie di Lenín Moreno: Karina, Cristina e Irina. Inoltre, l'indagine ha collegato Xavier Macías Carmigniani e María Auxiliadora Patiño, amici stretti di Moreno e di sua moglie Rocío González, all'azienda offshore.
È stato scoperto che Ina Investment Corporation ha effettuato varie transazioni, come l'acquisto di mobili in Svizzera e l'acquisizione di un appartamento in Spagna. Le fatture sono state emesse a nome di Edwin Moreno e María Auxiliadora Patiño. Sono stati identificati anche due indirizzi associati alle transazioni: uno corrisponde alla casa di Xavier Macías Carmigniani a Guayaquil e l'altro è legato alla compagnia petrolifera Sertecpet, di proprietà di Eduardo López, amico dei fratelli Moreno Garcés.
Il caso "Ina Papers" ha generato importanti ripercussioni politiche e instabilità sociale in Ecuador, portando a richieste di indagini e comparizioni davanti all'Assemblea Nazionale e all'Ufficio del Procuratore Generale dello Stato ecuadoriano. Come risultato dell'indagine, sono state presentate accuse di corruzione contro Lenín Moreno, sua moglie Rocío González, sua figlia Irina, i suoi fratelli Edwin e Guillermo, oltre a altre 36 persone.
Nel febbraio 2023, la Procuratrice Generale dello Stato, Diana Salazar, ha riferito che il caso "Ina Papers" si era ampliato e che informazioni rilevanti erano state ottenute dal Panama attraverso l'assistenza legale internazionale. Successivamente, nel marzo 2023, le accuse sono state formalmente presentate in un'udienza, in cui l'accusa ha richiesto la detenzione preventiva dei sospettati, citando il rischio di fuga. Tuttavia, il giudice ha deciso di applicare misure cautelari meno restrittive, come comparizioni periodiche davanti alla Corte Nazionale di Giustizia e un divieto di viaggio.
Nell'aprile 2023, l'accusa ha richiesto la detenzione preventiva per Lenín Moreno, Rocío González, Irina Moreno e altre sette persone coinvolte nel caso. È stato riferito che dieci delle persone coinvolte, inclusi Moreno, non hanno rispettato le comparizioni periodiche davanti al tribunale, portando a una richiesta di notifica all'Interpol per la loro localizzazione e arresto.
Il caso "Ina Papers" o "Sinohydro" continua a svilupparsi e si prevede che ulteriori indagini e procedimenti legali faranno luce sulle presunte attività di corruzione e tangenti che coinvolgono Lenín Moreno e la sua famiglia. Queste accuse hanno avuto un impatto significativo sulla sfera politica e sociale dell'Ecuador, sollevando questioni sulla trasparenza e sull'etica nell'esercizio del potere.
### Accusato Moreno di furto al Museo Presidenziale
L'ex presidente ecuadoriano Lenín Moreno è stato accusato di furto a causa della perdita di pezzi dal Museo Presidenziale. Secondo i membri dell'Assemblea ecuadoriana, quando Lenín Moreno ha lasciato l'incarico, nel museo situato nel palazzo del governo erano rimasti solo 7.000 pezzi su un totale originario di 11.200. La deputata dell'Assemblea ecuadoriana, Pamela Aguirre, ha esortato il procuratore generale a indagare sul caso e a non lasciare che le accuse cadano nel dimenticatoio. Il valore stimato dei pezzi mancanti dal museo supera i 2 milioni di dollari e include oggetti ricevuti come regali da leader stranieri all'Ecuador, oltre ad altri oggetti storici provenienti dal paese.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Re_Art%C3%B9
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Re Artù
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# Re Artù
«HIC IACET ARTHURUS REX QUONDAM REXQUE FUTURUS»
«Qui giace Artù, re una volta e re in eterno»
(Iscrizione tombale di re Artù da La morte di Artù, libro XXI)
Re Artù (noto anche come Artù Pendragon. In gallese: Brenin Arthur; in cornico: Arthur Gernow; in bretone: Roue Arzhur; in inglese: King Arthur; in Latino: Rex Arturus) è un leggendario condottiero britannico che, secondo le storie e i romanzi medievali, difese la Gran Bretagna dalle invasioni degli Anglosassoni tra la fine del V secolo e l'inizio del VI. I dettagli della vita di Artù sono principalmente frutto di folclore e invenzione letteraria, e la sua esistenza storica è discussa e contestata dagli storici moderni. Lo sfondo storico delle vicende relative ad Artù è descritto in varie fonti, tra cui gli Annales Cambriae, la Historia Brittonum e gli scritti di Gildas di Rhuys. Nelle citazioni più antiche che lo riguardano e nei testi in gallese non viene mai definito re, ma dux bellorum (lett. "condottiero delle guerre"). Antichi testi altomedievali in gallese lo chiamano ameraudur (lett. "imperatore"), prendendo il termine dal latino, ma con un significato che potrebbe anche essere quello di "signore della guerra". Il nome di Artù si ritrova anche nelle più antiche fonti poetiche come il poema Y Gododdin.
Artù è una figura centrale nelle leggende che costituiscono la materia di Bretagna (anche ciclo bretone o ciclo arturiano), dove appare come la figura del monarca ideale sia in pace sia in guerra, che vive in un regno metà reale e metà incantato (un regno pieno di creature magiche, maghi e incantesimi, armi incantate e grandi avventure) con capitale la sua grande fortezza di Camelot. Queste caratteristiche lo resero uno dei più famosi personaggi dell'immaginario medievale (sebbene Artù sia un personaggio che vive nel periodo della Tarda antichità) e della storia. Oggi Artù e il suo mondo si possono considerare i precursori di tutti i protagonisti e luoghi fantastici che sono legati alla letteratura fantasy.
Il leggendario Artù si è sviluppato come una figura di interesse internazionale in gran parte grazie alla popolarità della fantasiosa e immaginaria Historia Regum Britanniae (storia dei re della Gran Bretagna) del XII secolo scritta da Goffredo di Monmouth. In alcuni racconti e poesie gallesi e bretoni che per prime descrivono queste storie, Artù appare come un grande guerriero che difende la Gran Bretagna da nemici umani e soprannaturali o come una figura magica del folklore, talvolta associata a Annwn, l'oltretomba della mitologia gallese. Non si sa quanto l'Historia di Goffredo (completata nel 1138) sia stata ispirata da tali precedenti fonti o non sia piuttosto frutto dell'invenzione dell'autore stesso.
Anche se i temi, gli eventi e i personaggi della leggenda arturiana variano considerevolmente da testo a testo e non esiste una versione canonica, quella proposta da Goffredo viene spesso considerata come punto di partenza per i successivi racconti. Goffredo descrisse Artù come un re di Gran Bretagna che sconfisse i Sassoni e fondò un impero in Gran Bretagna, Irlanda, Islanda, Norvegia e Gallia.
Molti elementi e personaggi che ora sono parte integrante della storia di Artù figurano già nella storia di Goffredo, tra cui il padre Uther Pendragon, lo zio Ambrosio Aureliano, il mago Merlino, la moglie di Artù Ginevra, la spada Excalibur, il concepimento di Artù nel castello di Tintagel, la sua ultima battaglia contro Mordred a Camlann e il riposo finale ad Avalon. Lo scrittore francese Chrétien de Troyes del XII secolo, che aggiunse alla storia il personaggio di Lancillotto e il Santo Graal, fu colui che diede inizio al genere del romanzo arturiano che divenne un importante filone della letteratura medievale. L'opera culminante di questo filone (e anche quella che è entrata in maniera più integrale nel pubblico di massa) è la Morte di Artù di Thomas Malory del XV secolo, che oltre ad avere molti elementi in comune con le opere di Goffredo e Chrétien, contiene anche una figura estremamente più cortese e grandiosa di Artù, che viene infatti presentato non solo come un re britannico, ma anche come un potente Imperatore romano (a sottolineare la sua discendenza con la nobiltà romana).
Nei racconti francesi, l'attenzione narrativa si sposta frequentemente da re Artù verso altri personaggi, come gli altri cavalieri della Tavola Rotonda. La letteratura arturiana prosperò nel corso del Medioevo ma poi andò decadendo nei secoli successivi, fino a quando non conobbe una forte rinascita a partire dal XIX secolo. Nel XXI secolo, la leggenda continua a vivere, non solo nella letteratura ma anche in adattamenti per teatro, film, televisione, fumetti e altro.
## Discussione sulla storicità
Da tempo gli studiosi discutono circa la storicità della leggenda di re Artù. Una scuola di pensiero, che cita alcune parti della Historia Brittonum e degli Annales Cambriae, vede il re come una vera figura storica, un condottiero romano-britannico che avrebbe combattuto contro gli invasori anglo-sassoni tra la fine del V secolo e gli inizi del VI. La Historia Brittonum, una compilazione storica scritta in latino nel IX secolo attribuita in alcuni manoscritti tardivi a un chierico gallese chiamato Nennius, contiene la prima menzione databile di re Artù ed elenca dodici battaglie a cui egli prese parte. Queste culminarono nella battaglia del Monte Badon (in latino tardo: "Pugna apud Mons Bedonicus"), dove si racconta che da solo riuscì a uccidere 960 nemici. Studi recenti, tuttavia, si interrogano sull'affidabilità della stessa Historia Brittonum.
L'altro testo che sembra sostenere la teoria favorevole all'esistenza storica di Artù è l'Annales Cambriae del X secolo, il quale anch'esso correla Artù alla battaglia del Monte Badon. Gli Annales datano questa battaglia tra il 516 e il 518 e menzionano anche la battaglia di Camlann, in cui Artù e Mordred vennero entrambi uccisi, collocandola tra il 537 e il 539. Questi dettagli sono stati spesso utilizzati per rafforzare la fiducia riguardo l'Historia e per confermare che Artù avesse combattuto realmente a Badon. Tuttavia sono emersi dei problemi nell'utilizzare questa fonte a sostegno della storicità dell'Historia Brittonum. L'ultima ricerca dimostra che gli Annales Cambriae si basavano su una cronaca incominciata alla fine dell'VIII secolo in Galles. Inoltre, la complessa storia testuale degli Annales Cambriae esclude con ogni certezza che gli annali arturiani siano stati aggiunti a essa prima. Vennero probabilmente aggiunti durante il X secolo e potrebbero non essere esistiti in una precedente raccolta di annali. La parte sulla battaglia di Badon probabilmente deriva dalla Historia Brittonum.
Questa mancanza di convincenti testimonianze precoci è il motivo per cui molti storici escludono Artù dai loro resoconti della Britannia postromana. Secondo lo storico Thomas Charles-Edwards, "a questo punto dell'inchiesta si può solo dire che ci sia stato un Artù storico [ma ...] gli storici non possono dire ancora nulla di valevole su di lui". Queste moderne ammissioni dell'ignoranza sono una tendenza relativamente recente; le generazioni precedenti di storici furono meno scettiche. Ad esempio, lo storico John Morris ha fatto del presunto regno di Artù la base organizzativa della sua storia The Age of Arthur (1973) che racconta la Gran Bretagna e l'Irlanda postromana. Tuttavia, anche così, egli ebbe poco da dire sull'Artù storico.
Parzialmente in reazione a tali teorie, emerse un'altra scuola di pensiero che sosteneva che non vi fosse alcuna esistenza storica di Artù. L'Age of Arthur di Morris spinse l'archeologo Nowell Myres a osservare che "nessuna figura posta sul confine tra la storia e la mitologia ha fatto sprecare più tempo agli storici". Il sermone De Excidio Britanniae ("Sulla rovina della Britannia") del VI secolo di Gildas di Rhuys, scritta nel vivo ricordo degli eventi della Montagna di Badon, parla della battaglia ma non menziona Artù. Non appare, inoltre, alcuna menzione di re Artù nemmeno nella cronaca anglosassone o in qualsiasi manoscritto sopravvissuto scritto tra il 400 e l'820. Egli è assente anche dalla Historia ecclesiastica gentis Anglorum di Beda il Venerabile, risalente ai primi anni del VIII secolo, un'altra importante antica fonte per la storia postromana che ricorda la battaglia della Montagna di Badon. Lo storico David Dumville ha scritto: "Penso che possiamo disporre di lui [Artù] abbastanza brevemente: deve il suo posto nei nostri libri di storia grazie alla scuola di pensiero 'non fumo senza fuoco'... Il fatto della questione è che non vi sono testimonianze storiche su Artù e pertanto dobbiamo rifiutarlo dalle nostre storie e, soprattutto, dai titoli dei nostri libri".
Alcuni studiosi sostengono che Artù fosse originariamente un eroe fittizio del folklore, o addirittura una divinità celtica parzialmente dimenticata, a cui successivamente vennero associati fatti reali nel lontano passato. Questi citano a titolo di esempio paralleli con altri personaggi mitologici che poi vennero storicizzati come Hengest del Kent, un leggendario sovrano. Beda il Venerabile attribuì a queste leggendarie figure un ruolo storico nella conquista anglosassone del VI secolo della Gran Bretagna orientale. Non è nemmeno certo che Artù fosse considerato un re nei primi testi. Né la Historia né gli Annales lo chiamano con l'appellativo "rex": il primo lo chiama invece "dux bellorum" (condottiero delle battaglie) e "miles" (soldato).
I documenti storici relativi al periodo postromano sono scarsi, per cui una risposta definitiva alla questione dell'esistenza storica di Artù è improbabile. A partire dal XII secolo sono stati identificati siti e luoghi come "Arturiani",, ma sono carenti di prove archeologiche certe. La cosiddetta "pietra di Artù", scoperta nel 1998 tra le rovine del castello di Tintagel in Cornovaglia in un sicuro contesto archeologico del VI secolo, ha creato un breve fervore ma in seguito ad approfondimenti essa si è dimostrata irrilevante. Altre testimonianze inscritte riguardanti Artù, tra cui la presunta tomba presso l'Abbazia di Glastonbury, sono contaminate da possibili falsificazioni. Sebbene siano state proposte diverse figure storiche riconducibili ad Artù, non sono mai emerse prove convincenti a favore di queste identificazioni. Queste spaziano da Lucio Artorio Casto, condottiero romano che prestò servizio in Britannia tra il II e il III secolo, a imperatori romani usurpatori come Magno Massimo o governatori romani-britannici come Riotamo, Ambrosio Aureliano, Owain Ddantgwyn, e Athrwys ap Meurig
## Origini del nome
L'origine del nome Artù resta una questione di dibattito. Alcuni sostengono che derivi dal romano "nomen gentile" (nome di gens romana) "Artorius" di etimologia oscura e contestata (ma forse di origine messapica o etrusca). Alcuni studiosi hanno suggerito che è rilevante per questo dibattito che il nome del leggendario re Artù appare solo come 'Arthur', o 'Arturus', nei primi testi latini arturiani, mai come Artorius (anche se si dovrebbe notare che il latino classico 'Artorius' divenne 'Arturius' in alcuni dialetti volgari latini). Tuttavia, questo non ci può dire nulla circa l'origine del nome Arthur, dato che 'Artorius' sarebbe diventato regolarmente Art(h)ur quando prese in prestito dal gallese. Un'altra possibilità è che sia derivato da un patronimico britannico * Arto-rig-IO (la cui radice, * Arto-rig-"Re orso" si trova nel vecchio nome personale irlandese Art-ri) tramite la forma latinizzata Artorius. Meno probabile è la derivazione comunemente proposta dal gallese arth "orso" + (g) wr "uomo" (in precedenza * Arto-uiros in britannico): ci sono delle difficoltà fonologiche con questa teoria in particolare che un nome composto britannico Arto-uiros dovrebbe dare un vecchio gallese * 'Artgur' e un medio o moderno gallese * Arthwr e non Arthur (nella poesia gallese il nome è sempre scritto Arthur ed è esclusivamente in rima con parole che terminano in-ur, mai con le parole che terminano in-wr - il che conferma che il secondo elemento non può essere [g] wr "uomo"). Una teoria alternativa, che ha guadagnato solo un'accettazione limitata tra gli studiosi professionisti, fa derivare il nome da Arctūrus, la stella più luminosa della costellazione di Boote, vicino all'Orsa Maggiore o Grande Orso. Il latino classico Arcturus sarebbe anche diventato Art (h) ur quando mutuata dal Galles, e la sua luminosità e posizione nel cielo ha portato le persone a considerarlo come il "guardiano dell'orso" (che è il significato del nome in greco antico) e come il "capo" delle altre stelle nella costellazione di Boote. Un nome simile è "Artùr" in vecchio irlandese, che si pensa direttamente da un precedente "Artur", nome in vecchio gallese o cumbrico.
## Tradizioni letterarie medievali
Il creatore di Artù come personaggio letterario fu Goffredo di Monmouth grazie alla sua opera pseudo-storica Historia Regum Britanniae (Storia dei re di Britannia), scritta intorno al 1136. Le fonti testuali relative ad Artù vengono solitamente divise tra quelle scritte antecedentemente all'opera di Goffredo (note come testi pre-Galfridiani, dalla forma latina di Goffredo, Galfridus) e quelle scritte successivamente, che non poterono evitare la sua influenza (testi Galfridiani o post-Galfridiani).
### Tradizioni pre-Galfridiane
I primi riferimenti letterari ad Artù provengono da fonti gallesi e dei bretoni. Vi sono stati pochi tentativi di definire la natura e il carattere di Artù nella tradizione pre-Galfridiana nel suo complesso, piuttosto che inquadrarlo in un solo testo o in una sola storia. Uno studio accademico del 2007 ha tentato di identificare tre filoni chiave per la rappresentazione di Artù in queste antiche fonti. Il primo lo vede come un guerriero senza pari che servì come protettore della Gran Bretagna da tutte le minacce interne ed esterne. Alcune di queste minacce sono di natura umana, come i sassoni che avrebbe combattuto secondo la Historia Brittonum, ma la maggior parte di esse è soprannaturale, inclusi giganteschi gatti, cinghiali diabolici, draghi, cinocefali, giganti e streghe. Nel secondo filone l'Artù pre-Galfridiano è una figura del folklore (in particolare il folklore topografico o onomastico) e dei racconti locali magici, un condottiero di un gruppo di eroi sovrumani che vivono in un paesaggio selvaggio. Il terzo e ultimo filone prevede una stretta connessione tra il primo Artù e l'Annwn, ovvero l'oltretomba nella mitologia gallese. Da un lato, egli lancia assalti alle fortezze dell'altro mondo alla ricerca del tesoro e libera i prigionieri, dall'altro, nelle prime fonti, il suo gruppo include antiche divinità pagane e sua moglie e i suoi beni hanno chiaramente origine dall'oltretomba.
Uno dei più famosi riferimenti poetici gallesi ad Artù è la collezione di elegie nota come Y Gododdin, attribuita al bardo del VI secolo Aneirin. Uno dei componimenti loda il coraggio di un guerriero che uccise 300 nemici, ma dice che nonostante questo "non era Artù", cioè che la sua impresa non poteva essere confrontata con il valore di Artù. Y Gododdin è conosciuto solo grazie a un manoscritto del XIII secolo, quindi è impossibile determinare se questo passaggio sia originale o un'interpolazione successiva. Le teorie che fanno risalire questo passaggio a una versione del VII o precedente sono ritenute non dimostrabili e spesso viene proposto il periodo tra il IX e il X secolo come datazione più plausibile. Numerose poesie attribuite a Taliesin, un poeta che sarebbe vissuto nel VI secolo, si riferiscono anch'esse ad Artù, anche se queste probabilmente in realtà risalgono all'arco temporale che va dall'VIII al XII secolo. Esse comprendono "Kadeir Teyrnon" ("La Presidenza del Principe"), che fa riferimento ad "Artù il Benedetto"; "Preiddeu Annwn", che racconta un viaggio di Artù nell'oltretomba; all'altro mondo; e "Marwnat vthyr pen[dragon]", in cui viene descritto il valore di Artù e suggerisce un rapporto padre-figlio tra Artù e Uther Pendragon precedendo Goffredo di Monmouth.
Altri antichi scritti Gallesi relativi ad Artù includono una poesia trovata nel Libro nero di Carmarthen, "Pa gur yv y porthaur?" ("Quale uomo è il guardiano?"). Questa prende la forma di un dialogo tra Artù e il guardiano di una fortezza in cui intende entrare dove il primo racconta le azioni proprie e dei suoi uomini, in particolare di Cei (Kay) e Bedwire (Bedivere). Il racconto medievale in prosa gallese Culhwch e Olwen (1100 circa), incluso nella più moderna collezione Mabinogion, presenta una lista molto più lunga di uomini al seguito di Artù, composta da più di 200 nomi, anche se Cei e Bedwyr vantano nuovamente una posizione centrale. Nel suo complesso la storia racconta di Artù che aiuta il cugino Culhwch a ottenere la mano di Olwen, figlia del gigante Ysbaddaden Pencawr, completando una serie di azioni apparentemente impossibili, tra cui la caccia del cinghiale semi-divino Twrch Trwyth. Anche nella Historia Brittonum del IX secolo vi sono dei riferimenti a questo racconto dove il cinghiale viene chiamato Troy(n)t. Infine Artù è menzionato numerose volte nelle Triadi gallesi, una raccolta di brevi sintesi della tradizione e delle leggende gallesi che sono classificate in gruppi di tre personaggi collegati a episodi. I manoscritti successivi alle "Triadi" sono in parte derivati dall'opera di Goffredo di Monmouth e da tradizioni continentali, ma queste non mostrano una tale influenza e sono solitamente accettate per riferirsi alle tradizioni gallesi preesistenti. Anche in questi casi la corte di Artù incominciò a incarnare la leggenda della Gran Bretagna nel suo complesso, con la "Corte di Artù" a volte utilizzata per intendere "L'isola della Gran Bretagna". Sebbene dalla Historia Brittonum e dagli Annales Cambriae non sia chiaro se Artù fosse considerato anche un re, quando fu scritto Culhwch e Olwen e le Triadi, egli era diventato Penteyrnedd yr Ynys hon, "Capo dei signori di questa isola", il sovrintendente del Galles, della Cornovaglia e del Nord.
Oltre a queste poesie e racconti gallesi pre-Galfridiani, Artù compare in altri testi latini antecedenti, oltre che nella Historia Brittonum e negli Annales Cambriae. In particolare, Artù è caratterizzato in una serie di note vitae (agiografie) di santi postromani, nessuna delle quali, tuttavia, oggi viene generalmente considerata una fonte storica affidabile (la più antica risale probabilmente all'XI secolo). Secondo la Vita di San Gildas, scritta nei primi anni del XII secolo da Cardoc di Llancarfan, sembra che Artù abbia ucciso Hueil, fratello di Gildas, e abbia salvato la moglie Ginevra da Glastonbury. Nella vita di San Cadoc, scritta intorno al 1100 (o poco prima) da Lifris di Llancarfan, il santo fornisce protezione a un uomo che ha ucciso tre dei soldati di Artù e quest'ultimo richiede una meria di bestiame come wergeld (guidrigildo, un'indennità) per i suoi uomini. Cadoc li consegna come richiesto, ma quando Artù ne prende possesso essi si trasformano in fasci di felci. Eventi simili sono descritti nelle biografie medievali di Carantoco e Paterno, scritte probabilmente intorno al XII secolo. Una leggenda riguardante Artù appare nella Legenda Sancti Goeznovii che venne spesso raccontata fin dall'inizio dell'XI secolo, anche se il primo manoscritto relativo a questo testo risale solo al XV secolo. Importanti sono anche i riferimenti ad Artù presenti nel De Gestis Regum Anglorum di Guglielmo di Malmesbury e nel De Miraculis Sanctae Mariae Laudensis, che insieme forniscono le prime prove certe della credenza che Artù non fosse effettivamente morto e che un giorno avrebbe fatto il suo ritorno, un tema spesso rivisitato nel folklore post-Galfridiano.
### Goffredo di Monmouth
Il primo racconto narrativo della vita di Artù si trova nell'opera in lingua latina Historia Regum Britanniae (Storia dei re di Britannia) scritta da Goffredo di Monmouth intorno al 1138. Quest'opera è un racconto fantastico dei re britanni, a partire dal leggendario Bruto, un eroe di Troia in esilio, al re gallese Cadwaladr Fendigaid del VII secolo. Goffredo colloca Artù nella stessa epoca, ovvero quella postromana, in cui lo pongono la Historia Brittonum e gli Annales Cambriae. Nel racconto sono presenti anche il padre di Artù, Uther Pendragon, il suo consigliere Merlino e la storia del concepimento di Artù in cui Uther giacque con Igraine, la moglie del suo nemico Gorlois dopo averne preso le sue sembianze grazie alla magia di Merlino. Dopo la morte di Uther, il quindicenne Artù gli succedette come re di Gran Bretagna e combatté una serie di battaglie, simili a quelle descritte nella Historia Brittonum, che culminarono nella battaglia di Bath (che per Goffredo è la Battaglia di Mons Badonicus). In seguito sconfisse i Pitti e gli Scoti per fondare un impero attraverso le sue conquiste dell'Irlanda, dell'Islanda e delle Isole Orcadi. Dopo dodici anni di pace, Artù volle espandere ancora una volta il suo impero, assumendo il controllo della Norvegia, del Götaland, della Danimarca e della Gallia. Quest'ultima era ancora parte dell'impero romano quando venne conquistata e quindi la vittoria di Artù porta a un ulteriore confronto tra il suo impero e quello romano. Artù e i suoi guerrieri, tra cui Sir Kay, Beduerus (Bedivere) e Gualguanus (Gawain), sconfiggono l'imperatore romano Lucius Tiberius in Gallia, ma, preparandosi a marciare su Roma, Artù apprende che il nipote Modredus (Mordred) aveva usurpato il suo trono di Gran Bretagna e spinto la regina Ginevra all'adulterio. Artù fece pertanto ritorno in Gran Bretagna dove sconfisse e uccise Modredus nella battaglia di Camlann in Cornovaglia, rimanendo ferito mortalmente. Nominato il parente Costantino come suo successore, Artù venne portato sull'isola di Avalon per essere guarito e da cui non fece più ritorno.
Quanta parte di questa narrazione sia frutto dell'inventiva di Goffredo, è tutt'oggi oggetto di dibattito. Certamente Goffredo utilizzò l'elenco delle dodici battaglie di Artù combattute contro i sassoni che ritrovò nella Historia Brittonum del IX secolo, insieme con la battaglia di Camlann descritta negli Annales Cambriae. La carica di Artù come re di tutta la Gran Bretagna sembra essere stato preso in prestito dalla tradizione pre-Galfridiana, trovandosi anche in Culhwch e Olwen, nelle Triadi gallesi e nelle Vite dei Santi. [61] Infine, Goffredo prese in prestito molti dei nomi dei personaggi vicini ad Artù dalla tradizione gallese pre-Galfridiana, compresi Kaius (Cei), Beduerus (Bedwyr), Guenhuuara (Gwenhwyfar), Uther (Uthyr) e forse anche Caliburnus (Caledfwlch), quest'ultimo divenuto Excalibur nei successivi racconti. Tuttavia, mentre i nomi, gli eventi chiave e i titoli, possono essere stati presi in prestito, lo storico Brynley Roberts ha sostenuto che "la sezione Arturiana sia una creazione letteraria di Goffredo e non deve nulla al precedente narrativo". Così, per esempio, il gallese Medraut è fonte di ispirazione per il cattivo Modredus di Goffredo, ma non vi è alcuna traccia di tale carattere negativo di questo personaggio nelle fonti gallesi fino al XVI secolo. Vi sono stati relativamente pochi tentativi moderni per confutare la teoria che la Historia Regum Britanniae sia innanzitutto un lavoro originale di Goffredo, con l'opinione dottrinale che spesso cita Guglielmo di Newburgh che nel tardo XII secolo affermava che l'autore avesse "ha composto" la sua narrazione, forse attraverso un "inordinato amore per il mentire". Lo scrittore e storico Geoffrey Ashe ha dissentito da questo punto di vista, ritenendo che la narrazione di Goffredo sia parzialmente derivata da una fonte perduta che racconta le gesta di un re britannico del quinto secolo chiamato Riotamo, l'Artù originale; gli storici e i celticisti, tuttavia, si sono sempre dimostrati riluttanti nel seguire Ashe nelle sue conclusioni.
Qualunque siano le sue fonti, l'immensa popolarità della Historia Regum Britanniae di Goffredo non può essere negata. Oltre 200 copie manoscritte in lingua latina dell'opera sono sopravvissute senza contare le traduzioni in altre lingue. Ad esempio, esistono circa 60 manoscritti contenenti versioni in lingua gallese della Historia, il più antico dei quali è stato redatto nel XIII secolo; la vecchia teoria che alcune di queste versioni gallesi stiano alla base della Historia di Goffredo, proposte da storici come Lewis Morris nel XVIII secolo, è stata da molto tempo sconfessata dagli accademici. Per via di questa grande popolarità, l'opera di Goffredo ha enormemente influenzato il successivo sviluppo medievale della leggenda Arturiana. Nonostante non sia affatto l'unica fonte creativa del romanzo arturiano, molti dei suoi elementi furono presi in prestito e sviluppati (ad esempio, Merlino e il destino finale di Artù) e fornì il quadro storico in cui furono inseriti i racconti e le avventure da parte dei romanzieri successivi.
### Tradizione romantica
La popolarità della Historia di Goffredo e le sue altre opere derivate (come Roman de Brut di Robert Wace) sono generalmente accettate per essere state un fattore determinante per l'apparizione di un numero significativo di nuove opere arturiane nell'Europa continentale del XII e del XIII secolo, in particolare in Francia. Tuttavia, non furono gli unici lavori che influenzarono gli scrittori successivi, anzi vi è una chiara evidenza che i racconti arturiani erano familiari in Europa continentale prima che Goffredo venisse conosciuto (vedi ad esempio la Porta della pescheria del Duomo di Modena). Gran parte della letteratura arturiana del XII secolo e successiva, si concentra meno sulla figura dello stesso Artù rispetto ad altri personaggi come Lancillotto e Ginevra, Percival, Galahad, Gawain, Sir Ywain e Tristano e Isotta. Mentre Artù è la figura centrale degli scritti pre-Galfridiani e nella stessa Historia, nei romanzi successivi viene precocemente messo da parte. Anche il suo carattere va incontro a cambiamenti radicali. Nelle prime opere e in Goffredo egli viene descritto come un grande e feroce guerriero, che ride mentre sconfigge personalmente streghe e giganti e assume un ruolo di comandante in tutte le campagne militari, mentre nei romanzi scritti successivamente nell'Europa continentale diventa il roi fainéant, il re che non fa nulla, la cui "inattività e acquiescenza costituivano un difetto centrale nella sua società altrimenti ideale". Il ruolo di Artù diviene così paragonabile a quello di un monarca saggio, dignitoso, temperato, un po' blando e, talvolta, debole. Così, semplicemente, diventa scialbo e silenzioso quando viene a conoscenza della relazione tra Lancillotto e Ginevra nel Mort Artu, mentre nel Yvain il cavaliere del leone di Chrétien de Troyes, non riesce a rimanere sveglio dopo una festa e deve ritirarsi per riposare. Tuttavia, come ha osservato l'accademico Norris Lacy, qualunque siano i suoi difetti e le sue debolezze esplicitati in questi romanzi arturiani, "il suo prestigio non viene mai o quasi mai compromesso dalle sue debolezze personali [...] la sua autorità e la sua gloria rimangono intatte".
Artù e il suo seguito appaiono in alcuni lai di Maria di Francia ma è stata l'opera di un altro poeta francese, Chrétien de Troyes, che ha avuto la più grande influenza per lo sviluppo del personaggio e della leggenda di Artù. Chrétien scrisse cinque romanze arturiane tra il 1170 e 1190. Erec e Enide e Cligès sono romanzi cortesi che hanno per sfondo la corte di Artù, rappresentando uno scostamento dal mondo eroico gallese dell'Artù Galfridiano, mentre Yvain il cavaliere del leone racconta un'avventura soprannaturale con protagonisti Yvain e Gawain e con il personaggio di Artù margine e indebolito. Tuttavia, il racconto più importante nello sviluppo della leggenda arturiana è stato Lancillotto o il cavaliere della carretta, che introduce Lancillotto e la sua relazione adultera con la moglie di Artù, la regina Ginevra, ampliando e diffondendo il tema ricorrente di Artù come affetto da triolagnia e Perceval o il racconto del Graal che inserisce temi come il Santo Graal e il Re Pescatore e che ancora una volta relega Artù a un ruolo molto limitato. Chrétien fu dunque "strumentale sia nell'elaborazione della leggenda arturiana sia nell'instaurazione della forma ideale per la sua diffusione" e gran parte di ciò che è venuto dopo di lui in termini del ritratto di Artù e del suo mondo costruito sulle fondamenta che aveva posto. Perceval, anche se incompiuta, fu particolarmente popolare: quattro successive sequenze della poesia apparvero nel corso della prima metà del secolo successivo, con la citazione del Graal e della sua ricerca, sviluppata da altri scrittori come Robert de Boron, un fatto che ha contribuito ad accelerare il declino Artù nel romanticismo continentale. Allo stesso modo Lancillotto e il suo rapporto tra Artù e Ginevra sono diventati uno dei motivi classici della leggenda arturiana, anche se il Lancillotto della prosa Lancelot (1225 circa) e i testi successivi furono una combinazione tra il personaggio di Chrétien e quello di Lanzelet di Ulrich von Zatzikhoven. Anche il lavoro di Chrétien sembra rientrare nella letteratura gallese, con il risultato che l'Artù romantico ha incominciato a sostituire l'Artù eroico. Particolarmente significativi in questo sviluppo furono i Tre romanzi gallesi, molto simili al lavoro di Chrétien, anche se con alcune differenze significative: Owain, o la dama della fontana è legata a Yvain di Chrétien; Peredur, figlio di Efrawg, a Erec e Enide; e Gereint ed Enid, a Perceval.
Fino a circa il 1210, il romanticismo arturiano dell'Europa continentale è stato espresso principalmente attraverso la poesia; dopo questa data i vari racconti incominciano a essere scritti in prosa. Il più significativo tra questi romanzi del XIII secolo è il ciclo in vulgata (noto anche come Corpus Lancelot-Graal), una serie di cinque racconti in prosa in lingua francese scritti nella prima metà di quel secolo. Queste opere sono Storia del Santo Graal (Estoire del Saint Grail), Storia di Merlino (Estoire de Merlin), Lancillotto propriamente detto (Lancelot propre, che costituisce da sola circa la metà di tutta l'opera), La cerca del Santo Graal (Queste del Saint Graal), Morte d'Artù (Mort Artu), che insieme vanno a formare la prima versione coerente dell'intera leggenda arturiana. Il ciclo continuò la tendenza a ridurre il ruolo svolto da Artù nella propria leggenda, in parte attraverso l'introduzione del personaggio di Galahad e l'ampliamento del ruolo di Merlino. Venne introdotto anche Mordred, il risultato di una relazione incestuosa tra Artù e sua sorella e stabilì il ruolo di Camelot, prima menzionata in un passaggio del Lancelot di Chrétien, come la corte principale del re. A questa serie di racconti è subito seguito il ciclo post-vulgata (risalente tra il 1230 e il 1240), di cui la Suite du Merlin ne costituisce una parte, dove si è ridotta notevolmente la rilevanza della relazione tra Lancillotto e Ginevra ma ha continuato a considerare Artù marginale e focalizzandosi in particolare sulla ricerca del Graal. In questo modo, Artù divenne ancor più un personaggio relativamente minore; nella vulgata stessa egli figura significativamente solo nella Storia di Merlino e nella Morte d'Artù. In questo periodo Artù venne annoverato tra i Nove Prodi, un gruppo di tre pagani, tre ebrei e tre cristiani esempi di cavalleria. I Prodi furono elencati per la prima volta nel Voeux du Paon di Jacques de Longuyon nel 1312 e successivamente diventarono un argomento comune della letteratura e dell'arte.
Lo sviluppo del ciclo arturiano medioevale è culminato ne La morte di Artù di Thomas Malory, un'opera della fine del XV secolo che mette insieme il contenuto di diversi romanzi francesi e inglesi relativi a re Artù. Malory basò il suo libro, originariamente intitolato Il libro completo su re Artù e i suoi cavalieri della Tavola rotonda, sui vari romanzi precedenti e in particolare sul ciclo dei Vulgati tanto da realizzare una collezione completa e autorevole delle storie arturiane. Forse proprio per questo e per il fatto che La morte di Artù sia stato uno dei primi libri stampati in Inghilterra, pubblicato da William Caxton nel 1485, che le successive opere arturiane siano derivate dal lavoro di Malory. in questa culminante opera del Ciclo Arturiano del periodo medioevale, Artù non diventa solo re della Britannia, ma anche imperatore dell'intero Impero Romano (grazie a una guerra contro il suo nemico Lucio Tiberio).
## Declino, rinascita e leggenda moderna
### Letteratura post medievale
La fine del medioevo portò con sé un calo di interesse riguardo ad Artù. Nonostante le versioni inglesi di Malory dei grei romanzi francesi fossero popolari, vi erano sempre maggiori contestazioni riguardo alla veridicità del quadro storico delineato nei romanzi arturiani, assodati fin dai tempi di Goffredo di Monmouth, e quindi sulla legittimità di tutto il ciclo bretone. Così, per esempio Polidoro Virgili, un umanista del XVI secolo, respinse decisamente l'affermazione in cui Artù fosse il capo di un impero postromano, una teoria che si trova in tutta la cronaca tradizionale medievale post-Galfridiana. Anche i cambiamenti sociali associati alla fine del medioevo e del Rinascimento sono stati considerati per aver privato il carattere di Artù e la sua leggenda del potere di entusiasmare il pubblico, con il risultato che nel 1634 vi fu l'ultima stampa, per quasi 200 anni, della Morte d'Artù di Malory.
Tuttavia, re Artù e i racconti associati non furono mai completamente abbandonati, ma fino all'inizio del XIX secolo le storie vennero prese meno seriamente e spesso vennero usate semplicemente come satira politica del XVII e del XVIII secolo. Quindi gli epici di Richard Blackmore, Principe Artù (1695) e Re Artù (1697), rappresentano il leggendario re come caricatura per le lotte di Guglielmo III contro Giacomo II. Allo stesso modo, il racconto arturiano più famoso di questo periodo sembra essere quello di Tom Thumb, che è stato pubblicato prima come chapbooks e poi negli articoli di Henry Fielding; sebbene l'azione sia ben definita nella Britannia arturiana, la narrazione è umoristica e Artù appare come un personaggio comico di carattere romanzesco.
### Tennyson e la rinascita
All'inizio del XIX secolo, il medievalismo, il romanticismo e il neogotico risvegliarono l'interesse su di Artù e sui romanzi medievali. In questo periodo venne a formarsi un nuovo codice etico per i gentiluomini incentrato intorno agli ideali cavallereschi incarnati nel romanticismo arturiano. Questa rinnovata attenzione ha incominciato a manifestarsi nel 1816, quando La morte d'Artù di Malory venne ristampata per la prima volta dal 1634. Inizialmente, le leggende arturiane medievali furono di ispirazione in particolare per i poeti, come ad esempio William Wordsworth che scrisse "La domestica egiziana" (1835), un'allegoria incentrata sul Santo Graal. Tra questi fu particolarmente importante anche Alfred Tennyson, la cui prima poesia arturiana "The Lady of Shalott" venne pubblicata nel 1832. Riprendendo la tradizione medievale e romantica, Artù continuò ad occupare un ruolo marginale in queste opere. Il lavoro artistico di Tennyson raggiunse il suo picco di popolarità con gli "Idilli del re" in cui venne ripresa l'intera narrazione della vita di Artù, adattandola ai gusti dei lettori dell'epoca vittoriana. Quest'opera venne pubblicata per la prima volta nel 1859 e già entro la prima settimana ne erano state vendute 10.000. Negli Idilli Artù è diventato un simbolo della virilità ideale che alla fine fallisce, per colpa della debolezza umana, nell'intento di creare un regno perfetto sulla terra. Il successo delle opere di Tennyson ispirarono un gran numero di imitatori generando nel pubblico un notevole interesse nelle leggende arturiane portando le storie di Malory all'attenzione di una platea più ampia.
Questo rinnovato interesse per le vicende arturiane ha continuato a persistere nel XIX e nel ventesimo secolo, influenzando poeti come William Morris e gli artisti preraffaelliti tra cui Edward Burne-Jones. Nonostante che la satira di Tom Thumb, sia stata la principale rappresentazione della leggenda di Artù nel XVIII secolo, dopo la pubblicazione degli Idilli la figura di Artù viene trattata più seriamente e inserita in contesti storici più precisi. Il risveglio del romanzo arturiano ha avuto effetti anche negli Stati Uniti, ad esempio con The Boy's King Arthur (1880) di Sidney Lanier che raggiunse un ampio pubblico e ispirò il romanzo fantastico "Un americano alla corte di re Artù (1889) di Mark Twain. Sebbene l'Artù romantico fosse talvolta un personaggio centrale di queste nuove opere, in altre occasioni ritornò alla sua posizione medioevale dove viene relegato a un ruolo secondario o addirittura manca nella storia, con le opere arturiane di Richard Wagner che forniscono un esempio notevole di quest'ultimo caso. Inoltre, la ripresa dell'interesse nelle storie arturiane incominciò a scemare, tanto che alla fine del XIX secolo solo gli imitatori preraffaelliti se ne occupavano. Anche lo scoppio della prima guerra mondiale influì negativamente in quanto venne danneggiata la reputazione della cavalleria e quindi l'interesse per le sue manifestazioni medievali. La tradizione romantica, comunque, rimase sufficientemente forte per convincere Thomas Hardy, Laurence Binyon e John Masefield a comporre opere teatrali basate sulle vicende arturiane e a T.S. Eliot ad alludere al mito di Artù (ma non ad Artù stesso) nella sua poesia "La terra desolata" in cui viene menzionato il Re Pescatore.
### La leggenda nell'epoca contemporanea
Nell'ultima metà del ventesimo secolo, l'influenza della tradizione romantica arturiana continuò grazie a romanzi come Re in eterno (1958) di Terence Hanbury White e Le nebbie di Avalon (1982) di Marion Zimmer Bradley, oltre a fumetti come principe Valiant (pubblicato a partire dal 1937). Tennyson aveva rielaborato i racconti di Artù in modo tale da andare incontro ai gusti dei lettori del suo tempo e allo stesso modo è successo con gli autori più moderni. Il racconto di Bradley, per esempio, ha un approccio femminista ad Artù e alla sua leggenda, in contrasto con le narrazioni di epoca medievale; inoltre gli autori statunitensi spesso rielaborarono la storia di Artù per essere più coerenti con alcuni valori come l'uguaglianza e la democrazia. I racconti arturiani divennero popolari anche nel cinema e nel teatro. Il musical Camelot è un adattamento del romanzo di T. H. White realizzato da Lerner e Loewe nel 1960, come il cartone animato disneyano La spada nella roccia del 1963; Camelot, che pone l'accento sull'amore tra Lancillotto e Ginevra, è stato trasposto sul grande schermo nell'omonimo film del 1967. La tradizione romantica di Artù appare particolarmente evidente e nel Lancillotto e Ginevra (1974) di Robert Bresson, ne Il fuorilegge (1978) di Éric Rohmer e, in parte, in Excalibur (1981) di John Boorman. Inoltre anche la commedia del 1975 Monty Python e il Sacro Graal trae ispirazione da queste opere.
Ricordi e rielaborazioni della tradizione romanzesca non sono l'unico aspetto importante della leggenda moderna di re Artù. Sono stati effettuati anche tentativi di rappresentarlo come una vera figura storica appartenente al VI secolo, togliendoli gli aspetti "romantici". Come Taylor e Brewer hanno notato, questo ritorno alla tradizione medievale di Goffredo di Monmouth e alla Historia Brittonum è una tendenza recente che è diventata dominante nella letteratura arturiana negli anni successivi alla fine della seconda guerra mondiale, grazie alla figura leggendaria del re britannico che si oppone agli invasori germanici. La serie radiofonica di Clemence Dane, The Saviors (1942), fa uso dell'Artù storico per incarnare lo spirito della resistenza eroica, similmente a come farà Robert Cedric Sherriff nel suo The Long Sunset (1955). Questa tendenza a mettere Artù in un contesto storico è evidente anche nei romanzi storici e fantastici pubblicati in questo periodo [120]. Negli ultimi anni, il personaggio di Artù rappresentato come un vero e proprio eroe del V secolo ha fatto il suo ingresso nelle versioni cinematografiche legate alla leggenda, in particolare le serie televisive Artù re dei Britanni (1972-73), Merlin (2008-12), Camelot (2011) e nei film King Arthur (2004), L'ultima legione (2007) e King Arthur - Il potere della spada (2017).
## Aspetto fisico e Personalità di Artù
Poco ci viene detto nella materia di Bretagna dell'aspetto fisico di Artù durante il medioevo, l'unica cosa che si può intuire è che si tratta di un guerriero estremamente forte e abile, ma l'unica informazione significativa che ci viene data sul suo aspetto è nella Morte di Artù di Malory, dove nel V libro dell'opera ci viene detto che Artù ha degli occhi grigi. Mentre nel capitolo 4 del nono libro della Historia di Goffredo, viene descritta solo l'armatura che lui indossa, infatti ci dice che Artù indossava una lorica hamata e un elmo dorato "che portava incisa l'effige del drago".
La personalità di Artù invece differisce da opera a opera
Nelle prime opere di Geoffredo di Monmouth Artù è un grande e feroce guerriero, che ride mentre uccide personalmente streghe e giganti e assume un ruolo di primo piano in tutte le sue campagne militari.
mentre nelle storie d'amore scritte nel continente europeo la sua "inattività e acquiescenza costituiva un difetto centrale nel sua società ideale". Infatti nei romanzi cortesi Artù viene messo spesso da parte.
Il ruolo di Artù in queste opere è spesso quello di un monarca saggio, dignitoso, equilibrato, un po' blando e spesso debole. Quindi, quando scopre la relazione di Lancillotto con Ginevra diventa semplicemente pallido e silenzioso nella Morte di Artù di Malory. Mentre in Yvan il Cavaliere del leone di Chrétien de Troyes non è in grado di rimanere sveglio dopo una festa e deve ritirarsi per un pisolino. Tuttavia, come ha osservato Norris J. Lacy, "il suo prestigio non è mai - o quasi mai - compromesso dalle sue debolezze personali... la sua autorità e la sua gloria rimangono intatte".
Nell'Età vittoriana, in particolare negli Idilli del re, Artù divenne un simbolo di virilità ideale il cui tentativo di stabilire un regno perfetto sulla terra fallì, infine, a causa della debolezza umana.
## Artù figura storica
La storicità di re Artù è stata a lungo dibattuta dagli studiosi, ma negli anni si è raggiunto un consenso nel ritenere sostanzialmente leggendaria la figura di questo sovrano assoluto per diritto divino. Una scuola di pensiero avanzerebbe l'ipotesi che fosse vissuto nel tardo V secolo o agli inizi del VI secolo, che fosse stato un romano-britannico e che avesse combattuto il paganesimo sassone. I suoi ipotetici quartieri generali si sarebbero trovati in Galles, Cornovaglia, o a ovest di ciò che sarebbe diventata l'Inghilterra. A ogni modo, le controversie sul centro del suo potere e sul tipo stesso di potere che esercitava continuano oggi. Come per l'altra saga inglese per eccellenza, quella di Robin Hood, anche per la figura di re Artù esistono molti plausibili candidati storici, seppure nessuno di essi pare possa - da solo - essere totalmente identificato con il sovrano della tradizione che assommerebbe in sé tutte le caratteristiche di detti personaggi storici, e per tal motivo gli storici si trovano in disaccordo sull'identità certa del personaggio che storicamente sta alla base del mito, ma, in ogni caso, tutti gli studiosi sono certi che non si tratti di un vero e proprio monarca, quanto di un capoclan o di un condottiero al massimo.
Il problema annoso dell'identificazione certa della figura di Artù con un personaggio storico dipende in gran parte dal fatto che - una volta ritirate le legioni romane dalla Britannia, si perse la trascrizione storica degli eventi, in quanto i Celti non erano soliti tramandare per iscritto gli avvenimenti. Le prime notizie storiche che tramandano la figura di Artù risalgono a 300 - 350 anni dopo gli eventi a lui collegati. E questo vale non solo per il monarca e i personaggi a lui ricollegabili, ma anche per i luoghi in cui egli operò.
Circa i luoghi della saga arturiana, ad esempio si verifica una totale discrepanza tra le fonti:
* Il luogo natale di Artù si tramanda essere Tintagel, in Cornovaglia. Fu Goffredo di Monmouth il primo a proporre tale località, ma lo storico scrisse circa cinque secoli dopo gli eventi dell'epoca arturiana e a Tintagel nessun ritrovamento archeologico risulta riconducibile direttamente ad Artù.
* Premesso che Artù, nell'epoca storica in cui è probabilmente vissuto, non si vestiva come un sovrano medioevale ma come un legionario romano e che la sua reggia non fosse un castello, ma più probabilmente un accampamento romano, non si conosce esattamente il luogo in cui egli teneva la propria corte, che - assai più probabilmente - era un consiglio di guerra. Tra il 1989 ed il 1997 una serie di scavi archeologici presso l'antica città romana di Viroconium evidenzia un notevole ingrandimento del centro abitato tra il 400 ed il 650 d.C., dimostrando che era abitata da una popolazione romano - britannica anche dopo il tritiro delle legioni da parte del morente impero romano. Oggigiorno il sito archeologico si ubica presso il villaggio di Wroxeter, circa otto chilometri a sud-est di Shrewsbury, un modesto insediamento, ma all'epoca dei fatti di Artù, era addirittura più densamente popolato di Londinium, Londra, in piena decadenza. La corte di Artù si trovava in un luogo noto come "Camelot", in un castello posto in riva a un fiume, nel mezzo d'una fitta e umida foresta, dove la luce solare penetrava appena. Una descrizione troppo vaga dal punto di vista geografico per anche solo tentare di proporre una identificazione. Tale località appare, in un fugace accenno, per la prima volta, nel poema Lancillotto o il cavaliere della carretta, scritto all'incirca nel 1170 da Chrétien de Troyes, quando Goffredo di Monmouth, circa cinquant'anni prima, scriveva di una cittadina del Galles, Caerleon. A parte il non trascurabile fatto che esiste una località omonima nel Monmouthshire, nei secoli seguenti si sono proposte tutta una serie di nomi di città per la mitica Camelot: Sir Thomas Malory la identifica con Winchester nello Hampshire e - a cavallo tra il 1500 e il 1600 - si sono fatti i nomi di Carlisle, in Cumbria, Camelford in Cornovaglia, una collina nel Somerset, ove sorge la parrocchia di Queen's Camel, e la città di Colchester nell'Essex, il cui nome latino "Camulodunum" ben potrebbe aver dato origine al nome Camelot.
* Il luogo di sepoltura di Artù, ovvero la brumosa isola di Avalon è un altro luogo che invano s'è cercato d'identificare geograficamente nel corso dei secoli. All'epoca di Goffredo di Monmouth s'era soliti individuare la tomba del monarca con l'abbazia di Glastonbury, nel Somerset. Prima dell'anno 1000, in effetti, Glastonbury era un'isola circondata da paludi. Altre interpretazioni medioevali la riscontrano in un'isola prospiciente le coste del Galles nordoccidentale, Bardsey Island. Curiosamente però, l'isola degli eroi celtici defunti deriva il suo nome, assai probabilmente, dal sostantivo celtico "Ymys yr Afallan", ovvero l'"Isola delle mele", una sorta di Campi Elisi celtici, o - alternativamente - potrebbe esser connessa al termine celtico generico per "oltretomba", "Affallach", che significa "Il sovrano della morte".
* Il più antico riferimento alla battaglia finale in cui Artù venne ferito a morte si trova negli Annales Cambriae, che riporta la data del 537: "lo scontro di Camlann nel quale Artù e Medraut (Mordred) morirono" senza peraltro specificare se nella battaglia i due guerrieri fossero su schieramenti opposti ("Hoc anno, Gueith camlann in qua Arthur et Medraut corruerunt, et mortalitas in Brittannia et in Hibernia fuit"). Il nome della località, in tale cronaca, è riportato in duplice versione in lingua bretone, come "Gwaith Camlan" e/o "Brwydr Camlan". I resoconti successivi si trovano nell'Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmouth, dove già compare il tema del tradimento di Mordred nei confronti di Artù e nella storia gallese "Il sogno di Rhonabwy". La brughiera ove rimase ferito a morte re Artù, Camlann, sicuramente non è da identificarsi con la città di Salisbury delle narrazioni medioevali tarde. Potrebbe esser identificata con la piana di Queen's Camel, nel Somerset, ma - anche in questo caso - non è univoca l'identificazione, poiché altri propongono i dintorni delle città di Birdoswald, limitrofa al fortino romano di Banna, o di Castlesteads, anch'essa prossima al forte romano di Camboglanna del Vallo di Adriano entrambi in Cumbria. Il cronista gallese altomedievale Nennio identifica il luogo con il villaggio di Cambuslang, oggigiorno un rione periferico della città scozzese di Glasgow, anch'essa non troppo distante dal Vallo di Adriano. Alternativamente, gli storici ritengono probabile anche la contea dello Shropshire, una contea al confine tra Inghilterra e Galles, seppur non si siano avviate campagne di scavi archeologici a conferma di detta ipotesi. In tale regione esiste, però, un luogo che ben si adatta con il racconto tradizionale del sito ove Artù (menzionato col nome di "Owain Danwyn") trovò la morte, descritto per la prima volta in un resoconto del 800 d.C., e non troppo distante dall'identificazione della reggia di Camelot, nell'ipotesi che essa coincidesse con il sito romano - britannico di Viroconium, pure esso ubicato in tale contea (a 20 km in direzione nord - occidentale). Qui, alcuni storici collocano il luogo dell'ultima battaglia di Artù, a Rhyd-y-Groes, in una piana sul fiume Camlad, dove, peraltro, sono presenti i resti di un fortino romano..
* Infine, altrettanto poco accordo tra gli storici aleggia circa il pianoro ove si tramanda che Artù abbia conseguito la sua più prestigiosa vittoria, durante la battaglia del Monte Badon. A parte coloro che situano l'ubicazione del sito nell'ex provincia romana di Valentia, al di là del Vallo di Adriano, in Scozia presso le Lowlands, tra le moderne Edimburgo e Glasgow, a Livingston, oppure a Bamburgh, sulla costa del Mare del Nord, i luoghi da secoli in competizione per assicurarsi la sede mitologica della battaglia sono la città di Bath con l'adiacente Salisbury Hill, la collina rintracciata da Goffredo di Monmouth, nel Somerset, e le colline di Badbury Hillfort e di Badbury Rings, nell'Oxfordshire.
Non meno enigmatica è poi la figura "storica" che ha funto da prototipo su cui è stata costruita l'epopea leggendaria di re Artù.
* Germano di Auxerre potrebbe essere uno dei candidati papabili, in quanto guidò le truppe romane rimaste nell'isola dopo il ritiro ufficiale delle legioni (pare accertato che non tutti i legionari romani siano stati rimpatriati nel 408 d.C., essendo assai probabile la permanenza in loco di quelli sposati a donne britanniche) nella cosiddetta "battaglia dell'Alleluia", la domenica di Pasqua del 429 d.C. Altrettanto titolato a ricoprire la carica di prototipo dell'Artù storico è il collega di Germano, Lupo di Autun che guidò, nel summenzionato scontro, i contingenti britannici alleati dei romani in una gola tra le montagne site presso la cittadina gallese di Mold. Quello che non torna è che gli avversari battuti da Germano e Lupo, non erano Sassoni, bensì Scoti e Pitti. I due generali, però, pare che abbiano guidato un secondo contingente romano-celtico, nel 447 d.C., questa volta contro Sassoni, Angli, Danesi e Iuti. Non è noto se le spedizioni di Germano siano state in qualche modo autorizzate dal morente potere imperiale romano, oppure se siano state del tutto indipendenti da esso ed autogestite.
* Sono stati tracciati anche paragoni tra le figure di Artù e di Ambrosio Aureliano, un condottiero romano rimasto in Britannia dopo l'evacuazione delle legioni nel 408 d.C. in quanto sposato a una donna britanna. Egli si pose a capo dei pochi contingenti romani rimasti e dei reparti britanni per contrastare l'avanzata dei Sassoni. Assai probabilmente fu proprio lui a comandare i reparti vittoriosi al "Mons Badonicus", il Monte Badon. Secondo Gildas, ripreso da Nennio e Beda, Ambrosio era l'eroe cantato dal bardo Taliesin, cristiano cattolico, che combatté accanitamente contro Vortigern e i mercenari Sassoni da lui ingaggiati nel 449 d.C. con il duplice scopo di ricacciare oltre il Vallo di Adriano i Pitti e gli Scoti e di riunificare la Britannia eliminando tutti i capi clan emersi dalla caotica situazione che si venne a determinare a causa della partenza delle legioni romane.
* C'è chi sostiene che la figura di Artù possa coincidere perfettamente con quella di un certo Riotamo, "re dei Britanni", molto attivo durante il regno dell'imperatore romano Antemio. Ne parla lo storico goto Giordane, al servizio di Bisanzio, intorno al 580 d.C., un quarantennio dopo lo svolgersi dell'epopea di Artù. Come riporta lo storico goto, Riotamo era re dei "Brittoni" ("Britanni", l'assonanza è quasi perfetta) e invase per ben due volte la Gallia, esattamente come tramandatoci per Artù. Inoltre, egli fu tradito da uno dei suoi più cari amici, esattamente come si può leggere nella saga di Artù, Lancillotto e Ginevra. Infine, Riotamo morì presso la città di "Avallon". Sfortunatamente, Riotamo è una figura minore di cui sappiamo ancora poco e nemmeno gli studiosi sono in grado di capire se i "bretoni" che comandava erano i britannici o gli abitanti dell'Armorica.
* Altri suggeriscono di identificarlo con Lucio Artorio Casto, un dux romano del II secolo, i cui successi militari in Britannia sarebbero stati tramandati nei secoli successivi. Ufficiale (con il rango di praefectus) della VI legione in Britannia, che potrebbe aver guidato un'unità di cavalieri sarmati (provenienti dall'Ucraina meridionale), stanziati a Ribchester, che conducevano campagne militari a nord del Vallo di Adriano. Le imprese militari di Casto in Britannia e Armorica (odierna Bretagna) potrebbero essere state ricordate per i secoli successivi e aver contribuito a formare il nucleo della tradizione arturiana, così come le tradizioni portate dagli alano-sarmati. C'è anche chi parla dell'usurpatore romano Magno Massimo. Questo militare di carriera, vissuto a cavallo tra il II e il III secolo d.C., aveva adottato per insegna un grande drago rosso, da cui il cognome di Artù, detto "Pendragon", ovvero "il figlio del drago". Le continue vittorie di Casto, in breve liberarono il Galles e l'intera Britannia centrosettentrionale dai Caledoni, finendo così mitizzato dagli indigeni. I Sarmati, poi avevano una religione di tipo animista. Essi adoravano spade dopo averle conficcate nel terreno, il che potrebbe rappresentare la fonte della leggenda de La spada nella roccia. Il problema fondamentale è che non esiste testimonianza storica scritta delle imprese di questo condottiero.
* Alternativamente, "Artù" sarebbe il soprannome attribuito a un anonimo e ignoto capo clan e sarebbe derivato dalla fusione di due vocaboli aventi il medesimo significato in due lingue diverse, il celtico "Art", che significa "Orso", e il latino "Ursus", di medesimo senso semantico. Si noti - altresì - il vocabolo greco "Arktos", che vuol dire anch'esso "Orso", in quanto i generali romani, al pari dei governatori e dei letterati, conoscevano e parlavano il greco antico. Si noti, altresì, che presso i Celti era diffusa una religione animista, dove s'adoravano spiriti animali, ragion per cui non è azzardato ritenere che Artù possa essere anche la personificazione di un "dio-orso" del pantheon celtico..
* Un'altra teoria è quella secondo cui il nome di Artù sarebbe in realtà un titolo portato da Owain Ddantgwyn, che sembrerebbe essere stato un re di Rhos. C'è poi l'ipotesi che egli sarebbe in realtà un re dell'età del bronzo, circa 2300 a.C.: estrarre una spada da una roccia sarebbe infatti una metafora della costruzione di una spada e della sua estrazione dalla forma dopo la fusione.
* Altre supposizioni si basano sul fatto che Artù fosse Artuir mac Áedán, figlio di re Áedán mac Gabráin della Dalriada, un signore della guerra scozzese che guidò gli Scoti di Dalriada contro i Pitti. Secondo questa teoria, Artù avrebbe quindi svolto le sue azioni di guerra soprattutto nella regione tra il Vallo di Adriano e quello di Antonino (area del Gododdin). Per alcuni Artù potrebbe addirittura essere stato lo stesso Áedán mac Gabráin. E c'è chi pensa che Artù avrebbe comandato una coalizione di celti cristiani contro gli invasori pagani, riuscendo a tenerli lontani per un centinaio d'anni circa.
* In un articolo apparso su Focus Storia si cita la possibilità che la figura di re Artù possa essere stata ispirata dall'ultimo comandante militare di un territorio romano che sopravvisse allo smembramento dell'Impero Romano d'Occidente in regni romano-barbarici.
A ogni modo, si hanno svariati omonimi, o persone con nomi simili, nella sua generazione e si può pensare che siano poi stati riuniti dalle credenze popolari e tramandati come se fossero un'unica entità. Ed ecco così spuntare Arthnou, un principe di Tintagel (in Cornovaglia), che visse nel VI secolo, oppure Athrwys ap Meurig, re del Morgannwg (odierno Glamorgan) e del Gwent (due aree del Galles). Artù potrebbe quindi essere un semplice collage di tutte queste figure mitologiche o storiche.
## Artù figura leggendaria
Il nome Artù, che come nome proprio di persona risulta storicamente attestato nella Pietra di Artù, in lingua celtica continentale significa orso, simbolo di forza, stabilità e protezione, caratteri anche questi ben presenti in tutta la leggenda. Un'interessante ipotesi è stata recentemente prospettata da alcuni storici britannici consulenti dell'ente televisivo statale BBC circa l'origine del nome "Arthur". Esso, a loro dire, potrebbe infatti derivare dall'unione del termine bretone "Arth" (che significa "Orso"), con l'analogo termine di derivazione latina "Ursus". Dal vocabolo ancestrale "Arth - Ursus" sarebbe derivato "Arthur". Nella civiltà celtica gli uomini avevano come nome proprio quello di un animale che sceglievano per sottolineare un tratto fisico o caratteriale, e l'orso è l'animale simbolo per eccellenza della regalità. Anche sulla base del suo nome, una scuola di pensiero ritiene che la figura di Artù non abbia nessuna consistenza storica e che si tratterebbe di una semi-dimenticata divinità celtica poi trasformata dalla tradizione orale in un personaggio realmente esistito, come sarebbe accaduto per Lir, dio del mare, divenuto poi re Lear. In gallese la parola arth significa "orso" e tra i celti continentali (anche se non in Britannia) esistevano molte divinità-orso chiamate Artos o Artio. È probabile che queste divinità siano state portate dai Celti in Britannia. Va anche notato che la parola gallese arth, quella latina arctus e quella greca arctos significano "orso". Inoltre, Artù è chiamato l'"Orso di Britannia" da alcuni scrittori. "Arktouros" ("Arcturus" per i Romani, e "Arturo" in italiano), ovvero "guardiano dell'orsa", era il nome che i Greci davano alla stella in cui era stato trasformato Arkas, o Arcade, re dell'Arcadia e figlio di Callisto, che invece era stata trasformata nella costellazione dell'Orsa Maggiore ("Arctus" per i Romani). Altre grafie esistenti del suo nome sono Arzur, Arthus o Artus. L'epiteto di "Pendragon" gli viene invece dal padre, Uther Pendragon.
## Antiche tradizioni
Artù appare per la prima volta nella letteratura gallese: in un antico poema in questa lingua, Y Gododdin (circa 594), il poeta Aneirin (535-600) scrive di uno dei suoi sudditi che lui "nutriva i corvi neri sui baluardi, pur non essendo Artù". A ogni modo, questo poema è ricco di inserimenti posteriori e non è possibile sapere se questo passaggio sia parte della versione originale o meno. Possiamo però fare riferimento ad alcuni poemi di Taliesin, che sono presumibilmente dello stesso periodo: The Chair of the Sovereign, che ricorda un Artù ferito; Preiddeu Annwn ("I Tesori di Annwn"), cita "il valore di Artù" e afferma che "noi partimmo con Artù nei suoi splendidi labours"; poi il poema Viaggio a Deganwy, che contiene il passaggio "come alla battaglia di Badon con Artù, il capo che organizza banchetti/conviti, con le sue grandi lame rosse dalla battaglia che tutti gli uomini possono ricordare".
Un'altra citazione è nell'Historia Brittonum, attribuita al monaco gallese Nennio, che forse scrisse questo compendio dell'antica storia del suo paese nell'anno 830 circa. Nuovamente, quest'opera ci descrive Artù come un "comandante di battaglie", piuttosto che come un re. Due fonti distinte all'interno di questo scritto ricordano almeno 12 battaglie in cui avrebbe combattuto, culminando con la battaglia del Monte Badon, dove si dice abbia ucciso, da solo/con una sola mano, addirittura 960 avversari.
Secondo gli Annales Cambriae, Artù sarebbe stato ucciso durante la battaglia di Camlann nel 537.
Appare inoltre in numerose vitae di santi del VI secolo, ad esempio la vita di san Iltud, che alla lettura sembra essere scritta verso il 1140, dove si dice che Artù fosse un cugino di quell'uomo di chiesa. Molte di queste opere dipingono Artù come un fiero guerriero, e non necessariamente moralmente impeccabile come nei successivi romanzi. Secondo la Vita di san Gildas (morto intorno all'anno 570), opera scritta nell'XI secolo da Caradoc di Llancarfan, Artù uccise Hueil, fratello di Gildas, un pirata dell'isola di Man.
Attorno al 1100 Lifris di Llancarfan asserisce nella sua Vita di san Cadoc che Artù è stato migliorato da Cadoc. Cadoc diede protezione a un uomo che aveva ucciso tre dei soldati di Artù, che ricevé del bestiame da Cadoc come contropartita per i suoi uomini. Cadoc glielo portò come richiesto, ma quando Artù prese possesso degli animali, questi furono trasformati in felci. Il probabile scopo originale di questa storia sarebbe quello di promuovere l'accettazione popolare della nuova fede cristiana "dimostrando" che Cadoc aveva poteri magici attribuiti tradizionalmente ai druidi e così intensi da "battere" Artù. Avvenimenti simili sono descritti nelle tarde biografie medioevali di Carannog, di Padern e Goeznovius.
Artù compare anche nel racconto in lingua gallese Culhwch e Olwen, solitamente associata con il Mabinogion: Culhwch visita la corte di Artù per cercare il suo aiuto per conquistare la mano di Olwen. Artù, che è definito suo parente, acconsente alla richiesta e compie le richieste del padre di Olwen, il gigante Ysbaddaden (tra cui la caccia al grande cinghiale Twrch Trwyth). Questo può essere riportato alla leggenda dove Artù è dipinto come il capo della caccia selvaggia, un tema popolare che è ricordato anche in Bretagna, Francia e Germania.
Roger Sherman Loomis ha elencato questi esempi (Loomis 1972). Gervasio di Tilbury nel XIII secolo e due scrittori XV secolo assegnano questo ruolo ad Artù. Gervasio afferma che Artù e i suoi cavalieri cacciavano regolarmente lungo un antico tratto tra Cadbury e Glastonbury (che è ancora conosciuta come King Arthur's Causeway), e si pensa che lui e la sua compagnia di cavalieri possa essere vista a mezzanotte nella foresta di Brittany o Savoy in Gran Bretagna. Loomis allude a un cenno scozzese nel XVI secolo, e afferma che molte di queste credenze fossero ancora ricorrenti nel XIX secolo al Castello di Cadbury e in diverse parti della Francia. Più tardi parti del Trioedd Ynys Prydein, o Welsh Triads, menzionano Artù e collocano la sua corte a Celliwig in Cornovaglia. Celliwig è stata identificata con la città di Callington dagli anziani antiquari Celtici, ma Rachel Bromwich, l'ultima curatrice delle Welsh Triads, afferma che sia in realtà Kelly Rounds, una fortezza nei pressi della parrocchia celtica di Egloshayle.
## La spada di Artù
Nel Merlin di Robert de Boron, successivamente ripreso e continuato da Thomas Malory, re Artù ottiene il trono estraendo una spada da una roccia. Nel racconto estrarre la spada è possibile solo a colui che è "il vero re", inteso come l'erede di Uther Pendragon. In quello che viene chiamato Post-Vulgate Merlin, Excalibur, una spada magica, viene donata a re Artù dalla Dama del Lago dopo che Artù è già re (Artù ottiene la spada prendendola dalla mano della Dama che esce fuori da un lago e gli porge l'Excalibur). Secondo diverse fonti Artù distrugge la spada estratta dalla roccia mentre sta combattendo contro re Pellinore, per questo Merlino permetterà ad Artù di ottenere la Excalibur dal lago (così come citato in diversi romanzi tra cui King Arthur and His Knights e King Arthur and the legend of Camelot di Howard Pyle e naturalmente molti romanzi moderni basati sulla saga arturiana).
In questa versione la lama della spada è in grado di tagliare qualunque materiale e il suo fodero è in grado di rendere invincibile chiunque lo indossi. Alcune storie narrano che Artù sia riuscito a estrarre la spada dalla roccia, ottenendo così il diritto a diventare re (e quella spada era Excalibur), ma che l'abbia gettata via dopo che, tramite essa, uccise accidentalmente un suo cavaliere. Merlino allora gli consigliò di trovare una nuova lama, cosa che succede quando Artù riceve la spada dalla Dama del Lago. Anche questa nuova spada verrà chiamata da Artù "Excalibur" così da avere lo stesso nome della originale e precedente spada.
La spada appare la prima volta con il nome di Caliburn nel racconto di Goffredo di Monmouth.
## Artù nei media
### Teatro
Tra le rappresentazioni teatrali con soggetto re Artù si possono ricordare quella del 1923 di Laurence Binyon, con la musica di Edward Elgar, quella del 1937 di D. G. Bridson, con la musica di Benjamin Britten e quella di J. C. Carr, con la musica di Arthur Sullivan.
### Musica
Dalla leggenda arturiana sono state tratte anche delle opere musicali, tra cui King Arthur (1691) di Henry Purcell sul libretto di John Dryden. Il famoso compositore Richard Wagner pubblicò, nel 1865, Tristano e Isotta" di cui scrisse il libretto e la musica. Altre composizioni relative ad Artù sono The Birth of Arthur (1909) di Rutland Boughton su libretto di Reginald Buckley, Le Roi Arthus (1903) di Ernest Chausson e Guinevere (1886) di Hubert Parry. The Myths and Legends of King Arthur and the Knights of the Round Table è un album del 1975 di Rick Wakeman liberamente ispirato alle leggende arturiane.
### Cinema e televisione
Fin dai primi anni dello sviluppo del cinema e della televisione, sono state prodotte numerose opere riguardanti le storie di re Artù e, più in generale, della materia di Bretagna.
Nel film X-Men 2, Magneto legge nella sua cella il libro di T.H. White The Once and Future King; alla fine del film, Charles Xavier parla dello stesso libro alla sua classe di studenti, chiamandolo nella versione italiana Il re passato e futuro. Il titolo inglese è tuttavia visibile nella scena della cella, sia nel film che nella versione fumettistica tratta da esso.
### Videogiochi
Re Artù e le leggende a esso correlate, sono protagonisti di molti videogiochi. Ad esempio in Stronghold Legends, una delle campagne di gioco è dedicata ad Artù e ai cavalieri della tavola rotonda, mentre nel multigiocatore in rete Dark Age of Camelot ci sono molti riferimenti alla leggenda Arturiana. In Tzar: Excalibur e il Re Artù, la campagna principale del gioco ripercorre tutte le vicende, a partire da quando il giovane Artù estrae la spada dalla roccia, sino alle più importanti battaglie del suo esercito con i personaggi che orbitano attorno alla sua leggenda, Merlino compreso. Nella Visual Novel giapponese Fate/Stay Night appare come coprotagonista della storia una versione femminile di Re Artù, Artoria Pendragon, evocata come Servant di classe Saber. In questa versione Artoria era destinata a diventare re della Bretagna, come profetizzato da Merlino, e con l'aiuto di quest'ultimo, unico oltre alla sorellastra Morgana a sapere la verità, si è finta uomo in quanto a quei tempi non sarebbe stato permesso ad una donna di sedersi sul trono del Re.
### Fumetti e animazione
* Il personaggio di Artù compare nella serie a fumetti del Principe Valiant, e nella versione animata della stessa; il protagonista è infatti un giovane cavaliere che trova la corte di Camelot e diventa uno dei paladini del re.
* La figura di Artù ha fatto da ispirazione per il personaggio di Aquaman; diverse incarnazioni prendono a prestito caratteristiche varie, dalle origini al ruolo di re, oltre al possesso di un'arma magica; molte di esse sono state incluse nella versione del DCEU: nel film Aquaman il nome proprio Arthur viene dato al supereroe neonato quando il padre racconta alla madre la storia di re Artù; in seguito i genitori saranno divisi, e ad occuparsi della sua istruzione sarà il consigliere Vulko (figura di saggio affine a Merlino); egli metterà Arthur sulle tracce del tridente di Atlan, un'arma magica appartenuta ad un antico re di Atlantide e ritenuta simbolo del vero re della nazione; nella sua ricerca Arthur (uomo trasandato e volgare) sarà aiutato da Mera, una principessa di un altro regno (la sua Ginevra); ottenuto il tridente, metterà fine alla guerra tra i sette regni di Atlantide sconfiggendo il fratellastro (come Artù era fratellastro di Morgana e padre illegittimo di Mordred).
* Nella serie a fumetti dedicata agli X-Men, Magneto usa per un certo periodo un asteroide come base e rifugio per i mutanti, chiamandolo Avalon.
* In una avventura nel passato, Iron Man si ritroverà alla corte di Artù e combatterà con lui contro il Dottor Destino, il quale ha appreso la magia (tra gli altri) da Morgana.
* Nel cartone animato Gargoyles - Il risveglio degli eroi, alcune puntate mostrano personaggi e ambientazioni del ciclo arturiano; una storia è ambientata su Avalon e mostra il risveglio di Artù, che poi partirà verso il mondo esterno per reclamare la spada Excalibur.
* Nella serie animata Winx Club il cane di Roxy, la settima Winx, l'ultima fata della terra, la fata degli animali e la principessa ereditaria del regno delle fate della terra, si chiama Artù, in onore dell'omonimo leggendario.
## Artù nell'arte
Vi sono varie rappresentazioni di re Artù nell'arte. Si ricordano la statua nella Hofkirche di Innsbruck, il bassorilievo sull'archivolto della Porta della Pescheria della cattedrale di Modena e la raffigurazione sul mosaico di Otranto.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Andrea%2C_duca_di_York
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Andrea, duca di York
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# Andrea, duca di York
Andrea, duca di York (nome completo Andrea Alberto Cristiano Edoardo Mountbatten-Windsor, in inglese Andrew Albert Christian Edward Mountbatten-Windsor; Londra, 19 febbraio 1960), è un principe britannico, terzogenito e secondo figlio maschio della Regina Elisabetta II del Regno Unito e del Principe Filippo, Duca di Edimburgo e fratello minore del Re Carlo III. È attualmente ottavo in linea di successione al trono britannico.
## Biografia
### I primi anni e l'istruzione
Andrea nacque nella Belgian Suite di Buckingham Palace il 19 febbraio 1960, terzo figlio e secondo maschio della regina Elisabetta II e di Filippo, duca di Edimburgo, nonché terzo nipote della regina madre Elizabeth Bowes-Lyon. Egli venne battezzato nella Sala della Musica del palazzo reale l'8 aprile 1960 dall'arcivescovo di Canterbury, Geoffrey Fisher, e suoi padrini furono Henry, duca di Gloucester, la principessa Alexandra di Kent, John Elphinstone, XVII lord Elphinstone, Hugh FitzRoy conte di Euston e Georgina Kennard. Egli ebbe il nome del nonno paterno, il principe Andrea di Grecia.
Andrea fu il primo figlio nato da un monarca regnante in carica dai tempi della regina Vittoria. Come figlio di un sovrano, ottenne il titolo di Altezza Reale.
Come per i suoi fratelli maggiori, gli venne assegnata una governante a Buckingham Palace. Successivamente venne inviato alla Heatherdown Preparatory School e nel settembre 1973 a Gordonstoun, nel nord della Scozia, come prima di lui il padre Filippo di Edimburgo e il fratello maggiore Carlo, all'epoca principe del Galles. Dal gennaio al giugno del 1977 partecipò a uno scambio culturale organizzato con il Lakefield College School in Ontario. In seguito ottenne il diploma di livello A in inglese, storia, economia e scienze politiche. Andrea non frequentò l'università, preferendo invece iscriversi al Britannia Royal Naval College a Dartmouth.
### Il servizio militare
**La Royal Navy**
Nel novembre del 1978 venne annunciato che Andrea sarebbe stato arruolato dall'anno successivo nella Royal Navy e nel dicembre di quell'anno fece dei test attitudinali sportivi presso l'Aircrew Selection Centre della base aerea RAF di Biggin Hill, assieme ad altri test alla base aerea della marina denominata HMS Daedalus e alla base denominata HMS Sultan. Dal marzo all'aprile del 1979, venne incorporato nel Royal Naval College Flight, incominciando l'addestramento come pilota, qualificandosi come pilota di elicotteri e coscritto per 12 anni dall'11 maggio 1979. Il 1º settembre di quello stesso anno venne nominato Guardiamarina ed entrò al college di Dartmouth. Dal 1980 ottenne anche il brevetto del Green Beret commando course dei Royal Marines.
Dopo l'uscita da Dartmouth, il principe incominciò la propria formazione come pilota presso la Royal Air Force alla base RAF Leeming e successivamente presso la base aerea della marina di Culdrose, denominata HMS Seahawk, dove imparò a pilotare gli elicotteri Gazelle. Egli rimase in addestramento sino al 1982 quando venne assegnato al 820 Naval Air Squadron della Fleet Air Arm a bordo della HMS Invincible.
**La guerra delle Falkland**
Allo scoppio della guerra delle Falkland, la Invincible fu una delle due portaerei facenti parte della squadra navale impegnata all'epoca nell'operazione di riconquista delle isole. A ogni modo il fatto che un principe reale potesse essere ucciso in conflitto fece preoccupare il governo, che voleva il ritiro dalla prima linea del principe. Fu la madre a volere che Andrea restasse al suo posto: pertanto partecipò alle operazioni della squadriglia come pilota di Westland Sea King durante tutte le ostilità, con codice di chiamata H, operando tra l'altro come SAR (Search And Rescue, ovvero ricerca e soccorso) il recupero dei superstiti dell'Atlantic Conveyor, oltre che in missioni antisommergibile e antinave.
Dopo la cessazione delle ostilità, la Invincible fece ritorno a Portsmouth dove la regina e il principe Filippo si unirono alle altre famiglie per dare il benvenuto al ritorno del vascello e dei suoi marinai a bordo. Dopo quest'azione egli venne imbarcato sulla HMS Illustrious, prestò servizio alla RNAS Culdrose e frequentò la Joint Services School of Intelligence. Nel volume del comandante Nigel Ward, Sea Harrier Over the Falklands, il principe Andrea viene descritto come "un pilota eccellente e un promettente ufficiale".
**La carriera da ufficiale di marina**
Alla fine del 1983, Andrea venne trasferito alla RNAS Portland dove prese l'abilitazione al pilotaggio degli elicotteri Lynx e venne promosso al rango di tenente di vascello il 1º febbraio 1984, data in cui la regina lo nominò suo aiutante di campo personale. Prestò poi servizio all'estero sulla HMS Brazen come pilota sino al 1986, includendo anche alcune operazioni nel Mediterraneo come parte della Standing NATO Maritime Group 2, frequentando poi il Lieutenants' Greenwich Staff Course. Il 23 ottobre 1986 il principe venne trasferito e frequentò il corso di istruttore di elicotteri presso la RNAS Yeovilton e, dopo il brevetto, prestò servizio dal febbraio 1987 all'aprile 1988 come ufficiale del 702 Naval Air Squadron, presso la RNAS Portland, così come sulla HMS Edinburgh come ufficiale di guardia e assistente nocchiere sino al 1989.
Divenuto duca di York prestò servizio come flight lieutanant e pilota di Lynx HAS3 sulla HMS Campbeltown dal 1989 al 1991, periodo durante il quale ricoprì l'incarico di Force Aviation Officer (ufficiale di aviazione della forza navale, in sostanza referente per la componente aerea imbarcata) anche dello Standing NATO Maritime Group 1 mentre la Campbeltown batté bandiera della NATO nel Nord Atlantico dal 1990 al 1991. Egli superò gli esami di comandante di squadriglia il 16 luglio 1991 e frequentò il corso di Stato Maggiore di Camberley dall'anno successivo, completandolo e divenendo Lieutenant commander dal 1º febbraio, passando infine l'esame di comando di nave il 12 marzo 1992. Dal 1993 al 1994 ebbe il comando della HMS Cottesmore, un cacciamine della classe Hunt.
Dal 1995 al 1996 venne assegnato come Senior Pilot (il pilota più anziano in grado dopo il comandante di squadriglia) presso l'815 Naval Air Squadron –la più numerosa unità di volo dell'aviazione inglese– con l'incarico di supervisionare i voli e garantire il mantenimento della capacità operativa. Nominato Commander dal 27 aprile 1999, venne assegnato al Ministero della Difesa ove terminò la propria carriera nel 2001 come ufficiale del Direttorato Diplomatico dello Stato Maggiore della Royal Navy. Nel luglio di quell'anno terminò il servizio attivo e tre anni dopo venne nominato Capitano onorario, piuttosto che venire promosso al grado di Captain come da tradizione. Il 19 febbraio 2010, in occasione del suo cinquantesimo compleanno, è stato promosso al grado di Contrammiraglio.
### Matrimonio e discendenza
Il 23 luglio 1986 ha sposato Sarah Ferguson ed è stato nominato dalla regina duca di York, conte di Inverness e barone Killyleagh. Dal matrimonio ha avuto due figlie: l'8 agosto 1988 è nata la principessa Beatrice e il 23 marzo 1990 è nata la principessa Eugenia.
Andrea ha divorziato dalla moglie il 30 maggio 1996.
### Accuse di molestie e perdita dei gradi militari
Nel marzo 2011 la BBC News ha riferito che l'amicizia tra il principe Andrea e Jeffrey Epstein, un finanziere americano condannato per reati sessuali, stava producendo "un flusso costante di critiche", chiedendo che il principe si dimettesse dal suo ruolo di inviato commerciale. Il duca di York è stato criticato dai media anche dopo che Sarah Ferguson ha rivelato che Epstein aveva contribuito con £15.000 a pagare i suoi debiti. Nel luglio 2011 il ruolo del duca di York come inviato commerciale è stato interrotto e, secondo quanto riferito, ha tagliato tutti i legami con Epstein.
Il 30 dicembre 2014 un esposto al tribunale della Florida rappresentato dagli avvocati Bradley J. Edwards e Paul G. Cassell ha affermato che il principe Andrea era una delle diverse figure di spicco, tra cui "un ex primo ministro" e l'avvocato Alan Dershowitz, ad aver partecipato ad attività sessuali con una minorenne poi identificata con Virginia Roberts Giuffre, che è stata presumibilmente stuprata da Epstein. Una dichiarazione giurata della Giuffre era stata inclusa in una precedente causa del 2008 che accusava il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti di violare il Crime Victims Rights Act durante il primo procedimento penale contro Epstein, non permettendo a molte delle sue vittime di contestare il suo patteggiamento; il duca di York non era parte in causa.
Nel gennaio 2015 ci sono state nuove pressioni da parte dell'opinione pubblica e dei media verso Buckingham Palace per spiegare i rapporti del principe Andrea con Epstein. Buckingham Palace dichiarò che "qualsiasi insinuazione di comportamento inadeguato con minori è categoricamente falsa", ripetendo in seguito le smentite.
Dershowitz smentì con veemenza le accuse nella dichiarazione della Giuffre e cercò delle incongruenze nella causa. Edwards e Cassell hanno citato in giudizio Dershowitz per diffamazione nel gennaio 2015. Le due parti si sono accordate nel 2016 per un importo finanziario non divulgato. Epstein fece causa a Edwards per reato civile ma in seguito lasciò cadere la causa; nel dicembre 2018 Edwards ha intentato l'accusa di molestie con il risultato che Epstein ha presentato scuse pubbliche all'avvocato.
Virginia Giuffre (allora conosciuta con il nome da nubile di Virginia Roberts) affermò di aver fatto sesso con il principe Andrea in tre occasioni, ossia durante un viaggio a Londra nel 2001 quando aveva 17 anni e successivamente a New York e a Little Saint James nelle isole Vergini. Ha sostenuto che Epstein le ha pagato $15.000 per fare sesso con il principe a Londra. I registri dei voli dimostrano che il principe e la Giuffre si trovavano nei luoghi in cui ella sostiene siano avvenuta le molestie. All'epoca il principe Andrea e la Giuffre sono stati fotografati insieme con un braccio di lui attorno alla vita di lei, in una inquadratura in cui compare anche Ghislaine Maxwell in piedi sullo sfondo, sebbene i difensori di Andrea abbiano ripetutamente affermato che la foto è falsa e modificata. La Giuffre dichiarò di aver ricevuto pressione per fare sesso con il principe e che "non avrebbe osato rifiutare", temendo che Epstein avrebbe potuto farla "uccidere o rapire". Dall'inizio del 2015 le accuse non sono state esaminate in alcun tribunale.
Il 7 aprile 2015 il giudice Kenneth Marra ha stabilito che "le accuse sessuali fatte contro il principe Andrea nei documenti giudiziari depositati in Florida devono essere cancellate dai registri pubblici". Marra non si è pronunciato sul fatto che le affermazioni della Giuffre siano vere o false, specificando che potrebbe in seguito fornire prove quando il caso verrà portato in tribunale.
Nell'agosto 2019 i documenti del tribunale relativi a un caso di diffamazione tra la Giuffre e la Maxwell hanno rivelato che una seconda ragazza, Johanna Sjoberg, ha dimostrato che il principe Andrea le aveva messo una mano sul petto, mentre si trovava nella dimora di Epstein in posa per una foto con la sua marionetta Spitting Image. Lo stesso mese il duca di York rilasciò una dichiarazione, sostenendo "in nessuna fase del breve periodo trascorso con Epstein ho visto, assistito o sospettato qualsiasi comportamento del genere che successivamente ha portato al suo arresto e alla sua condanna", seppure abbia espresso rammarico per averlo incontrato nel 2010 dopo che Epstein si era già dichiarato colpevole di crimini sessuali per la prima volta. Il principe Andrea era stato fotografato nel dicembre 2010 mentre passeggiava con Epstein a Central Park durante una visita a New York City. Alla fine di agosto 2019 The New Republic ha pubblicato uno scambio di e-mail tra John Brockman ed Evgeny Morozov a partire dal settembre 2013, in cui Brockman menziona di aver visto un uomo britannico soprannominato "Andy" ricevere un massaggio ai piedi da due donne russe nella residenza di Epstein a New York durante la sua ultima visita al palazzo nel 2010.
In seguito alla causa intentata dalla Giuffre, il 13 gennaio 2022 la regina Elisabetta ha revocato il trattamento pubblico di "Altezza Reale" al Duca di York, che ha inoltre rimesso nelle sue mani i gradi militari di cui era stato insignito.
## Albero genealogico
| | Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni |
| - | - | - | - | - |
| | | | Giorgio I di Grecia | Cristiano IX di Danimarca |
| | | | Giorgio I di Grecia | Luisa d'Assia-Kassel |
| | | Andrea di Grecia e Danimarca | Giorgio I di Grecia | Luisa d'Assia-Kassel |
| | | Andrea di Grecia e Danimarca | Ol'ga Konstantinovna Romanova | Konstantin Nikolaevič Romanov |
| | | | Ol'ga Konstantinovna Romanova | Alessandra di Sassonia-Altenburg |
| | Principe Filippo, duca di Edimburgo | | Ol'ga Konstantinovna Romanova | Alessandra di Sassonia-Altenburg |
| | Principe Filippo, duca di Edimburgo | | Luigi di Battenberg | Alessandro d'Assia |
| | | | Luigi di Battenberg | Contessa Julia von Hauke |
| | | Alice di Battenberg | Luigi di Battenberg | Contessa Julia von Hauke |
| | | Alice di Battenberg | Vittoria d'Assia-Darmstadt | Luigi IV d'Assia |
| | | | Vittoria d'Assia-Darmstadt | Alice di Sassonia-Coburgo-Gotha |
| Andrea, Duca di York | | | Vittoria d'Assia-Darmstadt | Alice di Sassonia-Coburgo-Gotha |
| Andrea, Duca di York | | | Giorgio V del Regno Unito | Edoardo VII del Regno Unito |
| | | | Giorgio V del Regno Unito | Alessandra di Danimarca |
| | | Giorgio VI del Regno Unito | Giorgio V del Regno Unito | Alessandra di Danimarca |
| | | Giorgio VI del Regno Unito | Maria di Teck | Francesco di Teck |
| | | | Maria di Teck | Maria Adelaide di Cambridge |
| | Elisabetta II del Regno Unito | | Maria di Teck | Maria Adelaide di Cambridge |
| | Elisabetta II del Regno Unito | | Claude Bowes-Lyon, XIV conte di Strathmore e Kinghorne | Claude Bowes-Lyon, XIII conte di Strathmore e Kinghorne |
| | | | Claude Bowes-Lyon, XIV conte di Strathmore e Kinghorne | Frances Dora Smith |
| | | Elizabeth Bowes-Lyon | Claude Bowes-Lyon, XIV conte di Strathmore e Kinghorne | Frances Dora Smith |
| | | Elizabeth Bowes-Lyon | Lady Cecilia Cavendish-Bentinck | Rev. Charles Cavendish-Bentinck |
| | | | Lady Cecilia Cavendish-Bentinck | Louisa Burnaby |
## Titoli e trattamento
* 19 febbraio 1960–23 luglio 1986: Sua Altezza Reale il Principe Andrea
* 23 luglio 1986 - Oggi: Sua Altezza Reale il Principe Andrea, Duca di York
* in Scozia: Sua Altezza Reale il Principe Andrea, Conte di Inverness
* in Irlanda del Nord: Sua Altezza Reale il Principe Andrea, Barone Killyleagh
* 13 gennaio 2022 - oggi: il Principe Andrea, Duca di York.
Il titolo e trattamento completo di Andrea è il seguente: "Sua Altezza Reale il Principe Andrea Alberto Cristiano Edoardo, Duca di York, Conte di Inverness e Barone Killyleagh, Cavaliere Compagno Reale del Nobilissimo Ordine della Giarrettiera, Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Reale Vittoriano, Decorazione delle Forze Canadesi, Personale Aiutante di Campo di S.M.".
In seguito alla causa civile intentata contro di lui per abuso sessuale da Virginia Giuffre, il 13 gennaio 2022 la regina Elisabetta II ha revocato il privilegio di Andrea di usare il trattamento di Altezza Reale in ambito ufficiale e pubblico (ma gli è ancora possibile usufruire del trattamento in ambito privato), il quale ha anche rimesso nelle sue mani i gradi militari di cui era stato insignito. Tale titolatura è perciò attualmente in disuso.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Abde_Ezzalzouli
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Abde Ezzalzouli
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# Abde Ezzalzouli
Abdessamad Ezzalzouli, noto anche come Abde Ezzalzouli o con lo pseudonimo Ez Abde (in arabo عبد الصمد الزلزولي; Béni Mellal, 17 dicembre 2001), è un calciatore marocchino, attaccante del Betis e della nazionale marocchina.
## Carriera
### Club
Cresciuto nel settore giovanile dell'Hércules, debutta in prima squadra il 1º dicembre 2019 in occasione dell'incontro di Segunda División B pareggiato 0-0 contro l'Olot.
Il 31 agosto 2021 viene acquistato dal Barcellona. Esordisce con i blaugrana il 30 ottobre 2021 in occasione del pareggio per 1-1 contro l'Alavés.
Il 1º settembre 2022, Ezzalzouli rinnova il proprio contratto con i blaugrana sino al 2026, e contestualmente viene ceduto in prestito all'Osasuna, squadra con cui risulta decisivo nei quarti di finale di Copa del Rey contro il Siviglia, realizzando il gol della vittoria ai supplementari.
### Nazionale
Nel 2020 ha esordito nella nazionale marocchina Under-20.
Nel marzo 2022 viene convocato la prima volta dal Marocco, per disputare i playoff di qualificazione alla Coppa del Mondo, ma senza esordire.
Esordisce il 23 settembre 2022, nell'amichevole vinta 2-0 contro il Cile.
Nel novembre del 2022, è stato convocato dal CT Walid Regragui per disputare la fase finale dei Mondiali in Qatar, in cui ha registrato tre presenze, tutte da subentrato, con il Marocco capace di concludere il torneo al quarto posto. In seguito al risultato storico ottenuto, nel dicembre successivo Ezzalzouli e il resto della rosa marocchina sono stati insigniti dell'Ordine del Trono durante un ricevimento al Palazzo Reale di Rabat.
## Statistiche
### Presenze e reti nei club
Statistiche aggiornate al 30 novembre 2023.
| Stagione | Squadra | Campionato | Campionato | Campionato | Coppe nazionali | Coppe nazionali | Coppe nazionali | Coppe continentali | Coppe continentali | Coppe continentali | Altre coppe | Altre coppe | Altre coppe | Totale | Totale |
| - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| Stagione | Squadra | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti |
| 2019-2020 | Hércules B | TD | 17 | 5 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 17 | 5 |
| 2020-2021 | Hércules B | TD | 8 | 0 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 8 | 0 |
| Totale Hércules B | Totale Hércules B | Totale Hércules B | 25 | 5 | | - | - | | - | - | | - | - | 25 | 5 |
| 2019-2020 | Hércules | SDB | 4 | 0 | CR | 1 | 0 | - | - | - | - | - | - | 5 | 0 |
| 2020-2021 | Hércules | SDB | 17 | 2 | CR | 0 | 0 | - | - | - | - | - | - | 17 | 2 |
| Totale Hércules | Totale Hércules | Totale Hércules | 21 | 2 | | 1 | 0 | | - | - | | - | - | 22 | 2 |
| 2021-2022 | Barcellona B | PDR | 21 | 3 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 21 | 3 |
| 2021-2022 | Barcellona | PD | 10 | 1 | CR | 1 | 0 | UCL+UEL | 0 | 0 | SS | 1 | 0 | 12 | 1 |
| 2022-2023 | Osasuna | PD | 28 | 4 | CR | 6 | 2 | | - | - | | - | - | 34 | 6 |
| ago. 2023 | Barcellona | PD | 2 | 0 | CR | 0 | 0 | UCL | - | - | - | - | - | 2 | 0 |
| Totale Barcellona | Totale Barcellona | Totale Barcellona | 12 | 1 | | 1 | 0 | | 0 | 0 | | 1 | 0 | 14 | 1 |
| 2023-2024 | Betis | PD | 12 | 1 | CR | 1 | 2 | UCL | 5 | 1 | - | - | - | 18 | 4 |
| Totale carriera | Totale carriera | Totale carriera | 119 | 16 | | 8 | 2 | | 5 | 1 | | 1 | 0 | 133 | 19 |
### Cronologia presenze e reti in nazionale
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Marocco :
| Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
| - | - | - | - | - | - | - | - |
| 23-9-2022 | Cornellà de Llobregat | Marocco | 2 – 0 | Cile | Amichevole | - | 82’ 90+4’ |
| 27-9-2022 | Siviglia | Paraguay | 0 – 0 | Marocco | Amichevole | - | 76’ |
| 23-11-2022 | Al Khawr | Marocco | 0 – 0 | Croazia | Mondiali 2022 - 1º turno | - | 65’ |
| 6-12-2022 | Al Rayyan | Marocco | 0 – 0 dts (3 – 0 dtr) | Spagna | Mondiali 2022 - Ottavi di finale | - | 66’ |
| 14-12-2022 | Al Khor | Francia | 2 – 0 | Marocco | Mondiali 2022 - Semifinale | - | 78’ |
| 25-3-2023 | Tangeri | Marocco | 2 – 1 | Brasile | Amichevole | - | 77’ |
| 28-3-2023 | Madrid | Marocco | 0 – 0 | Perù | Amichevole | - | 62’ |
| 12-9-2023 | Lens | Marocco | 1 – 0 | Burkina Faso | Amichevole | - | 81’ |
| 14-10-2023 | Abidjan | Costa d'Avorio | 1 – 1 | Marocco | Amichevole | - | 66’ |
| 17-10-2023 | Agadir | Marocco | 3 – 0 | Liberia | Qual. Coppa d'Africa 2023 | - | 74’ |
| 21-11-2023 | Dar es Salaam | Tanzania | 0 – 2 | Marocco | Qual. Mondiali 2026 | - | 72’ |
| 17-1-2024 | San-Pédro | Marocco | 3 – 0 | Tanzania | Coppa d'Africa 2023 - 1° turno | - | 71’ |
| 21-1-2024 | San-Pédro | Marocco | 1 – 1 | RD del Congo | Coppa d'Africa 2023 - 1° turno | - | 63’ |
| 24-1-2024 | San-Pédro | Zambia | 0 – 1 | Marocco | Coppa d'Africa 2023 - 1° turno | - | 68’ |
| Totale | | Presenze | 14 | | Reti | 0 | |
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https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_dei_Santi_Filippo_e_Giacomo_%28Gavardo%29
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Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo (Gavardo)
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# Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo (Gavardo)
La chiesa dei Santi Filippo e Giacomo è la parrocchiale di Gavardo, in provincia e diocesi di Brescia; fa parte della zona pastorale della Morenica del Garda.
## Storia
La prima citazione di una chiesa a Gavardo è contenuta in due registri della Mensa vescovile risalenti al 1253; in un documento del 1300 s'apprende che questo edificio era di dimensioni troppo ristrette e che per questo il vescovo Berardo Maggi ne dispose l'ingrandimento, da attuarsi in concomitanza con la realizzazione del battistero.
Il campanile, realizzato sulla base di un'antica torre medievale, è attestato a partire del XVI secolo; nel 1537 la chiesa, dopo alcuni interventi di rimaneggiamento, venne riconsacrata.
Nel 1566 il vescovo Domenico Bollani, durante la sua visita pastorale, trovò che vi erano tre altari, saliti a quattro alcuni decenni dopo, come si legge in una relazione risalente al 1609.
Il portone in legno fu realizzato nel 1617 su commissione della Comunità Gavardese, mentre il portale in pietra e il protiro vennero costruiti nel Settecento.
Nel 1913 iniziarono i lavori di rifacimento della parrocchiale; l'edificio, che risultò al termine dell'opera notevolmente ampliato, venne ultimato nel 1915 e consacrato il 5 dicembre del medesimo anno dal vescovo Giacinto Gaggia.
Il nuovo pavimento della navata fu posto nel 1961 e nello stesso decennio la chiesa venne dotata dell'ambone e dell'altare postconciliare rivolto verso l'assemblea.
## Descrizione
### Esterno
La facciata a salienti della chiesa, rivolta a occidente, è suddivisa da una cornice marcapiano in due registri, entrambi scanditi da lesene; quello inferiore, affiancato dalle due strette ali laterali, presenta centralmente il portale d'ingresso, sormontato da un triangolare e protetto dal protiro, che si sorregge su colonnine, mentre quello superiore è caratterizzato dal rosone e coronato dal frontone.
Annesso alla parrocchiale è il campanile a pianta quadrata, la cui cella presenta una monofora per lato ed è coperta dal tetto a quattro falde.
### Interno
L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata rettangolare, sulla quale si affacciano le quattro cappelle laterali, introdotte da archi a tutto sesto, e le cui pareti sono scandite da lesene d'ordine composito sorreggenti la trabeazione modanata e aggettante sulla quale s'imposta la volta a botte; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, sopraelevato di alcuni gradini e chiuso dall'abside semicircolare.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Europonti_Spijkenisse
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Europonti Spijkenisse
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# Europonti Spijkenisse
Gli Europonti Spijkenisse (o Europonti di Spijkenisse), noti localmente in neerlandese come Spijkenisser Eurobruggen, sono un progetto di arti applicate attuato nella località neerlandese di Spijkenisse (oggi facente parte di Nissewaard), nella provincia dell’Olanda Meridionale.
Il progetto è stato realizzato nella zona residenziale di Het Land con l’approvazione del consiglio comunale della città, dell’ideatore originario Robert Kalina, della Banca dei Paesi Bassi e della Banca Centrale Europea, per un costo complessivo di circa 1,3 milioni di euro.
I ponti, ideati da Robin Stam e realizzati con cemento colorato, sono stati progettati per rappresentare le immagini sul retro delle banconote degli euro, risultando così essere, essendo i design di quest’ultime inventati per evitare eventuali favoritismi tra i paesi, metaforizzare l’unione ed il dialogo tra i popoli, e permettere la piena condivisione della cartamoneta da nazioni con storie e culture diverse, l’unico esempio reale e concreto di questi disegni, a cui, per l’appunto, s’ispirano.
## Cronologia di apertura
I ponti delle banconote da 10 e 50 euro sono stati aperti il 26 ottobre 2011, dall'allora commissario della regina dell'Olanda meridionale Jan Franssen.
Quelli delle banconote da 5 e 20 sono stati posizionati successivamente, ma con un solo lato che rappresentava le banconote.
Il ponte dei 200 euro è stato inaugurato il 17 ottobre 2012, mentre il 26 settembre 2013 sono stati collocati gli ultimi ponti rappresentanti le banconote da 100 e 500.
## Galleria d’immagini
| Valore | Apertura | Posizione |
| - | - | - |
| 5 euro | — | 51°50′58″N 4°20′24.9″E / 51.849444°N 4.34025°E51.849444; 4.34025 |
| 10 euro | 26/10/2011 | 51°51′08.7″N 4°20′16.9″E / 51.852417°N 4.338028°E51.852417; 4.338028 |
| 20 euro | — | 51°50′57.3″N 4°20′24.6″E / 51.84925°N 4.340167°E51.84925; 4.340167 |
| 50 euro | 26/10/2011 | 51°51′07.4″N 4°20′13.7″E / 51.852056°N 4.337139°E51.852056; 4.337139 |
| 100 euro | 26/09/2013 | 51°50′55.9″N 4°20′22″E / 51.848861°N 4.339444°E51.848861; 4.339444 |
| 200 euro | 17/10/2012 | 51°50′59.5″N 4°20′27.4″E / 51.849861°N 4.340944°E51.849861; 4.340944 |
| 500 euro | 26/09/2013 | 51°51′04.5″N 4°20′08.3″E / 51.85125°N 4.335639°E51.85125; 4.335639 |
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https://it.wikipedia.org/wiki/Peugeot_3008_%282016%29
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Peugeot 3008 (2016)
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# Peugeot 3008 (2016)
La Peugeot 3008 II è la seconda generazione dell'omonimo SUV prodotta dalla casa automobilistica francese Peugeot dal 2016 al 2023.
## Presentazione e profilo
La presentazione alla stampa è avvenuta il 23 maggio 2016, prima della presentazione pubblica al salone dell'automobile di Parigi del 2016. Viene commercializzata nel mese di ottobre 2016 ed è in concorrenza con Renault Kadjar, Nissan Qashqai e Volkswagen Tiguan. Per il mercato cinese, è prevista una versione a passo allungato che assume il nome di Peugeot 4008, come il SUV di derivazione Mitsubishi ASX prodotto dal 2012 al 2017 e, tra l'altro, sostituito dalla 3008 di seconda generazione. La 3008 è assemblata in Francia nello stabilimento PSA di Sochaux. Nel marzo del 2017 si aggiudica il premio Auto dell'anno, battendo le concorrenti Alfa Romeo Giulia e Mercedes Classe E.
## Design
Mentre la generazione precedente era un "mix" tra un crossover SUV e un MPV compatto, Gilles Vidal e il suo team hanno disegnato la 3008 come un vero e proprio SUV di medie dimensioni, contenente tutti i tratti caratteristici della categoria. Il suo stile generale è ispirato al prototipo Peugeot Quartz, da cui riprende anche la griglia anteriore e il frontale col logo del leone al centro della mascherina, che viene anche usato sul concept car Peugeot Exalt. La 3008 ha abbandonato il portellone diviso in due parti con ribaltina della vecchia generazione, per adottare un più normale portellone singolo con un piano di scorrimento dei sedili più efficiente per contenere il peso.
L'interno è stato disegnato dal designer Bertrand Rapatel (direttore del Interior Design Peugeot) e la sua squadra. Con la 3008 ha debuttato, per la prima volta su una Peugeot, una nuova versione del cruscotto "I-Cockpit" con un pannello completamente digitale per la strumentazione di bordo e un nuovo volante a doppia razza dalla forma esagonale.
In Cina, la vettura è venduta in una versione leggermente modificata e viene denominata 4008. Rispetto alla 3008, la 4008 vede aumentare la sua lunghezza da 4,45 m a 4,51 m e il passo da 2,675 m a 2,73 m, consentendo di migliorare l'abitabilità interna. I motori sono un 1.6 turbocompresso da 167 CV e un 1.8, anch'esso turbocompresso da 205 CV. La 4008 cinese si affianca alla 3008 cinese, proponendosi come modello di categoria superiore.
## Telaio
La seconda generazione della 3008, così come per la versione a passo lungo 4008 per la Cina, è basata sulla nuova piattaforma EMP2, già utilizzata dalla Citroën C4 Picasso/Grand C4 Picasso, dalla Peugeot 308/308 SW, dalla Peugeot 408 (prodotta e venduta solo in Cina), e dai furgoni Citroën SpaceTourer, Toyota ProAce II e Peugeot Expert.
## Sistemi di sicurezza
La dotazione di sicurezza della Peugeot 3008 dispone dei sistemi ADAS (Advanced Driver Assistance Systems) di ultima generazione che riducono le fonti di pericolo su strada proponendo diversi equipaggiamenti di sicurezza, grazie alle quali ha ottenuto 5 stelle nei crash test Euro NCAP:
* Active Safety Brake (frenata automatica d'emergenza) e Distance Alert (allarme di rischio collisione);
* Active Lane Departure Warning (sistema attivo di avviso di superamento involontario della linea di carreggiata);
* Driver Attention Allert (sistema di monitoraggio dell’attenzione del conducente);
* High Beam Assist (commutazione automatica degli abbaglianti);
* Speed Limit Detection (lettura dei cartelli stradali con raccomandazione del limite di velocità);
* Adaptive Cruise Control con funzione Stop (regolatore di velocità adattativo con arresto del veicolo, disponibile solo col cambio automatico);
* Active Blind Corner Assist (sistema attivo di monitoraggio dell’angolo cieco).
## Motorizzazioni
La seconda generazione della Peugeot 3008 è stata equipaggiata con motori endotermici a gasolio PSA BlueHDi con cilindrate che vanno dal 1.5 al 1.6 fino al 2.0 BlueHDi e benzina con il 1.2 PureTech da 130 CV e con il restyling il 1.2 PureTech EB Gen3 Mild-Hybrid; quest'ultimo ha portato un piccolo incremento di potenza di 6 cavalli passando da 130 a 136 CV e numerose migliorie come la riduzione degli attriti interni, la sostituzione della cinghia a bagno d'olio (fonte di diversi problemi) con una ben più resistente catena di distribuzione e l'utilizzo del ciclo Miller come ciclo di funzionamento. Essendo quest'ultimo mild hybrid, c'è un piccolo motore elettrico da 28 CV e 55 Nm alimentato con una tensione di 48V da una batteria di 432 Wh posizionata sotto il sedile del guidatore. Il motore elettrico è inglobato all'interno del nuovo cambio e-DCS6, ovvero un cambio a doppia frizione a 6 rapporti. Oltre ai benzina più piccoli c'è anche il 1.6 PureTech tradizionale da 180 CV e la Plug-in Hybrid con due livelli di potenza 180 e 225 CV. Quest'ultimo può anche essere disponibile con la versione top di gamma Hybrid4 da 304 CV e la trazione integrale ottenuta non con un albero di trasmissione tradizionale, ma bensì con un motore elettrico posizionato al posteriore da 113 CV e 166 Nm. La maggior parte delle versioni sono disponibili con il cambio o automatico a 6 rapporti (i primi modelli prodotti) EAT6 o automatico ad 8 rapporti EAT8 ed e-EAT8 per le versioni ibrido plug-in. Infine è anche disponibile il cambio manuale a 6 rapporti.
## Evoluzione
### Restyling 2020
Nel 2020 viene sottoposto ad restyling. In questo aggiornamento viene rivista solamente l'estetica, mantenendo la stessa meccanica. Esteticamente, la vettura presenta un inedito frontale, con nuovi gruppi ottici più lunghi e sottili che arrivano fin all'interno della calandra e la nuova firma luminosa delle luci diurne che scendono dall'alto verso il basso, come sulla berlina 508 II. La griglia frontale è più grande, più larga, priva di cornice e che si estende in larghezza fin sotto i fari.
Anche la parte bassa del fascione e dei paraurti viene rivista. La fincata non viene aggiornata, se non il disegno dei cerchi che vanno dai 17" della base per passare ai 18" fino ai 19 delle top di gamma. Il posteriore non cambia se non per i fari che portano un nuovo disegno simile a quello visto sulla 508 e diventano di plastica trasparente non colorati, mentre i precedenti che rimangono ma solo per le versioni meno costose. Nell'interno viene rivista la leva del cambio la quale viene sostituita da una più semplice levetta simile a quella usata nella 308 II.
Nel mese di Febbraio del 2023 viene sostituito il motore 1.2 PureTech da 130 CV in favore del nuovo 1.2 PureTech EB Gen3 Mild-Hybrid da 136 CV dotato di cambio automatico a doppia frizione e-DCS6 a 6 rapporti.
## Riepilogo caratteristiche
Peugeot 3008 II (dal 2016) :
| Modello | Cilindrata | Alimentazione | Potenza CV/rpm | Coppia Nm/rpm | Cambio/ N°rapporti | Massa a vuoto (kg) | Velocità max | Acceler. 0–100 km/h | Consumo (l/100 km) | Emissioni $CO_2/$ (g/km) | Anni di produzione |
| - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| Versioni a benzina ||||||||||||
| 1.2 PureTech 130 MT6 | 1199 | Benzina 3 cilindri in linea | 131/5000 | 230/1750 | Manuale 6 $marce^1$ | 1.250 | 188 | 10"8 | 5,1 | 124 | dal 10/2016 |
| 1.2 PureTech 130 EAT6 | 1199 | Benzina 3 cilindri in linea | 131/5000 | 230/1750 | Automatico a 6 marce | 1.345 | 178 | 10"9 | 5.5 | 144 | 10/2016-07/2018 |
| 1.2 PureTech 130 EAT8 | 1199 | Benzina 3 cilindri in linea | 131/5000 | 230/1750 | Automatico a 8 marce | 1.395 | 187 | 9"7 | 6.3 | 144 | 07/2018-02/2023 |
| 1.2 PureTech 136 Mild-Hybrid e-DCS6 | 1199 | Benzina 3 cilindri in linea | 136/5500 | 230/1750 | Automatico doppia frizione a 6 marce | 1.478 | 190 | 10 | 5.6 | 126 | dal 02/2023 |
| 1.6 THP 165 EAT6 | 1598 | Benzina 4 cilindri in linea | 165/6000 | 240/1400 | Automatico 6 rapporti | 1.300 | 206 | 8"9 | 6 | 136 | 10/2016-07/2018 |
| 1.6 PureTech 180 EAT8 | 1598 | Benzina 4 cilindri in linea | 180/6000 | 250/1750 | Automatico 8 rapporti | 1.300 | 222 | 8"8 | 5,8 | 131 | dal 08/2018 |
| 1.6 PureTech 180 Plug-in Hybrid e-EAT8 | 1598 | Benzina 4 cilindri in linea | 180 (150+110)/ 4250-6000 | 360/ 1500-3000 | Automatico 8 rapporti + motore elettrico e-EAT8 | 1.763 | 215 | 9 | 1.4 | 30 | dal 2022 |
| 1.6 PureTech 225 Plug-in Hybrid e-EAT8 | 1598 | Benzina 4 cilindri in linea | 225 (180+110)/ 6000 | 360/ 1500-3000 | Automatico 8 rapporti + motore elettrico e-EAT8 | 1.763 | 225 | 8.7 | 1.4 | 30 | dal 2020 |
| 1.6 PureTech 304 Plug-in Hybrid4 e-EAT8 | 1598 | Benzina 4 cilindri in linea | 300 (180+110+113)/ 6000 | 540/ 1500-3000 | Automatico 8 rapporti + motore elettrico e-EAT8 | 1.928 | 236 | 5.8 | 1.6 | 33 | dal 2020 |
| Versioni diesel ||||||||||||
| 1.5 BlueHDi 130 MT6 | 1499 | Diesel 4 cilindri in linea | 131/3750 | 300/1750 | Manuale 6 $marce^2$ | 1.300 | 192 | 10"8 | 4,2 | 109 | 11/2017-02/2023 |
| 1.5 BlueHDi 130 EAT8 | 1499 | Diesel 4 cilindri in linea | 131/3750 | 300/1750 | Automatico 8 marce EAT8 | 1.505 | 192 | 11.4 | 4 | 102 | dal 2017 |
| 1.6 BlueHDi 100 MT6 | 1560 | Diesel 4 cilindri in linea | 100/3750 | 254/1750 | Manuale 6 $marce^1$ | 1.300 | 174 | 13"1 | 4 | 104 | 10/2016-11/2018 |
| 1.6 BlueHDi 120 MT6 | 1560 | Diesel 4 cilindri in linea | 120/3500 | 300/1750 | Manuale 6 $marce^1$ | 1.304 | 189 | 11"2 | 4 | 104 | 10/2016-11/2018 |
| 2.0 BlueHDi 150 EAT6 | 1997 | Diesel 4 cilindri in linea | 150/4000 | 370/2000 | Manuale 6 marce | 1.425 | 207 | 9"6 | 4,7 | 121 | 10/2016-05/2018 |
| 2.0 BlueHDi 180 EAT8 | 1997 | Diesel 4 cilindri in linea | 180/3750 | 400/2000 | Automatico 8 rapporti | 1.465 | 211 | 8"9 | 4,8 | 124 | 10/2016-11/2017 |
## Attività sportiva
### Peugeot 3008 DKR
Dopo due stagioni, la Peugeot 2008 DKR è sostituita al Rally del Marocco nell'ottobre 2016 dalla Peugeot 3008 DKR, che successivamente nel gennaio 2017 ha vinto la Dakar, occupando le prime tre posizioni nella classifica generale finale.
## Riconoscimenti
* Auto dell'anno 2017
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876,250 |
https://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Pia_Di_Meo
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Maria Pia Di Meo
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# Maria Pia Di Meo
Maria Pia Di Meo, pseudonimo di Maria Pia Tempestini (Roma, 23 settembre 1939), è un'attrice, doppiatrice e direttrice del doppiaggio italiana.
## Biografia
Maria Pia Tempestini nasce a Roma il 23 settembre 1939, figlia d'arte degli attori Giotto Tempestini e Anna Di Meo, inizia da bambina nel 1944 a lavorare nel doppiaggio in teatro e alla radio, spesso accanto ai genitori.
Ha dato la voce fra le altre a Meryl Streep, Barbra Streisand, Audrey Hepburn, Julie Andrews, Joanne Woodward, Julie Christie, Ursula Andress, Sandra Dee, Shirley MacLaine, Susan Sarandon, Sally Field, Jane Fonda, Faye Dunaway, Vanessa Redgrave, Mia Farrow, Betty Buckley, Romy Schneider, Catherine Deneuve, Cher, Tippi Hedren, Paula Prentiss, Natalie Wood. Ha doppiato inoltre, per sei stagioni (150 episodi), più due film, il personaggio della Dr.ssa Michaela Quinn, alias Jane Seymour, nella celebre serie tv La signora del West.
Attiva anche nel cinema d'animazione Disney, ha dato la voce ad Aurora ne La bella addormentata nel bosco, ad Anita Radcliff ne La carica dei cento e uno, oltre che al personaggio di Mary Poppins. In questi film è sostituita nelle parti cantate da Tina Centi.
Ha interpretato anche spot pubblicitari e nel 2006 ha fatto una piccola apparizione nella quinta stagione della serie televisiva Un medico in famiglia, nel ruolo della madre di Emilio Villari.
## Doppiaggio
### Cinema
* Meryl Streep in Il disprezzo, Il cacciatore, Kramer contro Kramer, La mia Africa, Silkwood, Innamorarsi, Plenty, La morte ti fa bella, La stanza di Marvin, She-Devil - Lei, il diavolo, Prima e dopo, Cartoline dall'inferno, I ponti di Madison County, La musica del cuore, Un passo verso il domani, The Hours, Angels in America, Il ladro di orchidee, Fratelli per la pelle, Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi, Prime, Radio America, Il diavolo veste Prada, Leoni per agnelli, Rendition - Detenzione illegale, Un amore senza tempo, Il dubbio, Julie & Julia, The Iron Lady, Il matrimonio che vorrei, I segreti di Osage County, The Giver - Il mondo di Jonas, Into the Woods, Suffragette, Florence, The Post, Piccole donne, Don't Look Up
* Jane Fonda in In punta di piedi, Una domenica a New York, Crisantemi per un delitto, Il piacere e l'amore, La caccia, La calda preda, E venne la notte, A piedi nudi nel parco, Tre passi nel delirio, Barbarella, Tornando a casa, Arriva un cavaliere libero e selvaggio, Sindrome cinese, Il cavaliere elettrico, Agnese di Dio, Old Gringo - Il vecchio gringo, Lettere d'amore, Quel mostro di suocera, Peace, Love & Misunderstanding, E se vivessimo tutti insieme?, The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca, This Is Where I Leave You, Youth - La giovinezza, Padri e figlie, Le nostre anime di notte, 80 voglia di Brady
* Shirley MacLaine in Il giro del mondo in 80 giorni, L'appartamento, La ragazza del quartiere, Irma la dolce, La signora e i suoi mariti, Gambit - Grande furto al Semiramis, Sette volte donna (quattro episodi), La ruota di scorta della signora Blossom, Sweet Charity - Una ragazza che voleva essere amata, Oltre il giardino, In amore si cambia, Madame Sousatzka, Fiori d'acciaio, La vedova americana, Cara, insopportabile Tess, Scambio di identità, L'uomo dei miei sogni, In Her Shoes - Se fossi lei, Elsa & Fred, Adorabile nemica, [[Noelle (film 2019)|Noelle]
* Barbra Streisand in Funny Girl, Hello, Dolly!, L'amica delle 5 ½, Il gufo e la gattina, Ma papà ti manda sola?, Voglio la libertà, Come eravamo, Ma chi te l'ha fatto fare?, Funny Lady, È nata una stella, Ma che sei tutta matta?, Yentl, Pazza, Il principe delle maree, L'amore ha due facce, Mi presenti i tuoi?, Vi presento i nostri, Parto con mamma
* Catherine Deneuve in Caccia al maschio, La mia droga si chiama Julie, La bandera - Marcia o muori, Speriamo che sia femmina, Codice d'onore, Place Vendôme, Pola X, I re e la regina, Scatti rubati, L'eletto, Amore e musica, Asterix & Obelix al servizio di Sua Maestà, Elle s'en va, Bonne pomme - Nessuno è perfetto, All That Divides Us - Amore criminale
* Audrey Hepburn in Guerra e pace, Cenerentola a Parigi, Arianna, La storia di una monaca, Gli inesorabili, Colazione da Tiffany, Quelle due, Sciarada, Insieme a Parigi, My Fair Lady, Come rubare un milione di dollari e vivere felici, Due per la strada, Linea di sangue, ...e tutti risero, Always - Per sempre
* Sylva Koscina in Le fatiche di Ercole, Ercole e la regina di Lidia, Racconti d'estate, Totò nella luna, Totò a Parigi, Psicanalista per signora, Tempi duri per i vampiri, Femmine di lusso, L'assedio di Siracusa, Mariti in pericolo, Il triangolo circolare, Amore in 4 dimensioni, Guerra, amore e fuga, Justine, ovvero le disavventure della virtù
* Julie Andrews in Mary Poppins, Tutti insieme appassionatamente, Hawaii, Il sipario strappato, Millie, Un giorno... di prima mattina, Il seme del tamarindo, S.O.B., Victor Victoria, I miei problemi con le donne, Cin cin, Insieme per caso, L'acchiappadenti
* Sandra Dee in Il frutto del peccato, Uno sconosciuto nella mia vita, Lo specchio della vita, Il selvaggio e l'innocente, Ritratto in nero, Torna a settembre, Dimmi la verità, Giulietta e Romanoff, Una sposa per due, Il sole nella stanza, Prendila è mia, Quello strano sentimento
* Faye Dunaway in Amanti, Il compromesso, Il piccolo grande uomo, Delitti inutili, Bruciante segreto, La partita, Insoliti criminali, Gioco a due, Giovanna d'Arco, The Yards, The Bye Bye Man, Occhi di Laura Mars (ridoppiaggio),
* Romy Schneider in Sissi - Il destino di un'imperatrice, Il cardinale, Scusa, me lo presti tuo marito?, La piscina, Ludwig, Il montone infuriato, Male d'amore, L'importante è amare, Frau Marlene, Una donna alla finestra, Guardato a vista, La morte in diretta
* Catherine Spaak in Diciottenni al sole, La voglia matta, La matriarca, La noia, La parmigiana, Le monachine, Il marito è mio e l'ammazzo quando mi pare, Cari genitori, Il gatto a nove code, Con quale amore, con quanto amore, Un uomo dalla pelle dura
* Michèle Mercier in Le notti di Lucrezia Borgia, Le meraviglie di Aladino, Amore in 4 dimensioni, Angelica, Angelica alla corte del re, La meravigliosa Angelica, L'amante infedele, L'angelica avventuriera - Sole nero, Nella stretta morsa del ragno, Roma bene
* Susannah York in Freud - Passioni segrete, Tom Jones, La settima alba, Le sabbie del Kalahari, Un uomo per tutte le stagioni, Toccarlo... porta fortuna, Un colpevole senza volto, Alla 39ª eclisse, Ricominciare ad amarsi ancora, Piccolo grande amore
* Natalie Wood ne La diva, Il calice d'argento, Casa da gioco, Cenere sotto il sole, I giovani cannibali, Strano incontro, Donne, v'insegno come si seduce un uomo, Questa ragazza è di tutti, Penelope, la magnifica ladra, Bob & Carol & Ted & Alice
* Fanny Ardant in La signora della porta accanto, Finalmente domenica!, Benvenuta, Desiderio, Consiglio di famiglia, Occhi nel buio, Sabrina, Di giorno e di notte, La belle époque
* Antonella Lualdi in Pietà per chi cade, Casta Diva, Avanzi di galera, Altair (solo nella seconda scena), I giorni più belli, La notte brava, A doppia mandata, Appuntamento a Ischia, I mongoli
* Joanne Woodward in La donna dai tre volti, Missili in giardino, La lunga estate calda, Un urlo nella notte, L'urlo e la furia, Dalla terrazza, Paris Blues, Il mio amore con Samantha, Detective Harper: acqua alla gola
* Ursula Andress in Agente 007 - Licenza di uccidere, I 4 del Texas, La decima vittima, La caduta delle aquile, James Bond 007 - Casino Royale, Africa Express, Doppio delitto, La vera storia della rivoluzione francese
* Julie Christie in Il dottor Živago, Fahrenheit 451, Via dalla pazza folla, I compari, Shampoo, Il paradiso può attendere, Afterglow, Away from Her - Lontano da lei
* Elsa Martinelli in Donatella, Costa Azzurra, La risaia, Il cacciatore di indiani, La mina, Qualcuno ha tradito, Il processo, Il grande safari
* Vanessa Redgrave in Steaming - Al bagno turco, Un mese al lago, Mission: Impossible, Ragazze interrotte, Espiazione, Guerra imminente, Le stelle non si spengono a Liverpool, Georgetown
* Bibi Andersson in Il settimo sigillo, Il posto delle fragole, Alle soglie della vita, Il volto, L'occhio del diavolo, A proposito di tutte queste... signore, Persona, Lettera al Kremlino
* Carroll Baker in Il grande paese, Ma non per me, Jean Harlow, la donna che non sapeva amare, Il coltello di ghiaccio, Cyclone, La moglie vergine, Il diavolo a sette facce
* Ida Galli in Messalina Venere imperatrice, Fantasmi a Roma, Il crollo di Roma, Rififí ad Amsterdam, Assassination, Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue, Concerto per pistola solista
* Virna Lisi in Vite perdute, Il padrone delle ferriere, Il Tulipano Nero, Come uccidere vostra moglie, Le bambole, Arabella, La 25ª ora
* Charlotte Rampling in Spy Game, Baciate chi vi pare, Verso il sud, Angel - La vita, il romanzo, Il caos da Ana, Perdona e dimentica, Treno di notte per Lisbona
* Lee Remick in Fango sulle stelle, Il grande peccato, I giorni del vino e delle rose, Letti separati, Non si maltrattano così le signore, Inchiesta pericolosa, Il giorno più lungo di Scotland Yard
* Marisa Allasio in Ballata tragica, Ragazze d'oggi, Poveri ma belli, Belle ma povere, Marisa la civetta, Venezia, la luna e tu
* Candice Bergen in E ora: punto e a capo, Ricche e famose, Gandhi, Scherzare col fuoco, Tutta colpa dell'amore, Matrimonio impossibile
* Mylène Demongeot in Un amore a Roma, La battaglia di Maratona, Il ratto delle Sabine, Le donne sono deboli, Sotto dieci bandiere, I tre moschettieri
* Françoise Fabian in La mia notte con Maud, Torino nera, Una donna e una canaglia, L'idolo della città, Per amare Ofelia, LOL - Il tempo dell'amore
* Jill Ireland in Tre uomini in barca, Città violenta, L'uomo dalle due ombre, Qualcuno dietro la porta, Valdez il mezzosangue, Io non credo a nessuno
* Susan Sarandon in La forza dell'amore, L'olio di Lorenzo, Il cliente, Piccole donne, Igby Goes Down, Wall Street - Il denaro non dorme mai
* Jean Seberg in Buongiorno tristezza, Questa specie d'amore, Fino all'ultimo respiro, L'amante di 5 giorni, Airport, Camorra
* Capucine in Pugni, pupe e pepite, Il trionfo di Michele Strogoff, Anime sporche, Sulle orme della Pantera Rosa, I miei primi 40 anni
* Joan Collins in L'età della violenza, I sette ladri, La congiuntura, Agente 4K2 chiede aiuto, Amiche all'improvviso
* Alessandra Panaro in Gli innamorati, Lazzarella, Totò, Peppino e le fanatiche, Avventura a Capri, I ragazzi dei Parioli
* Debbie Reynolds in Il fidanzato di tutte, Pranzo di nozze, Il piacere della sua compagnia, Ciao, Charlie, Divorzio all'americana
* Giulia Rubini in I due compari, Porta un bacione a Firenze, Guaglione, David e Golia, Uno straniero a Paso Bravo
* Maggie Smith in Delitto sotto il sole, Scontro di titani, Hook - Capitan Uncino, La famiglia omicidi, The Miracle Club
* Claudine Auger in Agente 007 - Thunderball (Operazione tuono), Kali Yug, la dea della vendetta, Il mistero del tempio indiano, Reazione a catena
* Brigitte Bardot in La verità, Il disprezzo, Una adorabile idiota, Erasmo il lentigginoso
* Leslie Caron in Le quattro verità, Una ragazza da sedurre, La valle dei Comanches, Parigi brucia?
* Raffaella Carrà in Maciste l'uomo più forte del mondo, Ponzio Pilato, Rose rosse per Angelica, Giulio Cesare, il conquistatore delle Gallie
* Cher in Suspect - Presunto colpevole, Infedeli per sempre, Un tè con Mussolini, Prêt-à-Porter
* Angie Dickinson in Capitan Newman, Contratto per uccidere, L'arte di amare, Combattenti della notte
* Mia Farrow in Rosemary's Baby - Nastro rosso a New York, Cerimonia segreta, Valanga, Promesse e compromessi
* Edwige Fenech in Samoa, regina della giungla, Le Mans - Scorciatoia per l'inferno, Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave, L'insegnante viene a casa
* Anna Maria Ferrero in Febbre di vivere, La rivale, Cronache di poveri amanti, Il falco d'oro
* Kathryn Grant in Al centro dell'uragano, Off Limits - Proibito ai militari, Il 7º viaggio di Sinbad, Il grande circo
* Martha Hyer in L'impareggiabile Godfrey, Un marito per Cinzia, Qualcuno verrà, Il piede più lungo
* Shirley Jones in Carousel, Cavalcarono insieme, Il figlio di Giuda, Pepe
* Margot Kidder in Superman, Superman II, Superman III, Superman IV
* Carol Lynley in Innamorati in blue jeans, Elettroshock, Mentre Adamo dorme, Bunny Lake è scomparsa
* Vera Miles in Giacomo il bello, Jovanka e le altre, L'uomo che uccise Liberty Valance, Psycho II
* Giorgia Moll in Agi Murad, il diavolo bianco, Le tre "eccetera" del colonnello, I cosacchi, Il ladro di Bagdad
* Debra Paget in Il principe coraggioso, I sette ribelli, Fratelli rivali, I masnadieri
* Marisa Pavan in La rosa tatuata, L'uomo dal vestito grigio, Diana la cortigiana, Mezzanotte a San Francisco
* Suzanne Pleshette in Il ponticello sul fiume dei guai, 20 chili di guai!... e una tonnellata di gioia!, Scandalo in società, Nevada Smith
* Barbara Rush in Il letto di spine, Ragnatela d'inganni, I segreti di Filadelfia, I 4 di Chicago
* Jacqueline Sassard in Nata di marzo, Il magistrato, Arrivano i titani, Les biches - Le cerbiatte
* Ingeborg Schöner in Il cocco di mamma, Promesse di marinaio, Il corsaro della mezza luna, Letti sbagliati
* Jean Simmons in La mia terra, Spartacus, Al di là della vita, Due stelle nella polvere
* Barbara Steele in La maschera del demonio (nel ruolo di Katia Vajda), L'orribile segreto del dr. Hichcock, I lunghi capelli della morte, Danza macabra
* Gloria Talbott in Lucy Gallant, Secondo amore, Ho sposato un mostro venuto dallo spazio, Arriva Jesse James
* Jeanne Valérie in La giornata balorda, Labbra rosse, Tecnica di un omicidio, Attentato ai tre grandi
* Edy Vessel in Tipi da spiaggia, Risate di gioia, La guerra di Troia, Rocambole
* Marina Vlady in Le infedeli, Prima del diluvio, I peccatori guardano il cielo, Che la festa cominci...
* Anouk Aimée in Un uomo, una donna, Un uomo, una donna oggi, I migliori anni della nostra vita
* Claire Bloom in Karamazov, I giovani arrabbiati, La spia che venne dal freddo
* Joanna Cassidy in Blade Runner, Chi ha incastrato Roger Rabbit, The Grudge 2
* Doris Day in Tu sei il mio destino (ridoppiaggio), Fammi posto tesoro, Non disturbate
* Glenn Close in Cronisti d'assalto, Mary Reilly, Paradise Road
* Lorella De Luca in Nel segno di Roma, Poveri milionari, Bellezze sulla spiaggia
* Samantha Eggar in Il collezionista, Cammina, non correre, Il favoloso dottor Dolittle
* Rosemary Forsyth in Shenandoah - La valle dell'onore, Il principe guerriero, Texas oltre il fiume
* Mona Freeman in Massacro ai grandi pozzi, Le frontiere dell'odio, Prima dell'uragano
* Cristina Gajoni in Letto a tre piazze, Arrangiatevi, Un maledetto imbroglio
* Wandisa Guida in La vendetta di Ursus, Ercole contro Roma, Totò e Marcellino
* Sylvia Kristel in Tre simpatiche carogne, Letti selvaggi, Lezioni maliziose
* Marie Laforêt in Delitto in pieno sole, Il sentiero dei disperati, Poliziotto o canaglia
* Hope Lange in I giovani leoni, Sotto il segno del pericolo, Il granduca e mister Pimm
* Piper Laurie in Quattro donne aspettano, Ruby, Figli di un dio minore
* Tina Louise in L'agguato, Il boia, Missione compiuta stop. Bacioni Matt Helm
* Cherie Lunghi in Frankenstein di Mary Shelley, Un prete da uccidere, Hollywood brucia
* Ann-Margret in Angeli con la pistola, That's Amore - Due improbabili seduttori, Ogni maledetta domenica
* Marsha Mason in Goodbye amore mio!, Due giorni senza respiro, Solo quando rido
* Mary Murphy in La fossa dei dannati, La febbre del delitto, Ore disperate
* Anna Maria Pierangeli in I moschettieri del mare, La tortura del silenzio, Sodoma e Gomorra
* Jane Seymour in L'isola dei cavalli selvaggi, 2 single a nozze - Wedding Crashers, Appuntamento al buio
* Cybill Shepherd in Conseguenze pericolose, Il mistero della signora scomparsa, Uno strano caso
* Elke Sommer in Entrate senza bussare, Uno sparo nel buio, Un bikini per Didi
* Susan Strasberg in La tela del ragno, Picnic, Le avventure di un giovane
* Annette Strøyberg in Il carabiniere a cavallo, Anima nera, I Don Giovanni della Costa Azzurra
* Diane Varsi in I peccatori di Peyton, Un pugno di polvere, L'uomo che non voleva uccidere
* Tuesday Weld in In due è un'altra cosa, Paese selvaggio, C'era una volta in America
* Caroline Aaron in I colori della vittoria
* Noëlle Adam in Beato fra le donne
* Brooke Adams in Un uomo, una donna e una banca
* Maud Adams in Rollerball
* Janet Agren in Il commissario di ferro
* Anna Maria Alberghetti in Il Cenerentolo
* Jane Alexander in Per salire più in basso, La costa del sole
* Joan Allen in The Contender
* Karen Allen in S.O.S. fantasmi
* Harriet Andersson in Una vampata d'amore, Chiamata per il morto
* Eve Arden in Grease (ridoppiaggio)
* Elizabeth Ashley in L'uomo che non sapeva amare
* Stéphane Audran in Donne facili
* Tina Aumont in Troppo per vivere... poco per morire, Metello
* Lauren Bacall in Caro Babbo Natale
* Diane Baker in 9 ore per Rama, Krakatoa, est di Giava
* Ina Balin in Orchidea nera, La più grande storia mai raccontata
* Anne Bancroft in Nome in codice: Nina, Mr. Jones
* Christine Baranski in Due candidati per una poltrona
* Adrienne Barbeau in Due occhi diabolici
* Claudia Barrett in L'ultimo agguato
* Kathy Bates in Rat Race
* Nathalie Baye in Il ritorno di Martin Guerre
* Hilary Beane in Grazie a Dio è venerdì
* Jill Bennett in Brama di vivere
* Senta Berger in L'imboscata
* Marisa Berenson in Via Montenapoleone
* Tania Béryl in Gli amanti latini
* Sabine Bethmann in Il sepolcro indiano
* Jacqueline Bisset in Rossini! Rossini!, Doppio amore
* Karen Black in Capricorn One, Killer Fish - L'agguato sul fondo
* Joan Blackman in Il prezzo del successo, Blue Hawaii
* Ronee Blakley in Baltimore Bullet
* Susan Blu in Venerdì 13 parte VII - Il sangue scorre di nuovo
* Florinda Bolkan in Anonimo veneziano
* Barbara Bouchet in Non si sevizia un paperino, Colpo rovente
* Julie Bovasso in La febbre del sabato sera (ridoppiaggio)
* Sônia Braga in Il dittatore del Parador in arte Jack, Milagro
* Diane Brewster in Imputazione omicidio, Quantrill il ribelle
* Virginia Bryant in The Barbarians
* Betty Buckley in Frantic
* Geneviève Bujold in Assassinio su commissione, Due per un delitto
* Ellen Burstyn in The Fountain - L'albero della vita
* Dyan Cannon in Rapina record a New York
* Kate Capshaw in Ti presento un'amica
* Claudia Cardinale in La Pantera Rosa, La battaglia di Austerlitz
* Nadia Cassini in Scontri stellari oltre la terza dimensione
* Geraldine Chaplin in Assassinio allo specchio, The Broken Key
* Cyd Charisse in Due settimane in un'altra città
* Barrie Chase in Il promontorio della paura
* Lois Chiles in Moonraker - Operazione spazio
* Diane Cilento in Il terzo segreto
* Patricia Clarkson in Il miglio verde, Lars e una ragazza tutta sua
* Phyllis Coates in La strage di Frankenstein
* Dorothy Comingore in Quarto potere (ridoppiaggio 1966)
* Frances Conroy in Un amore a 5 stelle
* Jennifer Coolidge in Hot Movie - Un film con il lubrificante
* Isabelle Corey in Giovani mariti, Adorabili e bugiarde
* Aneta Corsaut in Fluido mortale
* Annette Crosbie in La scarpetta e la rosa
* Sinéad Cusack in O ti spogli o ti denuncio, V per vendetta
* Patricia Cutts in La battaglia del Mar dei Coralli
* Abby Dalton in Cole il fuorilegge
* Audrey Dalton in Tavole separate
* Tyne Daly in Telefon
* Mireille Darc in Intrigo a Parigi
* Judy Davis in C'eravamo tanto odiati
* Jean De Baer in 84 Charing Cross Road
* Radha Delamarter in Botte di Natale
* Sandy Dennis in Un provinciale a New York
* Melinda Dillon in Magnolia
* Faith Domergue in Selvaggio west
* Karin Dor in Agente 007 - Si vive solo due volte
* Marie Dubois in Jules e Jim
* Patty Duke in La valle delle bambole
* Britt Ekland in Gli intoccabili, Nell'anno del Signore
* Felicia Farr in Vento di terre lontane, L'ultima carovana
* Farrah Fawcett in Oltre ogni limite, Ci penseremo domani
* Tovah Feldshuh in Kissing Jessica Stein
* Andréa Ferréol in Lo zoo di Venere
* Sally Field in Forrest Gump
* Carrie Fisher in Undiscovered
* Frances Fisher in La casa di sabbia e nebbia
* Louise Fletcher in L'esorcista II - L'eretico, Una valigia a 4 zampe
* Yvonne Furneaux in A noi piace freddo...!, Il conte di Montecristo
* Teri Garr in Incontri ravvicinati del terzo tipo
* Nancy Gates in Mondo senza fine
* Mitzi Gaynor in Il jolly è impazzito, South Pacific
* Kirsten Gille in Il figlio dello sceicco
* Sheila Gish in Highlander - L'ultimo immortale
* Barbara Lee Govan in Fuga senza scampo
* Lee Grant in Swarm, Il profumo del potere
* Josephine Griffin in L'uomo che non è mai esistito
* Deborah Grover in False verità
* Haya Harareet in Ben Hur
* Yvonne Harlow in La sorella di Ursula
* Cassandra Harris in Solo per i tuoi occhi
* Harriet Sansom Harris in Betty Love
* Julie Harris in Gli invasati, Detective's Story
* Kathryn Harrold in Codice Magnum
* Dolores Hart in Amami teneramente, La via del male
* Jill Haworth in Prima vittoria
* Tippi Hedren in Gli uccelli, Marnie
* Wanda Hendrix in Sierra
* Katharine Hepburn in Susanna!, Il diavolo è femmina (ridoppiaggi)
* Barbara Hershey in Duca si nasce!, Occhio indiscreto
* Patricia Hodge in Intrigo a Hollywood
* Marianne Hold in Il prigioniero della montagna
* Sally Ann Howes in Citty Citty Bang Bang
* Mary Beth Hurt in D.A.R.Y.L.
* Anjelica Huston in Giardini di pietra, Martian Child - Un bambino da amare
* Lauren Hutton in Miliardi
* Joyce Ingalls in Taverna Paradiso
* Claude Jade in Non drammatizziamo... è solo questione di corna
* Jennifer Jones in Tenera è la notte
* Jane Kaczmarek in D.O.A. - Cadavere in arrivo
* Olga Karlatos in Agenzia Riccardo Finzi... praticamente detective
* Mabel Karr in Il colosso di Rodi
* Anna Kashfi in Cowboy
* Diane Keaton in Diritto d'amare
* Marthe Keller in Un attimo, una vita
* April Kent in Radiazioni BX: distruzione uomo
* Alice Kessler in Gli invasori
* Sally Kirkland in Seduzione a rischio
* Shirley Knight in Amore senza fine
* Magda Konopka in La notte dei serpenti
* Irina Kupchenko in Zio Vanja
* Valérie Lagrange in Morgan il pirata
* Gudrun Landgrebe in Interno berlinese
* Marina Langner in Banana Joe
* Dagmar Lassander in Quella villa accanto al cimitero
* Barbara Lawrence in Kronos, il conquistatore dell'universo
* Cloris Leachman in Charley e l'angelo
* Margaret Lee in Un mostro e mezzo, Da Berlino l'apocalisse
* Janet Leigh in L'infernale Quinlan, Tra moglie e marito
* Suzanna Leigh in Boeing Boeing, Paradiso hawaiano
* Virginia Leith in Giovani senza domani
* Melissa Leo in Prisoners
* Antje Lewald in Faust
* Fiona Lewis in Salto nel buio
* Phyllis Logan in L'inchiesta
* Beba Loncar in I giorni della violenza
* Claudine Longet in Hollywood Party
* Barbara Luna in Il diavolo alle 4
* Sue Lyon in Lolita
* Ann Magnuson in Cercasi l'uomo giusto
* Dorothy Malone in Artisti e modelle
* Kiti Mánver in Donne sull'orlo di una crisi di nervi, Il fiore del mio segreto
* Kika Markham in Atmosfera zero
* Louise Marleau in Contamination
* Carol Marsh in Dracula il vampiro
* Carmen Maura in La comunidad - Intrigo all'ultimo piano
* Mary McDonnell in I signori della truffa
* Monia Meflahi in Asterix & Obelix - Missione Cleopatra
* Frédérique Meininger in L'amante
* Julie Menard in Come rubammo la bomba atomica, ...e per tetto un cielo di stelle
* Dina Merrill in Operazione sottoveste, C'era una volta un piccolo naviglio
* Dolores Michaels in Cinque vie per l'inferno, Fermata per 12 ore
* Juliet Mills in Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?, Chi sei?
* Helen Mirren in Excalibur, Wonder: White Bird
* Ángela Molina in Ánimas
* Yvonne Monlaur in 3 straniere a Roma, Le spose di Dracula
* Elizabeth Montgomery in Le 5 mogli dello scapolo
* Rita Moreno in Il re ed io, West Side Story
* Michèle Morgan in Il porto delle nebbie (riedizione 1959)
* Cathy Moriarty in Cop Land, Un boss sotto stress
* Kate Nelligan in Qualcosa di personale, Ai confini della giustizia
* Maj-Britt Nilsson in Donne in attesa
* Magali Noël in Legge di guerra, I marziani hanno 12 mani
* Sheree North in In amore e in guerra
* Joan O'Brien in La battaglia di Alamo, Sherlocko... investigatore sciocco
* Margaret O'Brien in Il diavolo in calzoncini rosa
* Geneviève Page in El Cid
* Judy Parfitt in W.E. - Edward e Wallis
* Lara Parker in Hi, Mom! (primo doppiaggio)
* Leslie Parrish in Il villaggio più pazzo del mondo
* Dolly Parton in Nick lo scatenato
* Mary Peach in La veglia delle aquile
* Pina Pellicer in I due volti della vendetta
* Gigi Perreau in Il capitalista
* Maria Perschy in Il moralista
* Joanna Pettet in Due occhi di ghiaccio
* Silvia Pinal in Viridiana
* Mala Powers in Il colosso di New York
* Stefanie Powers in I 9 di Dryfork City, Crescendo... con terrore
* Paula Prentiss in Lo sport preferito dall'uomo, Buddy Buddy
* Micheline Presle in Intrigo a Stoccolma
* Ksenija Prohaska in Creators - The Past
* Liselotte Pulver in Tempo di vivere
* Prunella Ransome in Alfredo il Grande
* Lynn Redgrave in Hansel & Gretel, Kinsey
* Eva Renzi in Funerale a Berlino
* Emmanuelle Riva in Adua e le compagne, Parigi a piedi nudi
* Ginger Rogers in La maschera di mezzanotte (ridoppiaggio)
* Mimi Rogers in Chi protegge il testimone, Lost in Space - Perduti nello spazio
* Sydne Rome in Il mostro
* Katharine Ross in Donnie Darko, Un delfino per amico
* Carol Rossen in Fury
* Gena Rowlands in La strada a spirale, Gli esclusi
* Evelyn Rudie in Dono d'amore
* Janice Rule in Una strega in paradiso, Il vincitore
* Deborah Rush in Sono affari di famiglia
* Rita Rusić in Russicum - I giorni del diavolo
* Eva Marie Saint in Exodus
* Dominique Sanda in I fiumi di porpora
* Dany Saval in Un tipo lunatico (parte recitata)
* Greta Scacchi in Prova schiacciante, I ricordi di Abbey
* Gia Scala in Il sentiero della rapina
* Catherine Schell in La Pantera Rosa colpisce ancora
* Maria Schneider in Ultimo tango a Parigi, Baby Sitter - Un maledetto pasticcio
* Karin Schubert in Tutti per uno botte per tutti
* Édith Scob in Occhi senza volto
* Susan Scott in Passi di danza su una lama di rasoio, La morte accarezza a mezzanotte
* Sara Shane in Un re per quattro regine
* Cornelia Sharpe in Venom
* Victoria Shaw in Il kimono scarlatto, Incantesimo
* Elizabeth Shepherd in La tomba di Ligeia
* Ann Sheridan in Ero uno sposo di guerra (ridoppiaggio 1965)
* Beatriz Sheridan in Gaby - Una storia vera
* Mary Steenburgen in Philadelphia, Mi familia
* Frances Sternhagen in Le mille luci di New York
* Inger Stevens in Lama alla gola, I bucanieri
* Stella Stevens in Le folli notti del dottor Jerryll, Una fidanzata per papà
* Alexandra Stewart in Marcia nuziale, Contratto marsigliese
* Maureen Swanson in I cavalieri della Tavola Rotonda
* Yōko Tani in La mia geisha
* Elizabeth Taylor in I Flintstones, Alto tradimento (ridoppiaggio)
* Shelley Thompson in Labyrinth - Dove tutto è possibile
* Ingrid Thulin in I quattro cavalieri dell'Apocalisse
* Pamela Tiffin in Uno, due, tre!, Il vichingo venuto dal sud
* Lily Tomlin in Ho sposato un fantasma
* Mary Ellen Trainor in I Goonies
* Tamara Tunie in L'avvocato del diavolo
* Kathleen Turner in Cambio marito, Coppia d'azione
* Ann Twomey in The Confession
* Mary Tyler Moore in Gente comune
* Liv Ullmann in La vergogna, Passione
* Mamie Van Doren in Esecuzione al tramonto
* Nina Van Pallandt in American Gigolò
* Monique van Vooren in Divieto d'amore
* Chunchuna Villafañe in La storia ufficiale
* Jean Wallace in La paura bussa alla porta, Ginevra e il cavaliere di re Artù
* Rachel Ward in Il mistero del cadavere scomparso
* Sigourney Weaver in Un anno vissuto pericolosamente, Mistery
* Mary Webster in Il padrone del mondo
* Raquel Welch in Le fate, Bandolero!
* Helen Westcott in L'ultimo urrà
* Barbara Whiting in La jena di Oakland
* Susan Whitney in Nostra Signora di Fatima
* JoBeth Williams in Il grande freddo, Fermati, o mamma spara
* Anna Wintour in The September Issue
* Jane Wyatt in Rotta verso la Terra
* Trude Wyler in Il ladro del re
* Dana Wynter in L'invasione degli ultracorpi, Un generale e mezzo
* Grace Zabriskie in Inland Empire - L'impero della mente
* Susy Andersen in La legge dei gangsters
* Gabriella Andreini in Totò contro Maciste
* Femi Benussi in Requiem per un gringo
* Daniela Bianchi in A 007, dalla Russia con amore
* Maria Grazia Buccella in Il provinciale
* Gianna Maria Canale in Le avventure di Scaramouche
* Valeria Ciangottini in Don Camillo monsignore... ma non troppo
* Marisa Del Frate in Addio per sempre
* Dalila Di Lazzaro in Phenomena
* Silvia Dionisio in Ondata di piacere
* Maria Fiore in Ercole l'invincibile
* Sara Franchetti in Il medico della mutua
* Irene Galter in Cento anni d'amore, Il coraggio
* Rita Giannuzzi in Mi permette, babbo!
* Dorian Gray in La regina delle Amazzoni
* Nicoletta Machiavelli in Odia il prossimo tuo
* Silvana Mangano in Barabba (per alcune sequenze)
* Rossana Martini in Le bellissime gambe di Sabrina
* Lauretta Masiero in Ferragosto in bikini
* Sandra Milo in Erode il Grande
* Claudia Mori in Cerasella
* Enrico Olivieri in Menzogna, Bufere
* Luciana Paluzzi in La polizia sta a guardare
* Giovanna Ralli in La monaca di Monza
* Daniela Rocca in La vendetta dei barbari, Peccati d'estate
* Leonora Ruffo in Ercole al centro della Terra, Maciste contro il vampiro
* Rosanna Schiaffino in La congiura dei potenti, I briganti italiani
* Vira Silenti in Casa Ricordi
* Grazia Maria Spina in La tigre dei sette mari
* Elisabetta Velinska in Nel blu dipinto di blu
* Milly Vitale in Torna piccina mia!, Annibale
* Françoise Hardy in Il castello in Svezia
* Annette Crosbie ne La scarpetta e la rosa
* Voce narrante in Histoire d'O, L'età dell'innocenza
### Animazione
* Aurora (dialoghi) e sua madre, la Regina Leah in La bella addormentata nel bosco
* Madre di Piedino in Alla ricerca della Valle Incantata
* Regina Sofonisba in Thumbelina - Pollicina
* Regina Lillian in Shrek 2, Shrek terzo e Shrek e vissero felici e contenti
* Miss Kitty in Fievel conquista il West
* Madame Suliman in Il castello errante di Howl
* Anita Radcliff (dialoghi) in La carica dei cento e uno
* Felicity Fox in Fantastic Mr. Fox
* Barbra Streisand in South Park (episodio 1x12)
* Shuriki in Elena e il segreto di Avalor
* La malvagia Strega Gothel in Barbie Raperonzolo
* La regina in L'ape Maia - Il film e L'ape Maia - Le Olimpiadi di miele
* Signora (Rō-fujin) in Kiki - Consegne a domicilio (entrambi i doppiaggi)
* Nonna Emer in Mary e lo spirito di mezzanotte
### Televisione
* Meryl Streep in Olocausto, Big Little Lies - Piccole grandi bugie, Only Murders in the Building
* Ileana Jacket in Marilena, Cristal, Topazio
* Patricia Millardet in La Piovra IV-VII, X, Il bello delle donne
* Kathleen Turner in Friends
* Jane Seymour in La signora del West
* Jane Fonda in Grace and Frankie
* Jean Simmons in Alfred Hitchcock presenta, Solstizio d'inverno
* Barbara Hershey in C'era una volta
* Betty Buckley in La famiglia Bradford
* Rondi Reed in Mike & Molly
* Ángela Molina in Sangue caldo, Viso d'angelo
* Dalila Di Lazzaro in Disperatamente Giulia
* Bo Derek in L'onore e il rispetto
* Marla Adams e Sharon Farrell in Febbre d'amore
* Marcelline Collard in Venti del nord
* Betty Faria in Agua Viva
* Susana Monetti in Manuela
* Regina Lamm in Perla nera
* Dalila Colombo in Primavera, La signora in rosa
* Chony Fuentes in Gloria, sola contro il mondo
* Elisa Stella in La storia di Amanda
* Dilia Waikaran in La ragazza del circo
* Agustina Martin in Ines, una segretaria da amare
* Maria Concepción César in Grecia
* Christiane Torloni in Giungla di cemento
* Susana Cart in Principessa
* Marta Albertini in Lasciati amare
## Filmografia
### Attrice
**Cinema**
* Una pelliccia di visone, regia di Glauco Pellegrini (1956), come Maria Pia Tempestini
**Televisione**
* Una cattedrale per l'isola, di Jean Jacques Bernard, regia di Anton Giulio Majano (1960)
* Doppio gioco, regia di Anton Giulio Majano (1971)
* Una ricetta infallibile, di Manuel van Loggen, regia di Anton Giulio Majano (1974)
* Commesse, episodio Roberta, regia di Giorgio Capitani (1999)
* Il maresciallo Rocca 3, episodio Un grido nella notte, regia di Giorgio Capitani (2001)
* R.I.S. 3 - Delitti imperfetti, regia di Pier Belloni – serie TV, episodio 3x15 (2007)
* Distretto di Polizia 7 – serie TV, episodio 7x14 (2007)
* Un medico in famiglia, soltanto l'episodio 5×19, Un fidanzato di troppo, regia di Ugo Fabrizio Giordani (2007)
* La stagione dei delitti, soltanto l'episodio 2×06, Seduzione fatale, regia di Donatella Maiorca e Daniela Costantini (2007)
## Teatro
* Peer Gynt, di Henrik Ibsen, regia di Vittorio Gassman, prima al Teatro Valle di Roma il 22 dicembre 1950
* Signori buonasera, di Arnoldo Foà, regia di Arnoldo Foà, compagnia Pagnani-Ferzetti-Foà, Teatro Odeon di Milano (1957)
* Don Giovanni, di Molière, regia di Orazio Costa
* La Bella e la Bestia - Il Musical, regia di Glenn Casale, a Milano (2009-2010) e al Teatro Brancaccio di Roma (2010-2011)
## Prosa radiofonica Rai
* Chatterton, dramma di Alfred de Vigny, regia di Guglielmo Morandi, trasmesso il 10 giugno 1950
## Riconoscimenti
* Leggio d'oro
* 2007 – Miglior interpretazione femminile per il doppiaggio di Meryl Streep in Il diavolo veste Prada
* Festival del doppiaggio Voci nell'Ombra
* 2006 – X Targa "Gualtiero De Angelis"
* Romics
* 2005 – Premio alla Carriera femminile al Gran Galà del Doppiaggio
* Agave di Cristallo
* 2004 – Premio ai dialoghi cinematografici
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7,994,790 |
https://it.wikipedia.org/wiki/Pacific_Proving_Grounds
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Pacific Proving Grounds
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# Pacific Proving Grounds
Pacific Proving Grounds era il nome con cui il governo degli Stati Uniti d'America identificava una serie di luoghi localizzati nell'Oceano Pacifico, soprattutto nelle Isole Marshall, deputati allo svolgimento di test nucleari. Tali test, iniziati il 30 giugno 1946 con l'esecuzione del test Able, il primo dell'operazione Crossroads, nell'atollo di Bikini, si conclusero nel 1962, dopo l'esplosione di 105 ordigni nucleari.
Il 18 luglio 1947, gli USA siglarono un accordo con l'Organizzazione delle Nazioni Unite per la gestione delle isole della Micronesia con la creazione del Territorio fiduciario delle Isole del Pacifico, un'amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite situata in una zona ritenuta strategicamente importante dal governo statunitense che comprendeva circa 2 000 isole, sparse su una superficie di oltre 7800000 km² nell'Oceano Pacifico settentrionale. Cinque giorni dopo la firma dell'accordo, la Commissione per l'energia atomica degli Stati Uniti d'America istituì i Pacific Proving Grounds, per una superficie totale di oltre 360000 km².
Come detto, gli USA condussero ben 105 test nucleari, sia atmosferici che subacquei (ma non sotterranei) nel Pacifico, molti dei quali furono test ad elevata potenza, tanto che, sebbene i test nucleari condotti nelle Isole Marshall siano il 14% del totale di quelli effettuati dagli USA, la somma della potenza di questi test è pari all'80% del totale della potenza espressa da tutte le esplosioni nucleari statunitensi, con un valore pari a 210 Mt, di cui 15 espressi dal test Castle Bravo, condotto nel 1954, il più potente mai condotto dagli USA. Proprio quest'ultimo test fu tra i più criticati, poiché, a causa di errori nei calcoli della potenza espressa prevista, il fallout nucleare fu più ampio di quanto atteso, coinvolgendo molte delle isole circostanti l'area del test, diverse delle quali non erano state preventivamente evacuate.
Molte delle isole un tempo facenti parte dei Pacific Proving Grounds sono tutt'oggi ancora contaminate dal fallout nucleare, alcune così tanto da essere ritenute un posto non sicuro in cui vivere, e molti di quelli che abitavano sulle isole al tempo dei test hanno sofferto e stanno soffrendo di malattie evidentemente correlate alla radioattività. A partire dal 1956 gli Stati Uniti d'America hanno pagato ai marshallesi almeno 759 milioni di dollari come risarcimento per l'esposizione ai test nucleari. Non solo, in seguito all'incidente nel quale, durante il test Castle Bravo, fu affondato il peschereccio giapponese Daigo Fukuryu Maru, gli USA hanno pagato 15,3 milioni di dollari al Giappone.
In diversi studi è stato calcolato che circa l'1,6% dei cancri diagnosticati alla popolazione marshallese sia riconducibile ai test. Tali malattie sono la conseguenza dell'esposizione alle radiazioni ionizzanti provenienti dal fallout delle esplosioni depositatosi nel corso del periodo dei test (1948-1958) e dalle sorgenti residue di radioattività durante i dodici anni seguenti (1959-1970).
## Il Territorio fiduciario strategico
Il 18 luglio 1947, gli USA convinsero l'ONU, in quella che fu la prima e unica volta nella storia della Nazioni Unite, a designare le isole della Micronesia come territorio fiduciario strategico. La direttiva stabiliva che gli USA avrebbero dovuto "promuovere l'avanzamento economico e l'autosussitenza degli abitanti e che per raggiungere questo fine avrebbero...protetto gli abitanti dalla perdita delle loro terre e risorse...".
Il Territorio fu controllato dal quartier generale della marina militare statunitense situato a Guam fino al 1951, quando il controllo fu preso dal ministero degli interni USA, che lo amministrava da una base a Saipan, nelle Isole Marianne Settentrionali, il quale lo mantenne fino al 1986 (1994 nel caso della Repubblica di Palau), anno delle definitiva entrata in vigore del Trattato di Libera Associazione.
L'amministrazione del territorio da parte degli USA si rivelò sin da subito piuttosto problematica, se non del tutto disastrosa, basti pensare che, a dispetto della promessa di "proteggere gli abitanti", dal luglio 1946 al luglio 1947, i residenti dell'atollo di Bikini che erano stati ricollocati sul vicino atollo di Rongerik soffrirono la fame, cosicché, alla fine del 1947, anche sotto la pressione della stampa internazionale che criticava aspramente gli USA per essersi di fatto dimenticati di quelle persone (Harold Ickes, un politico ed editorialista statunitense, scrisse che "i nativi stanno effettivamente e letteralmente morendo di fame"), una squadra di investigatori statunitensi ordinò di ricollocarli nuovamente e immediatamente. Così, gli isolani furono infine spostati sull'isola di Kili, la quale però, non essendo circondata da una falesia, non garantiva ai nuovi abitanti il loro tradizionale stile di vita. Ancora nel 1971, dopo 25 anni di amministrazione statunitense, Patsy Mink, allora membro della Camera dei Rappresentanti per lo Stato delle Hawaii, affermava che "Dopo aver ottenuto il diritto di controllare la Micronesia, gli Stati Uniti hanno permesso che le isole stagnassero e decadessero nell'indifferenza e nelle mancanza di assistenza...La popolazione è tutt'oggi impoverita e priva dei beni che noi consideriamo essenziali - un'adeguata educazione, un decente posto in cui vivere, buoni livelli di salute e strutture sanitarie moderne".
### Esposizione alle radiazioni
Come detto, a causa dell'elevato numero di test atmosferici, e specialmente dell'incidente occorso in occasione del test Castle Bravo del 1954, molte delle isole facenti un tempo parte dei Pacific Proving Grounds risultano tuttora inabitabili a causa dell'elevato fallout nucleare conseguente ai test e la popolazione residente nelle isole ai tempi dei test ha visto aumentare l'incidenza di diversi tipi di cancro e malformazioni congenite.
In uno studio del 2010 è stato poi calcolato che circa l'1,6% (con un range che va dallo 0,4% al 3,4%) dei cancri diagnosticati ai marshallesi che furono potenzialmente esposti alle radiazioni ionizzanti è direttamente riconducibile ai test effettuati nelle isole tra il 1948 e il 1958. Più nel dettaglio, i cancri riconducibili ai test nucleari salgono al 55% del totale (con un range di incertezza che va dal 28% al 69%) nel caso degli abitanti esposti degli atolli di Rongelap e Ailinginae, al 10% (range dal 2,4% al 22%) per le persone esposte dell'atollo di Utirik e al 2,2% (range dallo 0,5% al 4,8%) e 0,8% (range dallo 0,2% all'1,8%), rispettivamente, per le popolazioni esposte delle regioni a media latitudine, incluso l'atollo di Kwajalein, e nella regione più meridionale delle Marshall, inclusa la capitale Majuro.
### Rimborso
Come detto, a partire del 1956, gli USA hanno pagato almeno 759 milioni di dollari come ricompensa agli abitanti delle Isole Marshall per la loro esposizione ai test nucleari statunitensi.
Nel giugno 1983, gli USA e le Isole Marshall hanno firmato il Trattato di Libera Associazione, il quale, tra le altre cose, ha garantito alla nazione insulare la completa indipendenza. I termini del trattato sono diventati effettivi dal 1986 e sono stati poi modificati nel 2003, con le modifiche divenute effettive nel 2004. In seguito al Trattato fu inoltre istituito il Tribunale per i Reclami Nucleari, a cui fu dato il compito di decidere l'entità dei rimborsi da elargire alle vittime del programma di test nucleari e alle loro famiglie, secondo quanto scritto nella sezione 177 del trattato. Le ricompense furono stabilite in 150 milioni di dollari da versare in un periodo di 15 anni agli abitanti degli atolli di Bikini, Enewetak, Rongelap e Utrik per il sostegno delle spese degli esami medici e radiologici e per venire incontro a tutti gli altri loro reclami. I pagamenti alla popolazione di Bikini iniziarono nel 1987 con un pagamento di 2,4 milioni di dollari diretto alla popolazione e con il versamento di 2,6 milioni in un fondo, il Bikini Claims Trust Fund, appositamente istituito e pensato per garantire agli isolani un interesse del 5% annuo.
Nel 1990, gli Stati Uniti d'America hanno anche approvato il Radiation Exposure Compensation Act, il quale permette di avanzare reclami in relazione ai test, non solo ai comuni cittadini ma anche a quelli impiegati attivamente nell'attuazione del test.
Il 5 marzo 2001, il Tribunale per i Reclami Nucleari, si pronunciò contro gli USA per i danni da essi arrecati alle isole e alla loro popolazioni. Il tribunale sentenziò un rimborso agli isolani di 563 315 500 dollari, al netto dei rimborsi già ottenuti. Tuttavia, il Congresso statunitense non ha mai finanziato tale pagamento, ricevendo di conseguenza un'ingiunzione da parte degli abitanti di Bikini. La Corte suprema degli Stati Uniti d'America ha poi rigettato l'appello degli isolani ad una sentenza emanata dalla Corte d'Appello federale statunitense, che aveva deciso di non costringere il governo a finanziare tale rimborso.
Al 2012, i fondi istituiti per soddisfare i reclami hanno prodotto da 6 a 8 milioni di dollari (al cambio attuale) all'anno di guadagno da investimenti, garantendo circa 15 000 dollari l'anno ad ogni famiglia di Bikini.
## Cronologia dei test
### Operazione Crossroads (1946)
Il primo utilizzo dei Pacific Proving Grounds avvenne durante l'Operazione Crossroads, quando fu effettuato il primo test nucleare dopo i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki. L'operazione consisteva nell'esecuzione di due test, con l'esplosione di due bombe a fissione, entrambe da 21 kilotoni di potenza, sull'atollo di Bikini. "Able" fu fatta esplodere a un'altitudine di 158 m il 1º luglio 1946, mentre "Baker" fu fatta detonare sott'acqua, ad una profondità di 27 m, il 25 luglio dello stesso anno. In entrambi i test, al fine di verificare gli effetti di un'esplosione atomica su una flotta navale, furono utilizzate due flottiglie di vecchi natanti già usati nella seconda guerra mondiale. L'esplosione di "Baker" creò un'ampia nuvola di condensazione, spargendo molta più acqua radioattiva sulle navi di quanto si fosse ipotizzato; molte delle navi sopravvissute all'esplosione, infatti, risultarono troppo "calde" per essere nuovamente utilizzate o decontaminate, tanto che si dovette procedere al loro affondamento.
### Operazione Sandstone (1948)
Nel 1948, come parte dell'operazione Sandstone, tre ordigni nucleari furono fatti esplodere nei pressi dell'atollo di Enewetak.
### Operazione Greenhouse (1951)
Nel 1951, come parte dell'Operazione Greenhouse, quattro ordigni nucleari furono fatti esplodere nei pressi dell'atollo di Enewetak. Due di essi furono particolarmente degni di nota: il test Item fu il primo nel quale fu utilizzato un prototipo di bomba a fissione amplificata, mentre il test George fu un esperimento termonucleare sviluppato per valutare la fattibilità di un sistema Teller-Ulam e quindi la possibilità di realizzare una bomba all'idrogeno.
### Operazione Ivy (1952)
Nel 1952, come parte dell'Operazione Ivy, due ordigni nucleari furono fatti esplodere nei pressi dell'atollo di Enewetak. Uno di essi, Ivy King, fu la più potente bomba a fissione pura mai fatta esplodere ed espresse una potenza di 500 kilotoni, l'altro, Ivy Mike, fu invece il primo apparato di bomba all'idrogeno (era in effetti troppo grande per essere utilizzato come vera a propria arma) ed espresse una potenza di 10,4 megatoni.
### Operazione Castle (1954)
Nel 1954, come parte dell'Operazione Castle, sei potentissimi ordigni nucleari furono fatti esplodere nei pressi degli atolli di Bikini e di Enewetak. Il più potente di esso fu il test Bravo, che fu anche la prima bomba all'idrogeno effettivamente utilizzabile in guerra mai prodotta dagli USA. L'esplosione espresse una potenza di 15 megatoni, più di due volte rispetto a quanto previsto, e la bomba resta a tutt'oggi il più potente ordigno mai fatto esplodere dagli USA. Il fallout nucleare risultante dal test si estese su un'area molto più vasta del previsto, includendo gli atolli Enewetak, Rongerik, Ailinginae e Rongelap. La marina militare statunitense fece evacuare gli isolani nei primi giorni seguenti all'esplosione, ma molti dei nativi patirono comunque le conseguenze dell'esposizione alle radiazioni, ammalandosi di cancro o dando alla luce bambini malformati negli anni seguenti all'evento. Vittime del test furono anche i membri dell'equipaggio del peschereccio giapponese Daigo Fukuryu Maru, uno dei quali morì poco dopo l'esplosione per le conseguenze dell'esposizione alle radiazioni, il tutto causando anche un notevole imbarazzo internazionale.
### Operazione Redwing (1956)
Nel 1956, come parte dell'operazione Redwing, diciassette ordigni nucleari furono fatti esplodere nei pressi degli atolli di Bikini e di Enewetak. Molti di essi erano stati progettati per valutare le possibili conformazioni di un'arma termonucleare ed avevano una potenza che andava dai 2 ai 5 megatoni.
### Operazione Hardtack I (1958)
Nel 1958, come parte dell'operazione Hardtack I, ben trentacinque ordigni nucleari furono fatti esplodere nei pressi degli atolli di Bikini e di Enewetak e dell'isola Johnston, un'isola statunitense facente parte dell'omonimo atollo e situata a circa un terzo della distanza fra le Hawaii e le Isole Marshall.
### Operazione Dominic (1962)
Nel 1962, nel corso delle Operazioni Dominic I e II, ben trentasei ordigni nucleari furono fatti esplodere in diversi siti dell'Oceano Pacifico, nelle vicinanze dell'atollo Johnston e dell'atollo di Kiritimati. Questi test, pur essendo stati condotti al di fuori del Territorio fiduciario delle Isole del Pacifico sono comunque stati effettuati in territori ufficialmente facenti parte dei Pacific Proving Grounds. La parte di test delle serie Dominic condotta in alta atmosfera era conosciuta come Operazione Fishbowl. Uno di questi test riguardava i missili anti-sottomarino ASROC mentre un altro riguardava i missili balistici lanciati da sottomarini (SLBM) Polaris (l'ultimo di questi test, il Frigate Bird, fu l'unico test operativo di SLBM con testata attiva mai eseguito dagli USA).
## Trattato sulla messa al bando parziale degli esperimenti nucleari
La firma del trattato sulla messa al bando parziale degli esperimenti nucleari nel 1963 proibì i test nucleari atmosferici e sottomarini e di conseguenza gli Stati Uniti d'America cessarono di condurre test nei Pacific Proving Grounds, portando avanti i propri esperimenti (tutti tranne dieci) nel Nevada Test Site fino alla loro totale conclusione nel 1992.
## Nomi geografici
Sia l'atollo di Bikini che quello di Enewetak sono composti da un gran numero di isole. Nel tempo sono stati assegnati diversi nomi alle varie isole e la confusione relativa ai nomi (e alle loro traslitterazioni) è stata a sua volta fonte di altro caos, aumentato anche dal fatto che, essendo queste isole praticamente al livello del mare, molte di esse appaiono e scompaiono periodicamente e possono talvolta apparire fuse tra loro. Quello che segue è un elenco delle isole fatto, per ogni atollo, a partire dal lato sinistro del più ampio tra gli accessi alla laguna dell'atollo e proseguendo in senso orario. L'elenco comprende i nomi ufficiali in marshallese, i nomi militari statunitensi utilizzati durante l'amministrazione e il periodo dei test nucleari, i nomi giapponesi utilizzati durante l'occupazione nel corso della seconda guerra mondiale e alcuni nomi raccolti da altre fonti.
Isole nell'atollo di Bikini :
| Nome marshallese | Nome militare statunitense | Nome giapponese | Altre fonti |
| - | - | - | - |
| | | | Aerokoj |
| Aerokojlol | Peter | Airukiraru | Aerokoj |
| Bikdrin | Roger | Bigiren | |
| Lele | Sugar | Reere | |
| Enemen | Tare | Eniman | |
| Enidrik | Uncle | Enirik | |
| Lukoj | Victor | Rukoji | |
| Jelete | William | Chieerete | |
| Adrikan | Yoke | Arrikan | |
| Oroken | Zebra | Ourukaen | |
| Bokaetoktok | Alpha | Bokoaetokutoka | |
| Bokdrlul | Bravo | Bokororyuru | Bokdrolul |
| | | | Bokbata |
| | | | Bokonejein |
| Nam | Charlie | Namu | |
| Iroij | Dog | Yurochi | |
| Odrik | Easy | Yorikku | |
| Lomilik | Fox | Romurikku | |
| Aomen | George | Aomeon | Aomoen |
| Bikini | How | Bikini | |
| Bakantauk | Item | Bokonfaaku | Bokonfuaaku, Bokantuak |
| Lomelen | Jig | Yomyaran | Iomeman |
| Enealo | King | Eniairo | |
| Rojkere | Love | Rochikarai | Rokere |
| Eonjebi | Mike | Ionchebi | |
| Eneu | Nan | Enyu | |
* ↑ Una mappa mostra Aerokoj separata da Aerokojlol.
Isole nell'atollo di Enewetak :
| Nome marshallese | Nome militare statunitense | Nome giapponese | Altre fonti |
| - | - | - | - |
| Ikuren | Glenn | Igurin | |
| Mutt | Henry | | Mui, Buganegan |
| Boken | Irwin | Pokon | Bogan |
| Ribewon | James | Ribaion | Libiron |
| Kidrenin | Keith | Giriinien | Girinian, Kiorenen, Grinem |
| Biken | Leroy | Rigli | Rigili |
| Unibor | Mack | | |
| Drekatimon | Oscar | | |
| | Noah | | |
| Bokoluo | Alice | | Bogallua |
| Bokombako | Belle | | Bogumbogo |
| Kirunu | Clara | Ruchi | Kiruna |
| Louj | Daisy | Cochiti | |
| Bocinwotme | Edna | | Bokinwotme, San Idelfonso |
| Elugelab | Flora | | Eluklab, Eybbivae |
| Dridrilbwij | Gene | Teiteiripucci | Teiteir, Lidilbut |
| Bokaidrikdrik | Helen | | Bogairikk, Bogeirik |
| Boken | Irene | | Bokon, Bogon |
| Enjebi | Janet | | Engebi |
| Mijikadrek | Kate | Mujinikaroku | MuzinBaarappu, Mujinkarikku |
| Kidrinen | Lucy | Kirinian | |
| Taiwel | Percy | | Billee |
| Bokenelab | Mary | Bokonaarappu | Bokenelan |
| Elle | Nancy | Yeiri | |
| Aej | Olive | Aitsu | |
| Lujor | Pearl | Rujoru | Rujiyoru |
| Eleleron | Ruby | Ebeiru | Eberiru |
| Aomen | Sally | | Aomon |
| Bijire | Tilda | Biljiri | |
| Lojwa | Ursula | Rojga | Rojoa |
| Alembel | Vera | Aaraanbiru | Arambiru |
| Billae | Wilma | Piiraar | Piirai |
| Runit | Yvonne | | |
| Runit Southern | Zona | | |
| Boko | Sam | | |
| Munjor | Tom | | |
| Inedral | Uriah | | |
| | Van | | |
| Jinedrol | Alvin | Chinieero | Jinedrol |
| Ananij | Bruce | Aniyaanii | |
| Jinimi | Clyde | Chinimi | |
| Japtan | David | Anarij | |
| Jedrol | Rex | Jieroru | Jeroru, Muti |
| Medren | Elmer | | Parry |
| Bokandretok | Walt | | |
| Eniwetok | Fred | | Enewetak |
|
2,783,110 |
https://it.wikipedia.org/wiki/Statistiche_e_record_della_Societ%C3%A0_Sportiva_Calcio_Napoli
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Statistiche e record della Società Sportiva Calcio Napoli
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# Statistiche e record della Società Sportiva Calcio Napoli
Sono riportate in questa pagina le statistiche riguardanti la Società Sportiva Calcio Napoli, società calcistica italiana con sede a Napoli.
## Bilancio del Napoli nei 77 campionati di Serie A a girone unico disputati
### Statistiche di tutte le squadre affrontate
In questa tabella sono raccolte tutte le statistiche (partite giocate, vittorie, pareggi, sconfitte, gol totali fatti e subiti) relative alle partite del Napoli in serie A.
N.B.: In grassetto le squadre che disputano la stagione 2022-2023. Le partite disputate in campo neutro sono state inserite nella colonna fuori casa.
Saldo vittorie-sconfitte: = positivo; = neutro; = negativo.
Statistiche aggiornate 22 novembre 2023.
| Squadra | G | VC | PC | SC | VF | PF | SF | VT | PT | ST | GF | GS |
| - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| Alessandria | 26 | 8 | 3 | 1 | 1 | 3 | 10 | 9 | 6 | 11 | 40 | 43 |
| Ancona | 4 | 1 | 1 | 0 | 1 | 1 | 0 | 2 | 2 | 0 | 6 | 1 |
| Ascoli | 28 | 10 | 4 | 0 | 3 | 8 | 3 | 13 | 12 | 3 | 40 | 20 |
| Atalanta | 104 | 35 | 10 | 7 | 12 | 18 | 22 | 47 | 28 | 29 | 151 | 117 |
| Avellino | 20 | 6 | 3 | 1 | 4 | 4 | 2 | 10 | 7 | 3 | 22 | 9 |
| Bari | 52 | 20 | 4 | 2 | 8 | 10 | 8 | 28 | 14 | 10 | 81 | 42 |
| Benevento | 4 | 2 | 0 | 0 | 2 | 0 | 0 | 4 | 0 | 0 | 12 | 1 |
| Bologna | 129 | 31 | 23 | 10 | 18 | 16 | 31 | 49 | 39 | 41 | 194 | 174 |
| Brescia | 38 | 8 | 10 | 1 | 8 | 4 | 7 | 16 | 14 | 8 | 38 | 31 |
| Cagliari | 72 | 21 | 10 | 5 | 11 | 16 | 9 | 32 | 26 | 14 | 100 | 56 |
| Carpi | 2 | 1 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 1 | 1 | 0 | 1 | 0 |
| Casale | 8 | 4 | 0 | 0 | 2 | 0 | 2 | 6 | 0 | 2 | 18 | 5 |
| Catania | 26 | 11 | 1 | 1 | 1 | 6 | 6 | 12 | 7 | 7 | 31 | 21 |
| Catanzaro | 14 | 3 | 4 | 0 | 2 | 4 | 1 | 5 | 8 | 1 | 10 | 6 |
| Cesena | 26 | 11 | 2 | 0 | 8 | 5 | 0 | 19 | 7 | 0 | 43 | 10 |
| Chievo | 22 | 7 | 2 | 2 | 6 | 1 | 4 | 13 | 3 | 6 | 33 | 20 |
| Como | 22 | 11 | 0 | 0 | 6 | 4 | 1 | 17 | 4 | 1 | 50 | 13 |
| Cremonese | 16 | 7 | 1 | 0 | 1 | 5 | 2 | 8 | 6 | 2 | 23 | 9 |
| Crotone | 6 | 3 | 0 | 0 | 3 | 0 | 0 | 6 | 0 | 0 | 16 | 5 |
| Empoli | 21 | 7 | 1 | 3 | 2 | 4 | 4 | 9 | 5 | 7 | 37 | 29 |
| Fiorentina | 149 | 36 | 21 | 18 | 18 | 19 | 37 | 54 | 40 | 55 | 165 | 184 |
| Foggia | 20 | 6 | 4 | 0 | 4 | 4 | 2 | 10 | 8 | 2 | 35 | 19 |
| Frosinone | 5 | 2 | 0 | 0 | 3 | 0 | 0 | 5 | 0 | 0 | 18 | 1 |
| Genoa | 101 | 26 | 17 | 7 | 14 | 18 | 19 | 40 | 35 | 26 | 148 | 119 |
| Inter | 156 | 38 | 22 | 18 | 9 | 17 | 52 | 47 | 39 | 70 | 172 | 222 |
| Juventus | 156 | 27 | 27 | 23 | 9 | 22 | 48 | 36 | 49 | 71 | 174 | 232 |
| Lazio | 137 | 34 | 23 | 12 | 20 | 20 | 28 | 54 | 43 | 40 | 192 | 161 |
| Lecce | 25 | 7 | 3 | 2 | 5 | 5 | 3 | 12 | 8 | 5 | 44 | 26 |
| Lecco | 4 | 2 | 0 | 0 | 1 | 0 | 1 | 3 | 0 | 1 | 10 | 3 |
| Legnano | 6 | 2 | 0 | 1 | 1 | 0 | 2 | 3 | 0 | 3 | 9 | 9 |
| Livorno | 30 | 10 | 4 | 1 | 5 | 3 | 7 | 15 | 7 | 8 | 44 | 26 |
| Lucchese | 12 | 6 | 0 | 0 | 0 | 3 | 3 | 6 | 3 | 3 | 24 | 14 |
| Mantova | 8 | 2 | 2 | 0 | 2 | 1 | 1 | 4 | 3 | 1 | 6 | 2 |
| Milan | 153 | 29 | 23 | 24 | 18 | 26 | 33 | 47 | 49 | 57 | 176 | 215 |
| Modena | 18 | 7 | 0 | 2 | 1 | 2 | 6 | 8 | 2 | 8 | 28 | 26 |
| Monza | 2 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 1 | 0 | 1 | 4 | 2 |
| Novara | 22 | 7 | 0 | 4 | 2 | 4 | 5 | 9 | 4 | 9 | 28 | 24 |
| Padova | 26 | 7 | 3 | 2 | 3 | 4 | 7 | 10 | 7 | 9 | 31 | 34 |
| Palermo | 48 | 17 | 6 | 1 | 7 | 9 | 8 | 24 | 15 | 9 | 78 | 33 |
| Parma | 38 | 10 | 4 | 5 | 7 | 3 | 9 | 17 | 7 | 14 | 57 | 50 |
| Perugia | 16 | 3 | 4 | 1 | 0 | 4 | 4 | 3 | 8 | 5 | 20 | 21 |
| Pescara | 16 | 7 | 1 | 0 | 3 | 2 | 3 | 10 | 3 | 3 | 38 | 14 |
| Piacenza | 8 | 0 | 3 | 1 | 1 | 1 | 2 | 1 | 4 | 3 | 4 | 6 |
| Pisa | 14 | 4 | 2 | 1 | 2 | 3 | 2 | 6 | 5 | 3 | 14 | 11 |
| Pistoiese | 2 | 1 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 2 | 0 | 0 | 2 | 0 |
| Pro Patria | 20 | 8 | 2 | 0 | 2 | 4 | 4 | 10 | 6 | 4 | 37 | 22 |
| Pro Vercelli | 12 | 5 | 1 | 0 | 0 | 3 | 3 | 5 | 4 | 3 | 15 | 16 |
| Reggiana | 6 | 3 | 0 | 0 | 1 | 1 | 1 | 4 | 1 | 1 | 10 | 3 |
| Reggina | 6 | 2 | 1 | 0 | 0 | 2 | 1 | 2 | 3 | 1 | 13 | 8 |
| Roma | 156 | 35 | 24 | 19 | 14 | 30 | 34 | 49 | 54 | 53 | 179 | 196 |
| Salernitana | 9 | 2 | 2 | 0 | 3 | 2 | 0 | 5 | 4 | 0 | 15 | 6 |
| Sampdoria | 112 | 28 | 19 | 9 | 18 | 17 | 21 | 46 | 36 | 30 | 149 | 128 |
| Sampierdarenese | 6 | 1 | 1 | 1 | 2 | 1 | 0 | 3 | 2 | 1 | 12 | 8 |
| Sassuolo | 21 | 8 | 2 | 1 | 4 | 5 | 1 | 12 | 7 | 2 | 43 | 19 |
| Siena | 12 | 5 | 1 | 0 | 2 | 3 | 1 | 7 | 4 | 1 | 23 | 9 |
| SPAL | 34 | 12 | 1 | 3 | 7 | 5 | 6 | 19 | 6 | 9 | 56 | 46 |
| Spezia | 6 | 1 | 0 | 2 | 3 | 0 | 0 | 4 | 0 | 2 | 12 | 4 |
| Ternana | 4 | 2 | 0 | 0 | 0 | 2 | 0 | 2 | 2 | 0 | 8 | 1 |
| Torino | 140 | 30 | 31 | 9 | 21 | 24 | 25 | 51 | 55 | 34 | 178 | 148 |
| Triestina | 46 | 17 | 4 | 1 | 6 | 9 | 9 | 23 | 13 | 10 | 68 | 50 |
| Udinese | 83 | 27 | 11 | 4 | 9 | 19 | 13 | 36 | 30 | 17 | 135 | 106 |
| Varese | 12 | 4 | 2 | 0 | 4 | 1 | 1 | 8 | 3 | 1 | 23 | 6 |
| Venezia | 14 | 4 | 3 | 0 | 2 | 3 | 2 | 6 | 6 | 2 | 18 | 11 |
| Verona | 61 | 20 | 8 | 2 | 13 | 7 | 11 | 33 | 15 | 13 | 104 | 50 |
| Vicenza | 50 | 15 | 7 | 2 | 4 | 10 | 12 | 19 | 17 | 14 | 57 | 61 |
| Totale | 2622 | 727 | 368 | 209 | 350 | 428 | 540 | 1077 | 796 | 749 | 3622 | 2965 |
### I record in Serie A
Dati aggiornati alla stagione 2022-2023.
* Maggior numero di vittorie in campionato: 16 squadre: 18 (1987-88) 18 squadre: 21 (1989-90) 20 squadre: 28 (2017-18; 2022-23) 21 squadre: 12 (1947-48)
* Minor numero di vittorie in campionato: 16 squadre: 6 (1971-72) 18 squadre: 2 (1997-98) 20 squadre: 12 (2008-09) 21 squadre: 12 (1947-48)
* Maggior numero di pareggi in campionato: 16 squadre: 16 (1971-72) 18 squadre: 16 (1958-59) 20 squadre: 14 (2009-10) 21 squadre: 10 (1947-48)
* Minor numero di pareggi in campionato: 16 squadre: 6 (1935-36; 1939-40; 1987-88) 18 squadre: 1 (1930-31) 20 squadre: 5 (2020-21) 21 squadre: 10 (1947-48)
* Maggior numero di sconfitte in campionato: 16 squadre: 15 (1939-40; 1941-42) 18 squadre: 24 (1997-98) 20 squadre: 16 (2007-08; 2008-09) 21 squadre: 18 (1947-48)
* Minor numero di sconfitte in campionato: 16 squadre: 3 (1974-75; 1986-87) 18 squadre: 4 (1989-90) 20 squadre: 3 (2017-18) 21 squadre: 18 (1947-48)
* Maggior numero di vittorie in casa: 16 squadre: 13 (1974-75) 18 squadre: 16 (1989-90) 20 squadre: 16 (2015-16) 21 squadre: 10 (1947-48)
* Minor numero di vittorie in casa: 16 squadre: 4 (1971-72) 18 squadre: 2 (1997-98) 20 squadre: 9 (2009-10) 21 squadre: 10 (1947-48)
* Maggior numero di vittorie in trasferta: 16 squadre: 7 (1986-87) 18 squadre: 7 (1933-34; 1988-89) 20 squadre: 14 (2017-18; 2022-23) 21 squadre: 2 (1947-48)
* Minor numero di vittorie in trasferta: 16 squadre: 0 (1972-73) 18 squadre: 0 (1997-98) 20 squadre: 2 (2008-09) 21 squadre: 2 (1947-48)
* Maggior numero di pareggi in casa: 16 squadre: 11 (1971-72) 18 squadre: 7 (1958-59; 1993-94; 1996-97; 2000-01) 20 squadre: 8 (2009-10) 21 squadre: 7 (1947-48)
* Minor numero di pareggi in casa: 16 squadre: 1 (1935-36; 1974-75) 18 squadre: 0 (1930-31) 20 squadre: 2 (1951-52) 21 squadre: 7 (1947-48)
* Maggior numero di pareggi in trasferta: 16 squadre: 12 (1974-75) 18 squadre: 10 (1990-91) 20 squadre: 7 (2011-12) 21 squadre: 3 (1947-48)
* Minor numero di pareggi in trasferta: 16 squadre: 1 (1941-42) 18 squadre: 1 (1930-31) 20 squadre: 2 (1946-47) 21 squadre: 3 (1947-48)
* Maggior numero di sconfitte in casa: 16 squadre: 5 (1935-36; 1936-37) 18 squadre: 11 (1997-98) 20 squadre: 6 (1951-52) 21 squadre: 3 (1947-48)
* Minor numero di sconfitte in casa: 16 squadre: 0 (1937-38; 1971-72; 1972-73; 1986-87) 18 squadre: 0 (1989-90) 20 squadre: 0 (2015-16) 21 squadre: 3 (1947-48)
* Maggior numero di sconfitte in trasferta: 16 squadre: 12 (1941-42) 18 squadre: 13 (1997-98) 20 squadre: 14 (1946-47) 21 squadre: 15 (1947-48)
* Minor numero di sconfitte in trasferta: 16 squadre: 2 (1974-75) 18 squadre: 4 (1988-89; 1989-90) 20 squadre: 1 (2017-18) 21 squadre: 15 (1947-48)
* Maggior numero di vittorie iniziali consecutive: 8 (2017-18; 2021-22)
* Maggior numero di vittorie consecutive: 11 (2022-23)
* Maggior numero di pareggi consecutivi: 6 (1958-59; 1978-79)
* Maggior numero di sconfitte consecutive: 6 (1997-98)
* Record di risultati utili consecutivi (senza sconfitte): 16 (1989-90: 9 vittorie - 7 pareggi)
* Vittoria più larga in casa: 16 ottobre 1955: Napoli-Pro Patria 8-1 (1955-56) 29 ottobre 1950: Napoli-Como 7-0 (1950-51)
* Vittoria più larga in trasferta: 4 febbraio 2017: Bologna-Napoli 1-7 (2016-17)
* Sconfitta più larga in casa: 15 gennaio 1939: Napoli-Bologna 1-6 (1938-39)
* Sconfitta più larga in trasferta: 29 marzo 1959: Roma-Napoli 8-0 (1958-59)
| Punti Maggior numero di punti ottenuti in una stagione: Vittoria da 2 punti: 16 squadre: 42 punti (1986-87; 1987-88) 18 squadre: 51 punti (1989-90) 20 squadre: 42 punti (1951-52) 21 squadre: 34 punti (1947-48) Vittoria da 3 punti (dal 1994): 18 squadre: 51 punti (1994-95) 20 squadre: 91 punti (2017-18) Maggior numero di punti ottenuti in casa in una stagione: Vittoria da 2 punti: 16 squadre: 27 punti (1974-75) 18 squadre: 33 punti (1989-90) 20 squadre: 29 punti (1946-47) 21 squadre: 27 punti (1947-48) Vittoria da 3 punti (dal 1994): 18 squadre: 32 punti (1994-95) 20 squadre: 51 punti (2015-16) Maggior numero di punti ottenuti in trasferta in una stagione: Vittoria da 2 punti: 16 squadre: 19 punti (1986-87) 18 squadre: 20 punti (1988-89) 20 squadre: 18 punti (1951-52) 21 squadre: 7 punti (1947-48) Vittoria da 3 punti (dal 1994): 18 squadre: 19 punti (1994-95) 20 squadre: 46 punti (2017-18) Maggior numero di punti di vantaggio sulla seconda classificata: (Napoli campione d'italia come riferimento): 16 punti (2022-23) | Reti Maggior numero di reti segnate in campionato: 16 squadre: 55 (1987-88) 18 squadre: 65 (1957-58) 20 squadre: 94 (2016-17) 21 squadre: 50 (1947-48) Minor numero di reti segnate in campionato: 16 squadre: 18 (1972-73) 18 squadre: 25 (1997-98) 20 squadre: 43 (2008-09) 21 squadre: 50 (1947-48) Maggior numero di reti subite in campionato: 16 squadre: 51 (1941-42) 18 squadre: 76 (1997-98) 20 squadre: 59 (1946-47) 21 squadre: 46 (1947-48) Minor numero di reti subite in campionato: 16 squadre: 19 (1970-71) 18 squadre: 23 (1966-67) 20 squadre: 28 (2022-23) 21 squadre: 46 (1947-48) |
| - | - |
## Bilancio del Napoli nei 12 Campionati di Serie B disputati
### I record in Serie B
* Maggior numero di vittorie in un campionato: 18 squadre: 16 (1942-43) 20 squadre: 17 (1999-00) 22 squadre: 27 (1949-50) 24 squadre: 10 (2003-04)
* Minor numero di vittorie in un campionato: 18 squadre: 16 (1942-43) 20 squadre: 10 (2002-03) 22 squadre: 17 (1948-49) 24 squadre: 10 (2003-04)
* Maggior numero di pareggi in un campionato: 18 squadre: 9 (1942-43) 20 squadre: 16 (1964-65) 22 squadre: 16 (2006-07) 24 squadre: 26 (2003-04)
* Minor numero di pareggi in un campionato: 18 squadre: 9 (1942-43) 20 squadre: 12 (1999-00) 22 squadre: 7 (1949-50) 24 squadre: 26 (2003-04)
* Maggior numero di sconfitte in un campionato: 18 squadre: 7 (1942-43) 20 squadre: 13 (2002-03) 22 squadre: 14 (1948-49) 24 squadre: 10 (2003-04)
* Minor numero di sconfitte in un campionato: 18 squadre: 7 (1942-43) 20 squadre: 6 (1964-65) 22 squadre: 5 (2006-07) 24 squadre: 10 (2003-04)
* Maggior numero di vittorie consecutive: 18 squadre: 3 (1942-43) 20 squadre: 5 (2001-02) 22 squadre: 4 (1949-50; 2006-07) 24 squadre: 3 (2003-04)
* Maggior numero di pareggi consecutivi: ? (stagione ?)
* Maggior numero di sconfitte consecutive: ? (stagione ?)
* Record di risultati utili consecutivi (senza sconfitte): 18 (2006-07: 8 vittorie - 10 pareggi)
* Vittoria più larga in casa: 20 settembre 1964: Napoli-Monza 5-0 (1964-65)
* Vittoria più larga in trasferta: 4 giugno 1950: Brescia-Napoli 1-5 (1949-50) 12 dicembre 1999: Alzano Virescit-Napoli 0-4 (1999-00)
* Sconfitta più larga in casa: 13 dicembre 1998: Napoli-Ravenna 2-4 (1998-99) 11 giugno 2000: Napoli-Genoa 1-3 (1999-00)
* Sconfitta più larga in trasferta: 15 dicembre 1963: Palermo-Napoli 4-0 (1963-64) 24 ottobre 1999: Treviso-Napoli 5-1 (1999-00) 15 dicembre 2002: Ascoli-Napoli 4-0 (2002-03) 16 novembre 2003: Palermo-Napoli 4-0 (2003-04)
| Punti Maggior numero di punti ottenuti in una stagione: Vittoria da 2 punti: 18 squadre: 41 punti (1942-43) 20 squadre: 48 punti (1964-65) 22 squadre: 61 punti (1949-50) Vittoria da 3 punti (dal 1994): 20 squadre: 63 punti (1999-00) 22 squadre: 79 punti (2006-07) 24 squadre: 56 punti (2003-04) Maggior numero di punti ottenuti in casa in una stagione: Vittoria da 2 punti: 18 squadre: ? punti (stagione ?) 20 squadre: ? punti (stagione ?) 22 squadre: ? punti (stagione ?) Vittoria da 3 punti (dal 1994): 20 squadre: ? punti (stagione ?) 22 squadre: ? punti (stagione ?) 24 squadre: ? punti (stagione ?) Maggior numero di punti ottenuti in trasferta in una stagione: Vittoria da 2 punti: 18 squadre: ? punti (stagione ?) 20 squadre: ? punti (stagione ?) 22 squadre: ? punti (stagione ?) Vittoria da 3 punti (dal 1994): 20 squadre: ? punti (stagione ?) 22 squadre: ? punti (stagione ?) 24 squadre: ? punti (stagione ?) Maggior numero di punti di vantaggio sulla seconda classificata: (Napoli primo classificato come riferimento): 1 punto (1949-50) | Reti Maggior numero di reti segnate in un campionato: 18 squadre: 46 (1942-43) 20 squadre: 55 (1999-00) 22 squadre: 76 (1949-50) 24 squadre: 35 (2003-04) Minor numero di reti segnate in un campionato: 18 squadre: 46 (1942-43) 20 squadre: 39 (1963-64) 22 squadre: 43 (1948-49) 24 squadre: 35 (2003-04) Maggior numero di reti subite in un campionato: 18 squadre: 27 (1942-43) 20 squadre: 49 (2002-03) 22 squadre: 40 (1948-49) 24 squadre: 43 (2003-04) Minor numero di reti subite in un campionato: 18 squadre: 27 (1942-43) 20 squadre: 21 (1964-65) 22 squadre: 29 (2006-07) 24 squadre: 43 (2003-04) |
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## Bilancio del Napoli nei 2 Campionati di Serie C1 disputati
### I record in Serie C1
* Maggior numero di vittorie in un campionato: 18 squadre: 19 (2005-06)
* Minor numero di vittorie in un campionato: 18 squadre: 17 (2004-05)
* Maggior numero di pareggi in un campionato: 18 squadre: 11 (2005-06)
* Minor numero di pareggi in un campionato: 18 squadre: 10 (2004-05)
* Maggior numero di sconfitte in un campionato: 18 squadre: 7 (2004-05)
* Minor numero di sconfitte in un campionato: 18 squadre: 4 (2005-06)
* Maggior numero di vittorie iniziali consecutive: 3 (2005-06)
* Maggior numero di vittorie consecutive: 4 (2004-05; 2005-06)
* Maggior numero di pareggi consecutivi: 3 (2005-06)
* Maggior numero di sconfitte consecutive: 1 (2004-05; 2005-06)
* Record di risultati utili consecutivi (senza sconfitte): 13 (2005-06: 8 vittorie - 5 pareggi)
| Punti Maggior numero di punti ottenuti in una stagione: Vittoria da 3 punti (dal 1994): 18 squadre: 68 punti (2005-06) Maggior numero di punti ottenuti in casa in una stagione: Vittoria da 3 punti (dal 1994): 18 squadre: 43 punti (2005-06) Maggior numero di punti ottenuti in trasferta in una stagione: Vittoria da 3 punti (dal 1994): 18 squadre: 25 punti (2005-06) Maggior numero di punti di vantaggio sulla seconda classificata (Napoli primo classificato come riferimento) 13 punti (2005-06) | Reti Maggior numero di reti segnate in un campionato: 18 squadre: 48 (2005-06) Minor numero di reti segnate in un campionato: 18 squadre: 45 (2004-05) Maggior numero di reti subite in un campionato: 18 squadre: 31 (2004-05) Minor numero di reti subite in un campionato: 18 squadre: 20 (2005-06) |
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## Record di allenatori
Dati aggiornati al 19 dicembre 2023. In grassetto l'attuale allenatore del Napoli.
| Panchine in Campionato Eraldo Monzeglio 236 William Garbutt 200 Bruno Pesaola 200 Amedeo Amadei 164 Edoardo Reja 156 Ottavio Bianchi 149 Walter Mazzarri 148 Luís Vinício 144 Giuseppe Chiappella 141 Maurizio Sarri 114 | Panchine in Serie A William Garbutt 200 Eraldo Monzeglio 194 Amedeo Amadei 164 Bruno Pesaola 162 Ottavio Bianchi 149 Walter Mazzarri 148 Luís Vinício 144 Giuseppe Chiappella 141 Maurizio Sarri 114 Rino Marchesi 100 |
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| Panchine in Europa (Competizioni UEFA) Walter Mazzarri 28 Rafael Benítez 26 Maurizio Sarri 26 Carlo Ancelotti 18 Bruno Pesaola 17 Ottavio Bianchi 16 Luciano Spalletti 16 Luís Vinício 12 Albertino Bigon 10 Gennaro Gattuso 10 | Panchine in tutte le coppe europee Bruno Pesaola 35 Walter Mazzarri 28 Rafael Benítez 26 Maurizio Sarri 26 Giuseppe Chiappella 21 Carlo Ancelotti 18 Ottavio Bianchi 16 Luciano Spalletti 16 Luís Vinício 12 Albertino Bigon 10 Gennaro Gattuso 10 | Percentuale vittorie in tutte le coppe europee Luciano Spalletti 62.5 Bruno Pesaola 60 Maurizio Sarri 53.85 Rudi Garcia 50 Walter Mazzarri 50 Giuseppe Chiappella 47.62 Carlo Ancelotti 44.44 Ottavio Bianchi 43.75 Gennaro Gattuso 40 Rafael Benítez 38.46 Luís Vinício 33.33 |
| Panchine nelle Coppe nazionali (Coppa Italia e Supercoppa) Ottavio Bianchi 43 Giuseppe Chiappella 38 Luís Vinício 35 Edoardo Reja 21 Gianni Di Marzio 19 Rino Marchesi 17 Bruno Pesaola 17 Albertino Bigon 15 Walter Mazzarri 11 Amadeo Amadei 10 Rafael Benítez 10 Walter Novellino 10 Gennaro Gattuso 10 | Panchine totali Bruno Pesaola 252 Eraldo Monzeglio 236 Ottavio Bianchi 211 William Garbutt 203 Giuseppe Chiappella 200 Luís Vinício 191 Edoardo Reja 189 Walter Mazzarri 185 Amedeo Amadei 176 Maurizio Sarri 148 |
## Allenatori premiati
Nella presente sezione vengono citati gli allenatori vincitori di riconoscimenti calcistici durante la guida del Napoli o premi alla carriera.
Seminatore d'oro: Amedeo Amadei (1) 1957-1958, Ottavio Bianchi (1) 1987
Panchina d'oro speciale: Alberto Bigon (1) 1997, Marcello Lippi (1) 2006, Claudio Ranieri 2016
Panchina d'argento Speciale: Luís Vinício (1) 2015
Hall of fame del calcio italiano:
nella categoria Allenatore italiano: Marcello Lippi 2011, Claudio Ranieri 2016
nella categoria Riconoscimenti alla memoria: Eraldo Monzeglio 2013
L'allenatore dei sogni: Walter Mazzarri (1) 2011, Maurizio Sarri (1) 2016
Premio Nazionale Enzo Bearzot: Walter Mazzarri (1) 2012, Maurizio Sarri (1) 2017, Luciano Spalletti (1) 2023
Panchina d'oro: Maurizio Sarri (1) 2015-2016
Gran Galà del calcio AIC:
Migliore allenatore: Maurizio Sarri 2017
Serie A Coach of the Month: Luciano Spalletti (4) Settembre 2021, Febbraio 2022, Ottobre 2022, Gennaio 2023
Premi Lega Serie A: Miglior allenatore: Luciano Spalletti 2022-2023
## Altri record e statistiche
* Miglior cannoniere in campionato:
* Divisione Nazionale: Attila Sallustro con 22 reti nella Stagione 1928-1929.
* Serie A: Gonzalo Higuaín con 36 reti nella Stagione 2015-2016.
* Serie B: Stefan Schwoch con 22 reti nella Stagione 1999-2000.
* Serie C1: Emanuele Calaiò con 18 reti nella Stagione 2005-2006.
* Miglior marcatore in una gara di Divisione Nazionale: Attila Sallustro, 5 reti in Napoli-Reggiana 6-2 (12 maggio 1929), nella Stagione 1928-1929.
* Miglior marcatore in una gara di Serie A: Hasse Jeppson, 4 reti in Napoli-Atalanta 6-3 (27 settembre 1953), nella stagione 1953-1954. Luís Vinício, 4 reti in Napoli-Palermo 4-1 (9 giugno 1957), nella stagione 1956-1957. Giuseppe Savoldi, 4 reti in Napoli-Foggia 5-0 (18 dicembre 1977), nella Stagione 1977-1978. Dries Mertens, 4 reti in Napoli-Torino 5-3 (18 dicembre 2016), nella stagione 2016-2017.
* Vincitori della classifica marcatori:
* Diego Armando Maradona con 15 reti nella Stagione 1987-1988 (Serie A).
* Edinson Cavani con 29 reti nella Stagione 2012-2013 (Serie A).
* Gonzalo Higuaín con 36 reti nella Stagione 2015-2016 (Serie A).
* Victor Osimhen con 26 reti nella Stagione 2022-2023 (Serie A).
* Emanuele Calaiò con 18 reti nella Stagione 2005-2006 (Serie C1).
* Miglior marcatore in una gara europea: Daniel Fonseca, 5 reti in Valencia-Napoli 1-5 (16 settembre 1992), nella Coppa UEFA 1992-1993.
* Miglior Cannoniere in Coppa Italia: Giuseppe Savoldi con 12 reti nella Coppa Italia 1977-1978.
* Miglior marcatore in una gara di Coppa Italia: Giuseppe Savoldi, 4 reti in Napoli-Juventus 5-0 nella Coppa Italia del 1977-1978.
* Vincitori della classifica cannonieri in Coppa Italia:
* Glauco Gilardoni con 3 reti nella Coppa Italia 1961-1962.
* Faustinho Cané con 3 reti nella Coppa Italia 1964-1965.
* Giuseppe Savoldi con 12 reti nella Coppa Italia 1977-1978.
* Giuseppe Damiani con 6 reti nella Coppa Italia 1979-1980.
* Bruno Giordano con 10 reti nella Coppa Italia 1986-1987.
* Diego Armando Maradona con 8 reti nella Coppa Italia 1987-1988.
* Edinson Cavani con 5 reti nella Coppa Italia 2011-2012.
* José María Callejón e Lorenzo Insigne con 3 reti nella Coppa Italia 2013-2014.
* Miglior rigorista in campionato: Diego Armando Maradona con 30 reti.
* Portiere con la striscia d'imbattibilità più lunga in campionato: Dino Zoff con 590 minuti d'imbattibilità nella Stagione 1970-1971.
* Portiere con la striscia d'imbattibilità più lunga nelle partite casalinghe: Morgan De Sanctis con 799 minuti d'imbattibilità nella Stagione 2010-2011.
* Giocatore più giovane a disputare una partita in Serie A: Antonio Carannante a 16 anni, 8 mesi e 26 giorni in Napoli-Torino (21 marzo 1982).
* Giocatore più vecchio a disputare una partita in Serie A: Luca Bucci a 40 anni, 1 mese e 6 giorni in Cagliari-Napoli (19 aprile 2009)
* Acquisto più costoso: Victor Osimhen (dal Lille), 70.000.000 di euro (2020).
* Cessione più remunerativa: Gonzalo Higuaín (alla Juventus), 90.000.000 di euro (2016).
* Record di abbonati: 70.402 nella Stagione 1975-1976.
* Record di pubblico in campionato: 90.736 spettatori in Napoli-Juventus del 1974 (Serie A 1974-1975).
## Record
* Il Napoli nel campionato italiano, oltre ad aver vinto 3 scudetti, si è classificato 8 volte secondo e 11 volte terzo. In 88 stagioni sportive, la società è salita sul podio nel 23,8 % dei casi.
* Il Napoli vanta in coabitazione con Bologna (1931-1932) e Juventus (1932-1933) il record dei punti (33 su 34) ottenuti nelle gare interne in un campionato a 18 squadre con 2 punti per vittoria (16 vittorie ed 1 pareggio in 17 partite), realizzato nel torneo 1989-1990. L'unica squadra che riuscì a strappare un pareggio al San Paolo in quella stagione fu la Sampdoria.
* Record di vittorie consecutive in Coppa Italia: 20 (2 nella Coppa Italia 1985-1986, 13 nella Coppa Italia 1986-1987 e 5 nella Coppa Italia 1987-1988).
* Il Napoli è l'unica squadra che ha vinto la Coppa Italia militando in Serie B (1961-1962).
* Il Napoli ha conquistato la Coppa Italia 1986-1987 vincendo tutte le partite (13 su 13), stabilendo un record eguagliato in seguito, seppur con meno partite disputate, dalla Fiorentina nella Coppa Italia 1995-1996 (8 su 8), Inter nella Coppa Italia 2009-2010 e Juventus nella Coppa Italia 2017-2018 (5 su 5), con quest'ultima che aveva già stabilito tale record nella Coppa Italia 1937-1938 (6 su 6).
* Il Napoli condivide con Torino (1942-1943), Juventus (1959-1960, 1994-1995, 2014-2015, 2015-16, 2016-17 e 2017-18), Lazio (1999-2000) e Inter (2005-2006 e 2009-2010) il primato di aver vinto sul campo nella stessa stagione Scudetto e Coppa Italia (1986-1987).
* Il Napoli ha il maggior numero di reti segnate in trasferta (50) nel campionato italiano a 20 squadre (stagione 2016-2017).
* Il Napoli è l'unica squadra assieme al Grande Torino ad aver vinto tutti e quattro gli scontri diretti fuori casa contro le squadre di Milano e Roma nella stessa stagione (stagione 2016-2017).
* La migliore vittoria fuori casa e la peggiore sconfitta in casa del Napoli in Serie A sono state contro la stessa squadra, ovvero il Bologna, perdendo in casa per 1-6 nel 1939 e vincendo fuori casa per 1-7 settantotto anni dopo (4 febbraio 2017)
* Nella Champions League 2022-2023, ai gironi, il Napoli batte in trasferta per 1-6 la squadra dell'Ajax, stabilendo così la peggior sconfitta nella storia dei lancieri in campo internazionale.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Ancona
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Ancona
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# Ancona
Ancona (IPA: /anˈkona/, ascolta; Ancona in anconitano) è un comune italiano di 98 968 abitanti, capoluogo della provincia omonima e delle Marche; è uno dei principali centri economici della regione, oltre che suo principale centro urbano per dimensioni e popolazione. Affacciata sul mare Adriatico, sorge su un promontorio a forma di gomito piegato, che dà origine a un golfo e protegge l'ampio porto naturale, tra i maggiori d'Italia per traffico internazionale di passeggeri. Le banchine portuali sono circondate dalle colline su cui sorgono i rioni storici.
La storia della città è legata alle attività portuali e di navigazione sin dal 387 a.C. quando divenne una colonia greca di Siracusa, in contatto con i principali centri del levante mediterraneo; l'origine greca di Ancona è ricordata dall'appellativo che le è attribuito comunemente: "città dorica". In età romana, sotto l'imperatore Traiano svolse il ruolo di ingresso d'Italia dai porti d'Oriente, come si legge nell'iscrizione dell'Arco di Traiano. Nel Medioevo visse il suo periodo aureo, sia artisticamente sia economicamente, quando fu florida repubblica marinara e guadagnò l'appellativo di "porta d'oriente". Dal 1532 sino all'Unità d'Italia fu parte dello Stato della Chiesa. Nel Risorgimento partecipò attivamente alle lotte per l'Unità d'Italia, in particolare durante la Prima guerra d'Indipendenza. Durante la Seconda guerra mondiale la città fu liberata dall'occupazione nazista dalle truppe del II Corpo polacco.
La città si estende su numerose colline, a picco sul mare nel settore orientale del promontorio. La costa alta della città fa parte della Riviera del Conero e ricade nel Parco del Conero.
## Geografia fisica
### Territorio
La città di Ancona sorge sulla costa dell'Adriatico centrale, sulle pendici settentrionali del monte Conero, che formano un promontorio di forma triangolare, con il colle del Duomo posto al vertice. Questo promontorio dà origine verso ovest a un golfo, il golfo di Ancona, nella cui parte più interna si trova il porto naturale. La costa del golfo è bassa: le colline arrivano a ridosso del mare, ma non formano rupi; in questa zona si trova la spiaggia sabbiosa di Palombina Nuova, bordata dalla linea ferroviaria.
A sud del colle del Duomo la costa è alta e rocciosa, tanto che nel corso dei secoli la città non ebbe mai necessità di costruire mura di difesa verso est; tra le spiagge di questo tratto di litorale, si ricorda quella del Passetto, caratterizzata da grandi scogli bianchi, tra i quali la Seggiola del Papa, uno dei simboli della città. Altre spiagge di costa alta si susseguono verso sud, tra le quali quelle di Mezzavalle e di Portonovo.
In corrispondenza della linea che congiunge il promontorio di Ancona e quello di Piombino c'è la massima larghezza degli Appennini e della Penisola italiana: 254 km.
Dal punto di vista orografico il territorio urbano è contraddistinto da un'alternanza di fasce collinari e di vallate, che corrono da est ad ovest. Le colline dove sorgono i rioni più antichi sono cinque: il colle Guasco, con il Duomo, monte Cappuccini, con il Faro, monte Cardeto, con il suo parco, il colle Astagno, con la Cittadella, e il colle di Santo Stefano, con il Pincio. Lungo la vallata centrale corrono i tre corsi principali e il viale della Vittoria, che nel loro complesso permettono di attraversare tutto il promontorio percorrendo i due chilometri che separano le banchine del porto dal belvedere marino della pineta del Passetto.
Il luogo dove sorge Ancona rientra nella zona a sismicità medio-alta, è classificata di livello 2 dalla Protezione Civile. La scossa maggiore verificatasi a partire dal secondo dopoguerra è quella del 14 giugno 1972, che raggiunse il X grado della scala Mercalli ed ebbe epicentro nel mare di fronte alla città.
**Particolarità geografiche**
La particolare forma del promontorio dà origine a due fenomeni naturali che sono sempre stati considerati caratteristiche distintive di Ancona: il sole che sorge e tramonta sul mare e la visibilità, in condizioni di tempo sereno, delle cime delle montagne dalmate.
La possibilità di vedere sia l'alba, sia il tramonto sul mare è dovuta al fatto che il promontorio cittadino è bagnato dall'Adriatico sia ad est che a ovest. Ciò è considerato particolare perché, mentre osservare il sole sorgere sul mare è tipico di tutta la costa adriatica occidentale, non è così per il tramonto.
Il fenomeno è visibile nella sua completezza per circa un mese, a cavallo del solstizio d'estate, quando il sole cala direttamente nell'orizzonte marino; negli altri periodi il sole tramonta dietro ad una sottile striscia di terra.
Occasionalmente, nelle giornate molto serene, da alcuni punti della sommità delle varie colline cittadine, è possibile osservare ad occhio nudo le vette più alte delle Alpi Dinariche, al di là dell'Adriatico.
### Clima
In base alla classificazione dei climi di Köppen-Geiger, Ancona appartiene alla zona climatica Csa (clima mediterraneo).
Gli inverni sono moderatamente freddi e piovosi: le temperature diurne raggiungono in media 9,3 °C e la minima notturna è di 4 °C; nevicate sono possibili in caso di irruzioni gelide che investono l'Italia dai quadranti settentrionali o orientali; il mese più freddo è gennaio, con una media di 6 °C. In primavera la temperatura media diurna è di 16,3 °C e la minima notturna di 10,7 °C. Le estati sono calde e secche, con temperatura media diurna di 26 °C e minima notturna di 19,3 °C. In autunno la media diurna è di 18,7 °C e la minima notturna di 14 °C. I mesi più piovosi sono ottobre (98 mm) e gennaio (66 mm).
Il soleggiamento è buono, con 2.135 ore di sole all'anno. La massima temperatura del mare si ha in agosto (23,5 °C) e la minima in febbraio (10 °C).
I venti caratteristici sono la Bora da N/E, che spira a volte con violenza e che è in grado di causare intense mareggiate, lo Scirocco, da S/E, umido e spesso piovoso (afoso d'estate) e il Garbino, da O–S/O, vento di caduta dall'Appennino che spira con maggiore frequenza in autunno e in primavera.
Le stazioni meteorologiche sono due: quella di Falconara e quella di Monte Pulito.
## Origini del nome
I greci di Siracusa, che fondarono la città nel 387 a.C., notarono la forma particolare del promontorio, simile ad un triangolo o ad un gomito piegato, e per questo motivo chiamarono la nuova città Ἀγκών, Ankón, che in greco significa "gomito"
### Toponimi derivati
Come è avvenuto per altre città italiane (come Roma, Venezia, Siracusa, Cagliari, Napoli, Padova, ecc.) anche il nome di Ancona è stato usato per denominare città di nuova fondazione nei vari continenti. Così abbiamo un'Ancona nordamericana negli Stati Uniti (nello Stato dell'Illinois), una sudamericana in Bolivia (nel dipartimento di Potosí) ed un'Ancona oceaniana in Australia (nello Stato di Victoria).
La città di Ancona è chiamata Ancône in francese, Ankona in polacco, lituano, lettone, albanese, azero e in turco, Jakin in croato antico, Ἀγκών (Ankón) in greco antico e Ανκόνα (Ankona) in greco moderno; in latino è detta Ancon o Ancona. Nelle lingue che usano l'alfabeto cirillico diventa invece Анкона (Ankona).
Quattro località croate derivano il loro nome dal nome di Ancona in croato antico, Jakin. Esse sono: la baia di Jakišnica nell'isola di Pago, la baia di Jakinska e il promontorio di Jakisnica nell'isola di Melada e infine la località di Jakin nell'isola di Brazza; in passato erano infatti molto frequentate da navigatori anconetani. In un noto canto popolare bosniaco si parla inoltre di un giovane jakinlija e di ragazze jakinke.
## Storia
### Preistoria e Protostoria
Il promontorio di Ancona era già abitato nell'Età del bronzo. I suoi abitanti entrarono presto in contatto con i navigatori micenei, che frequentavano il porto naturale sottostante.
Nel periodo finale dell'Età del Bronzo, sul colle dei Cappuccini esisteva un villaggio di cultura protovillanoviana, che poi continuò a svilupparsi sino all'Età del Ferro, diventando un villaggio piceno. Il suo porto era frequentato dai navigatori greci, fatto che lo rendeva un vero e proprio emporio marittimo greco-piceno. Il centro era costituito da magazzini, strutture portuali e da una serie di edifici abitati da greci che conservavano le proprie tradizioni e, pur non avendo la sovranità del territorio, vivevano in piena autonomia. Gli abitanti autoctoni, dal canto loro, facevano da tramite tra i greci e i mercati dell'entroterra, dove infatti si ritrovano manufatti greci.
### Età antica
**Periodo greco**
La definitiva grecizzazione risale al IV secolo a.C. Fu nel 387 a.C., infatti, che un gruppo di greci provenienti da Siracusa, esuli dalla tirannide di Dionisio I, sbarcarono ad Ancona e vi fondarono una propria colonia. La fondazione di Ancona rientrava nel piano di Dionisio I di espandere l'influenza siracusana nell'Adriatico, e fu accompagnata dalla nascita di altre colonie greche nella sponda orientale di questo mare.
Secondo la maggior parte degli storici, la colonia greca sorse sulle pendici del colle ora chiamato Guasco; sulla sommità del colle sorse l'acropoli, con il tempio di Afrodite. Dato che i siracusani fondatori della città erano greci di stirpe dorica, Ancona è fin dall'epoca antica chiamata "la città dorica". Una delle più importanti caratteristiche di questa polis è il suo persistente attaccamento al carattere greco e la sua resistenza culturale alla romanizzazione.
**Periodo romano**
All'arrivo dei Romani nel Piceno, Ancona attraversò un periodo di transizione tra la civiltà greca e quella romana. Le tappe principali della romanizzazione sono due: il 133 a.C., quando ci fu la deduzione di una colonia romana nell'agro anconitano in seguito alla Lex Sempronia Agraria, e il 90 a.C. quando fu istituito il municipio romano in seguito alla Guerra Sociale. Da quell'anno Ancona può dirsi città romana, pur rimanendo per alcuni decenni un'isola linguistica e culturale greca. In età imperiale svolse per Roma la funzione di collegamento marittimo con l'Oriente e per questo l'imperatore Traiano ne ampliò il porto.
### Medioevo
Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, Ancona seguì la sorte del resto d'Italia. Dopo la guerra gotica entrò tra i possessi dell'Impero bizantino, costituendo insieme a quattro altre città la Pentapoli marittima. Nel 774 la città passò allo Stato Pontificio. Con l'istituzione del Sacro Romano Impero la città fu posta a capo della Marca di Ancona, che dopo aver assorbito le marche di Camerino e di Fermo, comprese quasi tutta l'odierna regione Marche.
Uno dei periodi più fiorenti di Ancona iniziò nell'XI secolo, quando iniziò a reggersi come libero comune e repubblica marinara, la Repubblica di Ancona. Per difendere la propria indipendenza si scontrò sia con il Sacro Romano Impero, che tentò ripetutamente di ristabilire il suo effettivo potere, sia con Venezia, che non accettava nell'Adriatico altre città marinare. Nell'assedio del 1173 da parte delle truppe imperiali, si distinsero le gesta di Stamira, l'eroina anconitana per eccellenza, e del sacerdote Giovanni di Chio. Tale assedio si concluse in favore dei difensori anconetani: una spedizione riuscì ad avvisare gli alleati, che arrivarono in aiuto della città ormai allo stremo, costringendo l'esercito imperiale a ritirarsi.
Figura di spicco del periodo della repubblica di Ancona fu Ciriaco Pizzecolli (detto Ciriaco d'Ancona), umanista, archeologo e navigatore, che viaggiò per tutto il Mediterraneo alla ricerca di testimonianze storiche, nel tentativo di salvarle dall'oblio e dalla distruzione; per questa sua attività era chiamato dai suoi stessi contemporanei pater antiquitatis ed è oggi considerato il fondatore in senso generale dell'Archeologia.
### Età moderna
In seguito alla caduta di Costantinopoli e alla scoperta dell'America, per tutte le città marinare italiane, compresa Ancona, iniziò un periodo di recessione che raggiunse il suo apice nel XVII secolo.
Tuttavia, agli inizi del 1500, Ancona era ancora florida. Ciò destò la cupidigia del papa Clemente VII, il quale, ansioso di reintegrare le casse vaticane, vuote dopo il Sacco di Roma del 1527, decise di impossessarsi della città, con un abile piano. Il primo passo fu la costruzione della Cittadella, offerta dal papa alla città con il pretesto di fornirle difesa da un imminente attacco da parte dei turchi, ma in realtà realizzata per mantenere Ancona strettamente sotto il dominio papale: i cannoni della nuova fortezza erano puntati sulla città e sulle sue principali vie di accesso. Grazie a questo stratagemma, con un colpo di Stato, il 19 settembre 1532 papa Clemente VII vincolò Ancona alla Santa Sede e cedette il governo della città al cardinale Benedetto Accolti in cambio di un'ingente somma di rendita annua, nominandolo legato pontificio della Marca di Ancona; il governo dell'Accolti fu segnato da violenze e persecuzioni.
Alla morte di Clemente VII, il nuovo papa Paolo III Farnese ordinò l'imprigionamento del cardinal Accolti, il riconoscimento dell'innocenza dei cinque nobili anconetani da lui giustiziati sommariamente ed il ritorno in città degli esiliati; ripristinò inoltre una qualche autonomia del Senato anconetano. Nonostante ciò, la realtà fu che la città non fu più libera di autodeterminarsi, rimanendo sotto lo stretto controllo dei legati pontifici.
La perdita della libertà condusse a partire dalla seconda metà del Cinquecento ad una lenta decadenza, che durò oltre un secolo e che si interruppe solo nel 1732, quando papa Clemente XII concedette il porto franco, ovvero dell'esenzione delle imposte doganali. Oltre a dare alla città questo nuovo status, Clemente XII incaricò l'architetto Luigi Vanvitelli di restaurare ed ampliare il porto. Grazie a queste misure, la città visse un nuovo momento di benessere, legato alla ripresa della grande navigazione.
### Età contemporanea
**Il periodo napoleonico**
Nel 1797 Napoleone occupò la città e dopo poco venne proclamata la Repubblica Anconitana, che nel 1798 venne annessa alla Repubblica Romana. Dopo alterne vicende ed assedi che la videro passare in mano francese ed austriaca, fu annessa nel 1808 al Regno Italico napoleonico, all'interno del Dipartimento del Metauro. Nel 1815 fu assediata dalle forze anglo-austriache e, con la Restaurazione, nello stesso anno, tornò a far parte dello Stato Pontificio.
**Il Risorgimento**
Durante la Prima guerra di indipendenza, nel 1849, Ancona si dichiarò libera dal dominio papale e aderì alla Repubblica Romana. Il papa allora chiamò gli austriaci per riprendere il possesso delle sue terre. Compagna di Venezia e di Roma, la città di Ancona per settimane resistette eroicamente all'assedio austriaco, grazie anche ai volontari provenienti da varie regioni d'Italia. Si distinse nella lotta l'anconetano Antonio Elia, che fu uno dei più strenui difensori della città e che, dopo la resa dei patrioti e l'occupazione austriaca, venne arrestato con false accuse e fucilato.
Per l'eroismo e l'attaccamento agli ideali di libertà e di indipendenza dimostrati nel 1849 Ancona venne insignita della medaglia d'oro come "benemerita del Risorgimento nazionale".
**L'adesione al Regno d'Italia**
Nel 1860, dopo la sconfitta di Castelfidardo, le truppe pontificie si rifugiarono ad Ancona per tentare l'ultima difesa dei domini papali.
Seguì un difficile assedio da parte delle truppe sarde.
Il 29 settembre le truppe dei generali Enrico Cialdini e Manfredo Fanti entrarono vittoriose ad Ancona, seguite dopo pochi giorni dal re Vittorio Emanuele II. Il 4 novembre dello stesso anno un plebiscito ufficializzò l'ingresso di Ancona, Marche ed Umbria nel Regno di Sardegna, poi Regno d'Italia.
Nel decennio tra il 1860 e il 1870, a causa della situazione geopolitica nazionale, Ancona rivestì un ruolo militare di primo ordine e fu dichiarata piazzaforte di prima classe insieme a sole altre quattro città italiane.
Il nuovo ruolo fu alla base di un notevole sviluppo urbano e dell'introduzione di tutti i servizi pubblici che il progresso metteva a disposizione in quegli anni.
**Dal Novecento ai giorni nostri**
A cavallo della prima guerra mondiale, due momenti diversi videro la città sulla ribalta nazionale: nel 1914 per la Settimana rossa e nel 1920 per la Rivolta dei Bersaglieri, episodio culminante del Biennio rosso. Nel periodo della prima guerra mondiale si ricordano il precoce bombardamento navale di Ancona e l'Impresa di Premuda.
Durante il ventennio fascista, la città di Ancona ebbe un notevole sviluppo urbanistico, con l'urbanizzazione lungo il viale della Vittoria e la costruzione del rione Adriatico.
Negli ultimi anni della seconda guerra mondiale, a causa della sua importanza strategica, Ancona subì numerosissimi bombardamenti da parte delle forze alleate, che dovevano preparare il passaggio del fronte. In particolare, quello del 1º novembre 1943 fu uno dei più tragici; in pochi minuti migliaia di persone persero la vita, di cui settecento all'interno di un solo rifugio antiaereo, e un intero rione della città storica (il rione Porto) venne quasi cancellato.
In seguito alla Battaglia di Ancona, il 18 luglio 1944 il generale Władysław Anders liberò la città dai nazisti, a capo del II Corpo polacco e assieme alle formazioni partigiane ed ai militari italiani del C.I.L..
In riconoscimento del comportamento solidale della popolazione durante l'occupazione tedesca e i bombardamenti alleati, Ancona fu insignita della medaglia d'oro al valor civile.
Nel secondo dopoguerra Ancona si riprese velocemente dalle pur gravi ferite della guerra; tra l'altro, il 1959 vide la fondazione dell'Università. Si sono abbattute poi sulla città tre gravi calamità naturali: un'alluvione nel 1959, un terremoto nel 1972 e una frana nei rioni Posatora e Palombella nel 1982. Anche in queste disastrose occasioni la ripresa della città fu rapida.
Da segnalare negli ultimi decenni sono: la riapertura del Teatro delle Muse (2002), l'inaugurazione del grande Parco del Cardeto (2005) e la notevole intensificazione dei traffici del porto nelle comunicazioni con l'Europa balcanica e la Grecia. Nel 2008 il governo ha scelto Ancona come sede del Segretariato permanente dell'Iniziativa Adriatico Ionica, nella storica Cittadella cinquecentesca.
Nel 2013 Ancona ha celebrato i 2400 anni dalla fondazione, contati a partire dalla data della fondazione della colonia greca.
### Simboli
Dallo Statuto comunale si ricavano le descrizioni dello stemma, del bollo e del gonfalone.
**Stemma**
«Scudo di rosso, al Capo d'Angiò e al Guerriero d'oro armato di spada sul cavallo corrente. Il Capo d'Angiò è d'azzurro, al lambello di rosso di quattro pendenti con tre gigli d'oro sottostanti allineati. Lo scudo è sormontato da corona murale dalle cinque torri ed è affiancato da due ramoscelli (d'ulivo e di quercia rispettivamente a destra e a sinistra di chi guarda) che si incrociano in basso, con nastro sovrapposto recante la scritta: "ANCON DORICA CIVITAS FIDEI".»
**Sigillo**
«È tondo, conforme allo stemma, con fascia perimetrale entro la quale è la scritta: "ANCON DORICA CIVITAS FIDEI" orientata in senso orario e preceduta in alto da una croce scorciata espansa fra due stelle.»
**Gonfalone**
«È di rosso alla croce scorciata (ovvero greca) d'oro, con soprastante scritta "COMUNE DI ANCONA"; termina in basso a guisa di scaglione con frangia d'oro guarnita agli estremi laterali di nappe pure dorate. Gli ornamenti esterni, dorati, sono costituiti da due cordoni laterali per parte, di differente lunghezza, con nappe terminali che si annodano prima all'asta trasversale pomellata e quindi a quella verticale, al cui incontro è un nastro azzurro con frange dorate, decorato agli estremi con il guerriero dorato come allo stemma. L'asta è sormontata dal guerriero d'oro armato di spada sul cavallo corrente.»
### Onorificenze
Altra medaglia fu conferita alla città per
## Monumenti e luoghi d'interesse
I monumenti più importanti della città sorgono nei luoghi più significativi nel suo promontorio: il Duomo, al suo vertice, l'Arco di Traiano e il Lazzaretto nel porto, la Cittadella sulle sommità di una collina a picco sul mare e il Monumento ai Caduti nel luogo in cui la vallata centrale della città sbocca sulla costa alta.
Le testimonianze storiche più importanti sono legate ai due periodi di massimo splendore della città e del suo porto: l'epoca del repubblica marinara e quella del porto franco settecentesco.
### Architetture religiose
Il Duomo di San Ciriaco è uno dei simboli della città, sia perché con i suoi più di ventiquattro secoli ne riassume la storia, sia perché con la sua posizione, sulla sommità del colle Guasco e sulla punta più estrema del promontorio, domina il porto, il golfo e caratterizza i panorami della città: è visibile persino da alcuni quartieri periferici. È una fusione di arte romanica e bizantina, quest'ultima presente nella pianta a croce greca e nelle sculture. I due leoni stilofori del portale sono essi stessi uno dei simboli cittadini.
Per il Medioevo, oltre al Duomo, sono notevoli altre due chiese. La prima è Santa Maria della Piazza, che ha una facciata ad archetti di ispirazione bizantina e un portale ricco di figure simboliche; dal suo interno si accede ai resti della sottostante basilica paleocristiana. La seconda è la chiesa monastica di Santa Maria di Portonovo; è situata nei dintorni della città, tra il bosco e la spiaggia di Portonovo e sotto le rupi di Monte Conero. Ha una singolare pianta, fusione tra una basilica a cinque navate e una croce greca.
Nel Quattrocento, lo scultore e architetto dalmata Giorgio da Sebenico ha lasciato in città tre notevoli esempi di Rinascimento adriatico: i portali della chiesa di San Francesco alle Scale e dell'ex chiesa di Sant'Agostino e la facciata di un edificio civile: la Loggia dei Mercanti. Lo stesso artista è autore anche di Palazzo Benincasa, palazzo nobiliare gotico.
Arrivando al Settecento, si ricordano: la chiesa del Santissimo Sacramento, con interno barocco ricco di sculture e originale campanile spiraliforme, la Chiesa del Gesù, di Luigi Vanvitelli, con la cui facciata concava l'architetto completò il suo programma di ridisegno della città, la Chiesa di San Domenico, di Carlo Marchionni, che domina scenograficamente Piazza del Papa, e la chiesa degli Scalzi, notevole per cupola ricoperta di rame che svetta nel panorama della città visto dal porto.
Le due antiche sinagoghe di Ancona, quella levantina e quella italiana, sono alloggiate in un unico edificio, nel cuore dell'antico ghetto; suggestivo è inoltre l'antico e ampio cimitero israelitico, il Campo degli Ebrei, panoramicamente situato nei pressi dell'orlo della falesia.
Si segnala inoltre la presenza, in periferia, della piccola chiesa cinquecentesca di Santa Maria Liberatrice e della neogotica chiesa dei Cappuccini, con dipinti di fra Paolo Mussini.
### Architetture civili e militari
Testimonianza eccezionale dell'Età Antica è l'Arco di Traiano, attribuito ad Apollodoro di Damasco, che si erge sul molo che l'imperatore volle a protezione del porto. L'Anfiteatro romano è stato completamente scavato nella zona dell'ingresso principale, detto "Arco Bonarelli", mentre la parte posteriore del monumento non è stata ancora completamente riportata alla luce e risulta dunque di difficile lettura per il profano.
Tra Medioevo e Rinascimento, tre furono i palazzi in cui ebbe sede il governo della Repubblica di Ancona: il romanico Palazzo del Senato, il gotico, altissimo Palazzo degli Anziani, con la facciata principale rifatta nel Seicento, e il Palazzo del Governo, a cui lavorò anche l'architetto Francesco di Giorgio Martini, affiancato dalla torre che domina Piazza del Papa.
Per il Rinascimento, si ricordano i due monumenti più significativi. Il primo è la poderosa Cittadella, fortificazione a pianta di stella pentagonale, opera di Antonio da Sangallo il Giovane, uno dei primissimi esempi di fronte bastionato all'italiana; è sede del Segretariato permanente della Iniziativa Adriatico Ionica. Il secondo è Palazzo Ferretti, sede del Museo archeologico nazionale delle Marche, con cortile pensile affacciato sul porto.
Il Settecento vide una rinascita artistica della città, di cui fu protagonista Luigi Vanvitelli, che oltre alla già citata Chiesa del Gesù lasciò in città il Lazzaretto, singolare e vastissima costruzione pentagonale, costruita all'interno del porto su un'isola artificiale; vanvitelliani sono anche l'Arco Clementino e il tratto di molo su cui sorge. Dopo i radicali interventi urbanistici di Vanvitelli, la città venne dotata di un nuovo ingresso monumentale, Porta Pia, che fa da contraltare all'Arco di Traiano, sul lato opposto del porto.
Dell'Ottocento si ricorda il Teatro delle Muse, con facciata neoclassica recante sul frontone gli altorilievi delle nove muse, di Apollo e di Palemone, dio dei porti.
Del Novecento notevoli sono il Mercato delle Erbe, architettura di ghisa e vetro in stile liberty, e il Monumento ai caduti, con la sua scenografica scalinata conducente al mare sottostante, accolto in breve tra i simboli della città.
### Siti archeologici
Nell'area archeologica del Tempio di Afrodite, situata sotto al Duomo, è visibile il basamento del tempio, studiando il quale è stato possibile ricostruire idealmente tutto l'edificio, che dall'alto del colle Guasco dominava l'Ancona greca e quella romana. Lo scavo è accessibile dall'interno del Duomo, ma nonostante rivesta un notevole interesse è da anni precluso ai visitatori.
Degli scavi archeologici dell'Anfiteatro romano si è già dato conto nella sezione Architetture civili e militari.
Sotto la chiesa di Santa Maria della Piazza ci sono i resti della basilica paleocristiana che, secondo alcuni studi, sarebbe stata l'antica cattedrale di Santo Stefano, la prima della città. Si può accedere a questa zona archeologica dall'interno della chiesa, e si possono ammirare mosaici policromi con simbologia paleocristiana, resti delle absidi, dei colonnati, del fonte battesimale e della cattedra.
### Altro
**Strade**
Via XXIX Settembre è affacciata sulle banchine portuali, sugli arrivi e sulle partenze delle navi e su uno dei più classici panorami della città, dominato dal Duomo e dal Faro vecchio e dai vecchi rioni arrampicati sui colli. All'inizio della via si trova la statua bronzea di Traiano, che ricorda l'ampliamento del porto deciso dall'imperatore.
Via della Loggia è l'antica via del Porto, sulla quale si affacciano edifici che hanno visto la storia della città marinara, tra i quali la Loggia dei Mercanti e il Palazzo Benincasa.
La passeggiata "da mare a mare", ossia dalle banchine del porto al belvedere del Passetto, permette di congiungere i due lati del promontorio sul quale sorge la città; è costituita dai tre corsi principali e dal Viale della Vittoria. I tre corsi, dedicati a Garibaldi (Corso Nuovo), Mazzini (Corso Vecchio) e a Stamira, attraversano paralleli i quartieri ottocenteschi della città e ne costituiscono il centro commerciale. Il Viale della Vittoria, attraversa invece l'espansione urbanistica del primo Novecento e presenta interessanti esempi di architettura eclettica e liberty.
Via del Comune (Via Pizzecolli), prima dell'apertura dei corsi ottocenteschi, fu per secoli la strada principale della città. Percorre in salita tutto l'antichissimo rione di San Pietro e conduce sulla sommità del Colle Guasco, dove sorge il Duomo; ha aspetto medievale ed è ricca di palazzi storici, di monumenti e di scorci panoramici sul porto.
Via Astagno, con i vicoli limitrofi, costituiva l'antico ghetto ebraico, con i suoi alti palazzi e le strade strette e ripide.
**Piazze**
Le piazze centrali della città sono quattro.
Piazza della Repubblica, comunemente detta "del Teatro", è il punto di unione tra centro e porto; vi si scorgono le banchine, con i traghetti in partenza per la Grecia e i paesi balcanici; vi si affaccia il Teatro delle Muse.
Piazza del Papa, di forma singolarmente allungata, è il cuore dei rioni più antichi della città. Prende nome dalla statua di papa Clemente XII, responsabile della rinascita settecentesca dei traffici portuali; è un ritrovo serale molto frequentato.
L'ottocentesca piazza Cavour è la più vasta della città ed è sistemata a giardino, come la vicina piazza Stamira; in entrambe le piazze le aiuole sono caratterizzate da palme di varie specie.
Piazza Roma, insieme al Corso Vecchio, ospita nei giorni feriali l'animato mercato di bancarelle ed è caratterizzata dalla Fontana dei Cavalli; a pochi passi c'è l'antica Fontana delle Tredici Cannelle; secondo la tradizione chi deve partire può assicurarsi il ritorno in città bevendo l'acqua di questa fontana.
**Luoghi panoramici**
I luoghi panoramici più noti di Ancona sono: il piazzale del Duomo, affacciato sul porto, sulla città e sulla costa, visibile sino a Pesaro; Porta Pia, con vista su porto, Duomo e Faro, il belvedere di Capodimonte, da cui si può osservare l'isola pentagonale del Lazzaretto circondata dal Mandracchio, il Pincio, con vista sulla città e sul porto, la pineta del Passetto, affacciata sulla costa alta, visibile sino a Monte Conero. A questi punti panoramici classici si aggiungono quelli aperti al pubblico negli ultimi decenni: la Lanterna Rossa, con vista completa sui rioni antichi disposti ad anfiteatro intorno al porto, e il Faro, alto sulle rupi e sui tetti della città antica.
### Aree naturali
**Parchi pubblici di Ancona**
La città è ben dotata di viali, piazze alberate e parchi, panoramici perché posti sulle parti più alte delle colline; ha infatti 52 m² di verde per abitante. Tra essi si elencano i più importanti dal punto di vista storico e paesaggistico.
**Parchi pubblici di Ancona**
**Parco del Cardeto**
Il Parco del Cardeto il più vasto della città (circa 35 ettari) è caratterizzato da interessanti testimonianze storiche, da un'elevata naturalità e da numerosi punti panoramici. È a picco sul mare ed occupa la sommità di due colline: Monte Cardeto e il Colle dei Cappuccini. Al suo interno zone di prato naturale, di boschetti sempreverdi, di macchie di ginestre; le fioriture spontanee (tra cui quelle di varie orchidee selvatiche) si susseguono lungo il corso dell'anno.
**Parchi pubblici di Ancona**
**Parco del Passetto**
Il Parco del Passetto è situato a sud del Monumento ai Caduti. Si trova a picco sul mare, cui conduce un sentiero; è caratterizzato dalla presenza di tre laghetti artificiali, di una pista di pattinaggio e di una piscina pubblica e da terrazze affacciate sul mare. Per anni lasciato in degrado, il suo recente restauro è stato segnato da vicende giudiziarie che hanno rivelato una progettazione mal eseguita e mal realizzata.
**Parchi pubblici di Ancona**
**Parco della Cittadella**
Il Parco della Cittadella di Ancona è cinto dalle mura del Campo Trincerato, confina con la Cittadella, da cui prende il nome. All'interno del parco le antiche strutture militari convivono con una vegetazione in gran parte spontanea; interessante la presenza di un percorso dedicato alla conoscenza tattile e olfattiva del mondo vegetale.
**Parchi pubblici di Ancona**
**Pincio**
Il Pincio di Ancona, non molto esteso, è di grande importanza storica, dato che è il più antico della città, essendo sorto dopo il 1870 per celebrare la presa di Roma. Come il suo omonimo romano, il Pincio di Ancona è ricco di sempreverdi, ha un impianto geometrico dei sentieri ed ha un belvedere da cui si gode di un'ampia vista sulla città.
**Parchi pubblici di Ancona**
**Villa Santa Margherita**
Villa Santa Margherita risale all'Ottocento ed è organizzata come un giardino romantico: tra la vegetazione che imita il paesaggio naturale sorgono quinte architettoniche, un'aranciera e un edificio belvedere immerso nel bosco, ricco di alberi monumentali. Per vent'anni fu sede del convento dei Frati Minori.
**Parchi pubblici di Ancona**
**Parco del Cras**
Il Parco del Cras nacque nel 1901 come giardino dell'Ospedale Psichiatrico; ha gli alberi più rigogliosi della città, dato che per molti anni sono stati risparmiati dalle potature. È interessante anche per l'organizzazione degli spazi in grandi cortili verdi collegati da porticati coperti da capriate in legno, che rendono il parco visitabile anche con la pioggia.
**Parco regionale del Conero**
Una gran parte della fascia costiera del territorio comunale di Ancona rientra all'interno del Parco regionale del Conero, caratterizzato da ampi boschi sempreverdi di macchia mediterranea, da scogliere a picco sul mare, da spiagge raggiungibili solo a nuoto o per impervi stradelli, da una campagna di alto valore paesaggistico e ricca di prodotti tipici, come la lavanda, il miele, l'olio, i legumi. Tra le località anconetane all'interno del Parco va citata Portonovo, meta molto frequentata da anconetani e turisti, con i suoi boschi a ridosso delle spiagge e con i suoi antichi monumenti.
Peculiarità della città è il fatto che il Parco del Conero comprende anche aree prettamente urbane: tra esse la zona del Passetto, con le rupi, la pineta e le scogliere, e quella delle Valli di Pietralacroce, che dal centro abitato scendono verso il ciglio delle rupi; quattro stradelli conducono al mare, attraversando boschi e prati. Queste zone sono ricche di punti panoramici sulle scogliere sottostanti e sulla città.
**Parco regionale del Conero**
**I fondali marini**
Da anni è in discussione al Ministero dell'Ambiente l'ipotesi di istituire un parco marino nel mare che bagna la costa orientale della città e il parco del Conero, motivata dalla presenza di fondali di grande ricchezza naturalistica: non è comune in Adriatico incontrare, ad esempio, madrepore, gorgonie e tante specie di nudibranchi. In una costa molto frequentata e nella quale il rapporto con il mare è antico ed intenso, si prevede di proteggere l'ambiente marino senza impedire gli usi tradizionali e innocui per la natura, come la balneazione, la nautica a vela o a remi e la piccola pesca amatoriale.
**Selva di Gallignano e Orto Botanico Universitario**
La Selva di Gallignano, di circa 100 ettari, è una rara testimonianza del bosco autoctono di caducifoglie che una volta caratterizzava le colline marchigiane. È un'area floristica protetta ed è il cuore dell'Orto Botanico dell'Università di Ancona, oltre che la sua maggiore peculiarità. Alcune collezioni permettono di conservare ex-situ alcune specie endemiche adriatiche, specie alimentari spontanee e piante officinali locali.
## Società
### Evoluzione demografica
Evoluzione della popolazione di Ancona :
| Anno | centro urbano | frazioni e case sparse | totale |
| - | - | - | - |
| 1174 | 11 000 | | |
| 1565 | 18 435 | | |
| 1582 | 20 500 | 7 270 | 27 770 |
| 1656 | 10 326 | 6 707 | 17 033 |
| 1701 | 8 644 | 7 568 | 16 212 |
| 1708 | 8 274 | 7 920 | 16 194 |
| 1725 | 7 000 | | |
| 1763 | 13 828 | | |
| 1769 | 10 078 | 12 950 | 23 028 |
| 1770 | 14 000 | | |
| 1809 | 17 072 | 14 159 | 31 231 |
| 1816 | 18 776 | 13 860 | 32 636 |
| 1828 | 22 697 | 14 119 | 36 816 |
| 1844 | 22 757 | 20 460 | 43 217 |
| 1846 | 22 704 | 21 249 | 43 953 |
| 1853 | 22 999 | 21 834 | 44 833 |
| 1861 | 17 403 | 29 827 | 47 230 |
| 1871 | 28 031 | 17 650 | 45 681 |
| 1881 | 28 557 | 20 331 | 48 888 |
| 1901 | 34 159 | 27 443 | 58 602 |
| 1911 | 38 978 | 26 410 | 65 388 |
| 1921 | 46 395 | 22 126 | 68 521 |
| 1931 | 48 670 | 26 702 | 75 372 |
| 1936 | 56 065 | 22 574 | 78 639 |
| dicembre 1939 | 62 313 | | |
| luglio 1944 | 4 000 | | |
| novembre 1946 | 44 779 | | |
| marzo 1950 | 57 022 | | |
| dicembre 1950 | 59 630 | | |
| 1951 | 61996 | 23 767 | 85 763 |
| 1961 | 75 019 | 25 466 | 100 485 |
| 1971 | 88 410 | 21 379 | 109 789 |
| 1981 | | | 106 432 |
| 1991 | | | 101 285 |
| 2001 | 90 565 | 9 942 | 100 507 |
| 2011 | | | 101 497 |
Abitanti censiti
Per la corretta lettura dei dati si ricorda che nel 1928 vennero accorpati ad Ancona i comuni di Paterno, Montesicuro e Falconara Marittima; quest'ultimo nel 1948 ritorna ad essere autonomo.
Nella storia dell'evoluzione demografica di Ancona si nota il brusco calo avvenuto nel 1944 per lo sfollamento della popolazione verso le città e le campagne limitrofe a causa dei numerosi bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Altre cause del calo di popolazione sono la grave epidemia del XVIII secolo, il terremoto del 1972 e, in misura minore, la frana del 1982.
Ancona ha avuto il massimo degli abitanti nel 1971. Da allora si è assistito ad un lieve calo, favorito dai saldi naturale (differenza fra nati e morti) e migratorio (differenza fra immigrati ed emigrati) entrambi negativi dal 1979. Dopo un minimo di 98 000 abitanti, registrato nel 1999, si è registrato un progressivo incremento della popolazione, grazie soprattutto al consistente flusso migratorio, che ha riportato la città a superare di nuovo le centomila unità, attestandosi a più di 102 000 abitanti nel rilevamento anagrafico di dicembre 2008.
### Etnie e minoranze straniere
**Nei secoli passati**
Ad Ancona il fenomeno della presenza di cittadini stranieri in città non è nuovo, in quanto l'esistenza del porto ha sempre richiamato folti gruppi di persone da paesi anche lontani, che spesso si organizzavano in comunità vere e proprie.
Le principali nei secoli furono: l'ebraica (con i due rami levantino ed italiano, ognuno fornito di propria sinagoga); l'albanese; la ragusea (aveva il suo riferimento nella chiesa di San Biagio); la greca (aveva il suo riferimento nella chiesa di Sant'Anna dei Greci); l'armena (la cui chiesa era San Gregorio illuminatore). Anche i musulmani hanno sempre frequentato la città, tanto che nel periodo medievale ad essi erano stati assegnati alcuni locali nel palazzo del Comune.
La presenza in città di varie etnie è testimoniata anche dall'esistenza, all'indomani dell'Unità d'Italia, di tre cimiteri: quello ortodosso (il Campo de' Greci, chiuso dopo L'Unità e non più esistente), quello protestante (il Campo degli Inglesi, ancora visitabile), quello ebraico (il Campo degli Ebrei).
**Nei secoli passati**
**La comunità ebraica**
Tra le varie comunità, quella ebraica è quella che ha lasciato più il segno nella storia della città e che tuttora è significativa. È una delle più antiche e significative comunità ebraiche d'Italia. A testimonianza della sua storia rimangono l'antico ghetto con le due sinagoghe e il suggestivo cimitero (uno dei più vasti ed antichi d'Italia): il Campo degli Ebrei.
**Nel XXI secolo**
I cittadini stranieri residenti ad Ancona sono 13 848 (31º dicembre 2019). Le comunità nazionali più numerose sono:
* Romania 2 683
* Bangladesh 1 961
* Albania 1 372
* Perù 857
* Filippine 734
* Ucraina 582
* Tunisia 567
* Nigeria 399
* Cina 383
* Marocco 350
### Lingue e dialetti
«Io guardo 'sta cruceta sbuzolosa cun 'st'anima gentile; cià qualcosa del caratere nostro anconità; rozo de fora, duro, un po' vilà ma drento bono, un zuchero, 'n'amore,... ché nun conta la scorza, conta el core»
(dalla poesia" Cume se magna le crucete in porcheta" di Eugenio Gioacchini)
Il dialetto cittadino, secondo la tradizione sarebbe nato nel rione Porto, in una piccola piazza ora non più esistente, detta la Chioga, nella quale si mescolavano tre parlate: quella locale dei purtulòti (portolotti), lavoratori portuali, quella dei marinai levantini (provenienti dall'Oriente) stabilitisi in città e quella dei buranèli, ovvero le famiglie originarie dalla laguna veneta, trasferitesi ad Ancona in cerca di fortuna e dedite alla pesca. Nel corso del tempo si è modificato e reso assai singolare dagli influssi dovuti agli scambi del porto.
L'anconitano appartiene ai dialetti italiani mediani, ed ha influssi gallo-italici e veneti, per cui è spesso considerato di transizione tra i dialetti centrali e quelli gallo-italici.
Il dialetto anconitano è usato nella poesia vernacolare anconetana, nel teatro e nelle canzoni popolari. Il poeta che ha reso il dialetto cittadino lingua letteraria è stato Duilio Scandali, a cui sono seguiti molti altri, fino al contemporaneo Franco Scataglini, la cui lingua non è però il dialetto popolare, ma quello trasfigurato dalla poesia. Da più di un secolo numerose compagnie di teatro dialettale si sono susseguite, creando una buona tradizione e l'annuale festival del dialetto di Varano. Tra le canzoni più note ci sono: l'"Inno del portoloto", "Erane tre surele", "Alba", "El carnevale".
**Isola linguistica gallica del Conero**
Le frazioni anconitane del Conero, ossia Poggio e Massignano, insieme a Camerano, formano l'area dell'isola linguistica gallica del Conero. I dialetti di questi centri non sono varianti del dialetto anconitano, ma costituiscono un nucleo gallico, simile a quello parlato a nord dell'Esino. Nei versi riportati sotto si dà un esempio del dialetto del Poggio.
«Pett' al Mont' d'Ancona sorg' el Poy bellu ch' par un fior' 'n cima a un scoy su pr' fianchi del mont' s' rampigna e tutta t'ariscopr' la campagna
Tutta la gent' ch passa l'arimira ch'achì par' ch' č' god' la natura sal ben d' la marina e quel del mont' sa i camp' verdi e pîni sempr' d' piant'»
(Giuseppe Bartolucci, da "Biagin cucal e altri versi")
### Tradizioni e folclore
Antichissima credenza, attestata fin dal Cinquecento, è quella di bere l'acqua della Fontana del Calamo (comunemente chiamata le Tredici Cannelle) per assicurarsi il ritorno in città.
Assai singolari e prova di uno stretto rapporto con il mare sono le grotte del Passetto, cinquecento cavità scavate sin dalla metà dell'Ottocento alla base della rupe, per servire come ricovero di barche ed appoggio estivo; i fruitori, i "grottaroli", sono riuniti in tre associazioni.
In città si usano tradizionalmente le carte da gioco piacentine, e ciò è dovuto al fatto che nello Stato Pontificio, del quale Ancona fece parte dal 1532 al 1860, la città di Piacenza aveva l'esclusiva per la fabbricazione delle carte.
### Istituzioni, enti e associazioni
Ancona è sede delle seguenti istituzioni di importanza superiore alla provinciale.
* Giunta Regionale delle Marche.
* Consiglio regionale delle Marche.
* Università Politecnica delle Marche.
* Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche
* Organi periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali:
* Soprintendenza archeologica delle Marche,
* Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici delle Marche,
* Soprintendenza archivistica delle Marche.
* Organi periferici del Ministero della giustizia:
* Tribunale di Ancona,
* Tribunale per i minorenni di Ancona,
* Corte d'appello di Ancona,
* Carcere di Montacuto,
* Carcere minorile di Ancona.
* Organi periferici del Ministero dell'interno:
* Prefettura di Ancona,
* Questura di Ancona,
* Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile.
* Organi periferici del Ministero dell'Economia e delle Finanze:
* Ufficio delle Dogane di Ancona,
* Direzione regionale Marche dell'Agenzia delle entrate,
* Direzione regionale Marche ed Umbria dell'Agenzia del territorio.
* Segretariato permanente dell'Iniziativa Adriatico Ionica, emanazione del Ministero degli Affari Esteri.
* Ufficio Scolastico Regionale per le Marche, ufficio periferico del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
* Direzione delle Poste per le Marche e l'Umbria, organo periferico del Ministero dello sviluppo economico.
* Direzione Regionale Marche della Trenitalia S.p.A.;
* Arcidiocesi metropolita di Ancona-Osimo, facente parte della Provincia ecclesiastica di Ancona.
**Strutture sanitarie**
La sanità ad Ancona è gestita principalmente dall'"Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti", che accorpa l'Ospedale "Umberto I", il cardiologico "G. M. Lancisi" e l'Ospedale dei Bambini "G. Salesi". I primi due sono situati in un unico polo, nel quartiere delle Torrette, mentre il terzo è localizzato al Passetto. È presente una forte collaborazione con la facoltà di medicina dell'Università Politecnica delle Marche.
Sono presenti anche l'ospedale geriatrico "U. Sestilli", sede locale dell'INRCA e la casa di cura convenzionata "Villa Igea".
## Cultura
### Istruzione
**Biblioteche**
* Biblioteca comunale Luciano Benincasa, fondata nel 1669, con più di 100.000 volumi è la più importante della città; è annessa un'emeroteca. Chiusa per lavori di restauro della sede, nel 2012 è stata riaperta solo parzialmente.
* Biblioteca dell'Archivio di Stato, fondata nel 1871, conserva, tutela e valorizza circa diciassette chilometri lineari di materiale documentario;
* Biblioteca della Soprintendenza archeologica, specializzata in archeologia e storia locale;
* Biblioteca della Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici.
* Biblioteche di istituzioni culturali:
* della Deputazione di storia patria per le Marche;
* dell'Accademia marchigiana di scienze, lettere ed arti;
* dell'Istituto per la storia del movimento di liberazione delle Marche.
* Biblioteche di istituzioni religiose:
* del Pontificio Seminario Regionale Pio XI;
* dell'Opera Salesiana;
* Biblioteca diocesana.
* Biblioteche universitarie:
* dell'Istituto Teologico Marchigiano;
* della facoltà di Economia;
* della facoltà di Medicina e Chirurgia;
* della facoltà di Ingegneria;
* della facoltà di Scienze
* Biblioteca del Consiglio regionale delle Marche;
* Biblioteca privata Franco Amatori, aperta al pubblico dal 2008 nello storico Palazzo Benincasa.
Nel luglio 2020 Ancona ha ottenuto il riconoscimento di "Città che legge" 2020-2021.
**Università politecnica delle Marche**
Nel 1562 venne aperta ad Ancona l'Universitas studii generalis cuiuscum scientiae et facultatis, con le facoltà di diritto e di teologia e la possibilità di apertura anche di facoltà scientifiche L'università anconitana si ricollegava alla scuola di diritto attiva in città nel Medioevo, dal 1300 in poi.
Gli studi universitari moderni ad Ancona iniziano nel 1959 con l'apertura della facoltà di Economia. Nel 1969 viene fondata l'Università degli Studi di Ancona, dal 2003 denominata "Università politecnica delle Marche", che conta quaranta corsi di laurea e cinque facoltà: Agraria, Economia, Ingegneria, Medicina e Scienze. Gli studenti sono più di 16.000.
Hanno inoltre sede in città l'Istituto Teologico Marchigiano e l'Istituto Superiore di Scienze Religiose «Lumen gentium», aggregati alla Facoltà di Sacra Teologia della Pontificia Università Lateranense e la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici.
Per ciò che riguarda gli studi musicali, in città svolgeva la funzione di Conservatorio l'Istituto Superiore di Studi Musicali "G.B. Pergolesi", attivo dal 1924 al 2014, dal 2001 pareggiato ai conservatori di musica statali. Nel 2014 il Comune decise di chiudere l'istituto
**Musei**
* Museo archeologico nazionale delle Marche: è ospitato all'interno del cinquecentesco palazzo Ferretti e permette un interessante viaggio nel tempo grazie alle testimonianze ricchissime di tutte le civiltà della regione. Conserva una completa documentazione sull'arte e sulla vita quotidiana del popolo piceno; notevoli sono anche le testimonianze dell'invasione gallica del VI secolo a.C. e della fase greca di Ancona.
* Museo della città di Ancona: è un museo di storia urbana; si segnalano le vedute della città di Luigi Vanvitelli e un grande plastico in legno che ricostruisce la città di Ancona nel 1844.
* Pinacoteca civica "Francesco Podesti": tra le opere più notevoli, quelle di Carlo Crivelli, del Tiziano, di Lorenzo Lotto, del Guercino, di Sebastiano del Piombo, di Orazio Gentileschi, di Andrea Lilli, di Francesco Podesti. Conserva anche opere di autori contemporanei. Nel 2016 è stata parzialmente riaperta con nuovo allestimento.
* Museo tattile statale Omero: È uno dei più importanti musei tattili in Italia, e permette di avvicinarsi all'arte toccando calchi in gesso a grandezza naturale di famose opere scultoree, modellini architettonici di celebri monumenti, reperti archeologici e sculture originali di artisti contemporanei.
* Museo diocesano di Ancona: è una collezione di arte sacra; notevoli sono i sarcofagi paleocristiani e gli arazzi dai colori vivissimi di Rubens.
* Museo diffuso urbano: è un museo a cielo aperto che si snoda tra i luoghi dell'antica comunità ebraica anconitana. È attualmente chiuso.
* Sala museale Contrammiraglio Guglielmo Marconi: è un museo di storia delle telecomunicazioni, con una collezione di radio antiche e attrezzature per esperimenti. È attualmente chiuso.
* Museo di scienze naturali Luigi Paolucci: nato nel 1864 grazie all'opera del noto scienziato anconitano Luigi Paolucci, ha avuto sede in città per 80 anni e poi è stato chiuso per i danni di guerra; nel 1997 è stato trasferito nella vicina Offagna, uno dei castelli di Ancona. Sono esposti fossili, minerali, materiali didattici storici e animali impagliati.
### Media
**Stampa**
Due sono i giornali che pubblicano la cronaca cittadina:
* Corriere Adriatico (edito ad Ancona);
* Il Resto del Carlino.
Viene pubblicato anche il quotidiano Gazzetta aste ed appalti pubblici, su aste, bandi e appalti pubblici.
### Arte
**Arte ad Ancona**
L'arte di ogni epoca ha lasciato in città testimonianze significative, ma Ancona è particolarmente ricca di opere d'arte dei suoi periodi di massima fioritura: quelli dell'impero di Traiano (II secolo a.C.), della repubblica marinara (dall'XI al XVI secolo), e del porto franco (XVIII secolo).
In particolare, la città fu uno dei centri principali del Rinascimento adriatico, fenomeno artistico in cui la riscoperta dell'arte classica è accompagnata da una certa continuità formale con l'arte gotica. Coinvolse pittura, scultura e architettura ed è un tipo di Rinascimento in cui non si rinnega il gotico, ma lo si svuota di significato utilizzandolo solo come decorazione, mentre la sostanza delle opere artistiche accoglie le novità legate alla riscoperta dell'arte greca e romana.
**Arte ad Ancona**
**Testimonianze archeologiche di arte picena e greca**
L'arte picena e quella greca sono testimoniate dai reperti ritrovati nelle antiche necropoli ed esposti al Museo archeologico nazionale delle Marche.
**Arte ad Ancona**
**Architettura**
Tra gli architetti che lavorarono ad Ancona si ricordano per l'Età Antica Apollodoro di Damasco, per il Medioevo Margaritone d'Arezzo, Mastro Filippo e Giorgio da Sebenico. Per il Rinascimento Antonio da Sangallo il Giovane e Francesco di Giorgio Martini, per il Settecento Luigi Vanvitelli e Carlo Marchionni, per l'Età Contemporanea Guido Cirilli, Pietro Belluschi e Vittorio Gregotti.
**Arte ad Ancona**
**Scultura**
Tra gli scultori che hanno lasciato le loro opere in città si ricordano per il Medioevo Margaritone d'Arezzo, Mastro Filippo e Giorgio da Sebenico, già citati come architetti. Per il Rinascimento, sono presenti opere di Giovanni Dalmata, per l'Età Moderna di Gioacchino Varlè, per l'Età Contemporanea di Vittorio Morelli, Filandro Castellani, Pericle Fazzini, Valeriano Trubbiani, Aligi Sassu e Arnaldo Pomodoro.
**Arte ad Ancona**
**Pittura**
Per il Medioevo, si deve ricordare la scuola di pittura gotica, la Scuola di Ancona, attiva in città tra Trecento e Quattrocento; Olivuccio di Ciccarello ne era il maestro.
Per il Rinascimento, il pieno Quattrocento è segnato dall'anconitano Nicola di Mastro Antonio. Altri protagonisti della pittura rinascimentale ad Ancona furono Carlo Crivelli, Tiziano e Lorenzo Lotto, che aprì una scuola di pittura in città. I capolavori di questi artisti sono conservati nelle chiese e nella pinacoteca. Tiziano, in particolare lasciò in città la sua prima opera datata e uno dei suoi ultimi dipinti, ciò che permette di seguire la sua evoluzione artistica.
Nel periodo manierista si distinguono i nomi di Pellegrino Tibaldi e di Andrea Lilli, mentre testimonianze della pittura del Seicento sono i dipinti di Orazio Gentileschi, di Carlo Maratta e del Guercino.
Nell'Ottocento spicca la figura del pittore anconitano Francesco Podesti, che tra accademismo, pittura storica e romanticismo raggiunse fama internazionale. Fu uno degli ultimi grandi maestri dell'affresco, e con tale tecnica dipinse in Vaticano la sala dell'Immacolata Concezione. Uno dei suoi capolavori, il Giuramento degli Anconitani, è uno dei simboli della città.
A inizio Novecento, nel periodo tra Divisionismo e Simbolismo, lavorò in città Fra' Paolo Mussini; durante gli anni Trenta del secolo, lasciò le sue opere in città Pio Pullini.
**Ancona nell'arte**
In questa sezione si elencano le principali opere che, nel corso dei secoli hanno rappresentato Ancona nella scultura, nella pittura, nella letteratura e nel cinema.
**Ancona nell'arte**
**Ancona nella pittura e nella scultura**
Il più antico panorama di Ancona risale al ⅠⅠ secolo, si trova a Roma ed è scolpito nelle pietre della Colonna Traiana. Si tratta della scena 58, raffigurante la Partenza da Ancona dell'Imperatore Traiano per la Seconda Guerra Dacica. In questa raffigurazione Ancona è riconoscibile attraverso i monumenti più rappresentativi dell'epoca: il tempio di Venere, i cui resti sono visibili al di sotto dell'attuale duomo; il tempio di Diomede, colpito dalle onde; il molo e l'Arco di Traiano, ancora ottimamente conservati nel porto attuale. È interessante notare che, nonostante siano passati diciannove secoli, ancor oggi i luoghi rappresentativi della città siano rimasti gli stessi: il tempio sul colle Guasco, il porto, l'Arco di Traiano.
Nel Rinascimento, Ancona è stata rappresentata varie volte nei dipinti di noti artisti.
Vittore Carpaccio raffigura Ancona nel Ritratto di cavaliere (rione di Capodimonte), nel San Giorgio e il drago (Duomo) e nella Predica di santo Stefano (Arco di Traiano).
Giovanni Bellini rappresenta il Duomo e il colle Guasco nella Crocifissione di Prato, e il rione di Capodimonte nella Sacra Conversazione 'Giovannelli', mentre nel Martirio di San Marco, eseguito insieme a Vittore Belliniano e Lorenzo Lotto, raffigura ancora una volta il Duomo e il colle Guasco, anche se Ancona qui serve per rappresentare Alessandria d'Egitto.
Il Pinturicchio, nel Papa Pio II arriva per la Crociata al porto di Ancona, raffigura una veduta della città.
Carlo Crivelli, nella Visione del Beato Gabriele Ferretti, ci offre una veduta della campagna nei pressi della Chiesa di San Francesco ad Alto.
Tiziano, nel Noli me tangere, rappresenta Porta Capodimonte.
Il Domenichino nel dipinto Arco di Traiano ci ha lasciato una interpretazione rinascimentale dell'antico monumento romano.
Nella Galleria delle carte geografiche, ai Musei vaticani, c'è il più completo panorama dell'Ancona cinquecentesca: Veduta della città e del porto di Ancona, di Antonio Danti accompagnata dalle vedute prospettiche degli altri tre porti più importanti dell'epoca.
Passando al Settecento, si ricordano soprattutto due opere di Luigi Vanvitelli: Veduta del Molo nuovo dal Lazzaretto e la speculare Veduta del Lazzaretto dal Molo Nuovo. Tra incisori di questo secolo che hanno raffigurato Ancona, si ricordano Giovanni Battista Piranesi (Arco di Traiano) e Jakob Philipp Hackert (Veduta del porto di Ancona con l'Arco di Traiano).
Nell'Ottocento, il pittore anconitano di fama nazionale Francesco Podesti, nel Giuramento degli Anconitani, ricostruisce una ricchissima scena di vita medievale della città durante l'assedio del 1173.
**Ancona nell'arte**
**Ancona nella letteratura**
In letteratura, il nome di Ancona compare per la prima volta nell'età classica: Catullo nel Carmina, 36, la cita parlando dei più celebri luoghi di culto di Venere, mentre Giovenale nel libro IV delle Satire, parla del tempio di Venere sorretto dalla dorica Ancona; è la prima attestazione dell'epiteto di dorica riferito alla città.
Arrivando al Medioevo, Dante Alighieri, nel canto XXI del Paradiso, dice: In quel loco fu' io Pier Damiano /e Pietro Peccator fu' nella casa / di Nostra Donna in sul lito adriano. È san Pier Damiani a parlare nei versi del Poeta e la dimora di nostra Signora sul lido adriatico, secondo alcuni studiosi, sarebbe la chiesa di Santa Maria di Portonovo.
Nel Rinascimento, Michel de Montaigne, nel suo Giornale di viaggio in Italia, ci lascia una accurata descrizione di Ancona, mentre Torquato Tasso ce ne fornisce un'immagine poetica.
Nel Settecento, Giacomo Casanova nei suoi diari si sofferma a lungo a proposito dei suoi due soggiorni ad Ancona e ci racconta belle ed intriganti avventure capitategli con due donne incontrate qui.
Nell'Ottocento, Stendhal riferisce nei suoi diari della sua permanenza ad Ancona, mentre Madame de Staël nel romanzo Corinna ou l'Italie dà una bella descrizione dell'atmosfera cosmopolita della città nei primi anni del secolo. Nello stesso secolo, Victor Hugo ne I miserabili parla dell'ideale di libertà che da Parigi arriva all'orecchio dei patrioti di Ancona radunati nel rione degli Archi, e Ippolito Nievo, nelle Confessioni di un italiano, rievoca i giorni dell'assedio austro-russo-turco alla città e l'affascinante figura del giovane generale Giuseppe Lahoz.
Arrivando al Novecento, Robert Musil ambienta ad Ancona le vicende dei protagonisti del romanzo Viaggio in Paradiso e descrive l'atmosfera del porto e delle piccole spiagge sotto le rupi. Joyce Lussu nel romanzo "Anarchici e Siluri" ci riporta indietro nel tempo, facendoci immergere nell'Ancona degli anni 1910, che nella finzione letteraria ospitava Sherlock Holmes alle prese con spie, ricevimenti alle Muse e passeggiate nei boschi del Conero assieme al celebre naturalista anconetano Luigi Paolucci. Pier Paolo Pasolini, in La lunga strada di sabbia, lascia una acuta descrizione della città.
**Ancona nell'arte**
**Ancona nel cinema**
Si citano solo i titoli più significativi.
* Ossessione, di Luchino Visconti (1943). Il capolavoro di Visconti, considerato il primo film neorealista, nelle sequenze centrali è stato girato ad Ancona, rappresentata dal regista come luogo in cui il protagonista, osservando le navi lasciare il porto, spera di partire e di lasciarsi tutto dietro alle spalle.
* Un'anima divisa in due, di Silvio Soldini (1993). Anche in questa pellicola Ancona rappresenta per i protagonisti, fuggitivi da Milano, il desiderio di una vita migliore. In questo caso non è la presenza del porto, ma la dimensione a misura d'uomo e la vicinanza con la natura a far assumere alla città questo ruolo.
* La regina degli scacchi di Claudia Florio (1998). Ancona in questo film è nebbiosa, inquietante e, con le sue vie in salita, le sue antiche scalinate, le sue spiagge invernali, fa da sfondo perfetto alla difficile e combattuta introspezione di una giovane ragazza.
* La stanza del figlio di Nanni Moretti (2001). Vincitore della Palma d'oro al 54º Festival di Cannes, è stato girato interamente in città; qui Ancona è usata senza citarla, pur con notevoli riferimenti, per rappresentare una tipica città dell'Italia di oggi.
* Nel film La prima notte di quiete, di Valerio Zurlini (1972) alcune scene sono state girate all'interno, allora in rovina, della storica Villa Favorita, restaurata nel 1998.
* In Corpo estraneo, di Krzysztof Zanussi, (2013) sono state girate ad Ancona alcune scene, in cui la città rappresenta la solare realtà iniziale della vicenda narrata, che poi si perde in una lunga e faticosa ricerca esistenziale.
* Il cinema come preghiera, di Andrej Andreevič Tarkovskij (2020), racconta la vita e i lavori di Andrej Tarkovskij ed è opera del figlio del grande regista russo, che ha scelto di girare alcune scene a Santa Maria di Portonovo, chiesa alla quale il padre era particolarmente legato e che aveva citato nel suo diario.
* Gli anni folli della velocità - Vite Straordinarie (2020) di Gabriele Ogiva e Federica Biondi. Un racconto che accompagna lo spettatore in un viaggio attraverso l'anconetano dell'immediato dopoguerra, terra di motori e di piloti. Il lungometraggio contiene il più vecchio ed inedito filmato sulla città dorica, risalente al 1932.
* Addio in Febbraio - Precordi (2022) di Gabriele Ogiva. Il film ripercorre l'avventurosa vita di Bruno, italiano emigrato in Argentina e l'ossessione amorosa di quest’ultimo per la giovane cugina argentina Delia, per la quale lascerà tutto.
### Teatro
* Teatro delle Muse. Costruito nel 1827 su progetto di Pietro Ghinelli, ha conservato soltanto la struttura esterna e la neoclassica facciata a colonne ioniche. Durante la seconda guerra mondiale il tetto fu parzialmente danneggiato da uno spezzone incendiario d'aereo, cosa che suggerì agli amministratori un'assai discussa demolizione e ricostruzione degli interni in stile moderno, avviando una ristrutturazione durata decenni e terminata nel 2002. Capace di accogliere più di mille spettatori, ospita una stagione lirica di livello internazionale, una stagione sinfonica, una di prosa ed una di musica jazz. È la sede del Teatro Stabile delle Marche.
* Teatro sperimentale "Lirio Arena". Inaugurato nel maggio 1960 per far rinascere ad Ancona il teatro drammatico dopo le distruzioni della guerra, in attesa della riapertura del Teatro delle Muse. Fu per anni l'unico teatro cittadino pubblico.
* Teatro Metropolitan (già Teatro "Vittorio Emanuele II"), gioiello del XIX secolo ubicato nel corso principale, è stato oggetto di complesse opere di ristrutturazione ad uso ricettivo-commerciale e dell'originale è rimasto il solo involucro esterno.
* Teatro Goldoni, altro teatro storico realizzato a metà Ottocento. Pur essendo originariamente di notevole valore architettonico, con architettura Liberty e interessanti strutture in ghisa, con un progetto del 1995 è stato sventrato per realizzare un cinema multisala.
### Musica
Ancona è sede dell'Orchestra Filarmonica Marchigiana, una delle tredici Istituzioni Concertistiche Orchestrali italiane (ICO) riconosciute dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Ha sede in città anche il Coro Lirico Marchigiano "V. Bellini", fondato nel 1887, che sino alla Seconda guerra mondiale è stato il coro stabile del Teatro delle Muse, con il quale adesso collabora stabilmente, così come con i principali teatri regionali.
L'Orchestra di Fiati, fondata a fine Ottocento, è l'istituzione musicale più antica della città, derivando dalla banda musicale cittadina.
La Banda Musicale Torrette di Ancona, Fondata nel 1930 nasce all'interno delle attività della Società di Mutuo Soccorso del quartiere di Torrette di Ancona. Il precipitare degli eventi del 2° conflitto bellico del novecento obbligarono a sospendere le attività. Grazie alla sensibilità di alcuni musicisti (alcuni dei quali ancora attivi componenti dell'organico), il 19 gennaio 1997, la ricostruita Banda Musicale di Torrette tiene il suo primo servizio pubblico in occasione della festa di Sant'Antonio. In particolare la Banda è presente nelle ricorrenze Civiche (25 aprile, 2 giugno, 2 e 4 novembre) in quelle religiose quali la processione del Corpus Domini e molte altre. Nel 2014, in occasione della festa di San Ciriaco, Patrono della Città - Il Comune di Ancona ha conferito alla Banda la Cittadinanza Benemerita, per meriti nella diffusione della musica e quale esempio di volontariato Civico e Culturale.
### Cucina
Il simbolo universalmente riconosciuto delle tradizioni gastronomiche di Ancona è lo stoccafisso all'anconitana, celebrato da manifestazioni ricorrenti nell'anno e tutelato dall'Accademia dello Stoccafisso.
Insieme allo stoccafisso, l'altro re della cucina anconitana è il mosciolo, nome locale del mitilo non allevato, ma pescato sulle scogliere naturali, riconosciuto come "prodotto di origine protetta". Durante l'estate, i grottaroli anconitani pescano i mitili in apnea, li puliscono sulla riva con attrezzi fabbricati artigianalmente, li cucinano in vario modo (ci si fanno sughi per la pasta, si preparano impanati alla griglia, o semplicemente "alla marinara" (conditi con aglio prezzemolo e limone), li gustano in grandi tavolate fuori dalla grotta.
Gli antipasti più tipici sono a base di frutti di mare, preparati e venduti anche in piccoli chioschi nel centro della città. I più tipici sono le crocette e i bombetti in porchetta, ossia con aglio, pomodoro e finocchio selvatico.
Come primi piatti si ricordano i vincisgrassi, preparati soprattutto in occasioni festive, e le paste al sugo di pesce: alla pescatora (con il pomodoro) o alla marinara (in bianco) e allo scoglio (con mitili, vongole, gamberetti e calamari).
Oltre allo stoccafisso e ai móscioli, altri secondi tipici sono il brodetto all'anconetana, una variante della zuppa di pesce adriatica, e vari tipi di pesce azzurro a scottadeto, ossia alla brace.
Un contorno tipico di Ancona sono i paccasassi, un'erba succulenta che, come dice il nome, vive nelle spaccature degli scogli marini; sono utilizzati per accompagnare il pesce, per arricchire la pasta all'aglio e olio e per preparare la "pizza dorica".
Nel periodo della vendemmia si preparano le ciambelle al mosto, che, tagliate e tostate, danno origine alle fette al mosto. Nelle case si preparano, con mosto e farina, una crema da arricchire poi con noci e pinoli: si tratta dei sughetti (in anconetano sciugheti) d'uva.
A Carnevale il quintetto dei dolci carnevaleschi preparati ad Ancona è costituito dalla cicerchiata, dagli arancini, dalle zéppole, dalle frappe e dalle castagnole.
I tradizionali cornetti anconetani sono le polacche, il cui nome ricorda i soldati del II Corpo polacco che, dopo aver liberato Ancona nell'agosto 1944, rimasero qualche tempo in città e apprezzavano questi dolci.
Un altro simbolo della cucina anconitana è il pà cu l'ojo (pane con l'olio), una semplice bruschetta che la popolazione locale mangia nei diversi orari della giornata. L'uso anconitano di cibarsi di questa semplice vivanda è conosciuta in tutte le Marche, tanto che gli abitanti delle altre zone della regione usano burlescamente il termine pà cu l'ojo per indicare ogni abitante di Ancona.
Il vino cittadino per eccellenza è il Rosso Conero, un DOC di antichissima tradizione, che ha come base il vitigno Montepulciano.
Nei momenti più freddi dell'anno si usa bere il turchetto, un caffè molto lungo rinforzato con rum, buccia di limone ed anice: una energetica la cui origine è legata al modo in cui i marinai anconetani correggevano il caffè lungo che si vedevano servire in Grecia e in Turchia, al loro gusto troppo leggero. Il noto Caffè Borghetti, o Caffè Sport, trova la sua origine proprio in questa città.
### Eventi
Tra gli appuntamenti tradizionali più importanti si segnalano i seguenti.
**Festa del mare ed eventi collegati**
La festa del mare di Ancona si tiene nella prima domenica di settembre e consiste in un'animatissima processione di centinaia di imbarcazioni che dal porto si recano al largo per onorare i caduti del mare con una cerimonia religiosa. A terra si tengono spettacoli, sfilate, concerti e la "fiera degli Archi", nel rione marinaro della città. Conclude la giornata uno spettacolo di fuochi d'artificio, a specchio delle acque del porto.
La festa del mare ha fatto da catalizzatore per altre iniziative più recenti: intorno alla prima domenica di settembre si svolgono il festival musicale multiculturale "Adriatico Mediterraneo" e la "Regata del Conero".
**La Venuta**
La festa della Venuta, che si tiene le sere dell'8 e del 9 dicembre accendendo grandi falò in varie parti della città ed anche in campagna; il 10 dicembre infatti si festeggia la Madonna di Loreto, e la tradizione vuole che i fuochi odierni ricordino quelli che nel 1200 servirono ad illuminare la strada alla Santa Casa che in volo stava giungendo nel vicino centro di Loreto. Nel 1617, grazie all'iniziativa del frate cappuccino anconitano fra Tommaso, l'usanza si diffuse capillarmente in tutte le Marche. Una curiosità: alla festa della Venuta del 1849 assistette Garibaldi, in città per chiedere sostegno ai circoli patriottici.
**Carnevale**
Il Carnevale è da secoli molto onorato in città. Dagli anni cinquanta in poi viene festeggiato con sfilate di maschere nelle vie del centro ed è stato denominato "Carnevalò".
La maschera storica della città era Papagnoco, nato nella metà dell'Ottocento dalla fantasia di un burattinaio anconitano. Dalla ribalta dei teatrini passò presto ad essere usato come maschera. Ne fu proibito l'uso, per decreto regio, nel 1861, probabilmente per la sua carica troppo trasgressiva. Papagnoco era il tipico contadino trasferitosi in città; dal contrasto fra le sue origini e l'ambiente urbano nascevano le situazioni comiche che lo caratterizzavano. Rozzo, paccó (spaccone), vestito di grigio con fazzoletto rosso al collo e cappello a larghe falde nero, era armato di un bastone con il quale minacciava i cittadini, che con la sua mentalità agreste accusava di malcostume. Nella ribalta dei burattini, spalla di Papagnoco era Burlandoto, anch'esso poi diventato una maschera. Rappresentava la guardia della dogana papalina, sciocco e dalla divisa rappezzata e sudicia, burlato dai popolani e dai contrabbandieri.
La nuova maschera carnevalesca anconitana, scelta nel 1999 con votazione popolare, è Mosciolino, ideata dal grafico Andrea Goroni, simile ad un folletto marino. Le caratteristiche e la storia di questa maschera sono narrate nel paragrafo "La storia di Mosciolino".
**Fiera di maggio**
La fiera Fiera di maggio si tiene in città fin dal XIV secolo, dal 1º al 4 maggio, in onore del santo patrono San Ciriaco. Nell'occasione, i fedeli salgono al Duomo per onorare il corpo del martire paleocristiano, esposto nella cripta solo nel mese di maggio. Centinaia di bancarelle invadono per l'occasione le strade del centro, cosa assai particolare per una città delle dimensioni di Ancona. Dagli anni cinquanta, un luna park staziona in città durante la settimana della fiera. Piazza del Papa e le vie che conducono al Duomo erano la sede storica della fiera, rappresentata nel noto film di Visconti Ossessione. La fiera è una delle più grandi del centro Italia per numero di bancarelle richiama visitatori da tutta la provincia.
**La salita al Monte**
Un'antica tradizione (almeno vecchia di due secoli) vuole che in primavera gruppi di giovani partano quando ancora è notte per salire al Monte d'Ancona (il Conero) a vedere l'alba sul mare, con la vista che spesso si allarga ai monti della opposta sponda dalmata. Dal dopoguerra in poi l'uso è cambiato, ma ancora centinaia di persone si recano al Monte in primavera o in estate, ma in macchina e non solo all'alba.
**Festa della Madonna del mare, Festival del Dialetto, Festa del Covo**
Si tratta di tradizioni tipiche delle frazioni del Poggio, di Varano e di Candia.
## Geografia antropica
### Urbanistica
Ancona è una tipica città policentrica, dato che sono quattro le piazze centrali: Piazza del Papa, il cuore dei rioni più antichi; Piazza del Teatro, punto di unione tra il centro e il porto; Piazza Roma, il centro della zona dei mercati all'aperto e al coperto; Piazza Cavour, la più vasta e alberata, centro dei rioni ottocenteschi. Le ultime tre piazze sono unite da un tridente di corsi paralleli: corso Mazzini (corso vecchio), corso Garibaldi (corso nuovo) e corso Stamira; sono i corsi principali e la zona commerciale tra essi compresa è nota con il nome di "Spina dei corsi".
Se quattro sono le piazze centrali e tre sono i corsi principali, uno solo è il vertice di questa città circondata per due lati dal mare: la sommità del colle Guasco, sul quale sorge il Duomo, punto di riferimento nei panorami e primo segno inconfondibile della città per chi proviene dal nord o dal mare.
Anche la Cittadella caratterizza i panorami della città, essendo posta sulla cima del Colle Astagno, affacciato sul porto. Dagli anni cinquanta è immersa in un bosco di pini piantato in occasione di una festa dell'albero per scongiurare le frane che interessavano il versante e dotare la città di una zona di fresca ombra.
Caratteristica è la presenza di un asse stradale che attraversa tutto il promontorio da ovest ad est, detto "da mare a mare": dalle banchine del porto al belvedere sulle rupi del Passetto.
Dato che la città si adagia su numerose colline e si affaccia sulla costa alta, altra caratteristica è la frequenza con la quale si incontrano salite, scalinate, punti panoramici e sentieri impervi che scendono al mare.
**Area urbana e area metropolitana**
A nord, la conurbazione di Ancona si estende fino a Falconara Marittima, con la quale c'è una continuità di insediamento lungo la via Flaminia. L'area urbana di Ancona supera i 200.000 abitanti e comprende i comuni confinanti che sotto molti punti di vista orbitano intorno ad essa
L'area metropolitana di Ancona, definita in base al pendolarismo diretto verso la città, alla densità di popolazione e al continuum edilizio, ha una popolazione di 283.926 abitanti; comprende 16 comuni, ha un'area di 593 km² ed una densità di 460 abitanti al km².
### Suddivisioni amministrative
I quartieri e i rioni di Ancona sono ventisette, mentre le frazioni sono dodici. Dal 2017, i rioni, i quartieri e le frazioni della città sono raggruppati in nove "Consigli di partecipazione".
## Economia
Come il resto della regione, Ancona è caratterizzata da un tessuto industriale costituito da numerose piccole aziende; la specificità economica della città è la presenza di un porto internazionale e di diversi cantieri navali, tra cui spicca la sede di Ancona della Fincantieri; nel loro complesso, i lavoratori portuali sono circa 6.000, di cui più di 4.000 addetti alla costruzione di navi, più di 1.700 al traffico passeggeri e merci e 750 circa alla pesca.
### Pesca
Il porto peschereccio di Ancona, accolto nel mandracchio, è uno dei maggiori italiani; i mercati ittici di Ancona sono nel loro insieme al secondo posto nell'Adriatico e al sesto posto in ambito nazionale.
### Artigianato
Tradizionale la produzione di strumenti musicali, tra i quali la concertina e i mandolini elettrici. Diffusa è anche la lavorazione del rame, oltreché quella orafa e quella della ceramica.
### Industria
L'industria dei cantieri navali, storicamente rilevante in città, ruota intorno al Cantiere navale di Ancona di Fincantieri e diversi cantieri privati, tra i quali gli stabilimenti CRN, che fanno di Ancona un centro importante della cantieristica italiana. Molto importanti sono le industrie metalmeccaniche, chimiche, farmaceutiche; ad Ancona nacque il Gruppo Angelini farmaceutici, il quale è presente con uno stabilimento di produzione in zona Baraccola.
### Servizi e commercio
Il commercio è l'attività principale della città, per la grande rilevanza che ha il porto, tra i primi porti italiani per traffico internazionale, con oltre un milione di passeggeri annui, e uno dei primi dell'Adriatico per le merci, con il transito di circa 200.000 TIR ogni anno. Dal 2005 Ancona è il porto d'imbarco per le crociere.
Dato il ruolo di capoluogo regionale, in città sono moltissimi i cittadini impiegati nei servizi, in particolar modo quelli pubblici, mentre il settore del commercio è particolarmente attivo nella zona dei tre corsi principali, storico centro commerciale della città, sia nelle periferie, dove negli ultimi anni, sono sorti numerosi centri commerciali di grandi dimensioni.
Il quartiere fieristico di Ancona è stato dismesso. Sin dal 1933 vi si teneva la "Fiera Adriatica della Pesca" che diventò presto "Fiera Internazionale della Pesca". Durante la seconda guerra mondiale fu interamente distrutto. Ricostruito in breve tempo, venne inaugurato nel 1948 alla presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi; la fiera assunse di nuovo carattere internazionale nel 1955. Negli anni ottanta il quartiere fieristico fu rinnovato e, con 12 000 m² di superficie espositiva divisi in due padiglioni ed un centro congressi, iniziò ad ospitare esposizioni di molteplici settori: circa 30 manifestazioni e 250 convegni annui. Dopo più di settant'anni di vita, la Fiera della Pesca non viene più allestita dal 2011.
### Turismo
Il turismo ha una sua importanza, sia quello di transito, visto l'alto numero di persone che si imbarcano sui traghetti, (più di 1.000.000 all'anno), sia quello balneare, diretto soprattutto verso la spiaggia di Portonovo.
## Infrastrutture e trasporti
### Strade
Ancona è collegata a Milano e Bari dalla strada statale 16 Adriatica e dall'Autostrada A14 Adriatica (caselli di Ancona Nord e Ancona Sud). Il collegamento con l'Umbria e con Roma è assicurato da una superstrada: la strada statale 76 della Val d'Esino. Una strada di attraversamento della città, chiamata bretella o Asse Nord-Sud, in parte sopraelevata, collega il centro cittadino con i rioni periferici e il casello autostradale Ancona sud. Il porto è servito dalla SS 681.
### Ferrovie
Dalla stazione di Ancona partono treni che percorrono tre diverse linee: la Bologna-Ancona, l'Adriatica e la Roma-Ancona; è servita da collegamenti operati da Trenitalia, sia a lunga percorrenza, sia regionali, nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Marche.
La città è inoltre servita dalla stazione di Varano e dalle fermate Ancona Torrette, Ancona Stadio e Palombina, dedicate anch'esse al servizio regionale.
La stazione di Ancona Marittima, situata nel centro storico, era stata per questo destinata dal Piano Provinciale dei Trasporti (approvato nel 1998) a costituire il capolinea della metropolitana di superficie del capoluogo marchigiano. Per realizzare il progetto furono aperte le stazioni di Ancona-Torrette, Ancona Stadio, Camerano-Aspio e Falconara Stadio; sarebbe stata utilizzata anche la Stazione Aeroporto delle Marche, che avrebbe collegato il centro cittadino allo scalo aereo. Dopo un denso dibattito politico e proteste di piazza, nel 2015 l'amministrazione decise di chiudere la stazione.
### Porti
Il porto di Ancona è tra i primi porti italiani per traffico internazionale di veicoli e passeggeri, mentre per le merci è tra i primi dell'Adriatico. Per ciò che riguarda la pesca, è al terzo posto in Italia per TSL.
### Aeroporti
L'Aeroporto di Ancona-Falconara, situato a Falconara Marittima, offre sia voli di collegamento con hub internazionali (Monaco), che diversi voli low-cost (ad esempio per Londra, Catania, Tirana, Düsseldorf, Bruxelles).
### Mobilità urbana
Il servizio di trasporto urbano è operato dalla Conerobus, che gestisce la rete filoviaria di Ancona, le autolinee urbane e suburbane nonché l'ascensore panoramico del Passetto.
## Amministrazione
### Consolati
* Albania (Via G. Matteotti, 110)
* Belgio (Via dell'Industria, 2/F)
* Bulgaria (via F. Rismondo 1)
* Danimarca (via E. Cialdini 57)
* El Salvador (viale della Vittoria 24)
* Francia (corso G. Mazzini 107)
* Grecia (via L. Einaudi, 4)
* Messico (piazza Cavour 29)
* Paesi Bassi (corso Stamira 49)
* Polonia (via Montebello 58)
* Repubblica Ceca (via G. Pastore 1)
* Repubblica Dominicana (piazza Stamira 10)
* Romania (via M. Fanti, 9)
* Russia (viale della Vittoria 7)
* Turchia (via XXIX Settembre 2)
### Gemellaggi
* Spalato, dal 1970
* Smirne
* Nagykanizsa
* Ribnica
* Svolvær
* Castlebar
## Sport
### Atletica
La società anconitana di atletica è dal 1908 la S.E.F. Stamura. Campioni olimpionici anconitani sono Gianmarco Tamberi, medaglia d'oro nel salto in alto, e Gastone Pierini, medaglia di bronzo nel sollevamento pesi.
### Arti marziali
Il taekwondo è presente nella città di Ancona già dalla metà degli anni settanta. Le società sono: dal 1986 il Taekwondo Club Ancona, dal 1996 l'Accademia Dorica e dal 2009 il Taekwondo Olympic Ancona. Tutte e tre le società sono affiliate alla FITA.
La società sportiva S.E.F. Stamura ha una sezione di judo ed una di aikido.
### Calcio
La società U.S. Ancona è l'erede della tradizione sportiva iniziata nel 1905 con l'istituzione dell'Unione Sportiva Anconitana; vanta due presenze in Serie A, una nel campionato misto di Serie A-B, ventisette presenze in Serie B e ventisette in serie C, dove milita nel 2021. Ha disputato una finale di Coppa Italia (edizione 1993-1994).
Squadre che rappresentano vari quartieri o frazioni doriche sono il Colle 2006, Ankon Dorica, Nuova Folgore, Pietralacroce, Ponterosso, Portuali Ancona, Aspio 200, Candia Baraccola, Dorica Torrette, Juvenilia, Konlassata, L'Aquila, Varano. Hanno tutte disputato campionati dilettantistici regionali.
### Calcio a 5
Le squadre principali sono il Cus Ancona, che partecipa al campionato di serie A2, e il Montesicuro, che milita nel campionato di serie B. Numerose sono anche le squadre di Serie C1 (Pietralacroce), C2 (Mantovani e Verbena) e D.
### Canottaggio
Il Gruppo Sportivo "Armando Maggi" del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco negli anni novanta ha assunto notorietà grazie alle imprese di Alessandro Corona, tra le quali spiccano la conquista di cinque titoli mondiali e la partecipazione consecutiva a quattro edizioni olimpiche.
### Ciclismo
Ancona è stata per nove volte sede di arrivo di tappa del Giro d'Italia, la prima nel 1911, l'ultima nel 1999, quando ospitò una cronometro individuale con partenza e arrivo ad Ancona. La città fu inoltre sede di partenza di una tappa nel 1961.
* 1911 - 8ª tappa Bologna- Ancona: vinta da Lauro Bordin
* 1930 - 10ª tappa Teramo - Ancona: vinta da Michele Mara
* 1934 - 10ª tappa Teramo - Ancona: vinta da Learco Guerra
* 1937 - 13ª tappa Pescara - Ancona: vinta da Aldo Bini
* 1946 - 5ª b tappa Cesena - Ancona: vinta da Aldo Bini
* 1952 - 8ª tappa Roccaraso - Ancona: vinta da Rino Benedetti
* 1955 - 13ª tappa Scanno - Ancona: vinta da Giorgio Albani
* 1975 - 2ª tappa Modena - Ancona: vinta da Patrick Sercu
* 1999 - 9ª tappa Ancona (cron. individuale) vinta da Laurent Jalabert
### Football americano
Nel football americano sono attivi i Dolphins Ancona, che partecipano all'Italian Football League.
### Lotta greco-romana
La lotta greco-romana si pratica ad Ancona dagli inizi del XX secolo. Attualmente è attiva l'A.S.D. Pro Patria.
### Nuoto
La società cittadina è la Vela Nuoto. Ha avuto diversi atleti nelle squadre nazionali, per un totale di sette presenze a campionati mondiali e sei ai campionati europei, oltre a incontri internazionali giovanili e assoluti. È scuola di nuoto federale per l'avviamento al nuoto, pallanuoto e nuoto sincronizzato. L'anconitano Sauro Nicolini è campione paralimpico (una medaglia d'argento, due di bronzo).
### Pallacanestro
La squadra maschile della città, la Stamura Basket Ancona, ha disputato il campionato di Serie A nella stagione 1950-1951 ed attualmente milita in Serie B. La squadra femminile, l'Ancona Basket, milita in Serie B. Hanno giocato le proprie partite interne al PalaRossini la Sutor Basket Montegranaro e l'Unione Sportiva Basket Recanati, rispettivamente per il campionato di Serie A (dal 2011 al 2013) e per quello di Serie A2 (2016-2017). I cestisti anconitani Achille Polonara e Alessandro Pajola sono atleti olimpionici cresciuti nelle file della Stamura.
### Pallamano
La principale società della città è la Dorica Pallamano Ancona, che partecipa al campionato di serie A di élite.
### Pallanuoto
La società cittadina è la Vela Nuoto. La squadra maschile è ormai in pianta stabile in serie A2. La squadra femminile è stata promossa in serie A1 nella stagione 2018-19.
### Pallavolo
Nella pallavolo femminile la squadra principale è la Conero e Ponterosso Volley Club Ancona che partecipa al campionato di B1. L'anconitano Samuele Papi ha giocato in Nazionale, con cui ha vinto due campionati mondiali, ed è campione olimpionico (due medaglie d'argento, una di bronzo).
Ancona ha ospitato partite del campionato mondiale di pallavolo maschile per due tornei: nel 1978 e nel 2010.
### Pugilato
Storicamente una delle attività sportive più amate in città. L'associazione sportiva di riferimento è l'Unione Pugilistica Anconetana "Umberto Pittori" (UPA), che prende il nome dal pugile, triestino di nascita ed anconitano d'adozione, che ha vinto tre campionati italiani (1935, 1936 e 1938) e partecipato alle Olimpiadi del 1936 per la categoria dei pesi Welter.
### Rugby
Nel Rugby, il CUS Ancona Rugby partecipa al campionato di C. Nel novembre 2020 lo Stadio del Conero ha ospitato la prima partita ufficiale della nazionale italiana, contro le Isole Figi.
### Scherma
La società cittadina è il Club Scherma Ancona.
### Tennis
La società di riferimento è l'A.S.D. Tennis Club Ancona.
### Vela
Nel porto turistico di Marina Dorica, fanno base diversi circoli velici; tra questi il sodalizio ultracentenario della S.E.F. Stamura, l'Ancona Yacht Club e la sezione locale della Lega Navale. Atleti e imbarcazioni di questi circoli partecipano a regate di ogni livello, compresi i campionati del mondo. Le manifestazioni più importanti sono la Regata del Conero (per la vela d'altura, nella seconda domenica di settembre) e il trofeo dell'Ammiragliato (per le derive).
### Impianti sportivi
* Stadio Del Conero, dal 1992 il principale della città
* Stadio Dorico, dal 1931 al 1992 il principale della città
* Palazzo dello sport "PalaRossini", il principale della città, dedicato al campione olimpionico anconitano Liano Rossini, una medaglia d'oro e una d'argento nel tiro a volo.
* Palazzo dello sport per l'atletica "Palaindoor di Ancona"
* Pista di atletica leggera "Italico Conti"
* Campo di rugby delle Palombare
* Diamante comunale "Conero" di Montedago
* Centri Tennis
* "Riviera del Conero" di Pietralacroce
* "Dorico" allo Stadio Dorico
* di Ponterosso
* della Montagnola
* UISP a Varano
* Altri palazzi dello sport
* "PalaVeneto", sino al 1992 il principale della città
* "PalaSabbatini" (Panettone)
* "PalaMassimo Galeazzi"
* di Collemarino
* Palascherma comunale di Monte Pelago
* Palajudo comunale di Ponterosso
* Piscine comunali
* del Passetto
* di Vallemiano
* di Ponterosso
* "Domenico Savio"
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https://it.wikipedia.org/wiki/%C4%B0brahim_Kalin
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İbrahim Kalin
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# İbrahim Kalin
İbrahim Kalın (Istanbul, 15 settembre 1971) è un funzionario e politico turco.
## Biografia
Ibrahim Kalin, una volta conseguito il baccellierato all'Università di Istanbul e il PhD alla George Washington University, dal 2002 al 2005 è stato membro del corpo docente del Dipartimento di studi religiosi del College of the Holy Cross, scuola gesuita di arti liberali avente sede a Worcester, Massachusetts. Nel quadriennio seguente ha diretto la Fondazione per la Ricerca Politica, Economica e Sociale, un pensatoio e centro studi con sede ad Ankara.
È membro del Prince Alwaleed Bin Talal Center for Muslim-Christian Understanding, centro studi per il dialogo interreligioso fra cristiani e musulmani della Georgetown University. Dal 2010 con John L. Esposito pubblica l'edizione annuale dell'almanacco The 500 Most Influential Muslims, che riporta le biografie dei 500 musulmani ritenuti più influenti a livello mondiale.
Dall'11 dicembre 2014 è divenuto ufficialmente il primo segretario stampa di un presidente turco, oltre ad essere stretto collaboratore, consigliere personale e portavoce di Recep Tayyip Erdoğan.
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https://it.wikipedia.org/wiki/%C3%89lie_Bertrand
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Élie Bertrand
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# Élie Bertrand
Élie Bertrand (Orbe, 17 maggio 1713 – Yverdon-les-Bains, 23 agosto 1797) è stato un teologo, geologo e naturalista svizzero.
## Biografia
Dopo aver studiato teologia a Losanna e a Ginevra, tra il 1731 e il 1738, fu consacrato nel 1740 a Losanna.Lavorò come parroco per diversi anni prima di entrare in servizio nella Chiesa francese di Berna nel 1744, come diacono e poi come parroco.
Lasciò la Polonia nel 1765, dove si lega con Stanislao II Augusto Poniatowski, re della Polonia, e diresse il Dipartimento di Industria, Agricoltura e scienze naturali per un anno prima di essere nominato cavaliere nel 1768.
Tornò nel 1767 in Svizzera e si trasferì a Yverdon dove fondò una biblioteca (nel 1761) e la società economica della città.
Suo fratello è l'agronomo Jean Bertrand (1708-1777).
## Opere
* Mémoires sur la structure intérieure de la terre, Heidegguer, Zurich, 1752.
* Essai sur les usages des montagnes, avec une lettre sur le Nil, Heidegguer, Zurich, 1754.
* Mémoires historiques et physiques sur les tremblemens de terre (Pierre Gosse junior, La Haye, 1757).
* Recherches sur les langues anciennes et modernes de la Suisse et principalement du pays de Vaud, C. et A. Philibert, Genève, 1758.
* (FR) Dictionnaire universel des fossiles propres et des fossiles accidentels, vol. 1, Den Haag, Pierre Gosse & Daniel Pinet, 1763.
* (FR) Dictionnaire universel des fossiles propres et des fossiles accidentels, vol. 2, Den Haag, Pierre Gosse & Daniel Pinet, 1763.
* Essai sur l’art de former l’esprit, ou Premiers élémens de la logique, G. Regnault, Lyon, 1764.
* Recueil de divers traités sur l’histoire naturelle de la terre et des fossiles, L. Chambeau, Avignon, 1766.
* Lettre à M. le Cte de Buffon... ou Critique et Nouvel essai sur la théorie générale de la terre, avec une notice du dernier discours de M. Pallas, sur la formation des montagnes, sur les changemens arrivés au globe, etc., Besançon, 1782.
* L'œuvre scolaire du Dr Kerschensteiner à Munich, Paris, H. Dunod et E. Pinat, 1914. URL consultato il 26 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2016).
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https://it.wikipedia.org/wiki/L%C3%A9mance
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Lémance
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# Lémance
La Lémance è un fiume del sudovest della Francia che scorre nei dipartimenti della Dordogna e del Lot e Garonna. È un affluente del fiume Lot alla riva destra, dunque un subaffluente della Garonna.
## Geografia
Lunga 34,5 km, la Lémance nasce a Prats-du-Périgord, nel dipartimento della Dordogna, nel Périgord nero, e confluisce nel Lot nel dipartimento di Lot e Garonna, allꞌaltezza dei comuni di Fumel e Monsempron-Libos, tra i quali essa traccia un confine naturale. La strada dipartimentale 710 segna la sua valle per la maggior parte del suo corso.
### Dipartimenti e comuni attraversati
* Dordogna: Prats-du-Périgord, Besse, Saint-Cernin-de-l'Herm, Villefranche-du-Périgord e Lavaur.
* Lot e Garonna: Sauveterre-la-Lémance, Saint-Front-sur-Lémance, Cuzorn, Monsempron-Libos, Fumel
### Principali affluenti
(rd=riva destra; rs=riva sinistra)
| La Bessoullière. rg: 3,2 km Le Caverieux, 7,1 km Le Tourtillou, 5 km La Ménaurie. rd: 7,2 km Torrente des Griffouillères, 3,6 km Le Sendroux, 6 km | Torrente di Mortarieu, 3 km La Briolance. rd: 9,6 km Torrente di Lasbozios, 3 km Torrente della Poulétie, 3,4 km Torrente del Vignal, 4,5 km Torrente di Lestancou, 5,4 km |
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## Idrologia
L'alimentazione pluviale della Lémance spiega i bruschi cambiamenti della sua portata, le brutali esondazioni che si possono verificare in casi di temporali, possono assumere talvolta un carattere catastrofico.
La Lémance non è un fiume demaniale, cioè appartiene ai proprietari rivieraschi fino a metà del letto. Tuttavia una struttura intercomunale, il sindacato di regolamentazione e di gestione delle valli della Lémance e della Thèze, effettua dei lavori d'interesse generale. La Lémance presenta delle magre forti e solo la sua parte a valle (a partire da Cuzorn) è rialimentata.
La Lémance è un fiume poco abbondante, come la maggior parte dei fiumi della pianura del bacino aquitano centrale e orientale. La sua portata è stata osservata per un periodo di 41 anni (1968-2008), a Cuzorn, località del dipartimento di Lot e Garonna situata a qualche chilometro a monte della sua confluenza con il Lot. La superficie considerata è di 234 km², per un bacino idrografico totale del fiume che ne conta 270.
Il modulo del fiume a Cuzorn è 1,28 m³/s.
La Lémance presenta delle fluttuazioni stagionali di portata poco marcate, con piene invernali e primaverili che segnano portate medie mensili da 1,53 a 2,18 m³/s, da gennaio a maggio incluso (con un massimo in febbraio). Dal mese di maggio, la portata media del fiume cala lentamente, e questo calo si protrae fino al periodo di magra che ha luogo in agosto e settembre, comportando una magra di portata media mensile che arriva fino a 0,616 m³ nel mese di settembre, ciò che rimane molto consistente. A partire dal mese di ottobre la portata risale progressivamente. Tuttavia le fluttuazioni di portata sono più pronunciate per periodi più brevi e a seconda delle annate.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Pomeriggio_Cinque
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Pomeriggio Cinque
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# Pomeriggio Cinque
Pomeriggio Cinque è un programma televisivo italiano di genere talk show, rotocalco, contenitore e costume, in onda su Canale 5 dal 1º settembre 2008, condotto da Barbara D'Urso fino al 2 giugno 2023 (affiancata da Claudio Brachino dal 1º settembre al 19 dicembre 2008), mentre dal 4 settembre 2023 la conduzione è passata a Myrta Merlino. Il programma è giunto alla sedicesima edizione e viene trasmesso in diretta dal lunedì al venerdì dalle ore 17:00 alle 18:45 dallo studio 1 del Centro Safa Palatino di Roma.
## Il programma
Il programma, nato come rotocalco di approfondimento quotidiano in onda dal lunedì al venerdì nella fascia pomeridiana di Canale 5, è realizzato dalla testata giornalistica italiana Videonews e tratta le vicende legate all'attualità, alla cronaca, alla politica, all'economia, alla società, allo spettacolo e al gossip, con l'ausilio di servizi, della corrispondenza degli inviati e della presenza di ospiti e opinionisti in studio e in collegamento, pronti ad intervenire sulle varie tematiche.
Il programma dal 1º settembre 2008 al 28 giugno 2013 andava in diretta dalle 16:50 alle 18:50, poi dal 16 settembre 2013 al 28 maggio 2021 andava in diretta dalle 17:15 alle 18:45, poi dal 6 settembre al 3 dicembre 2021 andava in diretta dalle 17:35 alle 18:45, poi dal 6 dicembre 2021 al 2 giugno 2023 andava in diretta dalle 17:25 alle 18:45, poi dal 4 settembre al 10 ottobre 2023 andava in diretta dalle 16:55 alle 18:45, mentre dall'11 ottobre 2023 va in diretta dalle 17:00 alle 18:45.
### Studi televisivi
| Studio televisivo | Edizione | Edizione | Edizione | Edizione | Edizione | Edizione | Edizione | Edizione | Edizione | Edizione | Edizione | Edizione | Edizione | Edizione | Edizione | Edizione | Totale |
| - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| Studio televisivo | 1ª | 2ª | 3ª | 4ª | 5ª | 6ª | 7ª | 8ª | 9ª | 10ª | 11ª | 12ª | 13ª | 14ª | 15ª | 16ª | Totale |
| Studio 4 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | | | | | | | | | | | | | | | | | 1 |
| Studio 5 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | | | | | | | | | | | | | | | | | 1 |
| Studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | | | | | | | | | | | | | | | | | 6 |
| Studio 11 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | | | | | | | | | | | | | | | | | 4 |
| Studio 6 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | | | | | | | | | | | | | | | | | 3 |
| Studio 1 del Centro Safa Palatino, Roma | | | | | | | | | | | | | | | | | | 3 |
| Studio 15 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | | | | | | | | | | | | | | | | | 2 |
| Studio 1 del Centro Titanus Elios, Roma | | | | | | | | | | | | | | | | | 1 |
## Edizioni
| Edizione | Anno | Conduzione | Conduzione | Periodo | Periodo | Puntate | Regia | Regia | Studio | Studio |
| - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| Edizione | Anno | Conduzione | Conduzione | Inizio | Fine | Puntate | Regia | Regia | Studio | Studio |
| 1ª | 2008-2009 | Barbara D'Urso | Claudio Brachino | 1º settembre 2008 | 19 dicembre 2008 | 79 | Paolo Riccadonna | Paolo Riccadonna | Studio 4 e 5 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | Studio 4 e 5 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese |
| 1ª | 2008-2009 | Barbara D'Urso | Barbara D'Urso | 12 gennaio 2009 | 5 giugno 2009 | 103 | Paolo Riccadonna | Paolo Riccadonna | Studio 4 e 5 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | Studio 4 e 5 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese |
| 2ª | 2009-2010 | Barbara D'Urso | Barbara D'Urso | 7 settembre 2009 | 28 maggio 2010 | 178 | Paolo Riccadonna | Paolo Riccadonna | Studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | Studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese |
| 3ª | 2010-2011 | Barbara D'Urso | Barbara D'Urso | 6 settembre 2010 | 22 luglio 2011 | 211 | Paolo Riccadonna | Paolo Riccadonna | Studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | Studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese |
| 4ª | 2011-2012 | Barbara D'Urso | Barbara D'Urso | 12 settembre 2011 | 1º giugno 2012 | 175 | Paolo Riccadonna | Paolo Riccadonna | Studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | Studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese |
| 5ª | 2012-2013 | Barbara D'Urso | Barbara D'Urso | 3 settembre 2012 | 28 giugno 2013 | 201 | Paolo Riccadonna | Paolo Riccadonna | Studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | Studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese |
| 6ª | 2013-2014 | Barbara D'Urso | Barbara D'Urso | 2 settembre 2013 | 6 giugno 2014 | 186 | Paolo Riccadonna | Paolo Riccadonna | Studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | Studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese |
| 7ª | 2014-2015 | Barbara D'Urso | Barbara D'Urso | 1º settembre 2014 | 12 giugno 2015 | 177 | Paolo Riccadonna | Paolo Riccadonna | Studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | Studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese |
| 8ª | 2015-2016 | Barbara D'Urso | Barbara D'Urso | 31 agosto 2015 | 10 giugno 2016 | 187 | Giovanni Barbaro | Giovanni Barbaro | Studio 11 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | Studio 11 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese |
| 9ª | 2016-2017 | Barbara D'Urso | Barbara D'Urso | 5 settembre 2016 | 16 giugno 2017 | 190 | Giovanni Barbaro | Giovanni Barbaro | Studio 11 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | Studio 11 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese |
| 10ª | 2017-2018 | Barbara D'Urso | Barbara D'Urso | 4 settembre 2017 | 8 giugno 2018 | 188 | Giovanni Barbaro | Giovanni Barbaro | Studio 11 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | Studio 11 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese |
| 11ª | 2018-2019 | Barbara D'Urso | Barbara D'Urso | 3 settembre 2018 | 14 giugno 2019 | 190 | Giovanni Barbaro | Giovanni Barbaro | Studio 11 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | Studio 11 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese |
| 12ª | 2019-2020 | Barbara D'Urso | Barbara D'Urso | 9 settembre 2019 | 29 maggio 2020 | 176 | Giovanni Barbaro | Massimo Fusi | Studio 6 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | Studio 6 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese |
| 13ª | 2020-2021 | Barbara D'Urso | Barbara D'Urso | 7 settembre 2020 | 28 maggio 2021 | 174 | Giovanni Barbaro | Giovanni Barbaro | | Studio 6 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | Studio 6 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese |
| 14ª | 2021-2022 | Barbara D'Urso | Barbara D'Urso | 6 settembre 2021 | 10 giugno 2022 | 156 | Giovanni Barbaro | Giovanni Barbaro | Studio 6 e 15 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | Studio 1 del Centro Safa Palatino e Centro Titanus Elios, Roma |
| 15ª | 2022-2023 | Barbara D'Urso | Barbara D'Urso | 5 settembre 2022 | 2 giugno 2023 | 179 | Giovanni Barbaro | Giovanni Barbaro | Studio 15 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese | Studio 1 del Centro Safa Palatino, Roma |
| 16ª | 2023-2024 | Myrta Merlino | Myrta Merlino | 4 settembre 2023 | in corso | 103 | Ermanno Corbella | Franco Bianca | Studio 1 del Centro Safa Palatino, Roma | Studio 1 del Centro Safa Palatino, Roma |
### Prima edizione (2008-2009)
La prima edizione di Pomeriggio Cinque, è andata in diretta dal 1º settembre 2008 al 5 giugno 2009, dal lunedì al venerdì dalle 16:50 alle 18:50, dallo studio 4 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese, con la conduzione di Barbara D'Urso e Claudio Brachino, già conduttori del rotocalco mattutino Mattino Cinque. Dal 12 gennaio 2009, Brachino ha lasciato definitivamente (per motivi di lavoro con la direzione di Videonews) la conduzione alla D'Urso, che durante la stagione ha trattato argomenti di cronaca, costume, gossip e contiene al suo interno le strisce giornaliere (cioè i day-time) dei reality show di Mediaset, tra cui La talpa (in onda nell'autunno 2008 su Italia 1), Grande Fratello 9 (in onda nell'inverno 2009 su Canale 5) e La fattoria (in onda nella primavera 2009 su Canale 5), che vengono commentate dagli ospiti in studio, tra i quali spesso figurano gli stessi concorrenti esclusi, con i loro parenti. Dal 29 settembre 2008, il programma è diviso in due parti: la prima dalle 16:50 alle 17:50 e la seconda dalle 18:05 alle 18:50 circa, inframezzate dal TG5 Minuti. Dal 12 gennaio 2009, dopo la pausa natalizia, il programma subisce un restyling con uno studio completamente rinnovato con la presenza del pubblico. In questa prima stagione vengono prodotti degli speciali: il primo dal 6 al 9 aprile 2009 per informare sul terremoto dell'Aquila, il secondo il 10 aprile, per parlare dei funerali dei caduti del sisma. Visto il successo di quest'edizione, il programma è stato rinnovato per la stagione successiva.
### Seconda edizione (2009-2010)
La seconda edizione di Pomeriggio Cinque, sempre con la conduzione di Barbara D'Urso, è andata in diretta dal 7 settembre 2009 al 28 maggio 2010, dal lunedì al venerdì dalle 16:50 alle 18:50, dallo studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese. Il programma conserva la formula dell'anno precedente con la sola aggiunta della presenza del meteorologo Paolo Corazzon e dell'astrologa Ada Alberti. Il programma è diviso dal TG5 Minuti in due parti: la prima tratta argomenti di attualità e costume, tra cui Il Caso e un'intervista a personaggi del mondo dello spettacolo, mentre la seconda è più incentrata sullo spettacolo e nello specifico al Grande Fratello 10 durante la programmazione dello stesso. Le inviate della seconda edizione sono state Cristina Del Basso e Francesca Fioretti. Per alcuni mesi era proseguita anche una rubrica, introdotta sul finire della prima edizione, curata da Claudio Martelli, in cui veniva spiegata la Costituzione.
### Terza edizione (2010-2011)
La terza edizione di Pomeriggio Cinque, sempre con la conduzione di Barbara D'Urso, è andata in onda dal 6 settembre 2010 al 22 luglio 2011, dal lunedì al venerdì dalle 16:50 alle 18:50, dallo studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese. Visto il successo d'ascolto ottenuto durante la stagione, specie a partire da marzo 2011, il direttore di Canale 5 Massimo Donelli decise di prolungare la messa in diretta del rotocalco pomeridiano della D'Urso anche per la programmazione estiva, ovvero dal 6 giugno al 22 luglio 2011, usando il titolo (solamente a fini pubblicitari) Pomeriggio Cinque Estate. Gli inviati della terza edizione del programma sono stati Veronica Ciardi, Serena Garitta e Patrick Ray Pugliese: essi erano solitamente protagonisti di alcuni filmati e video in chiave ironica, riguardanti, ad esempio, il personaggio dell'intervista. Questa formula dell'intervista cuore a cuore (espressione usata dalla conduttrice) sostituì alcuni dei talk show sul gossip, è stata importata dal rotocalco domenicale Domenica Cinque (allora condotto da Federica Panicucci) e veniva introdotta nel programma pomeridiano feriale a partire dal 7 marzo 2011 (ovvero quando il programma si allunga di mezz'ora, sostituendo la striscia quotidiana registrata del talent show Amici di Maria De Filippi): in precedenza i filmati degli inviati introducevano il tema del giorno. Il programma mantiene la stessa impostazione dalla stagione precedente il programma divisa in due parti, di cui la prima tratta argomenti di attualità e costume mentre la seconda è più incentrata sullo spettacolo e in particolare sul Grande Fratello 11. Venne confermata la presenza di Paolo Corazzon con la sua rubrica meteorologica e dell'astrologa Ada Alberti (presente solo il venerdì) con l'oroscopo. A partire da questa edizione si decise di dare maggiore spazio alle storie della gente comune. Il programma è andato in onda sempre dallo studio 10 di Cologno Monzese, leggermente modificato nella sua scenografia, dal 6 settembre 2010 al 29 luglio 2011. Durante l'estate, nella fascia preserale del sabato, veniva trasmesso Pomeriggio Cinque Collection, ovvero il meglio delle interviste realizzate nel corso della stagione appena conclusa.
### Quarta edizione (2011-2012)
La quarta edizione di Pomeriggio Cinque, sempre con la conduzione di Barbara D'Urso, è andata in diretta dal 12 settembre 2011 al 1º giugno 2012, dal lunedì al venerdì dalle 16:50 alle 18:50, dallo studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese. Vengono introdotte diverse novità, tra cui la rubrica di cucina per il weekend, in onda all'inizio delle puntate del venerdì, la rubrica Questa casa non è un albergo, in cui delle casalinghe "disperate" si vendicano dei loro mariti "fannulloni", e infine la rubrica per risolvere i piccoli problemi quotidiani casalinghi SOS Casa: queste rubriche sono curate dagli inviati del programma. Gli inviati di tutta la quarta edizione del programma sono Veronica Ciardi e Margherita Zanatta, le quali fino al gennaio 2012 sono affiancate dagli inviati Patrick Ray Pugliese e Serena Garitta. A partire da questa edizione, il pubblico da casa può interagire con il blog del programma, curato dal valletto Marco Ceriani già presente nel programma dalla stagione precedente. Il programma resta all'incirca invariato nella sua formula, divisa dal TG5 Minuti in due parti: la prima parte tratta (a seconda dei casi) argomenti di attualità, di cronaca e di costume, tra cui Il Caso (che può essere, a seconda dei casi, un evento di cronaca o di costume) e solitamente un'intervista a personaggi del mondo dello spettacolo, mentre la seconda parte è più incentrata sulle vicende legate ai reality durante la loro messa in onda oppure si hanno talk sui fenomeni di attualità e di costume. Rispetto all'anno precedente questa volta si decide di trasformare la versione estiva di Pomeriggio Cinque in un programma più autonomo dal format originale: infatti venne creato Pomeriggio Cinque Cronaca, condotto da Alessandra Viero con alcune modifiche nella scenografia e nel format.
### Quinta edizione (2012-2013)
La quinta edizione di Pomeriggio Cinque, sempre con la conduzione di Barbara D'Urso, è andata in diretta dal 3 settembre 2012 al 28 giugno 2013, dal lunedì al venerdì dalle 16:50 alle 18:50, sempre dallo studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese. Tra le novità di questa quinta edizione ci sono l'introduzione del segmento Pomeriggio Cinque Magazine, dove la conduttrice si è occupata di cronaca rosa e l'introduzione del segmento Pomeriggio Cinque - Da che parte stai? (che resta per tutta la stagione), durante il quale il pubblico in studio può interagire con gli ospiti presenti nel dibattito sul tema del giorno. Nelle puntate del lunedì inizialmente viene dato spazio al dibattito politico con quattro opinionisti, tra cui vari politici e varie personalità della società civile, con interazioni da parte del pubblico in studio. In seguito, il dibattito politico si estende a tutta la settimana (salvo rari casi) per l'approssimarsi prima delle elezioni politiche del febbraio 2013 e poi delle elezioni amministrative del maggio 2013. A causa di questa svolta del programma verso la cronaca nera e la politica, il cast di questa edizione viene drasticamente ridotto e spariscono quasi tutte le rubriche: l'inviato di questa edizione è Gabriele Petronio, proveniente da Le Iene. Dal 7 gennaio 2013 il TG5 Minuti viene inglobato all'interno di Pomeriggio Cinque; dal 14 gennaio, con l'avvio della nuova edizione del talent show Amici di Maria De Filippi, è sparito il segmento Magazine e l'inizio del programma venne posticipato. Nel giugno 2013 è cambiato parzialmente il format del programma con il passaggio di consegne tra Claudio Brachino e Mario Giordano alla direzione di Videonews (testata giornalistica che produce il programma).
### Sesta edizione (2013-2014)
La sesta edizione di Pomeriggio Cinque, sempre con la conduzione di Barbara D'Urso, è andata in diretta dal 2 settembre 2013 al 6 giugno 2014, dal lunedì al venerdì dalle 17:15 alle 18:45, sempre dallo studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese. Vengono rinnovate leggermente la scenografia e la grafica. Il programma per le sue prime due settimane di trasmissione fa da traino al TG5 delle 20:00, con il segmento preserale Pomeriggio Cinque - Happy Hour durante il quale vanno in onda collegamenti dalle spiagge e interviste ai protagonisti delle fiction Mediaset della nuova stagione televisiva. Da ricordare anche l'introduzione, a partire dalla seconda settimana di trasmissione, del segmento Pomeriggio Cinque - Magazine, assente durante la prima settimana. Dal 16 settembre 2013 avvengono dei cambiamenti, come l'eliminazione dei settori Pomeriggio Cinque - Magazine e Pomeriggio Cinque - Happy Hour, e il ritorno agli orari di messa in onda pomeridiani consueti. Tra le novità di questa sesta edizione di Pomeriggio Cinque la rubrica Stop Omofobia (spazio in cui si raccontavano le storie delle persone discriminate a causa dell'orientamento sessuale) e la rubrica Chi ti picchia non ti ama (spazio in cui si raccontavano storie di donne maltrattate dai propri mariti o compagni). Dal 4 marzo fino al termine della stagione torna lo spazio dedicato al Grande Fratello 13 con il segmento Pomeriggio Cinque - Grande Fratello. Dalla settimana precedente le elezioni europee al termine della stagione, la seconda parte del programma venne denominata Pomeriggio Cinque - Elezioni Europee ed in seguito, durante l'ultima settimana, Pomeriggio Cinque - Dopo il voto cosa cambia?.
### Settima edizione (2014-2015)
La settima edizione di Pomeriggio Cinque, sempre con la conduzione di Barbara D'Urso, è andata in diretta dal 1º settembre 2014 al 12 giugno 2015, dal lunedì al venerdì dalle 17:15 alle 18:45, sempre dallo studio 10 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese, con una pausa natalizia dal 15 dicembre 2014 al 6 gennaio 2015. Tra le novità di questa edizione, lo studio in parte rinnovato, il cambiamento del logo del programma, nonché un restyling delle grafiche e della sigla e la possibilità di commentare in diretta sui social network con l'hashtag #pomeriggio5. Nelle prime settimane di programmazione a causa dell'incompletezza del palinsesto e della conseguente assenza di altri programmi gli orari di messa in onda furono variabili per assestarsi il 15 settembre. Il programma mantiene la formula della scorsa edizione, alternando aggiornamenti di cronaca a spazi più leggeri. Riconfermata ed intensificata la presenza del giornalista Giangavino Sulas, del settimanale Oggi, chiamato a commentare i fatti di cronaca trattati dalla D'Urso oltre all'oroscopo dell'astrologa Ada Alberti, presente fin dalla prima edizione. Dal 27 gennaio è presente il segmento Pomeriggio Cinque - L'isola dei famosi, dedicato al racconto delle vicende dei concorrenti dell'omonimo reality, con una coda dopo la sua conclusione per intervistare tutti i concorrenti. Dal 25 maggio, ovvero la settimana antecedente le elezioni regionali 2015, è andato in onda il segmento Pomeriggio Cinque - Verso il voto, in cui sono presentati i vari candidati delle sette regioni interessate dalle elezioni. L'edizione è terminata il 12 giugno 2015, ovvero due settimane dopo rispetto alla decisione iniziale, grazie ai buoni risultati ottenuti dal programma.
### Ottava edizione (2015-2016)
L'ottava edizione di Pomeriggio Cinque, sempre con la conduzione di Barbara D'Urso, è andata in diretta dal 31 agosto 2015 al 10 giugno 2016, dal lunedì al venerdì dalle 17:15 alle 18:45, con una pausa natalizia dal 21 dicembre 2015 al 6 gennaio 2016. A partire da questa edizione, caratterizzata dall'utilizzo di telecamere ad alta definizione, il programma è andato in onda dallo studio 11 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese, con una scenografia nuova, firmata da Roberto Bassanini, nonché una nuova sigla e una nuova grafica, mantenendo lo stesso logo dell'anno precedente. Alla regia, Paolo Riccadonna è stato sostituito da Giovanni Barbaro. Il curatore è Alessandro Banfi. Anche in questa edizione i telespettatori possono commentare la puntata in diretta tramite l'hashtag #pomeriggio5. Nelle prime due settimane di programmazione Pomeriggio Cinque ha una durata di circa tre ore e mezza. Questa versione allungata comprende Pomeriggio Cinque Magazine e Pomeriggio Cinque Insieme. Dal 14 al 18 settembre, con l'assestamento dei palinsesti, il programma è andato in onda per circa due ore e mezza di diretta con la conseguente riduzione del segmento Magazine e l'allungamento del segmento Insieme. Dal 21 settembre il programma ritrova la sua collocazione definitiva. La formula resta invariata (mix di cronaca e spettacolo) e in alcune puntate è presente il giornalista Giangavino Sulas del settimanale Oggi. Nella puntata del 21 settembre è stato presentato, in diretta esclusiva, l'ingresso dei quattro concorrenti della casa galleggiante del Grande Fratello 14 e fino all'11 dicembre, è presente il segmento Pomeriggio Cinque - Grande Fratello. Dal 10 marzo era tornato il segmento Pomeriggio Cinque - L'isola dei famosi, in cui venivano narrate le vicende dei partecipanti e venivano intervistati i concorrenti eliminati o i loro amici e parenti. Dal 2 maggio 2016 l'edizione pomeridiana del TG5 non era andato più in onda e con essa, viene abolito anche lo spazio dedicato, di conseguenza il programma non è più diviso in due parti ma è andato in onda unicamente. Dal 30 maggio al 3 giugno, il segmento finale Pomeriggio Cinque Insieme diventa Verso il voto ed ospita i candidati alle elezioni amministrative del 5 giugno. Durante la stagione vengono realizzate diverse puntate speciali: il 14 novembre (al posto di Verissimo) per aggiornare il pubblico sull'attacco terroristico avvenuto a Parigi la sera prima. L'8 dicembre è andata in diretta una puntata speciale, interamente dedicata al Giubileo della Misericordia, aperto nella mattinata, con servizi ed ospiti sul tema. Il 22 e 23 marzo sono andate in onda due puntate speciali, per aggiornare il pubblico sugli attentati avvenuti la mattina a Bruxelles.
### Nona edizione (2016-2017)
La nona edizione di Pomeriggio Cinque, sempre con la conduzione di Barbara D'Urso, è andata in diretta dal 5 settembre 2016 al 16 giugno 2017, dal lunedì al venerdì dalle 17:15 alle 18:45, dallo studio 11 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese, con una pausa dal 19 dicembre al 6 gennaio 2017 per le festività natalizie. In questa edizione lo spazio dedicato al TG5 non va in diretta affatto. Tra le novità, il parziale restyling della grafica. Ogni lunedì nel periodo del Grande Fratello VIP era presente Cristiano Malgioglio, mentre il venerdì Platinette. Ada Alberti si occupa dell'oroscopo a fine puntata ogni venerdì. Anche in questa edizione il pubblico può commentare su Twitter tramite l'hashtag #pomeriggio5. La regia era stata affidata per la seconda volta a Giovanni Barbaro.
### Decima edizione (2017-2018)
La decima edizione di Pomeriggio Cinque, sempre con la conduzione di Barbara D'Urso, è andata in diretta dal 4 settembre 2017 all’8 giugno 2018, dal lunedì al venerdì dalle 17:15 alle 18:45, sempre dallo studio 11 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese. La principale novità di questa edizione consiste nella creazione di un numero telefonico: il pubblico può interagire in diretta tramite WhatsApp inviando commenti. Come lo scorso anno, si nota un parziale restyling della grafica. La trasmissione continua ad occuparsi di attualità e cronaca nella prima parte (17:15-17:55), per poi virare sull'intrattenimento all'interno della seconda (18:00-18:35). Ada Alberti si occupa dell'oroscopo, in onda ogni venerdì nell'ultimo segmento del programma. Anche i questa edizione sono stati dedicati degli spazi sulle vicende dei concorrenti del Grande Fratello VIP e da gennaio 2018 sui concorrenti della tredicesima edizione de L'isola dei famosi sempre con i parenti di alcuni concorrenti e diversi altri ospiti. Il 5 marzo 2018 è andato in onda una puntata speciale dedicata alle elezioni politiche. Da gennaio vanno in onda a fine puntata dei tutorial di alcuni opinionisti del programma. A causa degli impegni della conduttrice con la conduzione del Grande Fratello 15, dal 3 aprile il programma è andato in diretta il lunedì e martedì registrato dagli studi Mediaset di Roma (inizialmente dallo studio 1 del Centro Safa Palatino e poi dal 16 aprile al 5 giugno 2018 dallo studio 4 di Cinecittà, vicino agli studi del Grande Fratello, mentre dal mercoledì al venerdì il programma andava in diretta dallo studio 11 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese). Dal 6 all'8 giugno 2018, in occasione delle ultime tre puntate, il programma era ritornato in diretta dallo studio 11 di Cologno Monzese.
### Undicesima edizione (2018-2019)
L'undicesima edizione di Pomeriggio Cinque, sempre con la conduzione di Barbara D'Urso, è andata in diretta dal 3 settembre 2018 al 14 giugno 2019, dal lunedì al venerdì dalle 17:15 alle 18:45, sempre dallo studio 11 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese. In questa stagione il programma compie dieci anni. La formula è la stessa della precedente edizione: la prima parte è dedicata alla cronaca, la seconda al gossip. Il programma dedica degli spazi anche quest'anno alle vicende dei concorrenti del Grande Fratello VIP, con i parenti di alcuni concorrenti e diversi altri ospiti. Anche in quest'edizione il segmento social ospita I tutorial di Pomeriggio Cinque: Consigli di Casa con Morena Funari, La natura in testa con Kikò Nalli, Beauty & Benessere con Alessia Prete, Cucina di casa con Alberto Mezzetti e sua nonna Pasqualina, Cucina svuotafrigo con Paola Galloni e Palestra in casa con Laura Forgia. Ada Alberti continua ad occuparsi dell'oroscopo, in onda ogni venerdì nell'ultimo segmento del programma. Per via degli impegni della D'Urso con la conduzione di Grande Fratello 16, dall'8 aprile la puntata del lunedì è andata in onda dal Teatro 4 di Cinecittà, adiacente alla tensostruttura che ospita la diretta serale del reality, mentre dal martedì al venerdì il programma continua ad andare in onda dallo studio 11 di Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese.
Dal 3 settembre 2018 al 14 giugno 2019 la suddivisione in segmenti è stata la seguente:
* 17:15-17:55 Pomeriggio Cinque - Prima parte
* 17:55-18:35 Pomeriggio Cinque - Seconda parte
* 18:35-18:45 Pomeriggio Cinque - Social
Occasionalmente (quando nella puntata è presente un politico come ospite) la struttura del programma è diventata la seguente:
* 17:15-17:50 Pomeriggio Cinque - Prima parte
* 17:50-18:15 Pomeriggio Cinque - Seconda parte
* 18:15-18:35 Pomeriggio Cinque - Politica
* 18:35-18:45 Pomeriggio Cinque - Social
Alle 17:04 veniva trasmessa l'anteprima del programma, che durava circa 6 minuti.
### Dodicesima edizione (2019-2020)
La dodicesima edizione di Pomeriggio Cinque, sempre con la conduzione di Barbara D'Urso, è andata in diretta dal 9 settembre 2019 al 29 maggio 2020 dallo studio 6 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese con una nuova scenografia. Il motto di questa edizione è: Pomeriggio Cinque, parliamo la stessa lingua!. La formula è la stessa della precedente edizione: la prima parte è dedicata alla cronaca, la seconda al gossip. Anche in quest'edizione il segmento social ospita I tutorial di Pomeriggio Cinque: La ginnastica per tutti con Annalisa Minetti e suo marito Michele Panzarino, In forma con Laura con Laura Maddaloni, Palestra in casa con Laura Forgia e La natura in testa con Kikò Nalli. Ada Alberti continua ad occuparsi dell'oroscopo, in onda ogni venerdì nell'ultimo segmento del programma.
Dal 9 settembre 2019 al 29 maggio 2020 la suddivisione in segmenti è stata la seguente:
* 17:15-17:55 Pomeriggio Cinque - Prima parte
* 17:55-18:35 Pomeriggio Cinque - Seconda parte
* 18:35-18:45 Pomeriggio Cinque - Social
Occasionalmente (quando nella puntata è presente un politico come ospite) la struttura del programma è diventata la seguente:
* 17:15-17:50 Pomeriggio Cinque - Prima parte
* 17:50-18:15 Pomeriggio Cinque - Seconda parte
* 18:15-18:35 Pomeriggio Cinque - Politica
* 18:35-18:45 Pomeriggio Cinque - Social
Alle 17:03 veniva trasmessa l'anteprima del programma, che durava circa 7 minuti.
Dal 24 febbraio al 29 maggio 2020 il programma è andato in onda senza pubblico a causa delle misure di contenimento della pandemia di COVID-19.
### Tredicesima edizione (2020-2021)
La tredicesima edizione di Pomeriggio Cinque, sempre condotta da Barbara D'Urso, è andata in diretta dal 7 settembre 2020 al 28 maggio 2021, dal lunedì al venerdì dalle 17:15 alle 18:45, dallo studio 6 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese come nell'edizione precedente.
Dal 7 settembre 2020 al 28 maggio 2021 la suddivisione in segmenti è stata la seguente:
* 17:15-17:55 Pomeriggio Cinque - Prima parte
* 18:00-18:35 Pomeriggio Cinque - Seconda parte
* 18:35-18:45 Pomeriggio Cinque - Social
Alle 17:00 veniva trasmessa l'anteprima del programma, che variava dai 5 ai 7 minuti circa.
In questa edizione il programma è andato in onda senza pubblico in studio a causa delle misure di contenimento della pandemia di COVID-19.
### Quattordicesima edizione (2021-2022)
La quattordicesima edizione di Pomeriggio Cinque, sempre con la conduzione di Barbara D'Urso, è andata in diretta dal 6 settembre 2021 al 10 giugno 2022, dal lunedì al venerdì, dallo studio 6 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese (come nelle due edizioni precedenti) fino al 29 aprile 2022, mentre dal 2 maggio è andato in onda dallo studio 15 dello stesso centro di produzione. In questa edizione la scenografia è parzialmente rinnovata, è presente una nuova sigla e una nuova grafica. Il programma ha cambiato totalmente tipologia di argomenti incentrandosi di più sull'attualità e sull'informazione abbandonando completamente l'intrattenimento, dando sempre ampio spazio alle storie sociali.
In questa edizione dal 6 settembre al 3 dicembre 2021 il programma veniva trasmesso dalle 17:35 alle 18:45, mentre dal 6 dicembre 2021 al 10 giugno 2022 il programma dopo aver ottenuto dieci minuti in più è stato trasmesso dalle 17:25 alle 18:45. Dal 4 ottobre 2021 il programma era tornato ad occuparsi di cronaca rosa e del Grande Fratello VIP. Dal 20 dicembre 2021 al 14 gennaio 2022 è andato in onda lo spin-off Pomeriggio Cinque News con la conduzione di Simona Branchetti. Dall'11 marzo al 22 aprile 2022 a causa dell'impegno di Barbara D'Urso con la conduzione de La pupa e il secchione Show, il programma viene realizzato con gli analisti presso lo studio 6 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese, mentre la conduttrice conduceva il programma in collegamento dallo studio 1 del Centro Safa Palatino di Roma, o dallo studio 1 del Centro Titanus Elios di Roma. Dal 2 maggio 2022 il programma è stato presentato dallo studio 15 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese, per poi essere prolungato fino al 10 giugno (originalmente era previsto che l'edizione terminasse il 27 maggio).
Dal 6 al 16 settembre 2021 la suddivisione in segmenti è stata la seguente:
* 17:35-17:55 Pomeriggio Cinque - Prima parte
* 18:00-18:30 Pomeriggio Cinque - Seconda parte
* 18:35-18:45 Pomeriggio Cinque - I Saluti
Alle 17:26 veniva trasmessa l'anteprima del programma, che durava meno di un minuto.
Dal 17 settembre al 3 dicembre 2021 in seguito alla cancellazione delle due parti, la suddivisione in segmenti è diventata la seguente:
* 17:35-17:45 Pomeriggio Cinque - Anteprima
* 17:45-18:35 Pomeriggio Cinque
* 18:35-18:45 Pomeriggio Cinque - I Saluti (al cui interno venivano proposte le Good News)
Alle 17:21 veniva trasmessa l'anteprima del programma, che durava meno di un minuto.
Dal 6 dicembre 2021 al 10 giugno 2022 in seguito all'aumento della durata di dieci minuti, la suddivisione in segmenti era diventata la seguente:
* 17:25-17:35 Pomeriggio Cinque - Anteprima
* 17:40-18:30 Pomeriggio Cinque
* 18:35-18:45 Pomeriggio Cinque - I Saluti (al cui interno venivano proposte le Good News)
Tra le 17:13 e le 17:15 veniva trasmessa l'anteprima del programma, che durava meno d'un minuto. Inoltre, dal 2 maggio al 10 giugno 2022, quest'ultimo segmento era stato trasmesso in differita a causa della messa in onda dell'edizione delle 18:30 di Studio Aperto.
Come nelle due edizioni precedenti, anche in questa il programma è andato in onda senza pubblico in studio, non solo a causa delle misure di contenimento della pandemia di COVID-19 ma anche, dal 2 maggio al 10 giugno 2022, per le ridotte dimensioni dello studio 15 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese.
### Quindicesima edizione (2022-2023)
La quindicesima edizione di Pomeriggio Cinque, l'ultima con la conduzione di Barbara D'Urso, è andata in diretta dal 5 settembre 2022 al 2 giugno 2023, dal lunedì al venerdì dalle 17:25 alle 18:45 (ad eccezione della puntata del 18 gennaio 2023, che è andata in onda fino alle 18:55), dallo studio 15 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese. Le puntate del 28 ottobre 2022 e del 27 marzo 2023 sono state trasmesse dallo studio 1 del Centro Safa Palatino di Roma con la conduttrice in collegamento con gli analisti presenti nello studio 15 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese.
Dal 5 al 29 settembre 2022 la suddivisione in segmenti era stata la seguente:
* 17:25-17:55 Pomeriggio Cinque - Prima parte
* 18:00-18:25 Pomeriggio Cinque - Seconda parte
* 18:30-18:45 Pomeriggio Cinque - I Saluti (al cui interno vengono proposte le Good News)
Tra le 17:14 e le 17:16 veniva trasmessa l'anteprima del programma, che durava circa un minuto.
Dal 30 settembre 2022 al 2 giugno 2023, in seguito alla cancellazione delle due parti, la suddivisione in segmenti era diventata la seguente:
* 17:25-17:35 Pomeriggio Cinque - Anteprima
* 17:40-18:25 Pomeriggio Cinque
* 18:30-18:45 Pomeriggio Cinque - I Saluti (al cui interno venivano proposte le Good News)
Tra le 17:15 e le 17:17 veniva trasmessa l'anteprima del programma, che durava circa un minuto. Inoltre, quest'ultimo segmento era stato trasmesso in differita a causa della messa in onda dell'edizione delle 18:30 di Studio Aperto.
Come nelle tre edizioni precedenti, anche in questa il programma è andato in onda senza pubblico in studio non solo per le misure di contenimento della pandemia di COVID-19, ma anche per le ridotte dimensioni dello studio 15 del Centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese.
### Sedicesima edizione (2023-2024)
La sedicesima edizione di Pomeriggio Cinque, la prima con la conduzione di Myrta Merlino, va in diretta dal 4 settembre 2023, dal lunedì al venerdì dalle 16:55 alle 18:45 (dal 4 settembre al 10 ottobre 2023) e in seguito dalle 17:00 alle 18:45 (dall'11 ottobre 2023; ad eccezione delle puntate del 19 e del 22 gennaio 2024, che sono andate in onda fino alle 18:55), dallo studio 1 del Centro Safa Palatino di Roma. Tra le novità di questa edizione, oltre al trasferimento di sede, vi è il ritorno del pubblico in studio (che è stato nuovamente rimosso dal 18 dicembre 2023) e una nuova scenografia costituita totalmente da grandi schermi led. Inoltre, viene cambiata anche la sigla e tutto il gruppo autoriale, da questa edizione il regista Giovanni Barbaro è stato sostituito da Ermanno Corbella il 4 settembre 2023 e da Franco Bianca dal 5 settembre (sostituito da Donato Pisani nelle puntate del 19 e del 22 gennaio 2024). Dal 18 dicembre 2023 viene nuovamente cambiata la sigla e dal 12 gennaio 2024 viene modificata anche la barra blu degli argomenti che appare a destra vicino al logo del programma. Rispetto alle edizioni precedenti, in cui il programma non andava in onda per circa due settimane in occasione delle vacanze natalizie, quest'anno è andato ugualmente in onda tranne il 25 dicembre 2023 e il 1º gennaio 2024. La puntata dell'8 dicembre 2023 non va in onda in occasione della festa dell'Immacolata Concezione.
Dal 4 all'8 e dal 13 settembre al 10 ottobre 2023 la suddivisione in segmenti era stata seguente:
* 16:55-17:40 Pomeriggio Cinque - Prima parte
* 17:45-18:25 Pomeriggio Cinque - Seconda parte
* 18:30-18:45 Pomeriggio Cinque - I Saluti
Tra le 16:39 e le 16:45 veniva trasmessa l'anteprima del programma, che dura meno di un minuto (ad eccezione della quarta e della quinta puntata, in cui non era andata in onda).
Solamente per l'11 e il 12 settembre 2023, in seguito all'aggiunta del segmento Anteprima, la suddivisione in segmenti era diventata la seguente:
* 16:55-17:00 Pomeriggio Cinque - Anteprima
* 17:05-17:55 Pomeriggio Cinque - Prima parte
* 18:00-18:25 Pomeriggio Cinque - Seconda parte
* 18:30-18:45 Pomeriggio Cinque - I Saluti
Tra le 16:39 e le 16:42 veniva trasmessa l'anteprima del programma, che durava meno di un minuto.
Dall'11 ottobre 2023, in seguito alla rimozione di cinque minuti, la suddivisione in segmenti è diventata la seguente:
* 17:00-17:40 Pomeriggio Cinque - Prima parte
* 17:45-18:25 Pomeriggio Cinque - Seconda parte
* 18:30-18:45 Pomeriggio Cinque - I Saluti
Tra le 16:31 e le 16:42 viene trasmessa l'anteprima del programma, che dura meno di un minuto.
## Audience
| Edizione | Rete televisiva | Rete televisiva | Anno | Stagione | Orario | Durata | Programmazione | Programmazione | Programmazione | Programmazione | Programmazione | Programmazione | Programmazione | Collocazione | Media auditel | Media auditel |
| - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| Edizione | Locale | Simulcast | Anno | Stagione | Orario | Durata | L | M | M | G | V | S | D | Collocazione | Telespettatori | Share |
| 1ª | Canale 5 | Non presente | 2008 | estate-autunno | 16:50-18:50 | 120 min | | | | | | | | Day-time | 2 055 000 | 18,85% |
| 1ª | Canale 5 | Non presente | 2009 | inverno-primavera | 16:50-18:50 | 120 min | | | | | | | | Day-time | 2 063 000 | 20,12% |
| 2ª | Canale 5 | Non presente | 2009-2010 | estate-primavera | 16:50-18:50 | 120 min | | | | | | | | Day-time | 2 097 000 | 20,55% |
| 3ª | Canale 5 | Non presente | 2010-2011 | estate-estate | 16:50-18:50 | 120 min | | | | | | | | Day-time | 2 039 000 | 18,52% |
| 4ª | Canale 5 | Non presente | 2011-2012 | estate-primavera | 16:50-18:50 | 120 min | | | | | | | | Day-time | 1 798 000 | 16,13% |
| 5ª | Canale 5 | Non presente | 2012-2013 | estate-primavera | 16:50-18:50 | 120 min | | | | | | | | Day-time | 1 731 000 | 14,50% |
| 6ª | Canale 5 | Non presente | 2013-2014 | estate-primavera | 17:15-18:45 | 90 min | | | | | | | | Day-time | 2 138 000 | 17,47% |
| 7ª | Canale 5 | Non presente | 2014-2015 | estate-primavera | 17:15-18:45 | 90 min | | | | | | | | Day-time | 2 269 000 | 19,12% |
| 8ª | Canale 5 | Non presente | 2015-2016 | estate-primavera | 17:15-18:45 | 90 min | | | | | | | | Day-time | 1 891 000 | 15,98% |
| 9ª | Canale 5 | Non presente | 2016-2017 | estate-primavera | 17:15-18:45 | 90 min | | | | | | | | Day-time | 1 924 000 | 17,85% |
| 10ª | Canale 5 | Non presente | 2017-2018 | estate-primavera | 17:15-18:45 | 90 min | | | | | | | | Day-time | 2 150 000 | 18,45% |
| 11ª | Canale 5 | Non presente | 2018-2019 | estate-primavera | 17:15-18:45 | 90 min | | | | | | | | Day-time | 2 000 000 | 17,25% |
| 12ª | Canale 5 | Non presente | 2019-2020 | estate-primavera | 17:15-18:45 | 90 min | | | | | | | | Day-time | 2 080 000 | 15,73% |
| 13ª | Canale 5 | Non presente | 2020-2021 | estate-primavera | 17:15-18:45 | 90 min | | | | | | | | Day-time | 1 948 000 | 15,45% |
| 14ª | Canale 5 | TGcom24 | 2021 | estate-autunno | 17:35-18:45 | 70 min | | | | | | | | Day-time | 1 904 000 | 14,90% |
| 14ª | Canale 5 | TGcom24 | 2021-2022 | autunno-primavera | 17:25-18:45 | 80 min | | | | | | | | Day-time | 1 904 000 | 14,90% |
| 15ª | Canale 5 | TGcom24 | 2022-2023 | estate-primavera | 17:25-18:45 | 80 min | | | | | | | | Day-time | 1 600 000 | 16,10% |
| 16ª | Canale 5 | TGcom24 | 2023-2024 | estate-primavera | 16:55-18:45 | 110 min | | | | | | | | Day-time | | |
| 16ª | Canale 5 | TGcom24 | 2023-2024 | estate-primavera | 17:00-18:45 | 105 min | | | | | | | | Day-time | | |
## Ospiti, opinionisti e analisti ricorrenti
### Conduzione D'Urso
Ad affiancare Barbara D'Urso figuravano vari opinionisti (dalla prima alla tredicesima edizione) o analisti (nella quattordicesima e nella quindicesima edizione), che discutevano di argomenti di attualità, cronaca, società, politica, spettacolo e costume. I principali opinionisti ricorrenti che hanno partecipato al programma sono stati: Roberto Alessi, Sarah Altobello, Carmelo Abbate, Cecilia Capriotti, Paola Caruso, Karina Cascella, Alessandro Cecchi Paone, Giovanni Ciacci, Francesca Cipriani, Francesca De Andrè, Lory Del Santo, Biagio D'Anelli, Carmen Di Pietro, Roger Garth, Daniela Martani, Serena Garitta, Patrizia Groppelli, Éva Henger, Mercedesz Henger, Daniele Interrante, Pietro Lorenzetti, Alessandro Meluzzi, Carlo Mondonico, Maria Monsè, Francesco Nozzolino, Alba Parietti, Vittorio Sgarbi, Riccardo Signoretti, Guendalina Tavassi, Emanuela Tittocchia, Raffaello Tonon, Annalia Venezia, Costantino Vitagliano, Elena Morali, Soleil Sorge, Maria Teresa Ruta, Guenda Goria, Arianna David, Samantha de Grenet.
### Conduzione Merlino
Ad affiancare Myrta Merlino ci sono vari opinionisti, che discutono argomenti di attualità, cronaca, società, politica, spettacolo e costume. I principali opinionisti ricorrenti che partecipano al programma sono: Rita dalla Chiesa, Tommaso Cerno, Rosanna Cancellieri, Sabrina Scampini, Vittorio Sgarbi, Maria Corbi, Candida Morvillo, Gianluigi Nuzzi, Cesara Buonamici, Giuseppe Brindisi, Vladimir Luxuria, Claudio Amendola, Enrica Bonaccorti, Ludovica Frasca, Eleonora Giorgi, Simonetta Matone, Alba Parietti, Alessandro Cecchi Paone, Hoara Borselli, Barbara Bouchet, Raffaele Morelli, Concita Borrelli, Sara Manfuso, Jo Squillo, Francesca Manzini, Valerio Rossi Albertini, Raffaello Tonon, Anna Pettinelli, Veronica Pivetti, Aldo Cazzullo, Giancarlo Magalli.
## Sigla
Nella prima edizione del 2008 la sigla era un jingle creato appositamente per il programma composta da Mauro Tondini. Dal 2009 al 2021 era stata utilizzata la versione orchestrale della canzone Follow You Follow Me dei Genesis, composta dalla Royal Philharmonic Orchestra (fino alla prima metà dell'ottava edizione la sigla adottava di una videosigla abbinata alla grafica della contemporanea edizione venendo poi sostituita dall'entrata in studio della conduttrice). Dalla settima alla tredicesima edizione, erano state utilizzate solo le prime due note della sigla in questione per via dei blocchi pubblicitari. Nella quattordicesima e nella quindicesima edizione, era stata utilizzata una sigla creata appositamente per il programma nella quale venne reintrodotta la videosigla seppur più breve delle precedenti edizioni, composta da Marco Arata. Dalla sedicesima edizione, dal 4 settembre al 15 dicembre 2023 è stata utilizzata una nuova sigla composta da Sergio Morselli e la videosigla è stata eliminata lasciando spazio direttamente all'entrata della conduttrice in studio dal backstage. Dal 18 dicembre 2023 viene utilizzata una nuova sigla (questa volta composta da Francesco Andreoli) e viene reintrodotta la video sigla breve, che già vi era nel periodo natalizio.
## Spin-off
* Pomeriggio Cinque Cronaca, spin-off estivo di Pomeriggio Cinque andato in onda su Canale 5 dal 4 al 29 giugno 2012 con la conduzione di Alessandra Viero.
* Pomeriggio Cinque News, spin-off di Pomeriggio Cinque andato in onda su Canale 5 e in simulcast su TGcom24 dal 20 dicembre 2021 al 14 gennaio 2022 con la conduzione di Simona Branchetti.
## Accoglienza e controversie
### Contenuti e cultura trash
Nel periodo di conduzione di Barbara D'Urso, il programma televisivo è stato accostato alla cultura trash, dovuto alla messa in onda di contenuti scadenti, di bassa qualità e culturalmente poveri, tendenti all'esagerazione emotiva per coinvolgere il pubblico.
Numerosi giornalisti, tra cui Massimo Giletti, Federica Sciarelli, Selvaggia Lucarelli, Enzo Iacopino, Gabriele Parpiglia, hanno criticato il programma come un esempio di disinformazione e non correlabile al giornalismo investigativo o d'inchiesta, avanzando critiche verso la conduttrice Barbara D'Urso in quanto non iscritta all'Ordine dei giornalisti, da quando si dimise nel 1999. Il presidente dell'Ordine dei giornalisti Vincenzo Iacopino, ha descritto il modo di condurre il programma "un tipo di informazione che è un'autentica vergogna; ed è quella che io chiamo la TV del dolore di Barbara D'Urso, dove si esibisce la vita e la morte con l'unico obiettivo di acquisire attenzione da parte di un'opinione pubblica che forse non è il meglio di questa società".
Il giornalista Alfonso Signorini ha descritto il programma della D'Urso: "Non mi piace quel genere di televisione, riconosco in lei una grande professionista, non mi piacciono però certi suoi ammiccamenti, certi suoi falsi stupori, certe lacrime o farsi vedere casalinga dentro, quando la realtà è ben altra". Filippo Ferrari di Rolling Stone Italia riporta che le vicissitudini raccontate nel corso del programma provenissero dal "trash, sì, trashissimo, che arrivava dai social e che Barbara faceva diventare TV" sostenuti dalla D'Urso che "negli anni ha cacciato ospiti, chiuso collegamenti, litigato in diretta; Barbara ha portato tutto e tutti in TV".
Andrea Parrella di Fanpage.it, sebbene affermi che la televisione trash non sia nata con il programma la conduttrice, scrive che quest'ultima in Pomeriggio Cinque "ha solo esagerato, nella pretesa illusoria di diventare un riferimento, ha perso il senso della misura perché chiamata all'impossibile" trovando la concausa in Mediaset che "l'ha stimolata a forzare i confini della presunta decenza in nome di un profitto".
### Esposti dall'Ordine dei giornalisti e accuse di emulazione della professione giornalistica
L'Ordine dei giornalisti aveva emanato un esposto presso le Procure della Repubblica di Milano e Roma, all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, al Garante per la protezione dei dati personali e al Comitato Media e minori, nei confronti della conduttrice Barbara D'Urso in merito alla conduzione dei programmi Pomeriggio Cinque e Live - Non è la d'Urso. La denuncia aveva riportato che si effettuano nel corso dei programmi "interviste con modalità che non tengono conto di esigenze quali la difesa della privacy e/o il coinvolgimento di minori; la signora D'Urso, pur non essendo iscritta all'Albo dei giornalisti, compie sistematicamente un'attività (l'intervista) individuata come specifica della professione giornalistica, senza esserne titolata e senza rispettare le regole, con negative ripercussioni sull'immagine di quest'Ordine". Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza Giovanni Gerosa, richiamando altre sentenze della Corte costituzionale, ha archiviato la denuncia, su richiesta dallo stesso p.m., Walter Mapelli.
Nel 2015 l'Ordine dei giornalisti aveva richiesto al Garante per la protezione dei dati personali in merito alla violazione degli artt. 136 -139 del Codice per la protezione dei dati personali (d.lgs. 30 giugno 2003 n.196), in merito all'intervista, poiché "la conduzione delle interviste, in contraddittorio tra i parenti della defunta e del presunto colpevole, è stata effettuata dalla signora Barbara D'Urso senza la presenza di alcun giornalista" e che nel corso del programma e dell'intervista "sono state indicate abitudini e pratiche sessuali dei personaggi coinvolti, violenze sessuali di cui la defunta sarebbe stata oggetto in precedenza da parte di congiunti/affini, citati referti medici e loro autori nonché persone terze estranee alla vicenda", andando contro il Codice.
### Controversie con Mediaset e cambio di conduzione
Il 1º luglio 2023 Mediaset aveva annunciato con un comunicato stampa che non è stato apportato il rinnovo della conduzione di Barbara D'Urso del programma, sebbene il contratto tra la società e la conduttrice fosse valido sino a dicembre 2023. Il 5 luglio dello stesso anno è stata pubblicata un'intervista della conduttrice a Silvia Fumarola de La Repubblica in cui smentisce che vi fosse un accordo tra le parti e di aver saputo della scelta della società in merito al termine della sua conduzione del programma attraverso il comunicato, nonostante vi fossero state delle trattative in corso.
## Merchandising
Nell'ottobre 2018 è stata annunciata l'uscita del magazine ufficiale del programma, prodotto e distribuito da Fivestore, il cui primo numero è stato pubblicato il 25 ottobre. La rivista non è stata più elaborata per le successive stagioni televisive.
## Riconoscimenti
* TeleRatti
* 2008: Programma più noioso
* 2010: Peggior programma di informazione e cultura
* 2012: Peggior programma di informazione e cultura
* 2013: Peggior programma dell'anno
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2,324,352 |
https://it.wikipedia.org/wiki/Discografia_di_Bassi_Maestro
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Discografia di Bassi Maestro
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# Discografia di Bassi Maestro
La discografia di Bassi Maestro, rapper italiano, è costituita da 17 album in studio, sei raccolte, 33 mixtape, sei EP e sette singoli, pubblicati tra il 1996 e il 2015.
Ad essi vanno inoltre conteggiati numerose collaborazioni con altri artisti e varie apparizioni in raccolte.
## Album in studio
| Anno | Titolo | Etichetta |
| - | - | - |
| 1996 | Contro gli estimatori | Mix Men |
| 1998 | Foto di gruppo | Vibrarecords |
| 2000 | Classico | Area Cronica |
| 2001 | Rapper italiano | Vibrarecords |
| 2002 | Background | Vibrarecords |
| 2003 | Classe '73 | Vibrarecords |
| 2004 | Seven: The Street Prequel | Vibrarecords |
| 2004 | L'ultimo testimone | Vibrarecords |
| 2005 | Hate | Vibrarecords |
| 2006 | V.E.L.M. (Vivi e lascia morire) | Vibrarecords |
| 2008 | Low Cost Raiders (come Dublinerz) | Vibrarecords |
| 2009 | La lettera B (con Babaman) | Vibrarecords |
| 2011 | Tutti a casa | Sano Business |
| 2012 | Stanno tutti bene | Sano Business |
| 2013 | Guarda in cielo | indipendente |
| 2017 | Mia maestà | Com Era Records |
| 2017 | otergeS ottegorP (con Supa) | Com Era Records |
## Raccolte
| Anno | Titolo | Etichetta |
| - | - | - |
| 2002 | Classic Gems Vol. 1 | Vibrarecords |
| 2008 | Italian Hip Hop Instrumentals Vol. 1 | Latlantide |
| 2008 | Rare and Unreleased Vol. 1 | Autoproduzione |
| 2015 | Rare and Unreleased Vol. 2 | Autoproduzione |
| 2019 | Street Collection Vol. 1 | Autoproduzione |
| 2019 | Street Collection Vol. 2 | Autoproduzione |
## Mixtape
| Anno | Titolo | Etichetta |
| - | - | - |
| 1998 | Sections Pt. 1 | |
| 1999 | Bassi's Bust This Phat Shit Quick | |
| 1999 | Big Exclusive | |
| 2000 | Headnodderz | |
| 2001 | Busdeez Vol. 1 | |
| 2001 | Summer Madness | |
| 2001 | Word 2 the Mutha (con Double S) | |
| 2002 | Cats | |
| 2004 | The Remedy Tape Vol. 1 | |
| 2004 | Jay-Z vs Vasco - The Red Album | |
| 2005 | The 2005 Overground Tour | |
| 2005 | Monkee Bizniz Vol. 1 | |
| 2005 | Monkee Bizniz Vol. 2 | |
| 2007 | Monkee Bizniz Vol. 3 | |
| 2008 | Monkee Bizniz Vol. 4 | |
| 2008 | OWW Tape Vol. 1 | |
| 2009 | The Seven Skills Mixtape "Rakim Remix Tribute" | |
| 2010 | Hearth, Wind & Fire Mixtape "Nas Remix Tribute" | |
| 2010 | The Mixed Nuts Vol. 1 | |
| 2010 | Unlimited Business Mixtape (con DJ Shocca) | Unlimited Struggle |
| 2011 | Ready to Die - Reworked | |
| 2011 | F.U.C.K. 2011 - The Mixtape | |
| 2012 | F.U.C.K. 2012 - The Mixtape | |
| 2013 | BAX40 | |
| 2013 | F.U.C.K. 2013 - The Mixtape | |
| 2014 | Bassi's 15th Anniversary Big L Tribute Mix | |
| 2014 | Musica classica - Timeless Gems | |
| 2014 | Real estate Mixtape | |
| 2014 | F.U.C.K. 2014 - The Mixtape | |
| 2015 | Goldstalgia Vol. 1 | |
| 2015 | Guru Tribute Mixtape | |
| 2015 | Spring It On | |
| 2015 | Real estate vol. 2 | |
## EP
| Anno | Titolo | Etichetta |
| - | - | - |
| 2007 | Sushi EP | Vibrarecords |
| 2010 | Vivo e vero EP | Vibrarecords |
| 2010 | Musica che non si tocca (con DJ Shocca) | Unlimited Struggle, Sano Business |
| 2012 | Per la mia gente - For My People (con Ghemon e Marco Polo) | Macro Beats |
| 2013 | Vieni a prenderci (con Mondo Marcio) | Mondo Records |
| 2017 | Thank Bax it's Friday | |
## Singoli
* 2006 – Pumpin' the blood
* 2008 – Old School feat. Svetlana (come Mr. Cocky)
* 2008 – Old School Get Down Remix feat. Svetlana (come Mr. Cocky)
* 2008 – White Rabbit Classic Mix (come Mr. Cocky)
* 2008 – Back in 2052 (come Mr. Cocky)
* 2011 – Niggas in Paris freestyle
* 2015 – Rock On
## Apparizioni in raccolte
| Data | Titolo | Etichetta |
| - | - | - |
| 1998 | 50 MCs Pt. II | |
| 1999 | Areacronica.com | Area Cronica |
| 2000 | Nel vortice volume 2 | Area Cronica |
| 2002 | Da Bomb 2002 | |
| 2003 | Street Flava | Self |
| 2004 | Street Flava 2nd Avenue | Self |
| 2006 | Street Flava 3rd Avenue | Self |
## Collaborazioni
| Anno | Artista principale | Brano | Album di provenienza |
| - | - | - | - |
| 1995 | La Pina | Costa caro | Il CD della Pina |
| 1995 | Tormento, Polare, Esa, DJ Zeta | Mixmen Represent | Mixmen |
| 1996 | Sottotono | Ianglediz | Sotto effetto stono |
| 1996 | Davo | Ah sì! Eh già! | Sulle soglie della follia |
| 1997 | Left Side & Lyricalz | È una cosa seria | La sola via che so |
| 1998 | Fritz da Cat | Meglio così | Fritz da Cat |
| 1998 | Cricca Dei Balordi | Fuori per il Beez | Fondazione Cracka |
| 1999 | Sottotono | Sotto lo stesso effetto | Sotto lo stesso effetto |
| 1999 | Fritz da Cat | Microphone Check 1, 2 What Is This | Novecinquanta |
| 1999 | Centro13 | Fuga dalla realtà | Acciaio |
| 1999 | Lyricalz | Problemi | Brava gente - Storie di fine secolo |
| 1999 | Megatriade (Dafa, Bassi Maestro, Leftside) | La supremazia | Il Bel Paese mixtape |
| 2000 | DJ Zeta | Ah sì eh già 2000 | Zeta 2000 |
| 2000 | DJ Zeta | Fuori per il cash | Zeta 2000 |
| 2000 | DJ Zeta | Il mio DJ | Zeta 2000 |
| 2000 | DJ Zeta | Like This | Zeta 2000 |
| 2000 | DJ Zeta | Fuori per il cash Remix | Zeta 2000 |
| 2002 | DJ Double S | Lo capisci o no!? | The Great Adventures of DJ Double S |
| 2003 | Mondo Marcio | Brucia Marcio brucia | Mondo Marcio |
| 2003 | Microspasmi | Se voi ci capireste | 13 pezzi per svuotare la pista |
| 2003 | Numeri 2 | Ho bisogno d'amore Remix | La Primizia e Soulmaster Project |
| 2004 | Mondo Marcio | Sei troppo cheap | Fuori di qua |
| 2004 | DJ Shocca | Inedito | 60 Hz |
| 2004 | DJ Shocca | Stupidi | 60 Hz |
| 2004 | Reiser | Mother | 2004 EP |
| 2004 | Zampa | Nuts | Lupo solitario |
| 2004 | ATPC | Più forte | Idem |
| 2004 | Babaman | Intro | Prima di partire |
| 2004 | Babaman | Vi siete accorti?! | Prima di partire |
| 2004 | Bat One | Sotto tiro | Riprendiamoci tutto |
| 2005 | Ape | La mia nazione | Generazione di sconvolti |
| 2005 | Mr. Phil | Rap Galactico | Kill Phil |
| 2005 | Michel | Fuori di qua | ...Da lontano |
| 2005 | ATPC | Più forte Remix | Re-Idem |
| 2005 | L-Duke | Hip-Hop | Il basso la batteria eccetera |
| 2006 | Babaman | Shake Ya Body Gal | Fuoco sulle masse |
| 2006 | Babaman | Interlude | Fuoco sulle masse |
| 2006 | Amir & Santo Trafficante | Keep Prestigio | Prestigio Click Bang vol. 1 |
| 2006 | Inoki | Freestyle | New Kingztape Vol. 1 |
| 2006 | Zampa & Jack the Smoker | Electrorapmusic | Il suono per resistere |
| 2006 | Dynamite Soul Men | Dynamite BusDeez | Dynamite Soul 6 Mixtape |
| 2006 | Flaminio Maphia | Scambi di materiale | Videogame |
| 2006 | Mondo Marcio | Brucia Marcio brucia Remix | Mondo Marcio Gold Edition |
| 2006 | Othello | Chi ne sa e chi ne da | Cerco pace |
| 2006 | Mr. Phil | Roma Philly Connect Remix | Guerra fra poveri |
| 2006 | Palla & Lana | La vita non paga | Applausi |
| 2007 | Amir | Body Rock Remix | Vita di prestigio |
| 2007 | Luda & DJ Tsura | Mr. Slow Flow | Deadly Combination Mixtape |
| 2007 | DJ Shocca & Medda | Indietro | Struggle Music |
| 2007 | Crookers | No dubbio bro | Crookers Mixtape |
| 2007 | Mentispesse | Uidonghiva | Bang Bang |
| 2007 | DDP | Pesi massimi | Attitudine |
| 2007 | Metro Stars | To the Top | Metrotape Vol. 1 |
| 2007 | MDT | Vorresti averci Remix | Sotto Zero - The Drama Tape |
| 2007 | Duellz | Pesi massimi Remix | Paranoia 2K7 The Mixtape |
| 2007 | Piotta | Giovani d'oggi | Multi culti |
| 2007 | Mike Samaniego | Bang bang | Nuova Era: Il cambiamento (The Mixtape) |
| 2007 | Evidence & Jack the Smoker | Mr. Slow Flow | Deadly Combination Mixtape |
| 2008 | Santo Trafficante | Roma Milano | Ghiaccio: il principio |
| 2008 | MDT | Vento fresco | Grado zero |
| 2008 | Principe | Non c'è perdono | R-Esistenza |
| 2008 | Amir | Siamo liberi | Paura di nessuno |
| 2008 | NoOne & Gene5 MC | Il doppio di questo | Rap PhiloSophy |
| 2009 | DJ Zeta | Bassi Freestyle | Ghetto Blaster Vol. 3 |
| 2009 | DJ Fede | Quando lo vuoi | Original Flavour |
| 2009 | Principe | Non c'è perdono RMX | R-Esistenza Total Remix |
| 2009 | Jack the Smoker | 24.7 | V.Ita |
| 2009 | Gué Pequeno & DJ Harsh | Io non ballo | Fastlife Mixtape Vol. 2 - Faster Life |
| 2009 | Rubo | Worldwide Party | Presenta Radio Rade |
| 2009 | Matteo Pelli | 900 metri | 900 metri |
| 2009 | DJ Zeta | Stick'Em | Relations |
| 2009 | Michel | Soldi | Bombe |
| 2010 | DJ Myke | The Grimey Show | Hocus Pocus |
| 2010 | Mazza Ken | Hai bisogno di noi | Life |
| 2010 | Two Fingerz | Io no | Beatbox Selection, Vol. 1 |
| 2010 | Emis Killa | Consapevolezza | Champagne e spine |
| 2011 | Don Joe e Shablo | Sopranos | Thori & Rocce |
| 2011 | Kiave & Macro Marco | Countdown | Fuori da ogni spazio ed ogni tempo |
| 2011 | Deos One | Finti perbenisti | Finti perbenisti |
| 2011 | Useless Wooden Toys | ABC (È facile) feat. Supa, Rido & DJ Double S | Piatto forte |
| 2011 | Jack the Smoker | Otis Freestyle | Game Over Mixtape Vol. 1 |
| 2012 | AA. VV. | King's Supreme | Machete Mixtape |
| 2012 | Reka | Goin' Away | Apex Predator |
| 2012 | Zampa e Non Dire Chaz | I giorni del condor | I giorni del condor |
| 2012 | DJ Fabio B | Lettera a me stesso | ∞ the EP |
| 2012 | Patto MC & Sha One | Fresh | — |
| 2012 | Sharky MC | Quando faccio yo | Un sogno di parole |
| 2012 | Mecna | Sul serio | Disco inverno |
| 2012 | Emis Killa | Più rispetto | L'erba cattiva (Gold Edition) |
| 2012 | Supa | Golden Agers feat. Rido | Indipendente Mixtape |
| 2012 | AA. VV. | Mediocracy feat. Salmo, MadMan, Enigma, El Raton, Ensi e Jack the Smoker | Machete Mixtape II |
| 2013 | Flesha & Solo Ap | Musica violenta Pt. 2 | Colpo di stato |
| 2013 | Mr. Phil | Sopranos Pt. 2 feat. E-Green e DJ Shocca | Poteri forti |
| 2013 | DJ Kamo | 24.7.365 feat. Ape | Changes |
| 2013 | E-Green | The Big Pay Back feat. Mistaman e DJ Shocca | Il cuore e la fame |
| 2013 | Gemitaiz | Forever True feat. Ensi | L'unico compromesso |
| 2013 | Fritz da Cat | Come ai tempi delle Posse | Leaks |
| 2014 | Loop Therapy | Sweet Baby | Opera prima |
| 2015 | A&R | Minimo mille | Solo bombe |
| 2015 | AA. VV. | Battle Royal | Machete Mixtape III |
| 2016 | Mondo Marcio | Come noi | La freschezza del Marcio |
## Produzioni
* 1996: Davo - Sulle soglie della follia
* Entra Davo
* Messaggio esplicito
* Voglio la mia grana
* A.K.A. l'ignorante
* 1996: Lyricalz - Deluxe
* Intro
* Goditi la vita ft. Alta tensione
* A sto prezzo ft. Tormento
* Di zona ft. Sab Sista
* Abbi fede
* 1996: Left Side - La sola via che so
* È Una Cosa Seria ft. Bassi Maestro
* 1998: Cricca Dei Balordi - Fondazione Cracka
* Il sapore del selvatico
* 1998: Sano Business - Underground Troopers
* U.G.M.C.s 98 ft. DJ T
* 1998: Lyricalz - La vita del rapper
* Non smetto (remix)
* 1999: Sano Business - The Micragnous EP
* Bring It On ft. Left Side
* Sano biz cronico ft. Lyricalz & Tormento
* 1999: Left Side - Una vita non basta
* Parola di Left Side
* Una vita non basta ft. Maury B
* La promessa ft. Sab Sista
* 1999: Lyricalz - Brava gente - Storie di fine secolo
* Per chi come me
* Sulle dita di una mano
* 2000: Cricca Dei Balordi - Nel vortice vol. 3
* Non dimenticare ft. DJ Zeta
* 2000: Supa - Suoni dalla strada
* Illigul Bizniz Remix
* 2000: Fabri Fibra - Dinamite Mixtape
* Blunt Smokers ft. Shezan Il Ragio
* 2000: Sab Sista - Cronica
* Int-Row
* Hip Hop Sista
* Posseggo
* Non è tanto... ft. Marya
* A.G. [alla goccia] ft. DJ Fede
* Resta con me ft. Tormento
* 2002: Cricca Dei Balordi - Musi
* Definitivi
* Parole
* Ma va!?
* Fuori meno dieci
* Culi duri
* B-Boys Wanna Have Fun
* Ultimo treno per Sesto
* S.B.1.01
* Mio fratello lo sa
* Traffici
* S.B.1.02
* 2003: Sano Business - Street Flava
* Streetstylesanobiz
* 2003: Toscani classici - Fagioli e ribollita
* C'ho un brutto vizio
* 2003: Mondo Marcio - Mondo Marcio
* Tieni duro!
* Brucia Marcio brucia
* 2004: Zampa - Lupo solitario
* Tracce
* 2004: Ape - Venticinque
* Cose che succedono
* 2004: Fabri Fibra - Mr. Simpatia
* Io non ti invidio
* 2004: Sano Business - Esuberanza
* C'è una guerra ft. Zampa & Rido
* Vivo duro ft. Cricca Dei Balordi
* Era scritto così
* Sogni ft. Rido
* Milano piano 0 ft. Supa & DJ Zeta
* La bomba remix 2003 ft. Asher Kuno, Bat & Jack the Smoker
* Ninja rap ft. Cricca Dei Balordi
* Tu non mi rispetti ft. Rido
* 2004: Posi Argento - Borderline
* Potrebbe essere utile? ft. Chief
* Hold On U
* Colpo basso
* Deep assaggio ft. ArdiHann
* Backstage ft. DJ Yaner
* Chiedi com'è ft. Rido
* Borderline
* Gioventù bruciata
* 2005: Ape - Generazione di sconvolti
* Il monologo del rap
* 2005: Supa - No Delay
* Intro
* Che cosa ti perdi
* Elossaai!
* S.T.S. (Small Talks Stinks)
* Detto fatto
* Espira remix ft. Rido
* 2005: Marracash - Roccia Music I
* Popolare remix
* 2005: Sano Business & Cor Veleno - Overground Tour 2005 - Official Mixtape
* Confessa ft. Ibbanez
* Fisse bastarde (Cockdee's Remix) ft. Primo
* Mamma mia (Cockdeez Remix) ft. Primo & Squarta
* Scusami ft. Primo & Ibanez
* 2005: Mistaman - Parole
* Se se se
* 2006: Amir - Uomo di prestigio
* Straniero nella mia nazione
* Clapshit
* 2006: Babaman - Come un uragano
* La massa rimbalza
* Sound Bwoy'Z Killa
* Principessa
* Lo riconosci l'aroma
* Trendy Gal
* Trandy Gal - radio edit
* 2006: Mondo Marcio - Mondo Marcio Gold Edition
* Tieni duro! (Original Version)
* 2007: Kiave - 7 respiri
* Noi contro loro
* 2007: Ape - Morgy Mo' e la gente per bene
* Zapping
* 2007: Babaman - Quella sporca dozzina
* King Kong
* 2007: Ghemon - Qualcosa cambierà Mixtape
* È il momento (Original Version)
* 2007: Sano Business - Crossover
* Deep Underground
* Hectic
* Fichissimi
* Vecchi maiali
* Che cazzo vuoi?! ft. Piotta
* Ma che ooohh!!
* Whisky
* Whisky (secondo giro)
* Ritmo balordo
* 2007: Inoki - Nobiltà di strada
* Majìko
* Se mi vedi ft. Tek Money & Lady Tambler
* 2008: Babaman - Dinamite
* Guerrieri del microfono ft. Gué Pequeno
* Tentan di fermarmi
* La bestia
* Mi Yerba ft. Chulito Camacho
* Cosa sarà
* Come un cane
* Lo sanno
* Periferia
* 2008: D.A.F.A. aka KilKenny - A distanza ravvicinata
* Strada maestra
* Top Clap ft. Supa
* 2008: Meddaman - Voce del verbo essere
* Inutile
* La musica della vita
* 2008: Principe - R-Esistenza
* Microfono prova ft. DJ Double S
* 2008: Dublinerz - Low Cost Raiders
* The Dublinerz Anthem
* Lealtà
* Low Cost Raiders
* Sappiamo bene
* Aria pura ft. DJ Ronin
* Abli dubli
* Top Kapi
* Tutti quanti!
* Top Secret
* I Don't Care ft. DJ Double S
* Lealtà (Original)
* 2009: Zampa - La lunga e tumultuosa via per Bisanzio
* Maculele's Song
* 2009: Lefty - Il mondo dai miei occhi
* Nel Business
* 2009: ATPC - Solido
* Mi Piace
* 2009: Rayden - In ogni dove
* Anche no
* 2009: Jack the Smoker - V.Ita
* Lavoro RMX
* Bad Trip (Malus Track)
* 2010: Flaminio Maphia - Er Mejo
* Vamos Alla Playa (Coi Flaminio Maphia)
* 2010: Babaman - Raggasonico
* La Coca
* Bomboclat
* Reggae Party
* Mondo Oscuro
* I'&'I
* 2010: Emis Killa - Champagne e spine
* I'm The Shit ft. Vacca
* I 3 Tempi
* 2011: Meddaman - Tutto vero tutto falso
* Che calata
* 2011: Gué Pequeno - Il ragazzo d'oro
* Figlio di Dio
* 2011: New Grand Daddy I.U. - Aknowledge - The takeover vol.26 (J-Love Mixtape)
* Gossips
* 2011: Jim Jones (rapper) - I'm On One, Part 2
* Blow Ya Whistle ft. Lloyd Banks
* 2011: HellDee feat Rew & Shade - Meglio soli
* Bravo
* 2011: Likwuid - No Regrets - EP
* Likwuidation Reprise
* Loose Change
* Sight For Sore Eyes ft. Adrienne Mack-Davis & Donwhill of Tanya Morgan
* Queendom Anthem ft. Trye Phoenix
* L Is For Love ft. Eternia & Rigoletto Rockwell
* No Regrets ft. Eclipz, Hannibal, Logic, Sacryfice & Midi Marc
* 2012: Team Machete - Machete Mixtape
* Machete State of Mind feat. Clementino e Enigma
* 2012: Reka - Apex Predator
* Grip
* Livestock feat. Undeniable
* 2012: Rocco Hunt - Spiraglio di periferia
* Le due storie
* 2012: M.O.P.
* Man down (We the people)
* 2012: Team Machete - Machete Mixtape II
* Ego Trap
* 2012: Dafa aka Kilkenny - A distanza ravvicinata
* Strada maestra
* 2013: Doppia X - Doppio impatto
* Home Away feat. Maylay Sparks
* 2013: Maury B - Book of Rhymes
* Lettere notturne
* 2013: Enigma - Rebus EP
* Il simposio
* 2013: Gemitaiz feat. Salmo - L'unico compromesso
* K-Hole
* 2013: Nitro feat. Danno - Danger
* Piombo e fango 2013
* 2013: Shade
* Avanti il prossimo
* 2013: Gemitaiz - Quello che vi consiglio vol. 4
* On the corner
* 2014: Rocco Hunt - 'A verità
* Senza Chances feat. Emiliano Pepe
* 2014: MixUP - Upgrade
* Ciao/domani
* 2014: MixUP - Upgrade
* Da qui feat. Pat Cosmo (Casinò Royale)
* 2014: Amir - Ius Music
* Ius Music
* 2014: Sace - Giovane e Forte Ep Vol. 3
* Nient'altro
* 2015: Gué Pequeno - Vero
* Pequeno
* 2016: Mondo Marcio - La freschezza del Marcio
* Un altro giorno
* Scoppia la bomba feat. Fabri Fibra
* 2017: Fabri Fibra - Fenomeno
* Money for Dope 2017
* Considerazioni feat. Roberto Saviano
* 2017: Fabri Fibra - Fenomeno - Masterchef EP
* CVDM
* 2021: Gué Pequeno & DJ Harsh - Fastlife 4
* Fast Life
* 2023: Guè - Madreperla
## Remix
* 2011: La cassa spinge RMX
* 2013: NY State of mind (Crown City Edition)
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https://it.wikipedia.org/wiki/Phersu
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Phersu
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# Phersu
Nelle pitture etrusche di alcune tombe di Tarquinia, e forse anche di Chiusi, tra varie scene sportive e giochi funebri, è raffigurato uno strano personaggio mascherato denominato phersu. Phersu in etrusco voleva dire maschera (il nome si evince dalla chiara iscrizione apposta in due casi accanto al personaggio), da cui deriva l'italiano "persona", attraverso il latino persōna "maschera", nel senso di «apparato atto a far risuonare la voce». La paretimologia del latino persōna da per "attraverso" e sonare "suonare" è smentita dalla quantità breve della O del verbo latino sonare.
## Iconografia
Nelle tombe tarquiniesi la figura in argomento si ritrova quattro volte. Nella Tomba degli Àuguri (seconda metà del VI secolo a.C.) il phersu è riprodotto in due diverse scene. Sulla parete destra è rappresentato un gruppo costituito da un individuo con maschera rossa barbata, corto giubbetto maculato, stretta fascia rossa ai lombi ed alto berretto a punta, che tiene al laccio un cane (molosso caucasico o un animale antico di taglia ancora più grande) che assale un condannato a morte. Quest'ultimo, con evidenti tracce di ferite sul corpo, ha la vista impedita da un sacco che gli avviluppa la testa e tenta di difendersi dagli attacchi del feroce animale con una clava che impugna con la mano destra. Sulla parete sinistra della tomba il personaggio mascherato, seppur con abbigliamento diverso, appare impegnato in una corsa con il capo rivolto all'indietro. La cruenta scena di combattimento sopra descritta si riconosce, nonostante il cattivo stato di conservazione della pittura, anche su una delle pareti della Tomba delle Olimpiadi (ultimo venticinquennio del VI secolo a.C.): in particolare sono visibili le teste del phersu e del prigioniero incappucciato che tiene in mano un'arma. Sulla parete sinistra della Tomba del Pulcinella (anni finali del VI secolo a.C.) e della Tomba del Gallo (inizi del IV secolo a.C.) il solito personaggio con maschera barbata è invece rappresentato in scene di danza. Il personaggio in argomento sarebbe inoltre raffigurato anche in alcune tombe di Chiusi: nella Tomba della Scimmia (prima metà del V secolo a.C.), dove un piccolo phersu accompagna, suonando il flauto, la danza di un guerriero e forse anche nella Tomba del Montollo, oggi distrutta, le cui raffigurazioni ci sono giunte solo grazie alle riproduzioni ed alle descrizioni fornite dal Gori. Su un'anfora del Pittore dei satiri danzanti, oggi a Karlsruhe, infine, è rappresentato un phersu che danza con scudo e clava nodosa.
## Ipotesi interpretative
Sul phersu sono state avanzate varie ipotesi interpretative allo stato prive di riscontro oggettivo. Alcuni, come Giovanni Semerano, vi hanno visto una divinità, un demone infernale in qualche modo collegato con la morte; altri, come Massimo Pallottino, più semplicemente, un attore, una maschera. In effetti la circostanza che il phersu, oltre che nella gara mortale sopra descritta, sia rappresentato anche in contesti del tutto incruenti e segnatamente in scene di corsa e di danza farebbe propendere per una caratterizzazione generica del personaggio.
I glottologi comunque ritengono che dalla parola etrusca phersu, nel senso di "maschera", derivi la parola latina "persona" nel suo significato originario di maschera teatrale. Vi sono invece forti dubbi che la parola etrusca sia, a sua volta, un adattamento del greco "prósopon" (volto, maschera).
## Rapporto con gli spettacoli gladiatori
Nella crudele scena di combattimento orchestrata dal phersu si è ritenuto di vedere (in questo senso, Raymond Bloch) un'anticipazione dei giochi gladiatori romani che deriverebbero appunto dai giochi funebri dell'Etruria nel corso dei quali venivano offerti al defunto selvaggi combattimenti tra avversari che cercavano disperatamente di salvare le loro vite. Questa tesi sembrerebbe trovare conferma nello storico greco Nicola di Damasco (in Ateneo, Deipnosofisti, IV, 153 fr.) secondo il quale i Romani mutuarono i giochi gladiatori dagli Etruschi.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Theodore_Edgar_McCarrick
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Theodore Edgar McCarrick
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# Theodore Edgar McCarrick
Theodore Edgar McCarrick (New York, 7 luglio 1930) è un arcivescovo cattolico statunitense, dimesso dallo stato clericale il 13 febbraio 2019.
Creato cardinale da papa Giovanni Paolo II nel 2001, rinuncia al titolo cardinalizio nel 2018 dopo insistenti accuse che lo vedono protagonista di abusi sessuali reiterati nel tempo, venendo sospeso a divinis. Successivamente nel 2019 viene dimesso dallo stato clericale dalla Congregazione per la dottrina della fede con l'approvazione di papa Francesco.
## Biografia
Il 31 maggio 1958 è ordinato presbitero dal cardinale Francis Joseph Spellman.
### Ministero episcopale e cardinalato
Il 24 maggio 1977 papa Paolo VI lo nomina vescovo ausiliare di New York e vescovo titolare di Rusubisir; il 29 giugno successivo riceve l'ordinazione episcopale dal cardinale Terence James Cooke, coconsacranti l'arcivescovo John Joseph Maguire e il vescovo Patrick Vincent Ahern.
Il 19 novembre 1981 papa Giovanni Paolo II lo nomina primo vescovo di Metuchen; il 31 gennaio 1982 prende possesso della neo-eretta diocesi.
Il 30 maggio 1986 è nominato arcivescovo metropolita di Newark; succede al dimissionario Peter Leo Gerety. Il 25 luglio seguente prende possesso dell'arcidiocesi.
Il 17 ottobre 1998 viene affidata all'arcidiocesi di Newark la cura pastorale della missione sui iuris di Turks e Caicos e ne diventa pertanto superiore ecclesiastico.
Il 21 novembre 2000 viene trasferito all'arcidiocesi di Washington, dove succede al cardinale James Aloysius Hickey, dimessosi per raggiunti limiti di età. Il 3 gennaio 2001 prende possesso dell'arcidiocesi.
Nel concistoro del 21 febbraio 2001 papa Giovanni Paolo II lo crea cardinale presbitero dei Santi Nereo e Achilleo; il 28 giugno seguente prende possesso del titolo. Il 29 giugno riceve il pallio dal papa in piazza San Pietro.
Il 18 e il 19 aprile 2005 partecipa come cardinale elettore al conclave che porta all'elezione di papa Benedetto XVI.
Il 16 maggio 2006 papa Benedetto XVI accoglie la sua rinuncia, presentata per raggiunti limiti d'età; gli succede Donald William Wuerl, fino ad allora vescovo di Pittsburgh.
Il 7 luglio 2010 compie 80 anni e in base a quanto disposto dal motu proprio Ingravescentem Aetatem di papa Paolo VI del 1970, decadono tutti gli incarichi ricoperti nella Curia romana e con essi il diritto di entrare in conclave.
### Accuse di abusi sessuali, dimissioni dal collegio cardinalizio e dallo stato clericale
È accusato di aver compiuto per lungo tempo abusi omosessuali sia su adulti sia su minori. Un'inchiesta del New York Times mette in luce come molti funzionari della Chiesa sapessero da decenni che il cardinale era stato accusato da svariate persone di molestie sessuali. In particolare tra il 1994 e il 2008, i vescovi statunitensi avevano ricevuto numerosi rapporti sulle trasgressioni del cardinale con giovani studenti del seminario.
Il 27 luglio 2018 McCarrick presenta la rinuncia da membro del Collegio cardinalizio a papa Francesco, il quale "ne ha accettato le dimissioni da Cardinale ed ha disposto la sua sospensione dall'esercizio di qualsiasi ministero pubblico, insieme all'obbligo di restare in una casa che gli verrà indicata, per una vita di preghiera e di penitenza, fino a quando le accuse che gli vengono rivolte siano chiarite dal regolare processo canonico".
McCarrick diventa così il primo cardinale a essersi dimesso durante il pontificato di papa Francesco; prima di lui, infatti, nel 2015, il cardinale scozzese Keith Michael Patrick O'Brien aveva rinunciato soltanto alle prerogative del cardinalato, mantenendo tuttavia il titolo cardinalizio. L'ultimo precedente in età contemporanea era stato quello del francese Louis Billot dimessosi nel 1927 per dissidi con papa Pio XI..
Il 16 febbraio 2019 viene comunicata la sua dimissione dallo stato clericale ratificata il giorno 13 dello stesso mese da parte della sessione ordinaria (Feria IV) della Congregazione per la dottrina della fede. Il Santo Padre riconosce la natura definitiva, a norma di legge, di questa decisione, rendendola quindi res iudicata, cioè non più soggetta ad alcun ricorso.
Un'inchiesta del Washington Post pubblicata il 26 dicembre 2019 rivela che il cardinale McCarrick avrebbe versato durante 17 anni, a partire dal 2001 ― quando è stato nominato alla testa della diocesi della capitale statunitense ― più di 600 000 dollari (più di mezzo milione di euro) a vescovi, cardinali e papi: Leonardo Sandri, Joseph Augustine Di Noia, Angelo Sodano, Tarcisio Bertone, Pietro Parolin, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI figurano tra coloro che sarebbero stati così messi a tacere dietro pagamento. L'articolo di Repubblica citato in nota, in effetti, non dimostra, e lo ammette, che i soldi versati furono per "coprire" gli abusi sessuali. Quei versamenti, avvenuti in diversi anni, erano effettuati a persone di Chiesa.
Il vescovo Giuseppe Sciacca, segretario del Supremo tribunale della Segnatura apostolica, nel saggio che apre il quaderno n. 2/2019 di Jus - On Line, la rivista di scienze giuridiche della facoltà di giurisprudenza dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha sollevato gravi obiezioni contro l'avvenuta dimissione dallo stato clericale dell'ex cardinale McCarrick, non per le ragioni che hanno portato a tale dimissione – che restano gravissime, poiché si tratta di abusi sessuali compiuti nell'arco di decenni – ma per la dubbia legittimità, canonica ed ecclesiologica, della riduzione di un vescovo allo stato laicale, che "è intrinsecamente problematica, poiché, se non rettamente intesa (come sovente avviene), confligge con la dottrina e la verità dell'indelebile carattere impresso dal sacramento dell'ordine".
Il 10 novembre 2020 è pubblicato il rapporto sui lavori della Segreteria di Stato, durati due anni, sulla documentazione in possesso della Santa Sede concernente l'ex-porporato statunitense, che l'arcivescovo Viganò commenta in una lettera.
Il 29 luglio 2021 è incriminato per aver abusato sessualmente di un ragazzo di 16 anni. Dovrà rispondere delle imputazioni di molestie, aggressione e violenza davanti alla corte del Dedham District, Contea di Norfolk, Massachusetts. Si tratta del primo cardinale degli Stati Uniti che deve affrontare accuse penali in un tribunale civile: nel caso del cardinale Bernard Francis Law, papa Giovanni Paolo II garantì l'immunità al prelato richiamandolo a Roma in Vaticano.
## Genealogia episcopale e successione apostolica
La genealogia episcopale è:
* Cardinale Scipione Rebiba
* Cardinale Giulio Antonio Santori
* Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
* Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
* Cardinale Ludovico Ludovisi
* Cardinale Luigi Caetani
* Cardinale Ulderico Carpegna
* Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
* Papa Benedetto XIII
* Papa Benedetto XIV
* Papa Clemente XIII
* Cardinale Marcantonio Colonna
* Cardinale Giacinto Sigismondo Gerdil, B.
* Cardinale Giulio Maria della Somaglia
* Cardinale Carlo Odescalchi, S.I.
* Cardinale Costantino Patrizi Naro
* Cardinale Lucido Maria Parocchi
* Papa Pio X
* Papa Benedetto XV
* Papa Pio XII
* Cardinale Francis Joseph Spellman
* Cardinale Terence James Cooke
* Sig. Theodore Edgar McCarrick
La successione apostolica è:
* Vescovo James Thomas McHugh (1988)
* Vescovo John Mortimer Fourette Smith (1988)
* Vescovo Michael Angelo Saltarelli (1990)
* Vescovo Charles James McDonnell (1994)
* Vescovo João José Burke, O.F.M. (1995)
* Vescovo Nicholas Anthony DiMarzio (1996)
* Vescovo Paul Gregory Bootkoski (1997)
* Vescovo Vincent DePaul Breen (1997)
* Vescovo Arthur Joseph Serratelli (2000)
* Vescovo Francisco González Valer, S.F. (2002)
* Cardinale Kevin Joseph Farrell (2002)
* Vescovo Martin David Holley (2004)
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https://it.wikipedia.org/wiki/David_Neres
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David Neres
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# David Neres
David Neres Campos (San Paolo, 3 marzo 1997) è un calciatore brasiliano, attaccante del Benfica e della nazionale brasiliana.
## Caratteristiche tecniche
Ala destra o sinistra, ha dichiarato di ispirarsi a Zinédine Zidane.
## Carriera
### Club
**Gli inizi**
Cresciuto nelle giovanili del San Paolo, esordisce in prima squadra il 18 ottobre 2016 nel match vinto 2-1 contro la Fluminense.
**Ajax**
Nel mercato invernale del 2017 viene acquistato dall'Ajax per 12 milioni di euro. Il 26 febbraio 2017 esordisce in prima squadra contro l'Heracles Almelo, sconfitto 4-1 dalla squadra di Amsterdam.
Nella stagione 2018-2019 è uno dei protagonisti della cavalcata dell'Ajax in Champions League fino alla semifinale: Neres va a segno solamente 2 volte ma si rende protagonista di ottime giocate e realizza anche 2 assist; in particolare realizza un gol al ritorno degli ottavi di finale contro il Real Madrid, contribuendo poi alla vittoria per 4-1 e il passaggio del turno dei lancieri. Si ripeterà nei quarti di finale d'andata contro la Juventus realizzando il goal del pareggio dei lancieri. In semifinale si rende noto per aver preso il palo a Lloris battuto nel nuovo Tottenham Hotspur Stadium; non giocherà lo sfortunato match di ritorno a causa di un infortunio muscolare nel pre-partita. L’Ajax vincerà poi la Coppa d’Olanda e il campionato.
Superate le 100 presenze in Eredivisie, nella stagione 2020-2021, si mette in mostra nella vittoria della KNVB Beker 2020-2021, segnando il gol decisivo contro il Vitesse (2-1) in finale.
In tutto con la maglia dell'Ajax in 5 anni ha messo insieme 180 presenze e 47 gol vincendo 6 trofei (2 volte il campionato, 2 la Coppa d'Olanda e 2 la Supercoppa d'Olanda).
**Shakhtar e Benfica**
Il 14 gennaio 2022 viene ceduto per 18 milioni di euro allo Šachtar. Tuttavia, a causa dello scoppio della guerra in Ucraina non scenderà mai in campo e il 20 giugno dello stesso anno verrà ceduto al Benfica per 15,3 milioni, cifra che l'omonima squadra di Donec'k doveva ancora ai portoghesi per l'acquisto di Pedrinho.
### Nazionale
Dopo 13 gol in 9 presenze con la nazionale under 20, debutta nel 2019 con la prima squadra, con cui vincerà poi la Copa America nello stesso anno. Il 9 giugno, in occasione dell'ultima amichevole disputata dalla selezione verdeoro prima della manifestazione, segna la sua prima rete col Brasile nel 7-0 contro l'Honduras. Neres scenderà in campo in 2 partite del girone, laureandosi poi campione al termine del torneo.
## Statistiche
### Presenze e reti nei club
Statistiche aggiornate al 18 marzo 2023.
| Stagione | Squadra | Campionato | Campionato | Campionato | Coppe nazionali | Coppe nazionali | Coppe nazionali | Coppe continentali | Coppe continentali | Coppe continentali | Altre coppe | Altre coppe | Altre coppe | Totale | Totale |
| - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| Stagione | Squadra | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti |
| 2016 | San Paolo | A | 8 | 3 | CDB+CP | 0+3 | 0 | - | - | - | - | - | - | 11 | 3 |
| gen.-giu. 2017 | Jong Ajax | EE | 5 | 3 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 5 | 3 |
| gen.-giu. 2017 | Ajax | ED | 8 | 3 | CO | 0 | 0 | UEL | 4 | 0 | - | - | - | 12 | 3 |
| 2017-2018 | Ajax | ED | 32 | 14 | CO | 2 | 0 | UCL+UEL | 2+1 | 0 | - | - | - | 37 | 14 |
| 2018-2019 | Ajax | ED | 29 | 8 | CO | 6 | 1 | UCL | 15 | 3 | - | - | - | 50 | 12 |
| 2019-2020 | Ajax | ED | 12 | 6 | CO | 0 | 0 | UCL | 8 | 0 | - | - | - | 20 | 6 |
| 2020-2021 | Ajax | ED | 25 | 3 | CO | 4 | 2 | UCL+UEL | 4+6 | 1+2 | - | - | - | 39 | 8 |
| 2021-gen. 2022 | Ajax | ED | 15 | 3 | CO | 1 | 0 | UCL | 5 | 1 | SO | 1 | 0 | 22 | 4 |
| Totale Ajax | Totale Ajax | Totale Ajax | 121 | 37 | | 13 | 3 | | 45 | 7 | | 1 | 0 | 180 | 47 |
| gen.-giu. 2022 | Šachtar | PL | - | - | KU | - | - | UCL | - | - | SU | - | - | 0 | 0 |
| 2022-2023 | Benfica | PL | 22 | 6 | CP+CdL | 3+2 | 1+1 | UCL | 10 | 4 | - | - | - | 37 | 12 |
| Totale carriera | Totale carriera | Totale carriera | 155 | 49 | | 22 | 5 | | 55 | 11 | | 1 | 0 | 232 | 65 |
### Cronologia presenze e reti in nazionale
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Brasile :
| Data | Città | In casa | Risultato | Ospiti | Competizione | Reti | Note |
| - | - | - | - | - | - | - | - |
| 26-3-2019 | Praga | Rep. Ceca | 1 – 3 | Brasile | Amichevole | - | 67’ |
| 6-6-2019 | Brasilia | Brasile | 2 – 0 | Qatar | Amichevole | - | 63’ |
| 9-6-2019 | Porto Alegre | Brasile | 7 – 0 | Honduras | Amichevole | 1 | |
| 14-6-2019 | San Paolo | Brasile | 3 – 0 | Bolivia | Coppa America 2019 - 1º turno | - | 84’ |
| 18-6-2019 | Salvador | Brasile | 0 – 0 | Venezuela | Coppa America 2019 - 1º turno | - | 72’ |
| 7-9-2019 | Miami Gardens | Brasile | 2 – 2 | Colombia | Amichevole | - | 84’ |
| 10-9-2019 | Los Angeles | Brasile | 0 – 1 | Perù | Amichevole | - | 64’ |
| 17-10-2023 | Montevideo | Uruguay | 2 – 0 | Brasile | Qual. Mondiali 2026 | - | 73’ |
| Totale | | Presenze | 8 | | Reti | 1 | |
## Palmarès
### Club
**Competizioni nazionali**
* Coppa dei Paesi Bassi: 2
Ajax: 2018-2019, 2020-2021
* Campionato olandese: 2
Ajax: 2018-2019, 2020-2021
* Supercoppa dei Paesi Bassi: 1
Ajax: 2019
* Campionato portoghese: 1
Benfica: 2022-2023
* Supercoppa di Portogallo: 1
Benfica: 2023
### Nazionale
* Coppa America: 1
Brasile 2019
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https://it.wikipedia.org/wiki/Zuhra_ibn_al-%E1%B8%A4awiyya_al-Tam%C4%ABm%C4%AB
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Zuhra ibn al-Ḥawiyya al-Tamīmī
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# Zuhra ibn al-Ḥawiyya al-Tamīmī
Zuhra ibn al-Ḥawiyya b. ʿAbd Allāh b. Qatāda al-Tamīmī al-Saʿdī (in arabo زهرة بن الحوية التميمي; ... – 637) è stato un generale arabo e anche un Sahaba. Arabo dei Banū Tamīm, Zuhra fu un generale musulmano tra i più intrepidi. Partecipò alle guerre contro l'Impero sasanide e comandò l'avanguardia dell'esercito califfale che portò all'assedio e alla caduta della capitale sasanide di Ctesifonte.
Le prime notizie dei cronisti arabi ricordano che Zuhra fu inviato da Maometto dal capo della branca dei Dārim dei Tamīm, noto con l'altisonante appellativo di "Signore di Hajar" (Ṣāḥib Hajar) o "re di Hajar" (Malik Hajar), al-Mundhir b. Sāwā, che aveva deciso di abbracciare l'islam e di evitare rappresaglie sulla sua gente.
Zuhra abbracciò la fede predicata da Maometto e, all'epoca del secondo califfo ʿUmar b. al-Khaṭṭāb, partecipò alla battaglia di al-Qādisiyya, dove comandava le unità del centro-destra dello schieramento arabo, illustrandosi con l'uccisione di Galenos, comandante della cavalleria.
Trasferitosi a Kufa, fu il punto di riferimento dei 4.000 schiavi persiani daylamiti, chiamati "Ḥamrāʾ" (Rossi), che s'erano convertiti grazie alle favorevoli condizioni proposte loro da Saʿd b. Abī Waqqāṣ, e che s'allearono con le tribù arabe dei Banū Iyād, dei B. ʿAkk e dei B. ʿAbd al-Qays, dei quali ultimi faceva parte anche Zuhra.
Guidò infine nell'attuale Iraq una parte delle forze militari califfali contro i Sasanidi, partecipando attivamente all'assedio di Ctesifonte, sotto le cui mura, nel mese di marzo del 637 morì, colpito da una freccia nemica.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Frances_Fisher
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Frances Fisher
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# Frances Fisher
Frances Louise Fisher (Milford-on-Sea, 11 maggio 1952) è un'attrice statunitense.
## Biografia
Fisher è nata a Milford-on-Sea, nello Hampshire, figlia di Olga Moen, casalinga, e William I. "Bill" Fisher Sr., dirigente di una raffineria di petrolio. Fino all'età di quindici anni si è trasferita nove volte a causa del lavoro del padre. Proprio a quell'età, l'attrice ha perso la madre a causa di un'insufficienza cardiaca. Dopo aver studiato al liceo di Orange, Texas, ha lavorato come segretaria fino a quando non si è trasferita in Virginia per recitare al Barter Theatre.
Fisher si è fatta conoscere recitando il ruolo del detective Deborah Saxon nella soap opera Ai confini della notte dal 1976 al 1981; più tardi ha fatto parte del cast di Sentieri nel ruolo di Suzette Saxon. Ha fatto poi teatro per altri dieci anni lavorando su palcoscenici a New York e in teatri regionali per tutta l'East Coast. Dopo aver ricoperto la parte di Lucille Ball nel film Lucy & Desi: Before the Laughter (1991), ha avuto numerosi ruoli alla tv americana, incluse parti nella serie Maledetta fortuna, Becker, e Titus. Ha anche avuto un ruolo chiave nel dramma The Lyon's Den and Glory Days. In base alla prima scelta del produttore interpretò il ruolo di Jill Taylor nella sitcom Quell'uragano di papà, ma fu sostituita da Patricia Richardson a causa di dissapori con Tim Allen. Il suo personaggio più famoso è quello dell'altezzosa e detestabile matrona di alta società Ruth DeWitt Bukater, madre della protagonista femminile Rose DeWitt Bukater (Kate Winslet) nel kolossal Titanic di James Cameron (1997).
Nel 1999 ha ritratto la figura della madre di Audrey Hepburn, Ella Hepburn, nel film autobiografico The Audrey Hepburn Story. Fisher è apparsa in altri due film premiati con l'Oscar, La casa di sabbia e nebbia e Gli spietati. È poi apparsa nell'ultima rappresentazione scritta da Arthur Miller, Finishing the Picture al Goodman Theatre a Chicago, e Il giardino dei ciliegi, al Mark Taper Forum a Los Angeles nel 2006. Fra gli altri suoi lavori figura la serie televisiva Eureka, dove interpreta il ruolo di Eva Thorne. Fisher lavora all'interno del consiglio nazionale del sindacato attori cinematografici.
### Vita privata
A 18 anni, nel 1970 sposò Billy Mack Hamilton, da cui divorziò due anni dopo. Dal 1990 al 1995 è stata legata all'attore Clint Eastwood, da cui ha avuto una figlia, Francesca, anch'ella attrice.
## Filmografia
### Cinema
* Can She Bake a Cherry Pie?, regia di Henry Jaglom (1983)
* I duri non ballano (Tough Guys Don't Dance), regia di Norman Mailer (1987)
* L'ultimo round (Heart), regia di James Lemmo (1987)
* Patty, la vera storia di Patricia Hearst (Patty Hearst), regia di Paul Schrader (1988)
* Bum Rap, regia di Danny Irom (1988)
* Lost Angels, regia di Hugh Hudson (1989)
* Pink Cadillac, regia di Buddy Van Horn (1989)
* Roxy - Il ritorno di una stella (Welcome Home, Roxy Carmichael), regia di Jim Abrahams (1990)
* Pazzi a Beverly Hills (L.A. Story), regia di Mick Jackson (1991)
* Violenza a un minorenne (Frame Up), regia di Paul Leder (1991)
* Frame-Up II: The Cover-Up, regia di Paul Leder (1992)
* Gli spietati (Unforgiven), regia di Clint Eastwood (1992)
* Babyfever, regia di Victoria Foyt e Henry Jaglom (1994)
* Molly & Gina, regia di Paul Leder (1994)
* Nel Texas cadevano le stelle (The Stars Fell on Henrietta), regia di James Keach (1995)
* The Whiskey Heir, regia di JoAnn Fregalette Jansen - cortometraggio (1995)
* Perversioni femminili (Female Perversions), regia di Susan Streitfeld (1996)
* Striptease, regia di Andrew Bergman (1996)
* Fine della corsa (Trading Favors), regia di Sondra Locke (1997)
* Wild America, regia di William Dear (1997)
* Titanic, regia di James Cameron (1997)
* Fino a prova contraria (True Crime), regia di Clint Eastwood (1999)
* The Big Tease, regia di Kevin Allen (1999)
* Fuori in 60 secondi (Gone in Sixty Seconds), regia di Dominic Sena (2000)
* The Rising Place, regia di Tom Rice (2001)
* Blue Car, regia di Karen Moncrieff (2002)
* La casa di sabbia e nebbia (House of Sand and Fog), regia di Vadim Perelman (2003)
* Laws of Attraction - Matrimonio in appello (Laws of Attraction), regia di Peter Howitt (2004)
* The Night of the White Pants, regia di Amy Talkington (2006)
* Tutti i numeri del sesso (Sex and Death 101), regia di Daniel Waters (2007)
* The Kingdom, regia di Peter Berg (2007)
* Nella valle di Elah (In the Valley of Elah), regia di Paul Haggis (2007)
* My Sexiest Year, regia di Howard Himelstein (2007)
* Jolene, regia di Dan Ireland (2008)
* A Single Woman, regia di Kamala Lopez (2008)
* La partita perfetta (The Perfect Game), regia di William Dear (2009)
* Janie Jones, regia di David M. Rosenthal (2010)
* Golf in the Kingdom, regia di Susan Streitfeld (2010)
* The Roommate - Il terrore ti dorme accanto (The Roommate), regia di Christian E. Christiansen (2011)
* Sedona, regia di Tommy Stovall (2011)
* The Lincoln Lawyer, regia di Brad Furman (2011)
* Grow Up Already, regia di Richard Keith - cortometraggio (2011)
* The Perfect Fit, regia di Beth Grant - cortometraggio (2012)
* The Silent Thief, regia di Jennifer Clary (2012)
* Any Day Now, regia di Travis Fine (2012)
* Beverly Hills Chihuahua 3: Viva La Fiesta! (Beverly Hills Chihuahua 3), regia di Lev L. Spiro (2012)
* Pandora's Box, regia di Thomas G. Waites - cortometraggio (2012)
* The Host, regia di Andrew Niccol (2013)
* Plush, regia di Catherine Hardwicke (2013)
* Red Wing, regia di Will Wallace (2013)
* The M Word, regia di Henry Jaglom (2014)
* Qualcosa di buono (You're Not You), regia di George C. Wolfe (2014)
* Woman in Gold, regia di Simon Curtis (2015)
* Outlaws and Angels, regia di JT Mollner (2016)
* Love on the Run, regia di Ash Christian (2016)
* A Beautiful Day, regia di Phedon Papamichael - cortometraggio (2016)
* Amore, orgoglio e pregiudizio (Unleashing Mr. Darcy), regia di David Winning (2016)
* Another Kind of Weddins, regia di Pat Kiely (2017)
* Run the Race, regia di Chris Dowling (2018)
* Holidate, regia di John Whitesell (2020)
* This Is Not a War Story, regia di Talia Lugacy (2021)
* Awake, regia di Mark Raso (2021)
### Televisione
* Ai confini della notte (The Edge of Night) – soap opera, 23 episodi (1976-1981)
* Sentieri (Guiding Light) – soap opera, 2 episodi (1985)
* La straniera (Cold Sassy Tree), regia di Joan Tewkesbury – film TV (1989)
* Law & Order - I due volti della giustizia (Law & Order) – serie TV, episodio 3x18 (1992)
* Maledetta fortuna (Strange Luck) – serie TV, 17 episodi (1995-1996)
* Becker – serie TV, 5 episodi (1999-2000)
* The Audrey Hepburn Story – miniserie TV, regia di Steven Robman (2000)
* X-Files – serie TV, episodio 8x20 (2001)
* The Lyon's Den – serie TV, 5 episodi (2003)
* Grey's Anatomy – serie TV, episodio 2x24 (2006)
* Cold Case - Delitti irrisolti (Cold Case) – serie TV, episodio 5x17 (2008)
* The Shield – serie TV, 4 episodi (2008)
* Eureka – serie TV, 8 episodi (2008)
* The Mentalist – serie TV, episodio 2x05 (2009)
* Private Practice – serie TV, episodio 3x21 (2010)
* CSI - Scena del crimine (CSI: Crime Scene Investigation) – serie TV, episodio 12x04 (2011)
* Resurrection – serie TV, 21 episodi (2014-2015)
* Castle – serie TV, episodio 6x14 (2014)
* The Killing – serie TV, episodi 4x04-4x05 (2014)
* Masters of Sex – serie TV, 4 episodi (2015-2016)
* Criminal Minds – serie TV, episodi 11x21-11x22 (2016)
* Fargo – serie TV, episodio 3x03 (2017)
* Un matrimonio da sogno (Marrying Mr. Darcy), regia di Steven R. Monroe – film TV (2018)
* Watchmen – miniserie TV, 5 episodi (2019)
* The Rookie – serie TV, episodi 3x03 e 3x04 (2021)
* The Sinner – serie TV (2021)
## Doppiatrici italiane
Nelle versioni in italiano dei suoi film, Frances Fisher è stata doppiata da:
* Antonella Giannini in X-Files, The Perfect Game, The Lincoln Lawyer, Beverly Hills Chihuahua 3: Viva La Fiesta!, Masters of Sex, Reptile
* Laura Boccanera in Nella valle di Elah, The Roommate - Il terrore ti dorme accanto, Castle
* Aurora Cancian ne Gli spietati, The Kingdom, Qualcosa di buono
* Alessandra Korompay in Tutti i numeri del sesso, Due uomini e mezzo, Watchmen
* Serena Verdirosi in Roxy - Il ritorno di una stella
* Elettra Bisetti in Titanic
* Manuela Andrei in Laws of Attraction - Matrimonio in appello
* Elisabetta Cesone in Sentieri
* Barbara Castracane in Maledetta fortuna
* Maria Pia Di Meo ne La casa di sabbia e nebbia
* Stefania Romagnoli in The Host
* Vittoria Febbi in CSI - Scena del crimine
* Daniela Debolini in Any Day Now
* Angiola Baggi in Resurrection
* Roberta Greganti in Holidate
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https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_Marubi
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Museo Marubi
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# Museo Marubi
Il Museo Marubi (in albanese: Muzeu Marubi) è il primo museo di fotografia in Albania nonché uno dei più ricchi della regione dei Balcani, con un archivio di oltre 500 000 negativi. Nel 2016 è stato incluso in un progetto statale di valorizzazione delle opere storiche. Inoltre l'archivio fotografico Marubi, oggi conservato presso il Museo, è riconosciuto patrimonio internazionale dell'UNESCO, costituendo un esempio quasi unico in Europa per qualità e importanza dal punto di vista documentario.
## Storia
### Pietro Marubi
Pietro Marubi nasce a Piacenza nel 1834. Si trova a vivere in un periodo di cambiamenti: l'Italia è divisa ma l'idea di una Repubblica unita inizia a diffondersi. Affascinato da tali idee Pietro Marubi si avvicina ai mazziniani.
**L'accusa di omicidio e la fuga dall'Italia**
Il 26 marzo un gruppo di mazziniani assassinò il Duca di Parma, Carlo III di Borbone. Dopo l'omicidio il gruppo lasciò l'Italia: qualcuno emigrò in Argentina e qualcuno in Turchia.
Tra i sospettati vi fu anche Pietro Marubi. Dopo l'assassinio del Duca lasciò Piacenza e si diresse a Corfù, successivamente in Grecia ed infine in Albania, nella città di Valona. In nessuno di questi luoghi riuscì ad ottenere l'asilo politico poiché presunto implicato in un omicidio a Piacenza. Nel 1856 arrivò a Scutari, dove trovò rifugio dai suoi persecutori. La città era un importante centro culturale, caratterizzato da un animo vivace ed internazionale: vi abitavano russi, francesi, inglesi, greci, spagnoli ed una grande comunità italiana. Pietro Marubi cambiò il nome in Pjetër Marubi. Sposò Marietta, una donna albanese di 20 anni più grande di lui.
A Scutari fu conosciuto come pittore ed architetto. Come architetto possiamo nominare i suoi progetti della cattedrale cattolica nella città di Scutari e dell'ambasciata Italiana. Come pittore invece, quello degli affreschi nella chiesa ortodossa della città. Dipinse in diverse chiese sparse per tutto il territorio, ma la sua passione rimase la fotografia.
**Lo studio fotografico**
A Scutari, Marubi cominciò a lavorare come fotografo. Nel 1856 aprì il primo studio fotografico (a Scutari) chiamato "Dritëshkronjë", "scritto con la luce" che tradotto dal greco significa fotografia (fotos - drite e grafos - shkronjë). Si ha motivo di credere che le prime foto risalgano al 1856 (anno della fondazione dello studio) e che siano andate però perdute. Le prime foto a noi pervenute risalgono all'anno 1858. Due delle foto più vecchie sono quelle di un eroe di Grykë Hamzë Kazazi e del poeta arbëreshë Leonardo de Martino. Entrambe, scattate un anno prima della loro morte.
Pjetër Marubi assunse un giardiniere, padre di due figli: Mati e Mikel Kodheli (quest'ultimo maggiormente conosciuto come Kel Marubi). Non avendo Marubi figli, prese come aiutanti i due fratelli Kodheli che adottò artisticamente e mandò a studiare fotografia a Trieste, nello studio di "Sebastianutti e Benque".
Pjetër Marubi lavorò come corrispondente di pubblicazioni internazionali quali l'Illustrazione Italiana. Lasciò un'impronta con valore storico ed artistico, fissando personaggi storici come sono ad esempio quelli di "Lidhjes SHqipetare të Prisërenit" in The Illustrated London News, della rivolta di "Mirditës" (1876-1877) in La Guerra d'Oriente ecc.
Gradualmente Pjetër si integrò nella sua nuova residenza e conobbe il falegname Arsen Idromeno il quale dietro suo consiglio mandò il figlio Kolë Idromeno a studiare pittura a Venezia.
Pjetër Marubi morì nel 1903 e lasciò in eredità a Kel non solo la fotografia ma anche il suo cognome.
### Kel Marubi
Kel Kodheli nasce a Scutari nel 1869; in giovane età cominciò a lavorare come assistente nello studio fotografico di Pjetër Marubi. Nel 1885, fu mandato con suo fratello da Marubi per due anni ad imparare la fotografia a Trieste da "Sebastianutti & Benque Studio". La sua eredità nel campo della fotografia è di oltre 34 000 negativi di vetro di diverse dimensioni. Nelle foto furono fissati i paesaggi, il giardino regale, foto dell'aristocrazia, la vita albanese, eventi storici, etnici del folclore, architettura, urbanistici, senza lasciare da parte un'intera galleria costumo grafica. In poche parole primi piani, paesaggi naturali, urbani, etnografici, storici, fotografie con soggetti sociali ecc. Ogni strato sociale merita di essere fotografato, questo e ciò che emerge dalle foto che portano la firma di Kel Marubi. Essendo un agguerrito patriota si attivò per il movimento dell'indipendenza albanese: partecipò alla fondazione di diverse associazioni, come Gjuha Shqipe (1907-1984) e alle pubblicazioni del giornale "Zëri i Shkodrës".
Kel Marubi morì a Scutari nel 1940.
### Gegë Marubi
Gegë Marubi, figlio di Kel Marubi, nasce a Scutari nel 1907. Kel Marubi fu attento all'istruzione del figlio, infatti nel 1923 lo mandò a studiare la fotografia alla scuola dei Fratelli Lumière a Parigi, la prima "Scuola della Fotografia e della Cinematografia" nel mondo. Al suo ritorno nel 1927 iniziò a lavorare come fotografo insieme al padre. La sua fotografia è diversa da quella di suo padre, l'uso della luce, con più contrasto e in qualche modo più cinematografica. Applicò le tecniche più attuali di questa arte, utilizzò i raggi infrarossi, la solarizzazione e la foto in rilievo. Fu un maestro dei primi piani e dei paesaggi.
Alla morte del padre ereditò lo studio e proseguì l'attività. Fu il primo a portare nei Balcani il cinema, e così il primo a proiettare il film in una sala nel centro di Scutari denominata poi il cinema della città. Dedicò diverso tempo alla catalogazione delle fotografie.
### Storia della Fototeca (Museo)
Il Museo Nazionale di Fotografia Marubi è il primo museo di fotografia in Albania nonché uno dei più ricchi della regione dei Balcani, con un archivio di oltre 500 000 negativi in vetro ed in rullini, di diverse dimensioni, tutti risalenti ad un periodo di tempo che va dalla fine del XIX secolo (più precisamente dal 1856, anno in cui Pietro Marubi, fondò il suo studio fotografico, fino al 1970, anno in cui la raccolta fu donata allo stato). Durante gli anni del comunismo, nei quali era proibito svolgere qualsiasi attività privata, l'ultimo rappresentante della famiglia di fotografi, Gegë Marubi, nel 1970 donò l'intero archivio famigliare allo Stato. Alcune fonti suggeriscono la possibilità che l'archivio non sia stato donato bensì sequestrato e che dietro minaccia Gegë Marubi abbia firmato i documenti in cui dichiarava la sua donazione rinunciando al lavoro di oltre 100 anni.
**La Fondazione**
Nel 1970 fu fondata la Fototeca Marubi, una sezione del museo della città amministrato dal Comune di Scutari. Nel 2003, la Fototeca passò sotto l'amministrazione del Ministero della cultura albanese. Il 9 maggio del 2016 il museo Nazionale di Fotografia Marubi è stato inaugurato insieme alla collezione della Fototeca.
Il progetto indetto dal governo si basa sull'archiviazione, catalogazione e digitalizzazione delle fotografie della Fototeca Nazionale Marubi e sulla creazione di un sito web per la promozione e la presentazione, attraverso un viaggio virtuale, destinato a quei visitatori che desiderano saperne di più riguardo all'identità culturale e la storia dell'Albania. Il museo contiene foto dalla fondazione dello studio (1856), fino all'anno 1989.
## Il Museo
Stato: Costruito
Anno del Progetto: 2016
Luogo: Shkodër, Albania
Area: 1138,00 m²
Storico: Zef Paci
Curatore della fotografia: Kim Knoppers
Fotografi: Christian Richters, Blerta Kambo
Architetto: Casanova+Hernandez
Architetti locali: Atelier 4
Costruttori: Dupont, Molto Luce
Ingegnere Strutturale: Diana Lluka
Ingegnere Meccanico: Spiro Drita
Ingegnere Elettrico: Dëshire Mena
Il direttore della Fototeca Nazionale "Marubi " è Luçjan Bedeni.
La fototeca dispone di un archivio di oltre 500 000 fotografie, tutte in negativo, in vetro e in rullini, di diverse dimensioni. Dopo l'anno 1970 l'archivio si arricchisce con altri fotografi come Jakova, Bici, Voci e Kodheli, ecc. Successivamente è stato approvato un progetto per la digitalizzazione della fototeca. Il progetto si basa sull'archiviazione, catalogazione e digitalizzazione delle fotografie della Fototeca Nazionale Marubi, e sulla creazione di un sito web per la promozione e la presentazione, attraverso un viaggio virtuale, destinato a quei visitatori che desiderano saperne di più riguardo all'identità culturale e la storia dell'Albania.
Sono già state pubblicate online tutte le foto della prima fase del progetto, circa 100 000. Oltre alle foto della "Fototeka Marubi" si conservano anche oggetti museali come macchine fotografiche, lampade, flash di diversi tipi, tende dello studio, ed alti oggetti di studio dove si è svolta l'attività; inoltre sono conservati documenti importanti dell'attività della Fototeca.
La maggior parte delle foto presenti nel museo appartengono però alla dinastia dei Marubi. Inoltre sono quelle tra le più antiche. Pare infatti che la foto del guerriero Hamza Kazazi, datata 1858, sia la prima foto albanese ma le testimonianze dei discendenti Marubi chiariscono che le prime tracce della fotografia albanese risalgono al 1856. Secondo i loro documenti, la prima foto è di quell'anno, ma l'immagine o si è cancellata durante il lavoro dal fotografo, o non esiste perché i metodi di quel tempo imponevano l'uso di un vetro per parecchi negativi. Ufficialmente la data dell'inizio dell'arte fotografica albanese è l'anno 1858, con la foto di Hamza Kazazi.
Nelle celluloidi di Marubi si fissarono la tradizione, i paesaggi, le foto dell'aristocrazia, la corte reale, gli abiti popolari e tutta la vita albanese di quell'epoca. Ad esempio è di particolare peso storico sociale la rappresentazione di una donna che si toglie il velo per venire fotografata. Nella Scutari di quel tempo secondo gli ordini dell'impero ottomano la donna albanese non poteva mostrarsi in foto, ma Pietro Marubi osò infrangere il tabù del tempo e riuscì a fotografare anche la donna musulmana.
Lo studio era una grande stanza di 32 m², metà di muro metà di vetro. Il lato destro e il soffitto erano in vetro, con lo scopo che la luce penetrasse naturalmente. Marubi utilizzava macchine di produzione francese e tedesca, di ultima generazione. Le prime foto furono di formato 21x27, 26x31, 30x40. Con il cambiamento delle tecnologie, nello studio si riuscirono a riprodurre foto di quasi tutte le dimensioni. Nella collezione vi sono manoscritti, materiale cartografico, e oggetti di utilizzo dell'epoca, provenienti dalla Biblioteca Kombetare Marciana, dal museo Correr a Venezia e da collezioni private. Diverse sono state le esposizioni organizzate in Francia ed in Italia. L'archivio fotografico Marubi, oggi conservato presso il Museo, è riconosciuto patrimonio internazionale dell'UNESCO, costituendo un esempio quasi unico in Europa per qualità e importanza dal punto di vista documentario.
## L'edificio
### L'architettura
Gli architetti selezionati per erigere l'edificio sono stati Casanova+Hernandez, che hanno puntato, a promuovere un ricco dialogo fra tradizione e modernità, tra il passato ed il presente, ristrutturando lo storico edificio disegnato dal famoso pittore, scultore, fotografo ed architetto albanese, Kolë Idromeno, pur conservando le sue qualità spaziali e strutturali senza alcuna trasformazione di volume o nuove partizioni interne. L'immagine moderna del museo si basa su un modello astratto, ispirato alla geometria dell'apertura della macchina fotografica (del diaframma del dispositivo) che si apre e chiude per controllare il passaggio della luce. Il modello astratto, che viene sempre mescolato con le foto e gli oggetti della collezione, diventa il simbolo del museo. Concettualmente, l'edificio di Idromeno diventa un importante "oggetto" della mostra da contemplare e visitare.
Un'immagine moderna associata al nuovo programma museografico si ottiene installando cinque "scatole funzionali", prefabbricate e staccate dall'edificio originario. Le scatole vanno a formare cinque ambienti differenti, lavorando come mobili o elementi scultorei. La tradizione e la modernità stabiliscono un dialogo in ogni angolo dell'edificio. All'esterno del museo, un elemento vetrina funziona come punto di riferimento che indica l'ingresso del museo. All'interno dell'edificio, le finestre originali e le qualità spaziali mantengono il dialogo edilizio con le vetrine espositive. Nel cortile il vecchio edificio coesiste con una nuova facciata moderna e scultorea. Da un lato, il programma museale si espande nello spazio pubblico e una delle "scatole funzionali" diventa una vetrina installata davanti al museo, che serve come punto di riferimento che invita i cittadini a visitarla. D'altra parte, lo spazio pubblico entra nel museo e il progetto elimina il confine tra strada e istituzione con un piano terra trasparente e accessibile che ospita uno spazio multifunzionale gratuito per conferenze, laboratori e mostre temporanee.
Di conseguenza, il progetto intende creare un museo aperto e vivo in grado di diventare un punto di riferimento culturale legato alla vita di Scutari. Il lato esterno delle caselle funzionali situate al primo piano del museo presenta una mostra cronologica, che è intrecciata con la mostra tematica esposta in esse. L'esposizione cronologica mostra la vita e i successi della dinastia Marubi con testi, immagini storiche, video e oggetti organizzati attorno alla biografia dei tre membri della dinastia. La mostra tematica completa la mostra cronologica stimolando un'esperienza multisensoriale che vede il visitatore interagire con lo spazio e con i dispositivi delle tre sale tematiche. Queste sale mostrano tre fasi del tradizionale processo fotografico presentato all'interno della ricostruzione ideale degli spazi storici in cui si è svolto questo processo: il fotogramma di Pietër Marubi "Driteshkronja", la stanza oscura di Kel Marubi e l'archivio di Gegë Marubi.
Il modello astratto, che viene sempre mescolato con le foto e gli oggetti della collezione, diventa il simbolo del museo. Può essere riconosciuto a diverse scale e in diverse parti dell'edificio come nel logo del museo.
## Informazioni
L'ingresso al museo è a pagamento, senza restrizioni di accesso.
L'entrata del museo è tutti i giorni dalle:
| Apertura | | Chiusura |
| - | - | - |
| 9:00 | - | 14:00 |
| 16:00 | - | 19:00 |
Il museo è facilmente raggiungibile a piedi visto che è situato nel centro città.
Numero di Tel. 00 355 22 400 501
(Esposte sono solamente una sessantina di foto di ritratti e qualche foto storica oltre ad alcune attrezzature fotografiche dell'epoca)
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https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Stalingrado
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Battaglia di Stalingrado
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# Battaglia di Stalingrado
Con il termine battaglia di Stalingrado (in russo Сталинградская битва, Stalingradskaja bitva, in tedesco Schlacht von Stalingrad) si intendono i duri combattimenti svoltisi durante la seconda guerra mondiale che, tra l'estate del 1942 e il 2 febbraio 1943, opposero i soldati dell'Armata Rossa alle forze tedesche, italiane, rumene e ungheresi per il controllo della regione strategica tra il Don e il Volga e dell'importante centro politico ed economico di Stalingrado (oggi Volgograd), sul fronte orientale.
La battaglia, iniziata con l'avanzata delle truppe dell'Asse fino al Don e al Volga, ebbe termine, dopo una serie di fasi drammatiche e sanguinose, con l'annientamento della 6ª Armata tedesca rimasta circondata a Stalingrado e con la distruzione di gran parte delle altre forze germaniche e dell'Asse impegnate nell'area strategica meridionale del fronte orientale.
Questa lunga e gigantesca battaglia, definita da alcuni storici come «la più importante di tutta la seconda guerra mondiale», segnò la prima grande sconfitta politico-militare della Germania nazista e dei suoi alleati e satelliti sul fronte orientale nonché l'inizio dell'avanzata sovietica verso ovest che sarebbe terminata due anni dopo con la conquista del palazzo del Reichstag e il suicidio di Hitler nel bunker della Cancelleria durante la battaglia di Berlino.
## Operazione Blu
Nella primavera del 1942 Adolf Hitler era fermamente deciso a riprendere l'iniziativa sul fronte orientale dopo il brusco fallimento della battaglia di Mosca a causa della controffensiva dell'Armata Rossa durante il rigido inverno russo. Freddo, ghiaccio e neve, uniti ai potenti e inaspettati contrattacchi sovietici, avevano notevolmente indebolito la Wehrmacht che, pur mantenendo la sua coesione e avendo evitato una rotta "napoleonica" (secondo Hitler grazie alla sua risolutezza e alla sua decisione di ordinare la resistenza sul posto alle truppe), non disponeva più delle forze sufficienti a sferrare una nuova offensiva generale paragonabile all'operazione Barbarossa dell'estate precedente.
Il 5 aprile 1942 Hitler emanava la fondamentale Direttiva 41 con la quale definiva sin nei dettagli tattici lo sviluppo previsto della nuova grande offensiva e delineava, in realtà in modo abbastanza nebuloso, gli obiettivi geostrategici dell'operazione Blu (Fall Blau in tedesco) da cui si aspettava un successo decisivo. L'offensiva tedesca, che avrebbe impegnato due gruppi di armate, oltre un milione di soldati con circa 2 500 carri armati, supportati da quattro armate satelliti rumene, italiane e ungheresi (altri 600 000 uomini circa) sarebbe stata scatenata nella Russia meridionale con lo scopo di conquistare i bacini del Don e del Volga, distruggere le importanti industrie di Stalingrado (nodo di comunicazioni ferroviarie e fluviali e centro produttivo meccanico importantissimo) e quindi puntare fino ai pozzi petroliferi del Caucaso, assicurando alla Germania le risorse energetiche sufficienti per proseguire la guerra. Tale ambiziosa direttiva si basava principalmente sull'errato assunto da parte di Hitler di un presunto esaurimento irreversibile, materiale e morale, dell'Armata Rossa dopo le enormi perdite subite nella campagna 1941-42.
L'operazione, inizialmente prevista per i primi di maggio, subì notevoli ritardi a causa dell'aspra resistenza sovietica nell'assedio di Sebastopoli, della necessità di eseguire alcune operazioni preliminari di rettifica del fronte e di opporsi ad alcuni prematuri e inefficaci tentativi offensivi sovietici (seconda battaglia di Char'kov). Di fatto, dopo questi successi tedeschi che costarono oltre 400 000 perdite ai sovietici e favorirono notevolmente il successo iniziale dell'operazione Blau, l'offensiva iniziò il 28 giugno nella regione di Voronež e il 30 giugno in quella del Donec. Il successo tedesco, favorito anche da grossi errori d'informazione e di pianificazione di Stalin e dello Stavka fu immediato e portò al rapido sfondamento generale del fronte russo meridionale. In realtà le ambiziose manovre di accerchiamento ideate da Hitler e dai suoi generali riuscirono solo in parte anche a causa dei tempestivi ordini di ritirata diramati da Stalin per evitare nuove catastrofiche sconfitte, ma i guadagni territoriali furono notevoli e rapidissimi.
Mentre la ritirata sovietica in direzione del Don, di Stalingrado e del Caucaso rischiava di degenerare in rotta, i due gruppi d'Armate tedeschi procedevano verso est (Gruppo d'armate B del generale Maximilian von Weichs) e verso sud (Gruppo d'armate A del feldmaresciallo Wilhelm List) occupando in successione Voronež, Millerovo e Rostov. Mentre le truppe di Hitler procedevano nell'assolata steppa estiva, le truppe di appoggio satelliti italiane, rumene e ungheresi si schieravano progressivamente per difendere i fianchi allungati sul Don. A metà luglio la 6ª Armata tedesca, punta di diamante del Gruppo d'armate B, si avvicinava alla grande ansa del Don e affrontava le nuove truppe sovietiche affrettatamente impegnate da Stalin per frenare l'avanzata tedesca verso il Don e il Volga. Stalingrado, per la prima volta dall'inizio della "grande guerra patriottica", era realmente minacciata e aveva così inizio la grande battaglia.
## Prima fase della battaglia
### La marcia su Stalingrado
Secondo la storiografia sovietica la battaglia di Stalingrado ebbe inizio il 17 luglio 1942; in questa data il raggruppamento offensivo tedesco del generale Friedrich Paulus, comandante in capo della 6ª Armata, entrava in contatto nella grande ansa del Don con le forze sovietiche che Stalin aveva raggruppato con grande difficoltà, essendo provenienti dalle riserve strategiche dello Stavka, schierate molto lontane dal settore meridionale del fronte orientale, per sbarrare l'accesso al Volga e alla città che portava il nome del dittatore.
Fin dall'inizio le forze sovietiche (62ª Armata, 63ª Armata e 64ª Armata) pur in parte disorganizzate e demoralizzate dalla vista delle masse di truppe in rotta e dalla fiumana dei civili in fuga, dimostrarono combattività e cercarono, con i loro scarsi mezzi, di frenare le colonne corazzate tedesche le quali, pur apparentemente inarrestabili, avevano seri problemi di rifornimenti di carburante con conseguente necessità di alcune pause dell'avanzata. Nel frattempo, il 28 luglio Stalin emanò l'Ordine numero 227, col quale esortava i soldati a non abbandonare le proprie posizioni sul campo di battaglia.
«Ни шагу назад !»
«Non un passo indietro !»
(Ordine numero 227 (prikaz) di Stalin del 28 luglio 1942)
La città di Stalingrado era di fondamentale importanza strategico-economica per l'Unione Sovietica: la sua perdita avrebbe intaccato in modo rilevante le risorse industriali e avrebbe compromesso i collegamenti con il Caucaso e i suoi vitali bacini petroliferi. Per Stalin inoltre costituiva un motivo di propaganda bellica e di prestigio personale giacché era intitolata a lui; il dittatore sovietico era anche convinto del possibile rischio di un crollo morale dell'Armata Rossa e dell'intero Paese nel caso di ulteriori ripiegamenti senza combattere e dell'abbandono di terre della Russia "profonda". Per queste ragioni, dopo le iniziali ritirate estive, Stalin diramò il famoso prikaz n. 227 del 28 luglio con cui esortava alla resistenza sul posto e ordinava di rafforzare la disciplina e la lotta contro i "seminatori di panico". Stalin s'impegnò quindi con grande energia in una difesa a oltranza di Stalingrado e della regione Don-Volga, richiamando tutte le forze disponibili. A tale scopo decise di impiegare i suoi migliori generali, inviando prima sul posto Aleksandr Michajlovič Vasilevskij e quindi a fine agosto spedendo anche Georgij Konstantinovič Žukov, e sostituendo continuamente i comandanti sul campo alla ricerca di nuovi uomini più capaci.
Il Fronte di Stalingrado, inizialmente al comando del maresciallo Semën Konstantinovič Timošenko, passò così prima all'incapace generale Vasilij Gordov e quindi venne assegnato all'esperto e duro generale Andrej Ivanovič Erëmenko; mentre alla 62ª Armata, nucleo principale delle difese sovietiche, il generale Anton Lopatin venne sostituito a partire dal 12 settembre, quando già l'armata era stata respinta dentro Stalingrado, con il generale Vasilij Ivanovič Čujkov.
Le prime fasi della battaglia furono caratterizzate da tenaci sforzi difensivi sovietici, che vennero costantemente superati dalle forze tedesche dopo duri scontri, e da alcuni tentativi di contrattacco delle limitate forze corazzate sovietiche disponibili che vennero schiacciate, con pesanti perdite, dalle manovre delle Panzer-Division tedesche (24. e 16. Panzer-Division). Il generale Paulus fece piena mostra delle sue qualità di professionista estremamente preparato e di stratega meticoloso e intelligente: a fine luglio le difese sovietiche nella grande ansa del Don erano ormai state disperse o distrutte e le truppe rimaste tentavano di ripiegare combattendo a est del Don, mentre la situazione si aggravava ulteriormente con il profilarsi della minaccia da sud proveniente dalla 4. Panzerarmee del generale Hermann Hoth, che Hitler aveva dirottato dalla sua iniziale destinazione nel Caucaso per accelerare le operazioni contro Stalingrado da cui il Führer si aspettava un decisivo successo strategico e propagandistico.
Durante la prima settimana di agosto il generale Paulus rastrellò metodicamente la regione a ovest del Don e si riorganizzò per attraversare il fiume puntando quindi su Stalingrado mentre il generale Hoth, già a est del fiume, progredì verso nord a partire dalla regione di Kotel'nikovo-Abganerovo sempre in direzione della città, frenato dalla tenace difesa delle truppe sovietiche.
### Agosto e settembre, la battaglia nelle rovine di Stalingrado
«Stalingrado non è più una città. Di giorno è un'enorme nuvola di fumo accecante. E quando arriva la notte i cani si tuffano nel Volga, perché le notti di Stalingrado li terrorizzano.»
(Diario di un soldato sovietico)
La fase più drammatica della battaglia dal punto di vista sovietico ebbe inizio il 21 agosto 1942: in quella giornata la 6ª Armata del generale Paulus conquistava teste di ponte a est del Don e lanciava le sue forze corazzate concentrate in una puntata diretta nel corridoio Don-Volga in direzione di quest'ultimo fiume nella regione settentrionale della città. Il 23 agosto 1942 la 16. Panzer-Division del generale monco Hans-Valentin Hube, dopo aver superato una debole resistenza, irrompeva improvvisamente sul Volga a nord di Stalingrado tagliando fuori in questo modo la città dai collegamenti da nord.
La guerra si manifestò per la prima volta agli abitanti di Stalingrado in tutta la sua drammaticità nel pomeriggio di quello stesso 23 agosto, quando la Luftwaffe eseguì il primo massiccio e devastante bombardamento a tappeto, colpendo duramente la popolazione civile. La coraggiosa difesa contraerea di un gruppo di ragazze-soldato rappresentò un primo segnale della volontà di battersi delle truppe. La popolazione era rimasta in gran parte bloccata dentro la città, sia a causa della rapidità dell'avanzata tedesca, ma anche per la volontà di Stalin di non autorizzare un'evacuazione per non scatenare il panico e per dare un segnale di ottimistica tenacia.
Nella notte tra il 23 e il 24 agosto, Stalin intervenne personalmente telefonando al generale Erëmenko (passato al comando del Fronte di Stalingrado dal 9 agosto) spronandolo brutalmente a resistere, a contrattaccare e a non farsi prendere dal panico. Dietro la maschera di risolutezza, il dittatore sovietico era probabilmente consapevole della drammaticità della situazione, ma in quelle stesse ore egli continuò a mostrare ottimismo durante i burrascosi incontri al Cremlino direttamente con Winston Churchill, giunto a Mosca anche per comunicare al suo alleato l'infausta notizia che non ci sarebbe stato alcun secondo fronte in Europa nel 1942, e che quindi l'Unione Sovietica avrebbe dovuto resistere da sola.
Nei giorni successivi Stalin richiamò a sud dalla regione di Mosca il generale Žukov per organizzare immediati e frettolosi contrattacchi (con truppe e mezzi inadeguati) a nord della testa di ponte tedesca sul Volga nella speranza di allentare la pressione nemica sulla città; questi contrattacchi, sferrati a più riprese alla fine di agosto e ancora a settembre, fallirono tutti con sanguinose perdite di uomini e mezzi. Le colline a nord di Stalingrado si trasformarono in un cimitero di carri armati sovietici distrutti dagli anticarro tedeschi. In questo modo, tuttavia, Stalin riuscì almeno a impedire un'estensione della testa di ponte verso sud e il centro della città, creando problemi ai tedeschi e al generale Paulus, anch'egli alla ricerca di rinforzi ed equipaggiamenti di rincalzo.
Nei primi giorni di settembre, la situazione sovietica peggiorò ulteriormente con la comparsa da sud della 4ª Armata corazzata del generale Hoth che, con un'abile manovra di aggiramento, superò le precarie difese sovietiche, si collegò il 4 settembre con le truppe della 6ª Armata in avanzata frontale da ovest verso Stalingrado e raggiunse a sua volta il Volga a sud della città. Ora la 62ª Armata (di cui Čujkov avrebbe assunto il comando il 12 settembre) si trovava, gravemente indebolita, isolata da nord dai panzer di Hube, da sud dalle truppe di Hoth, attaccata frontalmente dal grosso della 6ª Armata di Paulus e con le spalle al Volga. In questa fase lo spazio occupato dai sovietici a ovest del fiume era appena di alcuni chilometri.
Proprio il 12 settembre Hitler conferiva con i generali Paulus e von Weichs (comandante del Gruppo d'Armate "B" da cui dipendeva la 6ª Armata) al suo Quartier generale ucraino di Vinnycja; a dispetto dei resoconti post-factum, sembra che la riunione sia stata caratterizzata da un certo ottimismo generale anche da parte dei comandanti sul campo, prevalentemente preoccupati da aspetti di natura logistica ma piuttosto sicuri di ottenere una definitiva vittoria nell'area e di conquistare la città entro dieci giorni; inoltre si parlò a lungo dei piani da eseguire dopo la vittoriosa conclusione della battaglia. Sempre in quello stesso giorno, al Cremlino cominciavano anche le discussioni tra Stalin, Vasilevskij e Žukov, richiamati dal fronte per riesaminare la situazione dopo i fallimentari contrattacchi sovietici, da cui sarebbero scaturiti i primi progetti della successiva controffensiva strategica di novembre (operazione Urano).
Il 13 settembre iniziò la fase più sanguinosa della battaglia: la 6ª Armata (alla quale, sotto il comando del generale Paulus, erano state aggregate operativamente anche le truppe del generale Hoth che erano posizionate a sud della città) sferrava il primo massiccio attacco frontale contro la città e la battaglia si trasformava in una lotta quartiere per quartiere, palazzo per palazzo, e stanza per stanza. La città si trovava ormai in una situazione drammatica: devastata dai bombardamenti e in preda agli incendi, gli approdi dei battelli per l'oltre-Volga distrutti, la popolazione evacuata nel caos, sui battelli colpiti sistematicamente dagli aerei tedeschi, le truppe sovietiche asserragliate nei palazzi in rovina o nelle fabbriche devastate, i quartier generali disposti in precari bunker sul margine del fiume, i depositi di petrolio in fiamme.
Il generale Čujkov posizionò i suoi posti di comando vicinissimo alle prime linee, rischiando spesso la vita. Ufficiale molto energico, impermeabile al pessimismo e pieno di risorse, organizzò la ostinata resistenza della sua 62ª Armata con lo scopo di impedire la conquista della città da parte dei tedeschi, di logorare le forze nemiche e di guadagnare tempo per permettere allo Stavka e a Stalin di organizzare le forze di riserva necessarie per una grande offensiva invernale. Il generale Žukov aveva stabilito in 45 giorni, poi diventati due mesi, il tempo necessario a scatenare il grande attacco durante il quale la 62ª Armata combatté tenacemente sulle rovine di Stalingrado. «A Stalingrado il tempo è sangue», divenne il motto sovietico di quei giorni, parafrasando il più famoso «il tempo è denaro».
L'attacco in forze del generale Paulus del 13 settembre, appoggiato dall'intervento in massa della Luftwaffe, si scatenò molto violento, con l'impiego diretto nelle vie cittadine dei panzer, nella parte centro-meridionale della città in direzione degli approdi principali sul Volga; era nel progetto del generale tedesco raggiungere il fiume in più punti, conquistare i vari imbarcaderi per i traghetti, frazionare e distruggere separatamente le varie sacche di resistenza, isolandole, se possibile, dal fiume con un'avanzata progressiva lungo la riva in direzione nord. Secondo Paulus la mancanza di mezzi adeguati rendeva impossibile un eventuale piano di attraversamento del fiume, prima di aver distrutto la 62ª Armata sovietica a ovest del Volga, per bloccare completamente l'afflusso degli aiuti che giungevano da est per mezzo dei traghetti. I tedeschi quindi dovettero sferrare una serie di attacchi frontali, dispendiosi e lenti, per conquistare in successione una via, un palazzo, una piazza, una stazione ferroviaria o una fabbrica in scontri ravvicinati sempre più aspri, affidandosi principalmente alla superiore potenza di fuoco derivante dai carri armati e dall'aviazione.
I primi giorni sembrarono confortare i progetti del generale Paulus: i tedeschi riuscirono a sfondare e a raggiungere il Volga, bersagliarono i traghetti sovietici, occuparono la stazione ferroviaria principale (Stalingrad-1) ed estesero le loro conquiste verso il centro cittadino impossessandosi momentaneamente dell'importante Mamaev Kurgan (antica collina sepolcrale che dominava le rive del fiume). Altri reparti tedeschi rastrellarono anche i quartieri meridionali e conquistarono la stazione ferroviaria meridionale (Stalingrad-2). Čujkov, convinto della necessità di una difesa aggressiva basata su incursioni e scontri ravvicinati per diminuire il vantaggio di potenza di fuoco dei tedeschi, contrattaccò subito con l'aiuto di rinforzi scelti (13ª Divisione delle guardie del generale Rodimcev) traghettati faticosamente nella notte dall'oltre-Volga. Il contrattacco ebbe successo, frenando la spinta tedesca, riconquistando la Mamaev Kurgan e riprendendo momentaneamente la stazione che però sarebbe stata presto ripersa dopo scontri molto violenti. Risultò invece impossibile allontanare i tedeschi dal Volga.
Il miglioramento della situazione per i sovietici fu solo momentaneo: i tedeschi progredirono ancora verso il centro cittadino, la Mamaev Kurgan continuò a cambiare di mano per numerose settimane, la parte meridionale della città a sud del torrente Tsaritsa venne completamente conquistata dopo i cruenti combattimenti nel grande silos del grano. Alla fine di settembre il generale Paulus arrivò a piantare la bandiera del Reich sulla Piazza Rossa di Stalingrado nel centro cittadino.
Al di là degli apparenti successi tattici la situazione del generale Paulus rimaneva non facile come confermato dalle continue richieste di rinforzi e dal nervosismo, manifestato anche dall'accentuarsi del suo tic al volto e della sua gastroenterite somatica. I sovietici non apparivano scoraggiati e continuavano a battersi con contrattacchi che costringevano a riprendere i combattimenti sempre negli stessi posti e per le stesse rovine. Le perdite tedesche salivano, il morale delle truppe cominciava a risentire della durezza e della lunghezza inattesa degli scontri, i continui attacchi sui fianchi dello schieramento tedesco sul Volga costringevano Paulus a dirottare parte delle forze a nord per proteggere il corridoio Don-Volga. Di notte attraverso il Volga i sovietici ricevevano rinforzi freschi e equipaggiamenti senza che la Luftwaffe o l'artiglieria tedesca riuscissero a interromperne il flusso. Nonostante questi problemi il 30 settembre Hitler espresse pubblicamente per la prima volta la sua ottimistica certezza di vittoria e la convinzione dell'invincibilità delle armi tedesche: il successo a Stalingrado era sicuro e nessuno avrebbe più allontanato i tedeschi dal Volga.
### Ottobre, i tedeschi vicini alla vittoria
La situazione del generale Čujkov appariva più grave (anche lui aveva problemi di salute, con una dermatite alle mani accentuata dalla tensione della battaglia): sottoposto ai continui attacchi tedeschi, in forte inferiorità numerica e di mezzi, con il cielo dominato dalla Luftwaffe, isolato dal resto delle forze sovietiche. Le perdite della 62ª Armata, data la natura degli scontri a distanza ravvicinata e la potenza di fuoco tedesca, erano ingenti; solo grazie al continuo afflusso di divisioni fresche attraverso il Volga con i traghetti notturni il generale riuscì ancora a sostenere la difesa e a contrattaccare localmente mentre la battaglia progressivamente si spostava verso la parte settentrionale della città nei quartieri operai adiacenti alle grandi fabbriche (Barrikady, Krasnij Oktjabr, Lazur e la fabbrica di trattori, una delle più grandi dell'Unione Sovietica che stava producendo carri armati).
Entro i primi di ottobre almeno altre sei divisioni avevano rinforzato le indebolite truppe di Čujkov (tra cui alcuni reparti siberiani dei generali Batjuk, Gurtev, Gorisnij e Zoludev) permettendo di mantenere un perimetro difensivo oscillante, secondo i settori, tra i 2 km e le poche centinaia di metri a ovest del Volga nelle aree centrali e settentrionali di Stalingrado; la parte meridionale della città era ormai completamente perduta.
I tedeschi sferrarono dentro la città tre grandi offensive (il 13 settembre, il 14 ottobre e l'11 novembre) cercando di ottenere risultati decisivi, ma in realtà gli scontri furono incessanti durante tutta la battaglia con combattimenti che si accendevano continuamente in tutti i settori, anche in aree già conquistate dalla 6ª Armata; non ci furono mai vere tregue e i tedeschi, secondo i piani di Čujkov, furono costantemente impegnati, sia di giorno sia di notte. I sovietici contrattaccavano soprattutto di notte, sfuggendo alla Luftwaffe, in piccole colonne d'assalto armate di fucili automatici o armi bianche per colpire i capisaldi avanzati tedeschi o i centri di comando nelle retrovie; improvvisi e violenti scontri ravvicinati esplodevano nelle palazzine diroccate, tra le macerie delle fabbriche o nei condotti di scolo delle acque verso il fiume. In tutti i quartieri operavano i cecchini delle due parti (molti tiratori scelti sovietici, uomini e donne, diventarono celebri, come Vasilij Grigor'evič Zajcev).
Le "fortezze" sovietiche in mezzo alle rovine (spesso costituite solo da pochi uomini e poche mitragliatrici pesanti) si difendevano in tutte le direzioni fino all'ultimo uomo, come nel caso della famosa "casa di Pavlov" (un sergente sovietico che difese il caposaldo per settimane con poche decine di uomini). Non mancò un eccesso retorico della propaganda per magnificare queste imprese, ma nel complesso la 62ª Armata si batté con grande accanimento e abilità.
Anche alcuni civili parteciparono agli scontri e vennero incorporati nei reparti; molto modesto invece fu il sostegno dell'aviazione sovietica, mentre importante fu il ruolo giocato dall'artiglieria pesante posizionata al riparo sulla riva orientale del Volga che, organizzata dal generale Nikolaj Nikolaevič Voronov, ripetutamente colpì i concentramenti tedeschi e sferrò a volte degli efficaci bombardamenti di sorpresa con effetti distruttivi sui reparti nemici colti allo scoperto.
I tedeschi, nonostante tutte le difficoltà, ottennero numerosi successi e sembrarono più volte sul punto di giungere alla vittoria; il generale Paulus condusse la battaglia con tenacia, anche se il generale Wolfram von Richthofen, il comandante della Luftflotte 4, rimproverò al generale e alle truppe una certa mancanza di energia combattiva e un'insufficiente risolutezza. In realtà nel complesso i soldati della 6ª Armata si impegnarono con abilità e disciplina nei duri scontri casa per casa (un tipo di guerra che i tedeschi denominavano spregiativamente Rattenkrieg - "guerra dei topi"). Nella prima metà di ottobre il generale conquistò definitivamente il cosiddetto saliente di Orlovka nella parte settentrionale della città infliggendo dure perdite ai reparti sovietici che vi erano rimasti accerchiati, respinse nuovi tentativi di contrattacco da nord da parte delle truppe del generale Žukov e riorganizzò il suo dispositivo offensivo per l'attacco decisivo nella zona delle grandi fabbriche. A questo scopo ottenne finalmente alcune divisioni di rinforzo (ritirate dai fianchi del suo schieramento che quindi furono sempre più affidati alle truppe "satelliti" rumene e italiane) e soprattutto numerosi battaglioni di pionieri d'assalto (provenienti per via aerea dalla Germania e da Creta) esperti negli scontri a distanza ravvicinata.
Il grande attacco tedesco del 14 ottobre nella parte settentrionale di Stalingrado ebbe inizio con un nuovo pesante bombardamento aereo seguito dall'avanzata di tre divisioni fresche precedute dai pionieri d'assalto e rinforzate da molti carri armati; fu questo il momento più critico per i sovietici e per il generale Čujkov che subì anche un bombardamento del suo comando, rischiò di morire bruciato nell'incendio dei depositi di benzina e perse per alcune ore tutti i collegamenti con le sue truppe. Il generale Erëmenko, momentaneamente trasferitosi sulla riva occidentale del Volga per osservare personalmente l'andamento della battaglia, fu testimone diretto della gravità della situazione: la divisione siberiana del generale Zoludev, posta a difesa della fabbrica di trattori, aveva subìto in pieno l'attacco tedesco ed era stata praticamente distrutta (solo piccoli reparti erano ancora in combattimento all'interno della fabbrica); nello squarcio si riversavano le truppe tedesche che, pur continuando a subire gravi perdite specie di mezzi corazzati, spesso vittime di imboscate a distanza ravvicinata nei labirinti delle strade dei quartieri operai e tra le macerie delle fabbriche, stavano progredendo verso il fiume per frazionare nuovamente la 62ª Armata. In effetti nella giornata le truppe d'assalto tedesche raggiunsero per la seconda volta il Volga, divisero in due parti le truppe sovietiche e cominciarono a progredire verso sud lungo la riva in direzione delle altre fabbriche.
Nonostante questi importanti successi, i tedeschi giunsero nuovamente a un punto morto: l'avanzata verso sud a partire dalla fabbrica di trattori venne fermata dalle truppe del colonnello Gurtev e dalla nuova divisione del colonnello Ivan Ljudnikov (precipitosamente trasportata dall'oltre-Volga), l'artiglieria sovietica colpì sul fianco le colonne tedesche, alcuni contrattacchi ristabilirono la situazione, aspri scontri si prolungarono nelle fabbriche Barrikady e Krasnij Oktiabr (che si rivelarono praticamente imprendibili) esaurendo le forze d'assalto tedesche. I combattimenti si prolungarono quasi fino alla fine di ottobre ma anche questa volta la 62ª Armata, pur con gravi perdite e ridotta a due teste di ponte separate, aveva resistito. La situazione tuttavia si era fortemente aggravata (da cui i continui appelli di Čujkov per avere più rinforzi e rifornimenti): lo spazio di manovra era ormai quasi inesistente, le perdite erano molto elevate, i feriti si ammassavano abbandonati sulle rive del Volga in attesa di essere traghettati a oriente, i rimpiazzi e i rifornimenti erano resi sempre più precari a causa del fuoco delle armi tedesche che dominava il corso del fiume. Solo il morale degli uomini rimaneva buono, forse per la consapevolezza dell'importanza della lotta che stavano conducendo.
Anche al centro la situazione si era ulteriormente complicata poiché i tedeschi avevano riconquistato ancora una volta la Mamaev Kurgan e alcuni capisaldi famosi come la "casa a forma di L", la "casa dei ferrovieri" e la "casa degli specialisti", mettendo in difficoltà la 13ª Divisione di Rodimcev; ma queste solide truppe d'assalto, non scoraggiate, continuarono a battersi nel centro cittadino, spalle al Volga, contrattaccando e riconquistando una parte del terreno perduto.
Durante questi drammatici scontri di ottobre Stalin aveva sollecitato Žukov, Vasilevskij ed Erëmenko (in questo periodo ormai impegnati in pieno nell'organizzazione della grande controffensiva prevista dallo Stavka) a non abbandonare Čujkov, a costituire truppe di riserva a est del Volga e a sferrare contrattacchi di diversione sia a nord di Stalingrado (con le truppe del generale Rokossovskij), sia a sud della città (dalla zona dei laghi salati). Sempre dubbioso della capacità di resistenza delle sue truppe, Stalin temeva ancora che la caduta della città avrebbe causato, oltre alle enormi ripercussioni dal punto di vista politico, morale e propagandistico, anche la rovina dei suoi grandiosi progetti di controffensiva invernale.
Il nervosismo, in realtà, era il sentimento predominante anche tra i tedeschi: Paulus era segnato psichicamente e fisicamente dalla lunga lotta e in parte anche dalle critiche a lui rivolte; le truppe erano esasperate ed esaurite dalle perdite e dalla durezza degli interminabili scontri; anche nell'opinione pubblica tedesca, dopo l'euforia iniziale di settembre, al di là della facciata di ottimismo ostentata dalla propaganda, regnava ormai un sentimento di ansiosa attesa e di preoccupazione per l'esito della battaglia.
### Novembre, gli ultimi scontri dentro la città
«Volevo raggiungere il Volga in un punto preciso, in una determinata città. Il caso vuole che porti il nome di Stalin. Ma non crediate che per questa ragione io abbia puntato i nostri sforzi contro di essa - si sarebbe potuta chiamare in tutt'altro modo - è perché Stalingrado costituisce un centro di primissima importanza...volevo prenderlo; e perché siamo modesti, vi dico che l'abbiamo preso»
(Discorso di Adolf Hitler dell'8 novembre 1942 a Monaco)
L'8 novembre 1942 Adolf Hitler, durante la tradizionale cerimonia di commemorazione del "Putsch della birreria" a Monaco, tornava a far sentire la sua voce sull'argomento Stalingrado. Nonostante le notizie sfavorevoli provenienti dal Nordafrica (la Seconda battaglia di El Alamein finita con la sconfitta di Rommel e lo sbarco angloamericano in Algeria e Marocco), egli proclamò nuovamente la certezza della vittoria e anzi dichiarò virtualmente vinta la battaglia di Stalingrado. Quel che rimaneva da fare era solo rastrellare le ultime sacche di resistenza, il risultato era ormai definitivamente segnato a favore della Germania nazista. A parte le clamorose dichiarazioni pubbliche, i sentimenti di Hitler in questo periodo erano molto meno trionfalistici: mostravano in realtà una grande preoccupazione per l'avvicinarsi dell'inverno e per il continuo indebolimento delle truppe tedesche sul fronte Orientale. Al generale Paulus e alle truppe gli incitamenti del Führer servirono a rinsaldare il morale, a mostrare le difficoltà ancor maggiori dei sovietici e a invitare a sfruttare l'imminente congelamento del Volga per fare un ultimo sforzo.
Ai primi di novembre grosse lastre di ghiaccio cominciavano a formarsi nel grande fiume rendendo progressivamente più difficile la navigazione con un'ulteriore forte riduzione dei rifornimenti per la 62ª Armata, abbarbicata alla sua precaria testa di ponte; inoltre in questo periodo le quote di rimpiazzi e rifornimenti assegnati al generale Čujkov vennero ancora ridotte per decisione dello Stavka a favore della costituzione delle due masse offensive per l'operazione Urano. Per Čujkov, pur a conoscenza dei progetti dell'Alto Comando Sovietico, la situazione diventava sempre più difficile («Eravamo all'ultimo respiro», avrebbe detto anni dopo, ricordando quelle giornate).
L'11 novembre Paulus, seguendo gli incitamenti del Führer e sperando di sfruttare le difficoltà di rifornimento dei sovietici, sferrava la sua ultima offensiva generale con l'impiego di tutte le sue truppe più fresche, allo scopo di distruggere le ultime teste di ponte e ributtare nel fiume i resti della 62ª Armata. In un primo momento l'attacco sembrò avere successo: i tedeschi si spinsero nel cuore delle residue difese sovietiche al centro, frantumarono la divisione di Ljudnikov, conquistarono una parte della fabbrica Krasnij Oktiabr e raggiunsero per la terza volta le rive del Volga, provocando un'ultima crisi nel comando sovietico. Ma, nei giorni seguenti, anche quest'ultima offensiva si esaurì di fronte a nuove gravi perdite, a violenti contrattacchi dei resti della divisione di Ljudnikov e alla capacità di resistenza degli ultimi capisaldi sovietici. I tentativi di Paulus continuarono ancora per alcuni giorni; il 19 novembre 1942 la 62ª Armata di Čujkov era ormai confinata in tre teste di ponte separate. A nord della fabbrica di trattori quella al comando del colonnello Gorochov, al centro la piccola sacca di Ljudnikov e a sud il grosso delle truppe di Čujkov a est della Mamaev Kurgan con i resti delle divisioni di Rodmicev, Batjuk, Gurtev e Gorisnij; la profondità massima di terreno occupato dai sovietici era di un chilometro e mezzo e in alcuni punti si riduceva a poche centinaia di metri.
Ma proprio il 19 novembre Paulus, apparentemente vicino alla vittoria, ricevette la sorprendente comunicazione proveniente dal comando del gruppo di armate di interrompere tutte le azioni offensive a Stalingrado e di disimpegnare forze mobili da impiegare a ovest verso il Don. Era cominciata l'operazione Urano.
## Operazione Urano
### Ordine di battaglia
Ordine di battaglia dell'Armata Rossa nel settore meridionale del fronte orientale il 19 novembre 1942 (operazione Urano):
* FRONTE SUD-OVEST (generale Nikolaj Fëdorovič Vatutin)
* 1ª Armata delle guardie (generale Dmitrij Danilovič Leljušenko)
* 1ª Divisione di fucilieri
* 153ª Divisione di fucilieri
* 197ª Divisione di fucilieri
* 203ª Divisione di fucilieri
* 266ª Divisione di fucilieri
* 278ª Divisione di fucilieri
* 1º Corpo meccanizzato delle guardie (generale S. Russjanov)
* 1ª Brigata meccanizzata delle guardie
* 2ª Brigata meccanizzata delle guardie
* 3ª Brigata meccanizzata delle guardie
* 5ª Armata corazzata (generale Pavel L. Romanenko)
* 14ª Divisione di fucilieri delle guardie
* 47ª Divisione di fucilieri delle guardie
* 50ª Divisione di fucilieri delle guardie
* 119ª Divisione di fucilieri delle guardie
* 159ª Divisione di fucilieri delle guardie
* 346ª Divisione di fucilieri delle guardie
* 1º Corpo corazzato (generale V.V. Butkov)
* 89ª Brigata corazzata
* 117ª Brigata corazzata
* 159ª Brigata corazzata
* 44ª Brigata motorizzata
* 26º Corpo corazzato (generale Aleksej G. Rodin)
* 19ª Brigata corazzata
* 157ª Brigata corazzata
* 216ª Brigata corazzata
* 14ª Brigata motorizzata
* 8º Corpo di cavalleria (generale Borisiv)
* 21ª Armata (generale I.M. Čistjakov)
* 63ª Divisione di fucilieri
* 76ª Divisione di fucilieri
* 96ª Divisione di fucilieri
* 277ª Divisione di fucilieri
* 293ª Divisione di fucilieri
* 333ª Divisione di fucilieri
* 4º Corpo corazzato (generale Andrej Grigor'evič Kravčenko)
* 45ª Brigata corazzata
* 47ª Brigata corazzata
* 102ª Brigata corazzata
* 4ª Brigata motorizzata
* 3º Corpo di cavalleria delle guardie (generale Issa A. Pliev)
* 5ª Divisione di cavalleria
* 32ª Divisione di cavalleria
* 6ª Divisione di cavalleria delle guardie
* FRONTE DEL DON (generale Konstantin Konstantinovič Rokossovskij)
* 66ª Armata (generale A.S. Žadov)
* 64ª Divisione di fucilieri
* 99ª Divisione di fucilieri
* 116ª Divisione di fucilieri
* 226ª Divisione di fucilieri
* 299ª Divisione di fucilieri
* 343ª Divisione di fucilieri
* 58ª Brigata corazzata
* 24ª Armata (generale I.V. Galanin)
* 49ª Divisione di fucilieri
* 84ª Divisione di fucilieri
* 120ª Divisione di fucilieri
* 173ª Divisione di fucilieri
* 233ª Divisione di fucilieri
* 260ª Divisione di fucilieri
* 273ª Divisione di fucilieri
* 10ª Brigata corazzata
* 16º Corpo corazzato (generale M. Pavelkin)
* 107ª Brigata corazzata
* 109ª Brigata corazzata
* 164ª Brigata corazzata
* 15ª Brigata motorizzata
* 65ª Armata (generale P.I. Batov)
* 4ª Divisione di fucilieri delle guardie
* 27ª Divisione di fucilieri delle guardie
* 40ª Divisione di fucilieri delle guardie
* 23ª Divisione di fucilieri
* 24ª Divisione di fucilieri
* 252ª Divisione di fucilieri
* 258ª Divisione di fucilieri
* 304ª Divisione di fucilieri
* 321ª Divisione di fucilieri
* 121ª Brigata corazzata
* FRONTE DI STALINGRADO (generale Andrei I. Erëmenko)
* 64ª Armata (generale M.S. Sumilov)
* 36ª Divisione di fucilieri delle guardie
* 29ª Divisione di fucilieri
* 38ª Divisione di fucilieri
* 157ª Divisione di fucilieri
* 204ª Divisione di fucilieri
* 154ª Brigata fanteria di marina
* 13ª Brigata corazzata
* 56ª Brigata corazzata
* 57ª Armata (generale Fëdor I. Tolbuchin)
* 169ª Divisione di fucilieri
* 422ª Divisione di fucilieri
* 90ª Brigata corazzata
* 235ª Brigata corazzata
* 13º Corpo meccanizzato (generale T.T. Tanaščšin)
* 17ª Brigata meccanizzata
* 61ª Brigata meccanizzata
* 62ª Brigata meccanizzata
* 13ª Brigata corazzata
* 51ª Armata (generale N.I. Trufanov)
* 15ª Divisione di fucilieri delle guardie
* 91ª Divisione di fucilieri
* 126ª Divisione di fucilieri
* 302ª Divisione di fucilieri
* 254ª Brigata corazzata
* 4º Corpo meccanizzato (generale Vasilij Timofeevič Vol'skij)
* 36ª Brigata meccanizzata
* 59ª Brigata meccanizzata
* 60ª Brigata meccanizzata
* 4º Corpo di cavalleria (generale Šapkin)
Riserve del fronte di Stalingrado:
* 330ª Divisione di fucilieri
* 85ª Brigata corazzata
### La manovra a tenaglia dell'Armata Rossa
«Alle ore 16.00 del 23 novembre 1942, unità del 4° Corpo corazzato si sono aperti la strada attraverso il Don e si sono collegati nella regione di Sovetskij con unità del 4° Corpo meccanizzato del Fronte di Stalingrado»
(Comunicazione scritta del colonnello Plotnikov, assistente capo per la direzione politica del 4° Corpo corazzato, inviata al quartier generale del Fronte Sud-Ovest la sera del 23 novembre)
Mostrando notevoli capacità organizzative, Stalin e lo Stavka riuscirono a realizzare un piano (denominato in codice "operazione Urano", in russo Операция «Уран») molto semplice nella sua articolazione fondamentale ma di grande complessità per le dimensioni, gli obiettivi previsti e le forze da impiegare per ottenere un risultato decisivo non solo per l'esito della battaglia di Stalingrado, ma anche per i destini del fronte orientale e dell'intera seconda guerra mondiale.
Si trattava di predisporre un'operazione risolutiva di grande ampiezza per accerchiare con una manovra a tenaglia il raggruppamento dell'Asse tra il Don e il Volga: un piano apparentemente prevedibile, ma reso efficace dall'assoluta segretezza in cui fu preparato e attuato. In aiuto dei sovietici vennero anche le decisioni della dirigenza politica e militare tedesca che, contrariamente a considerazioni prudenziali che avrebbero consigliato una ritirata invernale dalle posizioni raggiunte nella regione di Stalingrado (vista l'impossibilità di conquistare definitivamente la città e di stabilirsi saldamente sul Volga), decise invece di mantenere le posizioni conquistate.
Hitler, l'OKW (Alto comando della Wehrmacht) e anche l'OKH (Alto comando dell'Esercito) in primo luogo erano convinti che le risorse dell'Armata Rossa, ancora efficaci in fase difensiva, non fossero assolutamente in grado di organizzare e condurre una controffensiva di ampiezza strategica; questa valutazione era condivisa anche da Reinhard Gehlen, l'esperto capo del Servizio segreto dell'Esercito sul fronte orientale. Hitler, inoltre, riteneva necessario non abbandonare le zone conquistate intorno e nella città al fine di rafforzare il proprio prestigio personale dopo le reiterate dichiarazioni di sicura vittoria, mantenere la coesione dei suoi alleati e controbilanciare a livello internazionale gli effetti della controffensiva anglosassone in Nordafrica.
La tenace resistenza della 62ª Armata sovietica ebbe quindi due importanti conseguenze: innanzitutto impedì alla Wehrmacht di attestarsi saldamente sul Volga allo scopo di interrompere i collegamenti sovietici con i campi petroliferi caucasici; in secondo luogo, diede allo Stavka il tempo necessario a raccogliere e organizzare metodicamente forze adeguate alla gigantesca manovra programmata. La pianificazione sovietica si sviluppò a partire dalla riunione al Cremlino del 13 settembre 1942 tra Stalin e i generali Vasilevskij e Žukov. Il progetto prese corpo con la costante supervisione personale di Stalin (desideroso di prendersi finalmente la rivincita su Hitler ma preoccupato fino all'ultimo della fattibilità per l'Armata Rossa di un simile grandioso piano), coordinato dai due generali e con gli importanti contributi del generale Nikolaj Vatutin e del generale Andrej Erëmenko che, molto fiduciosi, spinsero per un ulteriore ampliamento del progetto e per un grande potenziamento dei reparti corazzati da impiegare.
Durante la fase preparatoria durata quasi due mesi i corpi corazzati e meccanizzati, affluiti dalle retrovie o ricostituiti dopo le catastrofiche perdite estive, vennero equipaggiati con i moderni carri armati T-34 e riorganizzati per condurre avanzate veloci in profondità. Secondo la nuova direttiva di Stalin dell'ottobre del 1942, il compito dei nuovi corpi meccanizzati doveva d'ora in poi consistere nello sfruttamento in profondità, alla massima velocità e alla massima distanza, degli sfondamenti ottenuti con la fanteria e il massiccio intervento dell'artiglieria concentrata, disgregando le riserve del nemico, seminando il panico e la confusione nelle retrovie e nei comandi avversari. Queste tattiche causarono forti perdite e grandi difficoltà logistiche, ma nel complesso risultarono efficaci sorprendendo almeno inizialmente i comandi e le truppe tedesche. Nella fase iniziale sarebbero stati impegnati sette corpi corazzati o meccanizzati (circa 1 500 carri armati).
I concentramenti per gli attacchi principali si svolsero lentamente, a causa soprattutto delle carenze logistiche, nel massimo segreto e utilizzando vari stratagemmi di mascheramento per evitare la loro individuazione da parte dei tedeschi e quindi il rischio di attacchi aerei; in particolare i corpi corazzati furono portati avanti solo all'ultimo momento per sfruttare al massimo l'effetto sorpresa. I raggruppamenti avvennero a 200 chilometri a nord-ovest di Stalingrado sul Fronte di sud-ovest del generale Nikolaj Vatutin e sul Fronte del Don del generale Konstantin Rokossovskij, e a 100 km a sud della città sul cosiddetto Fronte di Stalingrado del generale Andrej Erëmenko nella regione dei laghi salati.
Erano questi i tratti del fronte difesi prevalentemente dalle deboli forze rumene, scarsamente dotate di armi anticarro, con un morale non del tutto saldo e con riserve mobili insufficienti o ancora in fase di avvicinamento (XXXXVIII Panzerkorps tedesco, con circa 200 carri armati).
Gli ultimi giorni prima dell'inizio dell'offensiva furono drammatici: a Stalingrado il generale Paulus aveva ripreso i suoi attacchi, i concentramenti offensivi erano ancora in corso, il generale Čujkov era in grave difficoltà, Stalin ansioso e preoccupato, alcuni generali sul campo ancora dubbiosi sulla riuscita del piano. I generali Žukov e Vasilevskij, più ottimisti, rassicurarono il dittatore sulla completezza dei preparativi, sulla prontezza e il morale delle truppe, sulle buone possibilità di successo. Il coordinamento operativo dei tre raggruppamenti d'attacco dei generali Vatutin, Rokossovskij ed Erëmenko fu affidato al generale Vasilevskij, l'abile stratega che era diventato il principale collaboratore militare di Stalin; Il generale Žukov, dopo aver giocato un ruolo fondamentale durante la preparazione dell'offensiva, si sarebbe invece portato sul fronte di Ržev per sferrare il 25 novembre l'operazione Marte, che sarebbe poi fallita in dicembre.
Il 19 novembre 1942, la parola in codice "sirena" dava finalmente il via all'operazione Urano.
La caratteristica fondamentale dell'attacco fu la grande velocità della progressione delle colonne corazzate sovietiche soprattutto sul fronte Sud-Ovest del generale Vatutin. Dopo una coraggiosa resistenza le truppe rumene in prima linea vennero distrutte o accerchiate; in mezzo alla nebbia e al nevischio i corpi corazzati sovietici progredirono in profondità nonostante la scarsa visibilità e il terreno irregolare, travolgendo le retrovie tedesco-rumene, spargendo il panico nei comandi e negli improvvisati reparti di blocco affrettatamente costituiti dai tedeschi, e respinsero o aggirarono le poche truppe mobili di riserva tedesche disponibili. In particolare il XXXXVIII Panzerkorps tedesco del generale Ferdinand Heim, su cui Hitler aveva puntato tutte le sue speranze di contenere l'offensiva sovietica, si disgregò nell'oscurità per carenza di collegamenti e comunicazioni e incappò alla cieca nelle colonne corazzate sovietiche in rapida progressione, finendo per ripiegare senza aver ottenuto alcun risultato.
I carri armati sovietici (circa 500 macchine), senza lasciarsi agganciare e rallentare dai pochi panzer tedeschi disponibili affrontarono le riserve mobili nemiche con solo una parte delle forze, mentre altre colonne le superarono, le aggirarono e intercettarono le linee di comunicazione con le retrovie. La formazione corazzata rumena, rimasta completamente isolata, finì in mezzo alle forze corazzate sovietiche in rapida avanzata e venne praticamente distrutta dopo alcuni giorni di confusi scontri, mentre le riserve meccanizzate tedesche (22. e 14. Panzer-Division del XXXXVIII Panzerkorps) vennero costrette, dopo essersi battute coraggiosamente e aver subito gravi perdite, a ritirarsi precipitosamente per evitare di essere annientate.
Anche il precipitoso intervento su ordine del generale Paulus delle divisioni corazzate del XIV Panzerkorps del generale Hube a ovest del Don si dimostrò completamente inefficace; la 24. Panzer-Division e la 16. Panzer-Division, ridotte a poche decine di carri, costituirono precari kampfgruppen che vennero attaccati il 21 e 22 novembre dal 4º Corpo corazzato, dal 26º Corpo corazzato e dal 3º Corpo di cavalleria delle guardie e subirono una serie di sconfitte perdendo tutte le posizioni senza riuscire ad arrestare l'avanzata delle forze corazzate sovietiche del Fronte Sud-Ovest.
Già la sera del 21 novembre i corpi corazzati sovietici erano molto vicini ai ponti sul Don e minacciavano il Comando tattico della 6ª Armata del generale Paulus. Il 22 novembre le truppe del 26º Corpo corazzato sovietico conquistavano di sorpresa il fondamentale ponte di Kalač (nell'oscurità vennero scambiati dai posti di guardia al ponte per mezzi corazzati tedeschi in addestramento), attraversavano il Don, respingevano i tentativi tedeschi di contrattacco e progredivano a sud del fiume per ricongiungersi con le colonne sovietiche del Fronte di Stalingrado del generale Erëmenko che, a partire dal 20 novembre, aveva sferrato la sua offensiva con un distruttivo bombardamento di artiglieria. In questo settore la resistenza rumena fu più debole e il fronte rapidamente sfondato; il 4º Corpo meccanizzato sovietico (il più potente dell'intero schieramento sovietico) venne gettato nel varco e superò definitivamente le difese nemiche puntando verso ovest in direzione del Don. Anche in questo settore il contrattacco tedesco, sferrato dalla 29ª Divisione motorizzata, non riuscì, dopo qualche successo iniziale, a fermare l'avanzata del 4º Corpo e quindi non ottenne alcun risultato decisivo.
Giorno cruciale fu il 23 novembre: nel primo pomeriggio, guidati da razzi di segnalazione di colore verde, le colonne corazzate sovietiche provenienti da nord (fronte di Vatutin, 26º Corpo corazzato e 4º Corpo corazzato) e da sud (fronte di Erëmenko, 4º e 13º Corpo meccanizzato) si congiungevano nella località di Sovetskij a sud del Don alcuni chilometri a sud-est di Kalač. Le scene di gioia e gli scambi di vodka e salsicce tra i carristi sovietici salutarono la riuscita della manovra. A questo punto la 6ª Armata e gran parte della 4ª Armata corazzata tedesche si trovarono accerchiate tra il Don e il Volga; contemporaneamente le truppe rumene erano state in parte distrutte nella sacca di Raspopinskaja; mentre i reparti superstiti erano completamente disgregati e quasi inutilizzabili. Le riserve mobili tedesche non erano disponibili o già esaurite; alcuni comandi di retrovia mostrarono segni di panico. Il generale Paulus era rimasto dentro la sacca secondo gli ordini del Führer; mentre nei posti di comando di Starobelsk e Rastenburg i generali Weichs e Zeitzler, e lo stesso Hitler, apparvero confusi e sorpresi dall'evoluzione rapidamente disastrosa degli avvenimenti.
In quattro giorni Stalin e l'Armata Rossa avevano ottenuto l'attesa svolta decisiva della guerra da un punto di vista strategico-operativo ma anche dal punto di vista morale e politico-propagandistico. La guerra cambiava completamente volto.
### La sacca della 6ª Armata
I ruoli furono improvvisamente e completamente ribaltati. Gli assedianti si erano ora trasformati in assediati e i difensori in attaccanti. Si calcola che tra i 250 000 e i 280 000 soldati dell'Asse furono accerchiati in quella che sarebbe passata alla storia come la "Sacca di Stalingrado"; per i soldati tedeschi era il Kessel, "il calderone", mentre Hitler denominò subito il territorio in cui era assediata l'armata del generale Paulus Festung Stalingrad ("Fortezza Stalingrado") per sottolineare il carattere di risoluta e incrollabile difesa che avrebbero dovuto assumere, nelle sue aspettative, le truppe accerchiate. Nella sacca erano bloccate 20 divisioni tedesche, di cui tre corazzate e tre motorizzate, 2 divisioni rumene, un reggimento croato e numerosi reparti logistici o di retrovia oltre a reparti specializzati di artiglieria e del genio. Vi furono anche 79 italiani, per lo più autieri, inviati in città per trasportare materiali nel momento più aspro della battaglia.
**Ordine di battaglia**
Ordine di battaglia della 6ª Armata tedesca accerchiata nella sacca di Stalingrado (25 novembre 1942):
* 6ª ARMATA
comandante in capo: colonnello generale (poi feldmaresciallo) Friedrich Paulus
capo di stato maggiore: maggior generale Arthur Schmidt
Ia (Operazioni) colonnello Elchlepp
Ib (approvvigionamenti) colonnello von Kunowski
Ic (Informazioni) ten. colonnello Niemeyer
IIa (Aiutante maggiore) colonnello Wilhelm Adam.
* XIV Panzerkorps (generale delle Panzertruppen Hans-Valentin Hube)
* 16. Panzer-Division (generale Angern)
* 60. Infanterie-Division (Mot) (generale Kohlermann)
* 3. Infanterie-Division (Mot) (generale Schlömer)
* XI Armee-Korps (tenente generale Strecker)
* 44. Infanterie-Division (generale Deboi)
* 376. Infanterie-Division (generale Edler von Daniels)
* 384. Infanterie-Division (generale von Gablenz)
* VIII Armee-Korps (generale d'artiglieria Heitz)
* 76. Infanterie-Division (generale Rodenburg)
* 113. Infanterie-Division (generale Sixt von Arnim)
* IV Armee-Korps (generale del genio Jaenecke)
* 29. Infanterie-Division (Mot) (generale Leyser)
* 297. Infanterie-Division (generale Pfeffer)
* 371. Infanterie-Division (generale Stempel)
* LI Armee-Korps (generale d'artiglieria Walther von Seydlitz-Kurzbach)
* 71. Infanterie-Division (generale von Hartmann)
* 79. Infanterie-Division (generale von Schwerin)
* 94. Infanterie-Division (generale Pfeiffer)
* 100. Jäger-Division (generale Sanne)
* 295. Infanterie-Division (generale Korfes)
* 305. Infanterie-Division (generale Steinmetz)
* 389. Infanterie-Division (generale Magnus)
* 24. Panzer-Division (generale von Lenski)
* Riserva d'Armata
* 14. Panzer-Division (generale Lattmann)
* 9. FlaK-Division (contraerea) (generale Pickert)
## Operazione Tempesta Invernale
### Decisioni operative dei comandi tedeschi e sovietici
Dopo la chiusura della sacca (23 novembre 1942) Hitler si ritrovò a dover scegliere tra le due sole decisioni possibili: 1) ordinare un ripiegamento immediato delle sue truppe anche a costo della perdita di una parte dei materiali e delle truppe (feriti o debilitati); 2) ordinare la resistenza sul posto, organizzando una difesa in tutte le direzioni in attesa di un soccorso dall'esterno da parte di truppe tedesche fresche opportunamente richiamate da altri fronti. A livello di comando sia i generali sul posto (in primo luogo il generale Paulus e i suoi subordinati, generale Arthur Schmidt, capo di stato maggiore dell'armata, e i cinque comandanti di corpo d'armata) sia il generale von Weichs (Gruppo d'Armate "B"), sia il generale Zeitzler (capo dell'OKH) fecero ripetute pressioni su Hitler a favore di un'immediata ritirata, mettendo in dubbio la possibilità di resistenza delle truppe accerchiate in inverno e sottolineando la difficoltà di organizzare una pronta ed efficace controffensiva di salvataggio. Tuttavia i tentativi di convincere il Führer della pericolosità della situazione fallirono di fronte alla sua ostinata risolutezza nel tenere la "Fortezza Stalingrado".
Le motivazioni, sanzionate definitivamente con il suo "Ordine tassativo" (Führerbefehl) diramato alla 6ª Armata il 24 novembre. non derivarono solo dalla sua ostinazione o dalle già ricordate ragioni di prestigio personale di fronte all'opinione pubblica mondiale, ma anche da alcune valutazioni strategiche: 1) una ritirata in massa e repentina della gran quantità di truppe e materiali era molto difficoltosa e poteva degenerare nel caos con conseguente perdita di truppe e materiali insostituibili per contenere l'offensiva sovietica; 2) la perdita del fronte sul Volga avrebbe compromesso i risultati già raggiunti dall'offensiva tedesca d'estate (in particolare sarebbe stata a rischio la copertura del fronte caucasico da cui Hitler sperava ancora di strappare le preziose risorse petrolifere di cui aveva bisogno); 3) precedenti battaglie invernali nel 1941-42, in cui grossi reparti tedeschi avevano resistito con successo benché accerchiati (battaglie della sacca di Demjansk e della sacca di Cholm), davano fiducia sulla possibilità di una difesa efficace e prolungata fino all'arrivo di una colonna di soccorso; 4) ottimistiche speranze erano riposte in un rifornimento regolare per via aerea delle truppe accerchiate nella sacca (dove erano disponibili almeno due importanti aeroporti: Pitomnik e Gumrak). In questo caso un ruolo decisivo ebbe la superficialità e l'arroganza di Hermann Göring (sostenuto almeno in parte anche dal generale Hans Jeschonnek, capo di stato maggiore della Luftwaffe) che diede piene assicurazioni sulla fattibilità del ponte aereo nonostante le carenze organizzative e le prevedibili intemperie invernali. Grande scetticismo manifestò invece von Richthofen, comandante sul posto dei reparti aerei tedeschi; 5) La costituzione di un forte raggruppamento strategico offensivo con numerose divisioni corazzate (inizialmente era previsto l'impiego di quattro nuove Panzer-Division richiamate dalla Francia o da altri settori del fronte Est) avrebbe potuto permettere una potente controffensiva e una rottura dell'accerchiamento.
La nomina del prestigioso e capace feldmaresciallo Erich von Manstein alla testa del nuovo Gruppo d'Armate del Don con l'incarico di ristabilire la situazione e sbloccare l'armata accerchiata dava una concreta possibilità di strappare un nuovo successo anche dalla situazione difficile verificatasi. Von Manstein, in effetti, almeno inizialmente fece mostra di grande fiducia e supportò la decisione di Hitler di mantenere la 6ª Armata nella sacca di Stalingrado almeno fino a primavera ma, dopo pochi giorni, di fronte alla quantità e alla potenza delle forze sovietiche e alle difficoltà logistiche e operative evidenziatesi (e anche al ritardo e all'incompletezza dei rinforzi inizialmente promessi) il feldmaresciallo perse molta della sua sicurezza e del suo ottimismo.
Questi elementi permettono di spiegare almeno in parte i motivi per cui il generale Paulus obbedì disciplinatamente all'ordine di Hitler, contro il parere di alcuni subordinati che lo sollecitavano a sganciarsi, e la 6ª Armata rimase ferma nella sacca, abbandonando i piani di ritirata, organizzando una difesa in tutte le direzioni, cercando di razionalizzare al massimo le scarse risorse logistiche e di vettovagliamento disponibili, mal reintegrate dal ponte aereo della Luftwaffe (che fin dall'inizio ottenne risultati molto deludenti) e attendendo il promesso soccorso dall'esterno.
Peraltro anche dal punto di vista dell'alto comando sovietico la situazione non era priva di problemi e di questioni operative da risolvere. Dopo l'euforia iniziale del 23 novembre, Stalin si trovava di fronte alla necessità di riorganizzare il piano operativo complessivo dell'offensiva invernale. Questa prevedeva, secondo il progetto originario delle successive offensive "planetarie" (denominate con nomi in codice astronomici: "Urano", "Saturno", "Marte", "Giove", "Stella"), l'immediata distruzione delle truppe tedesche accerchiate (erroneamente calcolate dal servizio informazioni sovietico in soli 80 000 uomini invece di oltre 250 000) al fine anche di liberare e rendere disponibili le truppe sovietiche impegnate sul fronte della sacca per rafforzare altri settori del fronte, e il proseguimento, nel tempo più breve possibile, dell'offensiva con l'esecuzione del progetto "Saturno": un grande attacco diretto principalmente contro la debole 8ª Armata italiana (ARMIR), puntando direttamente su Rostov per isolare e distruggere l'intero raggruppamento tedesco avventuratosi nel Caucaso.
Gli eventi che costrinsero Stalin e lo Stavka a una profonda revisione dei piani inizialmente progettati e che resero la battaglia ancor più accanita, prolungata e combattuta furono: 1) la prevista immediata distruzione delle truppe tedesche accerchiate nella sacca di Stalingrado si dimostrò impossibile e quindi grandi forze russe (sette armate al comando del generale Rokossovskij) rimasero impegnate nel blocco della sacca. Le truppe tedesche, almeno fino al Natale 1942, mantennero un morale sorprendentemente alto, fiduciose nelle promesse di Hitler, e combatterono in difensiva con il massimo accanimento a dispetto del crescente peggioramento della situazione dei rifornimenti e dell'inclemente inverno russo; 2) i tedeschi riuscirono fortunosamente a ricostituire, con affrettati reparti di blocco, un precario fronte difensivo impedendo un'immediata ripresa dell'avanzata sovietica, grazie soprattutto alle improvvisazioni organizzative del generale Walther Wenck e anche all'afflusso dei primi rinforzi; 3) si manifestarono i primi segni del raggruppamento di nuove forze tedesche per sbloccare la "Fortezza Stalingrado", con conseguente necessità per l'alto comando sovietico di impedire a tutti i costi il ricongiungimento con le truppe accerchiate.
Di fronte a questi complessi problemi strategico-operativi le discussioni al livello della Stavka e dei comandi campali furono particolarmente aspre; il generale Vatutin era favorevole a proseguire ugualmente con l'ambizioso piano "Saturno" originale a differenza dei generali Vasilevskij ed Erëmenko che invece riteneva essenziale rafforzare l'anello d'accerchiamento e bloccare l'eventuale controffensiva del feldmaresciallo von Manstein. Le decisioni finali di Stalin, come sempre irritabile e oscillante tra euforia e preoccupazione, furono militarmente corrette: 1) interrompere gli inutili e costosi attacchi contro la "sacca di Stalingrado", al momento ancora molto solida, e limitarsi a rafforzare al massimo il perimetro di accerchiamento per impedire sortite da parte della 6ª Armata; 2) dirottare grandi forze di riserva (principalmente la potente 2ª Armata delle guardie del generale Rodion Jakovlevič Malinovskij) sul fronte di Erëmenko per bloccare la controffensiva tedesca di salvataggio; 3) ridurre la portata strategica di "Saturno", trasformandola in operazione Piccolo Saturno (in russo операция «Малый Сатурн») diretta principalmente a distruggere l'8ª Armata italiana e a mettere in pericolo (con una progressione delle colonne corazzate sovietiche verso sud-est invece che direttamente verso sud) le retrovie e le spalle del nuovo raggruppamento del feldmaresciallo von Manstein.
### Dicembre, il tentativo di salvataggio tedesco
Dopo una fase preparatoria difficoltosa e piuttosto lenta a causa dei notevoli problemi logistici per effettuare gli spostamenti di truppe previsti per rafforzare la nuova massa offensiva destinata, secondo le aspettative di Hitler e dell'alto comando, a sbloccare la 6ª Armata accerchiata nel Kessel, l'offensiva del feldmaresciallo von Manstein (nome in codice "operazione Tempesta Invernale", in tedesco Wintergewitter) ebbe inizio solo il 12 dicembre a partire dalla regione di Kotel'nikovo. Le forze radunate erano in realtà fortemente ridotte rispetto agli ottimistici piani iniziali; il nucleo principale era costituito da tre Panzer-Division piuttosto incomplete: 6. proveniente dalla Francia, 23. ritornata dal Caucaso e 17. dirottata dal Gruppo d'Armate "Centro". Non fu possibile raggruppare altre formazioni d'attacco principalmente a causa delle continue necessità di rinforzi provenienti da altri settori del fronte orientale per la crescente pressione delle forze sovietiche lungo tutto il fronte; inoltre Hitler decise in un primo momento di non evacuare i territori conquistati nel Caucaso da cui avrebbero potuto essere teoricamente recuperate forze notevoli da impiegare nella regione di Stalingrado.
Nonostante queste carenze, l'offensiva, diretta sul campo dall'esperto generale Hermann Hoth, inizialmente ottenne risultati incoraggianti e colse piuttosto di sorpresa i sovietici, ancora impegnati nei complessi riposizionamenti di truppe previsti da Stalin. Entro quattro giorni le colonne corazzate tedesche si spinsero, in mezzo alla neve, fino a portata tattica dalla sacca di Stalingrado, nonostante aspri contrattacchi sferrati dai sovietici con unità meccanizzate. Gli elementi di punta della 6. Panzer-Division giunsero il 19 dicembre a 48 km dal perimetro della sacca. L'avanzata tedesca aveva però ormai esaurito la sua energia propulsiva e di fronte alla crescente resistenza dei sovietici, divenne impossibile fare ulteriori progressi in direzione degli accerchiati. A questo punto, l'ultima speranza di salvezza per Paulus sembrò risiedere in una sortita autonoma dalla sacca da parte della stessa 6ª Armata, dopo aver abbandonato parte degli equipaggiamenti e dei mezzi, in direzione delle colonne del generale Hoth. Venne predisposto un piano di emergenza, la cosiddetta "operazione Colpo di tuono", in tedesco Donnerschlag.
In questa fase il processo decisionale tedesco fu particolarmente ingarbugliato. Hitler rifiutò fermamente di autorizzare la sortita; egli ritenne tecnicamente impossibile la ritirata di un'intera armata, indebolita e quasi immobile a causa della carenza di carburante, attraverso la steppa in pieno inverno. Paulus e von Manstein apparvero incerti sul da farsi, pronti a scaricarsi reciprocamente le responsabilità della conduzione di un'operazione di ripiegamento così rischiosa da parte dell'armata ormai già fortemente logorata da un mese di accerchiamento. Alla fine, di fronte a queste indecisioni e contraddizioni, la 6ª Armata finì per rimanere ferma dentro la "sacca", in attesa del suo tragico destino, in mezzo all'inverno russo.
Va anche sottolineato che, di fronte agli sviluppi catastrofici per i tedeschi e le forze dell'Asse dell'operazione Piccolo Saturno, iniziata dai sovietici il 16 dicembre, ormai il problema della 6ª Armata per l'OKH, von Manstein e anche Hitler passava in secondo piano. Diveniva essenziale dal punto di vista strategico generale impedire una disfatta definitiva dell'intero schieramento tedesco nel sud e nel Caucaso. In questo senso, a partire da questo momento (intorno al Natale 1942), il ruolo dell'armata accerchiata, ormai considerata virtualmente perduta dall'Alto Comando tedesco e dallo stesso von Manstein, fu di fatto soprattutto quello di mantenere attivo il più a lungo possibile un nucleo di resistenza che tenesse impegnate il massimo di forze sovietiche, che altrimenti avrebbero potuto essere impiegate per rafforzare l'offensiva generale sovietica, allora in pieno svolgimento. Quanto a Hitler, sembra che egli abbia preferito continuare a illudersi (a gennaio ancora discorreva di un nuovo tentativo di salvataggio con divisioni Waffen-SS richiamate dalla Francia); apparentemente confidò a lungo di riuscire ad evitare la catastrofe a Stalingrado; da ultimo, ormai cosciente della inevitabile perdita della 6ª Armata, preferì trasformare con artifici propagandistici la sconfitta in un esempio epocale della incrollabile resistenza fino all'ultima cartuccia e all'ultimo uomo della Germania nazista; egli quindi incitò sistematicamente alla resistenza a oltranza e rifiutò di approvare una resa formale delle truppe accerchiate.
## Operazione Piccolo Saturno
L'operazione Piccolo Saturno ebbe inizio, dopo essere stata ridimensionata nei suoi obiettivi strategici rispetto all'originario progetto "Saturno" adottato da Stalin e Vasilevskij, il 16 dicembre 1942 principalmente contro la debole 8ª Armata italiana e le residue truppe rumene schierate sul fiume Čir. La resistenza iniziale italiana fu tenace, nonostante le evidenti carenze di armi anticarro, di equipaggiamenti invernali idonei e di riserve corazzate moderne ma già il 19 dicembre il fronte dell'8ª Armata cominciò a cedere per poi crollare completamente nei giorni successivi di fronte all'irruzione in massa delle ingenti truppe corazzate impegnate dai sovietici (cinque corpi corazzati o meccanizzati con un totale di circa 1 000 carri armati). I generali Vatutin, comandante del Fronte Sud-Ovest, e Filipp Ivanovič Golikov, comandante del Fronte di Voronež, che conducevano questa offensiva, spinsero in profondità le loro colonne per aggirare e isolare i residui capisaldi nemici e minacciare le retrovie del raggruppamento del feldmaresciallo von Manstein.
In pochi giorni la situazione dell'Asse si aggravò in maniera disastrosa con l'irruzione del 17º Corpo corazzato sovietico a Kantemirovka (importante centro di comando italiano) in mezzo alle colonne italiane in rotta a piedi nella neve, e l'audace penetrazione isolata del 24º Corpo corazzato che si spinse, il 24 dicembre, fino alla regione degli aeroporti di Tacinskaja e Morozovsk, da dove partivano gli aerei della Luftwaffe che cercavano di rifornire la sacca di Stalingrado. La precipitosa evacuazione degli aerodromi e il tempestivo intervento delle riserve corazzate del feldmaresciallo von Manstein, in parte provenienti proprio dal raggruppamento Hoth sul fronte di Stalingrado, costrinsero l'Alto comando tedesco ad arrestare l'operazione "Tempesta Invernale" e resero impossibile l'effettuazione di un'eventuale operazione "Colpo di Tuono", ma permisero di evitare una catastrofe irreversibile e di contenere in qualche modo la progressione sovietica. L'alto comando tedesco dovette abbandonare qualsiasi speranza di salvataggio della 6ª Armata, ripiegare ulteriormente e cominciare anche l'evacuazione del Caucaso che fu autorizzata dopo numerose tergiversazioni da Hitler il 30 dicembre 1942. Fu questa la svolta decisiva che suggellò il destino della 6ª Armata ormai isolata, affamata a causa del completo fallimento del rifornimento aereo nonostante le promesse di Göring senza speranza di aiuto e destinata a sacrificarsi in una disperata difesa fino all'ultimo per impegnare ancora il maggior numero di forze sovietiche e aiutare in questo modo l'alto comando tedesco a ristabilire un fronte più arretrato.
Il generale Paulus, dopo aver eseguito disciplinatamente tutti gli ordini di Hitler (prima quello di rinchiudersi dentro la "Fortezza Stalingrado" e poi di non effettuare una disperata sortita solitaria), ora accettò anche questo ruolo finale di sacrificio e, almeno esteriormente e nei proclami finali alle truppe accerchiate, mantenne fiducia in Hitler e nel risultato della lunga battaglia. Un sentimento di amara delusione si diffuse peraltro ormai tra le truppe e anche nei comandi (Paulus e Schmidt inclusi) di fronte alle sempre maggiori difficoltà di vettovagliamento, al moltiplicarsi delle sofferenze, all'imperversare del clima invernale e alla consapevolezza di come fosse ormai impossibile ricevere aiuti dall'esterno.
## Operazione Anello: la battaglia finale
Il 10 gennaio 1943 ebbe inizio l'ultimo atto della lunga battaglia di Stalingrado. Contemporaneamente Hitler, il generale Kurt Zeitzler e il feldmaresciallo von Manstein, comandante del Gruppo d'armate Don erano alle prese con le apparentemente inesauribili offensive sovietiche dirette a isolare il raggruppamento tedesco del Caucaso, ora in ripiegamento verso nord, e avevano dovuto impegnare tutte le residue forze dell'Asse nel settore meridionale del fronte orientale, dove il 12 gennaio 1943 era iniziata una nuova travolgente offensiva sovietica. L'offensiva Ostrogožsk-Rossoš' in pochi giorni provocò il crollo anche della 2ª Armata ungherese e del Corpo d'armata alpino italiano posizionati sul corso superiore del Don. Stalin e il comando sovietico poterono scatenare finalmente, dopo numerosi rinvii dovuti all'evolversi della situazione generale e alla necessità di raggruppare le forze necessarie per distruggere la massa di truppe tedesche accerchiate, l'offensiva finale per eliminare la sacca di Stalingrado: l'operazione Anello, in russo операция «Кольцо».
Le ripetute sollecitazioni di Stalin indirizzate ai generali Rokossovskij e Nikolaj Voronov, i due comandanti sovietici incaricati di distruggere le forze accerchiate, per accelerare al massimo questa operazione finale sembrerebbero confermare l'importanza, anche per l'alto comando sovietico, di liberare il più presto possibile truppe da impiegare nell'offensiva principale a sud, e in parte confermerebbero la validità da un punto di vista di strategia militare (nonostante la cinica inumanità per le truppe ridotte allo stremo) della decisione di Hitler, e in parte anche di von Manstein e di Paulus, di evitare una resa prematura della 6ª Armata, che, continuando a resistere, ostacolava il dispiegamento delle forze sovietiche su altri fronti. Inutile risultò quindi la presentazione da parte dei comandi sovietici di un ultimatum, formalmente corretto, per invitare alla resa la 6ª Armata prima dell'attacco finale e per evitare un ulteriore spargimento di sangue.
La lotta finale, che si svolse dal 10 gennaio al 2 febbraio, venne condotta dalle due parti con particolare accanimento fino all'ultimo: i sovietici fecero uso in massa dell'artiglieria per distruggere i nuclei di resistenza delle truppe tedesche fortemente indebolite dal lungo assedio; le successive linee di arroccamento predisposte dai tedeschi per prolungare al massimo la resistenza vennero superate. Con la conseguente perdita degli aerodromi si verificarono i primi episodi di panico collettivo e di dissoluzione dei reparti; nelle settimane precedenti per via aerea erano stati evacuati almeno 30 000 soldati tra feriti, specialisti e ufficiali superiori. La maggior parte dei soldati furono uccisi sul posto. Chi scampò alla morte si riversò assieme a feriti e sbandati verso le rovine di Stalingrado dove si sviluppò l'ultima resistenza. Dopo la divisione in due parti della sacca e il congiungimento il 26 gennaio 1943 tra le forze sovietiche in avanzata da ovest e le truppe del generale Čujkov che tenevano ancora tenacemente la linea del Volga, ogni ulteriore resistenza risultò impossibile. Paulus, isolato nella sacca meridionale, venne catturato il 31 gennaio 1943 dalle truppe della 64ª Armata del generale Michail Šumilov senza opporre ulteriore resistenza e senza una resa formale; gli ultimi nuclei tedeschi nella sacca settentrionale, nell'area delle grandi fabbriche, al comando del generale Karl Strecker, si arresero definitivamente il 2 febbraio 1943.
La 6ª Armata e tutte le truppe inizialmente accerchiate nella sacca erano state completamente distrutte. I prigionieri nella fase finale furono circa 90 000. Paulus, insieme alla maggior parte dei generali comandanti, condivise la resa dei superstiti e rifiutò il tacito invito di Hitler al suicidio per suggellare epicamente con un esempio di fedeltà nibelungica l'epopea tedesca di Stalingrado, nonostante questi lo avesse promosso feldmaresciallo pochi giorni prima della resa finale, sottolineando che nessun tedesco di tale grado si fosse mai arreso.
## La vittoria sovietica
Dopo la resa dell'ultimo nucleo di resistenza, nel pomeriggio un aereo da ricognizione tedesco sorvolò la città, non riportando alcun segno di combattimento. La lunga battaglia era finita con la disfatta totale tedesca.
Il computo delle perdite dalle due parti risulta particolarmente difficile e dipende anche dal periodo cronologico preso in considerazione; la battaglia inizia, secondo la storiografia sovietica, il 17 luglio 1942 e termina il 2 febbraio 1943. Le perdite umane da parte sovietica sono dettagliatamente riportate nelle opere storiche edite dopo l'apertura degli archivi segreti di Mosca: da questa documentazione prima riservata risulta un totale di 478 000 morti o dispersi (323 000 fino al 18 novembre 1942 e 154 000 dopo l'inizio della controffensiva sovietica) e 650 000 feriti.
Il calcolo delle perdite umane dell'Asse risulta molto difficile. In termini di divisioni i tedeschi ne ebbero venti distrutte completamente a Stalingrado e altre dieci-quindici nelle battaglie del teatro meridionale del fronte orientale; i romeni persero diciannove divisioni, gli italiani e gli ungheresi dieci ciascuno. Le perdite dentro la sacca furono di 140 000 morti e dispersi e 100 000 prigionieri, di cui solo 5 000 sarebbero tornati in Germania entro il 1955 ma a questi prigionieri devono aggiungersene altri soldati tedeschi catturati al di fuori della sacca e i prigionieri rumeni, circa 100 000, ungheresi, 60 000, e italiani, oltre 50 000. Stalin e lo Stavka rivendicarono in un comunicato straordinario di aver inflitto alle potenze dell'Asse la perdita di oltre 1 milione di uomini nel periodo novembre 1942-marzo 1943. Mancano inoltre dati precisi sulle perdite dell'Asse durante la fase offensiva dell'estate del 1942.
Le perdite di materiale bellico sono ancor più difficili da computare. Tutto il materiale della 6ª Armata accerchiata fu distrutto (tra cui circa 170 carri armati e 1 300 cannoni). Le perdite sovietiche di carri armati furono molto alte, visto il loro impiego audace in profondità: ammonterebbero a circa 1 400 mezzi nella fase difensiva e a ulteriori 2 900 in quella offensiva; l'Armata Rossa era in grado di subire tali perdite e mantenere ugualmente la coesione e l'efficienza offensiva dei reparti grazie alla capacità di resistenza delle truppe e alle continue nuove forniture, provenienti dalle fabbriche degli Urali. Le perdite di aerei sono calcolate a circa 2 800 velivoli per tutto il periodo luglio 1942-febbraio 1943. Un preciso calcolo delle perdite totali dell'Asse è difficile: i romeni avevano circa 140 carri armati che furono quasi tutti distrutti, gli italiani e gli ungheresi un altro centinaio di mezzi che andarono ugualmente perduti; i tedeschi persero oltre 800 carri armati nella fase difensiva invernale. In realtà le perdite potrebbero essere state più alte: un rapporto dell'OKH calcola 2 500 carri distrutti da novembre 1942 a febbraio 1943 su tutto il fronte orientale; inoltre mancano dati precisi sulle perdite durante la prima fase della battaglia. Il computo delle perdite aeree dell'Asse è complesso; sembra sicura soltanto la perdita di ben 488 aerei da trasporto durante la fase del rifornimento aereo della sacca.. Le fonti sovietiche riferiscono di almeno 800 perdite aeree dell'Asse nel periodo invernale; le fonti tedesche sono incomplete; i dati variano da 580 a 640 aerei perduti.
La spinta al morale della coalizione anti-hitleriana data dalla sconfitta tedesca fu grande particolarmente in Unione Sovietica ma anche nei paesi alleati. Il mito dell'invincibilità della Germania e di Hitler venne distrutto per sempre, mentre tra le potenze dell'Asse le ripercussioni politico-morali furono notevoli sia a livello di opinione pubblica sia di quadri dirigenti (in Italia, Romania, Ungheria e anche nella Turchia non belligerante). La battaglia di Stalingrado rimane la più grande e decisiva sconfitta militare, politica e morale della Germania nella seconda guerra mondiale, nonché, in assoluto, una delle più grandi catastrofi della storia tedesca.
Storici e memorialisti sovietici hanno sempre considerato questa battaglia il punto di svolta decisivo non solo della guerra sul fronte orientale ma di tutto il secondo conflitto mondiale. La vittoria sul Nazionalsocialismo apparve per la prima volta possibile anche se non in tempi così immediati come in un primo momento Stalin sembra aver creduto. «Eravamo convinti che le maggiori difficoltà fossero ormai alle nostre spalle», dirà il generale Vasilevskij, uno dei protagonisti della vittoria.
## Valutazioni storiografiche
«La disfatta dell'Asse a Stalingrado fu una svolta della guerra perché fu una catastrofe da cui la Germania e la Wehrmacht non riuscirono più a riprendersi»
«Stalingrado fu la prima e sinora l'unica grande battaglia vinta dalla Russia annientando nel contempo notevoli forze nemiche. Nessuno dei suoi alleati della scorsa guerra può vantarsi di una vittoria del genere»
(Affermazione del generale tedesco Hans Doerr)
La battaglia di Stalingrado resta il simbolo della disfatta tedesca sul fronte orientale. Una parte della storiografia occidentale tuttavia, riprendendo in parte vecchie argomentazioni della propaganda bellica tedesca, ha proposto un'interpretazione della battaglia che ne riduce l'importanza storica nel contesto complessivo della seconda guerra mondiale.
In particolare è stato preso in considerazione il ruolo delle truppe accerchiate nelle fasi finali della battaglia e l'importanza strategica globale della loro resistenza: la 6ª Armata tedesca da sola tenne impegnate per oltre due mesi sette armate russe che di fatto non poterono essere impiegate per ulteriori offensive e quindi rimasero bloccate sul posto. Se queste forze non avessero dovuto tenere accerchiate le truppe del generale Paulus, avrebbero potuto partecipare all'offensiva generale sovietica in corso su tutto il fronte. Il loro intervento avrebbe potuto causare il crollo irreversibile del fronte sud tedesco. Mentre la 6ª Armata resisteva a Stalingrado, le altre forze della Wehrmacht, dopo il tentativo del feldmaresciallo von Manstein, si stavano riorganizzando su un fronte più difendibile e avevano bisogno di guadagnare tempo. Il fronte così accorciato avrebbe permesso di resistere con le forze disponibili.
L'argomento che la resistenza della 6ª Armata fosse necessaria e molto importante per mantenere agganciate cospicue forze sovietiche che altrimenti avrebbero potuto riversarsi contro il fronte tedesco e provocare una disfatta definitiva non è nuovo, ma risale a Hitler in persona, che lo utilizzò per motivare la sua dura decisione di impedire sia una sortita dell'ultima ora (a fine dicembre) delle truppe accerchiate, sia una loro resa a suo avviso prematura. Questo ragionamento, in parte condiviso dal feldmaresciallo von Manstein, è stato criticato in sede di analisi storiografica, al di fuori del fatto puramente umano legato alle sofferenze inflitte alle truppe accerchiate senza speranza di scampo.
In primo luogo, secondo questi storici, è indimostrabile il presunto effetto risolutivo di queste truppe sovietiche impegnate contro la sacca, in ragione della loro non eccezionale consistenza numerica (circa 250 000 uomini.), delle enormi difficoltà logistiche invernali anche per i sovietici e degli errori strategici che Stalin e lo Stavka spesso compivano. Infatti, quando queste truppe furono finalmente impegnate dopo la resa del 2 febbraio, vennero dirottate malamente e con grande difficoltà sul fronte centrale e non ottennero alcun risultato di rilievo. In secondo luogo, è altrettanto vero che se Hitler avesse disimpegnato prontamente la 6ª Armata già in novembre invece di mantenerla a tutti i costi nella "Fortezza", oppure avesse sganciato il raggruppamento del Caucaso già agli inizi di dicembre, senza aspettare la catastrofe dell'operazione Piccolo Saturno, si sarebbe ottenuto un rafforzamento del fronte tedesco molto più cospicuo, con conseguente maggiore solidità difensiva, e forse si sarebbero potuti salvare i soldati accerchiati.
Tale argomento, ripreso a volte da una parte della storiografia occidentale, serviva a Hitler soprattutto per giustificare alcuni suoi evidenti errori di valutazione strategica e per trasformare epicamente la resistenza della sacca di Stalingrado in un evento eroico, in linea con la tradizione germanica. Una parte della storiografia occidentale ha utilizzato questo argomento e anche dati statistici incompleti per ridimensionare il significato storico della battaglia, accentuando invece la rilevanza di operazioni anglosassoni come la battaglia di El Alamein (dove furono impegnati in tutto non più di 40 000 soldati tedeschi e 60 000 italiani); la resa in Tunisia, nota anche come "Tunisgrado", dove in realtà le perdite complessive dell'Asse furono di circa 250 000 uomini, ovvero meno di un quarto di quelle della battaglia di Stalingrado, o la stessa campagna di Normandia combattuta quasi due anni più tardi, con la Wehrmacht ormai decimata dalle campagne sul fronte sovietico e costretta a impiegare anche truppe volontarie straniere reclutate tra i prigionieri di guerra.
L'importanza storico-politica delle vittorie anglosassoni in Africa, in Europa nord-occidentale e nel Pacifico non va sminuita in senso contrario. Tuttavia, dal punto di vista militare la lunga campagna di Stalingrado, come affermano la maggior parte degli storici, anche occidentali rimane senza paragoni e sostanzialmente decisiva nella storia della seconda guerra mondiale in Europa.
Peraltro la Wehrmacht, anche dopo la sconfitta di Stalingrado, continuò a battersi tenacemente sul fronte orientale sia in difensiva sia contrattaccando localmente; ottenne un importante successo nella terza battaglia di Char'kov nel febbraio-marzo 1943 e tentò di prendersi la rivincita nella battaglia di Kursk (luglio 1943). La guerra sul fronte orientale sarebbe infatti durata ancora, aspra e sanguinosa, fino al maggio 1945 con il crollo finale del Terzo Reich. Tuttavia, come ha scritto lo storico statunitense David Glantz nel 2014, la battaglia di Stalingrado provocò realmente una svolta irreversibile, «perché fu una catastrofe da cui la Germania e la Wehrmacht non riuscirono più a riprendersi».
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Georgiche
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# Georgiche
«"Sed fugit interea, fugit inreparabile tempus"»
«"Ma fugge intanto,\ fugge irreparabile il tempo"»
(Virgilio, Georgiche, III, v. 284, traduzione di M. Ramous)
Le Georgiche (in latino: Georgica, neutro plurale - γεωργικά / gheorghikà - dell'aggettivo greco γεωργικός / gheorghikòs, "contadino", o, più semplicemente, "agricoltura", dalle parole γῆ / ghé, "terra", ed ἔργον / érgon, "lavoro") sono un poema di Publio Virgilio Marone.
Nell'universo ideologico delle Georgiche, la natura idealizzata delle Bucoliche viene in parte adombrata da una polarità per certi aspetti contraddittoria: tra "il senso del lavoro come lotta faticosa con la natura" («Labor omnia vicit \ improbus, et duris urgens in rebus egestas», I, vv. 145-146, «La fatica ostinata / e le necessità, che urgono / in circostanze difficili, / vinsero tutto», trad. M. Ramous) e "una visione idilliaca, idealizzata" (A. La Penna) della natura che è un sostrato comunque onnipresente nell'intero arco poetico di Augusto.
Anche lo stile è più ricco e ricercato rispetto alle Bucoliche, e coniuga i canoni dell'alessandrinismo e della poesia neoterica con il gusto spontaneo per il sublime e l'aspra versificazione scientifica del De rerum natura di Lucrezio, pubblicato nel 53 a.C., in un alternarsi ininterrotto di pungente malinconia e serena consapevolezza della caducità umana.
L'opera si divide in quattro libri dedicati rispettivamente al lavoro nei campi, all'arboricoltura, all'allevamento del bestiame e all'apicoltura, per un totale di 2188 versi, precisamente esametri.
Il titolo molto probabilmente deriva da un'opera del poeta greco didascalico Nicandro di Colofone.
A muovere l'ispirazione del poeta sono la malinconia per l'infanzia lontana, la volontà di restaurazione degli ideali aviti percepiti in decadenza e un sostrato di complesse suggestioni culturali e filosofiche: queste le tre componenti principali, intrecciate su un genuino e spontaneo sentimento della vita rurale, che, bambino, Virgilio aveva vissuto in prima persona.
L'opera fu "orientata" da Mecenate seguendo le ispirazioni ideologiche augustee: venne composta nel periodo immediatamente precedente l'affermazione di Ottaviano a Roma e negli stessi anni in cui Virgilio entrò a far parte del circolo di Mecenate: precisamente tra il 37 e il 31 a.C.(il poeta scrisse dunque, in media, meno di un verso al giorno).
## I libri
### Libro I
Si spiega in modo semplice e comprensibile il motivo del poema, cioè l'invito di Ottaviano Augusto a vivere in campagna. Vi si trova la dedica a Mecenate e al Princeps; spiega i vari aspetti della coltivazione dei cereali e dei segni del tempo: qualità dei terreni, metodi (come aratura e semina), i segni celesti che il pastore deve leggere per evitare le calamità naturali. Importanti gli excursus sulle origini del labor, su quelle del calendario e sui prodigi celesti avvenuti dopo la morte di Cesare. Il libro termina raccontando della devastazione provocata nei campi dalle guerre civili, a tinte fosche e apocalittiche, con i timori catastrofici dell'umanità e le speranze riposte nell'astro nascente di Ottaviano. Il libro risulta ispirarsi alle Opere e i Giorni di Esiodo.
### Libro II
Invocazione a Bacco e descrizione della coltivazione delle piante: le varietà, i metodi. I toni sono festosi. Particolare attenzione hanno la vite, la cui coltivazione si rivela complessa e richiede perizia, e l'olivo, pianta longeva e di semplice coltura. Lodi all'Italia, in quanto terra fertile e ricca di eroi, e alla primavera. Conclude con l'elogio della serena vita agreste.
### Libro III
Invocazione agli dei, lode ad Augusto e preludio dell'Eneide; metodi di allevamento del bestiame: buoi, cavalli, pecore e capre. Presente anche una sezione dedicata a cani e serpenti. Tratta delle difficoltà riscontrate da parte dei pastori, in Africa o in Scizia, contro la forza della Natura. Digressione sulla pestilenza che sterminò il bestiame nel Norico. È di matrice lucreziana, poiché vede nella natura una forza a volte devastatrice, travolgente, mossa da forze cieche.
### Libro IV
Nuova dedica a Mecenate e invocazione ad Apollo. Descrizione dell'apicoltura: descrive abitudini e specie, spiega qual è la stagione migliore per prelevare il miele (in tarda estate), come prelevarlo e come curare le malattie che colpiscono le api. Si torna ad un'ambientazione più serena e vivace della Natura. Excursus sul vecchio di Còrico e narrazione dell'epillio del pastore Aristeo, con inserimento in questo di una digressione del mito di Orfeo ed Euridice. È probabile che tale digressione abbia preso il posto di un elogio a Gaio Cornelio Gallo, amico di Virgilio, caduto in disgrazia presso l'imperatore a causa di una presunta congiura e che nel 26 a.C. si diede la morte. Nell'epilogo dell'opera l'autore ricorda il soggiorno napoletano e la composizione delle Bucoliche.
## Struttura del poema
Qui, come nelle "Bucoliche", troviamo un vero poema. I quattro libri che lo compongono hanno distinte autonomie tematiche, ma sono legati da un disegno complessivo e da sottili rimandi interni. Il primo e l'ultimo terzo sono pessimisti, il secondo e il quarto sono ottimisti. I primi due riguardano oggetti inanimati e gli ultimi due riguardano la natura vivente.
Inoltre, le prefazioni si alternano tra i volumi pari e dispari del romanzo: le più importanti sono le prefazioni del primo e del terzo libro, che contengono anche inni in lode di Ottaviano. Anche riguardo all'ultima digressione si può notare una corrispondenza simmetrica. La descrizione della guerra civile nel primo libro è legata all'attacco peste agli animali di Norico nel terzo libro; nel secondo, la vita di campagna celebra gli orrori della guerra, e nel quarto, le api sorprendente recrudescenza della peste è una risposta alle morti causate dalla peste.
## Un poema didascalico
Il poema, benché rimanga all'interno del genere didascalico, non vuole solo spiegare il lavoro dei campi o fornire indicazioni tecniche sull'agricoltura: mira anche a esaltare l'attività agricola come palestra di virtù civili e partecipazione del cittadino a vantaggio della collettività, in accordo con l'ideologia augustea. Come ha ben notato Antonio La Penna, il poema non si rivolge agli agricoltori, ma all'intera società contemporanea, per "comunicare poeticamente i nuovi ideali che avrebbero dovuto guidare l'Italia e l'Impero".
Virgilio, in alcuni punti, sembra rifarsi a Lucrezio, il poeta latino autore del poema didascalico De Rerum Natura, anche se non condivide pienamente la sua visione della natura. Sotto certi aspetti preferisce l'orientamento stoico; per altri, come la suddetta esaltazione del mondo agricolo e la sua minuziosa descrizione, il poeta latino sembra avvicinarsi molto al greco Esiodo, con le sue Opere e i giorni (Ἔpγα καὶ ἡμέραι).
In tale ottica si potrà ben definire come, con valide ragioni, in un suo breve saggio, Luigi Firpo abbia individuato nel poema una sorta di epos dell'Occidente, nella mitizzazione dell'età saturnia di un mondo rurale, per così dire, "duro", al quale si contrappongono i vizi di un mondo "morbido" qual era, nella mentalità dell'epoca, quello dell'Oriente, che per altro il poeta doveva conoscere perché all'ideologia da esso rappresentata aderiva quella di buona parte dei poeti alessandrini.
Si avverte in lui la volontà di costruire intorno all'uomo un mondo “complice”: il mondo della natura campestre è l'unico adatto ad una vita sana e virtuosa in contrapposizione alla vita cittadina e alla sua corruzione.
## Il lavoro
La digressione sulle origini del lavoro presenta quest'ultimo come dono di Giove all'uomo affinché egli, spinto dalla necessità, acuisse l'ingegno ideando le varie attività e perseguendo il progresso. In questo mito Virgilio prese come modello la concezione di Esiodo: mantenne il valore sacrale del lavoro, ritenendolo sempre un dono di Zeus e lo interpretò come un atto provvidenziale di giustizia, non come punizione divina.
## Lo stoicismo e le api
Il lavoro visto non più come una condanna, ma come dono divino, viene rivalutato dal punto di vista etico e culturale. Da questo punto di vista assume una particolare importanza la figura delle api nella digressione del IV libro. L'autore mostra le api riprendendo la metafora sociale di Cicerone: esse hanno un'organizzazione comunitaria, caratterizzata dalla fedeltà alla casa e alle leggi, dalla condivisione delle risorse e dalla dedizione al lavoro, in una tipica visione stoica della società. Le api, inoltre, sono disposte anche al sacrificio personale per il bene comune e mantengono l'assoluta dedizione al capo: tutti elementi del più puro idealismo augusteo. Con le Georgiche, Virgilio abbandonò la dolcezza consolatoria della natura presente nelle Bucoliche per trasformare la natura in cultura, grazie al lavoro dell'uomo.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Freddie_Fox
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Freddie Fox
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# Freddie Fox
Frederick Samson Robert Morice "Freddie" Fox (Londra, 5 aprile 1989) è un attore britannico.
## Biografia
Nato ad Hammersmith, un quartiere di Londra, è figlio di Joanna David e Edward Fox, entrambi attori. Ha anche una sorella attrice di nome Emilia Fox. Frequenta prima la Bryanston School nel Dorset e completa i suoi studi alla Guildhall School of Music and Drama nel 2010. Inizia la sua carriera d'attore a teatro e recita all'Old Vic in La pulce nell'orecchio e in Cause Célèbre.
Appare in alcuni film per la televisione britannici e nel 2011 fa parte del cast di I tre moschettieri. Nel 2012 appare nella miniserie britannica Parade's End e recita nei panni di Alfred Douglas, a fianco di Rupert Everett, nella produzione teatrale The Judas Kiss di David Hare. Nel 2017 viene candidato al Laurence Olivier Award al migliore attore non protagonista per la sua interpretazione di Tristan Tzara ne I mostri sacri di Tom Stoppard in scena all'Apollo Theatre di Londra.
### Vita privata
Mentre promuoveva la commedia di Channel 4 Cucumber nel 2015, Fox ha detto che non desidera definire la sua sessualità, aggiungendo "Ho avuto delle fidanzate, ma non vorrei dire 'Io sono questo o io sono quello', perché un giorno nella mia vita potrei innamorarmi di un uomo". Ha anche affermato che la bisessualità è spesso fraintesa e che le persone possono avere relazioni significative "indipendentemente dal loro sesso".
## Filmografia
### Cinema
* St.Trinian's 2 - La leggenda del tesoro segreto (St Trinian's 2 - The Legend of Fritton's Gold), regia di Oliver Parker e Barnaby Thompson (2009)
* I tre moschettieri (The Three Musketeers), regia di Paul W. S. Anderson (2011)
* Pride, regia di Matthew Warchus (2014)
* Posh (The Riot Club), regia di Lone Scherfig (2014)
* Victor - La storia segreta del dott. Frankenstein (Victor Frankenstein), regia di Paul McGuigan (2015)
* King Arthur - Il potere della spada (King Arthur: Legend of the Sword), regia di Guy Ritchie (2017)
* La signora Harris va a Parigi (Mrs. Harris Goes to Paris), regia di Anthony Fabian (2022)
### Televisione
* Miss Marple (Agatha Christie's Marple) - serie TV, episodio 4x04 (2009)
* Worried About the Boy, regia di Julian Jarrold – film TV (2010)
* Any Human Heart, regia di Michael Samuels - miniserie TV (2010)
* This September – serie TV, episodio 1x01 (2010)
* The Shadow Line – serie TV, 4 episodi (2011)
* The Mystery of Edwin Drood, regia di Diarmuid Lawrence - miniserie TV (2012)
* Lewis – serie TV, episodio 6x02 (2012)
* Parade's End, regia di Susanna White – miniserie TV (2012)
* Cucumber – serie TV, 7 episodi (2015)
* Banana – serie TV, 4 episodi (2015)
* La collina dei conigli (Watership Down), regia di Noam Murro - miniserie animata (2018)
* White House Farm – miniserie TV, 6 puntate (2020)
* The Crown – serie TV, 1 episodio (2020)
* The Great – serie TV, 12 episodi (2020-2023)
* The Pursuit of Love - Rincorrendo l'amore (The Pursuit of Love) – miniserie TV, 3 puntate (2021)
* Slow Horses – serie TV, 10 episodi (2022-2023)
* House of the Dragon – serie TV (2024)
## Teatro
* La pulce nell'orecchio di Georges Feydeau, regia di Richard Eyre. Old Vic di Londra (2011)
* Cause Célèbre di Terence Rattigan, regia di Thea Sharrock. Old Vic di Londra (2011)
* Hay Fever di Noël Coward, regia di Howard Davies. Noël Coward Theatre di Londra (2012)
* The Judas Kiss di David Hare, regia di Neil Armfield. Hampstead Theatre (2012), Duke of York's Theatre di Londra (2013)
* Romeo e Giulietta di William Shakespeare, regia di Jonathan Humphreys. Crucible Theatre di Sheffield (2015)
* Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare, regia di Simon Evans. Southwark Playhouse di Londra (2016)
* Romeo e Giulietta di William Shakespeare, regia di Kenneth Branagh. Garrick Theatre di Londra (2016)
* I mostri sacri di Tom Stoppard, regia di Patrick Marber. Menier Chocolate Factory (2016) e Apollo Theatre di Londra (2017)
* Un marito ideale di Oscar Wilde, regia di Jonathan Church. Vaudeville Theatre di Londra (2018)
* Edmond de Bergerac di Alexis Michalik, regia di Roxana Silbert. Birmingham Repertory Theatre di Birmingham e tour UK (2019)
* Amleto di William Shakespeare, regia di Tom Littler. Guildford Shakespeare Company di Guilford (2022)
* Ella si umilia per vincere di Oliver Goldsmith, regia di Tom Littler. Orange Tree Theatre di Londra (2023)
## Doppiatori italiani
Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Freddie Fox è stato doppiato da:
* Patrizio Cigliano in Victor - La storia segreta del dott. Frankenstein, La collina dei conigli
* Francesco Bulckaen in I tre moschettieri
* Davide Perino in Pride
* Leonardo Graziano in Posh
* Manuel Meli in Slow Horses
* Flavio Aquilone in The Pursuing of Love - Rincorrendo l'amore
* Giuseppe Palasciano in The Crown
* Alessandro Campaiola in La signora Harris va a Parigi
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https://it.wikipedia.org/wiki/Diritti_LGBT_in_Thailandia
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Diritti LGBT in Thailandia
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# Diritti LGBT in Thailandia
La Thailandia è uno dei paesi del Sud-est asiatico più tolleranti nei confronti dell'omosessualità, sia maschile sia femminile: entrambe sono perfettamente legali, anche se le coppie composte da persone dello stesso sesso non hanno ancora le stesse protezioni legali disponibili di quelle eterosessuali.
## Status giuridico
I rapporti omosessuali privati tra adulti consenzienti non mercenari sono stati depenalizzati fin dal 1956; l'età del consenso è fissata per tutti i tipi di rapporto a 16 anni.
A partire dagli anni '90 del secolo scorso, in termini di tematiche LGBT, ha cominciato a verificarsi un cambiamento sempre più favorevole nell'atteggiamento dell'opinione pubblica e nella politica generale del governo: nel 2002 il Ministero della Sanità thailandese ha pubblicamente dichiarato che l'omosessualità non è in alcun caso da considerarsi come un disturbo o una malattia.
Nel 2005 le forze armate hanno tolto il divieto rivolto fino alle persone LGBT di svolgere il servizio militare; prima di tale riforma si seguiva una legge del 1954 che le esentava in quanto affette da un "disturbo mentale". Nel 2007 il governo ha ampliato la definizione di violenza sessuale con la possibilità d'includere come vittime di stupro (compreso quello coniugale) sia le donne sia gli uomini.
## Protezioni legali e costituzionali
Non vi sono ancora leggi, a tutto il 2012, contro i crimini d'odio o favorevoli ai diritti civili, anche se alcuni rapporti ufficiali parlano di discriminazioni o addirittura di sporadici atti di violenza contro le persone LGBT. Alcuni gruppi non governativi buddhisti impediscono a uomini apertamente gay o bisessuali di diventare monaci, ma varie altre associazioni sia pubbliche sia private sono tuttavia impegnate contro le ingiuste discriminazioni basate sull'orientamento sessuale o l'identità di genere. La tolleranza e l'accettazione di persone transgender sul posto di lavoro tende a esser sempre più alta, grazie anche a programmi televisivi e spettacoli di cabaret a loro favorevoli: un esempio notevole di ciò è rappresentato dal Teatro Alcazar di Pattaya. In altri settori invece, come quello aziendale, scolastico, abitativo, non è stata ancora formalmente studiata alcuna misura riguardante le pari opportunità.
Nessuna delle precedenti costituzioni della nazione prevedeva espressamente il riconoscimento e la tutela delle minoranze sessuali; la nuova Costituzione ha formalmente adottato nel 2007 il principio di rifiutare qualsiasi discriminazione basata sullo 'status personale', assicurando il rispetto delle libertà civili in conformità con la sicurezza dello stato e la moralità pubblica.
## Diritti civili e famiglia
La legge thailandese attualmente non riconosce né i matrimoni omosessuali né le unioni civili e non è del tutto chiaro se una coppia composta da due persone dello stesso sesso possa eventualmente avere il permesso di adottare od ottenere l'affidamento di figli avuti da precedenti matrimoni eterosessuali. Nonostante questa mancanza di formale riconoscimento giuridico le coppie omosessuali tendono a essere pubblicamente accettate senza problemi di sorta, soprattutto nelle zone più urbane, Bangkok, Phuket o Pattaya. Nel 2011 la commissione nazionale per i diritti umani, un ente governativo, in collaborazione con ONG operanti sul territorio, ha presentato una proposta di progetto di legge per concedere la libertà alle coppie gay di sposarsi legalmente; ciò anche a seguito delle critiche mosse al governo thailandese da parte di Elton John per la mancanza di riconoscimento giuridico di qualsiasi forma d'unione civile. A partire dal dicembre 2012 è in corso di elaborazione, da parte di un comitato ufficiale governativo, di una legislazione che dia pieno riconoscimento legale alle coppie omosessuali; l'8 febbraio 2013 si è tenuta la prima udienza pubblica riguardante il disegno di legge elaborato dalla commissione parlamentare per gli affari legali a favore delle unioni omosessuali, e che vorrebbe prendere a modello la legge sul matrimonio gay già esistente nel Regno Unito.
## Vita della comunità LGBT
La Thailandia ha da lungo tempo una reputazione d'ampia tolleranza e liberalità nei confronti della libera espressione sessuale, esiste una notevole varietà di bar e locali notturni espressamente rivolti a una clientela gay, mentre la prima rivista che si occupava di tematiche LGBT ha cominciato le sue pubblicazione già nel 1983. Almeno fino al 1989 però, pur non esistendo alcuna repressione diretta esisteva ancora in quasi tutti gli strati della popolazione una sottile negazione, attraverso l'invisibilità e la mancanza di consapevolezza sociale sulle persone omosessuali; anche se la maggioranza delle persone riconoscevano l'esistenza dell'omosessualità senza problemi, non vi era ancora piena comprensione della nozione di diritti civili per gay e lesbiche. Le cose hanno lentamente cominciato a cambiare a partire dagli anni '90 del XX secolo anche grazie a eventi pubblici come la manifestazione del Gay pride e relativo Festival, il quale si è svolto con regolarità a cadenza annuale fino al 2007, quando a causa di controversie interne alla comunità LGBT e per problemi di finanziamenti se ne è dovuta interrompere la tradizione.
I transessuali sono abbastanza comuni all'interno degli spettacoli televisivi d'intrattenimento popolare, durante i concerti e all'interno di locali e discoteche: nel 2007 l'Assemblea nazionale ha discusso e poi approvato la proposta di consentire alle persone transgender di cambiare legalmente nome a seguito dell'operazione di cambio del sesso. Kathoey è il nome di dato alle persone transessuali che lavorano all'interno del mondo dello spettacolo.
## Media e censura
Fin dagli anni '80 molte pubblicazioni a tema LGBT sono disponibili in Thailandia, mentre è almeno dagli anni '70 che al cinema e in televisione abbondano personaggi LGBT, seppur quasi sempre con risvolti comici; mentre è dalla metà degli anni '90 che se ne è cominciato a dare un aspetto più equilibrato e profondo (vedi ad esempio il film Beautiful Boxer). La censura vigente nel paese eminentemente rivolta alla protezione della sicurezza dello stato e all'immagine pubblica della religione buddhista e della monarchia regnante. Pur essendo illegale la pornografia un'ampia gamma di giocattoli sessuali vengono liberamente commercializzati, tanto che nel 2010 il primo sexy shop in stile occidentale è stato aperto nella capitale Bangkok. L'ex primo ministro Thaksin Shinawatra aveva a suo tempo lanciato una campagna anti-pornografia, che era stata spesso utilizzata per sequestrare o vietare molte riviste gay; in seguito la politica governativa si è fatta decisamente più liberale nei confronti delle pubblicazioni a tematica LGBT.
## Rappresentazioni nella filmografia
### Cinema
La Thailandia è tra i paesi asiatici, dopo il Giappone e assieme alle Filippine, uno di quelli che maggiormente hanno raccontato tramite la sua cinematografia, apertamente e senza inibizioni, le condizioni di vita e la realtà quotidiana degli omosessuali maschi, ma soprattutto dei transessuali. Tra i film che dall'inizio degli anni 2000 hanno riscosso un maggior riscontro di critica e pubblico ci sono:
* 2000: The Iron Ladies
* 2001: Jan Dara
* 2002: Saving Private Tootsie
* 2003: Sayew
* 2003: Beautiful Boxer
* 2003: The Iron Ladies 2: Before and After (Satree lek 2)
* 2003: Cheerleader Queens (I'm Lady)
* 2003: The Adventure of Iron Pussy (Hua jai tor ra nong)
* 2004: Down the River
* 2004: Tropical Malady
* 2005: Rainbow (Right Be Me)
* 2006: Metrosexual
* 2006: Silom Soi 2
* 2007: Bangkok Love Story
* 2007: The Love of Siam
* 2007: Ghost Station
* 2007: Haunting Me (Ho Taeo Taek)
* 2007: Kung Fu Tootsie
* 2007: Me... Myself (Khaw hai rak jong jaroen)
* 2007: Pleasure Factory (Kuaile Gongchang)
* 2009: Boring Love
* 2010: Yes or No (Yak Rak Ko Rak Loei)
* 2014: My Bromance (Phi Chai My Bromance)
* 2015: The Blue Hour (Onthakan)
* 2015: Water Boyy
### Televisione
Diverse sono le serie televisive prodotte in Thailandia interamente incentrate su protagonisti, soprattutto adolescenti o giovani adulti, che scoprono di essere innamorati di ragazzi dello stesso sesso, cosiddette Boy Love; tra le più famose (con coppie omosessuali come elemento assolutamente protagonista) vi sono:
* Love Sick: The Series - Rak wun wai run saep (2014-2015)
* Make It Right: The Series - Rak ok doen (2016-2017)
* Run phi Secret Love (2016-2017)
* SOTUS: The Series - Phi wak tua rai kap nai pi nueng e SOTUS S: The Series (2016-2017 e 2017-2018)
* My Bromance - Phichai: The Series (2016-2017)
* Together with Me e Together With Me - The Next Chapter (2017 e 2018)
* 2gether: The Series (2020)
* Bad Buddy (2021)
* Not Me (2021)
## Tabella riassuntiva
| Attività e relazioni sessuali legali | (dal 1956) |
| - | - |
| Parità dell'età di consenso | (dal 1997) |
| Leggi anti-discriminazione sul lavoro | (dal 2015) |
| Leggi anti-discriminazione nella fornitura di beni e servizi | (dal 2015) |
| Leggi anti-discriminazione in tutti gli altri settori (incluse le espressioni d'odio) | (dal 2015) |
| Matrimonio egualitario | |
| Unione civile | (proposta) |
| Step-child adoption | |
| Adozione | |
| Autorizzazione a prestare servizio nelle forze armate | (dal 2005) |
| Diritto di cambiare fisicamente sesso | |
| Diritto di cambiare anagraficamente sesso | (dal 2007) |
| Accesso alla fecondazione in vitro per le lesbiche | |
| Surrogazione di maternità | |
| Permesso di donare il sangue | |
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https://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_parlamentari_in_Bulgaria_del_luglio_2021
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Elezioni parlamentari in Bulgaria del luglio 2021
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# Elezioni parlamentari in Bulgaria del luglio 2021
Le elezioni parlamentari in Bulgaria del luglio 2021 si sono tenute l'11 luglio per il rinnovo dell'Assemblea nazionale. Hanno avuto luogo a soli tre mesi dalle elezioni precedenti, dopo i tentativi infruttuosi delle forze politiche di formare un governo.
I 240 membri del parlamento sono eletti con il sistema proporzionale in 31 distretti elettorali (per ogni distretto gli eletti variano da 4 a 16) con uno sbarramento al 4%.
## Risultati
| Liste | Voti | % | Seggi |
| - | - | - | - |
| C'è un Popolo come Questo | 657 824 | 23,78 | 65 |
| GERB - SDS | 642 165 | 23,21 | 63 |
| BSP per la Bulgaria (BSP - KPB - Ekoglasnost - ABV - BL - DSH) | 365 695 | 13,22 | 36 |
| Bulgaria Democratica (DSB - DaB! - ZD) | 345 329 | 12,48 | 34 |
| Movimento per i Diritti e le Libertà | 292 439 | 10,57 | 29 |
| Alzati! Fuori i Criminali! | 136 879 | 4,95 | 13 |
| Patrioti Bulgari (VMRO - Volja - NFSB) | 85 796 | 3,10 | – |
| Rinascita | 82 147 | 2,97 | – |
| Estate Bulgara | 49 833 | 1,80 | – |
| Unione Nazionale Attacco | 12 661 | 0,46 | – |
| Unione di Sinistra per una Repubblica Pura e Santa | 10 308 | 0,37 | – |
| Repubblicani per la Bulgaria | 8 553 | 0,31 | – |
| Associazione Nazionale della Destra | 7 875 | 0,28 | – |
| Altri <0,25% | 34 146 | 1,23 | – |
| Nessuna preferenza | 35 200 | 1,27 | – |
| Totale | 2 766 850 | 100 | 240 |
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3,889,166 |
https://it.wikipedia.org/wiki/Hoot_%28EP%29
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Hoot (EP)
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# Hoot (EP)
Hoot (훗; sottotitolato 009) è il terzo EP del gruppo di idol sudcoreano Girls' Generation. L'EP consiste di cinque tracce ed è stato pubblicato il 27 ottobre 2010 dalla SM Entertainment. L'album ha venduto 350 000 copie in tutto il mondo ed è stato certificato disco d'oro dalla RIAJ.
## Tracce
### Edizione coreana
* Hoot (Hangul: 훗) - 3:18
* Mistake (Korean: 내 잘못이죠) - 4:07
* My Best Friend (Korean: 단짝) - 3:24
* Wake Up (Korean: 일어나) - 3:15
* Snowy Wish (Korean: 첫눈에...) - 3:28
### Edizione giapponese
* Hoot (フッ; Fut) - 3:18
* It's My Fault (Mistake) (私のせいなのね; Watashi no Sei Nano ne) - 4:07
* Close Friend (My Best Friend) (仲良し; Nakayoshi) - 3:24
* Wake Up - 3:15
* At First Glance... (Snowy Wish) (一目見ただけで; Hitomemita Dake de) - 3:28
## Classifiche
| Classifica | Posizione più alta |
| - | - |
| Corea del Sud Circle Chart | 1 |
| Japan Oricon | 2 |
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2,915,379 |
https://it.wikipedia.org/wiki/Mondo_Marcio
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Mondo Marcio
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# Mondo Marcio
Mondo Marcio, pseudonimo di Gian Marco Marcello (Milano, 1º dicembre 1986), è un rapper e produttore discografico italiano.
## Biografia
### Primi anni
Nato nel dicembre del 1986 a Milano, Marcio è stato segnato dal divorzio dei suoi genitori (il padre è Francesco Marcello, noto avvocato lombardo), che lo ha portato all'incontro con gli assistenti sociali fin dalla giovane età, segnandolo così di un'esperienza che sarebbe emersa in futuro, una volta scoperta la sua vena compositiva in ambito hip hop. Inoltre il rapper soffriva di solitudine, fino all'incontro con i suddetti "marci", un gruppo di persone che avevano problemi a casa e si sostenevano a vicenda.
Dopo aver pubblicato il demo Difesa personale, Mondo Marcio iniziò a diffondere il proprio materiale in modo da acquisire notorietà nella città di Milano, fino a quando non viene notato dal rapper e produttore Bassi Maestro, il quale si interessò a lui, intravedendo potenzialità sia come autore di rime, che come freestyler. Il suo primo successo è stato infatti la vittoria a pari merito all'evento Tecniche Perfette, in cui Mondo Marcio affrontò in finale il rapper degli OneMic Ensi all'età di 16 anni. Fu Rido MC, membro del gruppo Cricca Dei Balordi e del collettivo Sano Business, a dargli l'attuale appellativo.
### L'esordio con Mondo Marcio
La carriera del rapper inizia prestissimo: all'età di 17 anni decide di utilizzare il proprio materiale per realizzare un disco vero e proprio, che anche grazie al supporto di Bassi Maestro si rivela interessante e positivo. Infatti nel maggio del 2004 viene commercializzato l'omonimo Mondo Marcio, album d'esordio che trova buon riscontro anche nella scena rap underground italiana, grazie anche al flow del rapper.
Il mensile Tutto musica e spettacolo gli dedica una recensione. Qualche mese dopo, precisamente nel novembre dello stesso anno, Mondo Marcio pubblica il mixtape Fuori di qua, a cui partecipano i maggiori esponenti dell'hip hop underground come Bassi Maestro in Sei troppo Cheap, Gué Pequeno in Mondo Marcio Gue Pequeno, Jack the Smoker in Le strade e Jack, Fabri Fibra in Abbi fede, Cush in Quello che so, Gomez in Starlight, DJ Minga in Il giuramento ed infine JP. Verso la fine del 2005 abbandona la Vibrarecords per stipulare un contratto discografico con la major EMI/Virgin.
### Solo un uomo e il successo nazionale
Il 27 gennaio 2006 viene pubblicato il secondo album in studio Solo un uomo, che ottiene un notevole successo a livello nazionale, conquistando il disco d'oro in un brevissimo arco di tempo, vendendo più di 80 000 copie, conquistando il disco di platino. L'album è stato anticipato dal singolo Dentro alla scatola, il cui video musicale veniva passato costantemente da MTV per diverse settimane. L'album ha debuttato alla decima posizione nella classifica italiana degli album, mentre il singolo rimane secondo solamente ad Hung Up di Madonna, per rimanere successivamente per oltre 4 mesi nella Top 20. Successivamente uscirono altri tre singoli: Nessuna via d'uscita, Segui la stella e Purple Weed. Verso l'estate del 2006 è stata pubblicata l'edizione speciale Solo un uomo - Gold Edition, la quale contiene un disco aggiuntivo intitolato Nessuna via d'uscita e che racchiude 21 brani prodotti esclusivamente da Mondo Marcio e un rifacimento rapcore di Dentro alla scatola, eseguito insieme ai Finley.
Verso la fine dell'estate viene pubblicata anche l'edizione speciale del primo album Mondo Marcio, denominata Mondo Marcio Gold Edition e costituita da un secondo CD contenente 14 remix, nei quali sono stati inseriti in più spezzoni di voce del rapper inediti. Hanno collaborato alla realizzazione di tale disco vari DJ e beatmaker nel campo dell'hip hop italiano come ad esempio Don Joe dei Club Dogo.
### Generazione X e In cosa credi
Il 22 giugno 2007 è stato pubblicato il terzo album Generazione X, anticipato dal singolo omonimo presentato in anteprima ai TRL Awards 2007. L'album ha venduto oltre 25 000 copie e racconta di un nuovo ambiente, di nuovi problemi, gli artisti della vecchia scuola che non lo amano, i fan che lo accusano di essersi venduto alle major, i rapporti ambigui con stampa e media, ma conservando stessa identica attitudine, con il microfono che è ancora lo strumento per sfogare la rabbia e dare un senso alle cose. La generazione X è quella dei ventenni, sballottati e senza appigli, e Mondo Marcio ci porta le sue riflessioni in merito, sempre condite dal suo tipico slang e da un flow molto riconoscibile, che è cresciuto con il tempo.
Mondo Marcio ha approfondito la materia dell'hip hop a New York entrando in contatto con i migliori produttori contemporanei, producendo tutte le basi del disco, che è pervaso da un groove un po' southern e un po' in stile 50 Cent. Un altro brano degno di nota è Ti starò affianco, che affronta il tema dell'aborto in età adolescenziale; qui l'autore crea un doppio significato tra la sua vita e quella dei ragazzi che tutti i giorni mettono al mondo figli pur non essendo ancora maggiorenni.
L'11 luglio 2008 è stato pubblicato il mixtape In cosa credi, prodotto interamente dall'etichetta da lui fondata, la Mondo Records. In questo disco hanno collaborato i principali nomi dell'underground rap italiano, tra cui Nesli, Cor Veleno, Ensi, Jack the Smoker ed Evergreen. Nel mixtape è presente inoltre una collaborazione con Pier Cortese nella canzone intitolata Tutto può cambiare. Questo mixtape fa anche parte di una tradizione personale dell'artista, poiché fin dagli inizi della sua carriera dopo un album ufficiale ha sempre stampato un mixtape (Fuori di qua e Nessuna via d'uscita).
### Animale in gabbia e Musica da serial killer
Nel corso del 2009, Mondo Marcio pubblica l'EP Animale in gabbia sta arrivando, per poi collaborare con i Two Fingerz al brano Deluso, contenuto nell'album Il disco finto. Il 29 gennaio dell'anno successivo, il rapper pubblica il quarto album in studio Animale in gabbia, anticipato a dicembre 2009 dal singolo Non sono una rockstar.
Il 25 gennaio 2011 è stato pubblicato il mixtape Musica da serial killer, prodotto dal rapper e distribuito dalla Mondo Records.
### Cose dell'altro mondo
Il 2 ottobre 2012 Mondo Marcio ha pubblicato l'album Cose dell'altro mondo, anticipato dai singoli Fight Rap e Senza cuore. Secondo le parole del rapper, Cose dell'altro mondo rappresenta l'album della piena maturità, in cui sono presenti brani «che non avrei mai scritto in passato, alcune sembrano davvero scritte da un altro Mondo Marcio». L'album inoltre presenta molte collaborazioni con artisti appartenenti alla scena hip hop, come Vacca, Caparezza, Danti dei Two Fingerz, Bassi Maestro, J-Ax, Strano, Emis Killa e Killacat. Il 25 giugno 2013, in occasione del decimo anniversario dalla pubblicazione di Mondo Marcio, è stata pubblicata un'edizione speciale di Cose dell'altro mondo denominata Cose dell'altro Mondo Marcio, doppio disco che racchiude sia Cose dell'altro mondo che Mondo Marcio, oltre anche ad alcune tracce inedite.
Per celebrare i 10 anni di collaborazione tra Mondo Marcio e Bassi Maestro, i due rapper hanno realizzato un EP intitolato Vieni a prenderci, pubblicato sull'iTunes Store il 12 novembre 2013.
### Nella bocca della tigre e La freschezza del Marcio
Nel periodo di composizione del sesto album in studio di Mondo Marcio, quest'ultimo ha pubblicato in via gratuita il mixtape Mondoteismo. Uscito il 5 marzo 2014, il mixtape contiene una raccolta di alcuni brani pubblicati nel corso della sua carriera e l'inedito Mai, realizzato insieme al rapper Lapo Raggiro.
Pochi giorni più tardi, Mondo Marcio annuncia il sesto album in studio, intitolato Nella bocca della tigre e pubblicato il 15 aprile. Il disco è un concept album caratterizzato da numerosi campionamenti di alcuni brani originariamente interpretati da Mina, la quale ha concesso per la prima volta l'autorizzazione per l'utilizzo dei suoi brani. L'11 marzo è stato invece pubblicato sul canale YouTube del rapper il video della title track, il quale contiene un campionamento del brano Serpenti, composto da Massimiliano Pani e da Samuele Cerri e presente in Rane supreme (1987). L'album ad una settimana dall'uscita debutta alla quarta posizione della classifica italiana degli album.
Il 14 luglio 2015 Mondo Marcio ha pubblicato attraverso Vevo il brano inedito Gotham, composto appositamente per la colonna sonora del videogioco Batman: Arkham Knight, mentre il 12 febbraio 2016 ha reso disponibile il video del brano Un altro giorno, prodotto da Bassi Maestro e pubblicato come singolo una settimana più tardi. Il 17 febbraio il rapper ha annunciato il settimo album in studio La freschezza del Marcio, uscito l'11 marzo ed anticipato dal singolo omonimo e Me & My Bitch, pubblicati rispettivamente il 26 febbraio e il 4 marzo.
Il 1º luglio 2016, a pochi mesi dalla pubblicazione dell'album, il rapper ha pubblicato per il download gratuito il mixtape Rap God Mixtape, costituito da 9 inediti e quattro remix di brani celebri di artisti come Desiigner e Future a cui Mondo Marcio ha aggiunto varie strofe inedite. Inoltre Mondo Marcio ha scritto e prodotto il brano Se mi ami davvero dell'album Le migliori di Mina e Adriano Celentano, pubblicato il 23 giugno 2017.
### Uomo! e Magico
L'8 marzo 2019 il rapper ha pubblicato l'ottavo album Uomo!, da lui definito «una celebrazione della natura umana, unica proprio per i suoi difetti». Per la sua promozione sono stati pubblicati quattro singoli, tra cui Angeli e demoni con Mina (tornata a collaborare con Mondo Marcio dai tempi dell'album Nella bocca della tigre), nonché dalla tournée Rap God Tour, partita a inizio aprile a Barcellona e conclusosi a Milano il 18 dello stesso mese.
Il 22 novembre 2019 è stato presentato il singolo inedito Oh God, caratterizzato da influenze più contemporary R&B. Il successivo 22 maggio 2020 Mondo Marcio ha pubblicato il singolo Adderall, prodotto da Shroom e accompagnato dalla b-side Idolo.
Dopo oltre un anno di silenzio artistico, Mondo Marcio è tornato sulle scene musicali con il singolo Fiori e fango, inciso insieme ad Arisa ed entrato in rotazione radiofonica a partire dal 17 giugno 2022. Anticipato da quest'ultimo singolo, esce poi lo stesso anno l'album Magico.
## Scritti
Il 6 giugno 2006, Mondo Marcio ha pubblicato il libro autobiografico Mondo Marcio. Inoltre, con l'uscita di Cose dell'altro mondo, il rapper ha dichiarato di essere al lavoro sul nuovo libro La città fantasma, pubblicato a maggio 2016. A differenza del primo, questo è un vero e proprio romanzo, ambientato in un futuro apocalittico dove, a causa del riscaldamento globale, Milano è stata completamente sommersa dall'acqua.
## Discografia
* 2004 – Mondo Marcio
* 2006 – Solo un uomo
* 2007 – Generazione X
* 2010 – Animale in gabbia
* 2012 – Cose dell'altro mondo
* 2014 – Nella bocca della tigre
* 2016 – La freschezza del Marcio
* 2019 – Uomo!
* 2021 - My Beautiful Bloody Break Up
* 2022 – Magico
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https://it.wikipedia.org/wiki/Zona_11_pm
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Zona 11 pm
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# Zona 11 pm
Zona 11 pm è stato un programma televisivo di Rai Sport ideato da Marco Mazzocchi andato in onda in vari giorni della settimana alle 22:45 su Rai Sport e Rai Sport + HD.
## Descrizione
Versione serale dell'omonima rubrica che andava in onda alle 11:00 all'interno del contenitore Mattina Sport, Zona 11 pm è stato un talk sul calcio che divagava spesso in citazioni musicali e cinematografiche, ironia e tormentoni (secondo lo slogan "Pop, meltin' pot, progressive rock", coniato da Mazzocchi). Nel periodo di calciomercato, interveniva in collegamento anche Paolo Paganini.
La trasmissione annoverava spesso tra i suoi ospiti Alessandro Vocalelli, Xavier Jacobelli, Felice Pulici, Roberto Rambaudi, Angelo Di Livio, Francesco Repice, Riccardo Cucchi, Vincenzo D'Amico, Tancredi Palmeri, Julio Ocampo, Christian Manfredini, Gianni Di Marzio, Stefano Agresti, Antonio Felici, Paolo Franci ed il percussionista Ivan Binni.
## Storia del programma
### Stagione 2013-2014
La prima puntata del programma è andata in onda il 22 ottobre del 2013.
### Stagione 2014-2015
Dalla stagione 2014-2015, ad alternarsi con Marco Mazzocchi alla conduzione ci sono Valerio Iafrate, Alessandro Antinelli e Andrea Fusco. A partire dalla stessa stagione, Zona 11 pm va in onda anche il venerdì, con una puntata interamente dedicata al calciomercato e agli anticipi della Serie A.
Il 20 maggio 2015, il post-partita di Juventus-Lazio (finale di Coppa Italia), porta Zona 11 pm al suo record di ascolti assoluto: 6,41% di share e 760.000 spettatori con picchi oltre l'8,50%.
### Stagione 2015-2016
Dalla stagione 2015-2016 alla conduzione si alternano Marco Mazzocchi, Alessandro Antinelli, Marco Lollobrigida e Paolo Paganini.
Durante gli Europei di calcio, Zona 11 si sdoppia in Zona 12 pm, in onda alle 12:00 è condotta da Valerio Iafrate e si occupa principalmente del torneo continentale e Zona 7 pm, uno spazio dedicato al calciomercato in onda alle 19:00 e condotto da Paolo Paganini.
### Stagione 2016-2017
Il 19 settembre 2016 inizia la nuova stagione del programma che si presenta con uno studio completamente rinnovato. Cambiano i giorni di messa in onda: ora va in onda dal lunedì al giovedì. A condurre la nuova stagione Alessandro Antinelli, Andrea Fusco, Marco Lollobrigida e Paolo Paganini.
Marco Mazzocchi, nel frattempo nominato vicedirettore di Rai Sport, lascia la conduzione del programma, restando comunque uno degli autori.
Nuovi ospiti entrano a far parte del cast; tra questi, i comici Massimo Bagnato, Francesco Zardo e gli Actual, oltre a Giulia Capocchi. Con Gianni Cerqueti, a rotazione, presenti i volti più noti di Rai Sport.
Dal 30 settembre parte anche Zona 11 pm Mercato, in onda il venerdì con la conduzione di Paolo Paganini e Giovanna Carollo; tra gli ospiti, la presenza fissa del dirigente sportivo Pierpaolo Marino.
### Stagione 2017-2018
Il 19 settembre 2017 inizia la quinta stagione del programma; va in onda il martedì con alla conduzione Fabrizio Tumbarello e il venerdì con Paolo Paganini come Zona 11 pm Calciomercato che da gennaio 2018 cambia il nome diventando Calcio & Mercato.
### Stagione 2018-2019
Il 17 settembre 2018 inizia la sesta e ultima stagione del programma; il giorno di messa in onda diventa il lunedì, alla conduzione resta Fabrizio Tumbarello. Cambia lo studio: scompare il loft e torna una scenografia tradizionale. Il programma segue le vicende del campionato occupandosi spesso del post-partita del lunedì sera di Serie A. La cura è di Patrizia Rubino.
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Una notte da dottore
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# Una notte da dottore
Una notte da dottore è un film del 2021 diretto da Guido Chiesa.
## Trama
Pierfrancesco Mai è un medico 65enne che lavora come guardia medica notturna, burbero, pieno di acciacchi e per nulla empatico verso i propri pazienti. Una notte, mentre è di turno, urta con la propria auto Mario, un giovane rider che fa consegne a domicilio in bicicletta. Mario ne esce illeso, ma la sua bici è distrutta. Pierfrancesco, invece, vede riacutizzarsi la sua perenne sciatalgia e non riesce più a guidare. Per non perdere i rispettivi lavori il dottore chiede a Mario di sostituirlo nelle visite, assistendolo da un auricolare nascosto dalla propria vettura. Dopo una serie di disavventure, i due impareranno così a sostenersi a vicenda portando a termine i propri compiti.
## Distribuzione
Il film è stato distribuito da Medusa Film nelle sale cinematografiche dal 28 ottobre 2021.
## Curiosità
La pellicola è il remake del film francese del 2019 Chiamate un dottore! (Docteur?) diretto da Tristan Séguéla. Il film è dedicato ad Antonio Salines, morto qualche mese dopo la conclusione delle riprese.
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Lucio Battisti
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# Lucio Battisti
Lucio Battisti (Poggio Bustone, 5 marzo 1943 – Milano, 9 settembre 1998) è stato un cantautore, compositore, polistrumentista, arrangiatore e produttore discografico italiano.
Considerato uno dei maggiori cantautori italiani, ha inciso in carriera 20 album in studio realizzando vendite per 25 milioni di dischi. Fu interprete e autore di musica tra i più importanti e influenti del Novecento italiano; compose anche per altri artisti (anche internazionali come Gene Pitney, gli Hollies e Paul Anka), mentre per i testi si affidò sempre ai parolieri, con alcune eccezioni.
Definito dai critici musicali degli anni settanta «il padre dei cantautori italiani post 1968». Il lungo sodalizio con Mogol fu il fulcro del suo successo e ne costruì l'immagine di interprete della vita e dei sentimenti comuni; questa, che ha segnato in Italia un'epoca musicale e di costume, è rimasta la principale immagine dell'artista. Già dalla prima metà degli anni '70 Battisti, schivo nel rapporto con il pubblico e i media, mise in pratica il ritiro dalle scene e dalla visibilità pubblica che divenne totale dall'inizio degli anni '80 fino alla morte.
Dopo la parentesi della collaborazione con la moglie Velezia, elesse Pasquale Panella a paroliere più adatto alle sue esigenze di sperimentazione, per dar vita a una nuova stagione di musica più libera dagli schemi usuali e di testi che, se già con Mogol avevano talvolta raggiunto un certo grado di complessità, con Panella erano diventati enigmatici, crittografici, surreali, mai descrittivi, fino a spingersi al limite del nonsense.
Musicista autodidatta, polistrumentista, abile in numerosi generi musicali, fu apprezzato chitarrista ritmico nonché talentuoso arrangiatore e cantante dotato di una notevole forza interpretativa e di una voce caratteristica; quest'ultima lo espose a diverse critiche, a volte anche impietose, ma contribuì a determinare il suo successo con la capacità di trasmettere emozioni che molti gli riconoscevano. Battisti sostenne però il primato dell'emozione sulla tecnica vocale.
La sua frequentazione, anch'essa autodidattica, di vari generi e stili del panorama angloamericano, gli permise di realizzare una rivoluzionaria e personale fusione tra questi e la tradizione della canzone in Italia, rendendolo un punto di riferimento nella produzione di musica leggera del Paese e ricevendo nel corso degli anni il plauso da parte di numerosi altri autori musicali, sia italiani che internazionali. Negli Stati Uniti, nonostante un tentativo infruttuoso di lanciarsi sul mercato negli anni settanta, la sua opera è in fase di riscoperta.
## Biografia
Lucio Battisti nacque il 5 marzo 1943 a Poggio Bustone in provincia di Rieti. I genitori portavano entrambi il cognome Battisti: il padre Alfiero (12 dicembre 1913 - 29 novembre 2008) era impiegato al dazio, la madre Dea (18 aprile 1917 - 12 maggio 1983) era casalinga.
### Esordi
**1947-1962: infanzia e adolescenza**
Nel 1947 la sua famiglia si trasferì nella frazione Vasche del comune di Castel Sant'Angelo, sempre in provincia di Rieti, e nel 1950 a Roma in Piazzale Prenestino 35. A seguito della promozione in terza media, il giovane Battisti chiese in regalo ai genitori una chitarra che cominciò a suonare principalmente da autodidatta, aiutato sporadicamente da un amico di famiglia.
L'interesse per la chitarra crebbe in lui fin quando nel 1961 iniziò a dedicarcisi intensamente, suonandola giorno e notte. Questa passione lo portò, di conseguenza, a trascurare gli studi, suscitando l'irritazione del padre Alfiero, il quale minacciò di non firmargli l'esenzione dal servizio militare (a cui aveva diritto in quanto figlio di un invalido di guerra) se non si fosse diplomato; il giovane Battisti obbedì ottenendo in cambio di potersi dedicare solo alla musica nei due anni successivi e nel 1962 si diplomò regolarmente perito elettrotecnico. Nel tempo, Battisti si costruì e coltivò una vasta cultura musicale, traendo ispirazione, principalmente, da artisti come Ray Charles, Otis Redding (e la musica afroamericana in generale), i Beatles, Donovan e Bob Dylan.
**1962-1966: i primi passi e l'incontro con Mogol**
Il periodo di gavetta di Battisti ebbe inizio quando entrò a far parte come chitarrista nel gruppo Gli Svitati, il cui leader era il pianista e cantante Leo Sanfelice. Successivamente, nell'autunno del 1962, all'età di 19 anni, cominciò a suonare a Napoli con I Mattatori; la mancanza di soldi, sullo spirare dell'anno, lo portò tuttavia alla decisione di tornare a casa. Successivamente fece parte de I Satiri, gruppo romano che accompagnava Enrico Pianori, e che spesso suonava a Roma nel night Cabala. Nello stesso locale si esibivano I Campioni, un gruppo ben più famoso che, dopo l'abbandono di Bruno De Filippi, era alla ricerca di un chitarrista. Una prima offerta era stata avanzata ad Alberto Radius, che però rifiutò, così il leader della band Roby Matano decise di offrire il ruolo a Battisti, il quale accettò entusiasticamente. Si trasferì quindi a Milano, principale zona di attività della band, e gravitò nell'ambiente che ruotava attorno al club Santa Tecla.
Fu proprio Matano, che ha più volte rivendicato una sorta di "primogenitura" nella scoperta del talento di Battisti, a spronarlo a scrivere canzoni. Ne nacquero alcuni pezzi, alcuni con testi e musica di Battisti e altri con testi scritti da Matano (ma depositati a nome di Battisti, perché l'amico non era iscritto alla SIAE). Molti dei brani rimasero perlopiù sconosciuti o addirittura mai pubblicati. Alcuni di questi furono successivamente rimaneggiati da Battisti sulla base di nuovi testi di Mogol, come Non chiederò la carità, poi divenuto Mi ritorni in mente.
Il 14 febbraio 1965, Battisti riuscì a ottenere un appuntamento con il discografico Franco Crepax: durante il provino, fu notato da Christine Leroux, un'editrice musicale di origine francese giunta a Milano negli anni sessanta, contitolare delle edizioni El & Chris. Ricercatrice di talenti per la casa discografica Ricordi, la Leroux rimase colpita dalle vocalità di Battisti e fu lei a procurargli un appuntamento con il paroliere Giulio Rapetti, in arte Mogol. Quest'ultimo inizialmente era scettico, tuttavia rimase colpito dall'umiltà del cantante e gli garantì che avrebbero qualche volta lavorato assieme «non per scrivere canzoni ma per fare degli esperimenti». Superati i dubbi iniziali, i due iniziarono a collaborare e nello stesso anno scrissero insieme il primo brano, Hey ragazzo, inciso nel 1968 dall'Equipe 84. Il sodalizio, ormai formato, continuò con alcuni brani affidati ad altri interpreti, fino a quando nel 1966 fu lo stesso Mogol a insistere con Battisti, scettico egli stesso circa le proprie doti vocali, perché cantasse in prima persona le sue canzoni, anziché limitarsi ad affidarle ad altri: «I tuoi provini sono sempre più belli delle versioni degli altri» gli ripeteva. Mogol dovette superare non poche resistenze presso la Ricordi, la loro casa discografica (i cui esponenti sostenevano avesse una brutta voce), ma alla fine, minacciando di dare le dimissioni, l'ebbe vinta.
Battisti esordì come solista nel febbraio 1966 con il brano Adesso sì, composto e presentato al Festival di Sanremo 1966 dall'esordiente Sergio Endrigo e la cui cover è contenuta nella raccolta Sanremo '66 della Dischi Ricordi. Seguì il primo 45 giri Dolce di giorno/Per una lira, con modestissimi risultati di vendite. Le due canzoni vennero poi portate al successo rispettivamente dai Dik Dik e dai Ribelli di Demetrio Stratos. Nel circuito degli "addetti ai lavori", Per una lira si fece notare come brano innovativo nel testo e nella scrittura musicale.
Nello stesso anno, durante una permanenza di una settimana a Londra con Mogol (che nell'occasione si incontrò con Bob Dylan), Battisti fu avvicinato dai produttori dei Beatles attraverso Paul McCartney (che successivamente si sarebbe rivelato un estimatore della musica di Battisti): erano pronti a investire su di lui per lanciarlo nel mercato americano, ma Battisti rinunciò perché gli pareva eccessivo che i produttori si tenessero il 25%.
**1967-1968: il successo di 29 settembre e Balla Linda**
Nel 1967 Mogol e Battisti composero 29 settembre, il loro primo brano importante, nel quale si distinguevano già sonorità innovative tendenti alla psichedelia. Interpretato dall'Equipe 84 e più volte trasmesso nel programma radiofonico Bandiera gialla, il brano si classificò al primo posto nella hit parade e divenne presto un classico della musica leggera.
Sempre nel 1967 scrissero un altro brano interpretato e portato al successo dall'Equipe 84, Nel cuore, nell'anima; per Riki Maiocchi (ex de I Camaleonti) poi scrissero Uno in più, considerata una canzone-manifesto della cosiddetta linea verde, con cui Mogol, lavorando con giovani cantanti e autori, come Battisti, intendeva perseguire un rinnovamento della tradizione musicale italiana. Per quanto riguarda la carriera da solista, Battisti produsse il suo secondo singolo, Luisa Rossi/Era, che conteneva un rhythm and blues e una canzone dalle atmosfere quasi medioevali, ma non riscosse grande successo. Ancora nel 1967, scrisse Non prego per me per Mino Reitano e suonò la chitarra in La ballata di Pickwick, sigla iniziale e finale dello sceneggiato Il Circolo Pickwick, mai pubblicata su disco; la canzone è cantata da Gigi Proietti.
A gennaio del 1968 fu invitato da Renzo Arbore e Gianni Boncompagni a Bandiera gialla, la sua prima apparizione radiofonica: cantò Il vento, canzone scritta per i Dik Dik. La registrazione dell'esibizione è tuttora inedita.
In seguito pubblicò il singolo Prigioniero del mondo/Balla Linda. Prigioniero del mondo, canzone scritta da Carlo Donida con testo di Mogol, che doveva essere originariamente interpretata da Gianni Morandi, fu presentata con scarso successo alla manifestazione Un disco per l'estate 1968. Di questa canzone esiste anche un videoclip, che rappresenta tra l'altro il primo filmato in cui compare il cantante, girato su pellicola in bianco e nero a Tonezza del Cimone. Di maggiore successo si rivelò il retro, Balla Linda, una canzone melodica ma anch'essa già "sperimentale" per i canoni musicali dell'epoca, nel cui testo Battisti e Mogol rifiutarono la convenzione delle rime baciate.
Con Balla Linda partecipò al Cantagiro 1968, classificandosi quarto ed entrò, per la prima volta con una canzone da lui interpretata, in hit parade; con una versione in inglese intitolata Bella Linda ed eseguita dai The Grass Roots, ottenne un notevole successo anche negli Stati Uniti, piazzandosi al numero 28 della classifica di Billboard, per poi ottenere risonanza internazionale. Il 24 ottobre dello stesso anno pubblicò un altro 45 giri, composto da La mia canzone per Maria, pezzo dalle ritmiche esotiche, e da Io vivrò (senza te), brano dai ricercati arrangiamenti e denso di pathos.
**1969: la consacrazione come cantante e autore**
«Trovo che le canzoni che ho scritto prima del mio debutto come cantante siano state ottimamente interpretate dai Dik Dik, Equipe 84, Riki Maiocchi etc... ma a un certo punto, mi sentivo di poter dire la mia anche come cantante, cioè di aggiungere qualche cosa, non di migliore ma di diverso, magari, a quella che era la mia canzone.»
(Battisti, rispondendo alla domanda su cosa l'avesse spronato a decidere di iniziare a cantare)
Dopo due partecipazioni consecutive come autore al 17º e al 18º Festival della canzone italiana rispettivamente con Non prego per me (interpretata da Mino Reitano e gli Hollies) e La farfalla impazzita (scritta per Johnny Dorelli e Paul Anka), Battisti prese parte come interprete (per la prima ed unica volta in carriera) all'edizione numero 19 della rassegna con Un'avventura, un brano dalla venatura rhythm and blues interpretato in coppia con Wilson Pickett, esponente di punta di tale genere musicale. Il brano si classificò al 9º posto finale con 69 voti. La partecipazione a Sanremo aumentò di molto la sua popolarità, ma lo espose anche a critiche di vario genere: Alfonso Madeo, sul Corriere della Sera, definì l'interpretazione di Battisti «impacciata», Natalia Aspesi, sul Giorno, criticò duramente la sua voce, mentre Paolo Panelli, sul Messaggero, ironizzò sulla sua capigliatura anticonformista e «selvaggia», equiparandolo a Pierino Porcospino e ad Attila, re degli Unni. In concomitanza con la partecipazione al Festival, il 31 gennaio 1969 pubblicò il singolo contenente Un'avventura e Non è Francesca, canzone in cui sono presenti elementi di alcuni dei più disparati generi musicali.
Il 4 marzo successivo pubblicò il suo primo album, intitolato Lucio Battisti, una raccolta di brani già pubblicati nei precedenti singoli più sei brani già editi nelle versioni di altri gruppi e cantanti (come 29 settembre), qui reinterpretati da Battisti; tutti comunque destinati a divenire dei classici del repertorio musicale dell'autore. L'album sarà il 3º più venduto in Italia nel 1969.
Il 28 marzo pubblicò il secondo singolo dell'anno, Acqua azzurra, acqua chiara/Dieci ragazze, e in primavera, in alcune interviste, svelò il fidanzamento con Grazia Letizia Veronese, di professione segretaria di Miki Del Prete nel Clan Celentano e in seguito sua compagna di vita; della Veronese si era parlato poco tempo prima in alcune riviste come presunta fidanzata di Gian Pieretti (relazione che Pieretti smentì solo a distanza di più di quarant'anni, in un'intervista del 2014).
Il 15 aprile partecipò per la prima volta a una trasmissione televisiva, Speciale per voi di Renzo Arbore (all'epoca in onda in seconda serata sul secondo canale della Rai): si esibì con la chitarra, accennando alcune delle sue canzoni più richieste e rispose alle domande del pubblico; durante la puntata lanciò il brano Acqua azzurra, acqua chiara, presto divenuto un tormentone estivo nell'estate 1969. Con questa canzone, Battisti arrivò terzo al Cantagiro 1969 con 861 voti e vinse il Festivalbar di quell'anno con 343 984 preferenze, distaccando I Camaleonti, secondi classificati, di quasi 50 000 voti. Da qui in avanti Battisti sarebbe stato invitato a numerose trasmissioni, partecipò a Gli amici della settimana, programma di improvvisazione musicale sempre di Arbore e Boncompagni, con i giornalisti Adriano Mazzoletti e Renzo Nissim; successivamente fu ospite anche a Caccia alla voce, gara musicale condotta da Pippo Baudo e a Batto quattro.
Durante l'estate realizzò il suo primo tour, composto di 21 serate. Sempre durante il periodo estivo, fondò insieme a Mogol, a Mariano Rapetti (padre di Mogol), al produttore discografico Alessandro Colombini e alla RCA Italiana (che deteneva il 50% delle quote) una casa discografica, la Numero Uno. In questo progetto furono coinvolti la Formula 3, Bruno Lauzi, Edoardo Bennato, Adriano Pappalardo, Oscar Prudente e altri; tuttavia Battisti non poteva ancora passare all'etichetta per via degli obblighi contrattuali che lo legavano alla Ricordi.
Il 14 ottobre pubblicò il terzo singolo dell'anno, Mi ritorni in mente/7 e 40; il lato A fu presentato il 19 ottobre con una sua partecipazione nel programma radiofonico Gran varietà condotto da Walter Chiari. Tra i singoli che pubblicò quell'anno, questo fu quello che incontrò il successo maggiore: fu l'11º singolo più venduto del 1969 e raggiunse anche il primo posto in Hit parade.
Il 4 novembre andò in onda sul Programma Nazionale uno speciale dal titolo Incontro con Lucio Battisti, che lo vide per la prima e unica volta nelle vesti di conduttore affiancato da Loretta Goggi, anch'essa esordiente nei panni di conduttrice e reduce dal successo ottenuto dallo sceneggiato televisivo La freccia nera. Battisti, oltre a condurre, eseguì alcuni dei suoi brani del periodo come Acqua azzurra, acqua chiara, Non è Francesca, Mi ritorni in mente e 7:40. Balla Linda funse da sigla iniziale e finale del programma.
Nonostante il successo come interprete, la sua attività di autore per altri cantanti non si interruppe: soprattutto nei primi anni della sua carriera, partecipò costantemente come musicista e/o voce tra i cori alle incisioni di brani di altri artisti (inclusi alcuni di cui non era autore): sue sono canzoni di successo come Questo folle sentimento, dall'atmosfera vagamente psichedelica, affidata alla Formula 3; Mamma mia, affidata ai Camaleonti; infine Il paradiso della vita (una canzone scritta nel 1968 da Mogol e Battisti per Ambra Borelli, ma che non ottenne alcun successo) quell'anno fu ripresa dal gruppo inglese degli Amen Corner, con il titolo (If Paradise Is) Half as Nice, raggiungendo il primo posto delle classifiche di vendita britanniche. Inoltre Patty Pravo, in un viaggio nel Regno Unito, rimase affascinata dal brano degli Amen Corner, ignorando che fosse stato scritto in origine dagli italiani Battisti e Mogol, e decise di farne una cover con il titolo di Il paradiso, rendendo la canzone popolare anche in Italia.
In quel periodo ricevette anche molte offerte per dei ruoli in film musicali, ma si dimostrò non interessato, per poi riconsiderarli successivamente ma senza, comunque, prenderne mai parte. Nello stesso anno venne invitato da Roberto Arnaldi a Radio Monte Carlo: qui propose l'ascolto di alcune canzoni italiane e straniere per poi parlare dei suoi gusti musicali e degli artisti che lo hanno ispirato, cantando alla chitarra alcuni dei loro pezzi, spaziando dalla musica inglese a quella americana fino alla canzone napoletana; in seguito promosse alcuni dei brani da lui composti. Sebbene fosse disponibile a rilasciare interviste ai mass media, già da allora cominciò a delinearsi il suo carattere, manifestando il desiderio di privacy e di non essere costantemente sotto i riflettori e la convinzione di dover essere giudicato solo per la sua musica e non per il gossip che si crea attorno al personaggio.
### Battisti, Mogol e la Numero Uno
Dopo quello del 1969, il tour dell'estate 1970 è il secondo ma anche l'ultimo della carriera di Battisti. Secondo le sue stesse dichiarazioni, una prima motivazione per la decisione di non fare più concerti è il maggiore tempo a disposizione, con ripercussioni positive in campo sia artistico che personale; inoltre, una seconda motivazione è da ricercare nella volontà di essere giudicato esclusivamente per la musica composta, e di eliminare qualsiasi altro fattore "di disturbo":
«Un musicista, se la propria musica comunica ed emoziona realmente, non ha nulla da spiegare e null'altro da aggiungere a quello che si ascolta nei suoi LP.»
(Battisti)
«Non faccio tournée né spettacoli perché mi sembra di vendermi, di espormi in vetrina: io voglio che il pubblico compri il disco per le qualità musicali e non per l'eventuale fascino del personaggio.»
(Battisti, 1980)
Secondo l'amico e fotografo Cesare Montalbetti, inoltre, un altro fattore che lo portò a questa decisione fu l'impossibilità di riprodurre dal vivo la perfezione dei suoni ottenuti in studio di registrazione.
Altri sostengono inoltre che la decisione sia dovuta, almeno in parte, anche alla timidezza di Battisti, che lo rendeva poco adatto a intrattenere grandi folle, o ancora alle controverse doti vocali dell'artista, che non gli avrebbero permesso di eseguire dal vivo performance soddisfacenti.
Mogol ha in seguito rivelato di essere stato lui a consigliare a Battisti di non esibirsi nei concerti, onde evitare accuse infondate inerenti allo schieramento politico del duo (vedi Opinioni politiche).
Sebbene avesse chiuso con le esibizioni dal vivo, pare che una volta al mese cantasse per i bambini malati dell'Istituto dei tumori a Milano.
Dal 1969 e per tutti gli anni settanta, Lucio Battisti raggiunge il culmine della popolarità e del successo. I suoi album sono costantemente tra i primi posti nelle classifiche di vendita degli anni 1969, 1971, 1972, 1973, 1975, 1976, 1977, 1978 e 1980. Nel 1973, caso raro nella storia discografica italiana, riesce a conquistare il primo e il secondo posto in classifica (con Il mio canto libero e Il nostro caro angelo), distanziando opere di respiro e successo internazionali come The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd (3º) e Don't Shoot Me I'm Only the Piano Player di Elton John (4º).
Durante la collaborazione con Mogol, Battisti è solito comporre la base musicale dei brani prima della stesura del testo, come dichiarerà lui stesso: «I testi Mogol li scrive sempre dopo, quando c'è già la parte musicale. Mi fa suonare il pezzo alla chitarra, lo ascolta un paio di volte e comincia a buttar giù idee. Non mi dice niente. Dopo qualche giorno mi fa ripetere la canzone, dieci, venti, cento volte per quel lavoro certosino che è l'applicazione dei versi sulle note, parola per parola, secondo la metrica...». Tale metodo di scrittura verrà poi confermato sia dallo stesso paroliere sia da alcuni colleghi e collaboratori (come Mario Lavezzi e Gaetano Ria). A tal proposito Mogol ricorda: «Lucio scriveva la musica, io sceglievo le parole seguendo il senso della sua scrittura» «Facevo sempre così: prima la sua musica e poi le mie parole.»
**1970: la fortuna del sodalizio con Mogol**
Nel 1970 compone Sole giallo, sole nero e Io ritorno solo per la Formula 3, Insieme e Io e te da soli per Mina, Per te per Patty Pravo, Mary oh Mary ed E penso a te per Bruno Lauzi, Io mamma, Uomini e Perché dovrei per Sara (una cantante da lui lanciata con discreto successo).
Il 7 marzo è ospite per la seconda volta al programma radiofonico Batto quattro, qui le domande che Gino Bramieri pone a Battisti vengono con ogni probabilità modificate successivamente distorcendo così la natura del dialogo, con il risultato di Bramieri che ironizza pesantemente sulla sua capigliatura e sulla sua timidezza.
Il 2 giugno viene nuovamente invitato a Speciale per voi di Renzo Arbore, dove si esibisce al pianoforte. Durante un acceso dibattito con il pubblico in sala ribadisce di non essere un cantante politicamente impegnato e vengono di nuovo criticate le sue doti vocali; Battisti sostiene che la voce non è importante e che basti, quando si canta, voler comunicare qualcosa, provocando chiaro dissenso da parte del pubblico, in particolare dal giornalista e conduttore Renzo Nissim. Alla fine Battisti, evidentemente stanco dell'ostilità dei presenti, tronca bruscamente il discorso, dimostrando ancora una volta la sua contrarietà verso le polemiche e i pettegolezzi e il desiderio di essere giudicato solo ed esclusivamente per il suo lavoro. Dopodiché canta in anteprima il brano blues rock Il tempo di morire e la melodica dai ritmi crescenti Fiori rosa, fiori di pesco. Il singolo contenente le due canzoni viene pubblicato l'8 giugno.
Dal 21 giugno al 26 luglio, su iniziativa di Mogol, i due intraprendono un viaggio a cavallo da Milano a Roma, in segno di protesta ecologica; il viaggio sarà raccontato dallo stesso Battisti in tre articoli su TV Sorrisi e Canzoni. Appena tornato dal viaggio iniziò i preparativi per il tour che intraprenderà quell'estate con la Formula 3: dieci date eseguite tra L'altro mondo di Rimini, La Bussola di Marina di Pietrasanta e il locale di Gino Paoli a Sestri Levante. Sarà anche il suo ultimo tour.
Il 2 settembre Battisti si aggiudica per la seconda volta consecutiva (il primo interprete a farlo) la vittoria al Festivalbar, con la canzone Fiori rosa fiori di pesco. In questa occasione annuncia di avere in mente di realizzare un concept album basato sul tema dell'amore visto con angolazioni nuove.
Il 15 ottobre 1970 esce il singolo Emozioni/Anna. A novembre il concept album annunciato in occasione del Festivalbar, Amore e non amore (realizzato con i membri della PFM), è pronto: essendo però un album piuttosto sperimentale e di nicchia (la metà dei brani sono strumentali e tendenti verso il prog folk), la Ricordi decide di metterlo da parte e a dicembre pubblica invece un'altra raccolta, intitolata Emozioni, dove si trovano in versione stereofonica i brani tratti dai singoli già pubblicati, stavolta senza neanche un inedito. Dopo questa manovra commerciale da parte della Ricordi, i rapporti di Battisti con la casa discografica cominciano a incrinarsi. La "compilation" ottiene comunque grande successo e sarà il 4º album più venduto in Italia nel 1971, raggiungendo il primo posto nella classifica settimanale.
**1971: il passaggio alla Numero Uno**
Durante il 1971, Battisti compone Vendo casa per i Dik Dik, Eppur mi son scordato di te, Nessuno nessuno e Mi chiamo Antonio tal dei tali e lavoro ai mercati generali per la Formula 3, Amor mio e La mente torna per Mina, Amore caro amore bello e L'aquila per Bruno Lauzi, Un papavero per i Flora Fauna Cemento e La folle corsa, interpretata da Little Tony e dalla Formula 3.
Ad aprile pubblica il singolo Pensieri e parole/Insieme a te sto bene. Il produttore discografico Alessandro Colombini, prima della pubblicazione, era molto scettico riguardo al singolo ed era sicuro che Pensieri e parole avrebbe decretato la fine del sodalizio Mogol-Battisti, invece il 45 giri ebbe un successo tale da diventare «canzone regina di Hit parade», secondo la definizione che Lelio Luttazzi, conduttore della trasmissione radiofonica, dava alle canzoni che arrivavano al primo posto.
Il 21 aprile partecipa alla trasmissione Formula Uno presentata da Paolo Villaggio. Battisti è coinvolto in un dibattito con Herbert Pagani, Pippo Franco, Memo Remigi, Sergio Endrigo, Bruno Lauzi, Pino Donaggio e Fabrizio De André. Alla domanda «Preferireste passare alla storia come cantante o come autore?» Battisti risponde concisamente: «Come autore, perché a tutt'oggi la mia attività più importante è quella di autore» e ironicamente aggiunge: «Comunque preferisco non passare alla storia della musica».
In questo periodo la stampa inizia a lamentare la calante disponibilità di Battisti a essere intervistato e fotografato, così il 27 aprile si esibisce al Circolo della stampa di Milano per i giornalisti e le loro famiglie.
A luglio si reca a Campione d'Italia per dirigere un'orchestra di 25 elementi nell'esecuzione di 7 agosto di pomeriggio, brano proveniente dall'album Amore e non amore, che nel frattempo è "congelato" da otto mesi negli archivi della Ricordi suscitando preoccupazione in Battisti riguardo al fatto che, dopo tutto quel tempo, potesse essere già musicalmente "superato" e pertanto meno moderno delle sue composizioni più recenti.
Sempre nel mese di luglio, la Ricordi pubblica finalmente Amore e non amore, accompagnato dal singolo Dio mio no/Era; il brano Dio mio no viene censurato dalla Rai, a causa della presenza di risvolti erotici considerati inaccettabili. L'album si posizionerà al 10º posto tra i dischi più venduti dell'anno.
Il 31 luglio viene registrata negli studi della Rai Tutti insieme, una trasmissione televisiva musicale ideata da Mogol, dove si esibiscono dal vivo Battisti e altri artisti appartenenti (o comunque legati) alla Numero Uno: Alberto Radius, i Dik Dik, i Flora Fauna Cemento, la Premiata Forneria Marconi, Lally Stott, Mauro Pagani, Adriano Pappalardo, la Formula 3, Bruno Lauzi, Edoardo Bennato e una giovanissima Mia Martini agli esordi, voluta proprio da Battisti perché rimasto affascinato dalla sua vocalità. La trasmissione si conclude con una esuberante cover di gruppo del brano Proud Mary dei Creedence. Andrà in onda il 23 settembre, con un ottimo esito soprattutto tra il pubblico più giovane.
A settembre scade il contratto che lo legava alla Ricordi, ed è quindi libero di passare alla Numero Uno. Per ricavare il più possibile da Battisti, che in quel momento godeva di grande popolarità, la Ricordi iniziò a sfruttare al massimo il materiale inedito che, come da contratto, aveva ancora diritto a pubblicare, così il 28 ottobre mette sul mercato un'altra raccolta, Lucio Battisti Vol. 4, a discapito del nome in effetti una semi-antologia, dove i brani inediti sono appena tre, e il 24 ottobre pubblica il singolo Le tre verità/Supermarket. In Le tre verità si fanno più evidenti gli echi internazionali, in particolare dei Led Zeppelin (tra i principali gruppi che Battisti ascoltava).
Durante la stagione autunnale concede una lunga "intervista cantata" a Paolo Giaccio per la trasmissione radiofonica Per voi giovani, realizzata in due riprese, la prima nello studio della Dischi Ricordi a Milano e successivamente a casa di Mogol a Dosso di Coroldo, comune di Molteno. L'intervista verrà trasmessa in cinque puntate dal 3 al 7 gennaio del 1972.
A novembre pubblica il suo primo singolo per la Numero Uno, contenente la drammatica Anche per te e La canzone del sole. Quest'ultima, divenuta presto un classico del repertorio battistiano, è considerata, per la semplicità degli accordi e l'ispirazione artistica, un brano ideale per chi si accinge a imparare a suonare la chitarra.
Il 31 dicembre partecipa alla trasmissione televisiva Cento di queste notti, dove prima di cantare La canzone del sole accenna con la chitarra l'introduzione strumentale di Dio mio no, come chiara ripicca verso la censura del brano.
**1972-1974: la crescita artistica e il progressivo distacco dai mass media**
«Cantante, compositore, editore musicale di fama internazionale, ha elevato il gusto del pubblico italiano e rinvigorito il mercato.»
(La rivista americana Billboard, che nominò Battisti "Personalità italiana dell'anno" nel 1972)
Evidentemente turbata dal successo di La canzone del sole/Anche per te, la Ricordi nel marzo del 1972 compie un ulteriore tentativo commerciale pubblicando il singolo Elena no/Una. È l'ultimo brano inedito che la Ricordi ha diritto a pubblicare.
Durante il 1972 compone Il mio bambino per Iva Zanicchi, Io mamma per Sara, È ancora giorno e Segui lui per Adriano Pappalardo, Mondo blu per i Flora Fauna Cemento, Aeternum (di cui scrive il testo), Sognando e risognando e Storia di un uomo e di una donna per la Formula 3 e Prima e dopo la scatola per Alberto Radius. Non comporrà più per altri cantanti, con l'eccezione di due brani nel 1976.
Il 23 aprile partecipa alla trasmissione televisiva Teatro 10. Presentato da Alberto Lupo, canta in anteprima I giardini di marzo (in playback) e si esibisce dal vivo in un duetto con Mina, interpretando un medley composto da Insieme, Mi ritorni in mente, Il tempo di morire, E penso a te, Io e te da soli, Eppur mi son scordato di te ed Emozioni, accompagnati da Massimo Luca alla chitarra acustica, Angel Salvador al basso, Gianni Dall'Aglio alla batteria, Gabriele Lorenzi alle tastiere ed Eugenio Guarraia alla chitarra elettrica. Il duetto è ritenuto una delle esibizioni più importanti della musica pop italiana e sarà l'ultima apparizione televisiva di Battisti in Italia.
Il 24 aprile pubblica il suo primo album per la Numero Uno, Umanamente uomo: il sogno. Registrato tra gennaio e febbraio, si tratta di un disco a due facce: di stampo "classico" ma al tempo stesso ardito e innovativo, ora melodico e suggestivo, ora cupo e inquieto. L'album è il 2º più venduto del 1972, accompagnato dal singolo I giardini di marzo/Comunque bella, che Battisti decide di cantare anche in lingua francese, affidando la traduzione dei testi a Eddie Marnay; il singolo verrà inciso a Parigi e rappresenta la prima di una lunga serie di esperimenti esteri da parte del musicista.
In questo periodo inizia a rifiutarsi di posare per fotografie e rilasciare interviste e, rifiutandone una per il settimanale Sogno, dichiara di preferire l'olio di ricino alla televisione; la stampa, in risposta, inasprisce i toni: Sogno lo accusa di essere incoerente alle sue dichiarazioni (avendo appena partecipato a Teatro 10) e di aver scelto di non farsi più intervistare solo per attirare l'attenzione e farsi pubblicità; Oggi pubblica un dibattito tra musicisti e critici sul tema «Battisti è davvero un fenomeno?» in cui Riz Ortolani lo accusa di «scopiazzare», Augusto Martelli dichiara che «Battisti è un dilettante spaventoso» e «un pallone gonfiato», mentre Aldo Buonocore dichiara che «La sua voce è una lagna, uno strazio».
A settembre del 1972 avvia le sessioni di registrazione del suo nuovo album, Il mio canto libero, che viene pubblicato a novembre, contemporaneamente ai singoli Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi/Confusione, Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi/vento nel vento (mai distribuiti) e Il mio canto libero/Confusione. L'album è il più venduto del 1973, solo nel giro iniziale di distribuzione vende 450 000 copie. Il mio canto libero è un'opera spartiacque nella carriera del cantautore e uno tra i suoi dischi più importanti nei cui testi, oltre al tema della libertà, si trovano accenni all'ecologia e all'inquinamento, argomenti a cui Mogol teneva molto e che aveva già introdotto nei titoli di tre brani strumentali di Amore e non amore. Dal punto di vista musicale Il mio canto libero rappresenta, insieme a Umanamente uomo: il sogno, entrambi contenenti vari brani divenuti dei classici, un autentico punto di svolta nell'evoluzione della musica popolare italiana. La title track viene incisa da Battisti anche in versione francese e spagnola, quest'ultima con i testi riadattati da Carlos Ramòn-Amàrt, ottenendo un buon riscontro.
Appena dopo l'uscita de Il mio canto libero viene ospitato per la seconda volta al programma radiofonico Gran varietà, allo scopo di promuovere il disco, e a condurre stavolta è Raffaella Carrà. Anche in questa occasione, il botta e risposta viene palesemente manipolato: viene difatti replicata a mo' di tormentone la risposta "seccata" di Battisti «Magari passerei subito alla canzone» alle varie domande poste dalla conduttrice, travisando di conseguenza la natura del dialogo e screditando la reputazione del cantautore.
Di lì a poco, il 12 dicembre, avviene un'ulteriore partecipazione ad una trasmissione radiofonica, Supersonic, nella quale interpreta Comunque bella, Innocenti evasioni, La canzone del sole e Sognando e risognando; Fabrizio Zampa su Il Messaggero lo stronca scrivendo che «La sua esibizione è stata una sagra della stonatura e dell'approssimazione». Con l'ultima partecipazione televisiva italiana avvenuta ad aprile dello stesso anno e l'ultimo concerto risalente all'estate del 1970, questo evento costituisce l'ultima esibizione pubblica di Battisti in Italia.
Il 25 marzo 1973 nasce l'unico figlio di Battisti e Grazia Letizia Veronese, di nome Luca Filippo Carlo. Le reazioni della stampa a questo evento causeranno la definitiva rottura tra Battisti e i giornalisti: il 26 marzo Sogno pubblica un articolo su un fantomatico e improbabile flirt tra Battisti e l'attrice di cinema erotico Zeudi Araya, il 27 marzo due fotografi irrompono violentemente nella stanza della clinica dove si trovava insieme alla compagna ed al bambino, iniziando a scattare fotografie all'impazzata e costringendo Battisti a cacciarli via in malo modo; in risposta a questo isolamento, Novella 2000 scrive che il cantante «ha paura anche delle ombre», descrivendo un Battisti tirchio, burbero e apatico. Nel periodo successivo la stampa non allenta la presa, anzi la ricerca dello scoop assume sempre di più l'aspetto di una caccia: il 14 maggio Novella 2000 documenta con un lungo articolo l'affissione della notifica di una grossa multa sulla porta della casa milanese di Battisti, mentre il 10 giugno TV Sorrisi e Canzoni titola in prima pagina «abbiamo stanato col teleobiettivo Lucio, figlio e moglie in un misterioso rifugio in Brianza pieno di provviste», dove Battisti stava facendo costruire una villa accanto a quella di Mogol a Molteno, frazione Dosso di Coroldo, dove vivrà per il resto della sua vita.
Il suo distacco dalla stampa italiana e dalle esibizioni dal vivo diventa, a questo punto, totale: arriva infatti a rifiutare un'intervista con Enzo Biagi e una richiesta di Gianni Agnelli, che gli propone di esibirsi al Teatro Regio di Torino in uno spettacolo sponsorizzato dalla FIAT, per un compenso di 2 miliardi di lire. Inizia invece a scrivere le musiche per un nuovo album, che incide successivamente tra luglio e agosto del 1973. Parallelamente, avendo un vivo interesse per la lingua tedesca, decide di cimentarsi anche nella lavorazione di un album completamente in tedesco, servendosi della collaborazione del cantante Udo Lindenberg per la pronuncia e la traduzione dei testi originali. Il disco, dal titolo Unser freies Lied, viene registrato in autunno ad Amburgo e verrà pubblicato nel 1974. Successivamente nel 1979 Battisti stesso definirà l'album, comunque rivalutato dal pubblico negli anni, come «un tentativo confuso».
L'album in italiano, Il nostro caro angelo, viene pubblicato a settembre del 1973, in contemporanea al singolo La collina dei ciliegi/Il nostro caro angelo. Con questo disco, Battisti imprime alla sua musica una svolta piuttosto marcata verso le atmosfere progressive e jazz-rock, con uno stile più contenuto e a tratti "quasi tribale": rispetto ai due album precedenti, negli "arrangiamenti percussivi" compaiono con una certa importanza gli strumenti elettronici, tra cui il sintetizzatore, mentre si riduce il peso del pianoforte, archi e fiati (punto fermo dei lavori passati); i testi di Mogol risultano più "maturi" e orientati, oltre che sul ricorrente tema dell'amore, anche sul sociale, e anche qui si trovano richiami ecologici. L'album vende 500 000 copie e si colloca al 2º posto tra i dischi più venduti del 1973, preceduto da Il mio canto libero. Deciso a seguitare la sua esperienza con il mercato discografico straniero, incide il brano La collina dei ciliegi anche in spagnolo.
La notorietà di Battisti nel frattempo si espande ulteriormente, tanto che anche David Bowie (per il quale Mogol ha riadattato tre anni prima i testi in italiano di Space Oddity) e Mick Ronson si dichiarano suoi estimatori, realizzando una cover di Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi, tra i brani più noti e di successo del cantautore italiano. La nuova canzone, dal titolo Music Is Lethal, viene poi inserita nel disco di debutto di Ronson, Slaughter on 10th Avenue.
Nello stesso anno, inoltre, il nome di Battisti appare per la prima e unica volta nella locandina di un film, per la colonna sonora di La circostanza di Ermanno Olmi, nella quale compaiono canzoni da lui precedentemente scritte per la Formula 3.
Tra la primavera e l'estate del 1974 compie, insieme a Mogol, un viaggio in Sudamerica, tra Argentina e Brasile, per prendere parte ad alcuni spettacoli televisivi. La lunga permanenza ispira fortemente Battisti, che si affaccia a una nuova esperienza culturale e a «un'altra dimensione della musica»; cosicché, non appena rientrato in Italia, ampliando e perfezionando il percorso musicale già intrapreso con Il nostro caro angelo, inizia a lavorare al nuovo album.
Il disco, che viene pubblicato a dicembre, è Anima latina, probabilmente la sua opera più ambiziosa, complessa e sfaccettata: originale fusione delle sonorità latine con alcune delle modalità espressive tipiche del progressive (brani lunghi, dall'orchestrazione e strumentazione estremamente composita e stratificata, ampio uso di sintetizzatori), con elementi che rimandano alla musica psichedelica, pop, folk, jazz e classica. È un disco, come dirà lo stesso Battisti, votato alla valorizzazione del ritmo, reso a tratti ossessivo nelle sezioni per fiati, cori e percussioni; in buona parte dei brani il canto è soffuso e volutamente tenuto a volume basso nel missaggio (scelta che Mogol considerò «infelice»), alla pari con gli altri strumenti, tanto da essere talvolta quasi impercettibile. I testi sono più criptici, quasi esoterici, in controtendenza col modo di scrivere di Mogol, e non mancano anche qui alcuni riferimenti all'ambiente e al sociale. Tra i pezzi che ottengono maggior riscontro, la stessa Anima latina - il cui testo fu ritenuto da Mogol il migliore da lui mai scritto - e Due mondi, in cui Battisti duetta con la cantante Mara Cubeddu; tuttavia, nessuno dei brani presenti nel disco è davvero rimasto nella memoria collettiva. Dall'album viene estratto, ma non distribuito, il singolo Due mondi/Abbracciala abbracciali abbracciati. Mentre Battisti completa il mix dell'album, concede al giornalista di Ciao 2001 Renato Marengo una lunga intervista, nonostante fosse da tempo in silenzio stampa. Fredda l'accoglienza della critica, modesta quella del pubblico: il disco vende 250 000 copie (la metà del precedente), risultando essere l'8º album più venduto in Italia nel 1975, ciononostante rimane in classifica per ben 65 settimane, di cui 13 al primo posto (a tutt'oggi il record per un disco di Battisti).
Anima latina ha rappresentato allora l'apice della maturazione nella ricerca musicale di Battisti oltreché una svolta nel modo di fare musica in Italia, ed è stato nel tempo ampiamente rivalutato, tanto da venir oggi riconosciuto come il massimo capolavoro di Battisti e uno dei migliori album italiani mai incisi.
**1975-1980: il nuovo percorso musicale e gli ultimi successi**
Tra maggio e giugno del 1975 parte per un viaggio negli Stati Uniti visitando New York, San Francisco e Los Angeles. Durante questo periodo Battisti assorbe le novità musicali nello stile e nella tecnica di registrazione, in particolare le sonorità della disco music. La RCA gli propone di realizzare un album con i suoi maggiori successi cantati in inglese per conquistare il mercato statunitense, ma Battisti, contrario a utilizzare brani già pubblicati, dichiara che «È sciocco continuare a guardarsi indietro» pur confessando di essere «eccitato dall'idea di incidere un album qui». Inoltre risale a questo soggiorno la bozza di una canzone, ispirata dall'autostrada americana Interstate 5 e provvisoriamente intitolata San Diego Freeway, che sarebbe poi diventata Ancora tu.
A settembre realizza due filmati con la regia di Ruggero Miti e Cesare Montalbetti in cui canta Ancora tu e La compagnia: secondo il giornalista e autore televisivo Michele Bovi si tratta del primo videoclip italiano, che anticipa di circa due mesi anche quello di Bohemian Rhapsody dei Queen.
Nel gennaio 1976, quando i brani del nuovo album sono pronti, cede Un uomo che ti ama a Bruno Lauzi e Io ti venderei a Patty Pravo; Ancora tu fu offerta a Mina, ma la cantante la rifiutò. Il nuovo disco, intitolato Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera, viene pubblicato a febbraio, insieme al singolo Ancora tu/Dove arriva quel cespuglio. Dopo il precedente Anima latina, Battisti cambia nettamente direzione realizzando un album funk con evidenti influenze della disco music; ritenuto all'avanguardia per l'armoniosità tra ritmo, melodia e parole, l'album riposiziona Battisti ai vertici delle classifiche: vende alla sua uscita circa 500 000 copie (il doppio di Anima latina) ed è il 3º disco più venduto del 1976. Il brano Ancora tu viene perfino proposto nelle discoteche italiane, rimanendo costantemente al primo posto delle hit parade. È l'ultimo album che Battisti incise interamente in Italia, e viene oggi generalmente annoverato tra i migliori lavori concepiti dal musicista; da segnalare, durante la registrazione, la presenza di Ivan Graziani alla chitarra. La versione in spagnolo, Lucio Battisti, la bateria, el contrabajo, etc, ottenne un ottimo esito presso il mercato discografico iberico e sudamericano.
In un'intervista nello stesso anno a Radio Monte Carlo, ai microfoni di Max Onorari, Battisti si spinge in un lungo discorso in cui accusa i giornalisti di spingere una narrazione manipolatrice, affermando di non riconoscersi negli articoli che parlano di lui e che si basano sulle sue dichiarazioni. Dichiara anche che nel lungo periodo di silenzio le cose scritte su di lui sarebbero non autentiche, in conclusione prende le distanze da questo tipo di rappresentazione.
Il 3 settembre 1976 contrae matrimonio civile con Grazia Letizia Veronese.
In questo periodo accoglie la proposta fattagli dalla RCA l'anno precedente e inizia a lavorare ad un album in lingua inglese sulla base dei nuovi brani che stava componendo per il suo prossimo album. Alla traduzione dei testi lavora Marva Jan Marrow, una cantautrice statunitense immigrata in Italia dove faceva parte già da tempo della Numero Uno. Realizzati i provini, si reca con la Marrow in California per la realizzazione del disco e il 4 ottobre iniziano le sessioni di registrazione. Alla fine del lavoro, dopo circa nove mesi, Mogol, non entusiasta del fatto che il significato originale venisse perso, e secondo Marva Jan Marrow invidioso del risultato raggiunto, decise di far riscrivere i testi da capo affidando l'incarico a Peter Powell, chiedendogli di tradurli in maniera più letterale.
L'album in italiano, realizzato sempre in California (con alcune parti registrate in Italia), viene pubblicato nel marzo 1977 con il titolo di Io tu noi tutti, da cui viene estratto il singolo Amarsi un po'/Sì, viaggiare, entrambi brani di punta della seconda fase musicale di Battisti. L'album, che risulta essere il 2º più venduto dell'anno, compie un passo in avanti verso le sonorità e le ritmiche funk-disco, risultandone un efficace connubio "di stampo americano" musicalmente fluido e molto affine al precedente, in cui Battisti dimostra di avere pieno controllo del pop contemporaneo. Da questo disco in poi, Battisti si avvarrà solo ed esclusivamente della collaborazione di musicisti stranieri.
L'album in inglese, intitolato Images, invece viene pubblicato ad agosto sul mercato statunitense e inglese. Contiene alcuni dei brani presenti su Io tu noi tutti con l'aggiunta di La canzone del sole e Il mio canto libero, con nuovi arrangiamenti. L'album, però, ottiene scarsissimo successo: tra le cause del fiasco ci furono i difetti nella pronuncia inglese di Battisti, i testi tradotti male e in maniera troppo letterale per conservare un senso in una lingua diversa e la scarsa pubblicizzazione del disco da parte della RCA. Per alleggerire le perdite, la RCA Italiana a settembre commercializza l'album anche in Italia, dove ottiene comunque scarso successo e si piazza al 59º posto nella classifica degli album più venduti. Per il mercato iberico e latinoamericano invece, Battisti pubblica l'album Emociones, che contiene tutti i brani di Io tu noi tutti, ad eccezione di Questione di cellule che viene sostituito da La canzone del sole, con lo stesso arrangiamento usato per la versione in inglese.
In autunno, lavora nuovamente all'incisione di un disco in italiano e uno in inglese: il primo, pubblicato nell'ottobre del 1978, è Una donna per amico, accompagnato dal singolo Una donna per amico/Nessun dolore, inciso anche in spagnolo. Il secondo avrebbe dovuto essere un altro tentativo di sfondare nel mondo anglofono e si sarebbe dovuto chiamare Friends o A Woman As A Friend; avrebbe dovuto contenere gran parte dei brani pubblicati su Una donna per amico con l'aggiunta di E penso a te e Ancora tu, ma a seguito di pareri negativi e scoraggianti da parte di discografici e collaboratori, Battisti decise di non pubblicare il disco. Solo Baby It's You (Ancora tu) e Lady (Donna selvaggia donna) saranno pubblicate in un singolo nel 1979, con assai scarsi risultati di vendite (le registrazioni delle tracce dell'album, alcune con nuovi arrangiamenti, sono a oggi inedite - sebbene circolino da tempo su Internet).
Al contrario, il disco in italiano, Una donna per amico, si rivela un successo: risulta essere il 4º album più venduto del 1978 e le sue vendite sono stimate, a secondo delle fonti, tra le 600 000 e 1 000 000 di copie, affermandosi come il più fruttuoso successo commerciale della carriera di Lucio Battisti. È probabilmente il suo album più raffinato, caratterizzato, anch'esso, da ritmi ispirati alla disco music (ritmi «imperativi» a detta dello stesso Battisti) ma nel contempo eleganti e melodici; e la title track, dal ritmo e suono memorabili, rimane tra i suoi brani più famosi. Una donna per amico è anche l'ultimo album in cui il cantautore appare in copertina; è questo, di fatto, l'ultimo servizio fotografico a cui si concede.
Il 18 maggio del 1979, mentre si trova a Zurigo, rilascia ai microfoni di Giorgio Fieschi della Radio Svizzera quella che resterà ufficialmente la sua ultima intervista: dove espone le cause del suo allontanamento dalla scena pubblica, parlando poi della sua concezione della musica, dei risultati raggiunti e dei motivi che l'hanno spinto a incidere un album in inglese (mostrandosi perfettamente consapevole dell'insuccesso); conclude parlando del suo rapporto con Mogol e dando alcuni accenni sulle musiche del nuovo disco in lavorazione. Si tratta dell'unica intervista con Battisti che sia mai stata trasferita su un supporto audio per essere commercializzata.
Il nuovo album, inciso tra giugno e dicembre all'estero e pubblicato nel febbraio del 1980, è Una giornata uggiosa. Qui Battisti, appassionatosi agli effetti dei suoni elettronici, cambia decisamente rotta orientandosi verso il synth pop e assegnando, nella maggior parte dei brani, una funzione importante alle tastiere (preludendo la svolta dell'album successivo); ad ogni modo il disco mantiene «inevitabilmente molti punti in contatto con i lavori precedenti», come affermò Battisti nell'intervista. L'album è ricordato soprattutto per l'incalzante brano omonimo, per la canzone Con il nastro rosa e per essere stato l'ultimo realizzato insieme a Mogol, rappresentando simbolicamente l'epilogo di un'epoca musicale in Italia. Una giornata uggiosa fu il 5º album più venduto del 1980 e il singolo estratto, Una giornata uggiosa/Con il nastro rosa, venne anch'esso riadattato in spagnolo; tutti i brani eseguiti in spagnolo hanno ottenuto un considerevole successo in Spagna e Sudamerica, e nel corso degli anni sono usciti svariati album del cantautore, sia in versione originale, sia con i brani cantati in italiano ma con i titoli in spagnolo, sia con le tracce riadattate in lingua spagnola.
Nei primi anni ottanta appare l'ultima volta in TV, nella trasmissione Musik & Gäste della televisione svizzera di lingua tedesca, nella quale canta in playback Amore mio di provincia. Da questo momento il silenzio di Battisti sarà totale.
**La fine della collaborazione con Mogol**
Lo scioglimento, avvenuto silenziosamente e senza litigi, fu dovuto principalmente alla divergenza artistica tra i due, con un Mogol ancorato a un universo poetico dai ben saldi punti fermi e un Battisti perennemente impegnato a rinnovarsi. La causa secondaria fu la discrepanza nata sulla ripartizione dei diritti d'autore: gli introiti infatti andavano per un quarto a Battisti e un quarto a Mogol mentre il rimanente spettava alla società editoriale, la Edizioni musicali Acqua azzurra; all'interno di essa, però, Battisti aveva una quota del 40% mentre Mogol controllava appena il 10%. Mogol non era d'accordo con tale ripartizione (più che per questioni economiche, per questione di principio) e voleva cambiare le quote azionarie della società, ma da Battisti ricevette solo il silenzio. Mogol, pur evitando per scelta di parlare dell'argomento (in un'occasione dichiarò: «Delle persone io dico bene, oppure taccio. […] In questo caso taccio»), ha fatto capire che la moglie di Battisti avrebbe più volte interferito nel rapporto tra lui e il marito, spingendo Battisti a non assecondarlo nella questione dei diritti d'autore.
Mentre Mogol inizierà una collaborazione con Riccardo Cocciante, per il quale continuerà a scrivere testi simili a quelli ideati per Battisti, secondo il suo consueto stile, Battisti continuerà la sua strada con Velezia (pseudonimo di Grazia Letizia Veronese) prima e con Pasquale Panella poi, soddisfacendo così il suo costante bisogno di sperimentare e di misurarsi in nuove esperienze musicali.
### Le nuove collaborazioni: Velezia e Pasquale Panella
**1981-1985: E già e l'incontro con Panella**
Il 14 settembre 1982 pubblica l'album E già, registrato tra maggio e luglio negli studi di Roma e Londra, un disco che rappresenta un vero e proprio rinnovamento musicale, in cui l'autore si cimenta nella new wave: l'album è composto da canzoni più brevi (solo un brano su 12 supera i quattro minuti di durata) e su arrangiamenti completamente elettronici dove gli unici strumenti usati sono le tastiere, i sintetizzatori e la batteria elettronica. I testi sono scritti dalla moglie sotto lo pseudonimo Velezia; tuttavia, i numerosi spunti autobiografici presenti nei testi fanno ritenere da parte della critica che autore o almeno coautore dei medesimi sia lo stesso Battisti. Il disco, pur conquistando il primo posto in classifica, non ebbe il riscontro di vendita dei precedenti. L'album, da cui viene estratto il 22º e ultimo singolo del cantautore, E già/Straniero, si posizionerà al 14º posto dei dischi più venduti del 1982.
Tra il 1982 e il 1983 collabora con Adriano Pappalardo alla realizzazione degli album Immersione e Oh! Era ora. Nel primo i testi sono scritti da Franca Evangelisti, mentre per Oh! Era ora Battisti decide di coinvolgere Pasquale Panella, collaboratore stretto del cantautore Enzo Carella, entrambi molto stimati da Battisti. Successivamente, nel 1984, Battisti si incontra con Lucio Dalla, che gli propone una collaborazione, ma rifiuta. A tal proposito, Dalla dichiarò: «Lui ascoltava senza darmi importanza... disse che non si poteva fare, che si sentiva molto cambiato e che si stava muovendo in tutt'altra ricerca musicale».
**1986-1994: il "periodo bianco"**
Nella seconda metà degli anni ottanta comincia la collaborazione diretta tra Lucio Battisti e Pasquale Panella, proseguendo sullo stile che avevano inaugurato con il precedente album di Pappalardo. In quest'ultima fase della sua carriera, Battisti pubblica cinque album che continuano l'esplorazione musicale iniziata con E già trattando generi all'epoca emergenti nella scena musicale italiana; i testi di Panella sono completamente diversi da quelli scritti in precedenza da Mogol: di difficile comprensione, sono densi di giochi di parole e doppi sensi. Come dichiarato da Panella in una recente intervista, questa elevazione stilistica è stata una scelta dettata dall'esigenza di "tirar fuori" Battisti dalla "trivialità" che caratterizzò il periodo precedente. Per volere di Battisti gli album non vengono pubblicizzati in alcun modo nei mass media, saranno accolti dal pubblico con un apprezzamento via via calante e dalla critica con pareri estremamente discordi, per poi essere notevolmente riscoperti solo a distanza di anni.
Nel marzo del 1986 torna sul mercato discografico con il primo album realizzato con Panella, Don Giovanni, anch'esso inciso fra Roma e Londra, tra l'estate e inizio autunno 1985. Gli arrangiamenti risultano meno elettronici rispetto a E già, ne deriva una fusione tra le nuove sonorità elettroniche e quelle più tradizionali con le melodie definite che ben distinguevano il primo periodo del musicista: infatti Battisti reintroduce chitarre, pianoforte, violino, ottoni e inserisce perfino l'arpa, e lo stesso Panella rivelerà di aver scritto le liriche su melodie ancora canoniche nella forma, con tanto di strofa e inciso. La critica accoglie l'album con pareri contrastanti: per Francesco De Gregori «Don Giovanni è una pietra miliare. D'ora in poi dovremo tutti fare i conti con un nuovo modo di scrivere la musica», Michele Serra scrive che «Don Giovanni ridimensiona gran parte della musica leggera degli ultimi dieci anni», mentre Gianfranco Manfredi dichiara senza mezzi termini che «il disco è una palla». Ottiene comunque un buon successo commerciale: vende 350 000 copie e risulta essere il 3º album più venduto dell'anno; da qui in avanti, Battisti registrerà solamente negli studi del Regno Unito e il numero dei musicisti partecipanti sarà più ridotto. Don Giovanni nasce come opera di transizione e viene oggi considerato uno dei migliori album di Battisti e il capolavoro tra quelli realizzati con Panella.
Il 7 ottobre 1988 esce l'album L'apparenza. Battisti era da sempre abituato, fin dagli anni sessanta, a comporre prima la musica con il susseguente apporto dei testi, ma a partire da questo album, su richiesta di Panella stesso, la tecnica di scrittura dei brani viene invertita: con Panella che stende i testi e Battisti che successivamente scrive la musica. Anche per questo motivo, in questo disco, la struttura tradizionale della canzone prende notevolmente le distanze: all'interno dei brani le tipiche melodie si interrompono, appaiono e scompaiono quasi disarticolando il rapporto musica-testo. Con L'apparenza le vendite registrano un calo rispetto al precedente Don Giovanni: è il 17º disco più venduto dell'anno, con poco più di 200 000 copie vendute.
Il 10 ottobre 1990 esce La sposa occidentale, pubblicato dalla CBS. In questo album Battisti si rinnova ancora, addentrandosi maggiormente nelle sonorità elettroniche e spingendosi anche nella musica techno, affidando un ruolo predominante alle tastiere e alla batteria. Nonostante le 400 000 copie vendute l'album si piazza solo al 34º posto nella classifica.
In questo periodo tra il grande pubblico comincia a farsi strada un sentimento di nostalgia verso il duo Battisti-Mogol ed un rifiuto della sua produzione recente. Sull'onda di questo sentimento ottengono grande successo gli Audio 2, un duo che fece dell'imitazione del Battisti prima maniera il proprio marchio. Inoltre l'ormai lunga assenza di Battisti dalle scene contribuisce a creare una vera e propria mitizzazione del personaggio, uno stato di cose ben fotografato dal singolo Battisti dei B-nario.
Il 6 ottobre 1992 pubblica Cosa succederà alla ragazza, stavolta sotto l'etichetta Columbia, nel quale combina insieme funk, dance, hip hop, techno, arrivando a sfiorare persino il rap. Dal punto di vista commerciale rappresentò un ulteriore passo indietro, piazzandosi al 57º posto nella classifica degli album più venduti, dove invece ottiene più successo una raccolta di vecchi brani scritti con Mogol, Le origini (al 26º posto). Per quanto riguarda la critica Mario Luzzatto Fegiz scrisse che «Cosa succederà alla ragazza è un disco senza amore, un incubo»; Alfredo Saitto parlò di «insulto al suo pubblico e alla sua stessa musica»; al contrario, Marco Mangiarotti scrisse che «Cosa succederà alla ragazza è un altro capolavoro».
Nel gennaio 1994, quando il suo nuovo disco è quasi pronto, decide di non rinnovare il contratto con la Sony. L'album, intitolato Hegel, viene pubblicato il 29 settembre di quell'anno per la Numero Uno; i testi, complessi ed ermetici, contengono numerosi riferimenti al filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel e, musicalmente, l'album rappresenta uno dei punti massimi della ricerca e della sperimentazione battistiana. Si posizionò al 68º posto della classifica degli album più venduti. La critica, come al solito, fu estremamente discorde nel giudicare l'album: Sandro Veronesi dichiarò che «di Hegel si può anche guardare solo le figure […] e poi dire in coro che "Mogol-Battisti però era un'altra cosa", ma esaminato poco più attentamente […] finisce di farci vedere quanto è piccina, in confronto, l'attuale musica italiana», mentre Gigio Rancilio parlò della nuova musica di Battisti come di «uno scandalo non più accettabile».
Nel periodo della pubblicazione di Hegel, Panella dichiara di non voler più scrivere testi per Battisti, «perché si rischiava la ripetizione».
### Gli ultimi anni e la morte
Negli anni trascorsi dall'uscita del suo ultimo disco, si parlerà con insistenza di un riavvicinamento artistico tra Battisti e Mogol, ma tali voci non troveranno mai conferma e non si concretizzeranno.
Nel frattempo la stampa italiana non dà tregua tanto che ormai il cantautore è diventato il bersaglio preferito delle riviste di gossip. Numerose sono le foto scattate dai paparazzi che lo immortalano impegnato nelle più comuni attività giornaliere, sia in strada che nel giardino della sua villa. Eva Tremila, dopo averlo sorpreso in bicicletta, scrive: «Lucio Battisti sei certamente ancora tu, senza i riccioloni ma con ancora tanto "peso" musicale.»; «Nei venticinque anni di volontario esilio dalle scene, il cantautore si è appesantito e ha dovuto rinunciare alla chioma stile "hippy" ma non ha perduto il suo carisma.»; «Pedala per smaltire.»; «Che voglia imitare Marlon Brando?», mentre Novella 2000 riporta: «Battisti: anche quando non canto rimango un "grosso" personaggio.»
Nell'autunno del 1996, data la regolarità biennale seguita dalle pubblicazioni di Battisti a partire da Don Giovanni, molti si aspettavano l'uscita di un nuovo disco. Da quel momento cominciarono a circolare voci sull'esistenza di un fantomatico nuovo album, che non sarebbe stato mai pubblicato a causa delle difficoltà da parte di Battisti nel trovare un accordo con le case discografiche, che non avrebbero accettato le sue richieste, troppo alte in rapporto al calo delle vendite degli ultimi album.
Durante l'estate del 1997 su Rai 1, la trasmissione televisiva Va ora in onda lancia la moda degli "abbattistamenti", aprendo l'omonima rubrica nel programma, nella quale vengono segnalati dai fan presunti "avvistamenti" dell'artista reatino in tutta Italia, trasmettendone anche fotografie e video.
Tra il 29 e il 30 agosto 1998 si diffonde la notizia del ricovero di Battisti in gravi condizioni cliniche in un ospedale milanese, dove avrebbe affrontato un intervento chirurgico d'urgenza. Durante gli undici giorni di ricovero, per volere della stessa famiglia, non viene diffuso alcun bollettino medico. Il 6 settembre le sue condizioni si aggravano ulteriormente e l'8 viene spostato nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale San Paolo di Milano.
Lucio Battisti muore la mattina del 9 settembre 1998, all'età di 55 anni; le cause della morte non sono mai state comunicate ufficialmente e l'unico bollettino medico reso disponibile riporta solamente che «Il paziente, nonostante tutte le cure dei sanitari che lo hanno assistito, è deceduto per intervenute complicanze in un quadro clinico severo sin dall'esordio». Secondo alcune voci non confermate il musicista sarebbe morto per un linfoma maligno che aveva colpito il fegato; altre voci affermarono che avesse sofferto di glomerulonefrite. Ai funerali, celebratisi in forma privata a Molteno, furono ammesse appena venti persone, tra le quali Mogol, e l'artista venne sepolto nel cimitero del comune brianzolo.
**Dal 1998 in poi**
La vedova Grazia Letizia Veronese ha deciso di adottare una politica fortemente protezionistica nei riguardi dell'eredità artistica del marito, bloccando manifestazioni in tributo (come accadde nel 2006 per il festival Un'avventura, le emozioni di Molteno, ai cui organizzatori fu intentato un ricorso) e impedendo la pubblicazione o la riedizione di singoli, album e video, come nel caso del videoclip per la versione dei Delta V di Prendila così (2004), di un DVD dei Dik Dik (2005). Venne finanche negata l'autorizzazione per l'apparizione di immagini di Battisti nella scenografia per il brano Buonanotte all'Italia in un concerto di Luciano Ligabue (2008).
Il 6 settembre 2013, pochi giorni dopo la sentenza della Corte d'appello di Milano che aveva dato ragione al comune di Molteno per l'organizzazione del festival Un'avventura, le emozioni, condannando gli eredi dell'artista a versare al comune brianzolo circa 50 000 euro a titolo di risarcimento, la salma di Battisti venne riesumata dal cimitero del piccolo comune lecchese e traslata in quello di San Benedetto del Tronto (residenza della vedova), dove tre giorni dopo, a quindici anni esatti dalla morte, venne cremata; le ceneri sono state quindi ritirate dalla famiglia e conservate privatamente.
## Tecnica e stile
Dotato di voce acuta (tenorile) non impostata, drammatica, senza vibrato, dal timbro chiaro tendente al falsetto, e di una tecnica vocale imperfetta; Lucio Battisti trasse vantaggio da tali caratteristiche. Cosciente dei propri limiti di cantante, si riteneva soprattutto interprete e autore, e tuttavia difendeva la peculiarità del suo stile, ponendo l'accento sull'emozione trasmessa per mezzo del canto.
Lucio Battisti fu quasi completamente autodidatta in tutti gli aspetti della sua attività. La gavetta sul campo nei primi anni sessanta gli fece conseguire un ottimo livello tecnico (forgiato anche dall'uso di strumenti economici) come chitarrista ritmico; si dimostrò efficace anche nel ruolo solista.
Benché privo di studi accademici, fu ascoltatore di musica instancabile e non passivo, capace di analisi delle strutture: frequentò il beat, il rhythm and blues, il soul, il folk, il rock progressivo, la musica latinoamericana, la new wave, il funk, l'elettropop, la disco, il minimalismo e altro ancora. Nel corso della carriera, questo continuo processo di assimilazione di generi e stili gli permise di riversarli progressivamente in modo originale nella sua produzione, adoperando uno stile strettamente personale caratterizzato da frequenti pause e repentini cambi di ritmo e melodie, e introducendo nella musica leggera italiana contaminazioni inedite, non forzate, che gli valsero la fama di sperimentatore, precursore e rivoluzionario; il tutto in coerenza con la sua visione della musica, attraversata da una tensione costante al rinnovamento.
Sono noti il suo perfezionismo e la sua dedizione in sala di registrazione e la cura quasi maniacale che dedicava agli arrangiamenti e agli accordi, contraltare di una maggiore immediatezza e spontaneità di composizione.
### Critiche
A fronte di stroncature come quella di Natalia Aspesi («chiodi che gli stridono in gola»), di critiche severe come quelle di Renzo Nissim («non ha una voce gradevole») e a volte del pubblico stesso, stanno gli apprezzamenti di produttori come Christine Leroux, che ne ammirava proprio la voce «sporca» ma capace di tensione emotiva, o ancora di scrittori come Edmondo Berselli, che ne evidenziava la perfezione nella dizione della lingua italiana. Ai giudizi tecnici di personaggi della scena canora più orientati alla lirica, che vedono in lui un cantante «non troppo intonato» (Andrea Bocelli), si contrappone la stima di altri come Lucio Dalla, che ne ha lodato l'intensità, la timbrica insolita e la duttilità; o come Francesco De Gregori, che fu onorato di ricevere da Battisti stesso un apprezzamento delle proprie doti vocali.
Se i compositori Augusto Martelli e Riz Ortolani ne denigravano la capacità e l'originalità musicale, cantautori come Ivano Fossati e Rino Gaetano ne hanno invece apprezzato rispettivamente le intuizioni melodiche e la versatilità ritmica e le doti avanguardistiche di arrangiatore. Ennio Morricone lo considerò un talento e interprete vocale unico nonché un innovatore della canzone italiana, paragonando il suo canto a quello gregoriano e sottolineandone la meticolosità nell'armonizzazione delle sillabe con le note; mentre musicalmente le sue composizioni furono da Luciano Pavarotti avvicinate a quelle di Giacomo Puccini.
## La poetica
### Periodo Mogol
La principale caratteristica delle canzoni di Battisti-Mogol è la tematica dell'amore, raccontata in modo da non farla cadere nella stucchevole banalità, mettendola prepotentemente in luce da quelle altre emozioni così complesse che non riescono a emergere all'esterno della nostra intimità. Sono i frammenti di un discorso amoroso che si compongono nel quasi paradossale racconto di Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi..., brano che non spiega l'amore ma, in senso poetico, ne suggerisce parole che svelano tutta la sua essenza.
La filosofia di Battisti risiede nella sua musica, la quale rivela un percorso indicato da egli stesso: «Ascoltare significa qualcosa». Questa filosofia popolare di Battisti individua nell'ascolto di musica e parole uno strumento per interpretare la vita, i suoi sentimenti, le emozioni, tutti tratti che caratterizzano la musica stessa e ciò che rende tali gli esseri umani. Dietro un linguaggio semplice che non scade mai in una banale rassicurazione o nella narrazione del già detto, riesce a far vivere e rivivere delle storie in cui si esprimono i confini di una identificazione amorosa universale.
Tuttavia l'amore non è l'unico tema tramandato dalla discografia di Mogol-Battisti. Infatti non mancano brani in cui la poesia e la retorica incontrano l'autobiografia, come nel brano I giardini di marzo in cui Mogol ci parla della sua travagliata infanzia vissuta nel dopoguerra, tra la sofferenza e la carestia. I temi principali sono la voglia di libertà e riscatto, il bisogno di liberarsi delle catene che attanagliano l'animo, e soprattutto l'immancabile voglia di vivere.
### Periodo Panella
Una volta iniziata la collaborazione con Panella, la concezione poetico-letteraria di Battisti cambia completamente; abbandonando una volta per tutte la giocosa ma intelligente semplicità che caratterizzava i testi di Mogol, per approdare in una complessità ermetica che spiazza completamente gli ascoltatori. Il tema principale rimane l'amore, ma stavolta esso è intriso di spiritualità, filosofia, storia e citazioni esoteriche che solo Battisti e Panella sembrano cogliere.
La concezione dell'amore nel binomio Battisti-Panella è radicalmente diversa da quella fino ad allora proposta con Mogol. L'album Don Giovanni si apre con un brano (Le cose che pensano) che è un vero e proprio manifesto del disamore. Il protagonista non è più l'incarnazione dell'eterno innamorato, tutt'altro. È un ex innamorato, che quasi dimentica la storia d'amore appena lasciatasi alle spalle, scrollandosela di dosso senza tanta cura.
Nell'album Hegel, ultimo realizzato da Battisti, si affronta il tema del nichilismo che avvolge l'uomo, che, derubato della sua interiorità, cade vittima dell'alienazione. L'album sposa la visione filosofica di Ernst Junger, secondo la quale l'uomo può liberarsi del nichilismo solo attraverso le emozioni positive, come l'amicizia, l'arte e l'amore. Nella traccia Estetica, uno dei brani più complessi e raffinati di Battisti, Panella compie un omaggio al filosofo a cui è intitolato il disco, lanciandosi in un'articolata descrizione di una rottura, la quale può essere interpretata come la fine di un amore ma anche come la fine di una collaborazione artistica, forse a indicare la conclusione del suo sodalizio con Battisti.
## Nella cultura di massa
«His fame and youthful following were such that he was sometimes compared to Bob Dylan, less for the political content of Mr. Battisti's songs than for the way they defined an era»
«La sua fama e il suo seguito giovanile sono stati tali che a volte è stato paragonato a Bob Dylan, non tanto per i contenuti politici delle sue canzoni quanto per il modo in cui hanno segnato un'epoca.»
(New York Times)
Battisti ha lasciato venti album ufficiali, e molti suoi brani, reinterpretati dai colleghi nei numerosi tributi in suo onore dopo la morte, conservano fama e apprezzamento presso il pubblico. Secondo un'indagine, ancora nell'estate 2009 il 75% dei giovani indicava i suoi classici come le canzoni preferite per cantare insieme.
I versi di Mogol sono rimasti nella memoria collettiva e alcune frasi sono diventate idiomatiche, e vengono usate in particolare nel linguaggio giornalistico: ad esempio «Lo scopriremo solo vivendo» (da Con il nastro rosa) e le varianti di «Una donna per amico» (dall'omonimo brano).
Sono innumerevoli, oltre alle ristampe in CD dei dischi del passato, le raccolte sia di brani originali di Battisti, sia di sue canzoni interpretate da altri artisti. Per celebrare i vent'anni dalla scomparsa, il 14 settembre 2018 Sony Music ha pubblicato per la prima volta tutti gli album rimasterizzati dai nastri originali, in edizione limitata, numerata e in formato vinyl replica; mentre a partire dal 29 settembre 2019, al termine di una lunga battaglia legale, tutti i brani firmati da Mogol-Battisti sono stati resi disponibili sulle principali piattaforme di streaming musicale.
### Omaggi e apprezzamenti
Nel corso degli anni, la produzione musicale di Lucio Battisti è stata reinterpretata in numerose cover, molti sono gli apprezzamenti espliciti di cantanti/musicisti italiani e internazionali e non si enumerano i programmi televisivi e i concerti che in tutta Italia ricordano e commemorano l'artista di Poggio Bustone. Tra gli estimatori stranieri si ricorda in particolare Paul McCartney e soprattutto David Bowie, che riadattò il testo di Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi per la cover Music Is Lethal di Mick Ronson, che già negli anni settanta citava Battisti come il suo artista italiano preferito e che, interessato a una possibile collaborazione, nel 1997 lo definì il miglior cantautore del mondo insieme a Lou Reed. Anche i francesi Daft Punk e Sébastien Tellier, e il cileno Ricardo Villalobos, in tempi più recenti (anni dieci) ne hanno scoperto e apprezzato la produzione.
Il 27 febbraio 1997 viene scoperto l'asteroide "9115 Battisti", intitolato in onore del musicista.
Dopo anni di posticipazione e opposizione da parte della famiglia, il 20 gennaio 2024 è stato inaugurato a Poggio Bustone il museo dedicato a Lucio Battisti, dove sono state esposte le sue chitarre, i dipinti, lettere, cartoline e foto inedite.
### Innovazioni
Si riconosce a Lucio Battisti l'introduzione nella musica leggera italiana di innovazioni tecniche e stilistiche, derivate dalla fusione della tradizione con nuove sonorità provenienti dai numerosi generi internazionali coltivati dal musicista.
Alcune sue sperimentazioni, soprattutto di carattere ritmico, produssero risultati anticipatori di mode ancora di là da venire come, secondo parte della critica, il drum and bass rinvenibile nell'album Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera (1976), sebbene per altri versi la raccolta sia segnata da pura uniformazione alle tendenze (emergenti in Italia) dell'epoca (disco music, funk); nel medesimo album, il brano Il veliero suona in qualche modo pionieristico della musica house; mentre nel brano Windsurf windsurf, contenuto nel disco E già (1982), sono riscontrabili sonorità tipiche della synthwave; o ancora le scelte stilistiche (come la voce a volume basso nel missaggio), le ritmiche e i suoni innovativi e visionari di Anima latina (1974), che è stato e continua ad essere un album fonte di ispirazione per molti artisti italiani.
Nella tecnica del suono Battisti introdusse il backmasking, sulla scia della musica psichedelica britannica e di contemporanei come i Beatles: tracce di chitarra registrate all'inverso sono rintracciabili in Era (1967), Io vivrò (senza te) (1968), Non è Francesca (1969).
### Filmografia
Lista dei film, telefilm e serie TV che contengono brani interpretati e/o scritti da Lucio Battisti:
* La supertestimone (1971)
* La circostanza (1973)
* Vado a vivere da solo (1982)
* Amore tossico (1983)
* Il pino azzurro (1983)
* Sapore di mare 2 - Un anno dopo (1983)
* Un ragazzo e una ragazza (1984)
* Yesterday - Vacanze al mare (1985)
* Il grande Blek (1987)
* L'imperatore di Roma (1987)
* Caruso Pascoski (di padre polacco) (1988)
* Il muro di gomma (1991)
* Scusa ma ti chiamo amore (2008)
* Master of None (2017 - seconda stagione, episodio 9)
* Un'avventura (2019)
* La scuola cattolica (2021)
## Opinioni politiche
Battisti si dichiarò sempre politicamente disimpegnato, se non proprio apolitico, mentre attribuiva a Mogol idee socialiste. In una lettera Battisti dichiara comunque che avrebbe votato per Marcello Baraghini candidato per la Lista Marco Pannella nel 1992 . Il testo di Io ti venderei e l'epiteto «stupida» rivolto alla protagonista della canzone gli alienarono inoltre la simpatia di alcune appartenenti al movimento femminista e gli preclusero l'opportunità di prendere parte al Festival del proletariato giovanile organizzato dalla rivista di controcultura Re Nudo.
Per mezzo dei testi di Mogol trattò prevalentemente temi sentimentali, accennando talvolta ad argomenti ecologici, considerati all'epoca più elitari che popolari, e quindi marginali o addirittura sconvenienti rispetto ai temi cari alla sinistra. La tematica battistiana fu in ogni caso sempre estranea agli interessi di artisti e gruppi «impegnati», attivi nell'epoca d'oro della canzone di protesta, come testimonia d'altronde il rifiuto di Non è Francesca da parte dei Nomadi, che preferirono Dio è morto di Francesco Guccini.
Nei primi anni settanta prese a circolare una voce, accreditata in apparenza da Re Nudo, che attribuiva a Battisti simpatie fasciste e lo sospettava di finanziare Ordine Nuovo. Essa pare aver trovato terreno fertile proprio nel disimpegno del suo repertorio e nell'assenza dalle sue canzoni di temi politici di sinistra, molto comuni nei brani di altri cantautori dell'epoca: vuoi per un'«appropriazione» di Battisti da parte della destra estrema, vuoi (secondo la tesi di Mogol) per un suo «ripudio» da parte del movimento sessantottino.
Tra i contemporanei, Pierangelo Bertoli sosteneva che vicinanza di Battisti al MSI fosse un fatto notorio, non bisognoso di prove; Bruno Lauzi riferì invece di aver parlato dell'argomento con Battisti stesso, che avrebbe mostrato al riguardo un'indifferenza di comodo, rispondendo che la diceria alimentava la sua leggenda.
L'interessato ebbe a smentire il finanziamento di Ordine Nuovo da parte sua, con un'autoironia sulla propria ben nota tendenza al risparmio. La voce tuttavia si nutrì di vari presunti «indizi»: un'istantanea di Battisti a braccio teso (presa in uno studio televisivo mentre pare fosse intento, per mezzo di quel gesto, a dare un attacco all'orchestra), passi delle canzoni e la copertina di un album (Il mio canto libero), dove si vollero rintracciare secondo i casi, anche con vistose forzature, il simbolismo del nero, i saluti romani, l'esaltazione della patria.
Va notato che la produzione di Battisti fu sì molto gradita agli ambienti giovanili di destra, ma altrettanto successo riscosse presso quelli di sinistra; perfino le Brigate Rosse scelsero un verso di Mogol come titolo di un manifesto e nel 1978 ebbero tre membri arrestati in un covo nel quale, all'ispezione, vennero trovate copie di tutti i dischi del musicista reatino.
## Discografia
Quella che segue è la discografia ufficiale di Lucio Battisti in Italia, non vengono pertanto considerati i tre album e i vari singoli interpretati in altre lingue e pubblicati esclusivamente per il mercato discografico straniero. Per approfondire, si vedano le due voci sopraindicate.
### Album in studio
* 1969 - Lucio Battisti (Ricordi, SMRL 6063)
* 1970 - Lucio Battisti Vol. 2 (Ricordi, RI-K 740.143; pubblicato solo in cassetta)
* 1970 - Emozioni (Ricordi, SMRL 6079)
* 1971 - Amore e non amore (Ricordi, SMRL 6074)
* 1971 - Lucio Battisti Vol. 4 (Ricordi, SMRL 6091)
* 1972 - Umanamente uomo: il sogno (Numero Uno, ZSLN 55060)
* 1972 - Il mio canto libero (Numero Uno, DZSLN 55156)
* 1973 - Il nostro caro angelo (Numero Uno, DZSLN 55660)
* 1974 - Anima latina (Numero Uno, DZSLN 55675)
* 1976 - Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera (Numero Uno, ZSLN 55685)
* 1977 - Io tu noi tutti (Numero Uno, ZPLN 34006)
* 1977 - Images (RCA Victor, PL 11839)
* 1978 - Una donna per amico (Numero Uno, ZPLN 34036)
* 1980 - Una giornata uggiosa (Numero Uno, ZPLN 34084)
* 1982 - E già (Numero Uno, ZPLN 34182)
* 1986 - Don Giovanni (Numero Uno, PL 70991)
* 1988 - L'apparenza (Numero Uno, PL 71850)
* 1990 - La sposa occidentale (CBS, 466727 1)
* 1992 - Cosa succederà alla ragazza (Sony / Columbia, 472328 1)
* 1994 - Hegel (Numero Uno, 74321 22916 2)
### Singoli
* 1966 - Dolce di giorno/Per una lira (Ricordi, SRL 10430)
* 1967 - Luisa Rossi/Era (Ricordi, SRL 10460)
* 1968 - Prigioniero del mondo/Balla Linda (Ricordi, SRL 10495)
* 1968 - La mia canzone per Maria/Io vivrò (senza te) (Ricordi, SRL 10513)
* 1969 - Un'avventura/Non è Francesca (Ricordi, SRL 10529)
* 1969 - Acqua azzurra, acqua chiara/Dieci ragazze (Ricordi, SRL 10538)
* 1969 - Mi ritorni in mente/7 e 40 (Ricordi, SRL 10567)
* 1970 - Fiori rosa fiori di pesco/Il tempo di morire (Ricordi, SRL 10593)
* 1970 - Emozioni/Anna (Ricordi, SRL 10614)
* 1971 - Pensieri e parole/Insieme a te sto bene (Ricordi, SRL 10622)
* 1971 - Dio mio no/Era (Ricordi, SRL 10637)
* 1971 - Le tre verità/Supermarket (Ricordi, SRL 10657)
* 1971 - La canzone del sole/Anche per te (Numero Uno, ZN 50132)
* 1972 - Elena no/Una (Ricordi, SRL 10666)
* 1972 - I giardini di marzo/Comunque bella (Numero Uno, ZN 50144)
* 1972 - Il mio canto libero/Confusione (Numero Uno, ZN 50267)
* 1973 - La collina dei ciliegi/Il nostro caro angelo (Numero Uno, ZN 50316)
* 1973 - Ma è un canto brasileiro/Our Dear Angel (Numero Uno, JBZN 50322; il brano sul lato B è cantato da Marva Jan Marrow)
* 1976 - Ancora tu/Dove arriva quel cespuglio (Numero Uno, ZN 50345)
* 1977 - Amarsi un po'/Sì, viaggiare (Numero Uno, ZBN 7004)
* 1978 - Una donna per amico/Nessun dolore (Numero Uno, ZBN 7110)
* 1980 - Una giornata uggiosa/Con il nastro rosa (Numero Uno, ZBN 7178)
* 1982 - E già/Straniero (Numero Uno, ZBN 7287)
### Gli inediti
A partire dalla seconda metà degli anni novanta furono rinvenuti e quindi divulgati al pubblico, sia attraverso la radio e la televisione sia (in modo non sempre regolare) attraverso la distribuzione peer-to-peer (Napster, WinMX, eMule, ecc.), numerosi brani inediti o versioni alternative che l'artista aveva accumulato durante la sua carriera scartandoli, modificandoli o riscrivendone ora il testo, ora l'arrangiamento.
Si possono dividere i brani inediti in quattro gruppi:
* brani scritti con Roberto Matano tra il 1964 e il 1965, alcuni dei quali furono ripresi e riadattati in seguito con Mogol (come Se non sai cos'è un bacio del 1964 e Sei ancora mia / Sei stata mia del 1965), di cui rimane la registrazione su nastro magnetico;
* canzoni scritte originariamente per altri cantanti a cui Battisti lasciò la registrazione di una sua versione da usare come linea guida (come La folle corsa della Formula 3 e Oh! Era ora del 1983 di Adriano Pappalardo);
* prove di registrazione e versioni alternative di brani pubblicati (come quella de Il nostro caro angelo, completamente diversa da quella poi inserita nell'album e dalla durata di quasi otto minuti);
* composizioni del tutto inedite, che non furono pubblicate in alcun modo e di cui non esiste alcuna versione edita, come Il paradiso non è qui del 1979 (che Mogol ha ritenuto essere «l'inedito più importante tra quelli scritti con Battisti») o Il gabbianone del 1985.
## Tournée
* Tour 1969 - 1969
* Tour 1970 - 1970
## Partecipazioni a manifestazioni canore
### Cantagiro
* 1968: con Balla Linda - 4º posto
* 1969: con Acqua azzurra, acqua chiara - 3º posto
### Festival di Sanremo
* 1969: con Un'avventura - 9º posto
### Festivalbar
* 1969: con Acqua azzurra, acqua chiara - 1º posto
* 1970: con Fiori rosa fiori di pesco - 1º posto
## Altre attività
### La Nazionale cantanti
Lucio Battisti giocò una sola partita con la nazionale italiana cantanti, la prima in assoluto, disputata contro la nazionale attori il 2 ottobre 1975. L'iniziativa della squadra non venne istituzionalizzata fino al 1981, tuttavia Battisti non vi partecipò più.
### La pittura
L'interesse di Battisti per il disegno e la pittura, sin dalla fine degli anni sessanta, è ben documentato e può essere compreso nella lunga intervista-autobiografia concessa a Sogno nel dicembre 1970, nella quale cita il disegno come uno dei suoi hobby.
L'impegno di Battisti nelle arti figurative, tuttavia, è sempre rimasto nella dimensione dell'hobby, e nel corso della sua vita il cantautore non ha mai divulgato o esposto in pubblico alcuna sua opera. Le uniche eccezioni sono un bozzetto autografato disegnato all'epoca della partecipazione a Sanremo 1969 e intitolato «Occhi sulla sabbia» e, soprattutto, le cinque copertine degli album scritti con Pasquale Panella. Un dipinto riportante la firma di Battisti è inquadrato per pochi secondi nel documentario Pensieri e parole trasmesso nel 2004 da Rete 4, nel momento in cui viene citata questa passione di Battisti.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Furto_al_World_Diamond_Center_di_Anversa
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Furto al World Diamond Center di Anversa
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# Furto al World Diamond Center di Anversa
Il furto al World Diamond Center di Anversa venne commesso nelle prime ore di domenica 15 febbraio 2003. L'ammontare delle somme rubate, che portò a soprannominare il furto come "Colpo del secolo" ebbe ampio risalto nelle cronache, tanto da ispirare la sceneggiatura di una serie televisiva.
## L’edificio
Il quartiere dei diamanti di Anversa, in Belgio, è conosciuto per essere uno dei maggiori centri al mondo del commercio di pietre preziose, dove negli anni 2000 ne venivano vendute ogni anno l'equivalente di 3 miliardi di euro e ne venivano lavorate altre per 16 miliardi: l'80% del flusso mondiale. L’Antwerp World Diamond Center era a quei tempi la più importante banca di diamanti della città.
Il caveau era considerato a 10 gradi di difficoltà: una security privata, telecamere attive 24 ore su 24, un portellone di acciaio massiccio di 3 tonnellate e testato per resistere a 12 ore continuative di trapano, una grata d'acciaio con una chiave lunga 30 centimetri difficilissima da duplicare e sensori di calore per intercettare ogni movimento. Un lucchetto della cassaforte con 100 milioni di combinazioni possibili e una seconda serratura protetta da allarme magnetico concludevano la dotazione di sicurezza.
## I componenti
Il gruppo era composto da almeno quattro persone, malfattori della cosiddetta "scuola di Torino": Leonardo Notarbartolo, nato a Palermo nel 1952 ma residente a Trana (TO) e soprannominato "l'artista", mente organizzativa; Ferdinando Finotto, nato a Grugliasco nel 1959 e soprannominato "il mostro", esperto di serrature e casseforti; Elio D'Onorio, di Latina, soprannominato "il genio", abile nelle tecnologie e nei sistemi di sicurezza; il torinese Pietro Tavano, classe 1951, alias Speedy, uomo di fiducia di Notarbartolo. Una quinta persona, con il soprannome di "king of the keys", non è mai stata confermata ufficialmente.
## La Storia
Il colpo richiese più di mille giorni di programmazione. In una intervista, Notarbartolo afferma di essere stato arruolato da un commerciante di diamanti ebreo ad Anversa, con l'idea di condurre una rapina all'Antwerp Diamond Center. Offerta inizialmente rifiutata poiché considerata impossibile ma poi riconsiderata quando il commerciante di diamanti avrebbe replicato il caveau in un magazzino del porto e lo avrebbe presentato al gruppo di rapinatori, dotando la banda di un anticipo di 100mila euro.
Inizialmente Notarbartolo creò in Torino una società che si occupava del commercio di pietre preziose, come pretesto per poter successivamente aprire un piccolo ufficio all'interno del Centro e aprire una cassetta di sicurezza nel caveau, in modo da studiarne a fondo i segreti, osservare le abitudini del personale, individuare le vulnerabilità possibili e le falle del sistema di sorveglianza, trasferendo ad Anversa tutta la famiglia.
Usando una fotocamera inserita nella penna del taschino, Notarbartolo catturò filmati elaborati del Diamond Center, per poi esercitarsi sulla replica del caveau. Nascose inoltre una piccola telecamera sopra la porta del caveau per registrare le combinazioni utilizzate per l'apertura, nascondendo il suo sensore di trasmissione in un estintore.
La data del 15 febbraio fu scelta perchè il giorno prima era previsto l'arrivo di un grosso carico di diamanti dall'Africa (la consueta consegna mensile della multinazionale De Beers, che controllava il 55% del traffico mondiale), la sera ci sarebbe stata la semifinale dei Diamond Games di tennis, protagonista Venus Williams e sponsorizzati proprio dal Diamond Center e infine perchè durante il giorno di shabbat gli ebrei non si recano al lavoro (rendendo quindi semideserto il luogo).
La notte del furto, la banda penetrò nel Centro passando da un edificio attiguo. Usò una lacca per coprire il sensore che coglie calore e movimenti, uno scudo isolante per ricreare un tunnel protetto dagli infrarossi, e un altro sistema per rendere inutile il campo magnetico.
La chiave da 30 centimetri necessaria all'apertura fu reperita nel ripostiglio delle guardie, appesa ad un gancio del muro così come era stato rilevato dai video girati dal Notarbartolo con la videocamera inserita nella penna. Anche il reperimento della combinazione si deve allo stesso stratagemma. Il resto delle manovre venne effettuato al buio, per evitare le telecamere, basandosi sugli studi effettuati nella copia del caveau realizzata nel magazzino.
Le cassette di sicurezza forzate furono 123 sulle 160 presenti, utilizzando un trapano a mano modificato che ne apriva una ogni tre minuti. Solo per portare via i sacchi pieni di refurtiva fu necessaria un'ora di lavoro. Ma una pista delle indagini afferma che la maggior parte delle cassette erano vuote, perchè i proprietari, avvisati in tempo, avevano ritirato i preziosi giorni prima per poter poi chiedere il risarcimento alle rispettive compagnie di assicurazione. Secondo Denice Oliver, il perito che ha seguito il furto per conto delle assicurazioni, ci sono state richieste di rimborso per circa 25 milioni di dollari, e tutte accompagnate da regolare documentazione.
Andarono via in auto alle 5:30, a bordo di una Peugeot 307 grigia noleggiata e uscendo dai box sotterranei, dopo aver sostituito le cassette del sistema video con un film porno.
## Procedimenti giudiziari
Dopo il furto i soci si divisero: una parte verso l’Olanda, l’altra in Italia. Gettarono in un contenitore dei rifiuti dell’autostrada, in una piazzola, i resti del cibo consumato nel caveau. La polizia recuperò quei rifiuti e ne trasse tutti i profili genetici. Furono così arrestati pochi giorni dopo. A casa di Notarbartolo la polizia ritrovò una gemma rubata dal Diamond Center, e diverse SIM prepagate per poter dialogare con i complici in fuga.
Due anni più tardi, un tribunale belga condannò Notarbartolo a 10 anni e un milione di multa, e a 5 anni e 5 mila euro gli altri tre complici.
Leonardo Notarbartolo scontò 6 anni di carcere prima di essere rilasciato nel marzo del 2009 per buona condotta. Nel luglio 2009 venne fermato a Milano con una busta contenente oltre un chilo di diamanti, risultati poi scarti di lavorazione del valore di circa 10mila euro e regolarmente acquistati. Nell'aprile 2016 è finito ai domiciliari insieme al figlio Marco, con l'accusa di aver partecipato alla rapina di due rappresentanti di gioielli nel cuneese nel gennaio precedente. Oggi vive a Giaveno (TO) con la moglie Adriana Crudo di tre anni più giovane e i due figli. Per il contributo al film sull'assalto ad Anversa ha ricevuto 25mila euro dalla Paramount e ha recitato in un piccolo cameo alla fine dell'ultimo episodio.
Ferdinando Finotto, arrestato a Torino, riuscì a evitare la richiesta di consegna del Belgio, scontando la pena in Italia, dopo il ricorso vinto dal suo avvocato. Tornato in libertà, compì un'altra serie di furti ai danni dei bancomat di alcuni centri commerciali della cintura torinese per i quali venne nuovamente arrestato. Uscito nuovamente di prigione, morì di malattia nel luglio 2022.
Quando Elio D’Onorio fu interrogato dalla polizia italiana, ammise di aver installato delle videocamere nell’ufficio di Notarbartolo, ma negò qualunque implicazione nel crimine. Nel caveau trovarono però del nastro adesivo con tracce del suo DNA. Fu estradato in Belgio nel novembre 2007, per scontare la condanna a cinque anni.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Mozdev.org
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Mozdev.org
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# Mozdev.org
Mozdev.org è un sito web che offre un servizio di hosting per progetti software legati ai programmi di Mozilla Foundation. Il sito ospita numerose estensioni per il browser Firefox e per il programma di posta elettronica Thunderbird e fornisce una serie di strumenti per gestire la distribuzione e l'aggiornamento delle stesse. A maggio 2012 Mozdev.org ospita circa 129 progetti attivi. Molti progetti presenti su Mozdev.org sono disponibili anche su Mozilla Add-ons.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_per_l%27Assemblea_dell%27Irlanda_del_Nord_del_maggio_2022
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Elezioni per l'Assemblea dell'Irlanda del Nord del maggio 2022
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# Elezioni per l'Assemblea dell'Irlanda del Nord del maggio 2022
Le elezioni per l'Assemblea dell'Irlanda del Nord del 2022 si sono tenute il 5 maggio per eleggere i 90 membri dell'assemblea legislativa. Si è trattato della settima elezione dall'istituzione dell'Assemblea, nel 1998.
Le elezioni si sono tenute tre mesi dopo la caduta dell'Esecutivo dell'Irlanda del Nord a causa delle dimissioni del Primo ministro Paul Givan (DUP), in protesta contro il Protocollo sull'Irlanda del Nord.
Sinn Féin è divenuto il maggiore partito all'Assemblea, ed è la prima volta che in un'elezione nell'Irlanda del Nord un partito nazionalista ottiene il numero più alto di voti, e pertanto ha il diritto di nominare il Primo ministro. La percentuale di voti del Partito Unionista Democratico (DUP) è diminuita del 7% ed ha perso tre seggi; nonostante questo, gli unionisti hanno ottenuto due seggi in più dei nazionalisti, 37 contro 35, e una percentuale leggermente maggiore dei voti. Il Partito dell'Alleanza dell'Irlanda del Nord ha anche incrementato i voti ed i seggi, superando UUP e SDLP per divenire il terzo partito all'Assemblea. I Verdi hanno perso entrambi i seggi che detenevano, e sono rimasti fuori dall'Assemblea per la prima volta dal 2003.
Dato che il governo dell'Irlanda del Nord è basato sul consociativismo, il DUP (come maggiore partito unionista) doveva nominare il vice Primo ministro per l'Esecutivo; tuttavia, il partito ha affermato che non lo avrebbe fatto finché non fosse stata definita la questione del Protocollo sull'Irlanda del Nord. In seguito, essendo definitivamente falliti i colloqui per formare l’esecutivo, l’Assemblea ha indetto, il 28 ottobre, nuove elezioni per il dicembre dello stesso anno.
## Risultati
| Partito | Leader | Candidati | Seggi ottenuti | Variazione dal 2017 | Voti (1° pref.) | % voti (1° pref.) | Variazione |
| - | - | - | - | - | - | - | - |
| Sinn Féin | Michelle O'Neill | 34 | 27 | | 250.388 | 29,02% | 1,1% |
| DUP | Jeffrey Donaldson | 30 | 25 | 3 | 184.002 | 21,33% | 6,7% |
| Alleanza | Naomi Long | 24 | 17 | 9 | 116.681 | 13,53% | 4,5% |
| UUP | Doug Beattie | 27 | 9 | 1 | 96.390 | 11,17% | 1,7% |
| SDLP | Colum Eastwood | 22 | 8 | 4 | 78.237 | 9,07% | 2,9% |
| TUV | Jim Allister | 19 | 1 | | 65.788 | 7,63% | 5,1% |
| Verdi | Claire Bailey | 18 | 0 | 2 | 16.433 | 1,90% | 0,4% |
| Aontù | Peadar Tóibín | 12 | 0 | Nuovo | 12.777 | 1,48% | Nuovo |
| PBPA | Eamonn McCann | 12 | 1 | | 9.798 | 1,14% | 0,6% |
| PUP | Billy Hutchinson | 3 | 0 | | 2.665 | 0,31% | 0,4% |
| Repubblicano Socialista | Leadership collettiva | 2 | 0 | Nuovo | 1.869 | 0,22% | Nuovo |
| Lavoratori | | 6 | 0 | | 839 | 0,10% | 0,1% |
| Alternativa Laburista | Owen McCracken | 1 | 0 | | 602 | 0,07% | 0,3% |
| Socialista | Leadership collettiva | 2 | 0 | Nuovo | 524 | 0,06% | Nuovo |
| Conservatori | Matthew Robinson | 1 | 0 | | 254 | 0,03% | 0,3% |
| Heritage | David Kurten | 1 | 0 | Nuovo | 128 | 0,01% | Nuovo |
| Resume Party | — | 1 | 0 | Nuovo | 13 | 0,00% | Nuovo |
| Indipendenti | — | 24 | 2 | 1 | 25.315 | 2,93% | 1,1% |
| Totale | | 239 | 90 | | 873.787 | 100,0% | |
| Elettori/affluenza | | | | | 1.373.731 | 63,61% | |
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https://it.wikipedia.org/wiki/Lupang_Hinirang
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Lupang Hinirang
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# Lupang Hinirang
Lupang Hinirang (conosciuto anche come Bayang Magiliw, amato Paese, dalle prime parole) è l'inno nazionale delle Filippine. La sua musica fu composta nel 1898 da Julian Felipe, con testo in spagnolo adattato dalla poesia Filipinas, scritto da un giovane poeta-soldato di nome Jose Palma nel 1899.
Originariamente scritta come musica incidentale, non aveva parole quando fu adottato come inno nazionale e quindi suonato durante la proclamazione dell'indipendenza il 12 giugno 1898. Durante l'occupazione americana ne fu proibita l'esecuzione. La legge fu abrogata nel 1919 e la canzone fu tradotta in inglese e formalizzata come "inno filippino". L'inno fu tradotto in lingua tagalog nel 1966. L'Atto della Repubblica n. 8491 specifica che l'inno deve essere sempre cantato in lingua tagalog.
## Testo
### Originale in spagnolo
Il testo originale è in spagnolo, scritto da José Palma en 1899.
Tierra adorada
Hija del sol de Oriente,
Su fuego ardiente
En ti latiendo está.
Patria de amores!
Del heroísmo cuna,
Los invasores
No te hallarán jamás.
En tu azul cielo, en tus auras,
En tus montes y en tu mar
Esplende y late el poema
De tu amada libertad.
Tu pabellón, que en las lides
La victoria iluminó,
No verá nunca apagados
Sus estrellas y su sol.
Tierra de dichas, del sol y amores,
En tu regazo dulce es vivir.
Es una gloria para tus hijos,
Cuando te ofenden, por ti morir.
### Versione in inglese
Questa versione è stata tradotta in inglese nel 1938 da Camilo Osías et al.
Land of the morning
Child of the sun returning
With fervor burning
Thee do our souls adore.
Land dear and holy
Cradle of noble heroes
Ne’er shall invaders
Trample thy sacred shores.
Ever within thy skies and through thy clouds
And o’er thy hills and seas
Do we behold the radiance feel the throb
Of glorious liberty.
Thy banner dear to all our hearts
Its sun and stars alight
Oh, never shall its shining fields
Be dimmed by tyrants might!
Beautiful land of love, o land of light
In thine embrace ’tis rapture to lie
But it is glory ever, when thou art wronged
For us thy sons to suffer and die.
### Testo ufficiale in tagalog
Il testo è stato tradotto in tagalog da Ildefonso Santos nel 1958 ed è stato riveduto nel 1963.
| Originale | Cirillizzazione del tagalog | Testo in tausug | Trascrizione AFI | Inscrizione del baybayin |
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| Bayang magiliw, Perlas nang silanganan, Alab ang puso Sa dibdib mo'y buhay. Lupang hinirang, Duyan ka nang magiting, Sa manlulupig Di ka pasisiil. Sa dagat at bundok, Sa simoy at sa langit mong bughaw, May dilag ang tula At awit sa paglayang minamahal. Ang kislap nang watawat mo'y Tagumpay na nagniningning; Ang bituin at araw niya, Kailan pa ma'y di magdidilim. Lupa nang araw, nang luwalhati't pagsinta, Buhay ay langit sa piling mo; Aming ligaya na 'pag may mang-aapi, Ang mamatay nang dahil sa iyo. | Баянг магилив, Перлас нанг силанганан, Алаб анг пусо Са дибдиб мой бухай. Лупанг хиниранг, Дуян ка нанг магитинг, Са манлулупиг Ди ка пасисиил. Са дагат ат бундок, Са симой ат са лангит монг бугхав, Май дилаг анг тула Ат авит са паглаянг минамахал. Анг кислап нанг ватават мой Тагумпай на нагнинингнинг; Анг битуин ат арав ния, Каилан па май ди магдидилим. Лупа нанг арав, нанг лувалхатит пагсинта, Бухай ай лангит са пилинг мо; Аминг лигая на 'паг май манг-аапи, Анг маматай нанг дахил са иё. | باياڠ ماگيليو پرلاس ڠ سيلاڠانان الاب ڠ پوس سا ديبديب مي بوهاي لوپاڠ هينيراڠ دويان كا ڠ ماگيتيڠ سا مانلولوپيگ دي كا پاسيسيعيل سا داگات ات بوندك سا سيمي ات سا لاڠيت مڠ بوگهاو ماي ديلاگ اڠ تولا ات اويت سا پاگلاياڠ ميناماهال اڠ كيسلاپ ڠ واتاوات مي تاگومپاي نا ناگنينيڠنيڠ اڠ تيتوعين ات اراو نىيا كاعيلان پا ماي دى ماگديديليم لوپا ڠ اراو، ڠ لووالهاتيت پاگسينتا بوهاي اي لاڠيت سا پيليڠ م امين ليگايا نا پاگ ماي ماڠعاعاپى اڠ ماماتاي ناڠ داهيل سا ئي | [ˈba.jɐŋ mɐ.ˈɡi.lɪʊ̯] [ˈpeɾ.lɐs nɐŋ sɪ.lɐ.ˈŋa.nɐn] [ˈa.lɐb nɐŋ ˈpu.so(ʔ)] [sa dɪb.ˈdib moɪ̯ ˈbu.haɪ̯] [ˈlu.pɐŋ hɪ.ˈni.ɾɐŋ] [ˈdu.jɐn k(x)ɐ nɐŋ mɐ.ˈɡi.tɪŋ] [sa mɐn.lʊ.ˈlu.pɪg] [ˈdi(ʔ) k(x)ɐ pɐ.sɪ.sɪ.ˈʔil] [sa ˈda.gɐt ʔɐt bʊn.ˈdok] [sa ˈsi.moj ʔɐt sa ˈla.ŋɪt moŋ bʊɡ.ˈhaʊ̯] [maj dɪ.ˈlaɡ ˈʔaŋ tʊ.ˈla] [ʔɐt ˈʔa.wɪt sa pɐ.gla.jɐŋ mɪ.nɐ.mɐ.ˈhal] [ˈʔaŋ kɪs.ˈlap nɐŋ wɐ.ˈta.wɐt moɪ̯] [tɐ.ˈgum.pɐj na nɐg.nɪ.nɪŋ.ˈniŋ] [ˈʔaŋ bɪ.tʊ.ˈ(ʔ)in ʔɐt ˈʔa.ɾɐʊ̯ ɲa] [k(x)ɐɪ̯.ˈlan pɐ maɪ̯ ˈdi(ʔ) mɐg.dɪ.dɪ.ˈlim] [ˈlu.pɐ(ʔ) nɐŋ ˈʔa.ɾɐʊ̯ nɐŋ lwɐl.ˈha.tɪt pɐɡ.ˈsin.tɐ] [ˈbu.haɪ̯ (ʔ)aɪ̯ ˈla.ŋɪt sa ˈpi.lɪŋ mɔ] [ʔɐ.ˈmiŋ lɪ.ˈga.jɐ na pɐɡ maj mɐŋ ʔɐ.ʔɐ.ˈpi] [ˈʔaŋ mɐ.mɐ.ˈtaj nɐŋ ˈda.hɪl sa jɔ] | ᜊᜌᜅ᜔ ᜋᜄᜒᜎᜒᜏ᜔᜵ ᜉᜒᜇ᜔ᜎᜐ᜔ ᜈᜅ᜔ ᜐᜒᜎᜅᜈᜈ᜔᜵ ᜀᜎᜊ᜔ ᜈᜅ᜔ ᜉᜓᜐᜓ᜵ ᜐ ᜇᜒᜊ᜔ᜇᜒᜊ᜔ ᜋᜓᜌ᜔ ᜊᜓᜑᜌ᜔᜶ ᜎᜓᜉᜅ᜔ ᜑᜒᜈᜒᜇᜅ᜔᜵ ᜇᜓᜌᜈ᜔ ᜃ ᜈᜅ᜔ ᜋᜄᜒᜆᜒᜅ᜔᜵ ᜐ ᜋᜈ᜔ᜎᜓᜎᜓᜉᜒᜄ᜔᜵ ᜇᜒ ᜃ ᜉᜐᜒᜐᜒᜁᜎ᜔᜶ ᜐ ᜇᜄᜆ᜔ ᜀᜆ᜔ ᜊᜓᜈ᜔ᜇᜓᜃ᜔᜵ ᜐ ᜐᜒᜋᜓᜌ᜔ ᜀᜆ᜔ ᜐ ᜎᜅᜒᜆ᜔ ᜋᜓᜅ᜔ ᜊᜓᜄ᜔ᜑᜏ᜔᜵ ᜋᜌ᜔ ᜇᜒᜎᜄ᜔ ᜀᜅ᜔ ᜆᜓᜎ᜵ ᜀᜆ᜔ ᜀᜏᜒᜆ᜔ ᜐ ᜉᜄ᜔ᜎᜌᜅ᜔ ᜋᜒᜈᜋᜑᜎ᜔᜶ ᜀᜅ᜔ ᜃᜒᜐ᜔ᜎᜉ᜔ ᜈᜅ᜔ ᜏᜆᜏᜆ᜔ ᜋᜓᜌ᜔᜵ ᜆᜄᜓᜋ᜔ᜉᜌ᜔ ᜈ ᜈᜄ᜔ᜈᜒᜈᜒᜅ᜔ᜈᜒᜅ᜔᜵ ᜀᜅ᜔ ᜊᜒᜆᜓᜏᜒᜈ᜔ ᜀᜆ᜔ ᜀᜇᜏ᜔ ᜈᜒᜌ᜵ ᜃᜁᜎᜈ᜔ ᜉ ᜋᜌ᜔ ᜇᜒ ᜋᜄ᜔ᜇᜒᜇᜒᜎᜒᜋ᜔᜶ ᜎᜓᜉ ᜈᜅ᜔ ᜀᜇᜏ᜔᜵ ᜈᜅ᜔ ᜎᜓᜏᜎ᜔ᜑᜆᜒᜆ᜔ ᜉᜄ᜔ᜐᜒᜈ᜔ᜆ᜵ ᜊᜓᜑᜌ᜔ ᜀᜌ᜔ ᜎᜅᜒᜆ᜔ ᜐ ᜉᜒᜎᜒᜅ᜔ ᜋᜓ᜵ ᜀᜋᜒᜅ᜔ ᜎᜒᜄᜌ ᜈ ᜉᜄ᜔ ᜋᜌ᜔ ᜋᜅ᜔ᜀᜀᜉᜒ᜵ ᜀᜅ᜔ ᜋᜋᜆᜌ᜔ ᜈᜅ᜔ ᜇᜑᜒᜎ᜔ ᜐ ᜁᜌᜓ᜶ |
### Traduzione in Italiano
Città amica,
Cerla dell'est,
Il cuore è in fiamme
nel tuo petto c'è la vita.
Terra scelta,
ti culla coraggiosamente,
al conquistatore
non sarai oppresso.
In mare e in montagna,
nella brezza e nel tuo cielo azzurro,
La poesia è bellissima
e canto di liberazione, miei cari.
Lo scintillio della tua bandiera
ll successo splende;
la sua stella e il suo sole,
Quando non farà mai buio?
Terra con sole, con gloria e passione,
La vita è il paradiso tra le tue braccia;
Siamo felici quando c'è un oppressore,
Morire a causa tua.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_Nazionale_Romano
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Museo Nazionale Romano
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# Museo Nazionale Romano
Il Museo Nazionale Romano è un museo statale italiano con sede a Roma; ospita collezioni riguardanti la storia e la cultura della città in epoca antica. È di proprietà del Ministero della cultura, che dal 2016 lo ha annoverato tra gli istituti museali dotati di autonomia speciale.
Originariamente inaugurato nel 1889, il museo aveva sede nelle Terme di Diocleziano e nel contiguo monastero della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, ricavato da strutture appartenenti allo stesso complesso termale. Negli anni 1990 il museo fu oggetto di profonda riprogettazione e riallestimento, che hanno portato alla suddivisione delle opere tra la sede originaria e altre tre sedi espositive:
* Terme di Diocleziano (sezioni di epigrafia, di pre- e proto-storia e dei grandi monumenti pubblici e funerari);
* Palazzo Massimo (sezione di arte antica e collezione numismatica e di oreficeria);
* Palazzo Altemps (sezione del collezionismo archeologico rinascimentale);
* Crypta Balbi (sezione della storia di Roma alto-medievale e di archeologia urbana, esemplificata dalla cripta stessa).
Il museo è considerato da alcuni testi uno dei più importanti del mondo, anche perché conserva alcuni capolavori assoluti della scultura antica, tra cui il Pugile in riposo, il Principe ellenistico, la Niobide degli Horti Sallustiani, il Galata suicida, e, dalla collezione Ludovisi: il Trono, l'Acrolito e il Grande sarcofago.
## Storia e collezioni
Il museo venne istituito con legge del 7 marzo 1889 e inaugurato l'anno successivo; il suo scopo era raccogliere le antichità romane della città, datate tra il V secolo a.C. e il III secolo d.C.
Vi confluirono le collezioni archeologiche romane di raccolte pre-esistenti, come il Museo kircheriano, il primo Antiquarium del Palatino e il Museo Tiberino (allestito nel 1879 in Via della Lungara e chiuso già nel 1880), oltre ai numerosi reperti che si andavano scoprendo nella città in seguito alle trasformazioni urbanistiche determinate dal suo nuovo ruolo di capitale del Regno d'Italia.
La prima sede fu stabilita negli ambienti del grande chiostro michelangiolesco del monastero della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, costruito a partire dal Cinquecento nelle terme di Diocleziano. Un più radicale ampliamento della sede delle terme si ebbe agli inizi del XX secolo, in occasione dell'Esposizione nazionale del 1911 e dell'acquisizione del nucleo principale della collezione Ludovisi. L'allestimento storico fu completato negli anni 1930.
Un nuovo riordino del museo fu finanziato con la legge speciale per le antichità di Roma del 1981, che rese possibile l'acquisizione di Palazzo Massimo alle Terme, Palazzo Altemps e Crypta Balbi.
Negli anni 1990 fu avviata una radicale trasformazione che suddivise le opere tra le varie sedi. Nel 1991 iniziarono ad essere esposte a rotazione alcune sculture antiche nell'Aula ottagona delle Terme di Diocleziano. Agli inizi del XXI secolo fu inaugurata la sede di Crypta Balbi e il medagliere del museo fu trasferito nei sotterranei di Palazzo Massimo.
Nel 2016 il MNR si è vista riconosciuta l'autonomia speciale dal Ministero della cultura; in base al medesimo decreto, inoltre, è stata confermata la suddivisione del museo nelle sue quattro sedi (pertanto da allora è stato stabilito definitivamente che l'Antiquarium del Palatino non pertiene al Museo Nazionale Romano bensì al Parco archeologico del Colosseo). A giugno 2022 nell'Aula ottagona è stato inaugurato il Museo dell'arte salvata.
## Sedi
### Terme di Diocleziano
La sede storica sorge nei resti delle antiche Terme di Diocleziano, costruite tra il 298 ed il 305/6 d.C. nella zona orientale della città di Roma, tra i colli Quirinale e Viminale. L'area si estendeva in origine su ben 13 ettari. Il complesso termale, una volta che furono tagliati gli approvvigionamenti degli acquedotti durante la guerra gotica (attorno al 538 d.C.), fu abbandonato e subì continue spoliazioni.
All'interno delle antiche terme sorse un monastero di Certosini sotto Papa Pio IV (dal 1561); in seguito Michelangelo Buonarroti (1561) e poi Luigi Vanvitelli (1749) realizzarono la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri.
La sede delle terme comprende attualmente sculture e materiali funerari o di arredo (giardini esterni, il "Giardino dei Cinquecento" e l'"androne", il "Chiostro di Michelangelo), la "sezione epigrafica", nelle sale precedentemente destinate ai capolavori, e la "sezione protostorica", al primo piano del chiostro. Le antiche sale termali tuttora conservate sono utilizzate prevalentemente per esposizioni temporanee, in attesa di un definitivo allestimento per i reperti di alcuni importanti scavi urbani.
**Opere esposte**
Tra i reperti e le opere esposte si possono ammirare:
* Ritratto di Vespasiano
* Ritratto di Adriano
* Ritratto di Gordiano III
* Ritratto di Gallieno
* Sarcofago di Iulius Achilleus
* Reperti provenienti dal ritrovamento della fonte di Anna Perenna
Dal 1913 al 2008 vi fu esposta anche la Venere di Cirene.
### Palazzo Massimo alle Terme
Il palazzo fu ricostruito tra il 1883 e il 1886 dall'architetto Camillo Pistrucci sulla villa Montalto Peretti, come sede per il collegio per i Gesuiti. Dopo varie vicende fu infine acquistato dallo Stato nel 1981 e restaurato.
La sede museale è stata inaugurata nel 1995 e completata nel 1998.
Ospita una "sezione di numismatica e oreficeria" sugli aspetti dell'economia romana; una "sezione di arte antica" con opere figurative di epoca tardo-repubblicana, imperiale e tardo-antica (tra cui le opere d'arte delle grandi residenze dell'ordine senatorio, con originali greci portati a Roma in epoca antica); quest'ultima sezione è integrata dalle rappresentazioni artistiche contenute nei palazzi imperiali, presenti in parte nell'Antiquarium del Palatino.
**Piano terra**
Il pianterreno ospita capolavori dell'arte romana, dalla tarda età repubblicana (con opere appartenute alle classi dirigenti del II-I secolo a.C.), all'epoca della dinastia Giulio-Claudia. Subito dopo la biglietteria si incontra una colossale statua di divinità femminile seduta. Essa proviene dalle pendici dell'Aventino ed è composta da numerose tipologie di marmi colorati antichi, secondo una tecnica molto apprezzata dagli scultori romani. Questa statua è di età augustea ed è stata restaurata come Minerva, dove il viso è stato rifatto in gesso con le sembianze di dell'Atena Carpegna. Secondo recenti studi sembra però che la statua raffigurasse Magna Mater-Cibele, un'antica divinità anatolica, il cui principale centro di culto era Pessinunte in Frigia e che, a partire dalla seconda guerra punica, iniziò a proteggere i romani. Secondo gli oracoli dei Libri Sibillini, l'introduzione del culto della Magna Mater fu una condizione indispensabile per raggiungere finalmente la cacciata del nemico cartaginese dall'Italia. Nell'aprile 204 a.C. la pietra nera di Pessinunte giunse a Ostia e venne consegnata a Publio Cornelio Scipione Nasica, cugino di Publio Scipione e figlio di Gneo Scipione.
* Planimetria del piano terra del Museo nazionale romano di palazzo Massimo
* Galleria I
* Sala I
* Sala II
* Sala III
* Sala IV
* Sala V
* G a ll e ri a II
* Galleria III
* Sala VI
* Sala VII
* Sala VIII
**Piano primo**
Al primo piano si giunge da un ampio scalone dove sono esposte in alcune nicchie le statue (copie o rielaborazioni da originali greci) delle più importanti divinità della religione romano-greca di provenienza dalle ville laziali: Giove, Apollo, Dionisio e Atena.
Sono esposti i capolavori della statuaria romana, dall'età dei Flavi alla tarda antichità, oltre a numerosi sarcofagi, pagani e cristiani, tra cui ricordiamo il sarcofago di Portonaccio. In un grande salone è riproposto l'antico "salone dei capolavori" del Museo delle Terme" in cui sono esposte alcune importanti opere sulla scultura "ideale", utilizzata come prezioso arredo di ville dell'aristocrazia romana, come l'Afrodite accovacciata, due copie del Discobolo e alcuni originali greci (tra cui la Fanciulla di Anzio).
* Planimetria del piano primo del Museo nazionale romano di palazzo Massimo
* Sala I
* Sala II
* Sala III
* Sala IV
* G a ll e ri a I
* Sala V
* Sala VI
* Sala VII
* Sala VIII
* Sala IX
* Sala X
* Galleria II
* Sala XI
* Sala XII
* Sala XIII
* Sala XIV
**Piano secondo**
Il secondo piano ospita gli affreschi del ninfeo sotterraneo della villa di Livia "ad Gallinas Albas", località presso Prima Porta, appartenuta a Livia Drusilla, imperatrice moglie di Augusto: un trompe-l'œil che riproduce un giardino con alberi da frutto e uccelli sui quattro lati.
Nelle altre sale vi sono una serie di mosaici, parietali e pavimentali, megalografie tardo-imperiali, i pannelli con pompa circensis e "Ila rapito dalle ninfe" provenienti dalla cosiddetta basilica di Giunio Basso, gli affreschi provenienti dal "porto fluviale di San Paolo" e la sezione degli affreschi ritrovati nei locali ipogei della "villa o casa della Farnesina" (poiché ubicata in quelli che erano i giardini della Villa Farnesina costruita da Baldassarre Peruzzi per Agostino Chigi e successivamente sbancati, a fine Ottocento, per permettere l'apertura del Lungotevere). Gli ambienti affrescati sono stati recentemente restaurati, riallestiti e inaugurati il 30 giugno 2010.
Presso la sede di Palazzo Massimo alle Terme, al terzo piano è conservato un pavimento a mosaico di epoca romana la cui datazione è collocabile fra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C.. Al centro è presente un motivo geometrico con un cesto di frutta, tra cui spicca chiaramente un ananas, con il tipico colore, la caratteristica infiorescenza a spiga e le scaglie. Ad incuriosire è proprio la presenza di questo frutto originario dell’America tropicale, giunto in Europa solo dopo i viaggi di Cristoforo Colombo.
**Piano interrato**
Ospita il medagliere del museo, con una sezione dedicata all'oreficeria e una ricca collezione di antiche monete romane (in parte appartenuta a re Vittorio Emanuele III di Savoia, noto appassionato di numismatica).
Vi si conservano anche le probabili insegne imperiali di Massenzio, rinvenute nel 2005 alle pendici nord-orientali del Palatino, e la mummia di una bambina di circa otto anni, la cosiddetta mummia di Grottarossa, risalente al II secolo d.C. circa; ritrovata sulla via Cassia all'interno di un sarcofago assieme al suo corredo funerario, anch'esso esposto; è l'unica mummia di età romana mai rinvenuta.
### Palazzo Altemps
Il palazzo, costruito nel XV secolo dalla famiglia Riario e rinnovato nel XVI secolo per il cardinale Marco Sittico Altemps da Martino Longhi, fu acquistato dallo Stato nel 1982 ed inaugurato nel 1997. Ospita la sezione di "storia del collezionismo" (sculture delle collezioni Boncompagni-Ludovisi, Mattei, Altemps e Del Drago) e la "raccolta egizia" con opere provenienti dai santuari delle divinità orientali.
Il palazzo comprende anche l'antico teatro privato, attualmente spazio adibito ad esposizioni temporanee, e la chiesa di Sant'Aniceto. Negli spazi aperti al pubblico sono evidenziate anche le tracce dell'evoluzione architettonica e decorativa del palazzo.
**Opere principali**
* Galata suicida
* Trono Ludovisi
* Sarcofago Ludovisi
* Acrolito Ludovisi
* Era Ludovisi
* Ares Ludovisi
**Galleria d'immagini**
* Ares Ludovisi
* Il Trono Ludovisi a Palazzo Altemps
### Crypta Balbi
La sede museale fa parte di un vasto complesso di edifici (le chiese di Santa Caterina dei Funari e San Stanislao dei Polacchi, circa 7000 m² con un patrimonio edilizio di circa 40.000 metri cubi) acquisito dallo Stato nel 1981 e che sorge, a sua volta, sul cortile porticato annesso al teatro di Balbo, fatto costruire da Lucio Cornelio Balbo nel 13 a.C., la Crypta Balbi, appunto.
È anche sede del Laboratorio archeologico per le attività di restauro, archivio, analisi e studio.
Fu inaugurato nel 2001, ed ospita in alcune sale restaurate dell'isolato urbano costruito sopra l'antico edificio romano, un quadriportico alle spalle del teatro di Lucio Cornelio Balbo. Nella prima sezione ("Archeologia e storia di un paesaggio urbano") vengono presentati i risultati degli scavi archeologici condotti a partire dal 1981 nel complesso edilizio, compresi i resti antichi messi in luce.
Una seconda sezione ("La città di Roma dall'antichità al medioevo. Archeologia e storia") illustra la vita e le trasformazioni della città tra il V e il X secolo.
**Galleria d'immagini**
* Ara del pastore dormiente (Crypta Balbi)
### Visitatori/introiti
Nel 2013 è risultato il ventunesimo sito statale italiano più visitato, con 247.795 visitatori e un introito lordo totale di 909.016,50 Euro. Nel 2015 il numero dei visitatori è aumentato a 356.345 ed è risultato il quindicesimo sito statale italiano.
In accordo con i dati dell'ufficio statistico dei beni culturali italiani il movimento di visitatori registrato fra il 1998 e il 2015 è stato il seguente:
| ANNO | VISITATORI TOTALI | INTROITI LORDI | PREZZO MEDIO ENTRATA |
| - | - | - | - |
| 2015 | 356.345 | n.d. | n.d. |
| 2014 | 301.325 | 1044220 € | 3,465 € |
| 2013 | 247.796 | 909016,50 € | 3,668 € |
| 2008 | 251.535 | 924136,50 € | 3,673 € |
| 2003 | 262.380 | 664373,00 € | 2,532 € |
| 1998 | 342.548 | 1033835,00 € | 3,018 € |
## Collegamenti
Terme di Diocleziano e Palazzo Massimo sono raggiungibili dalle stazioni Termini e Repubblica.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Cr%C3%A8vec%C5%93ur
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Castello di Crèvecœur
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# Castello di Crèvecœur
Il castello di Crèvecœur è un edificio fortificato situato a nord ovest del centro abitato nel comune francese di Crèvecœur-en-Auge, in Francia (dipartimento del Calvados).
## Storia
Il castello fu costruito probabilmente tra la fine dell'XI e la prima metà del XII secolo, sulla principale strada di comunicazione tra Lisieux e Caen.
Il fondatore del castello potrebbe essere stato un certo Roman de Rou de Wace. Hugues de Crèvecœur è citato in diversi documenti a partire dal 1112 insieme a suo figlio Guillaume, vassalli del vescovo di Bayeux. Il feudo passò in seguito a Jean du Hommet, che aveva sposato Hadwise de Crèvecœur. Nel 1204, dopo la conquista del ducato di Normandia da parte di Filippo II di Francia, il feudo passò alla famiglia de Brucourt, ma durante la guerra dei cent'anni il castello fu ripreso dagli inglesi e tra il 1417 e il 1449 fu affidato a sir Thomas Kirkeley. Nel 1554 fu venduto a François de Montmorency e restò alla famiglia, come visconti e poi marchesi di Crèvecœur, fino alla rivoluzione francese. Nel 1794 il castello fu venduto a privati e fu in possesso successivamente delle famiglie Lemasquerier, Vatier, Lupetti. Nel 1970 fu acquistato dai Schlumberger, la famiglia dei fondatori della Schlumberger Limited. Il castello fu restaurato per ospitare il museo Sclumberger, inaugurato nel 1973.
Il castello (elevati e tetti) è iscritto nella lista dei monumenti storici francesi dal 26 dicembre 1928 e la cappella dal 23 aprile 1954
## Descrizione
Il castello consisteva di una motta con cinta in pietra e fossato, dove si trovava la residenza signorile, e in una corte bassa, circondata da un terrapieno e da un secondo fossato, dove sorse una cappella e più tardi una fattoria, una piccionaia e un granaio.
Era situato in un fondovalle umido ricco di piccoli corsi d'acqua e poco lontano della confluenza del fiume Algot nella Vie (a sua volta affluente del fiume Dives): i fossati sono alimentati da un piccolo affluente dell'Algot.
* La cinta muraria con i resti delle torri rotonde
* La residenza signorile
* La cappella
* La fattoria
* La piccionaia dal fossato della corte bassa
* La struttura di ingresso del castello di Beuvillers
* Una delle sale del museo Schlumberger, all'interno del castello
La motta ha un diametro di circa 50 m, mentre la corte bassa, verso nord, ha un'area di 70 x 80 m circa. Intorno alla sommità della motta si conserva la metà di una cinta a pianta poligonale, costruita in piccoli blocchi di pietra calcarea, probabilmente nella prima metà del XII secolo e spessa tra 1,5 e 2 m. Sul lato ovest presenta una torre circolare poco sporgente, in blocchetti in puddinga e in arenaria, probabilmente un'aggiunta della fine dello stesso secolo, oggi sormontata da una torretta costruita a graticcio. Una seconda torre a sud-est, probabilmente successiva, è costruita in grandi blocchi alternati a blocchetti più piccoli di calcare ed ha un diverso orientamento rispetto alla cinta, con numerosi rimaneggiamenti. A sud-ovest doveva essere presente una terza torre.
L'unica porta della cinta, inquadrata in seguito da un avancorpo con due ali di muro, era in origine sormontata da un ambiente sorretto da pilastri, a cui si accedeva da una scala interna a est e da un'altra ad ovest, oggi interamente scomparsa. Successivamente numerose aperture furono ricavate nella cinta muraria e furono poi rimaneggiate più volte. Un ponte levatoio fu installato sopra il fossato tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo: si tratta di lavori eseguiti probabilmente in vista della guerra dei cent'anni.
Tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo fu appoggiata al lato interno della cinta una residenza costruita a graticcio, su tre piani, molto rimaneggiata in seguito e restaurata nel 1971.
Sul lato sud-est della corte bassa è presente una cappella in stile romanico, citata in un documento del 1147 come "cappellam Guillelmi de Crevecor" ("cappella di Guillaume de Crèvecœur"), ma rimaneggiata probabilmente alla fine del secolo o agli inizi di quello successivo. L'edificio è costruito in blocchetti di calcare. Ha pianta rettangolare e tre piatti contrafforti sui muri laterali esterni. Risalgono probabilmente al rimaneggiamento successivo, le sporgenze su alcuni dei contrafforti e il portale d'ingresso, con un archivolto scolpito decorato con stelle sorretto da colonnine.
Contemporaneamente alla costruzione dell'edificio residenziale nella corte alta, nella corte bassa furono edificati una fattoria, un granaio e una piccionaia, sempre a graticcio. La fattoria presenta l'abitazione dei contadini a una estremità, quella dove si trova il camino in muratura, mentre all'altra era adibita a stalla. Attraverso il suo portico passa l'unico accesso alla corte. La piccionaia, a pianta insolitamente quadrata, aveva circa 1500 buchi interni. Il granaio, distrutto alla fine dell'Ottocento è stato ricostruito negli anni 1970.
Nel 1973 fu ricostruita presso l'entrata del monumento la struttura di ingresso del castello di Beuvillers che si trovava nel comune di Beuvillers, presso Lisieux. L'edificio è costruito in mattoni e pietre formanti un motivo a scacchiera, mentre i piani superiori sono a graticcio. L'ingresso vero e proprio è fiancheggiato da torrette circolari.
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https://it.wikipedia.org/wiki/I_ragazzi_della_via_P%C3%A1l
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I ragazzi della via Pál
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# I ragazzi della via Pál
I ragazzi della via Pál (in ungherese A Pál utcai fiúk) è un romanzo per ragazzi di Ferenc Molnár, pubblicato per la prima volta a puntate su rivista nel 1907 e destinato anche agli adulti. È forse il più popolare romanzo ungherese, nonché uno dei più noti classici della letteratura per ragazzi; in esso sono presenti i valori morali che impegnano nella difesa dei propri diritti nei confronti di invasori e prepotenti, come pure dell'onore e del più inatteso eroismo. Una certa parte della critica vi ha anche rilevato degli spunti di generica riflessione antimilitarista.
In Italia il romanzo è noto anche come I ragazzi della via Paal. Questo perché nella lingua ungherese il grafema "á" non equivale al fonema "a" della lingua italiana, ma ad una "a" molto allungata che non esiste nella lingua italiana. Così, per facilitare una pronuncia attendibile del nome, la lettera "á" è stata translitterata in "aa". La prima edizione italiana è del 1929 su traduzione di Alessandro De Stefani e Stefano Rokk Richter.
## Trama
La storia è ambientata a Budapest nella primavera del 1889 e descrive la "guerra" in atto tra due bande di ragazzini della scuola secondaria; una ha il proprio "quartier generale" esattamente nella via Pal, l'altra è conosciuta col nome di "Camicie rosse" e ha la sua base al giardino botanico, non molto distante. Sotto la guida di Boka si schierano Geréb, Nemecsek e moltissimi altri ragazzi che si riuniscono in via Pál in un terreno libero delimitato dalle case popolari, nei pressi del quale si trova anche un deposito di legname (la "Cittadella"), alla cui vigilanza si trova il guardiano Jano con un grosso cane. Questo è il loro territorio e parco giochi.
All'inizio della storia il solo Boka, saggio ed equilibrato più degli altri, ha il grado di Capitano e quindi di comandante "dei ragazzi della via Pál", mentre tutti gli altri hanno un grado variabile fra quello di Sottotenente e Tenente, ad eccezione del più piccolo e gracile del gruppo, Nemecsek, l'unico a rimanere sempre e solo soldato semplice ed il cui nome viene inserito spesso nel "quaderno delle punizioni". Le Camicie rosse sono invece guidate dal valoroso e forte Feri Áts, un fiero avversario per Boka. Durante un'incursione, egli riesce ad impadronirsi temerariamente della bandiera - cucita dalla sorella di Csele - che si trovava sulla fortezza che i ragazzi della via Pál avevano costruito su una delle cataste di legname; qualcuno aveva dimenticato di serrare la porta del campetto ed aleggia il sospetto che possa esserci un traditore che abbia lasciato apposta la porta aperta.
Boka, dopo essere stato riconfermato capo assoluto con 11 voti (contro i 3 dati a Geréb), organizza, assieme a Nemecsek e a Csonakos, una spedizione per riprendere la bandiera direttamente al campo avversario, un isolotto al centro del laghetto nel giardino botanico. L'avventura è piena di colpi di scena ed imprevisti; dopo aver scavalcato il muro di cinta arrampicandosi su un albero di carrubo, si dirigono verso l'isoletta ma Nemecsek cade accidentalmente nel laghetto e più tardi, per nascondersi dalle Camicie rosse, si getta di proposito nella vasca dei pesci rossi, prendendosi così un brutto raffreddore. Fra il gruppo delle Camicie rosse i tre vedono Geréb che, evidentemente invidioso per essere stato sconfitto nell'elezione a comandante, ha deciso di tradire i propri compagni confidando ai nemici tutti i segreti dell'organizzazione della Cittadella di via Pál.
Tutti i componenti del gruppo della via Pál, ad eccezione di Boka e Csónakos, fanno parte anche di un'altra società: la cosiddetta "Società dello Stucco" che si occupa della raccolta di stucco, francobolli, fili di ferro, qualche spicciolo ed altri oggetti che possono risultare utili al gruppo. Scoperti dal severo professor Racz, deciso oppositore di qualsiasi associazione fra i ragazzi, i membri della società sono costretti a proseguire l'attività di nascosto. Bandiscono Nemecsek per indisciplina per aver abbandonato in fretta e furia una riunione, mentre in realtà stava inseguendo Geréb, che si aggirava furtivo là attorno nel tentativo di corrompere il guardiano Janò.
La salute di Nemecsek peggiora, ma ciò non gli impedisce di recarsi nuovamente al giardino botanico proprio durante una delle riunioni delle Camicie Rosse. Scoperto, viene scaraventato per punizione nel laghetto: lo lasciano poi andare perché troppo debole per essere picchiato. Nonostante questo il ragazzo non si trattiene dal dare una lezione di dignità a Geréb, presente alla riunione, che in cuor suo si pente del tradimento assistendo agli onori delle armi che Áts fa riservare a Nemecsek in segno di profondo rispetto per la lezione morale impartita a tutti i presenti
È solo quando le Camicie rosse dichiarano guerra aperta ai ragazzi della via Pál che Geréb torna per chiedere il perdono di Boka e dei suoi ex compagni, proprio mentre questi stanno organizzando le difese in cima alle cataste di legna; il generale però rifiuta con sdegno, lasciandolo in lacrime e al colmo della disperazione. Il padre di Geréb, di fronte al pianto del figlio, gli chiede spiegazioni e si avvia quindi verso il campo di battaglia: qui i membri della Società dello Stucco scaricano la responsabilità su Nemecsek. Questi, oramai sul punto di svenire fra le braccia di Boka, viene portato a casa ma, per sottrarre Geréb alle percosse del padre, Nemecsek non dice la verità, addossandosi la colpa del tradimento. Gravemente malato, viene messo a letto con la febbre altissima.
Mentre Boka (già Capitano e Presidente, a questo punto autonominatosi Generale) illustra il piano dell'imminente battaglia e predispone la trincea di difesa con le bombe di sabbia e le lance pronte in cima alle cataste di legna, arriva una lettera da parte di Geréb con la quale si dichiara profondamente pentito e trasmette ai ragazzi della via Pál preziose informazioni sui nemici. Viene così riammesso ufficialmente nelle loro file. La battaglia, che inizialmente è a vantaggio delle truppe di Boka, procede agguerrita; la situazione poco dopo sembra precipitare quando le Camicie rosse stanno per liberare tutti i compagni fatti prigionieri. È allora che Nemecsek, scappato di casa nonostante la febbre alta, si getta su Áts stendendolo a terra e facendo così vincere la battaglia a Boka e ai suoi.
L'atto d'eroismo costa però caro a Nemecsek che muore di polmonite nel suo letto, dopo uno straziante ultimo incontro con Boka, senza tuttavia ricevere le scuse di tutti i membri della Società dello Stucco, finalmente pentiti di quanto accaduto, ma giunti troppo tardi a casa del piccolo eroe. Boka, sconvolto dalla tragedia, si reca di corsa al campo e scopre che il proprietario del terreno di lì a poco farà costruire un palazzo. Il giovane fissa pensosamente lo sguardo davanti a sé e, per la prima volta vede nella sua anima di ragazzo l'idea di ciò che è propriamente la vita, ciò per cui loro hanno lottato fino a quel momento.
## Personaggi
### Ragazzi della via Pál
**Giovanni (János) Boka**
Capo della banda dei ragazzi della via Pál, il più saggio fra i suoi componenti, non ha timore di chiedere scusa quando capisce d'aver commesso un errore. Sa prendere decisioni, organizzare piani di battaglia, è prudente ed equilibrato. Si esprime molto spesso in prima persona e si sforza di dare il buon esempio, tanto che Molnár lo descrive come "giusto" (è in grado, all'occorrenza, anche di punirsi da solo). Proviene da una famiglia di origini militari.
Gli altri ragazzi riconoscono in lui non solo la guida di cui hanno bisogno, ma una certezza; comunica serenità e sicurezza. Il libro non lo descrive fisicamente, salvo nel tono alto della voce, che è molto simile a quello di un adulto. Tutto in Boka contribuisce a creare un modello di ragazzo particolarmente serio e maturo.
**Desiderio Geréb (Dezső Geréb)**
Alternativamente tenente e soldato semplice, poi sottotenente delle Camicie rosse. È il traditore dei ragazzi della via Pál: ambizioso, irrequieto e spericolato, è in costante competizione con Boka per il ruolo di capo e non sopporta il suo temperamento pacato e giudizioso. Battuto da Boka durante le elezioni e accecato dalla gelosia, sentendosi migliore si schiera con le Camicie rosse. Sarà Nemecsek a ridestare la sua coscienza e a provocarne infine il pentimento. Durante la battaglia finale si comporterà nobilmente recuperando l'amicizia delle truppe di Boka, nonché la sua dignità ed il ruolo che aveva perduto.
**Csónakos**
Tenente, Csónakos è una delle figure più importanti del gruppo. È un ragazzo di campagna, molto forte e abile nell'arrampicarsi sugli alberi e nell'emettere fischi potenti. Impulsivo e allegro, è uno dei pochi non ambiziosi e non gelosi dell'amicizia fra Boka e Nemecsek. È lui che riesce a sconfiggere il più grande dei fortissimi fratelli Pásztor.
**Componenti della banda "ragazzi della via Pál"**
**Ernesto Nemecsek (Ernő Nemecsek)**
Soldato semplice, infine promosso capitano per meriti di guerra, segretario della Società dello Stucco. Biondo, delicato, magro e minuto di costituzione, è un ragazzo di famiglia povera; incompreso e perseguitato, gode però della fiducia e dell'amicizia del grande Boka. Durante il lungo corso della narrazione non si perde occasione per esaltarne il valore, la sincerità, la nobiltà d'animo e la propensione al sacrificio nonostante la malattia: doti che lo pongono in risalto e gli procurano anche le gelosie dei compagni. La sua vicenda si conclude tragicamente con la morte causata da una polmonite.
**Componenti della banda "ragazzi della via Pál"**
**Francesco Weisz (Ferenc Weisz)**
Tenente ed ex presidente della Società dello Stucco. Viene scelto da Boka per comandare il "Battaglione A" nella guerra contro le Camicie rosse. Fondatore e primo presidente della Società dello Stucco, è lui che dichiarerà ad un certo punto - per un malinteso - codardo Nemecsek. Il pentimento di Weisz è particolarmente amaro ed evidenziato nella scena in cui si reca a presentare le proprie scuse a Ernő in punto di morte; questi non farà però in tempo a leggerle.
**Componenti della banda "ragazzi della via Pál"**
**Paolo Kolnay (Pál Kolnay)**
Sottotenente, cassiere ed ex presidente della Società dello Stucco. Kolnay è il primo ad accusare Nemecsek di tradimento della Società, di cui viene subito dopo eletto presidente; ma non è molto ligio ai suoi doveri. Non va mai d'accordo con Barabás, e a volte vengono alle mani. Si riconcilieranno al termine del libro.
**Componenti della banda "ragazzi della via Pál"**
**Barabás**
Tenente e guardasigilli della Società dello Stucco. È scanzonato, impulsivo, a volte impertinente e portato a parlare a sproposito. Barabás è molto utile nella battaglia decisiva, perché è un eccellente tiratore. È uno dei primi a rendersi conto di aver sbagliato nei confronti di Nemecsek. Litiga continuamente con Kolnay.
**Componenti della banda "ragazzi della via Pál"**
**Csele**
Tenente, aiutante di campo, membro della Società dello Stucco. Ha tratti fisici molto delicati, ma è l'elegantone del gruppo, sempre impeccabile ed in perfetto ordine. Come membro della Società dello Stucco non carica molto l'accusa nei confronti di Nemecsek, e lo sostituirà come aiutante di campo.
**Componenti della banda "ragazzi della via Pál"**
**Francesco Leszik (Ferenc Leszik)**
Sottotenente e redattore dei processi verbali nella Società dello Stucco. È un tipo silenzioso, poco in evidenza nel testo. Molnár però lo fa uscire per ultimo, fra i membri della Società dello Stucco, dalla stanza di Nemecsek dopo la sua morte. Leszik comanda il "Battaglione B" durante la battaglia finale contro le Camicie rosse.
**Componenti della banda "ragazzi della via Pál"**
**Richter**
Componente dei ragazzi della via Pál, membro della Società dello Stucco. È una figura poco evidenziata, salvo essere il custode della palla dei ragazzi della via Pál; comanderà il "Battaglione C" nella battaglia contro le camicie rosse; Boka lo incaricherà di tenere d'occhio Geréb dopo che questo si è scusato col gruppo.
### Camicie rosse
**Franco Áts (Feri Áts)**
Il capo. Il rivale di Boka è un ragazzo prestante, forte, audace e molto fiero; ma non è esclusa dal suo carattere una notevole dignità, che gli fa apprezzare il coraggio di Nemecsek (anche se non gli impedisce di punirlo facendolo gettare nel laghetto). Le Camicie rosse prendono nome dalla sua abitudine, imitata dai compagni, di indossare una camicia rossa. Viene spodestato dal più anziano dei fratelli Pásztor dopo la sconfitta nella grande battaglia per il possesso del campo della via Pál.
**Fratelli Pásztor**
Membri influenti. Sono una coppia di fratelli molto temuti, che lo scrittore lascia presumere assai prestanti; i Pásztor sono in grado di correre velocissimi, ma sono due figure cupe: camminano torvi, col mento sul petto e le mani in tasca. Hanno razziato le biglie di Nemecsek e di altri ragazzi della via Pál, contravvenendo così agli ordini di Feri Áts di non maltrattare i più deboli. Avranno anch'essi un rimorso molto pesante e si affezioneranno a Nemecsek, che li perdonerà. Il maggiore dei fratelli Pásztor è il più in evidenza e comanda una parte dell'esercito; diventerà capo dell'organizzazione dopo la sconfitta; durante la battaglia viene sconfitto da Csonakos.
**Szebenics**
Capo arsenale e braccio destro di Feri Áts. Non è un personaggio di particolare spessore. La sua stupidità salva Boka, Csónakos e Nemecsek da sicura cattura durante la spedizione notturna all'Orto botanico. È uno dei pochi a rimanere fedele ad Áts dopo la sconfitta.
**Wendauer**
Trombettiere e sostituto di Szebenics come custode dell'arsenale. Anche Wendauer non è un personaggio di rilievo; è il più piccolo delle Camicie rosse e perciò viene tirato in causa da Szebenics di fronte alle piccole impronte di Nemecsek trovate sul terreno.
**Szelnyk**
Soldato. Viene incaricato da Áts di battere i cespugli alla ricerca dei ragazzi di via Pál, in occasione della sortita di questi ultimi all'orto botanico per recuperare la biancheria
### Personaggi secondari
**Jano (János Gál)**
È la guardia notturna slovacca della segheria a vapore; di giorno dorme. Ha un cane nero di nome Ettore che è l'unico soldato semplice insieme a Nemecsek. È affezionato ai ragazzi e divertito dalle loro sempre vive manifestazioni di gioco. Si accontenta di fumare nella pipa le cicche di sigarette che gli portano i ragazzi della via Pál, ma ha un debole per i sigari, al punto che Geréb riesce a corromperlo con questi (aggiungendo a ciò anche la promessa di alcuni fiorini).
**Sig. Andrea (Andras) Nemecsek**
Il sarto, padre di Ernő.
**Sig. Geréb**
Il padre di Geréb.
**Ettore (Hektor)**
Il cane nero di razza slovacca di Janó e "mascotte" del gruppo, nonché unico soldato semplice assieme a Nemecsek.
**Il professor Rácz**
Insegnante di scuola dei ragazzi della via Pál, che scioglierà il Mastic-Club (o società dello stucco) organizzata da alcuni di questi, senza riuscire ad impedire però, che questa venga riconvocata. Detesta ogni associazione, sia pure extrascolastica, nata fra alunni.
## Nomi
I nomi originali ungheresi dei ragazzi della via Pál sono talvolta tradotti, specie nelle edizioni meno recenti. Di seguito sono indicati alcuni di essi e i loro corrispondenti italiani (è rispettato l'uso ungherese della forma cognome + nome).
| Forma ungherese | Forma italiana |
| - | - |
| Boka János | Giovanni Boka |
| Nemecsek Ernő | Ernesto Nemecsek |
| Geréb Dezső | Desiderio Geréb |
| Kolnay Pál | Paolo Kolnay |
| Áts Feri | Ferruccio Áts |
Da notare che il nome Pál (Paolo) curiosamente non è tradotto nel titolo, come avviene nelle versioni in altre lingue del romanzo. Feri, invece, è il diminutivo del nome Ferenc (Francesco), lo stesso dell'autore. Da ultimo si può ricordare un calembour sul quale Molnár gioca nel corso del romanzo: il cognome Csónakos, in ungherese, significa "barcaiolo".
## Oggetti ricorrenti nel romanzo
* Einstand. Tradotto fermolì, altolà ma anche razzia, in altre versioni, è un'intimazione di "guerra" fatta da un ragazzo più forte nei confronti di uno più debole. I fratelli Pásztor, ad esempio, lo rivolgono a Nemecsek al Museo Nazionale.
* Libro nero (fekete könyv). È il libro in custodia di Geréb sul quale vengono annotati i comportamenti riprovevoli commessi sul campo.
* Società dello stucco (gitt egylet). Lo Stucco viene raccolto dai membri della Società. Il presidente ha l'obbligo di masticarlo affinché non indurisca.
* Ruderi dell'Orto botanico. Sono l'arsenale segreto delle Camicie Rosse, dove sono nascoste le lance e i tomahawk. Boka, Csónakos e Nemecsek vi si rifugiano durante la spedizione al covo nemico. Non sono i resti di un antico maniero, poiché sono state "costruite" le sole rovine.
## Trasposizioni cinematografiche
* I ragazzi della via Paal (A Pál utcai fiúk) - film (Ungheria, 1924), diretto da Béla Balogh, con György Faragó (Nemecsek), Ernö Verebes (Boka), Ferenc Szécsi (Gereb), István Barabás (Feri Ats), Frigyes Pártos (Csonakos).
* I ragazzi della via Paal (No Greater Glory) - film (USA, 1934), diretto da Frank Borzage, con George P. Breakston (Nemecsek), Jimmy Butler (Boka), Jackie Searl (Gereb), Frankie Darro (Feri Ats), Donald Haines (Csonakos).
* I ragazzi di via Pal - film (Italia, 1935), diretto da Cesare Civita, Alberto Mondadori e Mario Monicelli, con Giulio Tamagnini (Nemecsek), Alberto Vigevani (Boka), Giulio Macchi (Gereb), Bruno Aghion (Feri Ats), Carlo Cartigliani (Csonakos). - Primo film con cast di ragazzi del cinema italiano e prima regia di Mario Monicelli, interpretato da iscritti ai Gruppi universitari fascisti di Milano.
* I ragazzi della via Paal (A Pál-utcai fiúk) - film (Ungheria-USA, 1969), diretto da Zoltán Fábri, con Anthony Kemp (Nemecsek), William Burleigh (Boka), John Moulder-Brown (Gereb), Julien Holdaway (Feri Ats), Robert Efford (Csonakos). - Per questo film Zoltán Fábri ebbe una nomination all'Oscar (1969)
* I ragazzi della via Pál - miniserie televisiva (Italia, 2003), diretto da Maurizio Zaccaro, con Mesés Gáspár (Nemecsek), Csaba Gáspár (Boka), Gergely Mészáros (Gereb), Daniel Lugosi (Feri Ats), Péter Ványi (Csonakos).
* I ragazzi della via Paal (A Pál-utcai fiúk) - film TV (Ungheria, 2005), diretto da Ferenc Török, con Balázs Bojtár (Nemecsek), Krisztián Fekete (Boka), Milán Király (Gereb), Csaba Csuhai Csinos (Feri Ats), Róbert Rostási (Csonakos).
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Umberto Guarducci
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# Umberto Guarducci
Umberto Guarducci (Ponte Valleceppi, 23 ottobre 1911 – Chieti, 29 ottobre 1962) è stato un ciclista su strada italiano. Gareggiò da indipendente dal 1934 al 1937, venendo considerato uno dei ciclisti umbri più noti e apprezzati dell'epoca.
## Biografia e carriera
Umberto Guarducci nacque il 23 ottobre 1911 a Ponte Valleceppi, paese umbro della provincia di Perugia, da Guerriero Guarducci e Clorinda Ballerani. Primogenito di nove figli, lavorò come muratore per svariati anni, prima di approcciarsi al mondo dello sport.
Si iscrisse al Veloce Club Perugino agli inizi degli anni trenta e si distinse in alcune gare a livello regionale, vincendo il 26 aprile 1931 la Coppa Maccarese. Nell'ottobre 1933 con la maglia dell'A.S. Roma vinse la Roma-L'Aquila-Roma in due tappe; nel 1934 sempre con l'A.S. Roma arrivò secondo nella Coppa Romolo Lazzaretti 1934 e nella Roma-Napoli-Roma dello stesso anno. Divenne così, assieme a Giovanni Mancinelli, Ascanio Arcangeli, Guglielmo Caproni e Luciano Brunori, uno dei dilettanti più forti d'Italia. A tal proposito, il giornalista Alberto Minazzi de Il littoriale dello Sport scrisse in un articolo riguardante la parte di gara da Tagliacozzo a Roma, intitolato La prova di Guarducci: «Grande gara di audacia e di combattività. Il perugino rivelatosi definitivamente nella Roma-Napoli-Roma ha confermato d'essere un atleta dai grandi mezzi.» Sempre nel 1934, si posizionò decimo al Giro di Campania e quarantesimo al Giro d'Italia (cui partecipò come "isolato"); fu poi settimo al Giro di Toscana 1935 e nono alla Milano-Sanremo 1937. Il littoriale dello Sport gli attribuì anche una vittoria alla Coppa d'Inverno di Milano, fatto in realtà non vero, in quanto dal 1934 al 1943 la corsa non venne disputata.
Nel 1937 venne chiamato alla leva militare dal governo fascista e fu costretto a interrompere l'attività. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale ritornò a Perugia, non riuscendo però a trovare un'occupazione. Allora dovette trasferirsi a Roma per volontà della moglie Dusola e là lavorò come camionista. Morì all'ospedale di Chieti il 29 ottobre 1962, in seguito ad un incidente automobilistico, avvenuto pochi mesi dopo di quello in cui perse la vita anche suo figlio Paolo.
## Memoria
La madre Clorinda consigliò al figlio Giuseppe di chiamare il suo primogenito Umberto, nato tre anni dopo la sua scomparsa e primo nipote. Tempo dopo infine una via della natia Ponte Valleceppi venne dedicata a lui.
## Palmarès
* 1931 (V.C. Perugino)
Coppa Maccarese - San Giorgio
* 1933 (A.S. Roma)
2ª tappa Roma-L'Aquila-Roma - Coppa Rizzacasa (L'Aquila > Roma)
Classifica generale Roma-L'Aquila-Roma - Coppa Rizzacasa
## Piazzamenti
### Grandi Giri
* Giro d'Italia
1934: 40º
1936: 34º
### Classiche monumento
* Milano-Sanremo
1935: 25º
1937: 9º
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Barba
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# Barba
La barba è l'insieme dei peli sulla mascella inferiore di un uomo, ma il nome è usato anche in senso più ampio per indicare l'intera peluria nella parte inferiore del viso e davanti al collo negli esseri umani di sesso maschile. È uno dei caratteri sessuali secondari maschili e una delle ultime caratteristiche della pubertà tra gli uomini. Appare con più o meno abbondanza a seconda dell'etnia, ma a volte la sua crescita è ritardata o debole nonostante il verificarsi della pubertà. È segno maschile di dimorfismo sessuale nell'uomo, dovuto alla produzione di testosterone nel corpo. Quando i peli della barba sono lasciati solo sul mento, si parla di pizzetto. A questo proposito, la barba è solo per gli umani maschi adulti, ma più raramente cresce anche negli adolescenti e nelle donne a causa di disturbi ormonali.
In molte culture la barba rappresenta un vero e proprio elemento di espressione esteriore della dignità virile (come ricordano anche espressioni del tipo "l'onor del mento"). In altre la barba è indice di invecchiamento, per cui viene regolarmente tagliata.
## Storia
Presso gli antichi popoli la barba, in quanto prerogativa del maschio adulto, è stata spesso considerata un simbolo di potere. In Egitto il radersi era considerato, oltre che una valida regola igienica, un dovere religioso. Infatti, proprio per questa usanza gli Egizi usavano vari rasoi contenuti in appositi astucci, rinvenuti anche dagli archeologi. Tuttavia non viene ignorata la funzione simbolica del connotato e i faraoni (comprese le femmine come la regina Hatshepsut) vengono raffigurati con barbe finte. I semiti mesopotamici invece portavano barbe lunghe e folte, accuratamente pettinate e arricciate. Nell'antica Grecia venne ritenuta segno di forza e di virilità. A Sparta i codardi erano condannati a portarla su un solo lato del viso, in modo che fosse facile distinguerli anche a distanza (Plutarco, Vita di Agesilao, par. 30). Praticamente tutti filosofi e letterati greci la portavano, e importanti politici come Pericle.
L'uso sistematico del rasoio si diffuse durante l'età macedone, per imitazione dello stesso Alessandro che, secondo alcune fonti, era quasi glabro e comunque iniziò la propria ascesa troppo giovane per avere una barba folta quanto i suoi avversari persiani. Di pari passo con l'influenza della cultura greca la moda si estese anche a Roma, dove assunse una notevole importanza il rito della depositio barbae, ossia il primo atto di rasatura del giovanotto. La barba rimase un attributo tipico dei filosofi e dei greci (un eccezione fra i politici fu la rossa barba che caratterizzò il filoellenico Nerone dopo i primi anni di governo); in quanto tale venne ripresa a partire dall'imperatore Adriano, amante della cultura della Grecia classica, e, seguendo la moda adrianea, dai suoi successori Antonino Pio, Lucio Vero, Marco Aurelio (filosofo stoico), Commodo, Pertinace, Settimio Severo, Caracalla, Macrino. Nel III secolo gli imperatori soldati (Claudio il Gotico, Aureliano, Numeriano ecc.) la portavano molto corta e rifinita con i capelli cortissimi. Diocleziano e Massimiano furono gli ultimi imperatori a farsi rappresentare con la barba. Da Costantino in poi cadde in disuso, con l'eccezione di Giuliano l'Apostata che la portava lunga, con i capelli a caschetto, coerentemente con il suo progetto di restaurazione degli ideali antichi e la sua pratica di filosofo. Nel V secolo d.C. si preferirono i baffi (Odoacre, Teodorico il Grande ecc.); in quello successivo le barbe con i capelli lunghi, su influsso di popoli germanici (franchi e longobardi), nordici e dell'oriente bizantino. L'uso si mantenne a lungo anche nei paesi celtici. Ad Oriente prevalse l'uso di barbe e capelli più corti come quelli di Giustiniano. In seguito si diffuse nuovamente, e l'ultimo imperatore romano d'Oriente Costantino XI Paleologo la portava lunga.
Presso gli Ebrei il taglio della propria barba era considerato un atto sacrilego; invece il taglio di quella altrui era considerato un gesto aggressivo e degradante per chi lo subiva. I patriarchi ebrei (ad eccezione di Giuseppe) e personaggi come Re Davide, Salomone, Mosè e i profeti sono tradizionalmente raffigurati barbuti. Molti ebrei ultraortodossi o rabbini portano la barba lunga, così come alcuni ordini religiosi cristiani e non. Fu dall'iconografia del filosofo (e da quella di diverse divinità classiche come Zeus/Giove, nonché dagli usi degli Ebrei dell'epoca) che derivò, nell'arte paleocristiana, la figura del Gesù barbuto (più antiche sono le raffigurazioni imberbi), che divenne in seguito tipica fino ad oggi. Anche i dodici apostoli furono sempre raffigurati con la barba. Benché molti padri della chiesa portassero la barba, nel mondo cattolico lentamente i religiosi la abbandonarono. Nel mondo bizantino e ortodosso la barba era l'attributo tipico dei religiosi: dopo il Grande Scisma del 1054 caratterizzò peculiarmente la Chiesa ortodossa, le Chiese orientali e le Chiese cattoliche di rito greco, tanto che ancora nel XV secolo ci si scandalizzava che il cardinale latino cattolico Giovanni Bessarione portasse la barba, mentre i monaci continuarono a portarla in certi casi. Un'eccezione fu il papa Giulio II, che fece voto di non tagliarsi la barba finché non fosse riuscito a cacciare i francesi dalla penisola italiana, cosa che però non gli riuscì. Solo dal XVII secolo l'uso ricomparve sporadicamente nel clero anche se corta (si vedano ad esempio il cardinale Richelieu o Giulio Mazzarino).
In ambito islamico molti religiosi, cercando di assomigliare il più possibile al profeta Maometto (che la tradizione vuole avesse la barba), ritengono indispensabile per ogni buon credente lasciarsi crescere la barba. Essa è a tal punto divenuta simbolo di questa ostentazione religiosa che in molti paesi i fondamentalisti vengono detti "i Barbuti" per antonomasia.
L'uso ortodosso della barba si trasmise nella Russia prerivoluzionaria, dove la barba veniva fatta crescere in segno di virilità, e il danneggiamento dell'altrui barba era inoltre considerato reato punibile con una cospicua somma. Molti zar come Ivan IV di Russia si attennero a questa tradizione. Nel 1698, per occidentalizzare il paese, Pietro il Grande mise delle pesanti tasse sulle barbe dei nobili (boiardi), poi ne permise solo ai contadini (solo se non fossero entrati in città) e sacerdoti l'uso, pena il pagamento di imposte aggiuntive. La barba in Russia restò attributo solo dei religiosi (preti, monaci e starec) e del popolo fino alla metà del 1800.
Per tutto l'Alto Medioevo la barba era portata lunga, talvolta a forchetta incorniciata con i capelli alle spalle (si pensi ai re Merovingi, Carolingi, ai Longobardi, agli stessi bizantini). Nel Basso Medioevo rimase l'uso per due secoli, si pensi a Federico Barbarossa che deve il suo soprannome proprio a ciò. Nel Duecento la moda della barba cadde in disuso: ad esempio Federico II di Svevia non la portava, né lo faceva Filippo il Bello, re di Francia, mentre diversi condottieri e uomini d'arme continuarono a portarla (es. Cesare Borgia, Ezzelino III da Romano, Francesco Maria I della Rovere), come diversi artisti e scienziati (Michelangelo, Raffaello in alcuni dipinti, Caravaggio, Leonardo, Galileo Galilei...), re e aristocratici del 1600 (Giacomo I d'Inghilterra, Carlo I, Enrico IV di Francia, Carlo V del Sacro Romano Impero...). La barba, fuori moda nel XVIII secolo, ritornò a partire dal secolo successivo. Voltaire nel Candido abbina alla barba ai filosofi del Mediterraneo orientale, e il protagonista e i suoi amici la portano infatti - all'uso dei dervisci - dopo essersi stabiliti in una fattoria sulla Propontide turca, e aver abbandonato per sempre l'Europa intollerante. Nel XIX secolo e all'inizio del XX secolo molti personaggi celebri di politica, arte e letteratura (ad esempio Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Cavour, Giuseppe Verdi, Marx, Engels, van Gogh, Paul Verlaine, Dostoevskij, Wagner, Tolstoj...), divenendo una vera moda tra i liberali, al punto che Giacomo Leopardi ironizza sulle lunghe barbe della maggioranza dei suoi amici e conoscenti nella poesia Palinodia. Al marchese Gino Capponi.
Anche i sovrani europei ricominciarono a portare la barba: ad esempio Edoardo VII e Giorgio V del Regno Unito, Enrico V di Francia, Napoleone III, Francesco Giuseppe d'Austria, Vittorio Emanuele II di Savoia, o lo zar Nicola II di Russia.
Secondo un'antica leggenda popolare farsi la barba a Berlino, città nota per i suoi eccellenti barbieri, porta fortuna. Dopo la prima guerra mondiale chi la portava solitamente utilizzava tagli corti o pizzetto (Lenin, Trotsky, Italo Balbo, Luigi Pirandello...).
Nel mondo contemporaneo il radersi o il farsi crescere la barba è legato alle mode ed al gusto personale. Dopo la Seconda guerra mondiale e per un paio di decenni si preferivano volti glabri. Un revival come fenomeno di costume della barba si ebbe negli anni Settanta del XX secolo, quando veniva vista (assieme ai capelli lunghi e ai baffi per gli uomini) come segno di ribellione alle consuetudini e ai valori borghesi (si vedano le barbe di Fidel Castro o Che Guevara, rivoluzionari soprannominati barbudos o diversi letterati e artisti). Nei decenni immediatamente successivi si è registrato il ritorno dei volti rasati (specialmente per quanto riguarda i personaggi pubblici), dopodiché, dopo un moderato successo del pizzetto negli anni '90, la barba, possibilmente folta e ben curata, è ricomparsa come elemento di moda dal 2010 circa.
## La barba in Occidente
«He that hath a beard is more than a youth, and he that hath no beard is less than a man»
«Chi ha la barba è più che un giovane, e chi non ha la barba è meno che un uomo»
(William Shakespeare, Molto rumore per nulla)
In occidente la barba è sempre stata soggetta alla moda e molto presto perse quel suo significato religioso che aveva nelle civiltà arcaiche. Se per il periodo dei Re di Roma la barba in voga era quella alla greca (completa e a punta) e all'etrusca (senza baffi), con l'inizio della repubblica la barba cadde in disuso. Dal III secolo a.c. al I secolo d.c. era molto raro vedere un cittadino romano con la barba in quanto, per motivi di origine militare, con il viso rasato i soldati avrebbero dato meno opportunità da parte dei nemici di essere afferrati per la barba e uccisi. In opposizione alle barbe di età monarchica che erano il simbolo della repubblica, dopo la guerra civile il viso rasato divenne la caratteristica dei romani fino al II secolo d.c.
Nel II secolo d.c. su influsso delle campagne orientali, della riscoperta della filosofia greca e su influsso della moda partica, la barba fece il suo ritorno all'interno del mondo romano.
Anche le popolazioni germaniche ammesse nell'impero, che fino ad allora si radevano per essere simili ai romani, tornavano a farsi crescere le loro barbe.
Se per il II secolo d.c. barba e capelli erano portati lunghi e riccoluti, per il III secolo d.c. su influsso dell'Anarchia Militare, barba e capelli furono portati corti e ben sagomati: i soldati non avevano più tempo per curare la loro barba ed allora fu preferito un taglio a forbici.
Nel IV secolo d.c. nell'Impero Romano D'Occidente tornò in voga il viso glabro, accompagnato da capelli a caschetto.
Nel V secolo d.c., a seguito delle nuove invasioni barbariche, nella moda del tardo-impero comparvero i baffi, portati lunghi e pendenti alla Odoacre, o al labbro come Teodorico I.
Nel VI secolo in Europa furono i baffi ad avere la loro rivincita sugli altri tipi di barba ma con le campagne di Giustiniano in Italia, che misero fine al regno Ostrogoto d'Italia, divenne di uso comune in Italia la barba portata semplice: con l'arrivo dei Longobardi in Italia, barba e capelli lunghi s'imposero nella moda Alto-Medievale italiana, in contrapposizione con la moda franca che prediligeva i baffi. Carlo Magno sembra che alternasse barba e baffi: ma tra questi prediligeva i secondi.
Con la conquista carolingia dell'Europa, tornarono in voga i capelli corti, accompagnati generalmente dai baffi.
Nel X secolo s'imposero capelli corti alla romana e barba, mentre nell'XI-XII secolo, all'epoca delle crociate, tornarono in auge i capelli lunghi accompagnati dalla barba lunga e fluente.
Nel XIII secolo la barba venne man mano accantonata ed capelli, in genere lunghi fino alla nuca, erano raccolti in una cuffia: questa moda continuò fino agli inizi del XIV, quando si optò per capelli più liberi.
Nel primo Trecento in Italia la barba era portata esclusivamente da uomini di legge e dagli anziani.
Nella metà del XIV secolo la barba tornò, questa volta accompagnata da un pizzetto.
La barba a punta o a forchetta accompagnò la moda Europea fino agli inizi del XV secolo.
Il XV secolo, contrariamente a quanto spesso viene rappresentato nel cinema e nei documentari, fu prevalentemente un secolo senza barba: dagli anni '10 agli anni '80 del XV la barba si vede molto raramente nelle raffigurazioni del tempo, e quando la si vede è ben curata e di media lunghezza.
Gli uomini del quattrocento preferivano essere rasati: agli inizi del secolo spesso sono rasati sia barba e capelli ma verso gli anni '40 del secolo ai visi rasati sono accompagnati tagli a scodella e verso gli anni '60 ai visi rasati sono accompagnati tagli di media lunghezza.
A fine secolo i capelli sono lunghi ma la barba resta rara. Se il XV secolo è un secolo glabro il XVI secolo fu il secolo della barba per eccellenza. A inizio secolo la barba era corta e curata, accompagnata da capelli lunghi e fluenti e verso gli anni '20-30 la barba si portava molto gonfia nei lati, i capelli erano inizialmente tagliati alla nuca, la frangetta era netta e corta: poi si optò per i capelli molto corti e la barba lunga e negli anni '50-60 i capelli tornarono a crescere, la barba tornò ad essere curata e ben tegliata ed a fine secolo si optò per pizzetti e barbe a punta rimaste in voga fino alla metà del XVII secolo.
Nel Seicento barba e baffi subivano il trattamento con ferri caldi per essere arricciati: venivano unti e profumati con olio di cedro e di gelsomino, ed erano accompagnati da capelli lunghi.
La moda settecentesca della parrucca richiese la pelle rasata e si dovette attendere il periodo risorgimentale per un ritorno di fiamma della barba a cui venne attribuito, questa volta, un significato politico. Spesso infatti le barbe saranno simbolo di rivoluzione, anche perché ribelli e guerriglieri, per la vita stessa che facevano, erano impossibilitati ad usare il rasoio.
Nel XX secolo è il '68 a sdoganare nuovamente la barba. Attualmente la barba è molto condizionata dalla moda del momento.
## Record di lunghezza
La barba più lunga mai misurata è quella di Hans Langseth. Alla sua morte, nel 1927, secondo la misurazione ufficiale dello Smithsonian Institution, la sua barba era lunga 5,33 metri (circa 17,6 piedi); la famiglia in realtà sosteneva che fosse leggermente maggiore, arrivando a misurare 5,6 metri (circa 18,6 piedi).
Un esempio storico di barba lunga fino ai piedi à quello di Hans Steininger, che curiosamente causò la propria morte per incidente.
## Tipi di barba
La barba può essere di diversi tipi in base all'etnia e al corredo genetico della persona. Generalmente si divide in 5 categorie. La barba afro, diffusa tra le persone di carnagione molto scura in africa sub-sahariana, tende ad essere sempre mora e riccia, generalmente ai lati è folta e i baffi compaiono più tardi. La barba mediorientale-nordafricana, come dice il nome, tende ad essere mora e può essere riccia, mossa o anche liscia e solitamente è una barba molto folta. Esiste poi la barba di tipo caucasico, generalmente liscia sul mento e sui baffi, il cui colore cambia in base al patrimonio genetico ma tra Europa, Turchia e Russia va dal bruno al biondo. Molto diffusa in queste zone è un tipo di barba in cui il colore dei baffi negli individui giovani è leggermente più chiaro rispetto al resto della barba, salvo poi scurirsi e restare così. Poi ci sono le barbe di tipo asiatico, molto lisce, di colore nero o bruno, nelle quali i baffi tendono ad essere più folti, così come il pizzetto, mentre i lati sono generalmente radi.
## Cura della barba
Per mantenere un buon aspetto molte persone si affidano a prodotti specifici per la cura della propria barba, fra cui possono essere annoverati l'olio, shampoo da barba, cera e spazzola.
In particolare se la barba viene trascurata si può andare incontro a fastidiosi inconvenienti, fra cui vale la pena nominare forfora e follicolite. Proprio per questo motivo oltre all'aspetto estetico un'altra cosa su cui si deve porre particolare attenzione è l'igiene, lavando quindi la propria barba regolarmente.
Il fine ultimo della cura per la barba è avere un aspetto ordinato, pulito, con peli soffici che non provochino irritazioni.
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