region
stringclasses
8 values
topic
stringclasses
3 values
document_type
stringclasses
5 values
entity
stringclasses
114 values
document_date
stringdate
2002-01-11 00:00:00
2023-06-19 00:00:00
document_id
stringclasses
198 values
progress
int64
1
69
title
stringlengths
3
318
content
stringlengths
29
125k
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
13
PUNTO NASCITA / BLOCCO PARTO
È garantita la presenza di personale ostetrico-ginecologico h 24. È garantita la guardia attiva anestesiologica h 24 all'interno della struttura ospedaliera sede del punto nascita. Sono presenti due sale travaglio-parto per PN con numero parti inferiore a 1.000/anno, almeno 3 con numero parti superiore a 1.000/anno. È prevista una camera operatoria dedicata. Sono previsti spazi dedicati all'accettazione ostetrica. È garantita la possibilità alla donna di poter fruire della presenza di una persona di sua scelta al momento del parto. È garantita un'adeguata assistenza all'evento nascita anche mediante tecniche di controllo del dolore farmacologiche e non. È garantita la possibilità alle partorienti di effettuare il parto demedicalizzato che prevede un'assistenza alla gestante fisiologica con uso ristrettissimo di farmaci e procedure infermieristiche. Tutto lo staff clinico applica nella pratica clinica percorsi diagnostico terapeutico-assistenziali (PDTA). Sono definite, formalizzate e condivise dagli operatori del punto nascita (ostetricia e neonatologia) le politiche e i comportamenti da attuare per sostenere l'allattamento al seno. L'attaccamento al seno è favorito nell'immediato post-partum, con personale e spazi funzionalmente dedicati. Sono attive modalità per ridurre le barriere linguistiche e culturali. È garantita la completezza dell'alimentazione e il rispetto della tempistica per l'invio del flusso CEDAP. È garantita l'assistenza neonatale (isola neonatale e rooming-in) affidata al pediatra/neonatologo h 24. Sono garantiti i servizi di diagnostica per immagini e di laboratorio. È garantito il rooming-in in h 24.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
14
REPARTO OPERATORIO
Sono definiti i criteri per la predisposizione del programma settimanale degli interventi elettivi per ogni sala operatoria. È presente una lista operatoria informatizzata giornaliera e settimanale dell'attività programmata. La lista operatoria tiene conto della prioritizzazione dei casi in lista di attesa. Sono disponibili procedure che definiscono l'organizzazione in caso di urgenze. Sono disponibili procedure per la gestione degli interventi "latex free". Sono disponibili e ben in evidenza regole formalizzate di comportamento per eventuale personale esterno. Sono disponibili procedure per l'accettazione/gestione del paziente in sala operatoria. In sala operatoria è effettuato il monitoraggio ambientale periodico (almeno semestrale) dei gas anestetici e il confronto con i valori limite di riferimento. In sala operatoria sono effettuate indagini strumentali per valutare la contaminazione particellare con frequenza semestrale (sala operatoria ≤ classe ISO 5) o annuale (sala operatoria > classe ISO 5) o in seguito ad interventi di manutenzione sul sistema di trattamento dell'aria che siano significativi ai fini del controllo della contaminazione particellare (es. cambio filtri, manutenzioni). In sala operatoria sono effettuate indagini strumentali per valutare la contaminazione microbiologica delle superfici con frequenza almeno semestrale o comunque a seconda delle necessità (es. quando i limiti di riferimento sono superati in modo consecutivo, dopo un'interruzione prolungata delle attività, dopo lavori di manutenzione significativi sul sistema di ventilazione, etc). Esiste evidenza che in sala operatoria vengono effettuate indagini strumentali per valutare la classificazione microbiologica sulle superfici in "at rest" almeno annualmente. In sala operatoria sono effettuate indagini strumentali per valutare la contaminazione microbiologica dell'aria in condizioni "at rest" e "operational" con frequenza almeno semestrale o comunque a seconda delle necessità (es. quando i limiti di riferimento sono superati in modo consecutivo, dopo un'interruzione prolungata delle attività, alla rivelazione di agenti infettivi, etc). In sala operatoria sono effettuate indagini strumentali per valutare le caratteristiche microclimatiche con frequenza almeno semestrale o comunque a seconda delle necessità (es. quando siano stati eseguiti interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria dell'impianto, in seguito a rottura dell'impianto con alterazione dei requisiti prestazionali, nelle situazioni in cui si raccolgono indicazioni di disagio termico da parte degli operatori, etc.). È periodicamente controllato il gradiente di sovrapressione della sala rispetto agli ambienti contigui. Sono periodicamente controllati i volumi d'aria immessi in sala operatoria. Sono periodicamente controllati i ricambi d'aria in sala operatoria. È periodicamente effettuata la determinazione del recovery time, cioè del coefficiente di pulizia o tempo di ritorno in classe della sala operatoria). Tutti i controlli sull'impianto di condizionamento devono essere effettuati in accordo con la norma serie ISO 14644 e s.m.i. (impianti di condizionamento). Esistono procedure di controllo del processo di sterilizzazione validate dalla Direzione Sanitaria ed organizzate in linee guida e protocolli, conformi alle leggi in materia nonché alle direttive regionali e/o aziendali. Esiste una procedura per lo stoccaggio e la movimentazione del materiale sterile. Esistono protocolli, validati dalla Direzione Sanitaria, per la pulizia e disinfezione del blocco operatorio. Esistono procedure e protocolli condivisi con le altre UU.OO. per il controllo delle infezioni in Sala Operatoria. Sono previsti procedure per la verifica del corretto funzionamento delle apparecchiature di sala operatoria. È presente una procedura per l'esatta identificazione del paziente in sala operatoria. È presente una procedura per l'esatta identificazione del lato, organo o parte del corpo in sala operatoria. È presente una procedura per prevenire la ritenzione di materiale estraneo nel sito chirurgico. È presente una procedura che consenta di identificare in modo corretto i campioni chirurgici. È presente un'istruzione operativa per preparare e posizionare in modo corretto il paziente sul tavolo operatorio. È presente una procedura che consenta di prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali. Sono presenti Linee Guida/procedure per: - la corretta gestione delle vie aeree e della funzione respiratoria; - il controllo e la gestione del rischio emorragico; - la prevenzione delle reazioni allergiche e degli eventi avversi della terapia farmacologica; gestire in modo corretto il risveglio ed il controllo postoperatorio; - prevenire il tromboembolismo postoperatorio; - prevenire le infezioni del sito chirurgico; - promuovere un'efficace comunicazione in sala operatoria; - garantire la corretta redazione del registro operatorio. È previsto un registro operatorio informatizzato conforme alle normative vigenti. È implementata la checklist di sala operatoria (Sign in - Time out - Sign out) e ne è controllata l'applicazione. Sono definite procedure per il trasferimento del paziente operato dalla sala operatoria ai setting assistenziali successivi. È attivata la valutazione della durata degli interventi chirurgici (tempo chirurgico, tempo anestesiologico, occupazione della sala operatoria, etc). Esiste un protocollo per profilassi antibiotica perioperatoria nel paziente chirurgico. Esiste un protocollo per la gestione del dolore postoperatorio secondo le linee guida vigenti. Esiste una procedura per la gestione dell'intubazione difficile. La documentazione anestesiologica include i seguenti dati di base: - dati anagrafici, peso, n° cartella clinica del paziente; - diagnosi; - intervento o procedura proposta; - data della valutazione anestesiologica, e nome dell'anestesista che la esegue; - consenso informato; - data dell'intervento o procedura: - nome dell'anestesista che esegue l'anestesia; - nome del primo operatore. La documentazione anestesiologica include i seguenti dati preoperatori: - dati anamnestici rilevanti; - esame obiettivo con riferimento alle specifiche problematiche specialistiche; - eventuali indagini preoperatorie; - farmaci assunti; - manifestazioni allergiche a farmaci e/o materiali; - precedenti procedure anestesiologiche con eventuali eventi avversi; - definizione della classe di rischio; - prescrizioni di eventuali trattamenti preoperatori e della medicazione preanestetica; La documentazione anestesiologica include i seguenti dati postoperatori: - tecnica anestesiologica, con ogni rilevante problema riscontrato; - parametri monitorizzati; - posizione operatoria. La documentazione anestesiologica include indicazioni per l'assistenza postoperatoria: - controlli clinici particolari e indicazioni e consigli terapeutici; - controlli strumentali e di laboratorio; - terapia infusionale ed altri trattamenti farmacologici; - terapia antalgica.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
15
FARMACIA OSPEDALIERA
Sono presenti procedure documentate riferite alle principali attività di produzione galenica e controlli di qualità contenenti: - l'identificazione quali/quantitativa del prodotto - l'identificazione del richiedente - l'identificazione del paziente (richieste personalizzate) - la motivazione clinica per i prodotti per i quali è richiesta la procedura - l'eventuale sussistenza di criteri d'urgenza e priorità - la data di esecuzione della prestazione - l'identificazione dell'operatore preparatore - l'identificazione del farmacista responsabile della prestazione Sono presenti procedure. per la preparazione e conservazione di farmaci sterili e mescolanze infusionali, qualora effettuate e relativi controlli di qualità. Sono presenti procedure per la preparazione e conservazione dei nutrienti per la nutrizione artificiale, qualora effettuata. Sono presenti procedure per il trasporto, lo stoccaggio e la movimentazione dei farmaci e del materiale sanitario, sterile e non sterile. Sono presenti procedure riferite alle attività di approvvigionamento e conservazione (temperatura, umidità) di farmaci e del materiale sanitario di competenza. Sono presenti procedure riferite alle attività di dispensazione dei farmaci e del restante materiale sanitario. Sono presenti procedure riferite alle attività di counselling informazione ed educazione sul farmaco al personale interno. Sono presenti procedure riferite alle attività connesse alle sperimentazioni cliniche. Sono presenti procedure riferite alle attività di analisi di Farmacovigilanza e Dispositivovigilanza (raccolta delle segnalazioni di effetti indesiderati da farmaci e incidenti legati a dispositivi medici). Sono presenti procedure riferite alle attività di analisi della prescrizione farmaceutica (indagini statistiche dei consumi ed epidemiologiche). Sono presenti procedure riferite alle attività di controllo (controlli di qualità sulle preparazioni, sulle sostanze o sul materiale sanitario). Sono presenti procedure riferite alle attività di ispezione agli armadi farmaceutici di reparto. Sono presenti procedure riferite alle attività per la gestione di prestazioni farmaceutiche d'urgenza. Sono presenti procedure riferite alle attività per la gestione di farmaci non in commercio in Italia. Esiste l'elenco dei prodotti gestiti, coerente con le esigenze terapeutiche e diagnostiche della struttura. Esistono procedure relative ai tempi e alle modalità di accesso alle prestazioni da parte delle altre UO della struttura. Esiste nella Farmacia Ospedaliera un punto informativo, opportunamente segnalato ed organizzato, al quale gli utenti, interni ed esterni, possono fare riferimento, counselling esterno (monitoraggio dell'aderenza). Sono disponibili procedure per la gestione di: - movimenti di magazzino in entrata ed in uscita anche ai fini dell'attività di controllo e vigilanza sui farmaci e materiali sanitari - gestione anagrafica dei centri di costo, dei fornitori e dei listini - emissione di ordini - attività di controllo (giacenza, scorta minima, scadenze, lotti di produzione) - reports mensili di consumo per centri di costo - valutazione Centri Prescrittori Sono disponibili procedure per la corretta manipolazione di sostanze tossiche-nocive.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
16
FARMACIA TERRITORIALE
Sono presenti procedure per il trasporto, lo stoccaggio e la movimentazione dei farmaci e del materiale sanitario, sterile e non sterile. Sono presenti procedure riferite alle attività di approvvigionamento e conservazione (temperatura, umidità) di farmaci e del materiale sanitario di competenza. Sono presenti procedure riferite alle attività di dispensazione dei farmaci e del restante materiale sanitario. Sono presenti procedure riferite alle attività di counselling informazione ed educazione sul farmaco al personale interno. Sono presenti procedure riferite alle attività connesse alle sperimentazioni cliniche. Sono presenti procedure riferite alle attività di analisi di Farmacovigilanza e Dispositivovigilanza (raccolta delle segnalazioni di effetti indesiderati da farmaci e incidenti legati a dispositivi medici). Nelle strutture pubbliche sono presenti procedure riferite alle attività di analisi della prescrizione farmaceutica (indagini statistiche dei consumi ed epidemiologiche) di supporto ai Dipartimenti Farmaceutici Ospedalieri Centrali. Sono presenti procedure riferite alle attività di ispezione agli armadi delle unità operative distrettuali nelle more dell'informatizzazione delle procedure. Nelle strutture pubbliche sono presenti procedure riferite alle attività per la gestione di farmaci non in commercio in Italia, di supporto ai Dipartimenti Farmaceutici Ospedalieri. Esiste l'elenco dei prodotti gestiti, coerente con le esigenze terapeutiche e diagnostiche della struttura. Nelle strutture pubbliche sono presenti procedure relative ai tempi e alle modalità di accesso alle prestazioni da parte delle altre UO della struttura di supporto ai Dipartimenti Farmaceutici Centrali. Esiste nella Farmacia Ospedaliera un punto informativo, opportunamente segnalato ed organizzato, al quale gli utenti, interni ed esterni, possono fare riferimento, counselling esterno (monitoraggio dell'aderenza). Devono essere disponibili procedure per la gestione di: - movimenti di magazzino in entrata ed in uscita anche ai fini dell'attività di controllo e vigilanza sui farmaci e materiali sanitari - gestione anagrafica dei centri di costo, dei fornitori e dei listini - emissione di ordini - attività di controllo (giacenza, scorta minima, scadenze, lotti di produzione) - reports mensili di consumo per centri di costo Nelle farmacie territoriali pubbliche sono presenti procedure della presa in carico Ospedale Territorio per il tramite degli Uffici Farmaceutici. Nelle farmacie territoriali pubbliche sono presenti procedure per la gestione dei processi prescrittivi dei MMG, PLS e specialisti ambulatoriali di supporto ai Dipartimenti Farmaceutici Centrali.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
17
AMBULATORIO VACCINALE
Durante lo svolgimento dell'attività ambulatoriale è prevista la presenza di almeno un medico specialista indicato quale responsabile delle attività cliniche svolte nell'ambulatorio. Per ogni paziente viene approntata una scheda clinica in cui è riportata la storia clinica individuale con particolare attenzione ad eventuali controindicazioni relative o assolute (allergie note, documentabili, sospette, patologie immunologiche e pregresse reazioni vaccinali). È presente un documento in cui sono riportate le strategie vaccinali, gli obiettivi di copertura vaccinale, la copertura della popolazione bersaglio. È pianificata l'attività del servizio sulla base del calendario vaccinale. L'anagrafe vaccinale è gestita con supporto informatico in cui vengono registrate le vaccinazioni effettuate per poter disporre di dati di copertura vaccinale reali e affidabili. L'anagrafe vaccinale viene continuamente aggiornata sulla base dei dati dell'attività vaccinale e sulla base dei bilanci demografici (notifiche di nascita, schede di morte, flussi migratori). Viene redatto un piano annuale per l'approvvigionamento dei vaccini sulla base delle necessità previste e dei dati storici. Sono predisposte annualmente campagne di informazione. È disponibile materiale informativo sulle vaccinazioni a disposizione dell'utenza. Viene garantita la possibilità di avere una consulenza pre-vaccinale. Esiste una procedura scritta per la gestione, la notifica e il follow-up degli eventi avversi ai vaccini immediati o tardivi. È predisposto un piano formativo per il personale per la gestione delle reazioni avverse immediate e delle emergenze. È presente un registro che riporti i provvedimenti legali per risarcimenti per danni arrecati ai pazienti, derivanti da attività erogate dalla struttura. Esistono i presidi per la gestione delle emergenze, costituiti almeno da pallone di Ambu e farmaci di pronto intervento (anche in comune con altri ambulatori) o carrello per la gestione dell'emergenza.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
18
NEONATOLOGIA
È garantita la guardia attiva h 24 del neonatologo o del pediatra. È formalizzato il ricorso all'anestesista-rianimatore del presidio nelle situazioni di emergenza. È garantita l'integrazione funzionale con lo S.T.E.N. del territorio di competenza. Sono garantiti i servizi di diagnostica per immagine e di laboratorio già previsti nel I° livello di ostetricia per le situazioni di emergenza. È garantita l'assistenza in sala parto, fin dalla nascita, con garanzia di rianimazione primaria neonatale h24 con eventuale collaborazione dell'anestesista-rianimatore del presidio, ove necessario. È garantita l'osservazione transizionale post-parto. È garantito formalmente il collegamento con T.I.N. di riferimento. È garantita la disponibilità di emotrasfusioni h 24. È garantita l'assistenza immediata d'urgenza ai soggetti che imprevedibilmente presentano condizioni cliniche richiedenti l'intervento dello S.T.E.N., nell'attesa che il paziente possa essere preso in carico da quest'ultimo. È garantita l'accoglienza ai neonati trasferiti dalla T.I.N di II livello referente per l'area: solo per i punti nascita > 1000 parti/anno (favorire una rete che si occupa di livelli di assistenziali più bassi tramite il "Back Transport") come da protocolli condivisi con U.O. di II livello. Sono favorite le pratiche del rooming-in, dell'allattamento al seno e del contatto precoce dopo il parto. È garantita al neonato, con lettera di dimissione, l'integrazione con il territorio (Distretto, Consultorio Familiare, P.L.S.). È garantita la collaborazione con l'U.O. ostetrica dell'Ente di appartenenza nel fornire i dati necessari per la sorveglianza epidemiologica dell'evento parto-nascita. Sono garantite attività per favorire elevati livelli di integrazione funzionale tra neonatologi/pediatri ed ostetrici, per ottenere il massimo della sicurezza nell'ambito di un processo multidisciplinare e complesso, anche attraverso regolare attività di audit. Nell'area travaglio-parto, è possibile assistere contemporaneamente due neonati in area dedicata (isola neonatale) e ben identificata, opportunamente attrezzata per la rianimazione neonatale e facilmente accessibile. Nell'isola neonatale, l'impiantistica tecnica è adeguata al carico ed alla tipologia di lavoro sostenuto dal servizio neonatologico. Le aree neonatali e U.O. di neonatologia devono prevedere: aree ben distinte per assistenza al neonato sano e per assistenza alla patologia che non richiede ricovero in UTIN, con possibilità di attuare misure di isolamento nel sospetto di infezione; area per la pulizia e sterilizzazione delle culle e delle incubatrici; ambulatori e area D.H. per il follow-up, indagini strumentali di controllo post dimissione, ecc. possibilità di accogliere i genitori senza limitazioni di orario. Nell'area di degenza, anche in regime di rooming-in integrale, sono predisposti spazi di degenza per neonati sani, per piccola patologia, per l'allattamento. Sono previsti ambulatori per follow-up e sostegno all'allattamento materno. Sono presenti spazi funzionali per: esecuzione di screening, registro delle malformazioni, pratiche vaccinali, ecc.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
19
DIALISI AMBULATORIALE
Esiste una procedura formalizzata per l'accesso alla terapia dialitica programmata. Sono presenti informazioni scritte sulla tipologia e le modalità di prestazione del servizio. Esiste un protocollo per il trattamento dialitico secondo Linee guida nazionali o internazionali. Esiste un protocollo per il trattamento dei pazienti affetti da malattie infettive contagiose (ad es. HIV, HBV, Tubercolosi, etc.). Esiste una procedura per il monitoraggio degli accessi vascolari in collegamento con un Centro di Dialisi Ospedaliero di riferimento, secondo Linee guida nazionali o internazionali. È individuato un nefrologo (case manager) che coordina gli interventi ed assicura un piano assistenziale individuale anche con periodici incontri tra le figure professionali coinvolte e con i familiari. Sono adottati indicatori di adeguatezza dialitica nonché di valutazione dello stato nutrizionale secondo linee guida nazionali ed internazionali. Esiste un protocollo di trattamento dell'anemia secondo Linee guida nazionale o internazionali. Esiste un protocollo di trattamento delle acque secondo Linee guida nazionali ed internazionali. Sono monitorati i seguenti indicatori: - sieroconversioni HBV e HCV/anno - nº trasfusioni/paziente/anno - nº giorni di ricovero/paziente dializzato/anno - nº episodi di edema polmonare/paziente/anno - nº colture positive dell'acqua e bagno dialisi/totale colture - n° pazienti immessi in lista trapianto - PTH/Calcio/Fosforo/Vit D(25OH) - indice di resistenza agli ESA/singolo paziente - composizione corporea con BIA e/o Ecografia polmonare - albuminemia Esiste una procedura per l'immissione nella lista di attesa regionale per i pazienti candidati al trapianto e vi è evidenza dei pazienti messi in lista. Esiste ed è documentato un collegamento funzionale tra nefrologo del centro e medico di medicina generale (scheda paziente, riunioni periodiche). Esiste documentazione contenente l'elenco degli esami periodici di controllo effettuati ai pazienti. Sono disponibili oltre alla Bicarbonato Dialisi (metodica standard) trattamenti dialitici ad alta efficienza (Emodiafiltrazione). Esiste una procedura formalizzata con la quale si informa il paziente circa le soluzioni terapeutiche da adottare: dialisi extracorporea, dialisi peritoneale, trapianto renale pre-empitive. È rispettato il tempo di intervallo minimo (due ore) fra i turni di dialisi, per la sterilizzazione delle apparecchiature e per la pulizia della sala dialisi. È garantita la presenza di un infermiere ogni 4 letti di dialisi. È garantita la presenza di un medico ogni 14 pazienti durante i turni di dialisi. Possono essere intrattenute, per le strutture private, rapporti libero professionali esulanti il rapporto di dipendenza fino al 28% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta, compreso eventualmente il personale con compiti di direzione. Ai soggetti aventi compiti di direzione sanitaria, di titolare, di legale rappresentante o socio della struttura sanitaria è fatto divieto di esercitare detti compiti presso più di una struttura. Dall'obbligo del rapporto di dipendenza di almeno il 72% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta sono esentate le strutture con dotazioni pari o inferiori a cinque unità lavorative. Sono trasmessi i dati per la compilazione del Registro Regionale e Nazionale di Dialisi e Trapianto. È presente una procedura per il monitoraggio delle infezioni ed in particolare per quelle connesse all'utilizzo di CVC. Esiste una procedura formalizzata per l'immissione nella lista di attesa regionale per i pazienti che richiedono trattamento dialitico presso struttura pubblica. Esiste una procedura per identificare i portatori di Stafilococcus Aureus (tampone nasale) tra il personale ed i pazienti dializzati. È presente un registro che riporta i provvedimenti legali per risarcimenti per danni arrecati ai pazienti, derivanti da attività erogate dalla Struttura.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
20
DIALISI IN STRUTTURA DI RICOVERO
Esiste una procedura formalizzata per l'accesso alla terapia dialitica sia programmata che in urgenza. Esiste un percorso agevolato per l'accesso del paziente dializzato/trapiantato ai servizi diagnostici e di ricovero. È formalizzata una procedura interna per l'effettuazione ed il monitoraggio degli accessi vascolari secondo linee guida nazionali o internazionali. È formalizzata una procedura per l'accesso alla dialisi peritoneale: posizionamento e gestione del catetere peritoneale; addestramento; follow up ambulatoriale secondo linee guida nazionali o internazionali e disposizioni ministeriali. È garantito il posizionamento di FAV e/o CVC secondo le linee guida nazionali e internazionali. Esiste un'attività ambulatoriale di nefrologia. Sono disponibili oltre a quelli previsti per la dialisi domiciliare trattamenti dialitici di CRRT (valutabile solo in presenza di terapia intensiva). Esiste una procedura formalizzata per il tele monitoraggio del paziente in dialisi domiciliare. Esiste una procedura formalizzata con l'indicazione e l'accesso alla terapia dialitica con tecniche Continue (CRRT) (valutabile solo in presenza di T.I.). Esiste una procedura per la trombolisi dei CVC long-term. Esiste una procedura per l'emergenza dialitica. Esiste una procedura per il prelievo di materiali dalla farmacia.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
21
TERAPIA IPERBARICA
È effettuata una visita specialistica per valutare l'idoneità psico/fisica del paziente al trattamento iperbarico. Esiste un modulo per l'acquisizione del consenso informato che riporti oltre ai rischi connessi alla terapia anche un elenco delle dei principali oggetti e sostanze vietate. Esistono procedure di controllo dell'accesso alla camera iperbarica dei singoli pazienti, atte a prevenire situazioni di pericolo derivante dall'introduzione di qualsiasi materiale o oggetto che possa indurre situazioni di rischio per esplosioni e incendi. Esistono procedure per l'introduzione di eventuali presidi di carattere medico o infermieristico o di qualsiasi altro oggetto, per motivi di servizio, all'interno della camera. Esiste un manuale operativo gestionale dell'impianto con annesso documento per la registrazione delle revisioni annuali della strumentazione. È effettuata una formazione specifica degli operatori per la gestione delle situazioni di emergenza. È presente un registro che riporta i provvedimenti legali per risarcimenti per danni arrecati ai pazienti, derivanti da attività erogate dalla struttura. Possono essere intrattenute, per le strutture private, rapporti libero professionali esulanti il rapporto di dipendenza fino al 28% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta, compreso eventualmente il personale con compiti di direzione. Ai soggetti aventi compiti di direzione sanitaria, di titolare, di legale rappresentante o socio della struttura sanitaria è fatto divieto di esercitare detti compiti presso più di una struttura. Dall'obbligo del rapporto di dipendenza di almeno il 72% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta sono esentate le strutture con dotazioni pari o inferiori a cinque unità lavorative.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
22
CONSULTORIO FAMILIARE
Sono predisposti corsi di accompagnamento alla nascita (CAN). Sono predisposte iniziative per la promozione e sostegno dell'allattamento al seno. Sono predisposti percorsi a supporto della procreazione responsabile e consulenze preconcezionali. È documentata attività di assistenza alle coppie con sterilità/infertilità. È documentato il supporto assistenziale alle donne in menopausa. È documentata l'assistenza psicologica per problemi individuali e di coppia, familiari e di gruppo. È documentato il supporto psicologico e la valutazione a coppie e minori per l'affidamento familiare e l'adozione, rapporti col tribunale dei minori e adempimenti connessi. È documentata l'attività di consulenza e di assistenza pediatrica. È documentata la consulenza e l'assistenza agli adolescenti anche in collaborazione con le istituzioni scolastiche. È garantita assistenza ai minori e ai nuclei familiari in situazioni di disagio, in stato di abbandono o vittime di maltrattamenti e abusi, anche attraverso accordi di convenzioni con enti o associazioni preposte. È garantito un monitoraggio informatizzato delle attività svolte. Sono predisposte annualmente campagne informative sulle vaccinazioni dedicate alla popolazione generale. È disponibile materiale informativo sulle vaccinazioni a disposizione dell'utenza. È presente un registro che riporta i provvedimenti legali per risarcimenti per danni arrecati ai pazienti, derivanti da attività erogate dalla struttura. Le registrazioni e le copie dei referti sono conservate secondo le modalità e i tempi sanciti dalla normativa vigente. Per ogni prestazione vengono esplicitati: - modalità di prenotazione; - tempi di attesa per accedere alla prestazione; - orari di erogazione della prestazione. Esiste un libretto della gravidanza, parto e puerperio. È documentata attività di prevenzione e contrasto della violenza sulle donne.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
23
CENTRO DI SALUTE MENTALE
Esiste un documento che definisce le procedure per: - accoglienza e presa in carico; - valutazione della patologia e dei bisogni: - formulazione del progetto terapeutico riabilitativo personalizzato; - verifica periodica del piano terapeutico riabilitativo personalizzato. Sono documentate attività di analisi dei motivi di mancata presentazione agli appuntamenti e/o di abbandono della struttura da parte degli utenti. Sono intraprese azioni per la ripresa dei contatti in caso di abbandono della struttura. Esiste una documentazione relativa all'utente che riguarda le condizioni familiari di vita lavorativa e sociale. Esistono procedure per la prevenzione ed il controllo dei rischi per gli operatori e gli utenti connessi alla tipologia di utenza. Sono garantite attività di sostegno agli operatori della struttura per la prevenzione del burn out. Esistono documenti che definiscono le modalità di rapporto con i familiari. Sono definite procedure per le attività di sostegno psicologico e socio educativo alle famiglie. Esistono procedure che definiscono le modalità di rapporto e di collegamento con i medici di Medicina Generale. Esistono procedure che definiscono le modalità di rapporto e di collegamento con altre strutture distrettuali e con i presidi ospedalieri. Esistono procedure che definiscono le modalità di rapporto e di collegamento con gli Enti locali e soggetti del terzo Settore. È attuata una modalità di lavoro basata sul confronto in équipe.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
24
CENTRO DIURNO PSICHIATRICO
È redatto un Piano di Trattamento individuale (PTI) elaborato dal Centro di Salute Mentale (CSM) per pazienti affetti da disturbi psichiatrici, con difficoltà di funzionamento personale e sociale e con bisogni complessi. Il carico di lavoro per ogni singolo operatore è definito utilizzando i parametri determinati dalla normativa regionale vigente in materia ed è adeguato alle attività richieste dall'intensità e livello assistenziale. Esiste una documentazione per ciascun ospite attestante le relazioni intercorrenti tra la struttura e il responsabile dell'azienda sanitaria per la presa in carico. È formalizzata una procedura relativa all'accoglienza, registrazione e informazione di pazienti e familiari. Sono formalizzate procedure per la gestione delle emergenze. Sono formalizzate procedure per l'igiene personale e orale. Sono formalizzati protocolli per il controllo delle infezioni negli ospiti a rischio. Sono utilizzate scale di valutazione validate adeguate alla tipologia di disabilità e/o non autosufficienza presente. È garantita la possibilità da tutti i locali di cui usufruisce l'utenza di segnalare tempestivamente le situazioni che richiedono interventi di emergenza. I problemi di comunicazione e sensoriali degli ospiti sono riportati in cartella. Possono essere intrattenute, per le strutture private, rapporti libero professionali esulanti il rapporto di dipendenza fino al 28% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta, compreso eventualmente il personale con compiti di direzione. Ai soggetti aventi compiti di direzione sanitaria, di titolare, di legale rappresentante o socio della struttura sanitaria è fatto divieto di esercitare detti compiti presso più di una struttura. Dall'obbligo del rapporto di dipendenza di almeno il 72% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta sono esentate le strutture con dotazioni pari o inferiori a cinque unità lavorative. È adottato un sistema di misure per facilitare l'orientamento con dispositivi ottici e sonori per la fruizione dei percorsi ai non udenti e non vedenti. È garantita la possibilità di offrire diete speciali personalizzate per ospiti con esigenze particolari (patologie, intolleranze, etc.) previa consulenza e controllo dietologico dell'ASL. La struttura garantisce modalità di custodia valori e beni in armadietti personali. Sono definiti programmi di incoraggiamento alla cura di sé appropriati alle condizioni dei pazienti. È possibile l'utilizzo di un televisore negli spazi comuni. È garantita per l'utenza la possibilità di effettuare comunicazioni telefoniche, con telefonia fissa o mobile. È possibile scegliere i pasti in anticipo tra diversi menù. È presente un registro che riporta i provvedimenti legali per risarcimenti per danni arrecati ai pazienti, derivanti da attività erogate dalla struttura. Esiste un documento scritto, in conformità agli obiettivi definiti dalla Direzione del DSM che definisce: - procedure formalizzate per l'accoglienza e la valutazione della domanda; - procedure per la formulazione di un programma terapeutico-riabilitativo individuale; - procedure per i rapporti con i familiari degli utenti. Esistono procedure per la valutazione, verifica e monitoraggio, con specifici indicatori, dei piani di trattamento. Esistono procedure per gli interventi di inserimento sociale degli utenti. Esistono procedure per sviluppare nell'équipe modalità e stili di lavoro gruppali. Esistono procedure per definire i rapporti con associazioni di volontariato e di auto-aiuto. Esiste documentazione clinica scritta con aggiornamento e monitoraggio dei casi. È identificata per ogni ospite una persona che lo rappresenta per quanto riguarda confidenzialità delle informazioni, consenso ai trattamenti, gestione delle finanze e dei beni personali. È organizzata e facilitata l'attività di gruppo di sostegno per i familiari.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
25
1- Strutture Terapeutiche Intermedie ad intensità variabile per accoglienza minori con disturbo psichiatrico, 2- Strutture Intermedie Residenziali per Minori a Intensità Variabile (S.I.R.M.I.V.), 3- Strutture Intermedie Semiresidenziali per Minori (S.I.Se.M.)
La struttura è inserita nel tessuto urbano o in prossimità dello stesso. In ogni caso sono garantiti i collegamenti con le sedi scolastiche e/o lavorative degli ospiti e l'accessibilità ai servizi pubblici del territorio. La struttura possiede le caratteristiche logistiche abitative per garantire anche l'accoglienza di eventuali minori diversamente abili. La struttura è dotata di spazi esclusivamente dedicati alle attività di visita medica e attività infermieristica, psicoterapia individuale e di gruppo, attività di socializzazione, sala da pranzo. È presente un progetto di struttura, che formalmente illustri i principi ispiratori, gli indirizzi metodologici e il catalogo dell'offerta terapeutica secondo i seguenti punti: - obiettivi e riferimenti valoriali ed educativi generali da cui nasce la struttura, storia dell'ente o della struttura di accoglienza, stile educativo generale modalità di accesso e di dimissione - fascia di età e tipologia di utenza a cui la struttura si rivolge e per i quali si ritiene particolarmente adatta - metodologia e strumenti compresi il tipo di prestazioni offerte (metodi e tecniche cliniche, psicoterapeutiche e socio educative) - organigramma/funzionigramma del personale della struttura e indicazione del responsabile - descrizione dei rapporti e degli accordi di rete con il territorio - processi di formazione continua e di supervisione del personale Esiste un regolamento interno, coerente con gli obiettivi terapeutici e riabilitativi, che deve essere fornito agli utenti e ai loro familiari o a chi ne fa le veci, nel quale sono illustrate sia le regole di vita e di comportamento per utenti, operatori e adulti che quelle relative alla vita comunitaria. Esiste un apposito documento, redatto dal Responsabile e sottoscritto da ogni operatore, le procedure per la gestione delle emergenze (fughe, reati, agiti violenti, emergenze sanitarie e ambientali, ecc). La struttura ha stipulato formali e condivisi accordi di rete interistituzionale con le risorse del territorio (servizi della ASL, Scuola, Centri sportivi, Parrocchie, centri giovanili, Gruppi informali di pari, ecc.). La struttura possiede una documentazione formale, conosciuta dagli operatori, nella quale sono descritte e condivise le procedure relative a collaborazioni con: Servizi Specialistici Sanitari, Servizi Educativi, Centri Giustizia Minorile, Medicina Generale, Urgenza ed Emergenza. La struttura impiega personale che, oltre alla necessaria qualificazione, è in possesso di documentata esperienza lavorativa, di almeno tre anni con minori di neuropsichiatria o con adulti con problematiche psichiatriche. Possono essere intrattenute, per le strutture private, rapporti libero professionali esulanti il rapporto di dipendenza fino al 28% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta, compreso eventualmente il personale con compiti di direzione. Ai soggetti aventi compiti di direzione sanitaria, di titolare, di legale rappresentante o socio della struttura sanitaria è fatto divieto di esercitare detti compiti presso più di una struttura. Dall'obbligo del rapporto di dipendenza di almeno il 72% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta sono esentate le strutture con dotazioni pari o inferiori a cinque unità lavorative. La struttura ha un sistema di registrazione e monitoraggio delle attività che consenta annualmente (scadenza 31 dicembre) di valutare i risultati raggiunti. La struttura si sottopone, con frequenza almeno biennale, attraverso organismi di certificazione abilitati, a procedure di certificazione della Qualità finalizzate alla ricerca delle pratiche di miglioramento. La struttura non impiega volontari, se non con documentata e specifica formazione nel campo dell'assistenza a pazienti con problemi psichiatrici. La Struttura è dotata di spazi idonei ad assicurare – su richiesta del Referente ASL ex DGCR n. 621/12 – la pronta accoglienza di un minore sottoposto a provvedimento dell'Autorità Giudiziaria oltre il numero massimo dei posti consentiti, per il tempo strettamente necessario alla individuazione, da parte del medesimo Referente, della struttura ove collocare stabilmente il paziente. La struttura applica linee guida e procedure validate dalla letteratura per la valutazione multidisciplinare delle condizioni e dei bisogni di ciascun paziente, delle abilità e disabilità specifiche, e degli aspetti legati alla vita di relazione per la determinazione della gravità e della complessità del quadro clinico e per la valutazione della compromissione del funzionamento personale e sociale del paziente. È presente un progetto di intervento riabilitativo finalizzato a determinare il livello di intervento terapeutico riabilitativo correlato al livello della compromissione di funzioni e di abilità del paziente alla sua trattabilità (intensità riabilitativa) e al grado di autonomia complessivo (intensità assistenziale)
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
26
Strutture Intermedie Residenziali per adulti con disagio psichiatrico - S.I.R.
È redatto per ogni ospite un Piano di Trattamento individuale (PTI) elaborato dal Centro di Salute Mentale (CSM) per pazienti affetti da disturbi psichiatrici, con difficoltà di funzionamento personale e sociale e con bisogni complessi. Il carico di lavoro per ogni singolo operatore è definito utilizzando i parametri determinati dalla normativa regionale vigente in materia ed è adeguato alle attività richieste dall'intensità e livello assistenziale. Esiste una documentazione attestante per ciascun ospite le relazioni intercorrenti tra la struttura e il responsabile della presa in carico. Sono previste procedure per i rapporti con i medici di medicina generale. Sono formalizzate procedure per la somministrazione di farmaci eseguite dal personale abilitato. È formalizzata una procedura per le dimissioni protette per il rientro a domicilio degli ospiti (che preveda: la comunicazione al medico curante, l'addestramento dei familiari, l'acquisizione di tutti i materiali necessari, il proseguimento a domicilio delle cure necessarie). Nel caso di residenze sanitarie private la procedura deve prevedere l'attivazione dei competenti organi degli Enti Pubblici per quanto concerne la fornitura dei materiali e la continuità assistenziale. È garantito ai familiari l'accesso alla struttura durante il giorno e la notte in caso di necessità, compatibilmente con le esigenze di assistenza e cura degli ospiti. È formalizzata una procedura relativa all'accoglienza, registrazione e informazione di pazienti e familiari. Sono presenti procedure per la gestione delle emergenze. Sono formalizzate procedure per: - il bagno e la doccia; - l'igiene orale; - l'igiene a letto Sono formalizzati protocolli per il controllo delle infezioni negli ospiti a rischio. In cartella sono registrate informazioni sui problemi sociali dell'ospite e della famiglia. È formalizzata una procedura per le richieste di visite specialistiche per gli ospiti. È garantita la possibilità da tutti i locali di cui usufruisce l'utenza di segnalare tempestivamente le situazioni che richiedono interventi di emergenza. È garantita la socializzazione per l'utenza compatibilmente con le condizioni dei pazienti. Possono essere intrattenute, per le strutture private, rapporti libero professionali esulanti il rapporto di dipendenza fino al 28% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta, compreso eventualmente il personale con compiti di direzione. Ai soggetti aventi compiti di direzione sanitaria, di titolare, di legale rappresentante o socio della struttura sanitaria è fatto divieto di esercitare detti compiti presso più di una struttura. Dall'obbligo del rapporto di dipendenza di almeno il 72% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta sono esentate le strutture con dotazioni pari o inferiori a cinque unità lavorative. È garantito l'addestramento dei familiari al nursing prima della dimissione. È adottato un sistema di misure per facilitare l'orientamento con dispositivi ottici e sonori per la fruizione dei percorsi ai non udenti e non vedenti. È garantita la possibilità di offrire diete speciali personalizzate per ospiti con esigenze particolari (patologie, intolleranze, etc.) previa consulenza e controllo dietologico dell'ASL. La struttura garantisce modalità di custodia valori e beni personali. Ai fini della prevenzione degli infortuni è garantito il controllo della temperatura dell'acqua per l'utenza. Sono definiti programmi di incoraggiamento alla cura di sé appropriati alle condizioni dei pazienti. È garantita, all'occorrenza, l'attività di podologia. È possibile l'utilizzo di un televisore in camera. Ad ogni ospite è garantita la sistemazione dei propri indumenti in un guardaroba personale. È garantita l'identificazione degli indumenti personali quando sono mandati in lavanderia. Sono presenti protocolli interni per un corretto lavaggio della biancheria da letto e degli indumenti (se la lavanderia non è esternalizzata). È disponibile nella struttura un barbiere-parrucchiera almeno una volta alla settimana. È garantita l'assistenza spirituale e religiosa secondo la confessione degli ospiti. È garantita per l'utenza la possibilità di effettuare comunicazioni telefoniche, con telefonia fissa o mobile, dal letto di degenza. È possibile scegliere i pasti in anticipo tra diversi menù. È consentito agli ospiti di tenere nelle loro stanze oggetti personali. È presente un registro che riporta i provvedimenti legali per risarcimenti per danni arrecati ai pazienti, derivanti da attività erogate dalla struttura. Esiste un documento scritto, in conformità agli obiettivi definiti dalla Direzione del DSM che definisce: - procedure formalizzate per l'accoglienza e la valutazione della domanda - procedure per la formulazione di un programma terapeutico-riabilitativo individuale; - procedure per i rapporti con i familiari degli utenti Esistono procedure per la valutazione, verifica e monitoraggio, con specifici indicatori, dei piani di trattamento. Esistono procedure per gli interventi di inserimento sociale degli utenti. Esistono procedure per sviluppare nell'équipe modalità e stili di lavoro gruppali. È identificata per ogni ospite una persona che lo rappresenta per quanto riguarda confidenzialità delle informazioni, consenso ai trattamenti, gestione delle finanze e dei beni personali. È organizzata e facilitata l'attività di gruppo di sostegno per i familiari.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
27
AMBULATORIO PREVENZIONE E TRATTAMENTO DIPENDENZA PATOLOGICA
Il servizio è facilmente accessibile anche attraverso l'utilizzo di mezzi pubblici. Sono definite procedure e protocolli per l'accoglienza e la presa in carico. È predisposto per ogni singolo utente un programma terapeutico - riabilitativo con valutazione diagnostica multidisciplinare iniziale e monitoraggio periodico delle variazioni dello stato in relazione ai risultati degli interventi effettuati, in termini di uso di sostanze, qualità della vita, abilità e capacità psico-sociali. Il programma individualizzato è formulato in conformità a protocolli Evidence Based Medicine e Evidence Based Nursing in linea con apposito PDTA approvato dalla struttura. Sono definite procedure per l'invio dell'utente in servizi residenziali accreditati. Sono predisposte procedure per il collegamento con gli altri servizi: ospedale laboratorio di analisi ecc. Sono predisposte procedure per il monitoraggio e la valutazione dei casi. Sono predisposte procedure per il collegamento con altri servizi sul territorio (carcere, provveditorato agli studi ecc.). Il servizio dispone di uno sportello informativo. Gli interventi di carattere sociale comprendono l'inserimento lavorativo. Sono assicurati interventi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria. Sono offerti interventi di consulenza legale. Sono assicurati interventi di consulenza in carcere ed in altre sedi in caso di misure alternative. Sono attivati specifici programmi destinati alle donne, anche in collaborazione con altri servizi specialistici, prevedendo, in particolare interventi relativi a gravidanza, prostituzione episodi di violenza. Sono previsti interventi di tipo psicologico e di sostegno socio educativo alla famiglia dei casi in carico. Sono rilevati sulla base delle indicazioni stabilite a livello nazionale e regionale i dati statistici ed epidemiologici. Sono svolte attività di riabilitazione e prevenzione dalle ricadute. Sono attivati gruppi di mutuo aiuto. Sono attivati centri di ascolto che promuovono anche nell'ambito della propria comunità locale attività di sensibilizzazione e di informazione e attività di orientamento all'utilizzo dei servizi.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
28
COMUNITÀ TERAPEUTICHE RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI PER CITTADINI CON DIPENDENZA PATOLOGICA
La struttura ha definito un documento che esplicita: - I principi ispiratori e la metodologia degli interventi, la definizione delle fasi e dei tempi di svolgimento, la descrizione degli interventi (di tipo medico, psicologico, educativo, lavorativo, sociale), le modalità di relazione con i familiari; - Le modalità di verifica degli interventi; - I diritti e gli obblighi che l'utente assume con l'accettazione del programma di assistenza; - Le regole di vita comunitaria con particolare riguardo alle norme comportamentali degli operatori e degli utenti, in particolare nello svolgimento delle attività quotidiane e nell'utilizzo dei servizi (cucina, pulizia, lavanderia ecc.). C'è evidenza della periodica rivalutazione da parte della struttura del documento di cui al punto 1. In fase di ammissione dell'utente è effettuata la valutazione multidiciplinare e multidimensionale dello stato di salute e dei bisogni di ciascuno. Per ciascun ospite è formulato un programma individualizzato che contiene le seguenti informazioni: - valutazioni cliniche, ambientali e strumentali; - somministrazione di farmaci laddove indicato; - risultati attesi; - operatori coinvolti; - data di avvio e durata del piano. Il programma individualizzato è formulato in conformità a protocolli Evidence Based Medicine e Evidence Based Nursing in linea con apposito PDTA approvato dalla struttura. Il programma individualizzato rispetta i fondamentali diritti della persona ed esclude nelle diverse fasi dell'intervento ogni forma di coercizione fisica, psichica e morale. Vi è evidenza della rivalutazione periodica dello stato psicosociale, dei bisogni e delle condizioni dell'utente a intervalli definiti in base alle necessità e i riscontri sono annotati nella documentazione sanitaria/socio assistenziale. Sono definite le regole di vita comunitaria, anche al fine di prevenire la diffusione di malattie infettive. Sono svolte attività formativo/occupazionali volte al recupero scolastico laddove indicato. Sono svolte attività formativo/occupazionali (corsi di formazione professionale e attività lavorative), laddove indicato. Sono svolte attività di socializzazione: attività ricreative, sportive e culturali individuali e di gruppo. Sono definiti protocolli per la continuità assistenziale degli utenti (trasferimento, dimissione, follow up). Sono definite procedure per la determinazione degli utenti da sottoporre a follow up. Sono definiti protocolli per la definizione dei collegamenti funzionali con il medico curante e i servizi territoriali durante e a termine dell'intervento riabilitativo. ## INOLTRE PER I SERVIZI DI ACCOGLIENZA Sono predisposte procedure per la valutazione dello stato di salute generale della persona accolta, compresa la diagnosi delle patologie infettive correlate alla tossicodipendenza e/o all'alcolismo. Sono predisposte procedure per motivare la persona accolta e a intraprendere un programma terapeutico complessivo individuando il centro più idoneo allo svolgimento dello stesso. Sono predisposte procedure per fornire consulenza e supporto psicologico e attività di mutuo auto-aiuto; per effettuare colloqui di orientamento e di sostegno alle famiglie. Sono predisposte procedure per garantire il supporto medico generale per le problematiche sanitarie presenti nel periodo di permanenza nella struttura e per le eventuali terapie farmacologiche. ## INOLTRE PER I SERVIZI TERAPEUTICO- RIABILITATIVI Sono definite procedure per la valutazione diagnostica multidisciplinare. Deve essere predisposto un programma terapeutico personalizzato, di durata non superiore a diciotto mesi, con relativo monitoraggio delle condizioni psicofisiche dell'utente ed eventuali modifiche. Devono essere predisposte procedure per la consulenza e il supporto psicologico individuale o di gruppo. Se indicate devono essere svolte attività di psicoterapia strutturata, individuale e di gruppo, anche per le famiglie, con cadenza adeguata alle necessità dei singoli utenti. Devono essere predisposte procedure per la gestione delle problematiche mediche generali, adeguate alla tipologia e gravità delle condizioni cliniche dei singoli pazienti e, comunque con disponibilità di personale per almeno tre ore alla settimana. ## INOLTRE PER I SERVIZI DI TRATTAMENTO SPECIALISTICI Sono definite procedure per la valutazione diagnostica multidisciplinare. Sono definite procedure per la gestione delle problematiche specialistiche (di tipo medico e non), anche con ricorso a trattamenti farmacologici e relativo monitoraggio. Sono definite procedure per la consulenza e il supporto psicologico individuale o di gruppo. Sono svolte attività di psicoterapia strutturata, individuale e di gruppo, anche per le famiglie. Sono predisposte procedure per la gestione delle problematiche mediche generali, adeguate alla tipologia e gravità delle condizioni cliniche dei singoli pazienti e, comunque, con disponibilità di personale per almeno tre ore alla settimana. ## INOLTRE PER I SERVIZI PEDAGOGICI RIABILITATIVI Sono definite procedure per la valutazione diagnostica multidisciplinare. È formulato un programma pedagogico/riabilitativo predefinito e personalizzato, di durata non inferiore a trenta mesi con obiettivo centrato sul ripristino delle capacità di integrazione sociale e sul miglioramento della vita di relazione e metodologia di tipo pedagogico-educativo, con relativo monitoraggio delle condizioni psicofisiche dell'utente. Sono definite procedure per la consulenza e supporto psicologico individuale e/o di gruppo, effettuati in maniera continuativa. Sono definite procedure per il supporto medico per le problematiche sanitarie presenti nel periodo osservazione.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
29
CENTRO AMBULATORIALE DI RIABILITAZIONE
È presente per ogni utente un progetto riabilitativo individuale per la presa in carico delle persone con disabilità complesse modificabili, con necessità di trattamenti di riabilitazione erogati in forma individuale, o a piccoli gruppi, anche a domicilio e in sede extra murale, con monitoraggio dell'evoluzione e delle modificazioni delle disabilità. Per ciascun utente è presente la valutazione multidimensionale del distretto sanitario di appartenenza, con l'espressa indicazione dell'esito della valutazione e la redazione del progetto riabilitativo quale requisito di ammissione alla struttura. È presente il progetto di struttura con l'espressa indicazione della tipologia di riabilitazione erogata, delle caratteristiche strutturali, tecnologiche ed organizzative, delle figure professionali dotate di specifiche competenze idonee a garantire la continuità dei percorsi assistenziali riabilitativi per le patologie a maggior impatto riabilitativo (disturbi dello spettro autistico in età evolutiva, ictus, frattura di femore, BPCO ecc.) in un contesto operativo adeguato. Il Progetto Riabilitativo Individuale definisce: - il potenziale di modificabilità e di recupero funzionale; - gli outcome globale e funzionale; - i singoli programmi riabilitativi per le specifiche aree di intervento (con obiettivi, tempi di raggiungimento e modalità di misurazione degli esiti); - le indicazioni di monitoraggio relativi allo stato di avanzamento del programma riabilitativo; - la descrizione/misurazione del monitoraggio dello stato di avanzamento del programma riabilitativo effettuata con l'ausilio di scale validate. Esiste una documentazione attestante per ciascun ospite le relazioni intercorrenti tra la struttura e il responsabile dell'ASL per la presa in carico. È formalizzata una procedura relativa all'accoglienza, registrazione e informazione di pazienti e familiari. Sono formalizzate procedure per la gestione delle emergenze. È garantita la possibilità da tutti i locali di cui usufruisce l'utenza di segnalare tempestivamente le situazioni che richiedono interventi di emergenza. Sono utilizzate scale di valutazione validate adeguate alla tipologia di disabilità e/o non autosufficienza presente. È garantita ai pazienti e ai loro familiari una adeguata informazione sulle condizioni degli assistiti con l'illustrazione del progetto riabilitativo. Sono formalizzate procedure per la protezione da rischi legati a sollevamenti e posture nell'assistenza agli ospiti. In caso di presa in carico prolungata, è effettuata all'ingresso, periodicamente e alla dimissione la valutazione funzionale con strumenti validati. Per ciascun ospite è presente una cartella clinica che consenta la tracciabilità delle attività assistenziali e riabilitative svolte, l'identificazione delle responsabilità degli interventi, la cronologia delle stesse, il luogo e la modalità della loro esecuzione. In essa sono contenuti: generalità dell'assistito; diagnosi clinica; informazioni di carattere anamnestico e/o clinico; disabilità rilevate; progetto riabilitativo individuale; tipologia e frequenza degli interventi riabilitativi e specialistici praticati; diario delle riunioni di equipe/team ed i relativi verbali; valutazioni ritenute rilevanti ai fini di una corretta impostazione del trattamento riabilitativo; valutazioni intermedie e finali, relative agli esiti; consenso informato; scheda di dimissione. È presente una procedura per garantire la continuità assistenziale alla conclusione del progetto riabilitativo che prevede la comunicazione al medico curante e, se necessario, l'addestramento dei familiari e l'acquisizione dei materiali per il proseguimento delle cure a domicilio. Nel caso di Centri ambulatoriali privati di riabilitazione la procedura prevede l'attivazione delle competenti aziende sanitarie locali per quanto concerne la fornitura di materiali e la continuità assistenziale. È prevista la procedura scritta per la formulazione dei piani di trattamento redatti e verificati dall'équipe multidisciplinare che devono contenere: - modalità di effettuazione delle valutazioni (test clinici e strumentali); - modalità di effettuazione degli interventi riabilitativi; - modalità di valutazione dei risultati attesi. È prevista la consulenza protesica. È adottato un sistema con dispositivi ottici e sonori per facilitare l'orientamento e consentire la fruizione dei percorsi a non udenti e non vedenti. È adottato un sistema di misure necessario per la prevenzione degli infortuni di utenti ed operatori (protezione di spigoli e manovelle sporgenti dei letti, limitazione nell'accesso ai medicinali, dispositivi antisdrucciolo, etc.). È attuato un monitoraggio semestrale del raggiungimento degli obiettivi previsti dai programmi riabilitativi individuali. È conseguito il raggiungimento degli obiettivi previsti dal progetto riabilitativo individuale, con una casistica di insuccessi non superiore al 5% dei casi trattati. Possono essere intrattenute, per le strutture private, rapporti libero professionali esulanti il rapporto di dipendenza fino al 28% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta, compreso eventualmente il personale con compiti di direzione. Ai soggetti aventi compiti di direzione sanitaria, di titolare, di legale rappresentante o socio della struttura sanitaria è fatto divieto di esercitare detti compiti presso più di una struttura. Dall'obbligo del rapporto di dipendenza di almeno il 72% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta sono esentate le strutture con dotazioni pari o inferiori a cinque unità lavorative. Il carico di lavoro per ogni singolo operatore è definito utilizzando i parametri determinati dalla normativa regionale vigente in materia ed è adeguato alla specifica offerta assistenziale. È compilata e conservata, per i trattamenti ambulatoriali, la scheda firma-presenza. Per i trattamenti domiciliari la scheda firma-presenze deve essere lasciata al domicilio del paziente per la durata del ciclo terapeutico. È presente un registro che riporta i provvedimenti legali per risarcimenti per danni arrecati ai pazienti, derivanti da attività erogate dalla struttura.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
30
R1 - Residenza Sanitaria Assistenziale Unità di Cura intensiva - (Speciali Unità di Accoglienza Permanente, SUAP)
Il carico di lavoro per ogni singolo operatore è definito utilizzando i parametri determinati dalla normativa regionale vigente in materia. In caso di ricovero in ospedale per acuti, l'ospite è accompagnato da una sintesi clinica e sono documentati i rapporti con i sanitari del presidio durante il periodo di ricovero. Esiste una documentazione attestante per ciascun ospite le relazioni intercorrenti tra la struttura e il responsabile della presa in carico. È recepita la procedura formalizzata dall'ASL in cui insiste la struttura relativa alla consulenza di nutrizione artificiale enterale e parenterale, farmaci, emotrasfusioni, ossigenoterapia, dialisi, emodialisi, per la fornitura di ausili e protesi di cui agli artt. 11 e 17 del DPCM 12/1/2017. Sono formalizzate procedure per la somministrazione di farmaci, la erogazione di prestazioni, emotrasfusioni, nutrizione artificiale enterale e parenterale, ossigenoterapia eseguite dal personale abilitato. È formalizzata una procedura di dimissione protetta/programmata per il rientro degli ospiti a domicilio o al setting di provenienza o altro ritenuto idoneo (che preveda la comunicazione al medico curante, l'acquisizione di tutti i materiali necessari, il proseguimento a domicilio delle cure necessarie, attivazione tempestiva dei competenti enti pubblici territoriali per la fornitura di materiali e la continuità assistenziale, eventuale dotazione minima necessaria per la continuità delle cure). Nel caso di residenze sanitarie private la procedura deve prevedere l'attivazione dei competenti organi degli Enti Pubblici per quanto concerne la fornitura dei materiali e la continuità assistenziale. È garantito ai familiari l'accesso alla struttura durante il giorno - ed anche la notte in caso di necessità - compatibilmente con le esigenze di assistenza e cura degli ospiti. È formalizzata una procedura relativa all'accoglienza, registrazione e informazione di pazienti e familiari. Sono presenti procedure per la gestione delle emergenze. Sono formalizzate procedure per: - il bagno e la doccia; - l'igiene orale; - l'igiene a letto. Sono formalizzati protocolli per il controllo delle infezioni (es cateterizzati e tracheostomizzati). Volontari e parenti sono addestrati a facilitare i movimenti degli ospiti. In cartella sono registrate informazioni sulle problematiche sociali dell'ospite e della famiglia. Sono utilizzate scale di valutazione validate adeguate alla tipologia di disabilità e/o non autosufficienza presente. È presente un registro che riporti i provvedimenti legali per risarcimenti per danni arrecati ai pazienti, derivanti da attività erogate dalla struttura. Esistono procedure formalizzate o protocolli organizzativi per programmare e disciplinare le relazioni e gli incontri con le associazioni di volontariato e il privato sociale. L'organizzazione della vita e delle attività è orientata alla normale vita familiare e in grado di garantire il più alto livello possibile di partecipazione delle stesse famiglie. È consentito ai familiari dei pazienti di poter usufruire di pasti da consumare all'interno della struttura. È formalizzata una procedura per le richieste di visite specialistiche agli ospiti. È garantita la possibilità da tutti i locali di cui usufruisce l'utenza di segnalare tempestivamente le situazioni che richiedono interventi di emergenza. I problemi di comunicazione e sensoriali degli ospiti sono riportati in cartella. Sono utilizzati gli strumenti di valutazione multidimensionale approvati dalla Regione. Possono essere intrattenute, per le strutture private, rapporti libero professionali esulanti il rapporto di dipendenza fino al 28% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta, compreso eventualmente il personale con compiti di direzione. Ai soggetti aventi compiti di direzione sanitaria, di titolare, di legale rappresentante o socio della struttura sanitaria è fatto divieto di esercitare detti compiti presso più di una struttura. Dall'obbligo del rapporto di dipendenza di almeno il 72% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta sono esentate le strutture con dotazioni pari o inferiori a cinque unità lavorative. È garantito l'addestramento dei familiari al nursing prima della dimissione. È adottato un sistema di misure per facilitare l'orientamento con dispositivi ottici e sonori per la fruizione dei percorsi ai non udenti e non vedenti. Sono formalizzate procedure per la protezione da rischi legati a sollevamenti e posture nell'assistenza agli ospiti. Sono formalizzati protocolli per la prevenzione e il trattamento delle piaghe da decubito. Il decorso delle piaghe da decubito è monitorato regolarmente in cartella. Il personale di assistenza è specificamente addestrato con formazione documentata all'utilizzo di strumenti finalizzati alla misurazione del raggiungimento degli obiettivi di salute definiti nonché finalizzati al monitoraggio: - dei parametri vitali e all'utilizzo di scale cliniche appropriate; - dell'andamento clinico. Sono formalizzati protocolli per la prevenzione e il trattamento dell'incontinenza urinaria e fecale. La struttura garantisce modalità di custodia valori e beni personali. Ai fini della prevenzione degli infortuni è garantito il controllo della temperatura dell'acqua per l'utenza. È disponibile, all'occorrenza, l'attività di podologia. È possibile l'utilizzo di un televisore in camera. Ad ogni ospite è garantita la sistemazione dei propri indumenti in un guardaroba personale. Esiste la possibilità di richiedere una consulenza odontoiatrica. È garantita l'identificazione degli indumenti personali quando sono mandati in lavanderia. Sono presenti protocolli interni per un corretto lavaggio della biancheria da letto e degli indumenti (se la lavanderia non è esternalizzata). È disponibile nella struttura un barbiere-parrucchiera almeno una volta alla settimana. È garantita l'assistenza spirituale e religiosa secondo la confessione degli ospiti. È garantita per l'utenza la possibilità di effettuare comunicazioni telefoniche, con telefonia fissa o mobile, dal letto di degenza. È consentito agli ospiti di tenere nelle loro stanze oggetti personali. È presente un registro che riporta i provvedimenti legali per risarcimenti per danni arrecati ai pazienti, derivanti da attività erogate dalla struttura.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
31
R2 - Residenza Sanitaria Assistenziale Unità di Cura estensiva per adulti non autosufficienti
Il carico di lavoro per ogni singolo operatore è definito utilizzando i parametri determinati dalla normativa regionale vigente in materia. In caso di ricovero in ospedale per acuti, l'ospite è accompagnato da una sintesi clinica e sono mantenuti i rapporti durante il periodo di ricovero. Esiste una documentazione attestante per ciascun ospite le relazioni intercorrenti tra la struttura e il responsabile della presa in carico. È garantita l'assistenza medica generale all'interno della struttura. È recepita la procedura formalizzata dall'ASL su cui insiste la struttura relativa alla consulenza di nutrizione artificiale enterale e parenterale, farmaci, emotrasfusioni, ossigenoterapia, di dialisi, emodialisi, per la fornitura di ausili e protesi di cui agli artt. 11 e 17 del DPCM 12/1/2017. Sono formalizzate procedure per la somministrazione di farmaci, la erogazione di prestazioni emotrasfusioni, nutrizione artificiale enterale e parenterale, ossigenoterapia eseguite dal personale abilitato. È formalizzata una procedura di dimissione protetta/programmata per il rientro degli ospiti a domicilio o al setting di provenienza o altro ritenuto idoneo (che preveda la comunicazione al medico curante, l'acquisizione di tutti i materiali necessari, il proseguimento a domicilio delle cure necessarie, attivazione tempestiva dei competenti enti pubblici territoriali per la fornitura di materiali e la continuità assistenziale, eventuale dotazione minima necessaria per la continuità delle cure). Nel caso di residenze sanitarie private la procedura deve prevedere l'attivazione dei competenti organi degli Enti Pubblici per quanto concerne la fornitura dei materiali e la continuità assistenziale. È garantito ai familiari l'accesso alla struttura durante il giorno e la notte in caso di necessità, compatibilmente con le esigenze di assistenza e cura degli ospiti. È formalizzata una procedura relativa all'accoglienza, registrazione e informazione di pazienti e familiari. Sono presenti procedure per la gestione delle emergenze. Sono formalizzate procedure per: - il bagno e la doccia; - l'igiene orale; - l'igiene a letto. Sono formalizzati protocolli per il controllo delle infezioni negli ospiti a rischio (es cateterizzati e tracheostomizzati). Volontari e parenti sono addestrati a facilitare i movimenti degli ospiti. In cartella sono registrate informazioni sui problemi sociali dell'ospite e della famiglia. Gli utenti sono ammessi previa valutazione multidimensionale del distretto con l'espressa indicazione dell'esito della valutazione e la redazione del progetto sociosanitario personalizzato e indicazione del setting appropriato. È presente il piano esecutivo declinato in: - azioni specifiche, tipologia delle prestazioni e figure professionali impegnate; - quantità, modalità, frequenza e durata di ogni tipologia di intervento/prestazione, necessari al raggiungimento degli esiti desiderati; - durata complessiva del piano; - strumenti, scadenze e metodi della verifica del piano, in itinere ed ex-post. Sono utilizzate scale di valutazione validate adeguate alla tipologia di disabilità e/o non autosufficienza presente. È formalizzata una procedura per le richieste di visite specialistiche agli ospiti e devono essere previste procedure di assistenza per la fruizione di prestazioni sanitarie all'esterno. È garantita la possibilità da tutti i locali di cui usufruisce l'utenza di segnalare tempestivamente le situazioni che richiedono interventi di emergenza. È garantita la socializzazione per l'utenza compatibilmente con le condizioni dei pazienti. I problemi di comunicazione e sensoriali degli ospiti sono riportati in cartella. Sono garantite prestazioni odontoiatriche alle condizioni previste per la generalità dei cittadini. È garantita l'attuazione dei percorsi assistenziali specifici definiti dalla ASL o dalla Regione. Possono essere intrattenute, per le strutture private, rapporti libero professionali esulanti il rapporto di dipendenza fino al 28% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta, compreso eventualmente il personale con compiti di direzione. Ai soggetti aventi compiti di direzione sanitaria, di titolare, di legale rappresentante o socio della struttura sanitaria è fatto divieto di esercitare detti compiti presso più di una struttura. Dall'obbligo del rapporto di dipendenza di almeno il 72% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta sono esentate le strutture con dotazioni pari o inferiori a cinque unità lavorative. È garantito l'addestramento dei familiari al nursing prima della dimissione. È adottato un sistema di misure per facilitare l'orientamento con dispositivi ottici e sonori per la fruizione dei percorsi ai non udenti e non vedenti. Sono formalizzate procedure per la protezione da rischi legati a sollevamenti e posture nell'assistenza agli ospiti. Il decorso delle piaghe da decubito è monitorato regolarmente in cartella. Il personale di assistenza è specificamente formato alla prevenzione e al trattamento dei decubiti con formazione documentata. Sono formalizzati protocolli per la prevenzione e il trattamento delle piaghe da decubito. Il personale di assistenza è specificamente addestrato con formazione documentata all'utilizzo di strumenti finalizzati alla misurazione del raggiungimento degli obiettivi di salute definiti nonché finalizzati al monitoraggio: - dei parametri vitali e all'utilizzo di scale cliniche appropriate; - dell'andamento clinico. Sono formalizzati protocolli per la prevenzione e il trattamento dell'incontinenza urinaria e fecale. Sono predisposti programmi individuali di addestramento alla continenza e di accompagnamento alla toilette, in relazione alle condizioni cliniche dei pazienti. È garantita la possibilità di offrire diete speciali personalizzate per ospiti con esigenze particolari (patologie, intolleranze, etc.) previa consulenza e controllo dietologico dell'ASL. La struttura garantisce modalità di custodia valori e beni personali. Ai fini della prevenzione degli infortuni è garantito il controllo della temperatura dell'acqua per l'utenza. Sono definiti programmi di incoraggiamento alla cura di sé appropriati alle condizioni dei pazienti. È garantita, all'occorrenza, l'attività di podologia. È possibile l'utilizzo di un televisore in camera. Ad ogni ospite è garantita la sistemazione dei propri indumenti in un guardaroba personale. È garantita l'identificazione degli indumenti personali quando sono mandati in lavanderia. Sono presenti protocolli interni per un corretto lavaggio della biancheria da letto e degli indumenti (se la lavanderia non è esternalizzata). È disponibile nella struttura un barbiere-parrucchiera almeno una volta alla settimana. È garantita l'assistenza spirituale e religiosa secondo la confessione degli ospiti. È garantita per l'utenza la possibilità di effettuare comunicazioni telefoniche, con telefonia fissa o mobile, dal letto di degenza. È possibile scegliere i pasti in anticipo tra diversi menù. È consentito agli ospiti di tenere nelle loro stanze oggetti personali. È presente un registro che riporta i provvedimenti legali per risarcimenti per danni arrecati ai pazienti, derivanti da attività erogate dalla struttura.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
32
R2D - Residenza Sanitaria Assistenziale Unità di Cura per adulti non autosufficienti affetti da disturbi cognitivi e demenze
Il carico di lavoro per ogni singolo operatore è definito utilizzando i parametri determinati dalla normativa regionale vigente in materia. In caso di ricovero in ospedale per acuti, l'ospite è accompagnato da una sintesi clinica e devono essere mantenuti i rapporti durante il periodo di ricovero. Esiste una documentazione per ciascun ospite attestante le relazioni intercorrenti tra la struttura e il responsabile dell'azienda sanitaria per la presa in carico. È recepita la procedura formalizzata dall'ASL su cui insiste la struttura relativa alla consulenza di nutrizione artificiale enterale e parenterale, farmaci, emotrasfusioni, ossigenoterapia, di dialisi, emodialisi, per la fornitura di ausili e protesi secondo la normativa regionale vigente. Sono formalizzate procedure per la somministrazione di farmaci, eseguite dal personale abilitato. È formalizzata una procedura di dimissione protetta/programmata per il rientro degli ospiti a domicilio o al setting di provenienza o altro ritenuto idoneo (che preveda la comunicazione al medico curante, l'addestramento dei familiari, l'acquisizione di tutti i materiali necessari, il proseguimento a domicilio delle cure necessarie). La procedura deve prevedere l'attivazione dei competenti organi degli Enti Pubblici per quanto concerne la fornitura dei materiali e la continuità assistenziale. È garantito ai familiari l'accesso alla struttura durante il giorno e la notte in caso di necessità, compatibilmente con le esigenze di assistenza e cura degli ospiti. È formalizzata una procedura relativa all'accoglienza, registrazione e informazione di pazienti e familiari. Sono formalizzate procedure per la gestione delle emergenze. Sono formalizzate procedure per: - il bagno e la doccia; - l'igiene orale; - l'igiene a letto. Sono formalizzati protocolli per il controllo delle infezioni negli ospiti a rischio (es cateterizzati e tracheostomizzati). Volontari e parenti sono addestrati a facilitare i movimenti degli ospiti. In cartella sono registrate informazioni sui problemi sociali dell'ospite e della famiglia. Gli utenti sono ammessi previa valutazione multidimensionale del distretto con l'espressa indicazione dell'esito della valutazione e la redazione del progetto sociosanitario personalizzato/indicazione del setting appropriato. È presente il piano esecutivo declinato in: - azioni specifiche, tipologia delle prestazioni e figure professionali impegnate; - quantità, modalità, frequenza e durata di ogni tipologia di intervento/prestazione, necessari al raggiungimento degli esiti desiderati; - durata complessiva del piano; - strumenti, scadenze e metodi della verifica del piano, in itinere ed ex-post. Sono utilizzate scale di valutazione validate adeguate alla tipologia di disabilità e/o non autosufficienza presente. È formalizzata una procedura per le richieste di visite specialistiche agli ospiti e devono essere previste procedure di assistenza per la fruizione di prestazioni sanitarie all'esterno. È garantita la possibilità da tutti i locali di cui usufruisce l'utenza di segnalare tempestivamente le situazioni che richiedono interventi di emergenza. È garantita la socializzazione per l'utenza compatibilmente con le condizioni dei pazienti. I problemi di comunicazione e sensoriali degli ospiti sono riportati in cartella. Sono garantite prestazioni odontoiatriche alle condizioni previste per la generalità dei cittadini. È garantita l'attuazione dei percorsi assistenziali specifici definiti dalla ASL o dalla Regione. Possono essere intrattenute, per le strutture private, rapporti libero professionali esulanti il rapporto di dipendenza fino al 28% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta, compreso eventualmente il personale con compiti di direzione. Ai soggetti aventi compiti di direzione sanitaria, di titolare, di legale rappresentante o socio della struttura sanitaria è fatto divieto di esercitare detti compiti presso più di una struttura. Dall'obbligo del rapporto di dipendenza di almeno il 72% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta sono esentate le strutture con dotazioni pari o inferiori a cinque unità lavorative. È garantito l'addestramento dei familiari al nursing prima della dimissione. È adottato un sistema di misure per facilitare l'orientamento con dispositivi ottici e sonori per la fruizione dei percorsi ai non udenti e non vedenti. Sono formalizzate procedure per la protezione da rischi legati a sollevamenti e posture nell'assistenza agli ospiti. Il decorso delle piaghe da decubito è monitorato regolarmente in cartella. Il personale di assistenza è specificamente formato alla prevenzione e al trattamento dei decubiti con formazione documentata. Sono formalizzati protocolli per la prevenzione e il trattamento delle piaghe da decubito. Sono formalizzati protocolli per la prevenzione e il trattamento dell'incontinenza urinaria e fecale. Sono predisposti programmi individuali di addestramento alla continenza e di accompagnamento alla toilette, in relazione alle condizioni cliniche dei pazienti. È garantita la possibilità di offrire diete speciali personalizzate per ospiti con esigenze particolari (patologie, intolleranze, etc.) previa consulenza e controllo dietologico dell'ASL. La struttura garantisce modalità di custodia valori e beni personali. Ai fini della prevenzione degli infortuni è garantito il controllo della temperatura dell'acqua per l'utenza. Sono definiti programmi di incoraggiamento alla cura di sé appropriati alle condizioni dei pazienti. È garantita, all'occorrenza, l'attività di podologia. È possibile l'utilizzo di un televisore in camera. Ad ogni ospite è garantita la sistemazione dei propri indumenti in un guardaroba personale. È garantita l'identificazione degli indumenti personali quando sono mandati in lavanderia. Sono presenti protocolli interni per un corretto lavaggio della biancheria da letto e degli indumenti (se la lavanderia non è esternalizzata). È disponibile nella struttura un barbiere-parrucchiere almeno una volta alla settimana. È garantita l'assistenza spirituale e religiosa secondo la confessione degli ospiti. È garantita per l'utenza la possibilità di effettuare comunicazioni telefoniche, con telefonia fissa o mobile, dal letto di degenza. È possibile scegliere i pasti in anticipo tra diversi menù. Sono definite procedure di controllo della qualità I pasti (quantità temperatura ecc.). È consentito agli ospiti di tenere nelle loro stanze oggetti personali. Sono adottati protocolli per la creazione e mantenimento di relazioni sociali che favoriscono l'autodeterminazione dell'utente. È presente un registro che riporta i provvedimenti legali per risarcimenti per danni arrecati ai pazienti, derivanti da attività erogate dalla struttura.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
33
R3 - Residenza Sanitaria Assistenziale Unità di Cura per adulti non autosufficienti
Il carico di lavoro per ogni singolo operatore è definito utilizzando i parametri determinati dalla normativa regionale vigente in materia ed è adeguato alle attività richieste dall'intensità e dai livelli assistenziali offerti. In caso di ricovero in ospedale per acuti, l'ospite è accompagnato da una sintesi clinica e sono mantenuti i rapporti durante il periodo di ricovero. Esiste una documentazione per ciascun ospite attestante le relazioni intercorrenti tra la struttura e il responsabile dell'azienda sanitaria per la presa in carico. È garantita l'assistenza medica generale all'interno della struttura. È recepita la procedura formalizzata dall'ASL su cui insiste la struttura relativa alla consulenza di nutrizione artificiale enterale e parenterale, farmaci, emotrasfusioni, ossigenoterapia, di dialisi, emodialisi, per la fornitura di ausili e protesi di cui agli artt. 11 e 17 del DPCM 12.1.2017. Sono formalizzate procedure per la somministrazione di farmaci, eseguite dal personale abilitato. È formalizzata una procedura di dimissione protetta/programmata per il rientro degli ospiti a domicilio o al setting di provenienza o altro ritenuto idoneo (che preveda la comunicazione al medico curante, l'acquisizione di tutti i materiali necessari, il proseguimento a domicilio delle cure necessarie). Nel caso di residenze sanitarie private la procedura deve prevedere l'attivazione dei competenti organi degli Enti Pubblici per quanto concerne la fornitura dei materiali e la continuità assistenziale. È garantito l'accesso dei familiari alla struttura ed è garantito anche durante la notte in caso di necessità, compatibilmente con le esigenze di assistenza e cura degli ospiti. È formalizzata una procedura relativa all'accoglienza, registrazione e informazione di pazienti e familiari. Sono formalizzate procedure per la gestione delle emergenze. Sono formalizzate procedure per: - il bagno e la doccia; - l'igiene orale; - l'igiene a letto. Sono formalizzati protocolli per il controllo delle infezioni negli ospiti a rischio (es cateterizzati e tracheostomizzati). Volontari e parenti sono addestrati a facilitare i movimenti degli ospiti. In cartella sono registrate informazioni sui problemi sociali dell'ospite e della famiglia. Gli utenti sono ammessi previa valutazione multidimensionale del distretto con espressa indicazione dell'esito della valutazione, redazione del progetto sociosanitario personalizzato e indicazione del setting appropriato. È presente il piano esecutivo declinato in: - azioni specifiche, tipologia delle prestazioni e figure professionali impegnate; - quantità, modalità, frequenza e durata di ogni tipologia di intervento/prestazione, necessari al raggiungimento degli esiti desiderati; - durata complessiva del piano; - strumenti, scadenze e metodi della verifica del piano, in itinere ed ex-post. Sono utilizzate scale di valutazione validate adeguate alla tipologia di disabilità e/o non autosufficienza presente. Sono utilizzati i seguenti strumenti operativi, adeguatamente strutturati: - Cartella personale; - Registro degli ospiti; - Registro delle consegne; - Diario delle attività collettive; - Regolamento interno. È formalizzata una procedura per le richieste di visite specialistiche agli ospiti e sono previste procedure di assistenza per la fruizione di prestazioni sanitarie all'esterno. È garantita la possibilità da tutti i locali di cui usufruisce l'utenza di segnalare tempestivamente le situazioni che richiedono interventi di emergenza. È garantita la socializzazione per l'utenza compatibilmente con le condizioni dei pazienti. I problemi di comunicazione e sensoriali degli ospiti sono riportati in cartella. È garantita l'attuazione dei percorsi assistenziali specifici definiti dalla ASL o dalla Regione. Possono essere intrattenute, per le strutture private, rapporti libero professionali esulanti il rapporto di dipendenza fino al 28% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta, compreso eventualmente il personale con compiti di direzione. Ai soggetti aventi compiti di direzione sanitaria, di titolare, di legale rappresentante o socio della struttura sanitaria è fatto divieto di esercitare detti compiti presso più di una struttura. Dall'obbligo del rapporto di dipendenza di almeno il 72% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta sono esentate le strutture con dotazioni pari o inferiori a cinque unità lavorative. È garantito l'addestramento dei familiari al nursing prima della dimissione. È adottato un sistema di misure per facilitare l'orientamento con dispositivi ottici e sonori per la fruizione dei percorsi ai non udenti e non vedenti. Sono formalizzate procedure per la protezione da rischi legati a sollevamenti e posture nell'assistenza agli ospiti. Il decorso delle piaghe da decubito è monitorato regolarmente in cartella. Il personale di assistenza è specificamente formato alla prevenzione e al trattamento dei decubiti con formazione documentata. Sono formalizzati protocolli per la prevenzione e il trattamento delle piaghe da decubito. Sono formalizzati protocolli per la prevenzione e il trattamento dell'incontinenza urinaria e fecale. Sono predisposti programmi individuali di addestramento alla continenza e di accompagnamento alla toilette, in relazione alle condizioni cliniche dei pazienti. È garantita la possibilità di offrire diete speciali personalizzate per ospiti con esigenze particolari (patologie, intolleranze, etc.) previa consulenza e controllo dietologico dell'ASL. La struttura garantisce modalità di custodia valori e beni personali. Ai fini della prevenzione degli infortuni è garantito il controllo della temperatura dell'acqua per l'utenza. Sono definiti programmi di incoraggiamento alla cura di sé appropriati alle condizioni dei pazienti. È garantita, all'occorrenza, l'attività di podologia. È possibile l'utilizzo di un televisore in camera. Ad ogni ospite è garantita la sistemazione dei propri indumenti in un guardaroba personale. È garantita l'identificazione degli indumenti personali quando sono mandati in lavanderia. Sono presenti protocolli interni per un corretto lavaggio della biancheria da letto e degli indumenti (se la lavanderia non è esternalizzata). È disponibile nella struttura un barbiere-parrucchiera almeno una volta alla settimana. È garantita l'assistenza spirituale e religiosa secondo la confessione degli ospiti. È garantita per l'utenza la possibilità di effettuare comunicazioni telefoniche, con telefonia fissa o mobile, dal letto di degenza. È possibile scegliere i pasti in anticipo tra diversi menù. È consentito agli ospiti di tenere nelle loro stanze oggetti personali. Sono adottati protocolli per la creazione e mantenimento di relazioni sociali che favoriscono l'autodeterminazione dell'utente. È presente un registro che riporta i provvedimenti legali per risarcimenti per danni arrecati ai pazienti, derivanti da attività erogate dalla struttura.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
34
SRD2 - RIABILITAZIONE - Presidi di Riabilitazione estensiva in regime semiresidenziale per soggetti portatori di disabilità fisiche, psichiche e sensoriali
È redatto per ogni persona non autosufficiente con disabilità complesse modificabili un Progetto riabilitativo individuale redatto dall'equipe multiprofessionale per specifiche aree di intervento per la presa in carico globale articolato in programmi riabilitativi. È redatto per ogni paziente un progetto riabilitativo dall'equipe multiprofessionale comprendente uno o più programmi terapeutici con monitoraggio dell'evoluzione e delle modificazioni delle disabilità. È presente il progetto di struttura con l'espressa indicazione della tipologia di riabilitazione erogata, delle caratteristiche strutturali, tecnologiche ed organizzative, delle figure professionali dotate di specifiche competenze, idonee a garantire la continuità dei percorsi assistenziali riabilitativi per le patologie a maggior impatto riabilitativo (ictus, frattura di femore, BPCO ecc.) in un contesto operativo adeguato. Per ciascun utente è presente una cartella clinica che consenta la tracciabilità delle attività assistenziali e riabilitative svolte, l'identificazione delle responsabilità degli interventi, la cronologia delle stesse, il luogo e la modalità della loro esecuzione. In essa sono contenuti: generalità dell'assistito; diagnosi clinica; informazioni di carattere anamnestico e/o clinico, disabilità rilevate, informazioni sui problemi sociali dell'ospite e della famiglia, progetto riabilitativo individuale, tipologia e la frequenza degli interventi riabilitativi e specialistici praticati; diario delle riunioni di equipe/team ed i relativi verbali; valutazioni ritenute rilevanti ai fini di una corretta impostazione del trattamento riabilitativo, valutazioni intermedie e quelle finali, relative agli esiti; consenso informato; scheda di dimissione. Per ciascun utente è presente la valutazione multidimensionale del distretto con l'espressa indicazione dell'esito della valutazione e la redazione del progetto riabilitativo quale requisito di ammissione alla struttura. Il Progetto Riabilitativo Individuale definisce: - il potenziale di modificabilità e di recupero funzionale; - gli outcome globale e funzionale; - i singoli programmi riabilitativi per le specifiche aree di intervento (con obiettivi, tempi di raggiungimento e modalità di misurazione degli esiti); - le indicazioni di monitoraggio relativi allo stato di avanzamento del programma riabilitativo; - la descrizione/misurazione del monitoraggio dello stato di avanzamento del programma riabilitativo effettuata con l'ausilio di scale validate. Il carico di lavoro per ogni singolo operatore è definito utilizzando i parametri determinati dalla normativa regionale vigente in materia ed è adeguato alle attività richieste dall'intensità e livello assistenziale. Sono redatte statistiche annuali sull'efficacia delle prestazioni nel conseguimento dell'autonomia degli utenti. Esiste una documentazione per ciascun ospite attestante le relazioni intercorrenti tra la struttura e il responsabile dell'azienda sanitaria per la presa in carico. Sono formalizzate procedure per la somministrazione di farmaci, eseguite dal personale abilitato. È formalizzata una procedura per garantire la continuità assistenziale alla conclusione del progetto riabilitativo che preveda la comunicazione al medico curante, l'addestramento dei familiari, l'acquisizione dei materiali per il proseguimento a domicilio delle cure necessarie. Nel caso di strutture sanitarie private la procedura deve prevedere l'attivazione delle competenti Aziende Sanitarie per quanto concerne la fornitura dei materiali e la continuità assistenziale. È formalizzato un protocollo diagnostico-terapeutico per le principali patologie trattate, basato su evidenze scientifiche di efficacia. È formalizzata una procedura relativa all'accoglienza, registrazione e informazione di pazienti e familiari. Sono formalizzate procedure per la gestione delle emergenze. Sono formalizzate procedure per l'igiene personale e orale. Sono formalizzati protocolli per il controllo delle infezioni negli ospiti a rischio (es cateterizzati e tracheostomizzati). Volontari e parenti sono addestrati a facilitare i movimenti degli ospiti. È garantita la possibilità di richiedere di visite specialistiche agli ospiti e assistenza per la fruizione di prestazioni sanitarie all'esterno. È garantita la possibilità da tutti i locali di cui usufruisce l'utenza di segnalare tempestivamente le situazioni che richiedono interventi di emergenza. È garantita la possibilità di socializzazione per l'utenza compatibilmente con le condizioni dei pazienti. I problemi di comunicazione e sensoriali degli ospiti sono riportati in cartella. Possono essere intrattenute, per le strutture private, rapporti libero professionali esulanti il rapporto di dipendenza fino al 28% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta, compreso eventualmente il personale con compiti di direzione. Ai soggetti aventi compiti di direzione sanitaria, di titolare, di legale rappresentante o socio della struttura sanitaria è fatto divieto di esercitare detti compiti presso più di una struttura. Dall'obbligo del rapporto di dipendenza di almeno il 72% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta sono esentate le strutture con dotazioni pari o inferiori a cinque unità lavorative. È garantito l'addestramento dei familiari al nursing prima della dimissione. È adottato un sistema di misure per facilitare l'orientamento con dispositivi ottici e sonori per la fruizione dei percorsi ai non udenti e non vedenti. Sono formalizzate procedure per la protezione da rischi legati a sollevamenti e posture nell'assistenza agli ospiti. Sono formalizzati protocolli per la prevenzione e il trattamento dell'incontinenza urinaria e fecale. Sono predisposti programmi individuali di addestramento alla continenza e di accompagnamento alla toilette, in relazione alle condizioni cliniche dei pazienti. È garantita la possibilità di offrire diete speciali personalizzate per ospiti con esigenze particolari (patologie, intolleranze, etc.) previa consulenza e controllo dietologico dell'ASL. La struttura garantisce modalità di custodia valori e beni personali. Ai fini della prevenzione degli infortuni è garantito il controllo della temperatura dell'acqua per l'utenza. È possibile l'utilizzo di un televisore comune nel locale soggiorno/pranzo. Ad ogni ospite è garantita la sistemazione dei propri indumenti ed effetti personali in appositi armadietti. È garantita per l'utenza la possibilità di effettuare comunicazioni telefoniche, con telefonia fissa o mobile. È possibile scegliere i pasti in anticipo tra diversi menù. Sono definite procedure di controllo della qualità I pasti (quantità temperatura ecc.). È presente un registro che riporta i provvedimenti legali per risarcimenti per danni arrecati ai pazienti, derivanti da attività erogate dalla struttura. È garantita ai pazienti e ai loro familiari una adeguata informazione con l'illustrazione del progetto riabilitativo. È garantita l'attuazione dei percorsi assistenziali specifici definiti dalla ASL o dalla Regione. Sono utilizzate scale di valutazione validate adeguate alla tipologia di disabilità e/o non autosufficienza presente. È recepita la procedura formalizzata dall'ASL su cui insiste la struttura relativa alla consulenza di nutrizione artificiale enterale, farmaci e per la fornitura di ausili e protesi di cui agli artt. 11 e 17 del DPCM 12/1/2017. Sono definiti programmi di incoraggiamento alla cura di sé appropriati alle condizioni dei pazienti. Sono disponibili, a secondo del progetto di struttura, nuove tecnologie per il recupero di funzioni, attività motorie e cognitive, (Esempi: sistemi per l'attuazione del movimento - robot, esoscheletri; sistemi per l'interazione esperienziale - realtà virtuale; sistemi per la comunicazione interattiva; sistemi per la rilevazione della mobilità/comportamenti sociali; sistemi per telecomunicazione/telepresenza).
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
35
RD1 - RIABILITAZIONE Presidi di Riabilitazione intensiva ed estensiva in regime residenziale per soggetti portatori di disabilità fisiche, psichiche e sensoriali.
È redatto per ogni persona non autosufficiente con disabilità complesse modificabili un Progetto riabilitativo individuale redatto dall'equipe multiprofessionale per specifiche aree di intervento per la presa in carico globale articolato in programmi riabilitativi. Il progetto riabilitativo comprende uno o più programmi terapeutici con monitoraggio dell'evoluzione e delle modificazioni delle disabilità. Il Progetto Riabilitativo Individuale definisce: - il potenziale di modificabilità e di recupero funzionale; - gli outcome globale e funzionale; - i singoli programmi riabilitativi per le specifiche aree di intervento (con obiettivi, tempi di raggiungimento e modalità di misurazione degli esiti); - le indicazioni di monitoraggio relativi allo stato di avanzamento del programma riabilitativo; - la descrizione/misurazione del monitoraggio dello stato di avanzamento del programma riabilitativo effettuata con l'ausilio di scale validate. È presente il progetto di struttura con l'espressa indicazione della tipologia di riabilitazione erogata, delle caratteristiche strutturali, tecnologiche ed organizzative, delle figure professionali dotate di specifiche competenze, idonee a garantire la continuità dei percorsi assistenziali riabilitativi per le patologie a maggior impatto riabilitativo (ictus, frattura di femore, BPCO ecc.) in un contesto operativo adeguato. Per ciascun ospite è presente una cartella clinica che consenta la tracciabilità delle attività assistenziali e riabilitative svolte, l'identificazione delle responsabilità degli interventi, la cronologia delle stesse, il luogo e la modalità della loro esecuzione. In essa sono contenuti: generalità dell'assistito; diagnosi clinica; informazioni di carattere anamnestico e/o clinico, disabilità rilevate, informazioni sui problemi sociali dell'ospite e della famiglia, progetto riabilitativo individuale, tipologia e la frequenza degli interventi riabilitativi e specialistici praticati; diario delle riunioni di equipe/team ed i relativi verbali; valutazioni ritenute rilevanti ai fini di una corretta impostazione del trattamento riabilitativo, valutazioni intermedie e quelle finali, relative agli esiti; consenso informato; scheda di dimissione. Per ciascun utente è presente la valutazione multidimensionale del distretto con l'espressa indicazione dell'esito della valutazione e la redazione del progetto riabilitativo quale requisito di ammissione alla struttura. Il carico di lavoro per ogni singolo operatore è definito utilizzando i parametri determinati dalla normativa regionale vigente in materia ed è adeguato alle attività richieste dall'intensità e livello assistenziale. Sono redatte statistiche annuali sull'efficacia delle prestazioni nel conseguimento dell'autonomia degli utenti. Esiste una documentazione attestante per ciascun ospite le relazioni intercorrenti tra la struttura e il responsabile dell'ASL per la presa in carico. Sono formalizzate procedure per la somministrazione di farmaci, eseguite dal personale abilitato. È formalizzata una procedura per garantire la continuità assistenziale alla conclusione del progetto riabilitativo che preveda la comunicazione al medico curante, l'addestramento dei familiari, l'acquisizione dei materiali per il proseguimento a domicilio delle cure necessarie. Nel caso di strutture sanitarie private la procedura deve prevedere l'attivazione delle competenti Aziende Sanitarie per quanto concerne la fornitura dei materiali e la continuità assistenziale. È formalizzato un protocollo diagnostico-terapeutico per le principali patologie trattate, basato su evidenze scientifiche di efficacia. È garantito ai familiari l'accesso alla struttura durante il giorno - ed anche la notte in caso di necessità - compatibilmente con le esigenze di assistenza e cura degli ospiti. È formalizzata una procedura relativa all'accoglienza, registrazione e informazione di pazienti e familiari. Sono formalizzate procedure per la gestione delle emergenze. Sono formalizzate procedure per: - il bagno e la doccia; - l'igiene orale; - l'igiene a letto. Sono formalizzati protocolli per il controllo delle infezioni negli ospiti a rischio (es cateterizzati e tracheostomizzati). Volontari e parenti sono addestrati a facilitare i movimenti degli ospiti. È formalizzata una procedura per le richieste di visite specialistiche agli ospiti e sono previste procedure di assistenza per la fruizione di prestazioni sanitarie all'esterno. È garantita in tutti i locali di cui usufruisce l'utenza la possibilità di segnalare tempestivamente le situazioni che richiedono interventi di emergenza. È garantita all'utenza la possibilità di socializzazione compatibilmente con le condizioni dei pazienti. I problemi di comunicazione e sensoriali degli ospiti sono riportati in cartella. Possono essere intrattenute, per le strutture private, rapporti libero professionali esulanti il rapporto di dipendenza fino al 28% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta, compreso eventualmente il personale con compiti di direzione. Ai soggetti aventi compiti di direzione sanitaria, di titolare, di legale rappresentante o socio della struttura sanitaria è fatto divieto di esercitare detti compiti presso più di una struttura. Dall'obbligo del rapporto di dipendenza di almeno il 72% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta sono esentate le strutture con dotazioni pari o inferiori a cinque unità lavorative. È garantito l'addestramento dei familiari al nursing prima della dimissione. È adottato un sistema di misure per facilitare l'orientamento con dispositivi ottici e sonori per la fruizione dei percorsi ai non udenti e non vedenti. Sono formalizzate procedure per la protezione da rischi legati a sollevamenti e posture nell'assistenza agli ospiti. Il decorso delle piaghe da decubito è monitorato regolarmente in cartella. Il personale di assistenza è specificamente formato alla prevenzione e al trattamento dei decubiti con formazione documentata. Sono formalizzati protocolli per la prevenzione e il trattamento delle piaghe da decubito. Sono formalizzati protocolli per la prevenzione e il trattamento dell'incontinenza urinaria e fecale. Sono predisposti programmi individuali di addestramento alla continenza e di accompagnamento alla toilette, in relazione alle condizioni cliniche dei pazienti. È garantita la possibilità di offrire diete speciali personalizzate per ospiti con esigenze particolari (patologie, intolleranze, etc.) previa consulenza e controllo dietologico dell'ASL. La struttura garantisce modalità di custodia valori e beni personali. Ai fini della prevenzione degli infortuni è garantito il controllo della temperatura dell'acqua per l'utenza. È disponibile, all'occorrenza, l'attività di podologia. È possibile l'utilizzo di un televisore in camera. Ad ogni ospite è garantita la sistemazione dei propri indumenti in un guardaroba personale. È garantita l'identificazione degli indumenti personali quando sono mandati in lavanderia. Sono presenti protocolli interni per un corretto lavaggio della biancheria da letto e degli indumenti (se la lavanderia non è esternalizzata). È disponibile nella struttura un barbiere-parrucchiera almeno una volta alla settimana. È garantita l'assistenza spirituale e religiosa secondo la confessione degli ospiti. È garantita per l'utenza la possibilità di effettuare comunicazioni telefoniche, con telefonia fissa o mobile, dal letto di degenza. È possibile scegliere i pasti in anticipo tra diversi menù. Sono definite procedure di controllo della qualità I pasti (quantità temperatura ecc.). È consentito agli ospiti di tenere nelle loro stanze oggetti personali. È presente un registro che riporta i provvedimenti legali per risarcimenti per danni arrecati ai pazienti, derivanti da attività erogate dalla struttura. È garantita ai pazienti e ai loro familiari o caregiver una adeguata informazione con l'illustrazione del progetto riabilitativo. È garantita l'attuazione dei percorsi assistenziali specifici definiti dalla ASL o dalla Regione se esistenti. Sono utilizzate scale di valutazione validate adeguate alla tipologia di disabilità e/o non autosufficienza presente. In caso di ricovero in ospedale per acuti, l'ospite è accompagnato da una sintesi clinica e sono mantenuti i rapporti durante il periodo di ricovero. È garantita l'assistenza medica generale all'interno della struttura. È recepita la procedura formalizzata dall'ASL su cui insiste la struttura relativa alla consulenza di nutrizione artificiale enterale, farmaci e per la fornitura di ausili e protesi di cui agli artt. 11 e 17 del DPCM 12/1/2017. Sono definiti programmi di incoraggiamento alla cura di sé appropriati alle condizioni dei pazienti. Sono disponibili, a secondo del progetto di struttura, nuove tecnologie per il recupero di funzioni, attività motorie e cognitive (Esempi: sistemi per l'attuazione del movimento - robot, esoscheletri; sistemi per l'interazione esperienziale - realtà virtuale; sistemi per la comunicazione interattiva; sistemi per la rilevazione della mobilità/comportamenti sociali; sistemi per telecomunicazione/telepresenza).
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
36
RD3 - Residenza Sanitaria Assistenziale Unità di Cura per adulti non autosufficienti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali
Il carico di lavoro per ogni singolo operatore è definito utilizzando i parametri determinati dalla normativa regionale vigente in materia ed è adeguato alle attività richieste dall'intensità e dai livelli assistenziali offerti. In caso di ricovero in ospedale per acuti, l'ospite è accompagnato da una sintesi clinica e sono mantenuti i rapporti durante il periodo di ricovero. Esiste una documentazione per ciascun ospite attestante le relazioni intercorrenti tra la struttura e il responsabile dell'azienda sanitaria per la presa in carico. È recepita la procedura formalizzata dall'ASL su cui insiste la struttura relativa alla consulenza di nutrizione artificiale enterale e parenterale, farmaci, emotrasfusioni, ossigenoterapia, di dialisi, emodialisi, per la fornitura di ausili e protesi secondo le disposizioni regionali vigenti. Sono formalizzate procedure per la somministrazione di farmaci, eseguite dal personale abilitato. È formalizzata una procedura di dimissione protetta/programmata per il rientro degli ospiti a domicilio o al setting di provenienza o altro ritenuto idoneo (che preveda la comunicazione al medico curante, l'acquisizione di tutti i materiali necessari, il proseguimento a domicilio delle cure necessarie). Nel caso di residenze sanitarie private la procedura deve prevedere l'attivazione dei competenti organi degli Enti Pubblici per quanto concerne la fornitura dei materiali e la continuità assistenziale. È garantito l'accesso ai familiari alla struttura durante il giorno e ed anche di notte in caso di necessità, compatibilmente con le esigenze di assistenza e cura degli ospiti. È formalizzata una procedura relativa all'accoglienza, registrazione e informazione di pazienti e familiari. Sono formalizzate procedure per la gestione delle emergenze. Sono formalizzate procedure per: - il bagno e la doccia; - l'igiene orale; - l'igiene a letto. Sono formalizzati protocolli per il controllo delle infezioni negli ospiti a rischio (es cateterizzati e tracheostomizzati). Volontari e parenti sono addestrati a facilitare i movimenti degli ospiti. In cartella sono registrate informazioni sui problemi sociali dell'ospite e della famiglia. Gli utenti sono ammessi a previa valutazione multidimensionale del distretto con l'espressa indicazione dell'esito della valutazione e la redazione del progetto sociosanitario personalizzato ed indicazione del setting appropriato. È presente il piano esecutivo declinato in: - azioni specifiche, tipologia delle prestazioni e figure professionali impegnate; - quantità, modalità, frequenza e durata di ogni tipologia di intervento/prestazione, necessari al raggiungimento degli esiti desiderati; - durata complessiva del piano; - strumenti, scadenze e metodi della verifica del piano, in itinere ed ex-post. Sono utilizzate scale di valutazione validate adeguate alla tipologia di disabilità e/o non autosufficienza presente. È formalizzata una procedura per le richieste di visite specialistiche agli ospiti e devono essere previste procedure di assistenza per la fruizione di prestazioni sanitarie all'esterno. È garantita la possibilità da tutti i locali di cui usufruisce l'utenza di segnalare tempestivamente le situazioni che richiedono interventi di emergenza. È garantita la possibilità di socializzazione per l'utenza compatibilmente con le condizioni dei pazienti. I problemi di comunicazione e sensoriali degli ospiti sono riportati in cartella. È garantita l'attuazione dei percorsi assistenziali specifici definiti dalla ASL o dalla Regione. Possono essere intrattenute, per le strutture private, rapporti libero professionali esulanti il rapporto di dipendenza fino al 28% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta, compreso eventualmente il personale con compiti di direzione. Ai soggetti aventi compiti di direzione sanitaria, di titolare, di legale rappresentante o socio della struttura sanitaria è fatto divieto di esercitare detti compiti presso più di una struttura. Dall'obbligo del rapporto di dipendenza di almeno il 72% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta sono esentate le strutture con dotazioni pari o inferiori a cinque unità lavorative. È garantito l'addestramento dei familiari al nursing prima della dimissione. È adottato un sistema di misure per facilitare l'orientamento con dispositivi ottici e sonori per la fruizione dei percorsi ai non udenti e non vedenti. Sono formalizzate procedure per la protezione da rischi legati a sollevamenti e posture nell'assistenza agli ospiti. Il decorso delle piaghe da decubito è monitorato regolarmente in cartella. Il personale di assistenza è specificamente formato alla prevenzione e al trattamento dei decubiti con formazione documentata. Sono formalizzati protocolli per la prevenzione e il trattamento delle piaghe da decubito. Sono formalizzati protocolli per la prevenzione e il trattamento dell'incontinenza urinaria e fecale. Sono predisposti programmi individuali di addestramento alla continenza e di accompagnamento alla toilette, in relazione alle condizioni cliniche dei pazienti. È garantita la possibilità di offrire diete speciali personalizzate per ospiti con esigenze particolari (patologie, intolleranze, etc.) previa consulenza e controllo dietologico dell'ASL. La struttura garantisce modalità di custodia valori e beni personali. Ai fini della prevenzione degli infortuni è garantito il controllo della temperatura dell'acqua per l'utenza. Sono definiti programmi di incoraggiamento alla cura di sé appropriati alle condizioni dei pazienti. È garantita, all'occorrenza, l'attività di podologia. È possibile l'utilizzo di un televisore in camera. Ad ogni ospite è garantita la sistemazione dei propri indumenti in un guardaroba personale. È garantita l'identificazione degli indumenti personali quando sono mandati in lavanderia. Sono presenti protocolli interni per un corretto lavaggio della biancheria da letto e degli indumenti (se la lavanderia non è esternalizzata). È disponibile nella struttura un barbiere-parrucchiere almeno una volta alla settimana. È garantita l'assistenza spirituale e religiosa secondo la confessione degli ospiti. È garantita per l'utenza la possibilità di effettuare comunicazioni telefoniche, con telefonia fissa o mobile, dal letto di degenza. È possibile scegliere i pasti in anticipo tra diversi menù. È consentito agli ospiti di tenere nelle loro stanze oggetti personali. Sono adottati protocolli per la creazione e mantenimento di relazioni sociali che favoriscono l'autodeterminazione dell'utente. È presente un registro che riporta i provvedimenti legali per risarcimenti per danni arrecati ai pazienti, derivanti da attività erogate dalla struttura.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
37
CURE PALLIATIVE - CENTRO RESIDENZIALE CURE PALLIATIVE PER ADULTI
Sono formalizzati criteri e procedure di accesso, e/o trasferimento, dimissioni dei pazienti che coinvolgono almeno: - le strutture di ricovero per acuti; - i servizi territoriali; - le strutture residenziali extraospedaliere. È garantito ai familiari l'accesso/permanenza alla struttura durante il giorno e la notte in caso di necessità, compatibilmente con le esigenze di assistenza e cura degli ospiti. Esiste una procedura scritta relativa all'accoglienza, registrazione e informazione di pazienti e familiari. È formalizzata la procedura che consente all'utente (o ai familiari aventi diritto) di ottenere informazioni sulle sue condizioni. Esiste una procedura di collegamento con i Servizi di Assistenza Domiciliare. Esiste un protocollo per l'accessibilità, presa in carico ed assistenza del paziente che tenga conto delle esigenze relative all'età, genere, cultura, particolari condizioni di salute, fragilità fisica e psicologica, specificità religiose, etniche e linguistiche. Sono formalizzate procedure per la semplificazione di adempimenti amministrativi anche per l'accesso e la fruizione di prestazioni sociosanitarie coerentemente con gli indirizzi regionali ed aziendali (es.: erogazione presidi/ausili, somministrazione farmaci, accesso cure domiciliari, ecc.). Sono formalizzate procedure per la redazione, aggiornamento, monitoraggio dei piani di Assistenza individualizzati. I problemi di comunicazione e sensoriali degli ospiti sono riportati in cartella. La valutazione multidisciplinare del paziente è effettuata con strumenti di misura e monitoraggio validati (schede, scale, test). Esistono protocolli/linee guida per la gestione delle attività previste dal piano di assistenza individuale formulato dall'Unità di valutazione multidimensionale (UVI) per la gestione delle condizioni cliniche più frequenti. Esistono protocolli diagnostico-terapeutici per: - valutazione, gestione e trattamento del dolore; - sedazione palliative; - nutrizione enterale e parenterale (gestione, stoccaggio, somministrazione); - trattamento della nausea e del vomito; - trattamento della dispnea; - trattamento dell'occlusione intestinale; - trattamento dell'edema polmonare acuto. Esistono protocolli assistenziali per: - trattamento della stipsi/funzioni escretorie; - gestione dell'incontinenza; - gestione del catetere vescicale; - gestione degli accessi intravascolari; - gestione del paziente privo di conoscenza; - mantenimento dell'omeostasi; - mantenimento idratazione; - nursing; - prevenzione e trattamento dei decubiti; - medicazione di lesioni cutanee e mucose ulcerate; - igiene del cavo orale; - idratazione per os; - somministrazione/gestione dei medicinali e degli effetti collaterali; - comunicazione (ascolto, relazione d'aiuto etc.). Sono formalizzati protocolli per il riconoscimento dei malati che si avvicinano agli ultimi giorni/ore di vita per la valutazione di bisogni specifici e corretta comunicazione e supporto al malato e alla famiglia. Esistono protocolli per le seguenti attività assistenziali: - igiene del malato; - mobilizzazione; - alimentazione. È possibile scegliere i pasti in anticipo tra diversi menù. Ad ogni ospite è garantita la sistemazione dei propri indumenti in un guardaroba personale. Gli indumenti personali sono identificati quando sono mandati in lavanderia. Devono esistere protocolli interni per un corretto lavaggio della biancheria da letto e degli indumenti (se la lavanderia non è esternalizzata). La struttura prevede modalità di custodia valori e beni personali. Sono presenti procedure per la gestione delle emergenze. È garantita l'assistenza spirituale tenendo conto dei diversi orientamenti religiosi dei pazienti e dei familiari. Esiste una procedura/protocollo per la discussione e gestione dei dilemmi etici anche in relazione a segnalazioni del Comitato etico di riferimento. Possono essere intrattenute, per le strutture private, rapporti libero professionali esulanti il rapporto di dipendenza fino al 28% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta, compreso eventualmente il personale con compiti di direzione. Ai soggetti aventi compiti di direzione sanitaria, di titolare, di legale rappresentante o socio della struttura sanitaria è fatto divieto di esercitare detti compiti presso più di una struttura. Dall'obbligo del rapporto di dipendenza di almeno il 72% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta sono esentate le strutture con dotazioni pari o inferiori a cinque unità lavorative. È definito un programma di supporto per la prevenzione della sindrome da burn-out negli operatori. Sono formalizzate le attività di accoglienza ed utilizzo nella struttura di volontari organizzati ed appositamente formati. Sono formalizzate procedure per la protezione da rischi legati a sollevamenti e posture nell'assistenza agli ospiti. Sono formalizzate procedure e protocolli con le aziende sanitarie finalizzate a regolamentare la partecipazione a campagne di sensibilizzazione in tema di cure palliative e terapia del dolore. È garantita la possibilità di segnalare tempestivamente le situazioni che richiedono interventi di emergenza da tutti i locali di cui usufruisce l'utenza. Esistono procedure per il controllo delle infezioni negli ospiti a rischio (es cateterizzati e tracheostomizzati). Volontari e parenti sono addestrati a facilitare i movimenti degli ospiti. È prevista la consulenza protesica. È presente un registro che riporta i provvedimenti legali per risarcimenti per danni arrecati ai pazienti, derivanti da attività erogate dalla struttura.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
38
CENTRO DIURNO per: anziani/adulti non autosufficienti, demenze, disabili fisici, psichici e sensoriali non autosufficienti
Non sono ammessi utenti senza la previa valutazione multidimensionale del distretto con l'espressa indicazione dell'esito della valutazione e la redazione del progetto sociosanitario personalizzato/indicazione del setting appropriato. Il carico di lavoro per ogni singolo operatore è definito utilizzando i parametri determinati dalla normativa regionale vigente in materia ed è adeguato alle attività richieste dall'intensità e dai livelli assistenziali offerti. Sono formalizzate procedure relative alla corretta conservazione/gestione/utilizzo dei dispositivi medici nell'ambito delle attività di visita e medicazione. Esiste una documentazione attestante per ciascun ospite le relazioni intercorrenti tra la struttura e il responsabile dell'ASL per la presa in carico. È recepita la procedura dall'ASL su cui insiste la struttura relativa alla consulenza per i farmaci e per la fornitura di ausili e protesi di cui alla normativa vigente. Sono formalizzate procedure per la somministrazione di farmaci, eseguite dal personale abilitato. È formalizzata una procedura relativa all'accoglienza, registrazione e informazione di pazienti e familiari. Sono formalizzate procedure per la gestione delle emergenze. Sono formalizzate procedure per l'igiene personale e orale. Sono formalizzati protocolli per il controllo delle infezioni negli ospiti a rischio (es cateterizzati e tracheostomizzati). Volontari e parenti sono addestrati a facilitare i movimenti degli ospiti. In cartella sono registrate informazioni sui problemi sociali dell'ospite e della famiglia. È presente il piano esecutivo, concordato tra l'UVI e la struttura, declinato in: - azioni specifiche, tipologia delle prestazioni e figure professionali impegnate; - quantità, modalità, frequenza e durata di ogni tipologia di intervento/prestazione, necessari al raggiungimento degli esiti desiderati; - durata complessiva del piano; - strumenti, scadenze e metodi della verifica del piano, in itinere ed ex-post. Sono utilizzate scale di valutazione validate adeguate alla tipologia di disabilità e/o non autosufficienza presente. Sono utilizzati i seguenti strumenti operativi, adeguatamente strutturati: - Cartella personale; - Registro degli ospiti; - Registro delle consegne; - Diario delle attività collettive; - Regolamento interno. È garantita la possibilità da tutti i locali di cui usufruisce l'utenza di segnalare tempestivamente le situazioni che richiedono interventi di emergenza. È garantita la possibilità di socializzazione per l'utenza compatibilmente con le condizioni dei pazienti. I problemi di comunicazione e sensoriali degli ospiti sono riportati in cartella. Sono utilizzati gli strumenti di valutazione multidimensionale approvati dalla Regione. È garantita l'attuazione dei percorsi assistenziali specifici definiti dalla ASL o dalla Regione. Possono essere intrattenute, per le strutture private, rapporti libero professionali esulanti il rapporto di dipendenza fino al 28% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta, compreso eventualmente il personale con compiti di direzione. Ai soggetti aventi compiti di direzione sanitaria, di titolare, di legale rappresentante o socio della struttura sanitaria è fatto divieto di esercitare detti compiti presso più di una struttura. Dall'obbligo del rapporto di dipendenza di almeno il 72% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta sono esentate le strutture con dotazioni pari o inferiori a cinque unità lavorative. È garantito l'addestramento dei familiari al nursing prima della dimissione. Per Centro Diurno per anziani/adulti non autosufficienti e per Centro Diurno per demenze = È adottato un sistema di misure per facilitare l'orientamento con dispositivi ottici e sonori per la fruizione dei percorsi ai non udenti e non vedenti. Solo per Centro diurno per disabili fisici, psichici e sensoriali non autosufficienti = È adottato un sistema di misure per facilitare l'orientamento con dispositivi ottici e sonori per la fruizione dei percorsi ai non udenti e non vedenti. Sono formalizzate procedure per la protezione da rischi legati a sollevamenti e posture nell'assistenza agli ospiti. Sono formalizzati protocolli per la prevenzione e il trattamento dell'incontinenza urinaria e fecale. Sono predisposti programmi individuali di addestramento alla continenza e di accompagnamento alla toilette, in relazione alle condizioni cliniche dei pazienti. È garantita la possibilità di offrire diete speciali personalizzate per ospiti con esigenze particolari (patologie, intolleranze, etc.) previa consulenza e controllo dietologico dell'ASL. La struttura garantisce modalità di custodia valori e beni personali. Ai fini della prevenzione degli infortuni è garantito il controllo della temperatura dell'acqua per l'utenza. Sono definiti programmi di incoraggiamento alla cura di sé appropriati alle condizioni dei pazienti. È possibile l'utilizzo di un televisore negli spazi comuni. Ad ogni ospite è garantita la sistemazione dei propri indumenti in appositi armadietti. È garantita per l'utenza la possibilità di effettuare comunicazioni telefoniche, con telefonia fissa o mobile. È possibile scegliere i pasti in anticipo tra diversi menù. Sono definite procedure di controllo della qualità dei pasti (quantità, temperatura, ecc). Sono adottati protocolli per la creazione e mantenimento di relazioni sociali che favoriscono l'autodeterminazione dell'utente. È presente un registro che riporti i provvedimenti legali per risarcimenti per danni arrecati ai pazienti, derivanti da attività erogate dalla struttura. È identificata per ogni ospite, ritenuto incapace di agire, una persona che lo rappresenta per quanto riguarda confidenzialità delle informazioni, consenso ai trattamenti, gestione delle finanze e dei beni personali.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
39
PRESIDIO AMBULATORIALE DI RECUPERO E DI RIABILITAZIONE FUNZIONALE
È presente per ogni utente un programma terapeutico-riabilitativo attuabile attraverso prestazioni di riabilitazione specialistica ambulatoriali definite nello specifico profilo terapeutico che non richiedono la presenza di un'equipe riabilitativa. È formalizzata una procedura relativa all'accoglienza, registrazione ed informazione di pazienti e familiari. Sono formalizzate procedure per la protezione dei rischi legati a sollevamenti e posture nell'assistenza agli ospiti. Per ciascun assistito è presente una cartella clinica su cui risultano: - generalità; - diagnosi clinica; - disabilità rilevate; - tutte le informazioni anamnestiche e/o cliniche ritenute rilevanti ai fini di una corretta impostazione del trattamento riabilitativo; - programma terapeutico; - tipologia e frequenza delle prestazioni riabilitative di specialistica ambulatoriale praticate nel corso del trattamento; - valutazioni intermedie; - valutazione finale relativa agli esiti. È identificato per ogni utente un case-manager responsabile del percorso assistenziale all'interno della Struttura e dei rapporti con i familiari dell'assistito. È presente un protocollo diagnostico-terapeutico per le principali patologie trattate basato su evidenze scientifiche e di efficacia, ove disponibili. È adottato un sistema di misure per facilitare l'orientamento dell'utenza, compresi i non udenti ed i non vedenti. È presente una procedura per garantire un'agevole mobilizzazione (attiva e passiva) degli utenti all'interno della Struttura. È adottato un sistema di misure necessario per la prevenzione degli infortuni di utenti ed operatori (protezione di spigoli e manovelle sporgenti dei letti, limitazione nell'accesso ai medicinali, dispositivi antisdrucciolo, etc.). È conseguito il raggiungimento degli obiettivi previsti dal programma terapeutico con una casistica di insuccessi non superiore al 5% dei casi trattati. Possono essere intrattenute, per le strutture private, rapporti libero professionali esulanti il rapporto di dipendenza fino al 28% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta, compreso eventualmente il personale con compiti di direzione. Ai soggetti aventi compiti di direzione sanitaria, di titolare, di legale rappresentante o socio della struttura sanitaria è fatto divieto di esercitare detti compiti presso più di una struttura. Dall'obbligo del rapporto di dipendenza di almeno il 72% del personale globalmente destinato all'assistenza diretta sono esentate le strutture con dotazioni pari o inferiori a cinque unità lavorative. Il carico di lavoro per ogni singolo operatore è definito utilizzando i parametri determinati dalla normativa regionale vigente in materia ed è adeguato alla specifica offerta assistenziale. È presente un registro che riporta i provvedimenti legali per risarcimenti per danni arrecati ai pazienti, derivanti da attività erogate dalla Struttura. Per i trattamenti ambulatoriali è compilata e conservata la scheda firma- presenza. Sono formalizzate procedure per la gestione delle emergenze. È garantita da tutti i locali di cui usufruisce l'utenza la possibilità di segnalare tempestivamente situazioni che richiedono interventi di emergenza.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
40
COMUNITÀ ALLOGGIO PER CITTADINI AFFETTI DA AIDS
La struttura ha definito ed approvato un documento che espliciti: - I principi ispiratori e la metodologia degli interventi, la definizione delle fasi e dei tempi di svolgimento, la descrizione degli interventi di tipo medico; - Le modalità di verifica degli interventi; - I diritti e gli obblighi che l'utente assume con l'accettazione del programma di assistenza; - Le regole di vita comunitaria con particolare riguardo alle norme comportamentali degli operatori e degli utenti in particolare nello svolgimento delle attività quotidiane e nell'utilizzo dei servizi (cucina, pulizia, lavanderia ecc.). C'è evidenza della periodica rivalutazione da parte della struttura del documento di cui al punto 1. In fase di ammissione dell'utente è effettuata la valutazione multidiciplinare e multidimensionale dello stato di salute e dei bisogni di ciascuno Per ciascun ospite è formulato e realizzato un programma individualizzato che contiene le seguenti informazioni: - valutazioni cliniche, ambientali e strumentali; - somministrazione di farmaci laddove indicato; - risultati attesi; - operatori coinvolti; - data di avvio e durata del piano. Il programma individualizzato è formulato in conformità a protocolli Evidence Based Medicine e Evidence Based Nursing in linea con apposito PDTA approvato dalla struttura Il programma individualizzato rispetta i fondamentali diritti della persona ed esclude nelle diverse fasi dell'intervento ogni forma di coercizione fisica, psichica e morale Vi è evidenza della rivalutazione periodica dello stato clinico e psicosociale, dei bisogni e delle condizioni dell'utente a intervalli definiti in base alle necessità e i riscontri sono annotati nella documentazione sanitaria/socio assistenziale Sono definite le regole di vita comunitaria, anche al fine di prevenire la diffusione di malattie infettive Sono definiti e approvati protocolli per la continuità assistenziale degli utenti (trasferimento, dimissione, follow up) Sono definite ed approvate procedure per la determinazione degli utenti da sottoporre a follow up Sono definiti ed approvati protocolli per la definizione dei collegamenti funzionali con il medico curante e i servizi territoriali durante e a termine del programma
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2023-04-04
41db628abd963aaa1229025c8f6e6dab
41
DEGENZE POST ACUZIE (Per tale attività è richiesto anche il possesso dei requisiti previsti per la degenza salvo quelli che si configurano "non applicabili" in relazione alla peculiarità delle attività disciplinate dalla presente scheda)
Sono definite procedure per l'accesso del paziente in linea con gli indirizzi regionali. Per ogni paziente è assicurata la valutazione multidimensionale, attraverso appositi strumenti validati, dei problemi/bisogni sanitari, dei bisogni riabilitativi, o di nursing della persona al momento dell'ammissione. La valutazione è effettuata periodicamente nel corso del periodo di cura per l'aggiornamento dei piani di trattamento. Sono utilizzate scale validate per la quantificazione del livello di gravità e complessità assistenziale del paziente. Sono formalizzate procedure per l'accesso a prestazioni di laboratorio di analisi e di radiologia convenzionale comprensive di ecografie e grande diagnostica neurologica per immagini anche ricorrendo a strutture esterne a quella in cui è allocato il reparto post acuzie. Sono definite procedure per il ricorso a consulenze specialistiche. Sono definite procedure per la gestione delle emergenze. Sono definiti collegamenti funzionali con le strutture di emergenza. Esiste la possibilità di un televisore in camera. Sono definite modalità operative che facilitino le relazioni con la famiglia. La lettera di dimissione è corredata dal progetto riabilitativo e/o dal piano terapeutico assistenziale individuale per la continuità assistenziale. ## Lungodegenza (cod. 60) (Oltre ai requisiti di cui ai punti da 1 a 11 devono essere posseduti anche i requisiti di cui ai punti da 12 a 14 sotto riportati) È predisposto un Piano individuale di assistenza ovvero uno o più programmi riabilitativi alla cui redazione collaborano i componenti dell'équipe multiprofessionale. È presente una équipe multiprofessionale funzionale alla garanzia delle attività previste dai piani individuali di assistenza e dai Progetti Riabilitativi Individuali. Esistono procedure formalizzate per il raccordo con i servizi sanitari del distretto di residenza del paziente per assicurare la continuità assistenziale dopo la dimissione. ## Recupero e rieducazione funzionale (cod.56) (Oltre ai requisiti di cui ai punti da 1 a 11 devono essere posseduti anche i requisiti di cui ai punti da 15 a 27 sotto riportati) È presente il "Progetto Riabilitativo di Struttura" con l'espressa indicazione della tipologia di riabilitazione erogata (neurologica, ortopedica, cardiologica, respiratoria), delle caratteristiche strutturali, tecnologiche ed organizzative idonee a garantire la riabilitazione intensiva in un contesto operativo adeguato. Per ciascun soggetto è elaborato un Piano individuale di assistenza e un Progetto Riabilitativo Individuale. La cartella clinica comprende il Progetto Riabilitativo Individuale, che definisce: - i componenti dell'equipe multidisciplinare coinvolti; - il gradiente di modificabilità dei deficit e il potenziale di recupero funzionale (motorio, cognitivo, comportamentale); - gli outcome funzionale e globale; - i singoli programmi riabilitativi per le specifiche aree di intervento (con obiettivi, tempi di raggiungimento e modalità di misurazione degli esiti). Il Progetto è condiviso e partecipato dal paziente e dai familiari. Sono formalizzate le indicazioni di monitoraggio relative allo stato di avanzamento dei programmi riabilitativi. Per ogni paziente è presente documentazione contenente la descrizione/misurazione del monitoraggio dello stato di avanzamento dei programmi riabilitativi, con l'ausilio di scale validate, che tiene conto del grado di disabilità registrato all'ingresso e alla dimissione. È presente una équipe multiprofessionale funzionale alla garanzia delle attività previste nei piani di assistenza e nei progetti riabilitativi Individuali. Sono formalizzate le procedure per la comunicazione al Distretto territorialmente competente del ricovero del paziente. Esistono procedure che prevedono modalità di partecipazione dei familiari al programma riabilitativo. Sono formalizzati programmi di addestramento alla cura e interventi di counseling per il familiare/caregiver. Esistono procedure formalizzate per il raccordo con i servizi sanitari del distretto di residenza del paziente per assicurare la continuità degli interventi riabilitativi dopo la dimissione. Qualora nel reparto cod. 56 venga effettuato il trattamento di riabilitazione cardiologica deve essere previsto un collegamento funzionale con una Unità di Terapia Intensiva Cardiologica anche esterna attraverso protocolli definiti. Qualora nel reparto cod. 56 venga effettuato il trattamento di riabilitazione respiratoria deve essere previsto un collegamento funzionale con una Unità di Terapia Intensiva anche esterna. ## Neuroriabilitazione (cod. 75) (Oltre ai requisiti di cui ai punti da 1 a 11 devono essere posseduti anche i requisiti di cui ai punti da 28 a 45 sotto riportati) L'Unità è collegata funzionalmente con strutture per l'emergenza e urgenza e con i reparti per acuti ad elevata complessità anche esterni attraverso protocolli definiti. È presente il "Progetto Riabilitativo di Struttura" con l'espressa indicazione delle caratteristiche strutturali, tecnologiche ed organizzative idonee a garantire la riabilitazione intensiva ad alta specializzazione a persone con gravi cerebrolesioni acquisite in un contesto operativo adeguato. Per ciascun soggetto è elaborato un Piano di assistenza e un Progetto Riabilitativo Individuale. È presente una équipe multiprofessionale funzionale alla garanzia delle attività previste dai Piani di assistenza e dai Progetti Riabilitativi Individuali. Sono utilizzate scale validate per la quantificazione del livello di responsività e di disabilità. È garantita la valutazione neurofisiologica (elettromiografia, elettroencefalografia, potenziali evocati somatosensoriali, valutazione spasticità ecc). La cartella clinica comprende il Progetto Riabilitativo Individuale, che definisce: - i componenti dell'equipe multidisciplinare coinvolti; - il gradiente di modificabilità dei deficit e il potenziale di recupero funzionale (motorio, cognitivo, comportamentale); - gli outcome funzionale e globale; - i singoli programmi riabilitativi per le specifiche aree di intervento (con obiettivi, tempi di raggiungimento e modalità di misurazione degli esiti). Il Progetto è condiviso e partecipato dal paziente e dai familiari. Sono formalizzate le indicazioni di monitoraggio relative allo stato di avanzamento dei programmi riabilitativi. Per ogni paziente è presente documentazione contenente la descrizione/misurazione del monitoraggio dello stato di avanzamento dei programmi riabilitativi, con l'ausilio di scale validate, che tiene conto del grado di disabilità registrato all'ingresso e alla dimissione. Esistono procedure formalizzate per il trattamento della spasticità (impianto di pompe ad infusione intratecale, blocchi nervosi, ecc.). Sono formalizzati programmi per il trattamento e la prevenzione delle complicanze cliniche secondarie all'immobilità (trombosi venose profonde, piaghe da decubito, limitazioni articolari da Para-osteo-artropatia neurogena (POAN), da contratture, da polmoniti da stasi). Esistono procedure che prevedono modalità di partecipazione dei familiari al programma riabilitativo. Sono formalizzati programmi di addestramento alla cura e interventi di counseling per il familiare/caregiver. Esistono procedure formalizzate per la gestione dell'agitazione post- lesionale e dei disturbi del comportamento. Esistono procedure formalizzate per il raccordo con i servizi sanitari del distretto di residenza del paziente per assicurare la continuità assistenziale dopo la dimissione. È utilizzato il modello biopsicosociale (ICF) per la definizione degli obiettivi e la misurazione dei risultati del Progetto Riabilitativo Individuale. Sono disponibili programmi dedicati alla generalizzazione delle competenze recuperate (es. possibilità di utilizzare spazi e strumenti che richiamino un ambiente domestico/lavorativo). ## Unità Spinale (cod.28) (Oltre ai requisiti di cui ai punti da 1 a 11 devono essere posseduti anche i requisiti di cui ai punti da 46 a 65 sotto riportati) L'Unità è collegata funzionalmente con strutture per l'emergenza e urgenza e con i reparti per acuti ad elevata complessità anche esterni attraverso protocolli definiti. Per ogni paziente è assicurata la valutazione multidimenionale, attraverso appositi strumenti validati, dei problemi/bisogni sanitari, dei bisogni riabilitativi, o di nursing della persona al momento dell'ammissione. La valutazione multidimensionale è periodicamente aggiornata nel corso del periodo di cura. È presente il "Progetto Riabilitativo di Struttura" con l'espressa indicazione delle caratteristiche strutturali, tecnologiche ed organizzative idonee a garantire la riabilitazione intensiva ad alta specializzazione a persone con lesione midollare in un contesto operativo adeguato. Per ciascun soggetto è elaborato un Piano di assistenza e un Progetto Riabilitativo Individuale. È presente una équipe multiprofessionale funzionale alla garanzia delle attività previste dai Piani individuali di assistenza e dai Progetti riabilitativi individuali. È garantita la valutazione neurofisiologica (elettromiografia, elettroencefalografia, potenziali evocati somatosensoriali, valutazione spasticità, ecc). La cartella clinica comprende il Progetto Riabilitativo Individuale, che definisce: - i componenti dell'equipe multidisciplinare coinvolti; - il gradiente di modificabilità dei deficit e il potenziale di recupero funzionale (motorio, cognitivo, comportamentale); - gli outcome funzionale e globale; - i singoli programmi riabilitativi per le specifiche aree di intervento (con obiettivi, tempi di raggiungimento e modalità di misurazione degli esiti). Il Progetto è condiviso e partecipato dal paziente e dai familiari. Sono formalizzate le indicazioni di monitoraggio relative allo stato di avanzamento dei programmi riabilitativi. Per ogni paziente è presente documentazione contenente la descrizione/misurazione del monitoraggio dello stato di avanzamento dei programmi riabilitativi, con l'ausilio di scale validate, che tiene conto del grado di disabilità registrato all'ingresso e alla dimissione. Esistono procedure formalizzate per il trattamento della spasticità (impianto di pompe ad infusione intratecale, blocchi nervosi, ecc.). Esistono procedure formalizzate per l'applicazione di tutori per la stabilizzazione degli arti inferiori. Esistono procedure formalizzate per il raccordo con i servizi sanitari del distretto di residenza del paziente per assicurare la continuità assistenziale dopo la dimissione. Esistono procedure che prevedono modalità di partecipazione dei familiari al programma riabilitativo. Sono formalizzati programmi di addestramento alla cura e interventi di counseling per il familiare/caregiver. Esistono procedure formalizzate per la gestione delle crisi di disautonomia. È utilizzato il modello biopsicosociale (ICF) per la definizione degli obiettivi e la misurazione dei risultati del Progetto Riabilitativo Individuale. Sono disponibili programmi dedicati alla generalizzazione delle competenze recuperate (es. possibilità di utilizzare spazi e strumenti che richiamino un ambiente domestico/lavorativo).
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2002-01-11
949e2bb2e3a218ba530885cb09e58303
1
REQUISITI MINIMI STRUTTURALI, TECNOLOGICI E ORGANIZZATIVI SPECIFICI PER LE STRUTTURE CHE EROGANO PRESTAZIONI IN REGIME RESIDENZIALE E/O SEMIRESIDENZIALE
Trattasi di presidi che erogano prestazioni sanitarie specialistiche (diagnostiche, terapeutiche e riabilitative) sanitarie assistenziali e socio-sanitarie non erogabili in ambito ambulatoriale o domiciliare, per situazioni che non richiedono comunque ricovero ospedaliero. Le prestazioni offerte sono rivolte: - alla riabilitazione estensiva per soggetti portatori di disabilità fisiche, psichiche e sensoriali; - alla tutela della salute mentale; - alla riabilitazione e al recupero dei soggetti tossicodipendenti; - all'assistenza di soggetti non autosufficienti, anziani e non; - all'assistenza ai pazienti terminali. In ciascun settore le prestazioni residenziali, semiresidenziali e ambulatoriali possono essere svolte nel medesimo presidio in modo coordinato ed integrato. Per le prestazioni ambulatoriali i relativi requisiti minimi sono riportati nella sezione A) del presente documento. Ad ogni presidio sono preposti un Dirigente sanitario e un Responsabile delle funzioni amministrative.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2002-01-11
949e2bb2e3a218ba530885cb09e58303
2
PRESIDI DI RIABILITAZIONE ESTENSIVA DEI SOGGETTI PORTATORI DI DISABILITÀ FISICHE, PSICHICHE E SENSORIALI
Si definiscono presidi di riabilitazione extraospedaliera le strutture che erogano prestazioni a ciclo diurno o continuativo che provvedono al recupero funzionale e sociale dei soggetti portatori di disabilità fisiche, psichiche sensoriali o miste, dipendenti da qualunque causa. Le strutture di riabilitazione intervengono nella fase immediatamente post-acuta (anche dopo la dimissione ospedaliera) attraverso l'offerta di tutela sanitaria capace di garantire il recupero degli esiti derivanti da episodi acuti o di funzioni lese o menomate, attraverso cicli di degenza diurna o continuativa. ## REQUISITI MINIMI STRUTTURALI Per presidi a ciclo diurno - Locali per accertamenti psicodiagnostici; - Locali e palestra per terapie riabilitative; - Locale soggiorno/pranzo; - Cucina; - Locale per attività pedagogico-educativa, addestramento professionale, tempo libero; - Locale spogliatoi/guardaroba; - Servizi igienici distinti per personale ed utenti. Per presidi a ciclo continuativo (in aggiunta) - Camere di degenza: 9 mq per posto letto; - per le camere singole: 12 mq per posto letto; - non più di 4 posti letto per camera; - nelle strutture esistenti è consentita una superficie minima nelle camere a 2, a 3 e a 4 posti letto di 9 mq per il primo letto e 7 mq per i successivi. - Servizio igienico per ogni camera con possibilità di accesso a rotazione completa delle carrozzine per disabili. - Spazi di soggiorno. - Dotazione dei servizi igienici annessi alle camere e non, conformi alla normativa sulle barriere architettoniche. ## REQUISITI MINIMI TECNOLOGICI I locali di trattamento devono essere dotati di attrezzature e presidi medico-chirurgici, diagnostico-terapeutici e riabilitativi in relazione alla specificità della riabilitazione svolta e della tipologia della struttura. Allo scopo di fronteggiare eventuale emergenza dovrà essere presente un carrello di pronto soccorso con apparecchiature per l'assistenza cardio-respiratoria e farmaci di emergenza. ## REQUISITI MINIMI ORGANIZZATIVI Presenza di una equipe multidisciplinare che comprenda: - personale medico laureato; - personale dell'area psicologica e pedagogica; - tecnici della riabilitazione; - terapisti occupazionali; - educatori; - personale di assistenza sociale. Per ogni paziente deve essere redatto dall'equipe multiprofessionale un progetto Riabilitativo comprendente uno o più programmi terapeutici con monitoraggio dell'evoluzione e delle modificazioni delle disabilità. Deve essere garantita ai pazienti e ai loro familiari una adeguata informazione con l'illustrazione del progetto riabilitativo. Deve essere garantito l'accesso dei familiari alla struttura. Deve essere previsto uno specifico addestramento prima del rientro del paziente al proprio ambiente di vita. Deve essere previsto un sistema di raccolta e registrazione di rilievi funzionali presentati dagli utenti. I presidi a ciclo diurno devono funzionare per non meno di 8 ore giornaliere e per almeno 5 giorni settimanali. In relazione alla tipologia trattata i presidi di riabilitazione suddividono gli assistiti in moduli da 15 a 20 soggetti.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2002-01-11
949e2bb2e3a218ba530885cb09e58303
3
CENTRI DIURNI
Svolgono le funzioni terapeutico-riabilitative come indicate nel DPR 10.11.1999. ## REQUISITI MINIMI STRUTTURALI - Disponibilità di locali per attività prevalentemente di gruppo, in relazione a quelle specifiche previste nel Centro; - Locale per visite/colloqui psichiatrici; - La sede deve essere collocata in normale contesto residenziale urbano, per favorire i processi di socializzazione e l'utilizzo di spazi ed attività per il tempo libero esistenti nella comunità; - Presenza di servizi igienici distinti per il personale e per gli utenti; - Numero complessivo di locali e spazi in relazione alla popolazione servita. ## REQUISITI MINIMI ORGANIZZATIVI - Presenza programmata di personale medico specialistico, di psicologi e di assistenti sociali; - Presenza, in relazione alle attività previste, di animatori di comunità, educatori professionali, istruttori, personale infermieristico, terapisti della riabilitazione; - Apertura giornaliera non inferiore ad 8 ore, per sei giorni settimanali; - Collegamento con le altre strutture per la tutela della salute mentale.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2002-01-11
949e2bb2e3a218ba530885cb09e58303
4
DAY HOSPITAL PSICHIATRICO
## REQUISITI MINIMI STRUTTURALI - La tipologia di day hospital è adattata ed integrata in rapporto alle specifiche funzioni ed alle caratteristiche operative e strutturali di cui al DPR 10.11.1999; - Presenza di locali e spazi in relazione alla popolazione servita; - Locale per terapie infusive e sedative; - Servizi igienici distinti per gli operatori e per gli utenti. ## REQUISITI MINIMI ORGANIZZATIVI - Il day-hospital può collocato all'interno dell'ospedale, con un collegamento funzionale e gestionale con il S.P.D.C.; può essere, inoltre, collocato presso strutture esterne all'ospedale in collegamento con C.S.M.; - Ogni posto letto realizzato in day-hospital è equivalente ad un posto letto in S.P.D.C.; - Deve essere aperto per almeno 8 ore al giorno per 6 giorni alla settimana; - Deve garantire: - l'effettuazione coordinata di accertamenti diagnostici vari e complessi; - il trattamento farmacologico; - la riduzione al ricorso al ricovero vero e proprio o limitarne la durata; - L'accesso agli utenti è regolato da programmi concordati tra gli operatori del D.S.M.; - Deve essere garantita adeguata presenza di personale medico ed infermieristico; - Deve essere garantita la presenza di psicologi ed educatori professionali programmata o per fasce orarie.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2002-01-11
949e2bb2e3a218ba530885cb09e58303
5
STRUTTURA RESIDENZIALE PSICHIATRICA
Esplica le funzioni terapeutico-riabilitative e socio-riabilitative per utenti di esclusiva competenza psichiatrica, per il trattamento di situazione di acuzie o di emergenza per le quali non risulti utile il ricovero ospedaliero, per fasi di assistenza protratta successive al ricovero ospedaliero, per l'attuazione di programmi terapeutico-riabilitativi di medio-lungo periodo comprese le funzioni riabilitative ospedaliere. Le dimissioni di ex degenti degli Ospedali Psichiatrici con prevalenti bisogni di assistenza psichiatrica (in relazione ad una patologia in atto o al livello di istituzionalizzazione) sono effettuate nelle strutture residenziali psichiatriche. Le dimissioni di ex degenti con prevalenti bisogni di assistenza socio-sanitaria derivanti dall'età elevate, da condizioni di non autosufficienza e di disabilità sono, invece, effettuate in residenze sanitarie assistite. ## REQUISITI MINIMI STRUTTURALI - Numero massimo di 20 posti letto. - Per le strutture fino a 10 posti letto sono sufficienti le caratteristiche delle civili abitazioni, con spazi ed organizzazione interna che garantisca i ritmi della normale vita quotidiana. Devono, comunque, essere presenti, oltre alle unità di riposo notturno, spazi per specifiche attività sanitarie, per attività di ricreazione e soggiorno, per colloqui e per riunioni, oltre allo spazio necessario per il personale. - Per strutture oltre i 10 posti letto occorre fare riferimento ai requisiti di cui al DPCM 22-12- 1989, allegato A, limitatamente ai criteri 5,7,9 (punti a e b); punto f in relazione alle dimensioni della struttura), 10. - Allo scopo di fronteggiare eventuale emergenza dovrà essere presente un carrello di pronto soccorso con apparecchiature per l'assistenza cardio-respiratoria e farmaci di emergenza. - La struttura deve essere collocata in normale contesto residenziale urbano, in modo da agevolare i processi di socializzazione. È opportuna, inoltre, la presenza di adeguati spazi verdi esterni. ## REQUISITI MINIMI ORGANIZZATIVI - Presenza di medici specialisti e delle altre figure professionali come di seguito riportato: - Per strutture residenziali terapeutico riabilitative per acuti e subacuti: - presenza di personale di assistenza nelle 24 ore. - Per strutture residenziali socio-riabilitative a più elevata intensità assistenziale: - presenza di personale di assistenza nelle 12 ore diurne. - Per strutture residenziali socio-riabilitative a minore intensità assistenziale: - presenza di personale di assistenza per fasce orarie. - Deve essere garantito il collegamento con le altre strutture per la tutela della salute mentale. - L'accesso e la dimissione dei pazienti avvengono in conformità ad un programma personalizzato concordato, e periodicamente verificato, fra operatori del DSM, operatori della struttura residenziale, pazienti ed eventuali persone di riferimento. - Le SIR realizzate e gestite dal privato sociale e imprenditoriale regolano i rapporti con il DSM attraverso appositi accordi con definizione dei tetti di attività e delle modalità di controllo degli ingressi e delle dimissioni.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2002-01-11
949e2bb2e3a218ba530885cb09e58303
6
STRUTTURE DI RIABILITAZIONE E STRUTTURE EDUCATIVO - ASSISTENZIALI PER I TOSSICODIPENDENTI
I requisiti minimi organizzativi, tecnologici e strutturali dei presidi residenziali e semiresidenziali che eseguono attività di prevenzione, cura e riabilitazione, a valenza socio-sanitaria per tossicodipendenti, sono definiti alla stregua dell'atto di intesa Stato-Regioni del 5 agosto 1999. ## REQUISITI MINIMI STRUTTURALI Le strutture residenziali e semiresidenziali con capacità ricettiva non superiore ad otto posti devono soddisfare i requisiti previsti per le civili abitazioni. Le strutture residenziali e semiresidenziali con capacità ricettiva superiore ad otto posti ed inferiore a trenta devono garantire: - locali e servizi igienici adeguati al numero degli ospiti e degli operatori; - locali per pranzo e soggiorno commisurati al numero degli ospiti della sede operativa, con i relativi servizi igienici; - locali per cucina e dispensa adeguati al numero degli ospiti della sede operativa; - locale per il responsabile della struttura; - locali per attività riabilitative adeguati al numero dei posti ed alle modalità di intervento previste nel progetto riabilitativo. - Le strutture residenziali devono, inoltre, possedere i seguenti ulteriori requisiti: - camera da letto con non più di otto posti letto; - lavanderia e guardaroba adeguati al numero degli ospiti; - nel caso sia prevista la presenza di soggetti minori in trattamento, disponibilità di stanze da letto e locali ad essi riservati. Tutti i locali dovranno essere adeguatamente arredati, favorendo anche la personalizzazione dello spazio fisico, compatibilmente con il progetto riabilitativo. Le strutture residenziali e semiresidenziali con capacità ricettiva superiore ai trenta posti devono essere organizzate in moduli con le caratteristiche delle strutture residenziali e semiresidenziali con capacità ricettiva da otto a trenta posti. ## REQUISITI MINIMI ORGANIZZATIVI La struttura deve esplicitare e documentare un programma, comprensivo dell'elenco delle prestazioni svolte nelle singole unità operative, e un regolamento dei quali deve essere fornita copia ed adeguata informazione agli utenti. L'organizzazione interna deve essere svolta in conformità al programma e al regolamento e, oltre al rispetto delle leggi, deve prevedere l'esclusione di ogni forma di coercizione fisica, psichica e morale, garantendo la volontarietà dell'accesso e della permanenza. Il programma deve esplicitare: - i principi ispiratori e la metodologia degli interventi, la definizione delle fasi e dei tempi complessivi di svolgimento, le modalità di relazione con i familiari, la descrizione degli interventi (di tipo medico, psicologico, educativo, lavorativo, sociale), le modalità di utilizzo del personale delle attrezzature, le misure intraprese ai fini della tutela degli utenti; - la tipologia delle persone alle quali si indirizza l'intervento, con particolare riguardo a quelle con caratteristiche specifiche (es. minori, soggetti sottoposti a misure alternative alla carcerazione, etc.), precisando altresì il numero dei posti per essi disponibili; - le modalità di valutazione e verifica degli interventi. Il regolamento interno deve descrivere: - i diritti e gli obblighi che l'utente assume con l'accettazione del programma di assistenza; - le regole di vita comunitaria, con particolare riguardo alle norme comportamentali degli operatori e degli utenti e al loro eventuale utilizzo nelle attività quotidiane (cucina, pulizia, lavanderia etc.). Deve essere istituito e tenuto aggiornato un registro giornaliero degli utenti, con annotazione di eventuali assenze temporanee con relativa motivazione. Deve essere prevista una copertura assicurativa per i rischi da infortunio o danni subiti o provocati dagli ospiti, dal personale, dai volontari. Deve essere costituita e tenuta aggiornata una cartella socio-sanitaria per ciascun ospite. Il personale deve essere in numero idoneo al programma svolto e secondo gli standard previsti dall'atto di intesa Stato – Regioni del 05 agosto 1999. Deve essere identificato un responsabile di programma in possesso di idonei titoli e requisiti professionali, che garantisca un impegno di almeno 36 ore settimanali. Devono essere previste modalità di sostituzione, anche temporanea, del responsabile, con soggetto in possesso dei medesimi requisiti professionali. Devono essere esplicitate e regolamentate le modalità di affiancamento e collaborazione di associazioni di volontariato o di singoli volontari. Deve essere comunque garantita la presenza di personale per l'intera giornata (strutture residenziali) o per l'orario di apertura della struttura (semiresidenziale). Per tutto il personale devono essere previsti, a cura dell'Ente gestore, momenti di lavoro di equipe e programmi periodici di formazione e aggiornamento, anche effettuati congiuntamente alle analoghe iniziative regionali o aziendali per il settore pubblico.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2002-01-11
949e2bb2e3a218ba530885cb09e58303
7
RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI
Le Residenze Sanitarie sono presidi che offrono a soggetti non autosufficienti, anziani e non, con esiti di patologie fisiche, psichiche, sensoriali o miste, non curabili a domicilio, un livello medio di assistenza medica, infermieristica e riabilitativa, accompagnata da un livello alto di assistenza tutelare ed alberghiera. Sono da prevedere: ospitalità permanenti, ospitalità per sollievo alla famiglia non superiori a 30 giorni, per completamento di cicli riabilitativi eventualmente iniziati in altri presidi. ## REQUISITI MINIMI STRUTTURALI E TECNOLOGICI La capacità recettiva non può essere inferiore a 20 posti letto e non superiore a 120 posti, articolati in moduli da 20/30 posti. Area destinata alla residenzialità - La struttura deve essere localizzata in zona ben collegata anche mediante mezzi pubblici. - Camere da 1,2,3,4, letti; all'interno di ogni camera deve essere garantita la privacy di ogni singolo ospite e l'accesso ed il movimento di carrozzine. - Servizi igienici attrezzati per la non autosufficienza. - Ambulatorio-medicheria. - Locale controllo persone con servizi igienici annessi. - Cucina attrezzata. - Spazi soggiorno/gioco-TV/ spazio collettivo. - Armadi per biancheria pulita. - Locale deposito biancheria sporca. - Locale per vuotatolo e lavapadelle. - Locale deposito per attrezzature, carrozzine e materiale di consumo etc. - Attrezzature particolarmente adattate ad ospiti non deambulanti non autosufficienti (letti, materassi e cuscini antidecubito, etc.). - Presenza di un solleva persona per ogni piano. - Segnaletica per l'orientamento di facile intuizione (es. codici a colori). Area di socializzazione - Angolo bar. - Sale e soggiorno polivalenti. - Locali per servizi all'ospite. - Servizi igienici. Aree generali di supporto - Ingresso con portineria, posta e telefono; - Uffici amministrativi; - Lavanderia e stireria (possibilità di servizio appaltato all'esterno); - Cucina attrezzata (il locale e le attrezzature devono essere previste, anche se il servizio è appaltato all'esterno, per favorire momenti di socializzazione); - Camera ardente; - Almeno un ascensore montalettighe; - Corrimani lungo tutti i corridoi, le scale e i locali di passaggio; - Magazzini; - Deposito pulito e sporco; Area destinata alla valutazione e alle terapie - Locali ed attrezzature per prestazioni ambulatoriali e per valutazioni specifiche; - Area destinata all'erogazione delle attività di riabilitazione; - Locali e palestra con attrezzature per le attività riabilitative previste; - Devono essere previste attrezzature e farmaci per il pronto soccorso cardio-respiratorio; ## REQUISITI MINIMI ORGANIZZATIVI Devono essere garantiti: - Una valutazione multidimensionale attraverso appositi strumenti validati dei problemi/bisogni sanitari, cognitivi, psicologici e sociali dell'ospite al momento dell'ammissione e periodicamente; - La stesura di un piano di assistenza individualizzato corrispondente ai problemi/bisogni identificati; - Il lavoro degli operatori deputati all'assistenza secondo le modalità e le logiche dell'equipe interdisciplinare; - La raccolta dei dati delle singole valutazioni multidimensionali tale da permettere il controllo continuo delle attività; - Il coinvolgimento delle famiglie degli ospiti; - I collegamenti funzionali con i servizi di supporto ospedalieri, con protocolli operativi per eventuali interventi di urgenza o emergenza; - Il numero e la tipologia di personale medico, infermieristico, di assistenza alle persone, di riabilitazione, di assistenza sociale deve essere in relazione alle dimensioni e alla tipologia delle prestazioni erogate.
campania
healthcare
accreditation
Regione Campania
2002-01-11
949e2bb2e3a218ba530885cb09e58303
8
CENTRI RESIDENZIALI PER CURE PALLIATIVE
Si definiscono centri residenziali di cure palliative le strutture per l'assistenza in ricovero temporaneo di pazienti affetti da malattie progressive ed in fase avanzata, a rapida evoluzione e a prognosi infausta, per i quali ogni terapia finalizzata alla guarigione o alla stabilizzazione della patologia non è possibile o appropriata e, prioritariamente, per i pazienti affetti da patologia neoplastica terminale che necessitano di assistenza palliativa e di supporto. ## REQUISITI MINIMI STRUTTURALI - La localizzazione può essere nell'ambito di un edificio specificamente dedicato ovvero nell'ambito di una struttura ospedaliera o di una struttura residenziale sanitaria. - In ogni caso, la localizzazione deve essere in zona urbana o urbanizzata, protetta dal rumore cittadino e con buoni collegamenti con il contesto urbano, in modo da favorire l'accesso dei familiari e dei parenti. - Nel caso di impossibilità di eliminare il rumore, esso deve essere opportunamente ridotto. La capacità recettiva della struttura deve essere limitata e comunque non superiore a 30 posti letto, articolati in moduli. La tipologia strutturale deve garantire il rispetto della dignità del paziente e dei suoi familiari mediante una articolazione spaziale utile a stabilire condizioni di vita simili a quelle godute dal paziente presso il proprio domicilio. Deve essere permessa la personalizzazione delle stanze. La qualità degli spazi progettati deve facilitare il benessere ambientale, la fruibilità degli spazi e il benessere psicologico. L'articolazione funzionale del Centro dovrà includere le seguenti aree: - Area destinata alla residenzialità; - Area destinata alla valutazione e alle terapie; - Area generale di supporto. ### Area destinata alla residenzialità Ogni modulo deve essere dotato di: - camere singole di dimensioni tali da permettere la permanenza notturna di un accompagnatore, un tavolo per consumare i pasti, una poltrona, i servizi igienici. Nella camera arredata si deve assicurare lo spazio adeguato per interventi medici; - cucina-tisaneria; - deposito biancheria pulita; - deposito attrezzature, carrozzine e materiali di consumo; - servizi igienici per il personale; - locale di postazione per il personale di assistenza in posizione idonea; - ambulatorio medicheria; - soggiorno polivalente o spazi equivalenti anche divisi in ambiti da destinare a diverse attività (ristorazione, conversazione, lettura ecc.); - deposito sporco dotato di vuotatolo e di lavapadelle. ### Area destinata alla valutazione e alla terapia - locali e attrezzature per terapie antalgiche e prestazioni ambulatoriali, con spazio per l'attesa che non intralci i percorsi; - locale per la preparazione e manipolazione dei farmaci e preparazione nutrizionali; - locali per le prestazioni in regime diurno; - locale per i colloqui con il personale (psicologo, assistente sociale ecc.); - locale deposito pulito, sporco e attrezzature. ### Aree generali di supporto Le aree generali di supporto devono includere: - ingresso con portineria e telefono e spazio per le relazioni con il pubblico; - spogliatoio del personale con servizi igienici; - spogliatoio e locali di sosta e lavoro per il personale volontario; - locale riunioni di èquipe. Qualora il Centro non sia localizzato in una struttura sanitaria, le aree generali devono includere: - camere mortuarie in numero idoneo (raccomandabile una ogni otto letti); - spazio per i dolenti; - sala per il culto; - locale uso amministrativo; - cucina, dispensa e locali accessori per lavanderia e stireria (qualora questi servizi venissero dati in appalto, il Centro dovrà comunque essere dotato di locali di stoccaggio o di temporaneo deposito o di riscaldamento dei cibi, di supporto alle ditte esterne); - magazzini. ## REQUISITI MINIMI TECNOLOGICI ED IMPIANTISTICI Il Centro deve essere dotato di: - Impianto di riscaldamento o di climatizzazione; - Impianto di illuminazione di emergenza; - Impianto di forza motrice nelle camere con almeno una presa per l'alimentazione normale; - Impianto di chiamata con segnalazione acustica e luminosa; - Impianto gas medicali, prese per il vuoto, per l'ossigeno e l'aria; - Impianto telefonico con disponibilità di telefoni fissi e mobili per i pazienti, in ogni modulo; - Impianto televisivo; - Arredi, comprendenti letti speciali con schienali e regolabili; - Ausili e presidi, includenti materassi e cuscini antidecubito, carrozzelle, sollevatori- trasportatori, barelle- doccia, vasche da bagno per disabili; - Apparecchiature, includenti attrezzature idonee alla gestione della terapia e strumentario per piccola chirurgia. Fattori di sicurezza prevenzione infortuni - Pavimenti in materiale e superficie antisdrucciolo; - Assenza di barriere architettoniche; - Applicazione di sostegni e mancorrenti in vista alle pareti e ai servizi igienici; - Dotazione di sistema di allarme nelle camere e nei servizi igienici per i pazienti; - Impianto centralizzato di segnalazione delle chiamate; - Segnaletica di informazione diffusa. ## REQUISITI MINIMI ORGANIZZATIVI Il Centro residenziale di cure palliative è funzionalmente integrato con la rete di assistenza ai pazienti terminali. La temporanea degenza del paziente costituisce parte del progetto terapeutico formulato per ciascun paziente che prevede momenti differenziati all'interno di un continuum assistenziale. Il Centro residenziale di cure palliative, per la programmazione e la erogazione delle prestazioni si avvale di equipes multiprofessionali costituite da personale medico, infermieri, psicologi, operatori tecnici dell'assistenza nonché da operatori socio-sanitari, assistenti sociali e altre figure professionali individuate in base alle esigenze specifiche. Il personale dovrà essere adeguato per numero e tipologia in relazione alle dimensioni della struttura e ne va favorita la formazione specifica. Il Responsabile sanitario del Centro residenziale di cure palliative promuove la personalizzazione dell'assistenza anche medianti riunioni periodiche di equipe finalizzate alla definizione, alla verifica ed alla eventuale rimodulazione del piano terapeutico nonché alla verifica e alla promozione della qualità dell'assistenza. Va assicurata l'assistenza religiosa nel rispetto della volontà e della libertà di coscienza del cittadino. Nell'organizzazione del Centro va promossa e valorizzata la presenza e la collaborazione di associazioni di volontariato operanti nel settore.
campania
healthcare
planning_acts
Regione Campania
2019-11-21
9d5302d8ba446dae30c5130cc23b6d6a
1
Il percorso di risanamento del Servizio Sanitario campano
## Tempi e procedura per il passaggio dalla gestione straordinaria a quella ordinaria ex art. 2 comma 88 della L. 191/2009 Il Commissariamento delle Regioni in materia sanitaria, previsto dall'art. 4 comma 1 del D.L. n. 159/2007, convertito con Legge n. 222/2007, esprime il potere sostitutivo del Governo verso una Regione inadempiente, esercitato attraverso un rappresentante del Governo stesso, nominato per l'attuazione delle clausole previste nel Piano di rientro. Tale potere sostitutivo è disciplinato dall'art. 120 della Costituzione, come modificato dalla Legge n. 3 del 2001, che riforma il Titolo V. Il Piano di Rientro della Regione Campania fu sottoscritto nel marzo 2007 e recepito con DGRC n. 460 del 20.03.2007. In quel periodo 10 Regioni sottoscrissero un Accordo per Piani di Rientro e di esse, durante la vigenza triennale dello stesso, ne vennero commissariate 5, tra cui la Campania. Le criticità rilevate nelle Regioni Commissariate erano attinenti ad un eccesso di spesa farmaceutica e di personale, di posti letto ospedalieri, all'inesistenza pressoché totale dei servizi territoriali, ad un elevato debito frutto di disavanzi pregressi, a indicatori di inappropriatezza di varia tipologia ed assenza di qualsivoglia sistema di monitoraggio e controllo che fosse efficace. Il Piano di Rientro per la Campania prevedeva dettagliate indicazioni vincolanti a carico della Regione, ed in particolare, tra l'altro: - Riduzione dei contratti per spesa farmaceutica e per beni e servizi pari al 5% per 3 anni; - Blocco del turnover dal 75% al 90% del personale cessato dal servizio, secondo le categorie professionali e riconduzione dei fondi della contrattazione integrativa aziendale alla media regionale. Al termine del primo triennio le indicazioni disposte non risultarono adempiute, con la conseguenza della nomina commissariale, corredata di delega ad acta specifici, coerenti con l'intero Piano di rientro che venne riproposto come Programmi Operativi, coerenti con gli obiettivi finanziari programmati (art. 2, comma 88 L. 191/2009). Si registrarono, altresì: l'aumento dell'aliquota massima di IRPEF e IRAP, il blocco totale delle assunzioni, il divieto di effettuare spese non obbligatorie. L'esercizio del Commissariamento negli anni successivi è stato dunque regolamentato da ulteriori Programmi Operativi che costituiscono il Patto aggiornato tra Regione e Governo per il perseguimento degli obiettivi di risanamento. Verifiche periodiche effettuate con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia e delle Finanze hanno attestato progressivamente il miglioramento delle attività contabili e sanitarie. Negli ultimi due anni la Regione Campania ha potuto mostrare ai Tavoli Ministeriali una nuova attendibilità e credibilità in termini di programmazione ed esiti di salute, nel processo di risanamento contabile ed assistenziale. Il recupero nel periodo 2016/2018 è caratterizzato da una consolidata stabilizzazione economico-finanziaria e da una marcata crescita per gli indicatori che misurano i processi assistenziali. Gli adempimenti LEA, da tempo fermi all'annualità 2012, sono stati recuperati dal novembre 2017 in poi, permettendo lo sblocco di fondi sanitari pari al 3% annuo del FSR, quale quota premiale rilasciata nella disponibilità della Regione solo a seguito della verifica nazionale in ordine agli avvenuti adempimenti. Le quote sbloccate nell'ultimo anno sono risultate 3, con ingresso di importanti risorse per una nuova disponibilità economica a garanzia dei LEA. Di seguito si rappresenta l'andamento del risanamento economico e della griglia LEA nell'ultimo quinquennio. I dati aggiornati e certificati al 2018 permettono alla Regione Campania di richiedere, come già verbalizzato nella seduta di verifica del 22.11.2018 e come motivato con il presente documento, l'applicazione dell'art. 2, comma 88 della Legge n. 191/2009 "a seguito dell'approvazione del nuovo piano cessano i commissariamenti, secondo i tempi e le procedure definiti nel medesimo piano per il passaggio dalla gestione straordinaria commissariale alla gestione ordinaria regionale". Pertanto, il presente documento viene predisposto per il passaggio dalla gestione straordinaria commissariale alla gestione ordinaria regionale. ## L'avvenuto risanamento economico-finanziario Con l'accordo con il Ministro della Salute e il Ministro dell'Economia e delle Finanze, a norma dell'articolo 1, comma 180, Legge n. 311 del 2004, che prevedeva la possibilità, per le Regioni che presentavano situazioni di squilibrio economico-finanziario e/o di mancato mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), di elaborare e sottoscrivere un Programma Operativo di riorganizzazione, di riqualificazione o di potenziamento del Servizio Sanitario Regionale, la Regione Campania ha avviato un percorso di risanamento del disavanzo sanitario volto in primis al perseguimento dell'equilibrio economico, oltre che al miglioramento nell'erogazione dei LEA. La fase di avvio per il risanamento del disavanzo sanitario campano ha comportato non poche difficoltà soprattutto a livello di Governance, al punto da conseguire una valutazione insufficiente del grado di attuazione del Piano di Rientro da parte del Tavolo di Verifica degli adempimenti regionali e del Comitato permanente per la verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza, con conseguente nomina da parte del Consiglio dei Ministri di un Commissario ad acta per la prosecuzione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Campania. Il commissariamento, preposto all'attuazione degli interventi già definiti con il piano di rientro, ha definito i programmi operativi quale strumento per l'implementazione delle azioni programmate. Nello specifico, nel corso degli anni sono stati predisposti i programmi operativi di riorganizzazione per le annualità 2010-2011, approvati con decreto del Commissario ad acta per la sanità n. 25 del 13 aprile 2010; i programmi operativi 2011-2012, approvati con decreto del Commissario ad acta per la sanità n. 45 del 20 giugno 2011, l'aggiornamento dei programmi operativi per l'esercizio 2012, approvati con decreto del Commissario ad acta per la sanità n. 53 del 9 maggio 2012, i programmi operativi 2013-2015 approvati con decreto n. 108 del 10 Ottobre 2014 ed i programmi operativi 2016-2018 approvati con decreto n. 14 del 1 Marzo 2017. Il lungo ed impegnativo percorso di risanamento, razionalizzazione e riqualificazione fin qui compiuto ha portato il Servizio Sanitario Regionale, anche grazie all'efficacia dell'azione di affiancamento garantita in questi anni dai Ministeri dell'Economia e delle Finanze e della Salute, a conseguire condizioni strutturali e durature di equilibrio economico. La Regione Campania a partire dall'anno 2013 e fino al 2018, come certificato dai Tavoli di Verifica ministeriali, ha raggiunto una situazione strutturata di sostanziale equilibrio, riuscendo quindi nel difficile processo di risanamento dei propri conti e nella puntuale e tempestiva attuazione degli interventi di riequilibrio previsti dal piano. Le azioni intraprese negli ultimi anni dalla Regione Campania e dalle Aziende Sanitarie, hanno consentito da un lato il raggiungimento dell'equilibrio economico e dall'altro il rafforzamento delle situazioni patrimoniali delle Aziende Sanitarie e del Consolidato regionale, in particolare, attraverso un'importante attività di sistemazione contabile che ha di fatto consentito un notevole miglioramento della qualità dei dati contabili. Tra i risultati meritevoli di nota, in quanto rilevanti sia per la Regione che per le Aziende Sanitarie in termini di lavoro e tempo profuso per il perseguimento degli stessi, si rilevano: - Le coperture integrate dalle partite pregresse degli Enti del SSR. Tale situazione è già rappresentata nel Bilancio al 31.12.2016; - La strutturazione del processo di gestione del contenzioso in capo ai singoli Enti del SSR, che ha visto da un lato il completamento delle attività della Due Diligence del Fondo Rischi con conseguente ricognizione analitica del contenzioso in capo ai singoli Enti del SSR e relativa valutazione di congruità del fondo rischi al 31.12.2016 e dall'altro una gestione sistematica ed omogenea del contenzioso da parte dei singoli Enti attraverso l'utilizzo di una piattaforma informatica e di procedure di rilevazione e valutazione del contenzioso comune; - Il ridimensionamento, quasi azzeramento, del fenomeno della mancata regolarizzazione delle carte contabili per pignoramenti passate da ca. 850.000 €/000 al 31.12.2009 a ca. 13.288 €/000 al 31.12.2018; - Il completamento del processo di passaggio di tutti gli Enti del SSR campano al nuovo sistema informatico SAP previsto nell'ambito del progetto di cui l'ex art. 79 Legge n. 133/2008, che consentirà di fornire ulteriore impulso in termini sia di rafforzamento della struttura patrimoniale delle Aziende sia in termini di miglioramento della qualità dei dati contabili. Anche dal punto di vista finanziario è notevole il miglioramento rilevato soprattutto nell'ultimo triennio, in termini di ridimensionamento del livello di indebitamento commerciale del SSR riportato a livelli fisiologici, con previsione d'ulteriore riduzione nel breve periodo. Tale ridimensionamento è riconducibile oltre che all'effetto delle maggiori disponibilità finanziarie garantite dall'anticipazione di liquidità (di cui al D.L. n. 35/2013) e dallo smobilizzo di quote di perdite pregresse, anche da incisive manovre di rivisitazione ed aggiornamento delle procedure amministrativo-contabili, che hanno consentito di ridurre i tempi di inefficienza amministrativa con effetto anche sulla contrazione dei tempi di pagamento. Con riferimento ai risultati economici consolidati del SSR campano degli anni 2007-2018, si evidenzia l'inversione di tendenza degli stessi a partire dall'anno 2013. Tale fenomeno è ancora più rilevante se si considera che a partire dall'esercizio 2014, i risultati positivi di gestione a livello consolidato, certificati anche dai Tavoli di Verifica, hanno consentito di liberare le quote di manovre fiscali a ripiano del disavanzo sanitario a favore del bilancio regionale. Di seguito si riporta, sotto forma grafica, l'andamento delle principali voci di costo da Conto Economico per gli anni 2007-2018, dalla cui analisi si evince quanto finora esposto: - Costo del Personale: Come evidenziato in Figura 1, nel corso dell'ultimo decennio il costo del Personale del SSR campano si sia drasticamente ridotto, tale riduzione è imputabile al totale blocco del turn-over del personale a cui la Regione è stata sottoposta dall'anno 2010 fino all'anno 2014 in attuazione a quanto disposto in materia dalla Legge n. 191/2009, oltre che a misure regionali di contenimento dei costi applicati dalle Aziende Sanitarie nel corso degli ultimi anni sulle componenti accessorie di reddito. - Prodotti Farmaceutici: In Figura 2 si evidenzia il costo dei Prodotti Farmaceutici per gli anni 2007-2018. Dal grafico è evidente il notevole incremento dei costi per prodotti farmaceutici a partire dall'anno 2015. Tale incremento è riconducibile alla messa in commercio di nuovi farmaci sperimentali oncologici e per la cura dell'Epatite C, oltre che all'aumento della distribuzione diretta dei farmaci ad alto costo e al potenziamento della distribuzione dei farmaci in PHT. Il grafico mostra come dall'anno 2007 i costi sostenuti per beni e servizi si siano ridotti. - Servizi sanitari e non sanitari: In Figura 3 si evidenzia il costo dei Servizi non sanitari per gli anni 2007-2018. Tale riduzione è imputabile principalmente alle attività poste in essere dalle Aziende Sanitarie per la rinegoziazione dei contratti con conseguente riduzione dei prezzi unitari di fornitura e/o i volumi di acquisto, in applicazione del D.L. n. 78/2015 (Spending Review). In Figura 4 si evidenzia il costo dei Servizi sanitari per gli anni 2007-2018. Il grafico mostra un andamento crescente dei costi dei servizi sanitari, imputabile principalmente al ricorso a forme alternative di lavoro (ad es. prestazioni aggiuntive). Con riferimento agli aspetti patrimoniali, si riporta di seguito l'andamento dell'indebitamento commerciale dagli anni 2007-2018. In particolare, la Figura 7 mostra un sostanziale miglioramento dell'indebitamento commerciale soprattutto a partire dall'anno 2013. Tale riduzione rappresenta l'effetto, in particolare per gli anni 2013-2014, delle azioni poste in essere in attuazione del D.L. n. 12/2011 e del D.L. n. 35/2013 convertito in legge n. 64/2013, oltre che delle attività di riconciliazione delle partite debitorie effettuate dalle singole Aziende del SSR, come ad esempio l'attività di regolarizzazione delle carte contabili. La contrazione dell'indebitamento commerciale ha quale primario effetto la riduzione dei tempi di pagamento, come rilevato dalla Piattaforma Crediti Commerciali (PCC). In Figura 6 si evidenza l'andamento dei tempi medi di pagamento dei fornitori per gli anni 2015 -2018 a livello consolidato di SSR. Si precisa che i tempi medi sono stati calcolati in riferimento ai pagamenti relativi ai debiti sorti nell'anno di competenza. ## Il miglioramento della qualità dell'assistenza sanitaria Nel triennio 2019-2021 si rende necessario, nell'ambito del complesso processo di risanamento del Servizio Sanitario Regionale, proseguire l'azione di miglioramento della qualità dell'assistenza sanitaria. Tale miglioramento è da perseguirsi attraverso la continua realizzazione di una serie articolata di obiettivi che vanno dalla efficacia clinica, alla competenza professionale e tecnica, all'efficienza gestionale, all'equità degli accessi, alla sicurezza e alla appropriatezza dei percorsi diagnostici-terapeutici. In tema di valutazione della qualità dell'assistenza un posto di rilievo occupano la Griglia LEA e gli indicatori del Piano Nazionale Esiti (PNE). La Regione Campania continuerà, attraverso l'utilizzo degli strumenti innanzi descritti, a garantire e a migliorare sempre più la qualità dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), così come comprovato in questi ultimi anni nei quali si è registrato un superamento delle criticità espresse dal Tavolo tecnico e Comitato permanente per la verifica dei LEA e degli adempimenti connessi al piano di rientro. Nello stesso periodo la Regione Campania ha evidenziato un progressivo incremento della qualità dell'assistenza conseguendo risultati di miglioramento in una buona parte delle aree cliniche tradizionalmente critiche del Programma Nazionale Esiti (PNE). Tutto ciò anche grazie alla realizzazione di un cruscotto direzionale regionale che attraverso la raccolta di una serie di informazioni, opportunamente elaborate e rappresentate, consentono di leggere gli aspetti qualitativi connessi all'assistenza sanitaria, inclusi quelli dell'appropriatezza e di costo, e laddove possibile, degli outcome. La valenza di uno strumento "diagnostico", come il Cruscotto Regionale, è data dalla capacità di misurare tempestivamente il grado di qualità, efficienza ed equità con cui viene erogata l'assistenza sanitaria nella nostra Regione e di rilevare come le Aziende Sanitarie stiano rispondendo agli interventi strutturali messi in atto, finalizzati ad assicurare ai cittadini campani le migliori cure, orientando le decisioni di politica sanitaria sulla base delle evidenze. In termini di assistenza, si registra un netto miglioramento per le annualità 2016-2018, rilevabile attraverso i punteggi raggiunti in termini di Griglia LEA. Nello specifico, la Regione Campania è passata da un punteggio in Griglia LEA pari a 124 per l'annualità 2016, ad un punteggio pari a 152 rilevabile per l'annualità 2017 e pari a 170 nel 2018. Nello specifico, il monitoraggio in tempo reale, effettuato attraverso il Cruscotto Direzionale Regionale, consente di rilevare dei consistenti miglioramenti per gli indicatori relativi all'assistenza ospedaliera e agli indicatori relativi all'appropriatezza dei ricoveri. Il Cruscotto Direzionale, nelle disponibilità della Regione, transiterà nel sistema informativo SINFONIA (Cfr. Programma 7). Si riporta di seguito l'andamento della griglia LEA del triennio 2016-2018.
campania
healthcare
planning_acts
Regione Campania
2019-11-21
9d5302d8ba446dae30c5130cc23b6d6a
2
Il modello di sviluppo e di riqualificazione del SSR
Il presente Piano esplicita l'avvio di un percorso che conduce gradualmente la Regione Campania a riportare al suo interno i poteri di programmazione sanitaria, attraverso l'uscita dal commissariamento. A tal fine la Regione Campania in ottemperanza alle normative nazionali e alle disposizioni dei Ministeri affiancanti in sede di Tavolo Tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato Permanente per la verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza, ha già trasmesso la proposta di riorganizzazione della Rete Ospedaliera dell'Emergenza Urgenza in adesione al D.M. n. 70/2015, nel rispetto degli standard nazionali. Nel triennio 2019-2021 la Regione Campania intende proseguire nel modello di verifica e controllo trimestrale, così come condotto finora dai Ministeri affiancanti, per uno stretto monitoraggio degli indicatori economico-finanziari e sanitari, facendo proprio il sistema finora condiviso con i Ministeri, con uguale rigore metodologico e periodicità prestabilita. I principi ispiratori del presente Piano, predisposto nel 40' anniversario della istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, sono rappresentati da forti valori fondanti, quali universalità e solidarietà, resi coerenti con l'attuale situazione epidemiologica regionale, orientata a nuovi bisogni e supportata da nuove offerte assistenziali, soddisfacendo nuovi indicatori di qualità, e rimanendo nell'alveo del contenimento e del rigore della gestione economica-finanziaria già dimostrati. I driver fondamentali su cui sviluppare la sanità campana nel prossimo triennio 2019-2021 sono: - Mantenimento dell'equilibrio economico; - Miglioramento della qualità dell'assistenza (verificata attraverso adempimenti LEA, griglia LEA, Piano Esiti e tutti gli indicatori di performance previsti a livello nazionale); - Equità, omogeneità, garanzia dell'accesso alle cure; - Informatizzazione e costruzione di reti assistenziali; - Riorientamento dell'assistenza nella dimensione territoriale ed intermedia; - Ammodernamento tecnologico ed edilizio; - Arruolamento e formazione continua del personale; - Riduzione della mobilità passiva.
campania
healthcare
planning_acts
Regione Campania
2019-11-21
9d5302d8ba446dae30c5130cc23b6d6a
3
Programma 1: Il paziente al centro del SSR
Il nuovo paradigma intorno al quale ruota l'intero Piano 2019-2021 è costituito dal "Paziente al Centro del Sistema", paziente/cittadino che diventa il fattore chiave per migliorare l'intero sistema sanitario regionale. L'assistenza centrata sul paziente significa rispetto e attenzione ai suoi bisogni, ai suoi valori a garanzia delle decisioni cliniche prese in suo favore. Solo seguendo questo modello e programmando il sistema intorno al paziente, la Regione Campania consoliderà percorsi di prevenzione, cura e riabilitazione che rispettino l'interesse di salute del paziente, capaci di esprimersi nel tempo come miglioramento di outcome in termini di qualità di vita, sopravvivenza, accompagnandosi per l'amministrazione ad una appropriatezza di spesa ed un costante equilibrio finanziario. Questo presupposto richiede un complessivo riorientamento di condizioni organizzative, dotazioni tecnologiche e logistiche, azioni di monitoraggio e valutazione che saranno coerenti ed efficaci, pur nei diversi setting e nelle multiformi complessità, solo se avranno tutte, al centro, il paziente. "Il paziente al centro" non è una scelta di maniera o solo una proclamazione di intenti ma costituisce il presupposto per un impianto di sistema strutturato e ridisegnato con coerenza e corrispondenza, e deve essere riproposto in tutte le determinazioni e gli atti che la Regione Campania assumerà d'ora in poi, a partire dall'individuazione dei propri obiettivi, a cascata calati sulle Dirigenze aziendali chiamate alla operatività. Il cambio di paradigma appare tuttavia una necessità di sistema, anche a livello nazionale, necessario per affrontare le sfide che si profilano per l'intero SSN, derivate dalle transizioni in corso. È sempre più evidente infatti che anche nel Sistema Sanitario Nazionale c'è un mutamento di prospettiva: da una focalizzazione di programmazione basata sulle strutture fisiche (ospedali, ambulatori, etc.) si procede da più parti verso modelli basati su percorsi, continuità dell'assistenza, orientati a gruppi di patologie. Di fronte al fenomeno ormai pluriennale delle risorse finanziarie stanziate per il Welfare, che vedono quelle dedicate al SSN in lento ma costante decremento (sono scivolate dal 24% della spesa totale nel 2010 al 21,9% nel 2016, mentre la spesa assistenziale passa dall'8% del 2010 al 10% del 2016), la forte spinta della spesa per long term care (LTC), che comprende tutte le forme di cura della persona e di assistenza sanitaria e gli interventi di cura domestica associati di natura continuativa, richiede necessariamente interventi di natura riorganizzativa. In questo quadro di contingentamento delle risorse disponibili, emergono crescenti criticità nell'accesso ai servizi di fronte alle transizioni in corso nel panorama sanitario campano che hanno generato un disequilibrio di sistema: - La transizione demografica con un quadro epidemiologico in cambiamento per la crescita costante dell'età media degli italiani e dei campani, con un progressivo incremento delle cronicità anche per patologie prima circoscritte all'ambito delle acuzie (come ad esempio alcune malattie infettive o quelle oncologiche), non accompagnato ad un miglioramento della qualità di vita; - La transizione tecnologica con l'immissione continua sul mercato di farmaci, tecnologie e dispositivi diagnostici e terapeutici sempre più costosi, seppure efficaci, che necessitano di stringenti procedure di HTA per la valorizzazione dell'impatto di efficacia e della concomitante sostenibilità del sistema; - La transizione informatica, anello indispensabile di congiunzione dei sistemi nel SSR, ancora in perfezionamento e in valorizzazione per il necessario utilizzo quotidiano nei processi di programmazione e di management e per un accesso fruibile del cittadino. La reingegnerizzazione del SSR deve dunque tener conto delle tipologie di pazienti che richiederanno servizi e prestazioni nel prossimo futuro e delle mutazioni delle infrastrutture di sistema che contestualmente dovranno sorreggerne lo sviluppo. È con questa premessa che va letto e interpretato il presente Piano, nel quale ogni cittadino troverà la propria collocazione nel SSR e la risposta ai propri bisogni, ricostruita in processi di cura predefiniti, rispondenti alle più moderne evidenze scientifiche, arricchiti di multidisciplinarietà e multidimensionalità tali da rendere efficiente ma praticabile il sistema. In tale sistema le reti professionali, cliniche, assistenziali, diagnostiche e terapeutiche sono la base su cui progredire e risanare, per voltare pagina e riprendersi una capacità di programmare il proprio futuro, nella certezza di poter esercitare le scelte a cui un governo regionale è chiamato per propria natura e per mandato conferito dal popolo stesso. E per la tipologia della popolazione a cui rispondere, si privilegia la difesa del principio universalistico di questo SSR, coniugato alla progressione nella innovazione per contrastare viaggi della speranza (o peggio il fenomeno della mobilità passiva) e alla capacità di gestire l'inesorabile invecchiamento che appesantisce il welfare e le famiglie. "Il paziente al centro" diventa una modalità di pensiero, diventa la via d'uscita ai problemi ed ai quesiti quotidiani, diventa mood aggregatore universale. Le classificazioni che seguono sono state prescelte proprio in considerazione delle diverse tipologie di pazienti che affollano le nostre strutture e che vengono accolte in quanto orientate dal problema e non dal luogo di esercizio sanitario. Aggregazioni di problematicità permettono una ricostruzione di attività per complessità e intensità di cure, più che per monospecialità, dal momento che siamo convinti che la medicina non è un'arte solitaria ma da professare in team. ## 1.1 Il paziente in età pediatrica Il minore è il soggetto con età fino a diciotto anni (Convenzione di New York per i Diritti del Fanciullo del 1989, come ratificata con la Legge 27 maggio 1991, n. 176) e ha il diritto di godere del miglior stato di salute possibile e di poter accedere a cure sanitarie dedicate ed appropriate ai suoi bisogni, condizione essenziale in tutte le fasi della vita, in particolare per l'età evolutiva. Il riconoscimento della "specificità pediatrica" nell'ordinamento sanitario si basa sulla peculiarità del bisogno del bambino e delle sue malattie, che anche prevede un forte e pieno coinvolgimento della famiglia nella relazione di cura. Le migliorate condizioni di vita instauratesi progressivamente a partire dal dopoguerra, unitamente ad alcuni indiscutibili progressi nel campo della medicina, sono stati responsabili di un sostanziale cambiamento nelle patologie più frequentemente causa di morbosità e mortalità in età pediatrica, con la drastica riduzione di casi gravi associati a patologie infettive/parassitarie, malattie respiratorie e gastroenteriche. Accanto alle tradizionali attività proprie della pediatria delle cure primarie (cura delle patologie acute non complesse che pure rimangono causa frequente di consultazione) sono dunque emerse nuove priorità nell'assistenza primaria: - Minori con patologie croniche, gravi disabilità e/o malattie rare complesse. L'aumento della sopravvivenza di neonati altamente pretermine (<32 sett. di età gestazionale), il miglioramento della assistenza specialistica per i bambini con patologia grave e il maggiore passaggio in cura dall'ospedale all'area delle cure primarie, sono alla base di questo fenomeno; - Minori con disturbi del neuro-sviluppo e della salute mentale, questi ultimi in aumento soprattutto in età adolescenziale. Questi pazienti rappresentano ormai il "core" dell'attività territoriale, impegnano risorse economiche sempre più ingenti e richiedono la definizione di linee guida e percorsi ad hoc progettati per la loro assistenza. La migrazione sanitaria in età evolutiva, rappresenta per la Regione un fenomeno rilevante da contrastare. È dunque fondamentale ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie croniche nell'infanzia attraverso lo sviluppo di centri aziendali interdisciplinari al fine di offrire ai bambini e alle loro famiglie le migliori cure non solo tecniche ma anche "relazionali ed educative" nel luogo più vicino alla loro abitazione, potenziare la/le struttura ospedaliera pediatrica regionale come centro di riferimento capace di dare risposte ai piccoli pazienti con patologie ad elevata complessità. La Regione Campania, per il triennio 2019-2021 si è data i seguenti obiettivi: - L'integrazione tra ospedale e territorio valorizzando adeguatamente le attività distrettuali, in connessione con quelle ospedaliere, tramite lo sviluppo e la condivisione tra professionisti di percorsi assistenziali integrati (rete delle malattie croniche in età evolutiva), attraverso la presa in carico e la continuità assistenziale; - L'assistenza territoriale necessita quindi di essere rimodulata, per rispondere ai bisogni di cura dei bambini/adolescenti e per favorire l'adeguamento professionale e formativo del pediatra, degli infermieri e delle altre figure sanitarie inseriti nel percorso di cure al paziente pediatrico. Allo stesso modo è necessario definire una rete socio sanitaria che integri i consultori, i servizi sociali, la scuola (presa in carico e somministrazione dei farmaci a pazienti con malattie croniche) organizzata sulle esigenze del bambino e dell'adolescente; - Promuovere ed adottare percorsi diagnostico-assistenziali aderenti a Linee Guida (SNLG) scientificamente validate, orientati all'appropriatezza e alla qualità delle prestazioni erogate, nonché ad implementare sistemi di monitoraggio delle attività per definire, attraverso l'individuazione di idonei indicatori, le ricadute clinico assistenziali delle attività stesse, la loro appropriatezza, efficacia, efficienza e sicurezza, in modo da rendere misurabili i volumi di attività delle Strutture e la qualità in ambito organizzativo, gestionale, professionale e tecnico. Tutto questo si realizza attraverso l'area pediatrica e le sue specifiche fasi cioè l'ambiente in cui il sistema sanitario si prende cura del neonato, del bambino e dell'adolescente, costituito da strutture e personale con caratteristiche peculiari per l'età evolutiva (Progetto obiettivo materno-infantile G.U. 7.6.2000 n. 131). ### 1.1.1 La fase preconcezionale La fase preconcezionale ha l'obiettivo di informare i cittadini sul ruolo della fertilità nella loro vita, sulla sua durata e su come proteggerla evitando comportamenti che possono metterla a rischio, di fornire assistenza sanitaria qualificata per difendere la fertilità promuovendo interventi di prevenzione e diagnosi precoce al fine di curare le malattie dell'apparato riproduttivo e di sviluppare nelle persone la conoscenza delle caratteristiche funzionali della loro fertilità per poterla usare scegliendo di avere un figlio consapevolmente. La Regione Campania si prefigge l'obiettivo di promuovere la tutela della fertilità maschile e femminile mediante la promozione di stili di vita sani, il contrasto alle malattie ed infezioni trasmesse per via sessuale e la pianificazione familiare e potenziando e valorizzando le attività consultoriali. Le sedi consultoriali costituiscono infatti un importante punto di riferimento per la salute sessuale, riproduttiva e psico-relazionale della popolazione, e rappresentano spesso il presidio di accesso prevalente al servizio sanitario anche per alcune fasce svantaggiate della popolazione, con riferimento in particolare alla popolazione straniera. La Regione Campania ha assegnato un finanziamento di 4.000 €/000/anno, alle Aziende Sanitarie Locali, per incrementare e riqualificare le attività consultoriali rivolte alla tutela della salute della donna, del bambino, dell'adolescente e della famiglia, con l'obiettivo di dare risposta rapida ai bisogni di salute. L'apertura di almeno uno spazio ad accesso diretto, senza richiesta del medico curante, consente ai giovani adulti la preservazione della fertilità (prevenzione e trattamento delle malattie sessualmente trasmesse, diagnosi precoce e trattamento dell'endometriosi, consulenza preconcezionale e prenatale). Obiettivi e Indicatori: - Potenziare e valorizzare le attività delle sedi consultoriali con l'istituzione di spazi dedicati ad accesso facilitato alla fascia di età 20-34 anni - Numero di consultori che attivano spazi dedicati alla prevenzione nella fascia di età 20-34 anni/totali - Organizzare interventi formativi, in integrazione con i servizi dei dipartimenti materno infantili, rivolti alla popolazione target e agli operatori sanitari per la diffusione della cultura della preservazione della fertilità e della prevenzione della sterilità - Numero AASSLL che attivano un progetto di formazione per gli operatori sulla preservazione della fertilità e prevenzione della sterilità in ogni azienda - Promuovere la tutela della fertilità maschile e femminile attraverso la promozione di sani stili di vita e di salute riproduttiva, il contrasto alle malattie ed infezioni trasmesse per via sessuale e la pianificazione familiare - Numero di consultori che attivano un progetto di promozione di sani stili di vita e di salute riproduttiva all'interno degli spazi dedicati alla prevenzione - Garantire l'assistenza ostetrica, psicologica e medica nella preconcezione, nell'infertilità e nelle problematiche sessuali e relazionali dei singoli e della coppia - Numero di consultori che garantiscono l'assistenza ostetrica, psicologica e medica nella preconcezione, nell'infertilità e nelle problematiche sessuali e relazionali dei singoli e della coppia ### 1.1.2 La fase prenatale Le cure prenatali forniscono una base di partenza per importanti attività di assistenza sanitaria, tra le quali promozione della salute, procedure di screening e diagnosi, e prevenzione delle malattie. L'adozione di pratiche appropriate e tempestive basate sulle evidenze scientifiche, nell'ambito delle cure prenatali può contribuire a migliorare e a salvare vite. In modo particolare, l'assistenza in gravidanza fornisce anche l'opportunità di comunicare con le donne, le famiglie e le comunità e sostenerle in un momento particolare della vita. La fase di concepimento e la successiva gravidanza hanno una particolare importanza per l'adattamento e per costruire la salute di base del bambino. I nove mesi prima della nascita hanno un'influenza pregnante sulla salute in età avanzata. Ogni gravidanza e nascita ha un suo percorso e una sua variabilità clinica, organizzativa ed emotiva. Tuttavia, è compito pubblico quello di rendere il percorso meno accidentato possibile, riducendo i fattori di stress, rendendo disponibili le informazioni, alimentando le competenze dei neo genitori, riducendo ansia e dolore, favorendo la prosecuzione di un sostegno assistenziale e umano anche dopo l'uscita dalle strutture sanitarie e bilanciando le esigenze e gli standard di sicurezza clinica con il riconoscimento della nascita, salvo casi specifici, come un fenomeno naturale e non come una malattia. Durante la gravidanza, parto e primo anno di vita sono in gioco le basi della salute fisica, psichica e relazionale dei bambini e futuri cittadini, la salute della società e pertanto sono indispensabili specifici corsi di accompagnamento alla nascita. Obiettivi e Indicatori: - Intervento nutrizionale: emanazione di linee di indirizzo per la corretta alimentazione in gravidanza e l'assunzione dei necessari supplementi nutrizionali, e raccomandazione sui corretti stili di vita (fumo, alcol e sostanze d'abuso) al fine di prevenire aborti, malformazioni congenite, parti prematuri e complicanze materne - Numero linee di indirizzo regionali emanate sulla corretta alimentazione e sui corretti stili di vita in gravidanza (almeno due linee di indirizzo all'anno) - Tutela della gravidanza fisiologica e della gravidanza a rischio attraverso l'attivazione della diagnostica prenatale specifica del primo trimestre, sulla base delle più recenti Linee guida (come previsto dai LEA 2017), con l'obiettivo di attivare la diagnostica prenatale in almeno il 20% delle aziende sanitarie regionali - Numero di Aziende Sanitarie Regionali che attivano la diagnostica prenatale - Aumento fino al 15 % del numero delle donne che si sottopongono alla vaccinazione antinfluenzale e DtP - Numero pazienti gestanti che effettuano la vaccinazione antinfluenzale e DtP (aumento del 15%) - Riduzione di almeno il 20% delle sepsi precoci da Streptococco beta-emolitico di Gruppo B (SBEGB) - Monitoraggio delle sepsi precoci da SBEGB - Consentire alla donna in gravidanza di operare scelte informate, basate sui propri bisogni e i propri valori - Numero delle donne/coppie che hanno seguito Corsi di accompagnamento alla nascita (CAN) ### 1.3.1 La tutela della nascita La gravidanza ed il parto sono momenti centrali e rilevanti per la donna e per la famiglia, e vanno vissuti con serenità confidando nella qualità del Servizio Sanitario Regionale e nelle competenze dei suoi professionisti. Per questo motivo, la Regione Campania sta investendo risorse per ottimizzare il percorso nascita e garantire agli utenti equità nell'offerta di servizi, con un forte impegno contro gli elementi di inappropriatezza dell'assistenza sanitaria. Allo scopo di rendere più sicuro e al tempo stesso di "umanizzare" il percorso nascita, la Regione Campania intende rafforzare nel prossimo triennio un percorso della gravidanza e del parto rendendo la donna protagonista, insieme al suo piccolo, del parto/nascita e accompagnandola durante il parto e nell'accoglienza al bambino. Integrazione ospedale-territorio attraverso l'utilizzo di un sistema informatizzato gravidanza-parto-puerperio integrato su piattaforma Regionale, l'implementazione dei Corsi di Accompagnamento alla nascita e un Libretto della gravidanza condiviso e informatizzato contribuiranno ad un ulteriore riduzione del ricorso improprio al Taglio Cesareo. La verifica degli standard operativi, di sicurezza e tecnologici, previsti dall'accordo Stato-Regione del 16 dicembre 2010, dei Punti Nascita pubblici e accreditati presenti sul territorio e la razionalizzazione progressiva dei Punti Nascita con numero di parti inferiori a 1.000/anno consentirà di aumentare gli standard qualitativi assistenziali e di migliorare l'intero percorso della tutela della nascita. Obiettivi e Indicatori - Garantire l'utilizzo di un sistema informatizzato gravidanza-parto-puerperio integrato (su piattaforma regionale) che funga anche da strumento di collegamento e comunicazione tra le diverse strutture ospedaliere e territoriali, prevedendo un "percorso unificato", con continuità delle cure, individuando una cartella dedicata - Realizzazione della piattaforma informatizzata regionale - Produzione da parte del comitato percorso nascita regionale di una cartella condivisa ospedale-territorio - Garantire una diffusione omogenea di corsi di accompagnamento alla nascita sul territorio e allattamento materno, inserendo nel corso una sezione per la depressione post-partum - Numero di percorsi formativi attivati per ASL - Favorire dimissioni protette delle puerpere e dei neonati facilitando il ritorno al territorio, promuovendo le visite domiciliari da parte delle ostetriche del territorio - Numero dimissione effettuati in regime di Home visiting - Numero di consultori che effettuano Home visiting - Creazione di un libretto multilingue della gravidanza parto e puerperio - Realizzazione da parte del Comitato Percorso Nascita regionale del libretto della gravidanza multilingue - Garantire l'accoglienza del neonato con il contatto pelle a pelle (skin to skin) in Sala Parto (SP) e Sala Operatoria (SO) - Numero Punti Nascita che hanno attivato contatto pelle a pelle in SP e SO - Incrementare fino al 20% il numero di strutture che applicano il rooming-in 24 H, per favorire il naturale instaurarsi del rapporto mamma-bambino e l'avvio dell'allattamento - Numero di strutture che applicano il rooming-in 24 H - Formalizzare specifici PDTA inerenti le tematiche del percorso nascita in accordo con le linee guida ministeriali: PTDA VBAC (parto spontaneo dopo cesareo); PTDA EPP (gestione emorragia post partum); PTDA (disordini ipertensivi in gravidanza) - PDTA emanati e implementati - Carta dei servizi per il percorso nascita - Produzione della Carta dei servizi in tutte le Aziende dotate di punto nascita - Verifica degli standard operativi, di sicurezza e tecnologici, previsti dall'accordo Stato- Regione del 16 dicembre 2010, dei Punti Nascita pubblici e accreditati presenti sul territorio - Numero dei Punti Nascita che hanno raggiunto gli standard operativi ministeriali - Approvazione di un nuovo documento di programmazione dei Punti Nascita regionali - Approvazione nuova programmazione dei Punti Nascita regionali - Razionalizzazione progressiva dei PN con numero di parti inferiore a 1.000/anno, anche attraverso collegamenti funzionali - Numero di Punti Nascita che condividono spazi e attività professionali funzionalmente collegate ### 1.1.4 I primi mille giorni e la presa in carico Il presente paragrafo fa riferimento ai "primi mille giorni di vita" relativi alla sola fase post-natale in quanto la fase pre-natale è già stata dettagliata nel paragrafo 1.1.2 con specifici obiettivi e indicatori. Il futuro della salute di un bambino si costruisce nei "primi 1.000 giorni di vita", per cui il termine "prevenzione primaria" risulta fondamentale per le malattie non trasmissibili, come obesità, diabete mellito, tumori, malattie metaboliche, cardiovascolari e dello sviluppo neurocognitivo. È dunque importante raccomandare ai genitori la prevenzione prima del concepimento, l'importanza del latte materno, delle vaccinazioni, dell'attenzione agli agenti inquinanti, dell'utilizzo degli strumenti multimediali, l'importanza della lettura precoce e della musica in culla. Questi principi sono programmati e in parte già operativi in ottemperanza del piano regionale della prevenzione 2016-2019. La Regione Campania si impegna a proseguirne l'applicazione nel triennio 2019-2021, fatte salve eventuali integrazioni previste dal prossimo Piano Nazionale della Prevenzione PNP, in corso di adozione. Obiettivi e Indicatori - Promuovere azioni per la tutela della salute materna-fetale nel periodo post-natale mediante appositi interventi di formazione pediatrica e genitoriale sulle diverse dimensioni dello sviluppo del bambino (cognitiva, emotiva, sociorelazionale, sensoriale e motoria), sullo sviluppo precoce del cervello, le sue fasi sensibili e i fattori che influenzano lo sviluppo, sugli aspetti socio-educativi che riguardano lo sviluppo del bambino prematuro e sulle situazioni particolari che riguardano migrazioni, povertà, maltrattamento, adozioni, separazione, lutto e famiglie monoparentali - Numero di corsi regionali attivati per formatori aziendali sui primi 1.000 giorni di vita - Numero di corsi attivati presso le AASSLL - Aumento fino al 10% dell'allattamento esclusivo al seno al 3° e 6° mese di vita - Sviluppare linee di indirizzo e strumenti essenziali per la promozione e la valutazione dello sviluppo neuro-evolutivo da utilizzare nel compilare i bilanci di salute da 0 a 3 anni di vita e favorire interventi precoci circa le buone pratiche su allattamento al seno (aggiornamenti sui benefici e sulla posizione; baby friendly community initiative), alimentazione, musica, gioco e lettura - Informatizzazione dei bilanci di salute compilati da parte del PLS - Promuovere e sostenere programmi di vaccinazioni attraverso le competenze genitoriali - Interventi di promozione delle vaccinazioni attivati presso le AASSLL - Garantire la presa in carico delle dimissioni precoci (inferiori a 48 ore) attraverso le Home visiting - Almeno il 30% dei Punti Nascita per anno ### 1.1.5 L'età della transizione della presa in carico L'interesse per la fase di "transizione" e la necessità di approfondire tutti gli aspetti ad essa correlati, nascono fondamentalmente da tre ordini di fattori: - Aumento dell'aspettativa dei piccoli pazienti con gravi malattie; - Rivalutazione del concetto di "cura"; - Frammentazione della gestione medica. Tra le criticità si rileva la mancanza di comunicazione tra pediatri ed internisti/specialisti dell'adulto, unitamente alle rispettive differenze nella gestione e nel trattamento della patologia cronica. È da considerare centrale l'assistenza adolescenziale accanto a quella pediatrica. Attualmente l'adolescente viene comunemente accolto in strutture dell'adulto con evidenti problemi di accoglienza, conformata più ad una popolazione adulta. La transizione ai servizi per adulti può dunque risultare particolarmente problematica comportando anche disagio per i pazienti e le famiglie e talora un peggioramento clinico ed evolutivo. La Regione Campania individua come obiettivi fondanti l'adozione di due modelli: - Il modello disease-based che consente a ragazzi con specifiche patologie di transitare per un determinato periodo in un ambulatorio co-gestito da un sub-specialista pediatra e da uno specialista dell'adulto; tipico esempio di questa modalità di transizione è l'ambulatorio diabetologico condiviso (jointclinic); - Il secondo modello prevede spazi dedicati ai ragazzi dove siano presenti figure tutoriali esperte non di patologia specialistica ma di area assistenziale. Indipendentemente dal modello, devono essere sempre tenute presenti alcune considerazioni di ordine generale: - L'età del trasferimento deve avvenire in modo flessibile, tenendo conto, da un lato, della normativa nazionale e della convenzione internazionale che indica in 18 anni il limite dell'età pediatrica, dall'altro delle condizioni cliniche, della maturità raggiunta dall'adolescente e della sua capacità di comprensione e di auto-gestione della malattia; - Il periodo di preparazione e il programma di educazione alla transizione deve essere iniziato già nella prima parte dell'adolescenza; - Il processo di trasferimento deve essere un'azione congiunta con la struttura degli adulti destinata a seguire in futuro il paziente, che permetta una reciproca conoscenza e un passaggio coordinato di consegne tra le due equipe mediche. Un ruolo importante deve essere svolto anche dal personale infermieristico. Appare quindi oggi sempre più indispensabile che i vari "attori" che possono svolgere un ruolo nella fase della transizione (personale sanitario e amministrativo, società scientifiche, responsabili di strutture sanitarie, associazioni di genitori, etc.) elaborino, nelle varie realtà in cui i pazienti si trovano a vivere, dei percorsi che da un lato facilitino il passaggio dall'organizzazione pediatrica a quella dell'adulto e che dall'altro garantiscano il completo soddisfacimento di quel concetto di "care" globale. Pertanto, consentire margini di libertà di scelta all'adolescente e alla famiglia significa aver rispetto per esigenze e valutazioni che coinvolgono la sfera sanitaria ma anche quella psicologica e sociale. La Regione Campania, nella programmazione per gli anni 2019-2021, intende promuovere l'organizzazione di percorsi di transizione per il passaggio dalle cure pediatriche alla medicina dell'adulto consapevole che esso rappresenta una criticità per tutti gli attori coinvolti (pazienti, genitori, operatori sanitari). Obiettivi e Indicatori - Valutare l'aderenza e la persistenza del percorso di cura, attraverso l'attivazione di canali comunicativi preferenziali e prestabiliti informatizzati tra Specialisti del Centro di Riferimento per patologia, i centri aziendali dedicati alle malattie croniche in età evolutiva, i MMG e le Farmacie - Numero di percorsi regionali di transizione attivati per le principali patologie croniche - Attivazione di un Team di transizione del paziente pediatrico presso ogni azienda - Numero di Team di transizione attivati ## 1.2 Il paziente cronico e/o fragile La Regione Campania è ancora lontana dal programmare un modello assistenziale costruito per categorie omogenee e forse, nella esplicita volontà di sostenere un modello universale, non penserà in un prossimo futuro di volerlo realizzare, in quanto sceglie di tutelare la salute e non finanziare la malattia. Tuttavia non può non riconoscere e dunque affiancare in un'unica dimensione, le assonanze e i fattori comuni di condizioni quali la cronicità e la fragilità. Di per sé concetti apparentemente non coerenti (la cronicità evoca una situazione duratura e ingravescente, mentre la fragilità si accomuna a una sensazione di stacco improvviso capace di creare un danno che però non è inaspettato), risultano invece rispondenti a dei minimi comun denominatori più di quanto appaia ad un superficiale giudizio. Entrambe le condizioni rispondono ad una scala di valutazione multidimensionale e polispecialistica e coinvolgono sicuramente oltre al paziente, la sua dimensione domestica e familiare, il suo ambito lavorativo se ancora abile al lavoro, la sua domanda di salute che si esprime prevalentemente in ambito territoriale, nei servizi distrettuali, meno spesso nella dimensione ospedaliera, sfociando spesso nel welfare sociale per il necessario supporto alla complessità. La cronicità è espressione tuttavia di una patologia identificata, la cui evoluzione naturale è storia conosciuta dalla medicina e si inquadra in genere perfettamente nel disegno di un percorso diagnostico terapeutico valido di massima per tutti i pazienti. La fragilità attiene a fenomeni di scompenso psico-fisico generalmente temporanei o limitati nel tempo o può, nel tempo, sovrapporsi ad una cronicità complicandone la storia naturale, anzi rendendola meno prevedibile. Due facce di una stessa medaglia nella nostra visione perché necessitanti di un percorso complessivo di presa in carico multidimensionale, multidisciplinare, multiprofessionale, insomma un team. Entrambe richiedono integrazioni di servizi con un primario gestore del processo che la Regione Campania individua nel Medico di Medicina Generale o nel Pediatra di Libera Scelta. Da essi parte un nucleo assistenziale che si deve sviluppare intorno al paziente, a complessità crescente e con l'ingresso successivo nel team di cura di tutte quelle professionalità utili ad affrontare le tematiche assistenziali e socio-sanitarie che si presentano. È intorno a questo nucleo centrale Medico/Paziente che si dipanano i setting assistenziali domiciliari, residenziali, ambulatoriali, alternandosi nella variabilità dell'espressione della malattia e ricondotti sempre all'unità dal case manager. La Regione Campania riconosce come propedeutica nei processi assistenziali di cronicità e di fragilità la figura del case manager, descritto nel corrispondente PDTA di cura, identificandolo nel MMG/PLS o nell'infermiere professionale in UCCP, nell'ambulatorio distrettuale, o delle cure domiciliari. Ad esso la Regione Campania si impegna a destinare attività di formazione per una corretta espressione del ruolo. ### 1.2.1 La presa in carico del paziente Il paziente territoriale cronico/fragile è preso in carico dal proprio MMG/PLS che conosce la storia clinica, le condizioni socio-ambientali e familiari, desideri e aspettative. Il rapporto Medico/Paziente è regolamentato dal Codice deontologico, dalle normative nazionali in materia professionale, dagli Accordi Nazionali e Regionali, dalle leggi in materia di privacy e di trasparenza. La presa in carico avviene di norma nell'ordinario rapporto MMG/PLS che nel triennio a venire si arricchisce per la costituzione di aggregati funzionali (AFT) o organizzati (UCCP) individuati sull'intero territorio regionale. I percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali (PDTA) rappresentano uno strumento di clinical governance che, attraverso l'implementazione delle migliori evidenze scientifiche nei contesti reali, permette di ridurre la variabilità dei comportamenti professionali e organizzativi incrementando l'appropriatezza, contribuendo al disinvestimento da sprechi e inefficienze e migliorando gli esiti di salute. Tuttavia, l'efficacia dei PDTA è fortemente condizionata dal rigore metodologico utilizzato per la loro produzione e richiede sia un piano multifattoriale d'implementazione contesto-dipendente sia un adeguato set di indicatori per misurarne il reale impatto sui processi assistenziali e sugli outcome clinici, economici e umanistici. Pertanto, a partire da suddette considerazioni e coerentemente con il Piano di sviluppo delle Cure Primarie, la Regione Campania ha avviato una attività di revisione/ progettazione dei PDTA a partire dalle patologie cronico-degenerative. Il punto di partenza è stata l'analisi delle criticità riscontrate nell'applicazione dei PDTA ad oggi adottati. È emerso che le maggiori criticità erano rappresentate da: - Una disomogeneità nella stesura dei singoli PDTA; - Un limitato coinvolgimento dei medici di Assistenza Primaria; - Una limitata integrazione fra i professionisti coinvolti nel percorso assistenziale; - Una difficoltà nel monitoraggio del percorso assistenziale; - Una applicazione del percorso assistenziale a macchia di leopardo spesso legata alla parziale adesione dei Medici di Assistenza primaria. Dall'analisi delle suddette criticità ci si è posti come obiettivo prioritario: - La definizione di un documento di indirizzo sulla metodologia di stesura dei PDTA; - La revisione dell'Accordo Integrativo Regionale che prevedesse, nell'ambito dello sviluppo delle nuove forme organizzative (AFT-UCCP) il passaggio da un modello prestazionale ad un modello ad obiettivi, assegnati all'organizzazione e non al singolo MMG, per assicurare la presa in carico dei pazienti a partire da quelli affetti da patologie croniche a cui vincolare le risorse economiche già previste dall'AIR vigente. Contestualmente la Regione ha avviato la revisione del PDTA sulla BPCO, approvato con DCA n. 24/2017, come provvedimento pilota che coniugasse le criticità emerse dall'analisi dell'applicazione dei PDTA già adottati e il nuovo Piano di sviluppo delle Cure Primarie che ha previsto, fra l'altro, che ogni AFT possa essere dotata delle risorse per l'erogazione della diagnostica strumentale di primo livello nell'ambito dei PDTA definiti a livello regionale. Con il DCA n. 1 del 17.01.2018 è stata approvata la revisione del PDTA sulla BPCO. È stato dato, quindi, avvio alle attività di implementazione del PDTA sulla BPCO attraverso un progetto denominato "AGIRE" che ha previsto, fra l'altro, la formazione di due medici di Assistenza Primaria per ogni AFT a cui affidare l'effettuazione della spirometria di I livello nell'ambito del percorso assistenziale. Il progetto si propone di realizzare il Piano Operativo del PDTA BPCO, migliorare l'appropriatezza diagnostica e l'aderenza terapeutica realizzando un percorso formativo e gestionale per la Presa In Carico (PIC) del Paziente da parte della Medicina Generale e della Specialistica pneumologica. In questo contesto un ruolo centrale è sviluppato dal Distretto, come elemento di snodo organizzativo che, attraverso le nuove strutture delle Cure Primarie, le AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali) e le UCCP (Unità Complesse di Cure Primarie), si attiva coerentemente con i contenuti del PDTA per: - Definire gli obiettivi di salute della BPCO e la loro priorità nel contesto sanitario locale; - Individuare le risorse strumentali e formative necessarie alla realizzazione del percorso del paziente; - Definire e comunicare l'organizzazione di dettaglio del Percorso del Paziente e la localizzazione dei setting sanitari; - Assicurare l'integrazione con gli strumenti di ADI (Assistenza Domiciliare Integrata); - Effettuare il monitoraggio delle attività e degli indicatori di processo ed esito di competenza. I servizi distrettuali devono organizzarsi per la presa in carico e la gestione proattiva delle principali aree di bisogno multidimensionale e dei principali raggruppamenti di patologia, con servizi multiprofessionali ad accesso diretto (Capo IV DPCM LEA 12/01/2017) che seguono il paziente in tutto il percorso di cura, collegandosi al sistema delle cure primarie, alla diagnostica, ai servizi sociosanitari, al sistema delle cure domiciliari, alla rete della terapia del dolore, al sistema delle cure palliative. In questo ambito va tra l'altro riposizionato il ruolo dei professionisti specialisti ambulatoriali che devono contribuire alla presa in carico del paziente: essi devono rendere prestazioni specialistiche ai servizi distrettuali o alla medicina di base che hanno in carico il paziente, laddove richiesto dai percorsi di cura, secondo le modalità previste dalle norme (prescrizione con quesito o sospetto diagnostico -art. 15 DPCM LEA 12/01/2017); ma possono e devono partecipare attivamente e quale parte integrante ai servizi distrettuali che fanno la presa in carico dei pazienti, mantenendo l'accesso diretto per contribuire a garantire tutte le prestazioni che sono previste per ciascun area di bisogno. La presa in carico unitaria e continua deve garantire l'accompagnamento del paziente anche cronico lungo tutta l'evoluzione della patologia e della condizione di bisogno assistenziale: fanno parte integrante di essa il contrasto al dolore, e le cure palliative. La porta di ingresso al distretto si conferma essere la PUA. La Porta Unitaria di Accesso, costituita ai sensi ai sensi della DGRC n. 790/2012, con funzioni di accoglienza e primo orientamento: la porta di accesso al sistema deve essere unitaria e il Distretto deve essere l'unico gate-keeper (la proprietà organizzativa deve essere di un unico centro). Non può, infatti, attuarsi la funzione di committenza del Distretto se l'accesso al sistema è disperso. Non esistono funzioni di accesso unitario per settori o per aree di intervento; sarebbe una contraddizione della funzione di unitarietà ed univocità. Deve essere superata la criticità di porte di accesso settoriali. La PUA, oltre ad essere un "luogo funzionale", è anche un "luogo fisico", facilmente accessibile ed identificabile, nonché accogliente. La PUA svolge sia funzioni di front-office, con attività di accoglienza dei cittadini, sia funzioni di back-office, con attività di monitoraggio dei casi, di archiviazione e tenuta delle cartelle utenti, di mappatura delle risorse territoriali, della modulistica e delle modalità di accesso ai servizi. Le sedi di presa in carico delle tematiche complesse sono confermate nelle Unità di Valutazione Distrettuale Multidimensionale e Multidisciplinare (UVMM) e nelle Unità di Valutazione Bisogni Riabilitativi (UVBR) che devono essere garantire in tutti i distretti, in forma multi-disciplinare e multi professionale. L'UVMM, già denominata in precedenti atti regionali quale Unità di Valutazione Integrata (UVI), per i bisogni complessi, effettua la valutazione multidimensionale impiegando un'equipe multiprofessionale costituita da personale fisso, ovvero sempre presente alle sedute di valutazione indipendentemente dall'utente (è il caso del delegato alla spesa del Distretto, dell'Ambito/Comune, ecc.) e da personale variabile, ovvero personale presente in funzione dell'utente in valutazione (MMG/PLS, AS, utente/care giver, medico specialista ecc.). La UVMM risulta composta dal Direttore del Distretto o un suo delegato, da medici specialisti per patologia, sia ospedalieri che territoriali, il MMMG/PLS del paziente, l'assistente sociale; essa rappresenta una categoria logica, non un gruppo di persone; può declinarsi in percorsi geriatrici, per minori, per dimissioni protette, malattie cronico degenerative, disagio, tossicodipendenza, Cure Domiciliari non prestazionali. La UVMM non è solo un momento clinico, ma è anche, e soprattutto, un allocatore di risorse. È l'UVMM, infatti, che stabilisce in quale ambito di cura va posizionato il caso; e non garantisce soltanto l'accesso, ma anche la mobilità all'interno del sistema, in quanto l'approccio migliore è quello che consente di muoversi virtuosamente verso momenti assistenziali che a parità di efficacia individuano la ricerca di efficienza quale fattore discriminante. Fatta eccezione per l'accesso dell'utente ai servizi specialistici tramite prescrizione del Medico di Medicina Generale o Pediatra di Libera Scelta e il caso di urgenza che prevede un proprio specifico percorso di accesso ai servizi, l'Unità di Valutazione Multidisciplinare e Multiprofessionale costituisce l'unico punto di accesso a tutti i servizi in rete di tipo domiciliare, semiresidenziale, residenziale a qualsiasi tipologia essi appartengano. Protocolli definiti con il Presidio Ospedaliero di riferimento potranno individuare percorsi che includono come momento di risposta erogativa il ricovero, e questo comporterà la partecipazione alla UVMM anche di professionalità ospedaliere competenti per patologia. Tale assetto consentirà il miglior livello di governo-orientamento della domanda. Per quanto riguarda la presa in carico dei servizi socio sanitari si rimanda agli specifici paragrafi. ## 1.2.2 Le funzioni di indirizzo e di gestione della presa in carico dei MMG e PLS Le AFT sono state già individuate sul territorio delle 7 Aziende Sanitarie Locali, come di seguito riportato. Al loro interno sono individuati, oltre al coordinatore, come per legge, medici referenti per le maggiori patologie croniche: - Cardiovascolari; - Respiratorie; - Metaboliche. Come già previsto dal progetto "AGIRE" applicativo del PDTA per la BPCO, la Regione, all'atto dell'adozione di nuovi PDTA, si impegna a istituire percorsi formativi all'interno dei nuclei di AFT affinché per le principali patologie croniche sia definito un medico referente che funga da consulente di primo livello per la patologia in esame. Attraverso percorsi di telemedicina e teleconsulenza, il referente di AFT è collegato a specialisti attivi nelle UCCP o in livelli superiori, anche ospedalieri, per consulti, consulenze o per il passaggio in cura in caso di stato complesso della patologia. Sistemi informatici di rete permetteranno il colloquio tra professionisti, la trasmissione di referti, immagini, documentazioni, secondo le vigenti norme di privacy, archiviate in un sistema cloud confluente infine nel Fascicolo Sanitario Elettronico. Come per l'area adulti, anche per l'area pediatrica, si programma la costituzione delle AFT. Entro il 31.12.2019 tali AFT saranno individuate dalle AASSLL Campane, nel rispetto di indicatori organizzativi riferiti alla disponibilità sul territorio dei PLS ed all'utenza da soddisfare. Per quanto riguarda le UCCP pediatriche, esse sono state già programmate nel DCA n. 103/2018 (Piano della Rete Ospedaliera) in forma sperimentale per soddisfare un bisogno assistenziale intermedio, tale da intercettare inappropriati afflussi all'AORN Santobono ed ai presidi aziendali regionali. Nel richiamato DCA n. 103/2018 sono state programmate le seguenti UCCP pediatriche: - Presso l'ASL Napoli 1 Centro nella sede dell'ex presidio Annunziata; - Presso l'ASL Napoli 3 Sud nel comune di Torre del Greco. Il modello organizzativo delle UCCP pediatriche ricalca quello già predisposto per le UCCP adulto. Obiettivi e Indicatori - La Regione impegna le Aziende Sanitarie Locali a costituire di fatto le AFT già individuate, identificando i 3 referenti per le macroaree sopra specificate - Implementazione completa delle AFT - Per condizioni più complesse, la Regione istituisce le UCCP per gestire una medicina territoriale di rango, capace di governare la cronicità, agire in prevenzione, monitorare stati di salute borderline, assicurare un'assistenza specialistica di I e II livello, comprensiva di una diagnostica essenziale e di un'assistenza infermieristica specializzata, così come dettagliatamente descritto nel Decreto Dirigenziale n. 53/2017 - Attivazione delle UCCP La regolamentazione contrattuale per le prestazioni rese in tali ambiti dai Medici Convenzionati viene regolata nell'ambito delle attività previste negli Accordi Integrativi Regionali (AIR). ### 1.2.3 Piano Regionale di Riorganizzazione delle cure primarie La Regione Campania con D.D. n. 53 del 05.03.2018 ha approvato il Piano di sviluppo delle Cure Primarie. Con suddetto Piano sono state definite le modalità di sviluppo delle AFT e delle UCCP di riferimento nonché i relativi obiettivi assistenziali. Per quanto riguarda lo sviluppo delle AFT elementi ritenuti essenziali per una loro funzionale individuazione sono stati: - La densità abitativa; - Le condizioni oro-geografiche del territorio; - La salvaguardia dell'attuale organizzazione delle cure primarie (medicine di gruppo e medici in rete) che rappresenta la base organizzativa dei MMG su cui riaggregarli in AFT. Il quadro variegato che ne risulta in Regione, non può che essere supportato con una organizzazione flessibile delle AFT che necessariamente, per assicurare obiettivi comuni, deve prevedere forme di evoluzione diverse a seconda della estensione e delle caratteristiche oro-geografiche del territorio per rendere agevolmente fruibile il servizio nell'interesse dell'assistito ed in particolare per le fasce deboli quali anziani e cronici. In tal senso, in relazione alle necessità assistenziali legate alla facilità di accesso ai servizi da parte degli assistiti nonché ad esigenze organizzative in funzione di obiettivi pre-definiti, nelle AFT è stato previsto lo sviluppo di una sede unica di riferimento a complessità crescente (che può rappresentare il primo livello di integrazione con le altre figure professionali nell'ambito di attività di medicina di iniziativa) o multisedi, comunque con una di riferimento (che garantisca coordinamento, condivisione ed audit). Contestualmente si è condivisa, con le OO.SS. di categoria, una piattaforma regionale che ha individuato gli elementi essenziali su cui avviare la trattativa per il rinnovo dell'Accordo Integrativo Regionale. Tale piattaforma ha previsto come obiettivi prioritari: - Il passaggio da un modello prestazionale ad un modello ad obiettivi, assegnati all'organizzazione e non al singolo MMG, per assicurare la presa in carico dei pazienti a partire da quelli affetti da patologie croniche anche attraverso attività di medicina di iniziativa; - La definizione degli obiettivi nell'ambito dell'attività di prevenzione e relative modalità di partecipazione; - Le modalità di erogazione della diagnostica di I livello finalizzata al perseguimento dei PDTA; - La ridefinizione dei flussi informativi epidemiologici; - La ridefinizione dei flussi informativi epidemiologici; La ridefinizione dell'assistenza domiciliare per assicurare gli obiettivi previsti dai LEA (potenziamento dell'ADI e dell'assistenza residenziale); - La definizione di un Sistema Informativo della Medicina Generale integrato con il SIR ed ha individuato come unità elementare semplice della AFT, per garantire i suddetti obiettivi, il Medico di Medicina Generale con il supporto di un collaboratore di studio e di professionalità sanitarie infermieristiche. Con Decreto Presidenziale n. 6 del 16.01.2019 è stata costituita la "Delegazione trattante di parte pubblica per il rinnovo dell'AIR" ed è stato dato avvio alla contrattazione con le OO.SS. di categoria. Obiettivi e Indicatori - Acquisizione Piani Operativi Aziendali - Numero di Piani Operativi Aziendali - Valutazione e validazione dei Piani Operativi - Numero di Piani Operativi Aziendali Approvati - Acquisizione provvedimenti di individuazione delle AFT della Medicina Generale - ATF costituite - Sottoscrizione dell'AIR - Numero di OO.SS. di categoria inserite in piattaforma - Avvio delle attività delle AFT su obiettivi specifici a partire dalla presa in carico dei pazienti affetti da patologie croniche - Raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalle AFT - Individuazione delle UCCP di riferimento - UCCP costituite - Strutturazione ed avvio delle attività delle UCCP - Raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalle UCCP - Consolidamento delle attività delle AFT/UCCP in funzione degli ulteriori PDTA individuati in relazione alle esigenze assistenziali emergenti - Raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalle AFT/UCCP ### 1.2.4 I servizi sociosanitari ambulatoriali, residenziali e semiresidenziali1 Con i Programmi Operativi 2016-2018 e il Piano Regionale della Rete di Assistenza Sanitaria Territoriale 2019-2021, si è proceduto ad una sistemazione programmatica del quadro complessivo dell'offerta sociosanitaria per Disabilità e Non autosufficienza, con la declinazione puntuale e l'aggiornamento dei fabbisogni in base alla popolazione residente al 01.01.2018 (fonte dati ISTAT) per ciascun setting assistenziale. Inoltre sono state avviate azioni di riqualificazione del sistema attraverso la ridefinizione dei requisiti e vocazioni assistenziali, coerentemente con il progetto Mattoni e il DPCM 17/01/2017. Tali azioni hanno già consentito un progressivo incremento di offerta di strutture e posti letto di nuova autorizzazione, ad un aggiornamento e sistematizzazione della disciplina per i setting residenziali R1, R3, R2D, RD2, e la disciplina per l'accreditamento progressivo della nuova offerta autorizzata. Inoltre è in fase di approvazione il decreto commissariale per le unità di cure estensive (R2). I percorsi riabilitativi già definiti e adottati (per Ictus, frattura del femore e BPCO) individuano le modalità e condizioni di appropriato ricorso ai setting residenziali e semiresidenziali, nonché ambulatoriali e domiciliari sociosanitari quali naturali e ordinari strumenti di assistenza in continuità e coerenza con i percorsi di cura. Confermando il quadro programmatorio di riferimento già impostato con i Programmi Operativi 2016-2018, complessivamente l'intervento nell'area della disabilità e della non autosufficienza per il triennio tende ad un incremento numerico della disponibilità di posti letto per i setting più carenti (RD1, RD2, R2, R3, semiresidenziale Adulti e Anziani), ed ad una generale qualificazione e riqualificazione volta a definire una loro vocazione meno assistenziale e più terapeutico e/o riabilitativa, posizionando tali servizi a pieno titolo nei percorsi di cura e gestione delle cronicità, quali livelli intermedi qualificati tra l'ospedale, per acuzie e post acuzie, e il domicilio, e viceversa. Nel Piano Regionale della Rete di Assistenza Sanitaria Territoriale 2019-2021 è dettagliato il programma di incremento dell'offerta residenziale e semiresidenziale distinto per i diversi setting ed intensità di cure. Complessivamente, alla fine del triennio si prevedono ca. 3.600 PL (residenziale e semiresidenziale) per l'Assistenza agli Adulti e anziani non autosufficienti e ca. 2.600 PL (residenziale e semiresidenziale) per l'Assistenza ai Disabili. #### A. Area Disabilità I servizi sociosanitari residenziali e semiresidenziali per disabilità complesse (art. 34 DPCM 12/01/2017 Aggiornamento LEA) sono caratterizzati in Campania dalla presenza storica e consolidata di servizi per la Riabilitazione estensiva cosiddetta ex art. 26, e da una quota significativa di RSA per Disabili. Il sistema d'offerta si presenta con le seguenti caratteristiche: - Servizi per la riabilitazione residenziali e semiresidenziali: esclusivamente privati accreditati; disomogenea distribuzione territoriale di ciascun setting. La vocazione riabilitativa vera e propria risulta spesso debole a favore della lungo assistenza: l'adozione di Decreti Commissariali per la definizione di percorsi riabilitativi per alcune patologie ad alto impatto disabilitante (Ictus, BPCO, Frattura di femore) con significative azioni di accompagnamento e indirizzo regionale alle aziende sanitarie sta inducendo il sistema ad utilizzare più pienamente e appropriatamente il cospicuo potenziale produttivo; - Servizi sociosanitari residenziali e semiresidenziali: in parte essi sono disponibili in quanto tali; in buona parte però le prestazioni sociosanitarie residenziali e semiresidenziali vengono erogate da strutture ex art. 26, che provvisoriamente sono abilitate a erogare tali prestazioni (con corrispondente remunerazione) laddove la permanenza in struttura superi i 240 giorni. Di fatto i setting residenziali e semiresidenziali per disabili sono sostanzialmente lo sbocco della riabilitazione, che in gran parte accoglie i pazienti per periodi lunghi. I percorsi in atto di accreditamento definitivo e di riconversione dei posti letto di ex art. 26 in eccesso consentiranno di avere strutture che avranno una specifica vocazione assistenziale e avere setting più chiari e separati. Dei circa 1.800 posti letto semiresidenziali e in piccola parte residenziali in eccesso, è già definito, e in parte realizzato, il programma di riconversione per circa 1.300 posti letto per 6 AASSLL, prevalentemente in Centri Diurni integrati per disabili e per anziani, ma anche in RSA Disabili e RSA adulti/anziani e in R1. Entro il 2020 si prevede di concludere il programma per tutte le AASSLL; - Connotazione prevalente di lunga assistenza, e non inserita in percorsi di cura. Il monitoraggio puntuale del bisogno assistenziale sociosanitario ha evidenziato l'opportunità, per decongestionare i setting riabilitativi e aumentarne l'appropriatezza, di ampliare l'offerta di Centri Diurni (semiresidenziale) per disabili portando così il fabbisogno complessivo per la semiresidenzialità allo 0,50 per mille. Per l'area della disabilità, è prevista l'implementazione/riqualificazione dei livelli di assistenza riabilitativa del sistema regionale in modo da realizzare un'offerta per intensità di cure, centrata sui bisogni clinici e assistenziali del paziente, idonea ad assicurare la realizzazione dei percorsi riabilitativi e l'appropriata erogazione di tutte le tipologie di trattamenti previsti nei Livelli Essenziali di Assistenza per le persone con disabilità. Già dai Programmi Operativi 2016-2018 è stato programmato il fabbisogno dell'offerta diviso per intensità di cura, e gradualmente si sta sviluppando la disciplina e gli indirizzi per la sua realizzazione (DCA n. 97/2018, in corso la definizione degli altri setting). È già programmato l'aggiornamento della disciplina delle attività residenziali di riabilitazione extraospedaliera, con la definizione di specifici requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi per l'erogazione dei trattamenti intensivi di riabilitazione extraospedaliera (RD1) e criteri di eleggibilità e di accesso, che si aggiungano e in parte riqualificano la riabilitazione estensiva attiva con la denominazione di ex art. 26. Obiettivi e Indicatori - Attivazione dei setting RD1 e RD2 - Disciplina dei setting RD1, e RD2 - Incremento giornate assistenza - Indicatore 10.1 griglia LEA, posti letto equivalenti - Completamento programma di riconversione eccesso ex art. 26 - Predisposizione ed adozione atti per la riconversione di posti letto #### B. Area Non autosufficienza e Anziani Per l'assetto organizzativo, l'offerta e la valorizzazione di spesa relativa all'Area Non autosufficienza e Anziani si rimanda al Piano Regionale della Rete di Assistenza Sanitaria Territoriale 2019-2021. In Campania l'assistenza per la Non Autosufficienza si caratterizza per la disponibilità di strutture residenziali Residenze Sanitarie Assistite e di Centri Diurni Integrati per Anziani. L'offerta presenta sia strutture private accreditate che pubbliche. Tuttora i Posti letto attivi sono circa 1.600, ancora scarsi in rapporto alla popolazione anziana residente e rispetto al fabbisogno programmato. Inoltre esse presentano un tasso di occupazione del 53%. Le RSA per Anziani sono riconducibili alla classificazione R3 del progetto Mattoni utilizzata dal flusso FAR del NSIS. Le prestazioni sono remunerate in compartecipazione con i Comuni/Ambiti sociali o con gli utenti se hanno condizioni economiche adeguate. È attiva anche la tipologia R1, che comprende le Speciali Unità di Accoglienza Permanente (SUAP), che in generale è rivolta a tutte le condizioni che patologie caratterizzate da alto livello di complessità, sintomi di difficile controllo, necessità di supporto alle funzioni vitali e/o gravissima disabilità e che necessitano di trattamenti residenziali intensivi di cura e mantenimento funzionale, ad elevato impegno sanitario. Non è disciplinata in Campania, e quindi non sono attivi posti letto, la tipologia di accoglienza residenziale R2 per i trattamenti estensivi di cura e recupero funzionale, per persone con bisogni di elevata tutela sanitaria e presenza infermieristica sulle 24 ore. Sono invece decisamente scarsi i Centri Diurni per Anziani, prevalentemente pubblici. La situazione generale, per effetto del governo dell'offerta e del fabbisogno, nonché della progressiva attuazione di quanto già programmato con i Programmi Operativi 2016-2018, presenta diversi punti di forza precondizioni per un netto e significativo miglioramento del sistema di offerta residenziale e semiresidenziale. È stata ampliata la tipologia di utenza eleggibile per l'accesso, e aggiornati e qualificati i requisiti per R1 e R3, non limitandola più ai soli stati vegetativi e ai soli anziani, bensì a tutti gli adulti non autosufficienti, con diversi livelli di bisogno assistenziale. Sono state disciplinate le procedure per l'accreditamento di nuove strutture R3, che nell'ultimo triennio sono state autorizzate. È in corso di elaborazione la disciplina per il livello R2 e per i Centri Diurni. Le AASSLL presentano tutte servizi distrettuali per l'assistenza agli anziani, che possono facilmente evolvere verso la presa in carico degli adulti non autosufficienti in generale. Obiettivi e Indicatori - Attivazione del setting R2 - Disciplina del setting R2 - Incremento posti letto R3 e R2D - Posti letto attivi, pubblici o accreditati, al termine del triennio - Incremento giornate assistenza - Indicatore 9.1 griglia LEA, posti letto equivalenti #### C. Area Terminalità e Cure palliative Per l'assetto organizzativo, l'offerta e la valorizzazione di spesa relativa all'Area Terminalità e cure palliative si rimanda al Piano Regionale della Rete di Assistenza Sanitaria Territoriale 2019-2021. L'offerta residenziale in Hospice presenta ad oggi 154 posti letto attivi, di cui 2 di Hospice Pediatrico, che fa migliorare la performance regionale all'indicatore 11 della griglia LEA. Non è attivo il setting di Day Hospice. È necessario rafforzare e qualificare la presa in carico del paziente attraverso il rafforzamento dei Coordinamenti aziendali per le cure palliative e il loro raccordo con la rete oncologica e i servizi per la non autosufficienza. I coordinamenti aziendali, che coordinano la rete aziendale per le cure palliative, devono essere costituiti con le funzioni indicate dalla Legge n. 38/2010 e da delibera regionale n. 275 del 2011. Obiettivi e Indicatori - Costituzione dei coordinamenti aziendali per le cure palliative - Atti organizzativi delle AASSLL - Incremento dei posti letto attivi Hospice - Numero posti letto attivi - Attivazione Day Hospice - Disciplina del setting Day Hospice ### 1.2.5 L'assistenza domiciliare Per l'assetto organizzativo, l'offerta e la valorizzazione di spesa relativa all'Assistenza domiciliare si rimanda al Piano Regionale della Rete di Assistenza Sanitaria Territoriale 2019-2021. Le Cure Domiciliari Integrate in Campania hanno raggiunto livelli più che adeguati (2,67% anziani trattati in ADI su popolazione anziana residente – anno 2017), come mostra il trend in crescita negli ultimi anni dell'indicatore S05 della griglia LEA, che già dal 2016 ha superato la soglia attesa di 1,88% di anziani over 65 anni in trattamento come risulta dal SIAD, non solo per effetto della migliore alimentazione del flusso informativo. I valori dell'indicatore S04 - Distribuzione dell'assistenza per intensità di cura - risultano al di sotto dei valori attesi, specialmente per i livelli di minore intensità CIA 1 e 2, ma tale performance come si comprende da un'analisi più accurata dei dati, mostra che ciò è vero soltanto per i soggetti sotto i 65 anni di età, per i quali invece la presa in carico è adeguata in tutti i livelli di intensità assistenziale. I livelli di intensità 3 e 4 (cure palliative) sono allineati ai livelli attesi (da questionario LEA). La lettura congiunta dei dati mostra come il sistema sia in grado di offrire assistenza sufficiente e adeguata, come risultato di una maggiore vocazione all'assistenza storicamente rivolta agli anziani e a bisogni di maggiore complessità. Questa connotazione è da considerarsi fattore di qualità del sistema erogatore, quale presupposto di miglioramento quali-quantitativo delle cure domiciliari integrate. Ferma restando la scelta regionale di privilegiare la popolazione anziana e con bisogni complessi e più intensivi di assistenza, è opportuno incrementare in generale la capacità di presa in carico in cure domiciliari integrate compresi i livelli di minore intensità e anche a favore di aree di bisogno ulteriori, specialmente gli Adulti nelle fasce di età maggiormente a rischio di insorgenza di patologie in grado di determinare condizioni di non autosufficienza nelle fasi successive (es. patologie neurodegenerative), di minori e disabili complessi con elevato bisogno di assistenza medica e infermieristica. Il sistema delle Cure domiciliari integrate, con una capacità di trattamenti complessi superiore a quella delle RSA (si vedano le prestazioni erogate in RSA e quelle in ADI come da Decreto n. 11/2013), può rafforzare in tal modo il proprio ruolo di vero e proprio luogo di cura, all'interno dei percorsi di cura e di presa in carico delle patologie complesse e croniche. Obiettivi e Indicatori - Incremento delle prese in carico erogate per pazienti under 65 anni - SIAD 04 – Distribuzione dell'assistenza per intensità di cura – per tutti i soggetti e under 65 anni - Incremento prestazioni mediche per cure palliative domiciliari - Numero di prese in carico domiciliari per 1.000 abitanti, per intensità di cura – Questionario LEA - Accessi medici palliativisti flusso SIAD ### 1.2.6 La Salute Mentale Per l'assetto organizzativo, l'offerta e la valorizzazione di spesa relativa alla Salute mentale si rimanda al Piano Regionale della Rete di Assistenza Sanitaria Territoriale 2019-2021. L'orientamento all'innalzamento della qualità dei servizi, soprattutto nella loro capacità di presa in carico globale e riabilitativa, induce a sviluppare e sostenere la diffusione di programmi di salute mentale improntati alla recovery e all'innalzamento del funzionamento sociale, anche in accordo al PANSM 2013, affinché i sevizi di salute mentale aggiornino i loro modelli operativi. Obiettivi e Indicatori - Sviluppo dei PDTA per Esordi Psicotici e Schizofrenia, e per DCA, finalizzati ad ottenere il più alto grado di recovery dell'utente - Adozione dei PDTA per Esordi Psicotici, Schizofrenia e Disturbi Comportamento Alimentare - Misurazione degli esiti e della recovery con specifici strumenti (es. RAS, Recoverystar, HoNos) - Riduzione del numero di TSO e di ospedalizzazione - Indicatori rilevati da SISM ### 1.2.7 I disturbi del neurosviluppo dell'età evolutiva Il "Piano di Azioni Nazionale per la Salute Mentale (PANSM)", approvato in Conferenza Unificata nella seduta del 24 gennaio 2013, prevede, tra i propri obiettivi, di affrontare la tematica della residenzialità psichiatrica e semiresidenzialità terapeutica per i disturbi psichiatrici in preadolescenza e adolescenza proponendo specifiche azioni mirate a differenziare l'offerta di residenzialità per livelli di intensità riabilitativa ed assistenziale al fine di migliorare i trattamenti e ridurre la disomogeneità. Nella seduta del 13.11.2014, la Conferenza Unificata ha approvato il documento recante "Gli interventi residenziali e semiresidenziali terapeutico riabilitativi per i disturbi neuropsichici dell'infanzia e dell'adolescenza", recepito dalla regione Campania con DCA n. 45/2015. Sulla scorta degli indirizzi nazionali, con il citato decreto commissariale è stata emanata la disciplina relativa alle "Strutture Terapeutiche Intermedie ad intensità variabile per l'accoglienza di minori con disturbo psichiatrico in Regione Campania: Strutture Intermedie Residenziali per Minori ad Intensità Variabile (S.I.R.M.I.V.) -Strutture Intermedie Semiresidenziali per Minori (S.I.Se.M.)". L'art. 25 del DPCM 12 gennaio 2017, di definizione ed aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza, stabilisce che ai minori con disturbi neuropsichiatrici e del neurosviluppo è garantita, nell'ambito dell'assistenza distrettuale, l'individuazione precoce e proattiva del disturbo, l'accoglienza, la valutazione diagnostica e la presa in carico multidisciplinari attraverso la definizione, l'attuazione e la verifica di un programma terapeutico individualizzato, differenziato per intensità, complessità e durata, che include le prestazioni mediche specialistiche, diagnostiche e terapeutiche, psicologiche e psicoterapeutiche e riabilitative, mediante l'impiego di metodi e strumenti basati sulle più avanzate evidenze scientifiche, necessarie e appropriate negli ambiti di attività elencati nel citato articolo. L'art. 32 del citato DPCM individua i trattamenti terapeutico-riabilitativi da garantire in regime residenziale e semiresidenziale, previa valutazione multidimensionale. La Regione Campania intende proseguire con il rafforzamento e qualificazione dei servizi territoriali per la Neuropsichiatria infantile e dell'adolescenza, in coerenza il Piano Territoriale attualmente vigente, per la diagnosi dei disturbi e la presa in carico globale e multidisciplinare dei pazienti e delle loro famiglie, integrando in programmi individualizzati i vari interventi (riabilitativi e socioriabilitativi, terapeutici, farmacologici, psicologici e psicoterapeutici, ecc). L'obiettivo prioritario è quello di proseguire con il rafforzamento e qualificazione dei servizi territoriali per la Neuropsichiatria infantile e dell'adolescenza, in coerenza con il Piano Territoriale attualmente vigente e il suo aggiornamento 2019-2021, dove è ribadita la priorità della costituzione dei servizi pubblici territoriali per le finalità di cui all'art. 25 e art. 32 del DPCM 12.01.2017, per la diagnosi dei disturbi e la presa in carico globale e multidisciplinare dei pazienti e delle loro famiglie, integrando in programmi individualizzati i vari interventi (riabilitativi e socioriabilitativi, terapeutici, farmacologici, psicologici e psicoterapeutici, ecc.). Si rinvia al Piano Regionale della Rete di Assistenza Sanitaria Territoriale 2019-2021 e ai Programmi Operativi 2016-2018, anche per la complessiva programmazione dell'offerta residenziale e semiresidenziale, ivi inclusa la programmazione per i SIRMIV e SISEM. Obiettivi e Indicatori - Completamento dell'attivazione dei Coordinamenti Aziendali - Atti delle aziende di costituzione - Costituzione e attivazione delle unità distrettuali, almeno una per azienda completa di tutte le figure professionali - Atti delle aziende di costituzione ### 1.2.8 Le dipendenze patologiche Gli indicatori LEA non mostrano particolari criticità del sistema di erogazione. Le azioni regionali degli ultimi anni hanno inteso aumentare la capacità del sistema di lavorare per obiettivi e programmi. La Regione Campania ha inteso attuare azioni strategiche in materia di qualificazione del sistema di offerta sanitaria e sociosanitaria per le Dipendenze Patologiche attraverso l'approvazione di Atti che hanno disciplinato indirizzi specifici di organizzazione sia sul versante pubblico che su quello del privato accreditato. Con DCA n. 86/2016 è stato approvato il Piano di Azione Regionale di contrasto alle Dipendenze Patologiche teso al potenziamento dei Servizi pubblici per le Dipendenze (Ser.D.) promuovendo la capillarizzazione territoriale e la riqualificazione professionale e strutturale. In modo complementare, secondo obiettivi di qualificazione anche del sistema privato di cura, e una logica di presa in carico integrata, con DCA n. 76/2017 si è provveduto all'approvazione di nuovi requisiti strutturali ed organizzativi oltre all'adeguamento delle tariffe connesso alla qualità dei nuovi requisiti, dei servizi residenziali e semiresidenziale del privato provvisoriamente accreditato. Successivamente con Decreti del Commissario ad acta nn. 32, 39 e 40 si è provveduto all'accreditamento definitivo di tutte le Comunità Terapeutiche provvisoriamente accreditate. Con queste azioni, tra loro strettamente interconnesse, si è voluto dare una sistematizzazione qualitativa al sistema di offerta pubblico privato in ragione dei nuovi bisogni di salute emergenti e nel rispetto del DPCM 12.01.2017 (nuovi LEA). Tutte le azioni regionali avviate sono sistematicamente verificate e monitorate per il buon andamento dello stato di attuazione al fine di poter adeguare gli interventi a fronte di eventuali criticità che dovessero emergere. I cittadini in carico per Dipendenza da sostanze sono rilevati attraverso il Sistema Informativo Dipendenze (SID), mentre il numero di cittadini in carico per disturbo da gioco d'azzardo da anni è monitorato attraverso una rilevazione semestrale con tutte le AASSLL. Inoltre al fine di adeguare il sistema di offerta alla domanda reale del bisogno di salute si è conclusa una puntuale ricognizione degli invii in Comunità diviso per tipologia assistenziale da cui è emersa l'esigenza di un aggiornamento del fabbisogno delle diverse tipologie di assistenza residenziale e semiresidenziale, come da Piano Regionale della Rete di Assistenza Sanitaria Territoriale 2019-2021. Obiettivi e Indicatori - Completamento accreditamento definitivo e riconversione delle comunità terapeutiche secondo il nuovo fabbisogno programmato - Adozione Decreti - Definizione requisiti comunità terapeutica per cittadini con disturbo da gioco d'azzardo - Adozione Decreto ### 1.2.9 Le malattie rare La Regione Campania ha programmato l'organizzazione delle malattie rare sulla Legge n. 279/2001 che prevede: - Organizzazione di rete nazionale (basata su reti regionali) delle malattie rare, con identificazione di presidi di riferimento ed expertise per gruppi/singole patologie; - Creazione di registro nazionale (presso Istituto Superiore di Sanità), in cui confluiscono i dati dei vari registri regionali; - Esenzione alla partecipazione dei costi delle prestazioni sanitarie (art. 5) e facilitazione in merito alla fornitura dei farmaci specifici ed all'accesso ai trapianti (art. 6); - Adozione di criteri di appropriatezza ed efficacia come guida per la prescrizione delle prestazioni, a partire dall'elaborazione di protocolli (PDTA) da parte dei presidi e/o centri interregionali. La storia delle patologie rare in Campania nasce con istituzione del Tavolo Tecnico regionale nel 2002, con l'istituzione del CCMR presso l'AOU Federico II nel 2009, e con l'attivazione del registro regionale nel 2011. Successivamente nel 2012 è stato istituito (e rinnovato nel 2016) il Gruppo Tecnico di Lavoro degli Esperti in MR, sono stati organizzati corsi per medici e operatori delle AASSLL (2012/2016), sono stati predisposti PDTA per alcune MR (2014). Nel 2016 sono state istruite le domande per endorsement ministeriale per i Centri di Riferimento Europei. Una forte e sinergica collaborazione con le Associazioni dei pazienti ha rinsaldato la programmazione con i bisogni reali e ha migliorato i percorsi diagnostici e di cura. Il recente DPCM 12.01.2017 (nuovi LEA) ha implementato il precedente elenco delle patologie rare presenti nella L. n. 279/2001, ed esenti alla partecipazione dei costi delle prestazioni sanitarie. Nello stesso anno, il Tavolo Tecnico Regionale ha prodotto il primo "Piano regionale Malattie Rare e Percorso Diagnostico-Assistenziale del Malato raro" (DCA n. 48/2017). L'anno 2018 è stato denso di cambiamenti, a cominciare dalla riorganizzazione del CCMR, con la sua nuova collocazione presso l'Ospedale Monaldi dell'AORN Dei Colli (DGCR n. 5 del 16.01.2018), e la definizione del nuovo staff direttivo (DCA n. 32 del 01.02.2018) alla implementazione del DCA n. 48/2017 con un nuovo decreto (DCA n. 61/2018) che rispondesse alla richieste del MEF; alla creazione dei tavoli di lavoro per aree tematiche, per rispondere agli obiettivi del DCA n. 61/2018 (definizione della rete; implementazione registro e flussi; PDTA e percorsi di presa in carico). Di seguito vengono elencati i principali obiettivi raggiunti da gennaio 2018: - Riorganizzazione del CCMR (DGCR n. 5/2018; DCA n. 32/2018); - Organizzazione CCMR con personale dedicato (delibera AO Monaldi n. 10 del 04.07.2018); - Implementazione Piano Regionale Malattie Rare (DCA n. 61/2018); - Attivazione tavoli di lavoro per obiettivi DCA 48/2017 e n. 61/2018: - Creazione RETE Hub/Spoke; - Implementazione Registro; - Definizione PDTA; - Rete emergenze malattie rare; - Telemedicina nelle malattie rare (DCA n. 30/2018); - Rete MEC (D.D. n. 198 del 14.09.2018); - Partecipazione al Progetto CREA Sanità per lo studio nazionale sui farmaci orfani. Il modello assistenziale previsto per la Rete è quello Hub/Spoke a complessità crescente ma ben diffuso sul territorio campano per garantire la maggiore accessibilità ai servizi e la maggiore omogeneità di erogazione di prestazioni. #### Conoscere il territorio e le sue potenzialità Conoscere le potenzialità della Rete campana è stato uno degli obiettivi nati nel 2018 e che la Regione intende proseguire ed ampliare negli anni a venire, considerata la complessità e la multidisciplinarietà del tema. Sono state promosse le seguenti azioni: - Mappatura della Ricerca in Campania (con organizzazione di 2 Congressi annuali); - Mappatura Associazioni in Campania: Collaborazioni con Forum, UNIAMO, Cittadinanza attiva, associazioni indipendenti; - Promozione Campagna di screening per il sospetto precoce di una Malattia Rara: "I 3 campanelli di allarme per le malattie rare", per pediatri/medici di base; - Creazione di Guida/Fad per utilizzo registro malattie rare; - Primo corso ASL su malattie rare - 3 Dicembre 2018, ASL Avellino. Gli obiettivi principali per il futuro, definiti anche nel DCA n. 48/18 e DCA n. 61/18 sono incentrati su implementazione di: - Centro Coordinamento malattie rare: implementazione del CCMR con nuove figure (assistente sociale) ed operatori volontari (medici in formazione: specializzazioni in igiene, medicina delle comunità, medicina del lavoro; farmacologi etc); collegamento del CCMR con le realtà aziendali dei presidi e del collegamento con il coordinamento delle associazioni; supporto alle iniziative regionali e del tavolo tecnico malattie rare; - Rete Assistenziale: creazione rete Hub—>Hub; Hub—>Spoke; unità multidisciplinari; ambulatori ed unità dedicate; CUP dedicati; - Registro: implementazione registro e collegamento agli altri flussi sanitari; omogeneità certificatori-prescrittori; analisi e correzione su prevalenza/frequenza certificati e mobilità; - PDTA: definizione PDTA (e PAI, progetti individualizzati) come percorso e strumenti di presa in carico, al fine di favorire una "mobilità attiva"; - Ricerca: creazione del network della ricerca (collaborazione centri ricerca, attrazione fondi nazionali, europei, internazionali), collegamento presidi assistenziali con centri ricerca; - Associazioni: creazione coordinamento associazioni campane; - Formazione: implementazione corsi formazione medici di base, pediatri, medici del territorio/ASL; - Informazione: implementazione di tutti i processi informativi (web e non web based); - Prevenzione: creazione di sportelli informativi, brochure, campagne di prevenzione. ## 1.3 Il paziente oncologico La Regione Campania ha programmato con DCA n. 98/2016 la propria Rete Oncologica, i cui assi portanti sono rappresentati da: - Centralità del paziente; - Presa in carico integrata Ospedale/Territorio; - Approccio Multidisciplinare; - Innovazione. L'attenzione crescente ai bisogni complessi del paziente oncologico, comprese le sfide legate alla lungosopravvivenza e la progressiva cronicizzazione configurano le dimensioni entro cui dispiegare l'azione programmatoria per il prossimo triennio. Il Piano di riorganizzazione della ROC ha inteso rimodulare e riqualificare l'offerta al fine di garantire all'utenza oncologica della Regione il livello di assistenza di qualità che preveda: - Equità di accesso; - Appropriatezza di setting di cure, appropriatezza clinica ed organizzativa; - Integrazione ospedale-territorio per il completamento dei percorsi di cura, sia in accesso che in dimissione dalla struttura ospedaliera; - Procedure di verifica di qualità, nel rispetto dei criteri di efficacia ed economicità. In Campania, sulla base dei dati epidemiologici si stima una incidenza di neoplasie annue pari a oltre 30.000 casi con un tasso di mortalità in Campania che oggi si discosta decisamente dalla media nazionale. La scarsa organizzazione del percorso diagnostico terapeutico per la maggior parte delle neoplasie oncologiche e la mancata sistematizzazione della domanda e dell'offerta, sono stati le principali cause del fenomeno della migrazione sanitaria. La frammentazione delle casistiche in un numero eccessivo di strutture, in particolare per la chirurgia, rappresenta probabilmente, una delle principali cause della maggiore mortalità che la Regione Campania intende superare e migliorare. Altri fattori di criticità evidenziano: - La bassa compliance agli screening per tumori di cervice, mammella e colon-retto; - Difficoltà d'accesso alle strutture sanitarie per diagnosi e cura; - Frazionamento dei percorsi sanitari ed assenza di uno standard regionale di riferimento. Per superare tutto questo e offrire ai propri cittadini una adeguata sanità in area oncologica, la Regione Campania ha avviato la costruzione della propria Rete regionale già nel corso nell'anno 2018, predisponendo una serie di documenti costitutivi, programmatori, organizzativi e tecnici che rappresentano le infrastrutture della ROC. ### 1.3.1 Implementazione delle reti oncologiche I documenti finora prodotti, quali necessari fondamenti per l'implementazione e la governance della ROC sono costituiti da: - DCA n. 98 del 20.09.2016, che ha istituito della Rete Oncologica Campana, secondo il modello del Comprensive Cancer Center Network individuando quattro PDTA per i tumori coperti da screening; - DCA n. 19 del 05.03.2018, che ha aggiornato i preesistenti 4 PDTA e ne ha definito in tutto 13 (65% dei tumori incidenti in Campania) e definito un cronoprogramma per le azioni successive; - DCA n. 89 del 05.11.2018, che ha ampliato il numero dei PDTA, portandoli a 19 e inserito documenti tecnici relativi a nutrizione e tumori eredo familiari. La Regione ha inoltre approntato la mappa dei GOM istituiti e afferenti alla ROC. Di seguito sono riportati gli obiettivi per il prossimo triennio, suddivisi in obiettivi generali della rete e obiettivi specifici. #### A. Obiettivi generali Lo strumento di governo della ROC è rappresentato dalla Piattaforma informatica realizzata in house che permette accesso differenziato a operatori e utenti che condividono l'esecuzione del PDTA del rispettivo paziente. Altri livelli di accesso sono previsti per gli utenti/cittadini/pazienti per le necessarie informazioni. In piattaforma saranno disponibili tutti i documenti tecnici prodotti dalla ROC per idonea consultazione. Ogni procedura di accesso e di trasmissione dati sarà protetta in ordine alla privacy come previsto per legge. La piattaforma interconnette in maniera interattiva e tracciante tutti gli snodi della rete, siano essi territoriali, ospedalieri, domiciliari, affinché l'intero processo di presa in carico possa essere trasparente e dominato. L'implementazione della piattaforma informatica della ROC e la contestuale attivazione dei GOM programmati con relativa interoperabilità ospedale/territorio rappresentano l'end point dell'implementazione della ROC. Obiettivi e Indicatori - Implementazione della piattaforma informatica della ROC e contestuale attivazione dei GOM programmati con relativa interoperabilità ospedale/territorio - Numero di GOM attivi sulla piattaforma valutati alla fine di ogni semestre - Numero di MMG attivi in piattaforma - Riduzione della frammentazione chirurgica ai sensi del PNE - Adozione documento di programmazione mappe chirurgiche della ROC #### B. Innovazione Tecnologica La Regione intende promuovere lo sviluppo dell'innovazione tecnologica regionale sviluppando specifici programmi di acquisizione e razionalizzazione per le seguenti necessità: - Acceleratori lineari; - Protonterapia. Obiettivi e Indicatori - Acquisizione e razionalizzazione ore di funzionamento acceleratori lineari - Documento tecnico Radioterapia - Numero ore di attività: % di crescita annua radioterapia pubblica - Attivazione programma di Protonterapia #### C. Innovazione Organizzativo-Programmatica La Regione Campania intende conseguire nel prossimo triennio nuovi obiettivi di qualità dei percorsi assistenziali ed il miglioramento continuo dei processi. A tal fine programma di predisporre: - Piano regionale della chirurgia robotica; - Valutazione di fattibilità per un laboratorio centralizzato provinciale robotizzato per la preparazione farmaci antineoplastici; - Certificazione SGQ PDTA, UMACA e Anatomia Patologica; - Revisione periodica della mappa dei nodi della ROC. Obiettivi e Indicatori - Migliorare i percorsi assistenziali in un'ottica di qualità dei processi - Piano regionale della chirurgia robotica - Numero di Certificazioni di qualità dei processi diagnostico-assistenziali - Revisione periodica della mappa #### D. Innovazione Clinica ##### 1. Realizzazione del Centro di immuno-oncologia Le terapie immuno-oncologiche promettono benefici duraturi e la speranza di una sopravvivenza a lungo termine e di qualità per pazienti che prima avevano ben poche alternative di trattamento disponibili. Ad esempio, fino a un quinto dei pazienti con melanoma metastatico trattati con le terapie immuno-oncologiche è risultato ancora in vita dopo dieci anni. In passato, nessun altro trattamento era mai stato in grado di prolungare la vita di questi pazienti. La seconda frontiera dell'immunoterapia è costituita dai CAR-T. Si tratta di un ramo di ricerca più giovane rispetto agli inibitori di checkpoint. Rappresenta un approccio diverso rispetto all'immunoterapia e consiste nell'ingegnerizzare i linfociti T del paziente per fare in modo che i nuovi recettori, su di essi generati, siano in grado di riconoscere le cellule malate. Questi farmaci sperimentali sono stati già testati con successo in pazienti affetti da leucemia linfoblastica acuta -dove mostrano oltre il 90% di successo nei bambini che resistono alle terapie tradizionali o che vanno incontro a una recidiva dopo le cure. Pertanto, le terapie immuno-oncologiche sono potenzialmente in grado di rivoluzionare il trattamento di molti tumori e possono avere un impatto positivo fondamentale sulla capacità del paziente di tornare alla vita lavorativa e di condurre un'esistenza sana e produttiva Tuttavia, la scienza immuno-oncologica è tuttora in evoluzione, per cui, si programma di dotare la Regione Campania di un centro di immuno-oncologia per offrire a tutti i cittadini della Regione innovative ed efficaci cure contro i tumori. Il nuovo centro è previsto che operi nell'ambito della ricerca traslazionale per fondere la ricerca di base e quella clinica con l'attività terapeutica e viene programmato presso l'IRCCS Pascale, in quanto lo stesso Istituto: - Risulta attualmente Centro in grado di offrire le garanzie, richieste da AIFA in associazione alla Società di Ematologia e Fondazione Italiana Linfomi, per la somministrazione a base di CAR-T cells in termini di sicurezza dei pazienti, adeguata conservazione del prodotto e razionalizzazione dei costi; - Assiste annualmente oltre 200 pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin, maturando dunque un'esperienza documentata e disponendo di competenze e strutture adeguate alla somministrazione del prodotto; - Ha già attivo da anni un percorso certificato JACIE per la somministrazione di terapie cellulari avanzate, con esecuzione di un adeguato numero di procedure all'anno. Esso dovrà provvedere a: - Definizione di opportuni percorsi diagnostico-terapeutici per i pazienti; - Sviluppo preclinico e clinico di nuovi prodotti di terapia cellulare e di altre modalità immunoterapeutica nelle diverse patologie oncologiche; - Progettazione e l'esecuzione di test di valutazione della risposta immunologica per studi clinici e preclinici; - Coordinamento delle attività di raccolta materiale biologico destinato alle attività di ricerca in ambito biomedico; analisi della flora batterica intestinale e correlazione con la tumorigenesi; - Sviluppo di vaccini antitumorali, terapia virale oncolitica, adoptive cell therapy, CAR-T cell therapy nei tumori solidi; - Aggiornamento continuo del personale sui temi di maggior rilievo immunologico e oncologico, attraverso seminari, corsi e congressi e collaborazioni strette e costanti con i laboratori di riferimento in campo internazionale. Obiettivi e Indicatori - Innovazione clinica mediante realizzazione di un Centro di Immunoncologia per offrire a tutti i campani innovative ed efficaci cure contro i tumori, accesso alle cure nell'ambito della Medicina di Precisione e rilancio della ricerca traslazionale e della sperimentazione clinica - Realizzazione del Centro Regionale di Immunoncologia ##### 2. Realizzazione della Rete della Medicina di Precisione La Medicina di Precisione in oncologia si basa sull'impiego di farmaci in grado di bloccare specifici meccanismi molecolari coinvolti nella progressione neoplastica e di biomarcatori per la selezione dei pazienti. I farmaci a bersaglio molecolare agiscono sui processi che consentono alla cellula neoplastica di sopravvivere e proliferare in maniera continua, di invadere tessuti e formare metastasi a distanza, di indurre la formazione di nuovi vasi sanguigni e di sfuggire alla attività del sistema immune. I biomarcatori sono caratteristiche del tumore che ci consentono di identificare i pazienti che possono beneficiare di specifici farmaci e sono spesso rappresentati da alterazioni genetico-molecolari della neoplasia. Dato che i tumori possono utilizzare diversi meccanismi molecolari per la loro crescita, solo la combinazione di biomarcatori e farmaci a bersaglio molecolare consente la realizzazione della Medicina di Precisione in oncologia. L'introduzione nella pratica clinica di farmaci a bersaglio molecolare e biomarcatori ha avuto un impatto significativo sulla sopravvivenza di pazienti con neoplasie avanzate, per i quali spesso non sono disponibili valide alternative terapeutiche. Recentemente, agenti a bersaglio molecolare si sono dimostrati efficaci anche in pazienti con malattia resecabile ad alto rischio di recidiva. Inoltre, numerosi farmaci molecolari e corrispondenti biomarcatori sono in corso di sperimentazione clinica. Alcuni di questi agenti hanno dimostrato elevata efficacia clinica in pazienti con specifiche alterazioni genetico-molecolari, indipendentemente dalla localizzazione e dalla istologia del tumore. Ci si attende, pertanto, che la frazione di pazienti che nel prossimo futuro sarà trattata con farmaci mirati alle alterazioni genetico-molecolari delle neoplasie aumenti in maniera significativa. Per garantire l'accesso ai farmaci biomolecolari, è indispensabile che i pazienti oncologici siano analizzati per la presenza dei biomarcatori approvati in pratica clinica. Una caratterizzazione genetico-molecolare estesa dei pazienti oncologici offre la possibilità di accesso a nuovi farmaci attraverso la sperimentazione clinica e costituisce il presupposto per la rapida introduzione di nuove terapie nella pratica clinica. Tuttavia, la selezione dei pazienti da sottoporre a screening genetico-molecolare, la interpretazione dei dati e la successiva scelta terapeutica richiedono una forte interazione tra le varie professionalità che hanno in carica il paziente oncologico. Obiettivi e Indicatori - Accesso alle cure nell'ambito della medicina di precisione - Incremento annuo del numero di pazienti trattati con farmaci molecolari e analizzati per biomarcatori ##### 3. Ricerca traslazionale e sperimentazione clinica Si intende rilanciare la ricerca come obiettivo prioritario della rete: - Creazione nella piattaforma ROC dell'osservatorio delle sperimentazioni attive in Regione; - Creazione di gruppo interaziendale per la selezione dei pazienti arruolabili in studi di fase 1 nei centri regionali abilitati; - Creazione di un gruppo interaziendale per lo sviluppo della immunoterapia e dell'impiego del CAR-T nell'ambito delle neoplasie solide; - Creazione di un gruppo interaziendale per la identificazione delle mutazioni potenzialmente target nei tumori solidi. Obiettivi e Indicatori - Rilancio della ricerca traslazionale e della sperimentazione clinica - Numero di pazienti trattati #### E. Piano sviluppo chirurgie oncologiche L'offerta per l'attività chirurgica inerente le patologie epatobilio-pancreatiche, polmone ed ovaio risulta attualmente carente. Nel triennio si intende colmare queste carenze. Si costituiranno centri di alta specializzazione ove si concentreranno gli investimenti. Obiettivi e Indicatori - Costituzione centri di alta specializzazione - Numero nuovi centri di alta specializzazione #### F. Affiancamento chirurgie esistenti Così come già individuato nel DCA n. 98/2016, e sulla base delle risultanze del costituito tavolo di lavoro regionale ad hoc con le Aziende Sanitarie Locali, sono stati già programmati interventi di affiancamento biennali per le chirurgie dei Presidi Ospedalieri aderenti ai GOM, al fine di raggiungere i cut-off minimi previsti. Obiettivi e Indicatori - Costituzione centri di alta specializzazione - Numero nuovi centri di alta specializzazione - Riduzione tasso di migrazione sanitaria per le patologie individuate - Incremento nuove chirurgie - Incremento del numero di nuove chirurgie che superano annualmente i cut-off minimi previsti - Riduzione tasso di migrazione sanitaria per le patologie individuate ### 1.3.2 Implementazione dei PDTA Nel corso del 2017 e dei primi mesi del 2018 si è provveduto a condividere, con tutti gli oncologi dei CORP/CORPUS della Regione 19 PDTA, che coprono oltre il 90% della patologia oncologica, oltre il trattamento antiemesi in corso di chemioterapia, la radioterapia, nonché, i requisiti minimi del referto anatomopatologico, al fine di uniformare e rendere omogenei i comportamenti in ambito regionale. In prospettiva triennale, le traiettorie programmatorio/gestionali relativamente ai PDTA prevedono: - La revisione annuale, legata alle innovazioni cliniche e dei processi di cura dei PDTA pubblicati nei DCA di Marzo (DCA n. 19/2018) e Novembre (DCA n. 89/2018); - Il monitoraggio e la valutazione, attraverso la piattaforma informatica della ROC, individuando, anche sulla base delle indicazioni di AGENAS nonché di gruppi di lavoro ad hoc costituiti e confermati nel DCA n. 89 del 5.11.2018, una serie di indicatori di processo e, via via, di esito, nella logica del miglioramento continuo della Qualità; La valorizzazione economica. - La valorizzazione economica. Obiettivi e Indicatori - Implementazione PDTA adottati con DCA n. 19/2018 e n. 49/2018 con revisione annuale del processo - Numero di PDTA che rispettano almeno il 75% degli indicatori - Codifica in piattaforma dei 6 indicatori di processo e almeno 2 di esito - Revisione annuale dei PDTA - % dei PDTA revisionati (ottimale oltre il 50%) - Valorizzazione economica dei PDTA - Numero di PDTA valorizzati economicamente (ottimale oltre il 50% nel triennio) ### 1.3.3 Il paziente oncologico in età pediatrica In Campania la popolazione residente di età compresa tra 0 e 19 anni è di circa 1.250.000 unità, pari al 21,9% della popolazione totale. Su tale popolazione incide per il 16,7% l'età pediatrica (tra 0 e 14 anni, circa 900.000 soggetti) e per il 5,2% quella adolescenziale (tra 15 e 19 anni, circa 350.000 di soggetti). L'incidenza stimata dei tumori maligni (malattie emolinfoproliferative o tumori solidi) è di circa 170 nuovi casi per anno e per milione in età pediatrica, e 293 in età adolescenziale. Si stimano pertanto, tra i residenti campani con età inferiore ai 19 anni, circa 265 casi di nuove diagnosi di tumore maligno per anno. Attualmente in Regione Campania la risposta assistenziale è garantita principalmente da due Centri di III livello (Ematologia ed Oncologia pediatrica della AOU Vanvitelli e Dipartimento di Oncologia dell'AORN Santobono-Pausilipon), riconosciuti dalla Associazione Italiana di Ematologia ed Oncologia Pediatrica (AIEOP). Circa il 24% dei ricoveri in ambito oncologico nell'età pediatrica ed il 35% di quelli in età adolescenziale sono effettuati fuori regione, con un alto costo sociale ed un impatto sulla mobilità passiva di circa tre milioni di euro all'anno. Obiettivi e Indicatori - Costituzione di un Polo Unico Regionale di III livello per l'Oncologia Pediatrica mediante Protocollo di Intesa tra la AOU Vanvitelli e l'AORN Santobono-Pausilipon, con una attività di "Oncologia ed onco ematologia pediatrica" e conseguente Centro AIEOP unico, che costituirà il secondo centro nazionale per numerosità dei casi - Indice della migrazione extraregionale per neoplasie infantili e trapianto di midollo (Riduzione, entro il termine di vigenza del Piano triennale del 40%) - Indicatori di processo e di esito per la valutazione degli standard AIEOP - Costituzione della Rete Pediatrica Regionale per l'Oncologia Pediatrica, in analogia e collegamento con la già costituita Rete Oncologica Regionale - Sviluppare, con la direzione del costituendo Hub Unico Regionale, azioni di formazione, organizzazione ed integrazione dei percorsi assistenziali, per la costituzione di un centro Spoke in ciascuna provincia; - Integrare, nella logica di rete, altre funzioni relative all'iter diagnostico terapeutico, anche appartenenti ad altri ambiti assistenziali (Pediatria di Libera Scelta, funzione di salvaguardia della fertilità, funzione di Assistenza Domiciliare, funzione di Terapia del Dolore e cure Palliative/Hospice, funzione di sorveglianza dei "fuori terapia", attività del volontariato) - Affidamento, entro il termine di vigenza del Piano triennale di almeno il 60% dei pazienti a percorsi assistenziali decentrati nel post-diagnosi ## 1.4 Il paziente acuto e post-acuto L'assistenza in ambito ospedaliero ha rappresentato in Regione Campania negli anni passati il riferimento centrale dei processi di cura, in maniera sicuramente distorta ed inappropriata, fino a generare tassi di ospedalizzazione non giustificabili, di per sé portatori di un gravame di risorse che seguivano passivamente l'andamento della domanda. Un territorio da sempre poco credibile, se non per particolari esperienze legate alle individualità piuttosto che all'organizzazione, distretti scarsamente organizzati e poco accoglienti, rimodellati spesso su residui di vecchie USL e pertanto immodificati nel loro compito anche rispetto all'immaginario dell'utente, hanno contribuito a dirottare sempre di più il paziente verso l'ospedale. Una scarsa rispondenza dei servizi di continuità assistenziale e le poche effettive esperienze di rete della medicina generale non hanno mai fatto sentire al cittadino la presenza di una quota di servizio sanitario che non fosse l'ospedale. Ormai da due anni la Regione Campania è impegnata in un forte cambiamento e una decisa riorganizzazione del territorio chiamato a svolgere il proprio compito quotidiano di supporto al bisogno e di governo della domanda di salute, ma anche riappropriandosi del ruolo di promotore di processi di prevenzione e riabilitazione, di assistenza residenziale e semiresidenziale, in sinergia e integrazione con il settore sociale, fino alla domiciliarità delle cure ed alla gestione della terminalità. È diventata credibile e fortemente richiesta l'assistenza domiciliare, seppure necessitante ancora di omogeneizzazione dei percorsi e dei processi di presa in carico, così come delle forme di prestazione dei servizi. Un'analisi della domanda e dell'appropriatezza dei setting di cure ha permesso anche di tradurre in PACC i 108 DRG ad elevato rischio di inappropriatezza dal mese di agosto 2018. Queste ed altre azioni altrove descritte hanno permesso di ricondurre verso una specificità assistenziale delimitata a percorsi di emergenza e urgenza la domanda di assistenza ospedaliera che nel 2018 si attesta sotto i 160 ricoveri per 1.000 abitanti. Il riorientamento della domanda si associa ad una ricostruzione della Rete Ospedaliera, riconfigurata secondo gli standard nazionali previsti dal D.M. n. 70/2015, che permette il varo di livelli crescenti di strutture ospedaliere, nella garanzia delle proporzioni per bacini di utenze e ricondotti alla normalità per discipline quali punti di erogazione, in una sana e corretta integrazione con il privato accreditato e gli ospedali religiosi. ### 1.4.1 Realizzazione del Piano ospedaliero 2019-2021 Con DCA n. 103/2018 la Regione Campania riceve l'approvazione Ministeriale del Piano della Rete Ospedaliera, come da verbale della seduta congiunta dell'11.04.2019 trasmesso nel corso del mese di maggio 2019. A partire da tale periodo la Regione Campania produce il proprio cronoprogramma di attivazione del Piano Ospedaliero per la compiuta realizzazione dello stesso entro il triennio 2019-2021. In conseguenza del nuovo DCA è necessario attivare i seguenti processi di aggiornamento documentale e valutazione tecnica: - Attivazione di uno specifico studio per la valutazione dei dati Volumi ed Esiti, basati sulla disamina delle SDO 2018 e I semestre 2019, finalizzati alla individuazione delle ulteriori UOC eccedenti come da cronoprogramma; - Costituzione della Commissione regionale di valutazione dei nuovi Atti Aziendali discendenti dall'applicazione del DCA n. 103/2018; - Monitoraggio della applicazione delle Reti Tempo dipendenti e completamento del processo istruttorio per le reti Ictus e Trauma. Obiettivi e Indicatori - Costituzione Gruppo di lavoro per la valutazione Volumi/esiti finalizzato alla individuazione delle UOC eccedenti - Costituzione e avvio Gruppo di lavoro - DCA con individuazione UOC eccedenti, tenendo conto anche della vigenza contrattuale dei titolari di S.C. - Ricezione e valutazione Atti Aziendali prodotti in applicazione del DCA n. 103/2018 - Costituzione Commissione Regionale per la valutazione Atti Aziendali - Attivazione dei nuovi DEA di I livello come previsti nella rinnovata programmazione - N. DEA di I livello attivati - Riduzione dei punti di erogazione in eccesso, sia in esito al DCA n. 103/2018 che in applicazione del processo di valutazione Volumi/esiti - Documento di programmazione per l'individuazione dei punti di erogazione in eccesso ### 1.4.2 Adeguamento e sviluppo delle reti tempo-dipendenti La riconfigurazione della Rete Ospedaliera dell'Emergenza/urgenza permette di conseguenza l'identificazione dei Nodi delle Reti tempo/dipendenti e la conseguente capacità di migliorare la qualità dell'assistenza nel rispetto dei tempi previsti per le procedure d'urgenza salvavita. Una coerente programmazione di edilizia ospedaliera sorregge la programmazione regionale e permette nel triennio la sua completa implementazione, in ordine alle strutture ed alle necessarie tecnologie, sia in ammodernamento che in innovazione. #### A. Rete Cardiologica Con DCA n. 64/2018 è stata adottata la Rete Cardiologica Campana in funzione dell'organizzazione della Rete Ospedaliera vigente. Attiva dall'agosto 2018 copre completamente l'intero territorio regionale. Il modello organizzativo è quello Hub/Spoke e vede l'ingresso nel sistema dell'emergenza/urgenza sia delle AOU che di alcune strutture private accreditate (alcune dotate di Pronto Soccorso, altre con accettazione h24 per le urgenze cardiologiche). Tuttavia la rete approvata con DCA n. 64/2018, a seguito dell'approvazione della nuova programmazione della Rete Ospedaliera, viene soggetta a rielaborazione per alcuni punti che hanno modificato la loro collocazione nella matrice dell'emergenza/urgenza. I percorsi assistenziali sono governati da specifici PDTA allegati al documento di programmazione, supportati da collegamenti informatizzati capaci di trasmissione di rilevazioni ecografiche con lettura da remoto e successiva valutazione per la presa in carico corretta del paziente. Il sistema 118 integra perfettamente la Rete IMA ed è coordinato ai bacini di utenza collegati ai rispettivi Spoke e Hub. Sono previste azioni periodiche di monitoraggio dell'efficienza del sistema a carico di una struttura di coordinamento regionale, così come sono previste azioni di "manutenzione" della rete a cadenza annuale. È programmata una azione di comunicazione e informazione al cittadino per la conoscenza del sistema e per diffondere nozioni di promozione della salute e conoscenza delle modalità di allerta della Rete. Sono aperti vari tavoli tecnici per la gestione del post-acuto sia rispetto alla Sindrome Coronarica acuta, sia allo Scompenso Cardiaco che alla Fibrillazione Atriale, per la presa in carico post-evento. Obiettivi e Indicatori - Costituzione coordinamento regionale - Insediamento coordinamento regionale - Monitoraggio periodico dell'efficienza con indicatori preordinati - Report di monitoraggio - Valutazione annuale ed eventuali azioni correttive - Report di valutazione - Azione di informazione e comunicazione regionale - Campagne informative e di comunicazione - Adozione PDTA per il post-acuto - Decreto di adozione - Implementazione dei PDTA del post-acuto - Grado di implementazione dei PDTA #### B. Rete Ictus Nel documento di programmazione della Rete Ospedaliera è previsto un modello macro di rete Ictus coerente con i punti di erogazione delle discipline afferenti alla Rete. Nel frattempo varie disposizioni di carattere organizzativo, per la gestione transitoria, fino alla implementazione della Rete sono state emanate a livello regionale. Ciò anche in considerazione della recente attivazione dell'emergenza nella struttura Ospedale del Mare. L'obiettivo regionale è quello di decretare l'assetto della rete Ictus al fine di garantire a ogni cittadino di ricevere la migliore assistenza ovunque si verifichi l'evento, garantendo equità di accesso a ciascuno. Il modello organizzativo previsto è quello Hub/Spoke, governato mediante PDTA basati su evidenze scientifiche. L'obiettivo è garantire la trombolisi sistemica entro 3 ore dall'esordio dei sintomi e ricovero in stroke unit e, ove necessario trattamenti endovascolari d'urgenza in unità di Neuroradiologia Interventistica e/o Neurochirurgia. All'esito della definizione finale della Rete dell'Emergenza/urgenza la Regione Campania decreta la rete ICTUS corredandola di documenti tecnici e PDTA per l'uniformità dell'assistenza, tenendo conto dei bacini di utenza e del correlato sistema 118. La Rete Ictus viene necessariamente collegata, mediante specifico PDTA, alla disciplina di Neuroriabilitazione (codice 75) e altri setting del post-acuto e dell'assistenza territoriale, come previsto dal DCA n. 23/2015. Obiettivi e Indicatori - Istruttoria per la definizione della Rete Ictus in funzione del DCA n. 103/2018 - Adozione linee guida per la Rete Ictus in coerenza con quanto stabilito dal DCA n. 103/2018 #### C. Rete Trauma Nel documento di programmazione della Rete Ospedaliera è previsto un modello macro di rete trauma coerente con i punti di erogazione delle discipline afferenti alla Rete. Sono stati infatti identificati i vari punti a diversa intensità di assistenza (CTS, CTZ e PST) correlati alla tipologia di presidio, secondo le prescrizione del D.M. n. 70/2015. Nel frattempo varie disposizioni di carattere organizzativo, per la gestione transitoria, fino alla implementazione della Rete, così come approvata dal Ministero, sono state emanate a livello regionale. Particolare attenzione è stata riservata alla gestione dei traumi maggiori prevedendo la costituzione in ogni PS di un Trauma Team, anche in considerazione della recente attivazione dell'emergenza nella struttura Ospedale del Mare. L'obiettivo regionale è quello di decretare l'assetto della rete Trauma al fine di garantire a ogni cittadino di ricevere la migliore assistenza ovunque si verifichi l'evento, garantendo equità di accesso a ciascuno. La Regione deve strutturare specifici PDTA per il Trauma maggiore, per il Trauma in età pediatrico e per altre tipologie specifiche di paziente o di condizione clinica. Sono già adottate schede tecniche di rilevazione della gravità del Trauma, condivise con un Gruppo di lavoro centrale che costituiranno la base per l'adozione di documenti tecnici strutturati complessivi clinici e organizzativi. La rete Trauma viene necessariamente collegata per la gestione del post-acuto alle discipline codice 56 ed all'assistenza territoriale per l'area riabilitazione, come da specifico DCA n. 69/2017. Obiettivi e Indicatori - Istruttoria per la definizione della Rete Trauma in funzione del DCA n. 103/2018 - Adozione linee guida per la Rete Trauma in coerenza con quanto stabilito dal DCA n. 103/2018 ### 1.4.3 L'utilizzo appropriato della degenza post-acuta In Regione Campania con il nuovo Piano della Rete Ospedaliera, l'assistenza si arricchisce di una componente finora trascurata: la degenza post-acuta e l'alta specialità riabilitativa. Tali discipline a lungo neglette e poco considerate sono invece una delle chiavi di volta del sistema dell'emergenza/urgenza perché consentono un fluido percorso del paziente da un'assistenza ad alta intensità di cura verso un'assistenza dove la degenza è più protratta ma orientata al recupero ed alla riabilitazione, necessari complementi alla buona esecuzione di PDTA predefiniti. La Regione Campania, in armonia con quanto previsto dal D.M. 2 aprile 2015, n. 70, "Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera", promuove un uso appropriato dell'ospedale che garantisca al paziente la giusta intensità di cura per le sue condizioni cliniche, nel contesto assistenziale più rispondente ai suoi bisogni. Evidenze della letteratura dimostrano che tanto più è tempestiva la presa in carico globale del paziente in fase acuta tanto più valido può essere il risultato raggiungibile in termini di recupero e di prevenzione di ulteriori danni (secondari e terziari). Come evidenziato dal Piano di Indirizzo per la Riabilitazione, approvato con Accordo Stato-Regioni-Province autonome il 10 febbraio 2011, la comprovata efficacia della tempestività e precocità dell'intervento riabilitativo esige che all'interno delle organizzazioni ospedaliere, pubbliche e private, sia garantito un modello organizzativo idoneo ad assicurare la precoce valutazione multidisciplinare del bisogno riabilitativo della persona già nelle UU.OO di degenza per acuti ai fini dell'erogazione tempestiva dei trattamenti necessari e dell'attivazione del percorso assistenziale più appropriato. Risulta fondamentale in tale fase l'individuazione, nell'ambito della definizione del Progetto riabilitativo individuale, del setting di cura più appropriato per la fase post-acuta, che tenga conto della valutazione clinica, della prognosi funzionale, del margine di modificabilità del quadro di menomazione e disabilità, del grado di stabilità del paziente e della sua possibile partecipazione al programma. La riabilitazione post-acuta in regime di ricovero ospedaliero è riservata alle persone che richiedono un alto supporto assistenziale ed infermieristico ed una tutela medica continuativa nelle 24 ore ed è appropriata nella fase immediatamente successiva ad un ricovero ordinario per acuti, ovvero a un episodio di riacutizzazione di una patologia disabilitante. È articolata in: - Riabilitazione intensiva, rivolta a persone con disabilità importanti, modificabili, che richiedono un elevato impegno diagnostico, medico specialistico ad indirizzo riabilitativo e terapeutico, in termini di complessità e/o durata dell'intervento; - Riabilitazione estensiva a soggetti disabili non autosufficienti, a lento recupero, non in grado di partecipare a un programma di riabilitazione intensiva o affetti da grave disabilità richiedenti un alto supporto assistenziale ed infermieristico ed una tutela medica continuativa nelle 24 ore. La Riabilitazione Intensiva viene erogata in U.O. di Recupero e riabilitazione funzionale (cod. 56) e in U.O. di Alta Specializzazione: Neuroriabilitazione (cod. 75) e Unità Spinale (cod. 28). Tale tipologia di assistenza è di norma erogata nella fase dell'immediata post-acuzie della malattia, quando l'intervento riabilitativo può positivamente influenzare i processi biologici che sottendono il recupero, contenendo e riducendo l'entità della menomazione e quando la disabilità è maggiormente modificabile; tale fase può essere necessaria anche in situazioni di riacutizzazione e recidive dell'evento patologico. Le prestazioni di riabilitazione estensiva in regime di ricovero ospedaliero e di lungodegenza post-acuzie sono erogate nelle U.O. cod. 60. Con il nuovo Piano di programmazione della rete ospedaliera la Regione Campania ha previsto un significativo potenziamento dei posti letto per tali tipologie di assistenza al fine di soddisfare la domanda di assistenza post acuzie, ridurre le giornate di degenza inappropriata nei reparti per acuti nonché ridurre il rilevante fenomeno di mobilità passiva. Risulta necessario migliorare l'offerta qualitativa della riabilitazione ospedaliera attraverso la definizione di specifici standard strutturali, tecnologici ed organizzativi per tali tipologie di assistenza. Per il miglioramento dell'appropriatezza e l'efficienza dei ricoveri di riabilitazione ospedaliera la Regione Campania, ha già definito linee di indirizzo su specifici percorsi di presa in carico della persona con patologie a rilevante impatto sulla disabilità (ictus, frattura di femore, BPCO) individuando, tra gli indicatori di performance, il trasferimento dei pazienti con bisogno di riabilitazione ospedaliera direttamente dai reparti per acuti. Si provvederà, in coerenza con il decreto ministeriale sui criteri di appropriatezza per l'accesso alla riabilitazione ospedaliera, all'adozione di atti di indirizzo regionali sui criteri di eleggibilità dei pazienti ai fini dell'ammissione ai trattamenti ospedalieri, sotto il profilo di: - Severità della condizione clinica/evento morboso/trauma causa del ricovero ospedaliero; - Intensità/complessità dell'assistenza necessaria. ### 1.4.1 Il sistema trasfusionale regionale Il Servizio Sanitario Regionale garantisce in materia di attività trasfusionale servizi e prestazioni individuate dall'art. 5 della legge 21 ottobre 2005 n. 219, così come recepiti dal DPCM n. 15 del 12.01.2017, prestazioni che rappresentano LEA. Il D.M. n. 70/2015 prevede che le strutture trasfusionali siano organizzate e dimensionate in base all'ambito territoriale di riferimento ed alla complessità del presidio di appartenenza. Il dimensionamento dei poli di lavorazione e qualificazione biologica viene programmato sulla base degli standard previsti dall'Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 e del 25 luglio 2012. La Regione Campania con DCA n. 42/2014 aveva definito la propria Rete Trasfusionale in funzione della preesistente Rete Ospedaliera ed aveva provveduto ad istituire i Dipartimenti sovraziendali di Medicina Trasfusionale. L'attuale revisione della Rete Ospedaliera con l'identificazione di nuovi DEA di I livello richiederà una rimodulazione della Rete Trasfusionale, il loro dimensionamento, una nuova governance e una rimodulazione delle competenze. È necessario che la nuova Rete sia in grado di fronteggiare tutti i compiti di supporto trasfusionale corrente ed al contempo sappia rispondere alle esigenze emergenti connesse con i nuovi obblighi (accreditamento e rispondenza alle linee guida delle Buone norme di fabbricazione - GPGs). La riorganizzazione della rete ospedaliera, e la auspicabile riduzione della mobilità sanitaria rimoduleranno i fabbisogni ed in tale ottica va garantita la sostenibilità del Sistema. Una completa integrazione con le reti cliniche (urgenza-emergenza-trapianti) risulta strategica al fine di poter garantire sia le attività di diagnosi e cura che le attività di produzione, con particolare riguardo alla funzionalità dei Poli di lavorazione e qualificazione biologica, su cui impattano considerevolmente gli adempimenti previsti dal sistema regolatorio e di controllo di matrice europea, soprattutto per quanto riguarda la produzione di plasma per uso industriale. L'integrazione con le Reti Cliniche renderà altresì indispensabile la ridefinizione delle competenze sulla terapia aferetica sia all'interno della disciplina trasfusionale sia nel rapporto con le atre discipline allo scopo di evitare sprechi e duplicazioni. Così come accaduto in tutto il paese, anche in Campania si è verificato un calo di donazioni a causa soprattutto di: - Modifiche demografiche con aumento della popolazione anziana le cui necessità assistenziali assorbono una maggiore quota di fabbisogno trasfusionale e contestuale riduzione delle fasce di età giovanili che riducono il turn over dei donatori periodici. La minore sensibilità delle fasce giovanili della popolazione unite a stili di vita non sempre sani non garantisce il necessario ricambio tra le generazioni; - Una evoluzione del quadro epidemiologico delle malattie trasmissibili, soprattutto per i patogeni emergenti, conseguente alla mobilità dei cittadini e ai mutamenti climatici ed alle conseguenti misure restrittive sulle donazioni per tener conto della sicurezza trasfusionale; Una maggiore difficoltà per il reclutamento di nuovi donatori periodici e organizzazioni delle raccolte. Ciò impone uno sforzo promozionale concordato a livello centrale che metta in sicurezza l'autosufficienza regionale. Occorre inoltre conferire nuovo impulso e una rinnovata organizzazione alla Struttura Regionale di Coordinamento per le attività trasfusionali per una programmazione ed un monitoraggio centrale ed efficace delle attività della rete trasfusionale realizzando una piena integrazione della suddetta struttura all'interno dell'organizzazione regionale. Realizzando il dettato legislativo che prevede una piena integrazione della struttura di coordinamento delle attività trasfusionale all'interno dell'organizzazione regionale. Va necessariamente consolidato e manutenuto il processo di accreditamento con i risultati raggiunti nel corso del 2017 e 2018, garantendo le strutture con gli standard previsti dal D.M. n. 70/2015, così come è necessario procedere ad un importante adeguamento dei sistemi infrastrutturali di rete (reti informatiche e reti di trasporto). Vanno iniziati i processi di accentramento produttivo e consolidati quelli di validazione biologica, previsti dalla programmazione regionale. Una costante attività di Formazione a tutti i livelli del personale afferente all'intero Sistema Trasfusionale va programmata periodicamente secondo un piano formativo regionale ed aziendale. Azioni di integrazione forte con il settore Farmaceutico regionale sono finalizzate ad uno stretto monitoraggio ed una più razionale distribuzione dei plasmaderivati ottenuti in conto lavorazione, con conseguente contenimento della spesa, tramite un coordinamento con la Direzione dell'area Regionale farmaceutica. È necessaria inoltre una stretta integrazione con il Centro Regionale Trapianti per la governance relativa alla raccolta di cellule staminali. Infine, è necessario procedere alla revisione delle procedure di autorizzazione-accreditamento istituzionale, ispezione e controllo, con audit di parte seconda, al fine di rendere coerenti i percorsi di autorizzazione-accreditamento istituzionale e ispezioni e controllo così come previste dalla Regione e quelli di parte seconda previsti dalle Aziende di frazionamento industriale del plasma, ai fini della qualificazione dei Servizi Trasfusionali come fornitori di materia prima per i plasmaderivati prodotti in "conto lavorazione" da plasma nazionale, anche in prospettiva delle ridefinizione nazionale dei criteri di accreditamento. Obiettivi e Indicatori - Informatizzazione della rete trasfusionale in conformità al decreto n. 42/2014 e accentramento delle attività di lavorazione nei tre poli individuati dal decreto n. 42/2014 - Configurazione informatica di almeno un polo di lavorazione - Avvio della gara di informatizzazione rete trasfusionale regionale - Consegna di una scheda di rilevazione dello stato dei requisiti strutturali e tecnologici di almeno 2 poli di lavorazione - Conclusione gara informatizzazione - Ristrutturazione poli di lavorazione - Accentramento nei tre poli di lavorazione - Accreditamento Jacie Fact per le unità di raccolta Cellule Staminali - Individuazione delle unità di raccolta delle cellule staminali periferiche e midollari - Verifica dei fabbisogni tecnologici/strutturali - Formazione della Commissione congiunta CRT/SRC e stesura della pianificazione degli accreditamenti Jacie Fact - Accreditamento o riaccreditamento Jacie Fact 7.0 di tutte le unità di raccolta
campania
healthcare
planning_acts
Regione Campania
2019-11-21
9d5302d8ba446dae30c5130cc23b6d6a
4
Programma 2: La salute nelle comunità
## 2.1 La salute nella comunità Con Deliberazione di Giunta Regionale n. 860 del 29.12.2015, e successivo DCA n. 36 del 01.06.2016 è stato adottato il Piano Regionale della Prevenzione 2014-2018, predisposto secondo indicazioni del Piano Nazionale per la Prevenzione per gli anni 2014-2018 approvato con Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, ai sensi dell'art. 8, comma 6, della Legge 5 giugno 2003, n. 131. Al momento la Regione è stata certificata dal Ministero della Salute circa il raggiungimento del livello programmato degli obiettivi previsti dallo stesso piano per il 2017. È stata approvata, in sede di Conferenza Stato-Regioni-PA, la proroga della vigenza del Piano Nazionale di Prevenzione 2014-2018 a tutto il 2019. Tale approvazione ha previsto la possibilità di rimodulazione parziale delle progettualità inserite nei Piani Regionali, tenuto conto delle criticità evidenziate nel triennio in corso. Il Piano Regionale della Prevenzione definisce un sistema di azioni di promozione della salute e di prevenzione, attraverso interventi, volti a garantire un invecchiamento attivo e in buona salute, che accompagnano il cittadino in tutte le fasi della vita (approccio life-course), nei luoghi di vita e di lavoro (approccio per setting) con la finalità di conseguire il più elevato livello di salute raggiungibile, ponendo le popolazioni e gli individui al centro delle azioni. L'elemento strategico di innovazione, che sarà ribadito nel prossimo PRP, sta nella scelta di sostenere il riorientamento di tutto il sistema della prevenzione (nella sua generale declinazione su tutti i servizi sociosanitari del territorio, sviluppata e/o orientata dai Dipartimenti di Prevenzione) affermando il ruolo cruciale della promozione della salute e della prevenzione come fattori di sviluppo della società e di sostenibilità del Welfare. La pianificazione regionale, pertanto, è stata orientata al superamento della frammentarietà di singole azioni progettuali focalizzate su singoli obiettivi e ha privilegiato una logica di piani/programmi/azioni tra loro coerenti, coordinati e sinergici creando o rinforzando le condizioni, anche organizzative, affinché i PRP si incardinassero nella più ampia programmazione regionale e aziendale e nei relativi sistemi di monitoraggio. ### 2.1.1 Monitoraggio interventi promozione alla salute Al fine di assicurare un'idonea governance aziendale della funzione per la promozione della salute, ai sensi della Delibera di Giunta Regionale n. 501 del 01.08.2017 è disposta l'istituzione del Coordinamento delle attività di Educazione e Promozione della Salute (EPS) che trova collocazione unitaria in tutte le Aziende Sanitarie Locali nel Dipartimento di Prevenzione, con funzioni di pianificazione, programmazione, indirizzo, coordinamento, supporto metodologico, valutazione e monitoraggio delle attività di educazione e promozione della salute. Tra i compiti del Coordinamento è previsto quello di effettuare annualmente una rilevazione delle attività di promozione in essere realizzate dalle strutture aziendali di competenza sui diversi temi e nei diversi setting (comunità, scuola, luoghi di lavoro e strutture sanitarie) e delle nuove proposte di intervento e valutarle sulla base dei criteri di buone prassi (di cui agli allegati 3 e 4 del DGR n. 501/2017) e dei risultati raggiunti e/o previsti. In base degli esiti del lavoro di rilevazione e valutazione delle attività di EPS le AASSLL elaborano il "Programma attuativo aziendale intersettoriale di promozione ed educazione alla salute" ed il "Catalogo delle attività di EPS offerte alle scuole". Al fine di avere un quadro delle attività di promozione della salute attuate su tutto il territorio regionale dalle AASSLL, nei diversi setting per temi e fasce di età, la Regione Campania si è posta l'obiettivo di realizzare un Sistema di Monitoraggio Regionale sugli interventi di Promozione alla Salute. Il Sistema di Monitoraggio ha quindi lo scopo di rilevare i dati sulle attività individuate quali buone prassi per temi/setting/ target che si sono realizzate in ciascuna azienda e permettere alle AASSLL ed alla Regione la realizzazione di report quantitativi/qualitativi dove si riportano anche i punti di forza e le criticità emerse nel corso della realizzazione delle attività al fine di valorizzare, rafforzare ed estendere quanto di significativo e utile è in atto e poter intraprendere azioni per il superamento delle criticità riscontrate. Obiettivi e Indicatori - Pianificazione e realizzazione di un sistema di monitoraggio degli interventi di promozione alla Salute codificati come buone pratiche realizzati nei diversi setting da ciascuna AA.SS.LL - Coinvolgimento del Gruppo di Coordinamento Regionale per la Promozione della Salute istituito con D.D. n. 12 del 24.01.2018 per l'individuazione degli indicatori per temi/setting/target - Creazione di un data base per il monitoraggio degli interventi di promozione alla Salute - Trasmissione alle AA.SS.LL per la compilazione ### 2.1.2 La promozione della salute Per il raggiungimento degli obiettivi di promozione alla salute di cui al Piano Nazionale di Prevenzione 2014-2018 prorogato al 2019, sono previste azioni su molteplici tematiche con particolar riferimento agli interventi finalizzati all'implementazione del programma "Guadagnare Salute" che ha l'obiettivo di promuovere e facilitare l'assunzione di abitudini e stili di vita salutari nell'ottica della prevenzione delle principali MCNT (malattie cardiovascolari, tumori, diabete mellito, obesità, malattie respiratorie croniche, problemi di salute mentale e disturbi muscolo-scheletrici) che hanno in comune fattori di rischio modificabili quali la sedentarietà, la scarsa attività fisica, la scorretta alimentazione, il fumo di tabacco e l'abuso di alcol. Tenuto conto del preoccupante aumento in Regione Campania, già dall'età pediatrica, di sovrappeso-obesità, ipertensione e diabete, condizioni strettamente correlate con l'alimentazione e con l'insufficiente attività fisica, in un'ottica di intersettorialità si prevede la stipula di accordi a livello regionale con istituzioni non sanitarie relativamente alle attività di promozione della salute al fine di facilitare l'adozione di stili di vita sani nella prospettiva di "Salute in tutte le Politiche". In particolare emerge la necessità di rivolgere particolare attenzione ai problemi peculiari legati alla sedentarietà di tutte le fasce di età della popolazione, secondo un approccio life course. A tal fine si reputa necessario stipulare un Protocollo di intesa con il CONI Campania, nell'ambito delle specifiche prerogative sancite dall'atto statutario dell'Ente medesimo, che può quindi svolgere un ruolo importante nel favorire comportamenti salutari in tutte le fasce di età promuovendo l'attività fisica e sportiva, nonché l'educazione ad una corretta alimentazione e ad uno stile di vita sano. Obiettivi e Indicatori - Monitoraggio degli interventi di promozione della Salute codificati come buone pratiche realizzati per ciascun tema oggetto di EPS da ciascuna AA.SS.LL - Realizzazione di un Report aziendale sullo stato di implementazione delle attività previste sul territorio delle AASSLL - Trasmissione Report aziendali alla Regione - Coinvolgimento del CONI della Campania al fine di favorire e promuovere progetti ed iniziative comuni a sostegno della attività motoria e dei corretti stili di vita, che preveda che il CONI si impegni a rendere gli spazi propri o di enti affiliati contesti promotori di salute contrastando il tabagismo, l'uso di sostanze psicoattive o dopanti, il consumo di alimenti non salutari (ad esempio snack ipercalorici, bibite dolci, etc.) - Costituzione di un gruppo di lavoro composta da esperti individuati a livello regionale e da rappresentanti del CONI - Elaborazione e condivisione di una proposta di Intesa tra Regione Campania e Comitato Regionale CONI della Campania in tema di Promozione della Salute - Sottoscrizione di un protocollo di Intesa tra Regione Campania e CONI della Campania e approvazione con delibera della Giunta regionale ### 2.1.3 La medicina di genere L'evoluzione della Medicina nel corso degli ultimi 30 anni ha orientato le cure verso una maggiore personalizzazione, specie nelle terapie innovative che giungono a studiare variabili biologiche inevitabilmente (e finalmente) correlate anche al genere. Insieme ad altre considerazioni relative a considerazioni socio-culturali ed ambientali, il tema della Medicina di Genere si sta presentando allo studio ed all'osservazione della sanità con una nuova forza. Incidenza e prevalenza di alcune patologie differenziate per genere non possono più sottacere l'individuazione di un settore di ricerca e approfondimento in tale direzione: la Regione Campania non intende sottrarsi a una riflessione sull'argomento, orientando parte della sua programmazione ad una visione prospettica differenziata, capace di esaltare in positivo le differenze prestando attenzione ad una disparità di fondo di fatto esistente. Non è ideologico rappresentare quanto alcune patologie decorrano nella loro storia naturale in maniera differenziata nel genere femminile, così come l'efficacia terapeutica e gli esiti di salute esprimano una rappresentazione difforme rispetto all'atteso, tenendo conto che la maggior parte dei trials clinici vengono condotti su pazienti di genere maschile e su essi viene generalmente orientata la ricerca. Sostanziare i motivi di una differenza di genere non è compito della Regione Campania, piuttosto dei propri ricercatori che sono chiamati ad approfondire il tema e valorizzare intuizioni e risultati di ricerca che possano migliorare il livello di salute dei propri cittadini. Tenendo conto che il 51% della popolazione campana è costituita da popolazione di sesso femminile, diventa doveroso aprire questo tema ed affrontarlo in maniera strutturata, nel perseguire anche su questo argomento un percorso di equità. La Regione Campania intende dunque sostenere e sostanziare la forza di una Medicina di Genere che nell'approfondimento delle tematiche scientifiche, sostenute da Evidenze e Ricerca, permetta di configurare un approccio a sensibilità differenziata verso i pazienti, individuando aree specifiche e indicatori appropriati per una sanità più vicina al genere femminile, così come è universalmente riconosciuta la necessità di una medicina in età pediatrica che riconosce nel bambino specificità cliniche, metaboliche, psichiche del tutto non riconducibili ad un mero frazionamento di individuo. È abbastanza diffusa la consapevolezza che le donne accedono di meno ai servizi sanitari e spendono di meno in out of pocket per sé stesse, generando per sé outcome più negativi rispetto ai pazienti di sesso maschile. "La medicina di genere vuole descrivere le differenze nella prevenzione, nella diagnostica e nella terapia di tutte le malattie, e non necessariamente quelle che prevalgono in un sesso o nell'altro o le patologie dell'apparato riproduttivo" recita un incipit di un documento del Ministero della Salute. La Regione Campania, nel voler adottare e implementare il "Piano per l'applicazione e la diffusione della Medicina di Genere" (in attuazione art. 3, co. 1, Legge 11.1.2018, n. 3), programma dunque l'istituzione di un Gruppo di Lavoro dedicato che avrà come obiettivi la promozione di: - Ricerca scientifica rivolta al genere femminile; - Formazione e informazione agli operatori sanitari sulla Medicina di Genere; - Aumento dell'inserimento delle donne nei trials clinici; - Approfondimenti nei PDTA di percorsi dedicati al genere femminile: - Individuazione sistematica del genere nella raccolta dati per studi di utilizzo e accessibilità dei servizi sanitari. - Costituzione di gruppi di Lavoro interdisciplinari e su tematiche specifiche - Numero gruppi di lavoro istituiti - Produzione linee di indirizzo regionali - Numero linee guida regionali prodotte - Informazione e formazione al personale sanitario sulle tematiche di Medicina di genere - Numero di eventi divulgativi regionali ed aziendali - Conoscere e valutare le attività di ricerca dedicate alla medicina di genere - Ricognizione delle attività ospedaliere e territoriali esistenti rivolte alla Medicina di genere - Costituire una rete con le Associazioni di cittadini /pazienti per la ricezione delle istanze assistenziali - Proposta di accordo di collaborazione con Associazioni di cittadini/Pazienti e n.ro accordi sottoscritti/anno ### 2.1.4 La genitorialità consapevole L'ambito della genitorialità ha visto un profondo cambiamento nell'attuale clima culturale e sociale. Tali modificazioni, in modo particolare, hanno portato ad un diverso modo di vivere la maternità con richieste di assistenza da parte di donne gravide e puerpere sempre più complesse e difficili da soddisfare. I cambiamenti nel modo di vivere questo evento e nelle richieste di assistenza impattano in modo importante sia sul personale del SSR che sullo stato emotivo della donna e della coppia. La DG per la Tutela della Salute e coordinamento del SSR ha programmato e condiviso con i Dipartimenti Materno-Infantili delle 7 Aziende Sanitarie Locali il sostegno alla genitorialità consapevole attraverso un percorso di implementazione e potenziamento delle attività territoriali (da erogare in ciascuna ASL sulla base della popolazione residente). Nell'ambito della implementazione dei servizi territoriali, la Regione Campania sta rivolgendo particolare attenzione alle attività multidisciplinari svolte dai Consultori Familiari, istituiti dalla Legge 29 luglio 1975, n. 405. La Legge n. 34/1996 prevede un Consultorio Familiare (CCFF) ogni 20 mila abitanti e la norma richiamata nei LEA mira a garantire alla donna e al partner, durante tutto il percorso nascita, le prestazioni erogate gratuitamente dalla struttura dedicata del SSR. Il piano regionale di sostegno alla genitorialità consapevole e all'intero percorso nascita mira ad aumentare la consapevolezza della popolazione circa le attività di sostegno alla coppia sin dal periodo del concepimento fino ai primi anni di vita del bambino. Il DPCM 12 gennaio 2017, nel ridefinire i nuovi LEA, ha delineato all'articolo 24, una riqualificazione delle attività consultoriali relativa ai seguenti ambiti: - Maternità, paternità e procreazione responsabile; consulenza preconcezionale; - Sterilità e infertilità, procreazione medicalmente assistita; - Tutela della salute della donna, diagnosi precoce dei tumori genitali femminili; - Assistenza alla donna in stato di gravidanza e tutela della salute del nascituro; - Corsi di accompagnamento alla nascita; - Promozione e sostegno dell'allattamento al seno e supporto nell'assistenza del neonato; - Percorso IVG: presa in carico della donna con sostegno psicologico pre e post IVG e offerta attiva e gratuita di metodi contraccettivi per la riduzione delle IVG ripetute; - Valutazione e supporto psicologico a coppie e minori per l'affidamento familiare e l'adozione, rapporti con il Tribunale dei minori e adempimenti connessi (relazioni, certificazioni, ecc.); - Consulenza e assistenza degli adolescenti, anche in collaborazione con le istituzioni scolastiche; - Assistenza ai minori e ai nuclei familiari in situazione di disagio, in stato di abbandono o vittime di maltrattamenti e abusi, anche attraverso accordi di convenzioni con enti e associazioni preposti. Obiettivi e Indicatori - Potenziamento dell'offerta dei servizi attraverso l'estensione degli orari di apertura pomeridiani e/o sabato mattina - Numero dei consultori regionali estende l'orario di apertura al pubblico (Aumento di almeno il 30%) - Monitorare le attività offerte dai consultori familiari regionali - Sviluppo di un software informatizzato unico regionale per il monitoraggio delle attività - Garantire maternità, paternità e procreazione responsabile con consulenza preconcezionale, e cura della sterilità e infertilità (procreazione medicalmente assistita PMA), attraverso la predisposizione di apposite linee di indirizzo - Linee di indirizzo regionali su PMA omologa ed eterologa - Tutelare la salute della donna attraverso la diagnosi precoce dei tumori genitali femminili, attraverso la predisposizione di apposite linee di indirizzo - Linee di indirizzo regionali sullo screening per HPV - Aumentare di almeno il 10 % il numero di gravide che effettuano la vaccinazione antinfluenzale e DtP - Indicatore desumibile dall'anagrafe vaccinale regionale opportunamente implementata dai centri vaccinali e dalle U.O. di Ginecologia e ostetricia - Offrire una assistenza qualificata ai minori e ai nuclei familiari in situazione di disagio, in stato di abbandono o vittime di maltrattamenti e abusi, anche attraverso accordi di convenzioni con enti e associazioni preposti, con l'obiettivo di aumentare del 10% il numero di minori e nuclei familiari in situazione di disagio, in stato di abbandono o vittime di maltrattamenti e abusi presi in carico dai servizi aziendali dedicati anche attraverso accordi di convenzioni con enti e associazioni preposti - Numero di minori e nuclei familiari in situazione di disagio, in stato di abbandono o vittime di maltrattamenti e abusi presi in carico dai servizi aziendali dedicati - Consulenza e assistenza degli adolescenti, anche in collaborazione con le istituzioni scolastiche, con l'obiettivo di aumentare di almeno il 10%/anno il numero di adolescenti che hanno effettuato una consulenza di supporto psicologico presso ciascuna ASL nel periodo 2019-2021 - Numero di adolescenti che hanno effettuato una consulenza di supporto psicologico presso ciascuna ASL ### 2.1.5 La salute nei luoghi di lavoro #### A. Azioni di miglioramento dell'ambiente e dell'organizzazione del lavoro La completa definizione ed implementazione dei presupposti normativi indicati dal D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i. (insediamento e regolare funzionamento del Comitato Regionale di Coordinamento ex art. 7 D.Lgs. n. 81/2008 ed ex DPCM 21.12.2007, dell'Ufficio Operativo Regionale (UOR) e degli Organismi Provinciali (OP) con i relativi Nuclei Operativi Integrati (NOI) ex DPCM 21.12.2007) consente alla Regione Campania di programmare l'attività territoriale specifica indicando priorità ed obiettivi cui puntare ai Servizi Igiene e Medicina del Lavoro (SIMLI) e Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro (SPSAL) dei Dipartimenti di Prevenzione delle sette AASSLL. Così pure il raggiungimento annuale, fin dalla loro istituzione, degli obiettivi indicati dal Comitato ex art. 5 D.Lgs. n. 81/2008, favorisce il monitoraggio degli eventi infortunistici e tecnopatici che si verificano. Per la Regione Campania la Policy per la sicurezza e salute sui luoghi di lavoro costituisce un riferimento fondamentale ed essenziale finalizzato alla comprensione dei principi cui si ispira ogni azione dell'organizzazione, nell'ottica della salute e sicurezza di tutti, e a cui tutti devono attenersi in rapporto al proprio ruolo e alle responsabilità assunte, senza tralasciare di mettere a disposizione risorse organizzative, strumentali ed economiche con l'obiettivo di migliorare la salute e la sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro, attraverso i Servizi delle AASSLL si punterà in particolare a: - Ridurre al minimo i rischi per la salute e sicurezza di tutto il personale che accede ai luoghi di lavoro; - Migliorare in modo continuativo le prestazioni in relazione alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e le relative modalità di gestione; - Promuovere in tutta la Regione una "cultura della sicurezza", cioè l'adozione di comportamenti basati sulla tutela della propria e altrui sicurezza e salute, attraverso continui programmi di formazione e informazione. Le strategie che saranno adottate affinché tali obiettivi vengano raggiunti, mirano ad attivare un Sistema di Gestione della Sicurezza e Salute sul luogo di Lavoro (SGSSL), come parte integrante di tutte le organizzazioni lavorative. Ci si impegnerà ad affrontare gli aspetti della sicurezza di tutte le attività aziendali esistenti e la programmazione futura, come aspetti rilevanti della propria attività attraverso una verifica della organizzazione delle strutture aziendali così come previsto dalla normativa vigente: Datore di lavoro, Dirigenti, Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), Preposti, Addetti alla sicurezza, Personale dipendente, in modo tale che tutti siano partecipi, secondo le proprie responsabilità e competenze, per raggiungere gli obiettivi di sicurezza loro assegnati. Sarà assicurato un ruolo prioritario all'informazione sui rischi aziendali affinché sia diffusa a tutti i lavoratori e alla formazione degli stessi attraverso aggiornamenti specifici in riferimento alla mansione svolta, garantendo la consultazione dei lavoratori, anche attraverso il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS), in merito agli aspetti della sicurezza e salute sul lavoro. La recentissima approvazione del disegno di legge da parte del Consiglio dei Ministri, di ratifica della Convenzione n. 187 del 2006 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro di Ginevra sul "Quadro promozionale per la salute e sicurezza sul lavoro" darà la possibilità ai Servizi operanti nelle 7 AASSLL di avviare programmi di approfondimento sulla promozione della salute. Definita nel 1986 dalla Carta di Ottawa come un processo che permette alla gente di esercitare un maggiore controllo sulla propria salute e di migliorarla, la promozione della salute sul posto di lavoro. In coerenza a quanto esposto nell'Atto di Indirizzo per l'anno 2019 del Ministero della Salute, adottato il 27 settembre 2018, saranno programmate azioni di promozione della salute sui luoghi di lavoro finalizzati al miglioramento dell'ambiente e dell'organizzazione del lavoro in modo da incidere efficacemente sui processi di invecchiamento attivo ed in buona salute, creando condizioni di supporto ed inclusione dei lavoratori più anziani, e di quelli con malattie croniche o disabilità. Saranno predisposti specifici programmi formativi tendenti a considerare l'età come un aspetto della diversità nella valutazione dei rischi. Obiettivi e Indicatori - Avviare programmi di approfondimento sulla promozione della salute sui luoghi di lavoro finalizzati al miglioramento dell'ambiente e dell'organizzazione del lavoro in modo da incidere efficacemente sui processi di invecchiamento attivo ed in buona salute, creando condizioni di supporto ed inclusione dei lavoratori più anziani, e di quelli con malattie croniche o disabilità - Numero di programmi di approfondimento adottatati da ciascuna ASL - Numero di corsi di formazione per tutto il personale SIML e SPSAL - Creazione di una banca dati e stampa di opuscoli sulle risultanze degli audit e delle ricerche effettuate - Numero di aziende coinvolte nel programma informativo attraverso la distribuzione degli opuscoli #### B. Azioni di miglioramento dell'ambiente e dell'organizzazione del lavoro Il miglioramento dell'ambiente e dell'organizzazione del lavoro nella Regione Campania passa necessariamente attraverso la assoluta conoscenza delle criticità presenti sul territorio e non può prescindere da una fotografia puntuale dello stato di salute della popolazione lavorativa. Gli ultimi anni, caratterizzati da un quadro di notevole recessione economica, hanno visto una decisa trasformazione economica del tessuto produttivo nazionale e regionale, con una crescita dei rapporti di lavoro a tempo determinato ed una grande dilatazione degli impieghi a tempo parziale, favorendo lo sviluppo di molte attività nel settore terziario e l'impiego di professioni a bassa qualifica. Il quadro occupazionale si presenta quindi notevolmente più invecchiato e più istruito rispetto a prima, con un aumento relativo della presenza straniera e femminile specialmente nei settori alberghiero e della ristorazione in generale, oltre che nell'agricoltura e nei servizi. In tale contest il gap territoriale si è accentuato a sfavore delle regioni meridionali. In questo contesto generale particolare attenzione va rivolta al settore dell'Edilizia, tenendo ben presente il calo del numero delle imprese con la perdita di migliaia di posti di lavoro che ha determinato l'impoverimento del settore con possibili ripercussioni sulla sicurezza. Risulta di tutta evidenza quindi che la programmazione della prevenzione non può prescindere da tali considerazioni, e che le azioni da mettere in campo non possano non tenere presente il profondo cambiamento in atto nel mondo del lavoro. Per fare ciò si dovrebbero concentrare le risorse organizzative, strumentali ed economiche al fine di ottenere la conoscenza quanto più precisa possibile delle patologie cronico-degenerative presenti nella popolazione lavorativa, in aggiunta al dato sulle patologie professionali favorendo l'emersione di quelle sotto notificate in Campania, con particolare riferimento a quelle gravi (Neoplasie), alle attività a maggior rischio (Agricoltura ed Edilizia), alle patologie stress lavoro-correlate e muscolo-scheletriche, alla esposizione ad agenti cancerogeni. Obiettivi e Indicatori - Approfondire la conoscenza del contesto socio-economico, occupazionale ed epidemiologico al fine di legare le azioni di prevenzione all'analisi territoriale - N. di aziende e lavoratori coinvolte nel programma formativo - Avviare programmi di approfondimento volti alla riduzione delle cause di malattie professionali ed alla emersione di quelle sotto notificate ed alla riduzione di infortuni legati alla condizione di salute dei lavoratori - % di incremento del numero di malattie professionali notificate nella popolazione lavorativa analizzata - % di riduzione degli infortuni sul lavoro ## 2.1.6 La salubrità di alimenti, acque e mangimi e la sanità pubblica veterinaria Le attività di controllo mirate a garantire la salubrità degli alimenti ad uso umano, incluse le acque potabili, nonché gli alimenti destinati all'alimentazione zootecnica, sono pianificate nei Piani pluriennali Nazionali Integrati (PNI) e nelle relative appendici regionali (PRI) ai sensi dell'articolo 41 del Regolamento (CE) n.882/2004, oggi articolo 109 del Regolamento (UE) n. 625/2017. Il PRI definisce gli obiettivi e la politica regionale in materia di sicurezza alimentare, la sanità pubblica veterinaria e la sanità delle piante, descrivendo il Sistema di Gestione dei Controlli Ufficiali (S.G.C.U.) svolti nel corso del periodo di vigenza. Il PRI include anche gli obiettivi strategici e operativi del Piano Regionale di Prevenzione. I controlli sono mirati a prevenire, eliminare o ridurre a livelli accettabili i rischi per gli esseri umani e gli animali, diretti o veicolati dall'ambiente, a garantire pratiche commerciali leali per i mangimi e gli alimenti e tutelare gli interessi dei consumatori. Le strutture regionali incardinate nella Direzione Generale per la tutela della salute e il coordinamento del SSR ed i Dipartimenti di Prevenzione delle AASSLL rappresentano le Autorità Competenti (AC) nella programmazione ed attuazione dei controlli ufficiali in materia di sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria ai sensi dell'articolo 2 del D.Lgs. n. 193/2007. I laboratori dedicati all'esecuzione delle analisi ufficiali sono individuati dal PRI nell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno e nell'ARPAC. In Regione Campania tali AC, sia di livello regionale che territoriale, sono certificate UNI EN ISO 9001:2015 ed utilizzano esclusivamente procedure documentate standardizzate in tutto il territorio regionale. I dati relativi alle attività di controllo, espletate ogni anno dalle AASSLL sulla base di documenti di programmazione regionale e territoriale (DPAR – DPAT), elaborati secondo criteri di priorità in relazione alle risorse disponibili, sono inseriti in tempo reale in un sistema informatico gestionale (GISA) che alimenta le banche dati regionali. I dati sui controlli, estratti ed analizzati dall'Osservatorio Regionale per la sicurezza alimentare (ORSA), struttura di supporto alla Regione, consentono funzione di monitoraggio e programmazione oggettivamente efficaci. Il monitoraggio prevede una cadenza trimestrale, eventualmente intensificata in occasione di particolari criticità. Il sistema GISA consente, altresì, anche alle AASSLL l'estrazione dei dati per monitorare l'andamento degli obiettivi operativi assegnati dalla programmazione regionale. Il sistema GISA è, altresì, adeguato alla cooperazione con gli altri sistemi informativi della PA, in particolare del Ministero della Salute e prevede l'inserimento delle attività anche di altri organi di controllo (NAS, Corpo Forestale dello Stato, Guardia di Finanza, Nucleo anti Frodi, Capitaneria di Porto, Polizia stradale). Il PRI prevede la classificazione dei campi in macroaree e settori, è necessario a livello regionale applicare un'articolazione più specifica e dettagliata che rappresenti meglio la realtà e gli obiettivi regionali. Pertanto, l'elenco delle macroaree e settori riportato nel PNI è stato sostanzialmente ampliato suddividendo alcuni settori e prevedendone altri specifici, in modo da rappresentare al meglio la realtà e gli obiettivi regionali. Tale elenco, riportato schematicamente di seguito, funge anche quale "audit universe", cioè definisce gli argomenti degli audit interni di settore ai sensi dell'articolo 6 del Regolamento (UE) n. 625/2017. Ai fini di una corretta programmazione dei controlli ufficiali, tutti gli stabilimenti/aziende le cui attività ineriscono la sicurezza alimentare e la sanità pubblica veterinaria sono categorizzati in base al rischio accertato o ex ante. Sono previste cinque classi di rischio a cui corrispondono appropriate frequenze, modalità, tecniche ed intensità dei controlli ufficiali a farsi, secondo il criterio che ad un più alto rischio corrisponde una maggiore frequenza ed intensità di controllo. Le categorie sono divise in base ad un punteggio assegnato in occasione della sorveglianza, calcolato automaticamente attraverso check list inserite nel sistema informatico GISA, secondo il seguente schema: Ad un punteggio più elevato corrisponde un rischio più elevato e le imprese rientranti in tale categoria sono soggette a controlli più frequenti (ispezioni, audit) rispetto a quelle di categoria di rischio inferiore. Tale criterio di programmazione consente di mirare i controlli e di ottimizzare l'utilizzo delle risorse dell'AC. Per consentire una adeguata distribuzione del personale addetto alle attività di controllo è stato standardizzato a livello regionale un sistema di calcolo delle performance, sia individuali che di struttura, che consente valutare la congruità del personale disponibile e di elaborare il piano triennale dei fabbisogni delle AASSLL per garantire l'esaustivo espletamento delle attività di sicurezza alimentare e sanità veterinaria. Il sistema, approvato in occasione del Piano Regionale Integrato 2011-2014 (DGRC n. 377/2011), ha subito nel PRI 2015-2018 (DGRC n. 617/2015), poi prorogato a tutto il 2019, i necessari correttivi sulla base di alcune criticità emerse nel corso della sua applicazione. Il sistema consente di verificare, in occasione della programmazione regionale annuale, le potenzialità dei servizi territoriali a livello capillare e di intervenire sulle Direzioni strategiche aziendali, qualora emergano carenze di personale, per sollecitare il reclutamento nelle forme previste. Alla valutazione di carattere quantitativo delle risorse umane, attraverso il citato sistema di calcolo delle performance, si associa il monitoraggio sulla qualità delle prestazioni attraverso il Piano degli audit interni (Regione AASSLL) e delle attività di verifica dell'efficacia. Il sistema regionale di verifica dell'efficacia dei controlli prevede, infatti, sia audit interni, sia apposite "supervisioni" secondo le procedure stabilite con il Decreto del Commissario ad Acta per il piano di rientro sanitario DCA n. 97/2010, effettuati dal Nucleo Regionale dei Controlli Ufficiali (Nu.Re.C.U.). La Regione (ACR) trasmette alle AASSLL (ACL) un programma di audit e di supervisioni elaborato secondo i seguenti criteri: - Nei quattro anni tutte le AASSLL e tutti i settori del "audit universe"; - Valutazione del rischio legato a pericoli emergenti del territorio; - Follow up di audit precedenti. Alcune tipologie di supervisione previste dal DCA n. 97/2010, come quelle per valutare il livello di know how del personale sanitario e quelle mediante simulazione, sono effettuate, sia a livello regionale che territoriale per garantire processi di miglioramento e di uniformità, con il supporto tecnico-scientifico di personale del Polo Didattico Integrato (PI), attivato con la DGRC n. 867/2010, che integra tra l'Università, l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZSM) ed il Sistema Sanitario regionale, per migliorare contestualmente sia la didattica che il livello qualitativo dei controlli ufficiali. Tale sistema regionale di gestione degli audit interni e supervisione ai sensi degli art. 4 punto 6 e art. 8 paragrafo 3 del Reg. CE 882/2004, prevede un percorso di gestione dei conflitti d'interesse. In particolare, il personale del Nu.Re.C.U. viene escluso dall'esecuzione di tali attività presso l'ASL di provenienza e, inoltre, tutto il personale del Nucleo regionale sottoscrive all'atto della notifica del piano annuale di audit un apposito modello (MOD. H -Nu.Re.C.U.) per la dichiarazione di assenza/presenza di conflitti di interessi. Il livello qualitativo delle prestazioni del personale medico e veterinario incaricato dell'esecuzione dei controlli ufficiali viene elevato attraverso un'intensa attività di formazione. Quest'ultima, oltre che nelle iniziative delle singole AASSLL, trova attuazione nel Piano formativo annuale regionale la affidato sia l'IZSM che, per le materie di rispettiva competenza, ai Centri di riferimento regionali, sedi operative del Polo Didattico Integrato. Il Piano formativo regionale viene elaborato sia in relazione alle nuove normative e procedure, sia sulla base delle criticità afferenti le performance del personale sanitario rilevate nelle relazioni del PRI relative agli anni precedenti. In tal senso nel corso del 2019 è stato inserito nel piano, tra gli altri, il corso "I controlli ufficiali in attuazione del Regolamento UE 625/2017" per garantire i necessari approfondimenti sulle novità introdotte dalla citata normativa comunitaria, la cui entrata in vigore è stabilita nel 1° gennaio 2020. Il corso prevede anche una sezione specifica sulla certificazione ufficiale per i prodotti alimentari destinati all'esportazione (Capo VII del Regolamento n. 625/2017). Il sistema regionale prevede una programmazione basata sui rischi sia a livello regionale, attraverso l'analisi dei dati pregressi delle attività di controllo a cura dell'Osservatorio Regionale per la Sicurezza Alimentare (ORSA) nonché la declinazione degli obiettivi strategici nazionale e regionali, sia locale dalle stesse AASSLL, nell'elaborazione dei propri documenti di programmazione attraverso l'approfondita conoscenza delle realtà territoriali, agevolata dall'anagrafica del sistema informatico GISA che include la categorizzazione delle imprese sulla base del rischio. Particolare attenzione nella programmazione regionale assume la ristorazione pubblica e collettiva, per la quale è stato attivato dalla Giunta regionale (DGRC n. 97/2017) uno dei Centri di Riferimento Regionale (CRIPAT) del Polo Didattico Integrato, che affianca la Regione nella programmazione e le AASSLL nella fase operativa, anche attraverso la definizione di procedure standard ed una formazione specifica, alimentando quel processo di crescita in tutta la Regione nella gestione del rischio legato a questo delicato settore della filiera alimentare. Per garantire l'efficienza e l'efficacia del sistema dei controlli occorre anche adeguare i laboratori ufficiali alle esigenze di campionamento previste dal Piano Regionale Integrato. A tale scopo la programmazione regionale prevede una fase preliminare di confronto con l'IZSM di Portici e l'ARPAC, al fine di ottimizzare le risorse ed evitare ritardi nella refertazione delle analisi, attraverso l'efficienza e la coerenza delle analisi della rete dei laboratori ufficiali. Per assicurare che le prove analitiche siano accreditate (art. 37 reg. 625/2017) è previsto che i campioni prelevati dalle AASSLL, seppur sempre accettati presso le sedi provinciali ove insiste l'ASL, siano trasferiti a cura dei laboratori presso le sedi in grado di eseguire le analisi con metodo accreditato, anche attraverso la rete nazionale degli IIZZSS e delle ARPA. Tra gli obiettivi strategici regionali è prioritario l'ottenimento per la Regione della qualifica di territorio ufficialmente indenne da brucellosi, tubercolosi e leucosi bovina enzootica. Tale obiettivo comporta la puntuale esecuzione delle profilassi di Stato che, tuttavia, nel settore bufalino trova difficoltà legate alla particolare sensibilità della specie e a carenze nelle misure di biosicurezza aziendali in alcune aree delle province di Caserta e Salerno, nelle quali insiste la maggior parte del patrimonio bufalino. Attraverso la consulenza dell'IZSS e la condivisione con il Ministero della Salute ed i competenti centri di riferimento nazionali è stato elaborato un Piano straordinario che prevede misure particolari quali: - Definizione e standardizzazione delle misure di biosicurezza per gli allevamenti bufalini per contrastare l'ingresso e l'uscita degli agenti patogeni; - Identificazione delle aree a rischio attraverso criteri di natura epidemiologica nelle quali attuare misure straordinarie; - Protocolli diagnostici maggiormente efficaci nell'identificazione degli animali infetti della specie bufalina; - Realizzazione della banca genetica dell'intero patrimonio bufalino campano per contrastare le movimentazioni irregolari e la sostituzione di capi infetti con i sani. Anche in materia di igiene urbana veterinaria e di prevenzione e controllo del fenomeno del randagismo la Regione ha inteso dotarsi di un Centro regionale di riferimento (DGRC n. 209/2010 -CRIUV), considerandone le attività di particolare interesse per le ripercussioni sia di carattere sanitario che sociale. Oltre alle funzioni tipiche dei Centri di riferimento, quali l'affiancamento, la formazione del personale delle AASSLL, il CRIUV eroga prestazioni di elevata complessità e monitora costantemente tutti i canili presenti nel territorio regionale, assicurandone il rispetto delle condizioni strutturali ed igienico-sanitarie, nonché l'esatto allineamento con l'anagrafe canina regionale. Altro obiettivo strategico è il controllo del fenomeno dell'antimicrobico resistenza in attuazione dell'intesa della Conferenza Permanente per i rapporti tra le Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano in data 2 novembre 2017 recante il "Piano Nazionale di contrasto dell'Antimicrobico-Resistenza (PNCAR) 2017-2020" che declina indicazioni omogenee per le Regioni e le Province Autonome. In questo contesto si colloca il DMS dell'8 febbraio 2019 concernente le modalità applicative delle disposizioni in materia di tracciabilità del farmaco veterinario e dei mangimi medicati. Ai fini del controllo della ricetta elettronica in termini numerici e di congruenza con i farmaci prescritti, è stato attivato un piano di monitoraggio di farmacosorveglianza che prevede il controllo del 33% all'anno delle aziende zootecniche, così da garantire in tre anni il controllo dell'intero patrimonio zootecnico. In merito alle aziende zootecniche con autorizzazione alla scorta farmaci, così come le parafarmacie, le farmacie, i depositi, sia con vendita all'ingrosso che al dettaglio, e le strutture veterinarie con scorta, il controllo è attuato con cadenza annuale sul 100% delle imprese esistenti. Nel corso dei controlli ufficiali viene verificata l'appropriatezza e la congruenza della ricetta. In sostanza non essendo prevista più la ricetta cartacea, presso le AASSLL non corre più l'obbligo di registrare e numerare le ricette in quanto tale compito è già assolto dal sistema elettronico nazionale, che consente un conteggio puntuale ed immediato di tutto ciò che riguarda il farmaco veterinario. Obiettivi e Indicatori - Gestione del rischio delle filiere agro-alimentari e della rete idrica potabile - Riduzione del livello medio della categoria di rischio assegnato alle imprese del settore agroalimentare - Eradicazione delle malattie infettive degli animali con riduzione del fenomeno del 10% rispetto all'anno precedente - Numero aziende zootecniche coinvolte nei programmi di profilassi - Riduzione del 10% della prevalenza di infezione dell'anno precedente per la tubercolosi e brucellosi - Riduzione del fenomeno del randagismo canino e delle popolazioni sinantropiche - Riduzione numero dei cani vaganti con allineamento agli indici nazionali ### 2.1.7 La sorveglianza epidemiologica da rischio ambientale Scopo primario della sorveglianza epidemiologica da rischio ambientale è favorire azioni di prevenzione primaria: identificare possibili fonti ambientali di rischio per la salute delle popolazioni e proporne la loro rimozione e/o mitigazione. L'identificazione di possibili correlazioni tra fonti di rischio e salute, ricerca che richiede tempi spesso lunghi e procedure complesse. Una corretta e non generica sorveglianza epidemiologica mirata si concretizza attraverso: - Identificazione puntuale, di aree territoriali a rischio specifico per fattori di rischio puntuali; analisi della letteratura evidenziano che in genere si tratta di microaree geografiche e non di macro aree di grandi dimensioni; - Identificazione, nelle aree identificate a rischio, di effetti sanitari definiti e con possibile correlazione ai fattori di rischio individuati; - Indicazione di misure puntuali, sanitarie e non, mirate a fornire una risposta specifica al problema rilevato ed al rischio identificato. A queste considerazioni di carattere generale, si aggiungono alcune considerazioni riferite alla patologia oncologica. Questa si caratterizza per essere una patologia cronico degenerativa a genesi multifattoriale e con lunghi tempi di latenza: in tale multifattorialità l'ambiente può rivestire un ruolo determinante. Negli studi di epidemiologia oncologica appare opportuno, inoltre, considerare che a fronte di una generica definizione di "patologia neoplastica" ci si confronta quotidianamente con oltre 230 diversi tipi di tumori tra loro distinti per cancerogenesi, sedi/organi interessati, tempi di latenza. La sorveglianza epidemiologica da rischio ambientale implica la conoscenza e la puntuale definizione degli elementi in studio, tra cui i principali: - Caratterizzazione del rischio ambientale riferito al territorio che si va a sorvegliare: tipologia dell'inquinante rilevato e sue vie di diffusione; - Complessità delle interazioni ambiente/cancro che si vanno a realizzare: vie di trasmissione inquinante/soggetto esposto, tempi di esposizione, fattori confondenti; - Strumenti di epidemiologia che si intendono utilizzare: tipologia degli indicatori di rischio e degli indicatori di esito, metodologie di analisi, misure per la definizione del rischio. La realizzazione dei punti sopra indicati implica come pre-condizione la messa a sistema dei flussi informativi sanitari da utilizzare in ambito di sorveglianza epidemiologica: Schede di Dimissioni Ospedaliere, dati di incidenza oncologica, di mortalità, generale e causa specifica, dati riferiti a malformazioni congenite. Infine va detto che gli studi e le analisi condotte nell'ambito della epidemiologia da rischio ambientale si configurano inizialmente come studi descrittivi di popolazione, finalizzati alla sola descrizione degli eventi osservati ed alla possibile rilevazione di correlazioni tra dato sanitario e dati ambientali; solo studi successivi, di carattere analitico e con utilizzo di dati personali e non di popolazione, disegnati ad hoc sulla base delle ipotesi di correlazioni fatte dagli studi descrittivi, potranno entrare nel merito di possibili nessi di causalità tra evento sanitario rilevato e fattore di rischio individuato. La Regione Campania ha provveduto già a costituire a tal fine un gruppo di lavoro permanente, coordinato dalla Direzione Generale per la Tutela della Salute e Coordinamento Sistema Sanitario Regionale, che veda al suo interno l'Agenzia Regionale protezione Ambientale (ARPA), L'Istituto Sperimentale Zooprofilattico Meridionale (IZSM), i responsabili degli otto Registri Tumori attivi in Campania, il responsabile del Registro regionale delle malformazioni, i responsabili dei Servizi di Epidemiologia Aziendali. Tale Gruppo ha già avviato i processi che sono propedeutici agli obiettivi sotto elencati, programmati per il triennio 2019-2021. Obiettivi e Indicatori - Implementare sull'intero territorio regionale un sistema di sorveglianza epidemiologica continua correlata a rischio ambientale. Strutturazione per fini epidemiologici dei flussi informativi regionali in ambito sanitario: Schede di Dimissione Ospedaliera, dati di mortalità generale e specifici per causa, dati di incidenza oncologica prodotti dalla Rete di Registrazione Oncologica Regionale, dati prodotti dal Registro Regionale delle malformazioni e difetti congeniti - Pubblicazione di un atlante regionale di incidenza oncologica, con dettaglio comunale, per il periodo 2008/2013 - Pubblicazione di un atlante regionale di mortalità generale e specifico per causa, con dettaglio comunale, per il periodo 2006/2015 - Pubblicazione di un atlante regionale dei Ricoveri Ospedalieri, con dettaglio comunale, per il periodo 2006/2017 - Pubblicazione di un report regionale riferito alle malformazioni e difetti congeniti per il periodo 2003/2015 - Pubblicazione di un report descrittivo riferito alle fonti di rischio ambientale regionali aggiornato al 2017 - Linkage dati di incidenza oncologica, mortalità generale e specifica per causa, ricoveri ospedalieri, malformazioni e difetti congeniti, con dati ambientali con un dettaglio comunale - Pubblicazione di un report regionale sui risultati del linkage dati effettuato - Georeferenziazione e linkage dei dati di incidenza e mortalità oncologica con dati ambientali, con dettaglio di particella censuale, in almeno una ASL regionale - Pubblicazione di mappe di rischio ambientale dell'ASL di riferimento con dettaglio comunale e subcomunale su dati di incidenza oncologica e mortalità generale e specifica per causa - Pubblicazione di mappe riferite alla rilevazione, se presente, di cluster di incidenza e mortalità oncologica con dettaglio comunale e per particella censuale - Pubblicazione di mappe riferite alla rilevazione, se presente, di cluster di incidenza e mortalità oncologica in aree limitrofe a fonti di rischio ambientale nel raggio di 500, 1000 e 3000 metri - Georeferenziazione e linkage dei dati di incidenza e mortalità oncologica con dati ambientali, con dettaglio di particella censuale, su una estensione territoriale di riferimento di almeno il 50 % della popolazione regionale - Ricerca, e pubblicazione se presenti, di cluster di incidenza e mortalità oncologica con dettaglio comunale e per particella censuale su una estensione territoriale di riferimento di almeno il 50 % della popolazione regionale; - Ricerca, e pubblicazione se presenti, di cluster di incidenza e mortalità oncologica in aree limitrofe a fonti di rischio ambientale nel raggio di 500, 1000 e 3000 metri ### 2.1.8 Mai più Terra dei fuochi: La nuova visione della Regione Campania La Legge n. 6/2014 investe in Sanità su modelli preordinati che tuttavia sono stati programmati e realizzati in applicazione del DCA n. 38/2016. È parere di questa Regione Campania, alla luce delle attività svolte e dei risultati ottenuti, nonché della mancata soluzione del quesito relativo al nesso di causalità tra rifiuti e tumori, che così come impostato, l'intervento non sia stato predisposto nella sua complessità. Le attività previste dal documento tecnico sono pressoché routinarie, poco rispondenti ad una straordinarietà di azione che la popolazione attende. L'impostazione del DCA n. 38/2016 basata su proposta dell'ISS non ha impattato ancora positivamente sugli stili di vita della popolazione, sulle buone pratiche di salute, sul consenso culturale alla prevenzione ed alla cura di sé. La Regione ha compreso che pur nella continuità della visione e delle azioni previste dalla Legge n. 6/2014, per quanto riguarda l'area sanitaria, occorre modificare approcci e paradigmi, passando da interventi settoriali, a silos, ad interventi integrati ed in parte combacianti, tali da intercettare ogni possibile interconnessione tra i determinanti di salute che impattano sulla popolazione, a cominciare dallo studio delle matrici ambientali. Il nuovo paradigma che si intende sostenere ed esplorare è la valutazione sull'impatto salute, dei diversi fattori ambientali, delle loro inferenze, interferenze e sovrapposizioni, che costituiscono nel loro insieme la reale mappa del rischio dei cittadini campani. I vari tavoli aperti con le Procure hanno permesso ai tecnici della Regione Campania di ragionare anche con il livello giudiziario e sistematizzare una serie di dati che fino a ieri erano frammentati e incompleti. La Regione Campania pertanto con Deliberazione di Giunta n.180 del 24.04.2019 ha approvato il nuovo modello di attività, in adesione al Piano di Azione per il contrasto ai roghi dei rifiuti sottoscritto con il Governo Italiano presso la Prefettura di Caserta nell'ottobre del 2018. La Deliberazione n. 180/2019 ha come oggetto "Approvazione del Documento Programmatico 2019-2021: Programma di attività di implementazione del Piano di Azione per il contrasto dei roghi dei rifiuti. Monitoraggio ambientale, studio ed approfondimento della salute della popolazione residente in aree a rischio". In questo programma, che riflette in particolare l'azione 1.2 del Piano di Azione per il contrasto ai roghi dei rifiuti, vengono anzitutto coinvolti tutti i principali azionisti della salute in Campania, sia sotto il profilo dell'assistenza che della ricerca, del mondo accademico, dell'ambiente. Le azioni principali previste possono così riassumersi: - Conoscenza e analisi dell'ambiente normalmente non esplorato dai comuni programmi di lavoro (acqua di rete VS acqua dei pozzi ad uso irriguo e domestico); - Monitoraggio dinamico che segue riscontri diretti oltre che le indicazioni programmatiche di routine; - Individuazione di potenziali sorgenti di contaminazione, di vario tipo e dimensione, superando l'attribuzione amministrativa comunale alla Terra dei Fuochi e le distorsioni da essa generata; - Innovazione metodologica nelle procedure di sanità pubblica (nuovo approccio alla popolazione in tema di screening); - Correlazione tra dati ambientali e coorti di pazienti per la costruzione di modelli di valutazione di esposizione; - Dall'analisi ambientale alla produzione di linee guida e costruzione di data base regionali (Catasto pozzi emungimento acque); - Ricerca e sperimentazione di metodologie efficaci per bonificare le matrici ambientali; - Campionamento dell'area con ENEA per la ricerca di pesticidi e idrocarburi (per l'individuazione di zone ad alto tasso di urbanizzazione e fenomeni di combustione illecita: campioni giornalieri per 1 anno); - Individuazione sorgenti emissive -studi di biomonitoraggio; - Azioni di miglioramento delle bonifiche ambientali; Innovazione nella ricerca sanitaria nel campo della medicina traslazionale; - Sperimentazione nuovi modelli di approccio allo screening con il contributo consapevole del cittadino. L'esperienza SEPS nel 2015 rappresenta il solco metodologico su cui si inserisce il presente Piano. Dallo studio di coorte prospettico individuato in SPES si transita con il nuovo Piano verso uno studio caso/controllo per la stima del rischio aggiuntivo di malattia in presenza di determinati livelli di contaminazione. Sui soggetti malati si valuterà l'impatto dell'efficacia dei servizi sanitari (equità, rispetto dei PDTA, ecc). Si prevede un'ulteriore azione di ricerca: SPEL, e cioè studio su esposti per motivi lavorativi (benzinai, operatori settore rifiuti, ecc.). L'ambito della ricerca prevede infine azioni in materia di trattamento aria e acqua, studi retrospettivi sul consumo delle acque, Water Safety Plans. Resta da definire, in uno con il Ministero della Salute, l'ISS e con la mediazione degli Uffici della Presidenza del Consiglio, il contributo alla valutazione epidemiologica, che deve essere reso dai MMG. La Regione attiverà pertanto, all'atto dell'accordo, una specifica programmazione. Si rappresenta tuttavia che già nella bozza di AIR, all'esame della delegazione trattante insediata presso la Direzione Generale Tutela della Salute, è stata prevista la partecipazione dei MMG a programmi di sorveglianza epidemiologica. Obiettivi e Indicatori - Adozione atto di programmazione - Adozione del Piano Regionale con Delibera di Giunta - Adozione Decreto Dirigenziale di programma esecutivo e impegno di spesa - Definizione, in uno con il Ministero della Salute, l'ISS e con la mediazione degli Uffici della Presidenza del Consiglio, il contributo alla valutazione epidemiologica, che deve essere reso dai MMG - Sottoscrizione procedure nazionali - Incontri di lavori per la programmazione regionale della procedura concordata a livello nazionale - Accordo regionale integrativo - Conoscenza e analisi dell'ambiente normalmente non esplorato dai comuni programmi di lavoro (acqua di rete VS acqua dei pozzi ad uso irriguo e domestico) con monitoraggio dinamico da riscontri diretti - Numero pozzi esaminati/ numero pozzi censiti - Catasto pozzi emungimento acque Regione Campania - Emanazione Linee Guida regionali - Innovazione metodologica nelle procedure di sanità pubblica (nuovo approccio alla popolazione in tema di screening) - Numero pazienti screenati per colon retto con nuovo approccio/numero pazienti totali screenati con vecchie procedure - Campionamento dell'area con ENEA per la ricerca di pesticidi e idrocarburi (per l'individuazione di zone ad alto tasso di urbanizzazione e fenomeni di combustione illecita) - Campioni giornalieri per 1 anno - Studio su esposti per motivi lavorativi (benzinai, operatori settore rifiuti, ecc.) - Adesione almeno del 70% della popolazione target
campania
healthcare
planning_acts
Regione Campania
2019-11-21
9d5302d8ba446dae30c5130cc23b6d6a
5
Programma 3: Le leve strategiche dello sviluppo del SSR
## 3.1 Le politiche di prevenzione Le attività di prevenzione rappresentano uno dei punti strategici e caratterizzanti delle politiche sanitarie del SSR; e ciò per un doppio ordine di motivazioni: - Prioritaria salvaguardia dello stato di benessere delle comunità; - Sostenibilità di costi sempre più alti dei percorsi di diagnosi e cura delle malattie. Per tali motivi le attività di prevenzione si dispiegano in numerosissimi campi di azione e secondo le classiche declinazioni di prevenzione primaria, rimozione e/o attenuazione dei fattori determinanti le malattie, secondaria, anticipazione diagnostica, e terziaria, prevenzione dei fattori di possibile complicanze di patologie in atto e gestione di deficit e disabilità funzionali. Le attività di prevenzione su cui è impegnato il SSR sono descritte e valutate in modo puntuale nel Piano Regionale di Prevenzione, approvato con DGRC n. 860 del 29.12.2015 e DCA n. 2 del 10.02.2016. ### 3.1.1 Prevenzione malattie croniche non trasmissibili Il PRP 2014-2018 include principalmente azioni finalizzate all'implementazione di programmi di Promozione della Salute che mirano all'assunzione di sani stili di vita in contrasto verso i principali determinanti delle Malattie Croniche non Trasmissibili (MCNT): cattiva alimentazione, sedentarietà, fumo, l'abuso di alcol. In particolare, nel Programma B, è prevista l'Azione B.5, "Migliorare la salute delle persone con aumentato rischio di MCNT attraverso un adeguamento del sistema d'individuazione del target e grazie all'adesione a proposte di miglioramento comportamentale o di trattamento farmacologico "con l'identificazione e la presa in carico dei pazienti a rischio di MCNT. Identificazione e presa in carico di pazienti a rischio di MCNT attraverso "lo studio di fattibilità regionale del programma di popolazione per l'identificazione precoce dei soggetti in fascia d'età 45-60 anni in condizioni di rischio aumentato per MCNT" con interventi volti alla valutazione attiva del rischio cardiovascolare e di prevenzione delle malattie cardiovascolari nei soggetti cinquantenni in linea col Progetto CCM "Cardio 50". Tale approccio si basa sulla scelta di intervenire principalmente attraverso strategie di popolazione finalizzate a diffondere e a facilitare la scelta di stili di vita corretti. In presenza, invece, di soggetti con già fattori di rischio comportamentali o intermedi, la scelta strategica è di diffondere le tecniche del counseling motivazionale, indirizzando i soggetti verso offerte derivanti dai programmi di comunità (es. gruppi di cammino, gruppi per smettere di fumare) o terapeutico specifici (es. prescrizione attività fisica). Nello specifico il programma B del PRP 2014-2018 prevede una serie di interventi volti alla valutazione attiva del rischio cardiovascolare e di prevenzione delle malattie cardiovascolari nei soggetti cinquantenni in linea col Progetto CCM "Cardio 50". Ciò rappresenta un'opportunità nel campo della prevenzione perché propone accanto all'analisi del rischio cardiovascolare (sul modello della "carta del rischio") una valutazione degli stili di vita e di una serie di parametri (pressione arteriosa, altezza, peso, BMI, ecc.) su popolazione sana nella coorte dei 50enni al fine di indirizzare i soggetti selezionati a percorsi di prevenzione e diagnostico-terapeutici appropriati. Tale coorte di età che risulta essere per il 70% bisognosa di interventi preventivi, è quella maggiormente sensibile e disponibile al cambiamento. Tale studio quindi, in una prima fase sperimentale, si rivolge ai soggetti 50enni di entrambi i sessi, iscritti all'anagrafe sanitaria di almeno due Aziende Sanitarie Locali della Regione con il coinvolgimento del personale del Dipartimento di Prevenzione e del Distretto Sanitario delle AASSLL in collaborazione con i Medici di Medicina Generale attraverso specifici percorsi di prevenzione con l'obiettivo principale di ridurre il rischio di mortalità e disabilità evitabili nel breve-medio termine attraverso il cambiamento degli stili di vita e/o l'individuazione ed il trattamento di soggetti ipertesi, iperglicemici e ipercolesterolemici misconosciuti. Successivamente al termine della fase sperimentale, è prevista l'estensione delle metodologie e delle pratiche al resto delle AASSLL Campane ed a tutta la popolazione target 45-60 anni. Il programma B -azione B.5 del PRP 2014-2018 prevede attività finalizzate all'identificazione e alla presa in carico dei soggetti a rischio di MCNT al fine di ridurre il carico prevedibile ed evitabile di morbosità, mortalità e ulteriore disabilità in tali soggetti, anche attraverso la promozione e la diffusione dell'attività fisica, utile per la prevenzione di numerose patologie e disturbi e per la promozione del benessere. Visto che esperienze positive hanno evidenziato che le attività di promozione dell'esercizio fisico possono essere non solo efficaci, ma anche sostenibili e riproducibili nell'ambito di modelli organizzativi adatti alla realtà del Sistema Sanitario Regionale della Campania, nell'ambito delle attività di promozione della salute previsto dal programma B.5, è implementata la promozione dell'Attività Fisica Adattata (AFA) per soggetti con patologie croniche stabilizzate, condizioni di fragilità, fattori di rischio, età avanzata, ridotta autonomia funzionale. Tale forma di attività fisica, rivolta ai soggetti con fattori di rischio o affetti da MCNT (in particolare, diabete, sovrappeso/obesità, cardiopatie) in fase stabilizzata, nonché ai soggetti anziani (anche per la prevenzione delle cadute, evento che spesso ha esiti gravi o infausti), prevede la costruzione di una rete territoriale di strutture che erogano attività fisica adattata in soggetti con MCNT stabilizzate individuando obiettivi da perseguire, metodologie da adottare e target da privilegiare. Obiettivi e Indicatori - Identificazione e presa in carico di pazienti a rischio di MCNT attraverso "lo studio di fattibilità regionale del programma di popolazione per l'identificazione precoce dei soggetti in fascia d'età 45-60 anni in condizioni di rischio aumentato per MCNT" che prevede interventi volti alla valutazione attiva del rischio cardiovascolare e di prevenzione delle malattie cardiovascolari nei soggetti cinquantenni in linea col Progetto CCM "Cardio 50" - Numero di soggetti ad alto rischio individuati ed avviati agli ambulatori/centri di cardiologia per la valutazione, la diagnosi e la terapia - Numero di counselling sull'adozione di corretti stili di vita promossi nei soggetti a rischio medio - Numero materiale informativo sulle conoscenze e l'adozione di corretti stili di vita consegnato ai soggetti a rischio basso - Promozione dell'Attività Fisica Adattata (AFA) alle caratteristiche di soggetti con patologie croniche stabilizzate, condizioni di fragilità, fattori di rischio, età avanzata, ridotta autonomia funzionale con la costruzione di una rete territoriale di strutture che erogano attività fisica adattata in soggetti con MCNT stabilizzate - Numero di strutture, individuazione da parte delle AASSLL, che erogano attività fisica adattata in soggetti con MCNT stabilizzate al fine della creazione della rete territoriale #### Promozione dell'accesso della popolazione immigrata agli screening oncologici La particolare rappresentatività della popolazione immigrata in Regione Campania richiede specifici interventi in materia di prevenzione delle malattie croniche in questa popolazione. Obiettivo della Regione Campania è la promozione dell'accesso della popolazione immigrata e delle categorie vulnerabili agli screening oncologici con il miglioramento dell'offerta dei programmi organizzati di screening attraverso interventi culturalmente competenti e innovativi ed azioni dirette di sensibilizzazione e di informazione, rivolte agli immigrati e alle altre categorie vulnerabili, utilizzando sia le ICT che gli strumenti tradizionali di comunicazione. Obiettivi e Indicatori - Mappatura degli immigrati (per cittadinanza) presenti nei rispettivi bacini di utenza delle AASSLL Campane con l'utilizzo dei GIS, delle mappe e dei report per la conoscenza delle caratteristiche sociodemografiche (per cittadinanza) dei bacini di utenza dei servizi sanitari, per migliorare l'incontro tra "offerta" sanitaria e "domanda" da parte dei gruppi vulnerabili - Realizzazione di due mappe tematiche (statica e dinamica) - Realizzazione di n. 2 report regionali immigrati - Fornire agli operatori dei servizi, ai mediatori interculturali, agli operatori della scuola, ai medici di medicina generale ecc., strumenti e competenze necessarie per informare e sensibilizzare immigrati e altre categorie vulnerabili, in maniera culturalmente competente, sugli screening oncologici - Realizzazione n. 10 Percorsi di formazione/azione destinati agli operatori dei servizi screening, MMG, istituzioni scolastiche, farmacisti, leaders di comunità mediatori interculturali - Realizzazione minimo n.150 persone che superano i test di apprendimento/n. totale persone sottoposte a test - Sensibilizzare e informare la popolazione immigrata e le categorie vulnerabili riguardo agli screening oncologici - Almeno il 20% di persone target che scaricano la App/n. di persone target in Regione - Almeno il 20% di persone target che visualizzano lo spot video/n. di persone target risultanti dalle mappe tematiche prodotte dalla Regione ### 3.1.2 Prevenzione patologie oncologiche La prevenzione delle patologie oncologiche, così come tutte le patologie croniche non trasmissibili, si esplica prioritariamente in attività di prevenzione primaria che, nello specifico, sono principalmente rappresentate dalla lotta al fumo di tabacco, attivo e passivo, e dalla messa in atto di azioni finalizzate alla educazione a corretti stili di vita, quali attività fisica e corretta alimentazione. Oltre a tali attività di prevenzione primaria il campo dove maggiormente, e più immediatamente, è possibile acquisire risultatiti tangibili è il campo della prevenzione secondaria: anticipazione diagnostica di patologie oncologiche in fase preclinica; tale azione si traduce, in molti casi, in guarigione clinica ed in altri in un significativo aumento della sopravvivenza netta per malattia. Tali risultati sono ampiamente dimostrati per tre patologie neoplastiche: tumori della mammella, del colon retto e della cervice uterina, per i quali sono stati validati gli specifici Screening Organizzati di Popolazione. La sopravvivenza oncologica e la qualità di vita dei pazienti affetti da patologia oncologica, sono significativamente influenzati da due elementi prioritari: anticipazione diagnostica e qualità del successivo percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale. Relativamente ai tre tumori per i quali sono stati validati gli screening organizzati di popolazione, la Regione Campania presenta un significativo differenziale (negativo) della sopravvivenza oncologica rispetto al POOL Italiano dei Registri Tumori (dati AIRTUM): mammella -3,5, cervice uterina -2,5, colon retto -5,5 punti percentuali di sopravvivenza netta a cinque anni dalla diagnosi; inoltre, in riferimento al tumore del colon retto, non si evidenzia in Campania il trend temporale in diminuzione del tasso di incidenza annuo, trend che è influenzato da un efficiente screening organizzato di popolazione e che è presente in altre macroaree geografiche dell'Italia. Obiettivo della presente linea di attività è strutturare sull'intero territorio regionale un efficiente sistema di anticipazione diagnostica per i tre tumori oggetto di screening organizzati di popolazione, mirato a: anticipare la diagnosi del tumore della mammella e migliorare la sopravvivenza oncologica e qualità di vita alle pazienti affette da tale neoplasia; ridurre l'incidenza dei tumori della cervice uterina e del colon retto attraverso la rilevazione e rimozione delle rispettive lesioni precancerose, spostare le diagnosi iniziali di tali tumori agli stadi iniziali della malattia, migliorare la sopravvivenza e qualità di vita dei pazienti affetti da tali patologie. In merito alla sopravvivenza va rilevato che attualmente la Regione Campania, rispetto alle altre regioni italiane, presenta una sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi significativamente più bassa, rispetto alla media nazionale, proprio per i tumori screening detected. Nel caso del tumore del colon retto e della cervice uterina lo screening non solo ha dimostrato una potente azione di anticipazione diagnostica e aumento della sopravvivenza, ma anche una significativa azione di prevenzione primaria: con la rimozione precoce di lesioni precancerose se ne impedisce la progressione verso la cancerizzazione, ottenendo l'importante risultato della riduzione della incidenza dei tumori del colon -retto e della cervice uterina. Relativamente allo screening della cervice uterina la Regione Campania ne ha avviato il passaggio dal Pap test al test HPV per la popolazione in età 30/64 anni. In coerenza con quanto stabilito nel "Piano Regionale della Rete di Assistenza Sanitaria Territoriale 2019- 2021" la Regione, entro 90 giorni dalla sua approvazione, definisce un Programma Regionale degli screening oncologici, comprensivo sia della ricognizione che del potenziamento dei singoli centri che effettuano tali screening. Per pervenire a tale programma è già in corso di adozione un apposito decreto commissariale con il quale, da un lato, si avvia la ricognizione della struttura di offerta per screening oncologici da parte delle AASSLL, le quali dovranno far pervenire alla Regione la mappatura dell'esistente entro 30 giorni dalla data di adozione del DCA, e, dall'altro, si delineano le seguenti linee di indirizzo sulla base delle quali verrà poi definito il programma regionale soprarichiamato: - Costituire, entro 30 giorni dall'adozione del documento di Programmazione Regionale, un gruppo di Coordinamento regionale degli screening; - Provvedere, attraverso l'analisi delle criticità attualmente presenti, alla standardizzazione dei processi ed all'unificazione delle procedure di accesso attraverso: - La definizione puntuale dei carichi di lavoro attesi, inerenti le singole procedure dei programmi di screening, relativamente al I e II livello, per ciascuna ASL; - La definizione degli standard relativi alle figure professionali da dedicare alle specifiche attività, con relativo monte ore da impegnare in rapporto ai carichi di lavoro attesi; - Le modalità di accesso allo screening, le procedure di invito e di chiamata, le azioni di recall e quant'altro necessario per raggiungere elevati livelli di adesione; - Il monitoraggio dell'aderenza delle attività di screening a quanto previsto nei corrispettivi PDTA di patologia oncologica; - Strutturare sull'intero territorio regionale, un efficiente sistema di anticipazione diagnostica per i tre tumori screening detected, mirato a migliorare la sopravvivenza oncologica per i tumori della mammella, migliorare la sopravvivenza e ridurre l'incidenza relativamente ai tumori della cervice uterina e del colon retto; - Attribuire la responsabilità - non delegabile - di governance e di risultato al Direttore Sanitario Aziendale, il Direttore Sanitario risponde direttamente al Direttore Generale per la corretta allocazione delle risorse umane, strumentali e logistiche come da programmazione regionale ed entrambi rispondono del raggiungimento dell'obiettivo aziendale e regionale. Il mancato soddisfacimento dell'obiettivo regionale sarà sanzionato, ai sensi di quanto disposto dall'art. 10 del Patto per la salute 2010-2014; - Coinvolgere i MMG nel percorso di sensibilizzazione e di chiamata attiva della popolazione target, con adesione obbligatoria alle campagne di screening promosse dalla Regione, utilizzando procedure concordate attraverso accordi definiti nel Comitato Regionale ex art. 24 e nelle forme e modalità previste nel redigendo AIR; - Dare impulso allo screening HPV secondo quanto previsto dal DCA n. 39 del 03.05.2019 "Approvazione Linee di indirizzo per lo Screening del cervico-carcinoma con TEST HPV DNA"; - Implementare i processi informatici, a supporto della rete screening, attraverso la realizzazione della Piattaforma unica, a livello regionale, per la gestione dello screening oncologico, nell'ambito del Sistema Informativo Sanità Campania - SINFONIA. L'intervento già deliberato con la delibera n. 123 del 2 aprile 2019 prevede il potenziamento della capacità di Regione Campania in termini di governance e di efficacia nell'erogazione delle campagne di screening oncologico, utilizzando la leva tecnologica con la realizzazione di una piattaforma regionale dedicata. Tale piattaforma digitale consente sia la gestione dei programmi di screening, grazie ad un sistema standardizzato, sia il monitoraggio a livello locale e regionale delle attività relative ai programmi di screening svolte sul territorio dalle AASSLL; - Condurre analisi epidemiologiche e comportamentali, anche per l'identificazione di determinanti socioambientali che determinano resistenza culturale all'adesione alle campagne di screening e profilare le persone "non aderenti" al fine di predisporre azioni mirate per migliorare la loro adesione ai test, anche mediante i principi dell'Health Equity Audit. Obiettivi e Indicatori - Analisi dei processi dell'attuale organizzazione regionale degli screening organizzati di popolazione - Relazione su criticità e punti di forza delle attuali procedure - Rimodulazione procedure operative - Screening del colon retto - raggiungimento di una estensione dell'85% (1.513.842 persone da raggiungere) e di una adesione al 60% (908.305 persone da screenare) - Screening della mammella fascia di età 50/69 anni - raggiungimento di una estensione dell'85% (671.666 donne da raggiungere) e di una adesione del 60% (403.000 donne da screenare) - Screening della mammella fascia di età 45/49 (target 228.000 donne) - Raggiungimento per fascia di età 45/49 anni, indicata nel DCA n. 38/2016, di una estensione dell'85% (194.000 donne da raggiungere) e di una adesione del 60% (116.771 donne da screenare) - Screening della cervice uterine - raggiungimento di una estensione dell'85% (157.361 donne da raggiungere) e di una adesione del 60% (94.416 donne da screenare) - Relazione su carichi di lavoro e definizione figure professionali dedicate - Programmazione di corsi di formazione annuali per i tre screening da condurre in collaborazione con le Università Regionali e l'Osservatorio Nazionale Screening; particolare attenzione sarà dedicata alla formazione degli operatori dello screening del cervicocarcinoma in considerazione del passaggio dello screening dal Pap Test all'HPV test, su tutto il territorio regionale - Documento di formalizzazione corsi di formazione - Anticipazione diagnostica e miglioramento della sopravvivenza oncologica dei tre tumori oggetto di screening organizzato di popolazione - Aumento significativo su base regionale delle percentuali di stadiazione iniziali delle neoplasie oggetto di screening - Raggiungimento per i tre screening di una estensione reale dell'85% e di una adesione del 60% - Formalizzazione da parte delle singole AASSLL regionali di PDTA interaziendali e dei relativi GOM relativamente ai tumori oggetto di screening - Implementazione sull'intero territorio regionale dello screening per il cervico carcinoma con test HPV/DNA nella fascia di popolazione 30-64 anni - Decreto regionale relativo alla implementazione dello screening per il cervico carcinoma con test HPV/DNA nella fascia di popolazione 30-64 anni - Identificazione delle famiglie a rischio genetico, come previsto dal PDTA dei tumori eredo familiari, in modo universale per i pazienti affetti da K ovaio e colon, e secondo categorie di rischio per la mammella. Si istituirà un registro delle mutazioni incidenti sul territorio regionale. I centri di genomica regionali saranno messi in rete per soddisfare i bisogni di prevenzione eredo-familiare per colon mammella e ovaio - Numero di famiglie a rischio identificate rispetto all'atteso regionale ### 3.1.3 Prevenzione malattie infettive e diffusive Nonostante il cambiamento e il miglioramento dell'epidemiologia delle malattie infettive verificatosi negli ultimi decenni, seppur con sfumature diverse, queste hanno ancora oggi un peso importante sullo stato di salute della popolazione generale. La sorveglianza sanitaria nei confronti delle malattie infettive e diffusive assume una notevole importanza strategica nell'ambito del sistema sanitario regionale: una buona sorveglianza consente sia di conoscere l'andamento epidemiologico delle malattie, sia di programmare e valutare l'efficacia dei servizi addetti alla prevenzione e al controllo del contagio. La sorveglianza ed il controllo devono garantire l'immediata raccolta sistematica dei dati, la loro aggregazione ed analisi e il ritorno e la diffusione delle informazioni che consentono azioni di prevenzione e di contenimento delle stesse. L'instaurarsi di una buona comunicazione, anche in relazione a eventi acuti di cui si sospetti la natura infettiva, tra Sanità (Ospedale, Distretto, Dipartimento di Prevenzione), Scuola, Famiglia e ambienti ricreativi, può migliorare la tempestività della sorveglianza sanitaria permettendo interventi preventivi, post esposizione, coordinati ed efficaci. Alcune malattie infettive presentano la caratteristica di poter essere prevenute, e uno degli interventi più efficaci e sicuri in Sanità Pubblica, per la loro prevenzione primaria, è rappresentato dalla vaccinazione. Il presente programma include azioni orientate al miglioramento del sistema di sorveglianza, segnalazione, di accertamento diagnostico e di notifica delle malattie infettive. A tal fine è necessario creare percorsi integrati con le AASSLL, specie con i consultori materno infantili, i centri vaccinali, identificando anche i farmacisti territoriali quali facilitatori nella somministrazione delle vaccinazione e nella formazione ed informazione anche in merito alla vaccinovigilanza. La vaccinovigilanza è l'insieme delle attività di farmacovigilanza rivolte alla raccolta, valutazione ed analisi degli eventi avversi che seguono l'immunizzazione (Adverse Event Following Immunization -AEFI) e rappresenta un valido strumento volto a rendere sicuro l'uso dei vaccini, verificando costantemente efficacia e tollerabilità. Obiettivi e Indicatori - Predisposizione di eventi informativi e incremento di campagne divulgative alla popolazione in tema di screening e vaccini - Numero eventi formativi (almeno 2 eventi formativi/anno) e numero campagne divulgative (almeno 1 campagna divulgativa/anno) - Promozione attività di ricerca in termini di vaccinovigilanza - Tipologia e numero di attività - Azioni finalizzate a migliorare le segnalazioni e la notifica delle malattie infettive al fine di controllarne e ridurne la diffusione, coinvolgendo i vari settori dell'Area Sanitaria (Direzioni Aziendali, Direzioni dei Distretti, Direzioni P.O. ed A.O.), i MMG/PLS e i laboratori. Adeguata comunicazione tra i diversi attori e sistematico monitoraggio delle attività. - Numero incontri formativi rivolti al personale sull'inserimento della segnalazione delle malattie infettive nel PREMAL - Realizzazione di un Sistema di alert precoce per l'identificazione certa dell'agente patogeno - Completa informatizzazione dell'anagrafe vaccinale regionale per le vaccinazioni obbligatorie e l'adesione a quella nazionale. - Numero di aziende che hanno completato l'informatizzazione delle anagrafi vaccinali e l'adeguamento dei software - L'interoperabilità con il sistema informatizzato delle notifiche delle malattie infettive (PREMAL) e con l'anagrafe vaccinale regionale (GEVA) sia per una migliore conoscenza dell'epidemiologia delle malattie infettive a livello regionale sia per la valutazione dell'efficacia degli interventi - Realizzazione di un sistema di scambi informazioni tra PREMAL e GEVA - Diffondere le procedure al fine di contenere le malattie infettive attraverso la pubblicazione sui siti web regionali/aziendali di materiale informativo appositamente predisposto - Numero materiale informativo per contenere le malattie infettive caricati su siti web regionali - Numero materiale informativo per contenere le malattie infettive caricati su siti web aziendali - Messa a punto di una FAD gratuita sulle Linee di Indirizzo regionali sull'uso di antibiotici rivolta agli operatori delle Aziende Sanitarie Locali, Ospedaliere e Universitarie - Numero linee di Indirizzo regionali e della FAD da parte di tutte le Aziende Sanitarie Locali e Ospedaliere ## 3.2 La gestione e la valorizzazione delle risorse umane ### 3.2.1 I percorsi formativi del personale a garanzia della qualità dei servizi La formazione continua nelle organizzazione in sanità ha visto negli anni una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità dei servizi erogati rispetto ai costi crescenti legati all'invecchiamento della popolazione, della sempre più ampia offerta di soluzioni diagnostiche/terapeutiche innovative e costose (che ne pregiudicano l'equità), all'analisi dei bisogni, alla progettazione, alla realizzazione e valutazione formativa che la Regione Campania ha promosso attraverso la gestione della formazione nelle Aziende sanitarie e Ospedaliere. Tuttavia è necessario adeguare l'offerta formativa, la sua equità e porre una particolare attenzione allo sviluppo di modalità innovative di apprendimento (e-learning, formazione sul campo) al fine di rendere la formazione sempre più vicina ai differenti e molteplici destinatari, nonché ai bisogni del cittadino/paziente consentendo agli operatori tutti di rispondere prontamente alle richieste dei medesimi anche alla luce dei nuovi LEA. I percorsi formativi già attuati dalla Regione Campania hanno visto nel corso dell'anno 2018 l'emanazione del nuovo programma didattico del Corso di Formazione di Medicina Generale. Il suddetto corso di formazione è teso a formare i futuri Medici di Medicina Generale, figure professionali indispensabili nel nuovo percorso che la Regione si accinge ad intraprendere con al centro il paziente ed un'assistenza territoriale che consenta una risposta immediata e qualitativamente più appropriata. Sono stati previsti percorsi formativi innovativi che consentono al medico nella programmazione formativa di essere operativo rispetto agli indirizzi regionali tesi alla prevenzione ed alla promozione della salute. Obiettivi ed indicatori - È necessario individuare, attraverso l'analisi dei fabbisogni formativi e delle esigenze regionali, linee strategiche per rafforzare e sviluppare una programmazione che sia in grado di rispondere alle politiche regionali di evoluzione degli standard ospedalieri e sviluppo degli standard relativi all'assistenza territoriale. Con l'ausilio della Commissione Regionale ECM e dell'Osservatorio Regionale ECM saranno definiti e sviluppati, anche attraverso l'utilizzo di piattaforme informatiche dedicate, modelli e strumenti a supporto della progettazione e valutazione formativa - Numero linee di indirizzo regionali orientate all'integrazione dei bisogni formativi - Strumenti volti a supportare l'attività di progettazione e valutazione dei fabbisogni formativi per migliorare la qualità dell'assistenza territoriale da parte delle Aziende Sanitarie - I processi formativi regionali saranno orientati a garantire delle connessioni tra il sistema aziendale di governo della formazione e lo sviluppo professionale all'interno delle strutture aziendali, in linea con la programmazione sanitaria regionale del triennio 2019 – 2021 - Numero processi formativi sviluppati per il miglioramento dell'assistenza territoriale ### 3.2.2 I fabbisogni di personale A seguito delle osservazioni dei Ministeri competenti fatte pervenire con il verbale del Tavolo di verifica del 25 luglio 2019, la Regione ha trasmesso da ultimo la nota n. 204 del 31.10.2019 con la quale ha provveduto a ritrasmettere le tabelle del personale in servizio al 31.12.2017 corrette dei refusi segnalati nel suddetto verbale. Nel verbale del tavolo di verifica del 18 luglio 2018, Tavolo e Comitato rammentano che la corretta valutazione dei piani di fabbisogno di personale presuppone il completamento dell'attività programmatoria della rete ospedaliera e dell'emergenza-urgenza, ai sensi del D.M. n. 70/2015. Nelle more delle valutazioni ministeriali, al fine di adempiere a quanto richiesto dal D.M. del 8.5.2018 in materia, la Regione, con nota prot. 513158 del 3.8.2018, aveva invitato le Aziende sanitarie a procedere all'adozione, in via provvisoria, del piano triennale di fabbisogno del personale e di trasmettere lo stesso all'Amministrazione regionale al fine di effettuare la valutazione dello stesso. La Regione aveva quindi proceduto alla costituzione di un gruppo di lavoro deputato alla valutazione istruttoria dei Piani Triennali dei fabbisogni di personale. Tale valutazione si è conclusa con l'emanazione dei DCA di approvazione dei PTFP 2018-2020 di ciascuna azienda nel rispetto dei parametri stabiliti dal DCA n. 67/2016, del tetto di spesa, del D.M. n. 70/2015 e del D.L. n. 161/2014, già trasmessi su piattaforma SIVEAS. Nell'anno 2019, come stabilito dai DCA di approvazione dei PTFP 2018-2020 le aziende stanno procedendo alla predisposizione delle attività istruttorie per i PTFP 2019-2021 che saranno rimodulati in base al personale in servizio al 31.12.2018 assicurando, nell'ottica della programmazione regionale, l'implementazione della prevenzione, promozione della salute e assistenza sul territorio anche alla luce dei nuovi LEA. È infatti noto che a seguito del blocco del turn over, negli ultimi dieci anni si è registrato un notevole depauperamento delle risorse umane e consequenziale riduzione dell'offerta sanitaria che ha contribuito alla congestione delle attività ospedaliere. Inoltre a seguito dell'intervento normativo in materia previdenziale si sta procedendo alla valutazione dell'impatto che lo stesso avrà nell'ambito del personale del SSR (quota 100 e opzione donna). Pertanto la strategia regionale sarà orientata alla rimodulazione del fabbisogno al fine di migliorare l'assistenza distrettuale e rendere operative le AFT e UCCP consentendo un'adeguata risposta preventiva e assistenziale più vicina alle esigenze del cittadino/paziente che consentirà contestualmente un miglioramento dell'assistenza ospedaliera. La rimodulazione del fabbisogno territoriale terrà conto dei risultati ottenuti attraverso le azioni già avviate di ricollocazione di personale specialistico in linea con le indicazioni dei tavoli ministeriali. Obiettivi e Indicatori - Valutazione e approvazione regionale dei PTFP Aziendali 2019-2021 - Numero dei PTFP Aziendali approvati dalla Regione (17 PFTP approvati per il triennio 2019-2021) - Rideterminazione del fabbisogno regionale con particolare attenzione alla determinazione di standard più attinenti al miglioramento dell'attività di prevenzione e promozione della salute e assistenza erogata dai Distretti e l'attivazione delle AFT e UCCP per l'integrazione dei servizi - Definizione di uno standard regionale per la declinazione del fabbisogno di personale sul territorio ### 3.2.3 Determinazione dei fondi della contrattazione integrativa La Regione Campania ha adottato con DCA n. 63/2010 le linee di indirizzo per la determinazione dei fondi della contrattazione integrativa aziendale per definire procedure omogenee tra le aziende sanitarie al fine di razionalizzare e contenere la spesa del personale con particolare riferimento al blocco del turn-over ed in ossequio al principio che l'ammontare complessivo dei fondi correttamente determinato non possa essere superiore rispetto a quello dell'anno 2010. Al fine di verificare l'esatta applicazione del DCA n. 63/2010 è stato costituito un apposito Organismo Regionale, di seguito Commissione Fondi (costituito con DCA n. 72/2010, pubblicato sul BURC n. 81/2010 e integrato con DCA n. 14/2011 e 101/2012). Le attività della Commissione Fondi sono confluite nella "Commissione regionale per il monitoraggio della spesa del personale del SSR", di seguito Commissione Personale, istituito con Decreto Commissariale n. 11/2017, pubblicato sul BURC n. 20 del 06.02.2017. A seguito dell'emanazione del CCNL Area Comparto 2016/2018 e dell'emanazione del D.Lgs. n. 75/2017, sono state predisposte le Linee Guida per la determinazione dei fondi contrattuali anno 2018, nonché le linee di indirizzo e la corretta applicazione di alcuni istituti contrattuali aventi rilevanza sui costi del personale, giusto DCA n. 98/2018. Già dall'anno 2016 la Struttura Commissariale ribadisce alle Aziende Sanitarie che in base a quanto disposto dal Decreto Legislativo n. 165/2001, l'erogazione di risorse in misura superiore all'importo deliberato sui fondi della contrattazione integrativa costituisce danno erariale. Pur rilevando quanto disposto dall'art. 40, comma 3 quinquies, del Decreto Legislativo n. 165/2001 ultimo periodo, in cui si dispone che: "In caso di accertato superamento di vincoli finanziari da parte del Ministero dell'economia e delle finanze è fatto altresì obbligo di recupero nell'ambito della sessione negoziale successiva", si evidenzia come molte Aziende non abbiano potuto provvedere al recupero rappresentando le situazioni di criticità nell'erogazione delle attività dirette ad assicurare i livelli minimi di assistenza, scaturenti dalla progressiva riduzione del personale in servizio e che hanno comportato il ricorso a forme di lavoro surrettizie, quali l'erogazione di ore di straordinario, sempre rapportato alla necessità di assicurare i LEA. Tuttavia qualora si siano rilevati sforamenti tra il valore deliberato dei fondi contrattuali ed il costo sostenuto, la Commissione Fondi ha predisposto ed inviato alle Aziende Sanitarie interessate, per il tramite della struttura regionale, specifica richiesta di chiarimenti in merito alle misure idonee adottate oppure da adottare affinché l'Azienda proceda a ricondurre la spesa all'interno dei fondi deliberati. Da ultimo, le Aziende Sanitarie sono state compulsate a disporre tutte le misure ritenute necessarie, con particolare riferimento a quelle previste con il Decreto Commissariale n. 98/2018, affinché per l'anno 2019 non vengano erogate risorse superiori agli importi deliberati dei fondi della contrattazione integrativa. Si rileva, altresì, che a seguito delle azioni messe in campo dall'amministrazione regionale e nonostante il blocco del turn over si è registrata una graduale e progressiva riduzione dello sforamento tra deliberato ed erogato che ha visto il passaggio da uno sforamento pari a 62.664 €/000 del 2012 ad uno sforamento pari a 32.551 €/000 del 2015, fino ad uno sforamento negli anni 2016 e 2017 pari rispettivamente a ca. 14.928 €/000 e 14.705 €/000. La Direzione Generale Tutela della Salute, con l'ausilio della Commissione spesa del personale continua ad effettuare una puntuale attività di monitoraggio diretta a verificare il ridimensionamento del fenomeno dello sforamento tra fondi deliberati rispetto ai costi sostenuti, richiedendo il recupero nell'ambito della sessione negoziale successiva anche per il triennio 2019-2021, invitando le Aziende Sanitarie a portare a recupero, fatta salva la garanzia dei LEA, l'avanzo relativo al fondo fasce e al fondo specificità medica già in sede di costituzione del bilancio provvisorio. I Direttori Generali delle Aziende Sanitarie dovranno procedere, inoltre, con riferimento ai fondi della premialità alla eventuale relativa decurtazione finalizzata al recupero contemperando la necessità di continuare a riconoscere, sebbene in misura inferiore, la qualità delle prestazioni rese e la produttività. Laddove si verifichino scostamenti rilevanti o situazioni anomale la Direzione Generale Tutela della salute dovrà attivare l'Ufficio Ispettivo Regionale con la previsione di visite in loco da parte di personale regionale supportato dall'Advisor, al fine di effettuare verifiche approfondite e prevedere azioni correttive. Attraverso l'attività di monitoraggio effettuata dalla Commissione spesa del personale ed il progressivo reclutamento posto in essere in esecuzione dei Piani triennali del Fabbisogno del Personale, si prevede un'ulteriore progressiva riduzione dello sforamento tra fondi deliberati e costi sostenuti, fino al completo azzeramento dello stesso entro il 2021. Obiettivo e Indicatori - Monitoraggio del valore dei fondi della contrattazione integrativa da parte della Commissione Personale - Report andamento del valore dei fondi della contrattazione integrativa - Verifica della corretta determinazione dei fondi contrattuali aziendali per gli anni 2019, 2020 e 2021 da parte della Commissione Personale - Delibere di adeguamento dei fondi contrattuali alle risultanze della verifica regionale - Monitoraggio trimestrale da parte della Commissione Personale per tutte le Aziende Sanitarie che presentano scostamenti significativi e verifica del rispetto degli obiettivi indicati nelle relazioni predisposte al fine di evitare che tale fenomeno si ripeta - Scostamento economico tra erogato di competenza e deliberato - Progressiva riduzione dello sforamento tra fondo deliberato e costi sostenuti - Delta costo sostenuto-fondo deliberato - Monitoraggio istituti contrattuali da parte della Commissione Personale aventi riflessi sui fondi contrattuali - Monitoraggio istituti contrattuali aventi riflessi sui fondi contrattuali ### 3.2.4 Contenimento costi per il ricorso alle prestazioni aggiuntive ed alle forme di lavoro alternative1 È disposto a livello regionale un progressivo abbattimento sia delle prestazioni aggiuntive che delle forme di lavoro alternative (lavoro interinale, collaborazione coordinate e continuative e consulenze). Con riferimento alle prestazioni aggiuntive, ai Direttori Generali delle Aziende sanitarie è richiesta un'attività di monitoraggio volta a: - Verificare che l'attività lavorativa erogata in regime di prestazioni aggiuntive sia espletata al di fuori dell'orario di servizio; - Implementare nel sistema informativo un processo di rilevazione automatico delle presenze mediante codici di identificazione del ruolo, profilo e unità operative/dipartimentali del personale; - Procedere ad una progressiva riduzione di tale voce di costo contestuale all'implementazione delle procedure di reclutamento di nuovo personale. In particolare è disposto il seguente abbattimento per le prestazioni aggiuntive: - 10% del costo sostenuto nel 2018, da realizzarsi entro il 2019; - 30% del costo sostenuto nel 2018, da realizzarsi entro il 2020; - 50% del costo sostenuto nel 2018, da realizzarsi entro il 2021. Attraverso il processo di reclutamento, la Regione ha, inoltre, come obiettivo una progressiva riduzione delle altre voci di costo che concorrono ad aggravare la spesa di personale e ad incrementare il costo sul bilancio in termini di fattore lavoro, come lavoro interinale, collaborazioni coordinate e continuative e consulenze. In particolare è disposto il seguente abbattimento del costo delle forme di lavoro alternative (lavoro interinale, collaborazione coordinate e continuative e consulenze): - 10% del costo sostenuto nel 2018, da realizzarsi entro il 2019; - 30% del costo sostenuto nel 2018, da realizzarsi entro il 2020; - 50% del costo sostenuto nel 2018, da realizzarsi entro il 2021. Obiettivo e Indicatori - Riduzione della spesa delle Aziende Sanitarie per prestazioni aggiuntive - Percentuale di riduzione della spesa per prestazioni aggiuntive rispetto a quella dell'anno precedente - Riduzione da parte delle Aziende Sanitarie dei costi delle forme di lavoro alternative - Percentuale di riduzione della spesa delle forme di lavoro alternative rispetto a quella dell'anno precedente ### 3.2.5 Contenimento costi Specialisti ambulatoriali In materia di specialisti ambulatoriali la Regione Campania, ha intrapreso una più rigorosa azione di ricognizione degli specialisti in servizio, attraverso la predisposizione di un Data Base prontamente trasmesso a tutte le Aziende Sanitarie per acquisire il dettaglio del numero di specialisti allocati, il rispettivo monte ore settimanali assegnato, presso una o più Aziende, l'ente pagatore, la sussistenza di rapporto di lavoro a tempo determinato o indeterminato. La Commissione regionale per il monitoraggio della spesa del personale del SSR, a seguito della raccolta dei suddetti dati, ha quindi focalizzato la sua attenzione sulla collocazione degli specialisti ambulatoriali nelle Aziende, al fine di programmare un'eventuale ricollocazione in altre sedi del personale specialista ambulatoriale impropriamente utilizzato. In materia è stato adottato il DCA n. 55/2019 con il quale è stato istituito il flusso del personale convenzionato. Tale flusso permetterà di effettuare un monitoraggio periodico sulle unità di personale in servizio e sulla loro effettiva allocazione al fine di avviare, una volta rilevate le criticità, tutte le azioni necessarie previste dall'ACN vigente anche attraverso tavoli di concertazione con le organizzazioni sindacali di categoria, per una progressiva riduzione del costo di tale tipologia di personale. La Regione sta inoltre procedendo all'elaborazione di un DCA che, a valenza triennale, operi una riduzione della spesa degli specialisti ambulatoriali, tenendo conto dei PTFP e del loro relativo trend assunzionale, tanto al fine di coniugare gli equilibri economico-finanziari con l'esigenza di assicurare i Livelli Essenziali di Assistenza. Si riporta di seguito il dettaglio degli interventi programmati. Obiettivo e Indicatori - Istituzione Flusso personale convenzionato - DCA di istituzione - Monitoraggio costo e allocazione personale specialista ambulatoriale - Tabelle correttamente prodotte e caricate su piattaforma regionale dalle Aziende Sanitarie ## 3.3 Gli investimenti in sanità ### 3.3.1 Strutture sicure, moderne e dotate di tecnologia all'avanguardia In materia di investimenti sanitari in infrastrutture e tecnologie, si evidenzia che in data 23.08.2019 è stato sottoscritto l'accordo di programma III fase – II stralcio ex art. 20 della L. 67/88, per l'importo complessivo di 1.083.450 €/000, mentre è in istruttoria, da parte del Ministero della Salute, la proposta di utilizzo dei fondi ripartiti dal D.M. 6 dicembre 2017 per la riqualificazione ed ammodernamento tecnologico dei servizi di radioterapia. Si tratta di programmazioni che vanno ad aggiungersi ai seguenti finanziamenti per investimenti, recentemente accordati alla Regione Campania: - art. 20 della Legge n. 67/88 III Fase – I stralcio; - FSC 2014/2020; - Fondi ripartiti con Decreto del Ministero della Salute 28.12.2012 per il superamento degli ex ospedali psichiatrici giudiziari; - Fondi di cui alla Delibera C.I.P.E. n. 16 dell'8 marzo 2013 per l'adeguamento alla normativa antincendio; - Risorse del POR FESR Campania 2014/2020. Consegue che tra i programmi già approvati ed i programmi in via di definizione, nei prossimi anni si potranno utilizzare complessivamente ca. 1.500.000 €/000, da convogliare per il rinnovo e l'ammodernamento dell'offerta sanitaria pubblica della Regione Campania, nonché per adeguamenti normativi e il rinnovo e/o potenziamento del parco tecnologico. L'assenza di piani di investimento sanitari, tenuto conto del lunghissimo periodo trascorso dall'ultimo Accordo di programma, concernente la seconda fase dell'art. 20, sottoscritto il 28 dicembre del 2000, ha portato al degrado graduale di tante strutture ospedaliere e sanitarie della Campania, nonché all'obsolescenza delle dotazioni tecnologiche. Ciò ha provocato alcune delle criticità che hanno contraddistinto la sanità campana negli ultimi anni, oltre ad una forte mobilità sanitaria passiva e a lunghe liste di attesa per le prestazioni ambulatoriali. #### Offerta ospedaliera Per quanto riguarda l'offerta ospedaliera, è prevista: - La realizzazione di 5 ospedali in sostituzione di 6 ospedali realizzati tra gli anni 50 e 70 (AOU Ruggi di Salerno, P.O. San Paolo di Napoli dell'ASL Napoli 1, P.O. di Giugliano dell'ASL Napoli 2, P.O. di Sessa Aurunca dell'ASL Caserta, P.O. della Penisola Sorrentina dell'ASL Napoli 3, quest'ultimo in sostituzione del P.O. di Vico Equense e del P.O. di Sorrento); - L'ampliamento di 8 ospedali (P.O. Incurabili dell'ASL Napoli 1 Centro; P.O. Pozzuoli e P.O. Ischia dell'ASL Napoli 2 Nord; P.O. Nola, Gragnano, Boscotrecase dell'ASL Napoli 3 Sud; P.O. Marcianise dell'ASL Caserta; P.O. Pagani dell'ASL Salerno); - La ristrutturazione di circa 30 ospedali. Sono previsti, inoltre, interventi di efficientamento energetico per 6 aziende ospedaliere (AO Cardarelli, AOU Federico II, AOU Ruggi, AO San Pio, AO Dei Colli, AO Santobono-Pausilipon) con risorse del POR FESR Campania 2014/2010 e con i contributi resi disponibili dal decreto interministeriale 16.02.2016, più noto come Conto Termico 2.0. #### Offerta territoriale Tra le nuove strutture territoriali programmate, si evidenziano: - La realizzazione del SPS di Quarto e di una UCCP a Frattamaggiore (ASL Napoli 2 Nord); - La realizzazione del D.S. di Atripalda e del D.S. di Baiano (ASL Avellino); - La costruzione del dipartimento di prevenzione, della nuova sede centrale amministrativa dell'ASL Benevento, la costruzione della sede del D.S. e di un poliambulatorio nel Comune di Montesarchio (ASL Benevento); - La realizzazione della "Cittadella della Salute" di Aversa per numerose attività territoriali e per il recupero e il reinserimento di soggetti affetti da disturbi della personalità e da dipendenze (ASL Caserta); - La costruzione di una RSA a Roccadaspide e il completamento di un'altra a Pagani nell'ASL di Salerno; - La realizzazione delle nuove sedi dei Distretti di Eboli, Vallo della Lucania, Mercato San Severino e Capaccio (ASL Salerno); - La riconversione e l'adeguamento del Presidio S.S. Annunziata con la realizzazione di un nuovo modello di integrazione ospedale territorio nell'area pediatrica, anche attraverso una UCCP Pediatrica; - La riconversione dell'Ospedale di Capua in Ospedale di Comunità; - Il completamento dell'Hospice di Cerreto Sannita. Sono anche programmati interventi strutturali di potenziamento dei servizi territoriali dei dipartimenti di salute mentale (DSM) a supporto della rete di servizi per il superamento degli OPG, con le risorse di cui al Decreto Ministero della Salute 28.12.2012 avente ad oggetto "Riparto del finanziamento di cui all'art. 3-ter, comma 6, del decreto-legge 22.12.2011, n. 211, convertito, con modificazioni, dalla legge 17.02.2012, per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari", programmate con il con DCA n. 47 del 15.05.2013, come modificato dal DCA n. 104 del 30.09.2014 (Programma approvato con il D.M. 9 ottobre 2013 e dal D.M. del 14 novembre 2017). #### Aggiornamento e potenziamento del parco tecnologico Per garantire l'efficacia del processo di riorganizzazione sanitaria regionale non si può prescindere dalla valutazione della qualità delle dotazioni tecnologiche attualmente in dote alle Aziende, specie quelle territoriali. La garanzia di dotazioni tecnologiche moderne ed efficienti, coniugata all'ammodernamento dei sistemi informativi che consentano in tempo reale la trasmissione dei dati sanitari necessari, anche a supporto di una corretta diagnostica, specie per quei presidi dislocati in zone disagiate o con attività in deroga, consentirà di elevare la parità di accesso ai servizi sanitari, al momento fortemente disattesa. Contestualmente alla realizzazione degli interventi, la Regione procederà all'adeguamento del fabbisogno in linea con le disposizioni relative all'HTA (Health Technology Assesment), al fine di adeguare il parco tecnologico alle nuove tecnologie anche per la riduzione del rischio clinico. Si evidenzia, a tal proposito, la recente costituzione del Nucleo regionale di HTA in sostituzione della precedente Commissione, con nuove professionalità ed ulteriori funzioni, anche per supportare la nuova fase degli investimenti in tecnologia. Per gli interventi che prevedono l'acquisto di attrezzature, e, principalmente, nei casi di nuova implementazione, le Aziende sanitarie proponenti hanno attestato la sostenibilità organizzativa, anche in termini di risorse professionali e strumentali, degli investimenti, nonché la loro coerenza con la programmazione sanitaria aziendale. Nei vari programma di investimento, una quota di ca. 330.000 €/000 è destinata all'ammodernamento tecnologico. Per quanto riguarda le grandi attrezzature, monitorate attraverso l'apposito flusso NSIS, si evidenzia che l'acquisto è finalizzato alla sostituzione di macchine vetuste, tranne nei casi in cui non vi sia una specifica autorizzazione regionale alla nuova implementazione. Si evidenzia che i piani di fornitura delle tecnologie biomediche sono coerenti con la programmazione sanitaria regionale, che ne garantiscono la piena rispondenza all'Accordo di Programma. Si specifica, inoltre, che le tecnologie che saranno acquistate saranno installate nei presidi sanitari aziendali e dagli stessi presidi, direttamente, usufruite. Si segnalano, tra gli altri, l'acquisto di tecnologie per ca. 300.000 €/000, tra cui circa 15 TAC, 15 acceleratori lineari, 6 RM, 5 mammografi, 3 sistemi di chirurgia endoscopica, 4 ecotomografi, 3 PET/TC, ecc. I succitati programmi di investimento consentiranno di conseguire i seguenti risultati: - Rispetto delle normative da parte di tutte le strutture sanitarie (standard delle strutture sanitarie, antincendio, antisismica), con una conseguente maggiore sicurezza sia dei pazienti che degli operatori sanitari; - Riduzione del gap esistente nell'offerta ospedaliera, con la creazione di gran parte dei posti letto mancanti; - Maggiore efficienza di gestione degli ospedali, attraverso la costruzione di nuovi ospedali progettati secondo i più avanzati orientamenti dell'edilizia sanitaria, che prevedono lo sviluppo orizzontale della struttura, con riduzione dei costi di gestione ed un innalzamento della qualità dell'assistenza; - Aggiornamento del parco tecnologico e potenziamento dei punti di offerta, con conseguente riduzione delle liste di attesa, maggiore attrattività delle strutture regionali, riduzione della mobilità sanitaria passiva; - Efficientamento energetico delle strutture, attraverso interventi finalizzati per il risparmio energetico; - Attivazione di strutture territoriali; - Riduzione di accessi ospedalieri inappropriati e miglioramento della qualità dell'assistenza, più contigua al paziente, attraverso la realizzazione di strutture territoriali e la ristrutturazione di quelle esistenti. La realizzazione di alcuni investimenti e principalmente dei nuovi ospedali si dispiega su un orizzonte temporale che va oltre la durata triennale dei programmi operativi. ### 3.3.2 La valutazione di nuovi strumenti finanziari oltre il FSR Come evidenziato nel precedente paragrafo, la Regione Campania, al fine di garantire il soddisfacimento del fabbisogno degli investimenti sanitari, effettua la propria programmazione utilizzando, in modo complementare, le varie fonti di finanziamento disponibili. La principale fonte di finanziamento degli investimenti sanitari è rappresentata dalle risorse ex art. 20 della L. n. 67/88. Su tale aspetto, come già rappresentato, si rappresenta che in data 23.08.2019 è stato sottoscritto l'accordo di programma III fase – II stralcio ex art. 20 della L. n. 67/88, per l'importo complessivo di 1.083.450 €/000. Esaurita la terza fase degli investimenti, la Regione si riserva di programmare le risorse attribuite dall'art. 1, comma 555, della L. n. 145 del 30.12.2018 (Legge di bilancio 2019), ammontanti, per la Campania a 378.951 €/000. L'attuazione dei due Accordi di programma della terza fase coinvolgerà, verosimilmente, tutte le aziende sanitarie e le strutture sanitarie centrali in un'intensa ed impegnativa attività di attuazione. Nel precedente paragrafo, si è evidenziato il ricorso ai fondi europei di cui al POR FESR Campania 2014/2020 e ai contributi di cui al Conto termico 2.0, gestiti dal Gestore dei Servizi Energetici S.p.A. (GSE) - MEF / MISE. Si rappresenta, a tal proposito, che nell'ambito della programmazione POR FESR Campania 2014/2020 è stato previsto l'Obiettivo Specifico 4.1 - Azione 4.1.1- "Promozione dell'eco-efficienza e riduzione di consumi di energia primaria negli edifici e strutture pubbliche: interventi di ristrutturazione di singoli edifici o complessi di edifici, installazione di sistemi intelligenti di telecontrollo, regolazione, gestione, monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici (smart buildings) e delle emissioni inquinanti anche attraverso l'utilizzo di mix tecnologici". Con delibera regionale sono stati programmati 23.671 €/000 destinandoli ad interventi di efficientamento energetico per la riduzione dei consumi energetici delle aziende ospedaliere. Successivamente, in vista di ulteriori fonti di finanziamento degli investimenti in sanità, ci si è soffermati sulle opportunità offerte dal decreto interministeriale 16.02.2016, più noto come Conto Termico 2.0, che promuove la realizzazione di interventi di efficienza energetica, rilevando che gli incentivi erogati da tale fonte siano cumulabili con le risorse del POR FESR Campania 2014/2020. Pertanto, si è chiesto alle Aziende sanitarie Beneficiarie dei finanziamento POR FESR di valutare la possibilità di potenziare gli interventi programmati, avvalendosi anche dei contributi resi disponibili dal Conto Termico 2.0, al fine di massimizzarne gli effetti, in termini di riduzione dell'impatto ambientale e di risparmio energetico. Le Aziende hanno, pertanto, presentato nuovi progetti di fattibilità utilizzando in modo sinergico le citate fonti di finanziamento, aggiungendo quote di cofinanziamento aziendale. Ne consegue che l'ammontare complessivo degli investimenti programmati per l'efficientamento energetico ammonta ad 26.678 €/000, di cui: € 23.100 €/000 a valere sul POR FESR Campania 2014/2020 (rispetto ad 23.671 €/000 programmati); € 2.627 €/000 finanziati con il Conto Termico 2.0 e risorse aziendali per € 950 €/000 per un complessivo di € 26.678 €/000, come dettagliato nella seguente tabella. Per quanto riguarda, invece, strumenti che prevedano il coinvolgimento di partner privati nella realizzazione del progetto (PPP), la tipologia degli investimenti in corso di programmazione non prevede la realizzazione di opere "calde", intese come quelle opere potenzialmente capaci di creare flussi di cassa, ossia entrate corrisposte dagli utenti/clienti/cittadini che utilizzano l'opera dietro un pagamento e che, pertanto, garantiscono un'autonoma sostenibilità all'investimento del partner privato. Gli investimenti in sanità non presentano, almeno in questo momento, interesse per gli investitori privati, né tale interesse risulta incentivato dalla Regione, in mancanza di positive esperienze. Si valuterà, eventualmente, il ricorso alle opportunità di finanziamento per le tecnologie di efficientamento energetico offerte dalle società di servizi energetici ESCo (Energy Service Company) e/o ad ipotesi di project financing, in grado di consentire la realizzazione di interventi da parte delle aziende sanitarie, con positive ricadute sull'ambiente e sui costi aziendali. Si evidenzia, infine, che gli investimenti da realizzare con le succitate risorse (POR FESR/Conto Termico 2.0), sono, esclusivamente, finalizzati a migliorare l'efficienza energetica, per lavori definiti e completi dal punto di vista tecnico-costruttivo. Essi non si sovrappongono né sono complementari agli interventi previsti nella III fase dell'art. 20 della L. n. 67/88 (I e II stralcio). ## 3.4 La politica del farmaco e dei dispositivi medici1 La Regione Campania, nel triennio 2019-2021, per quel che concerne la governance farmaceutica intende intraprendere le seguenti azioni: - Monitoraggio della spesa farmaceutica convenzionata; - Monitoraggio dell'aderenza alle terapie farmacologiche; - Incentivazione dell'utilizzo dei farmaci equivalenti; - Incentivazione dell'utilizzo dei farmaci biosimilari; - Attuazione della Distribuzione per Conto (DPC) con logistica centralizzata; - Farmacia dei servizi; - Dispositivi Medici. ### 3.4.1 Farmaceutica territoriale: monitoraggio della spesa farmaceutica convenzionata I dati OSMED 2018, in merito alla spesa lorda procapite pesata erogata in regime convenzionato mostrano che la Regione Campania ha una spesa procapite lorda ben superiore rispetto alla media nazionale. Pertanto, tutte le azioni che la Regione Campania intende mettere in atto sono volte a ricondurre la spesa procapite lorda convenzionata entro la media nazionale. In particolare, al fine di rispondere alle esigenze di monitoraggio e controllo della spesa farmaceutica campana è stata implementata una piattaforma di analisi dei dati (così come previsto dalla Delibera n. 276/2017) in grado di fornire risultati aggregati su tre distinti livelli: ASL, Distretto Sanitario di Base e Medico Prescrittore. Tale reportistica sviluppata, nel prossimo triennio comprenderà: dati di spesa e consumo; indicatori di benchmarking riferiti a ciascuno dei tre livelli di analisi (ASL, DSB, MMG) con possibilità di effettuare ulteriori approfondimenti ove necessario; indicatori relativi ai farmaci equivalenti; indicatori relativi al consumo di antibiotici (J01) così come previsto dal Decreto n. 138/2018. Periodicamente, tale reportistica verrà inviata ai responsabili delle AASSLL competenti che dovranno provvedere ad inoltrare all'interno delle proprie strutture le informazioni in base alle specifiche richieste. Attraverso tale sistema la Regione Campania potrà valutare ciclicamente gli esiti delle politiche sanitarie attuate in modo da poter assegnare a ciascuna AASSLL specifici obiettivi da perseguire al fine di diminuire la spesa farmaceutica convenzionata della Regione Campania entro i tetti programmati. Obiettivi e Indicatori - Definizione di specifici obiettivi relativi alle classi terapeutiche a maggiore spesa da assegnare a ciascuna AASSLL - Predisposizione di un Decreto Regionale che preveda specifici indicatori che ciascuna ASL dovrà monitorare relativamente: alle 5 classi terapeutiche a maggiore spesa; alla percentuale di farmaci equivalenti da implementare; alla fuga in convenzionata - Realizzazione di un Sistema di monitoraggio attraverso il Sistema Informatico Regionale Sani.Arp/CIRFF che monitori la spesa ed il consumo della farmaceutica convenzionata - Numero di report prodotti relativi la spesa ed il consumo dei farmaci con particolare riferimento a dati di spesa e di consumo relativi la spesa farmaceutica convenzionata stratificati per ASL, DSB e MMG ### 3.4.2 Farmaceutica territoriale: monitoraggio dell'aderenza alle terapie La cronicità oggigiorno rappresenta una delle sfide prioritarie per i Servizi Sanitari Regionali. Alla luce del nuovo Piano Nazionale della cronicità risulta fondamentale che la governance farmaceutica, entro i tetti di spesa finanziati, abbia come mission quella di garantire al paziente un percorso di cura appropriato implementando l'aderenza alle terapie farmacologiche. Pertanto, la Regione Campania, nel prossimo triennio 2019-2021, intende mettere in atto tutte le strategie volte al monitoraggio dell'aderenza alle terapie farmacologiche al fine di migliorare la stessa ed ottimizzare la spesa farmaceutica, entro i tetti di spesa finanziati. A tal fine, così come previsto dalla Delibera n. 276/2017 si chiederà alle strutture preposte quali il CIRFF di creare un sistema di monitoraggio che vada a valutare l'aderenza alle terapie farmacologiche per le principali patologie croniche in modo da intervenire tempestivamente sulle eventuali inappropriatezze prescrittive riscontrate. In particolare, saranno oggetto di valutazione l'aderenza alle terapie nelle seguenti patologie croniche: Diabete, Osteoporosi, Asma e BPCO (con possibilità di integrarne ulteriori). Inoltre, al fine di coinvolgere quanto più possibile il paziente nei percorsi di cura sarà fornita una piattaforma informatica volta al miglioramento dell'aderenza alle terapie. Obiettivi e Indicatori - Definizione di nuovi obiettivi da assegnare per singola AASSLL inerenti la farmaceutica territoriale erogata in regime convenzionale che incentivino l'aderenza alle terapie farmacologiche - Predisposizione di un Decreto Regionale che preveda specifici indicatori relativi alle % di aderenza alle terapie croniche delle patologie in oggetto - Realizzazione di Sistema di monitoraggio attraverso il Sistema Informatico Regionale Sani.Arp./CIRFF che valuti l'aderenza alle terapie farmacologiche - Numero di report prodotti - Realizzazione di una piattaforma volta al miglioramento dell'aderenza alle terapie - Divulgazione dell'applicazione informativa regionale MiCuro ### 3.4.3 Farmaceutica territoriale: farmaci equivalenti L'incremento dell'utilizzo appropriato dei farmaci equivalenti è strettamente collegato alla sostenibilità della spesa farmaceutica all'interno del tetto di spesa programmato (7,96%), oltre che quella a carico del cittadino, in relazione alla circostanza che la quota di spesa differenziale è posta per legge in capo allo stesso. Pertanto, scopo della Regione sarà quello di potenziare le azioni di monitoraggio dell'andamento della spesa farmaceutica convenzionata della Regione rispetto al periodo dell'anno precedente, verso l'andamento nazionale e all'interno della Regione per singola AASSLL. Attraverso i dati mensili rilevabili dal sistema TS-Sogei, con il supporto del CIRFF verranno effettuate analisi dettagliate per singola classe di farmaco. Le analisi troveranno il proprio razionale anche dalla variabilità dei consumi per classi di farmaci specifici e ad alto impatto prescrittivo. Verranno intraprese anche azioni correlate ad una corretta informazione relativamente ai farmaci equivalenti al fine di incrementare consapevolmente l'utilizzo appropriato degli stessi da parte dei cittadini. Obiettivi e Indicatori - Promozione di percorsi formativi/informativi che coinvolgano operatori sanitari e cittadini - Campagne formative/informative realizzate di concerto con il settore comunicazione supportate dai dati rilevati dal Centro Regionale di Farmacovigilanza relativamente alle segnalazioni di reazioni avverse ai farmaci equivalenti e non - Definizione di specifici obiettivi relativi alle classi terapeutiche a maggiore spesa da assegnare a ciascuna AASSLL - Predisposizione di un Decreto Regionale che preveda specifici indicatori che ciascuna ASL dovrà monitorare relativamente alle 5 classi terapeutiche a maggiore spesa al fine di aumentare la percentuale di utilizzo dei farmaci equivalenti e diminuire la spesa farmaceutica ### 3.4.4 Incentivazione dell'utilizzo dei farmaci biosimilari I farmaci biosimilari, oggigiorno, rappresentano un'enorme opportunità per i Servizi Sanitari Regionali al fine di recuperare risorse da reinvestire, in modo da favorire l'accesso alle cure ai pazienti. Pertanto, la Regione Campania per il triennio 2019-2021 ha l'obiettivo di potenziare quanto più possibile l'utilizzo dei farmaci biosimilari nella reale pratica clinica, sia attraverso il monitoraggio costante e continuo degli stessi che attraverso una revisione delle disposizioni normative regionali. L'incentivo all'utilizzo dei farmaci biosimilari si intende tanto nell'arruolamento dei pazienti naive, dove il medico deve indicare attraverso la piattaforma informatica regionale prescrittiva le motivazioni al non utilizzo del farmaco biosimilare o biologico con prezzo più basso nell'anagrafe delle gare messe in essere dalla centrale di committenza So.Re.Sa. SpA, quanto nell'utilizzo nei pazienti già in trattamento (switch terapeutico) secondo quanto indicato nel secondo position paper redatto dall'AIFA. In particolare, la Regione, attraverso il sistema informatico prescrittivo regionale (piani terapeutici informatizzati), consentirà alle Direzioni Generali delle AASS di valutare l'andamento prescrittivo per singolo Centro Prescrittore, per singolo Medico afferente allo stesso, per singolo farmaco e per specifica indicazione terapeutica. Le valutazioni prescrittive che verranno richieste alle Direzioni Generali delle AASS dovranno tenere conto dell'andamento prescrittivo dei farmaci biosimilari rispetto ai corrispondenti farmaci biologici originator per singola indicazione terapeutica. Inoltre, verrà valutato per singola indicazione terapeutica anche l'andamento prescrittivo del biosimilare verso altre classi di farmaci con diverso ATC, ma con medesima indicazione terapeutica. Inoltre, le direzioni generali relazioneranno circa l'andamento prescrittivo e gli obiettivi % di utilizzo di biosimilari indicati dalla Regione in seno alle verifiche trimestrali che effettuano presso la Direzione Generale Salute. Obiettivi e Indicatori - Realizzazione di un Sistema di monitoraggio che valuti l'utilizzo dei biosimilari nella reale pratica clinica - Numero di report prodotti secondo quanto elaborato nel 2018 con il Pharma Campania Report - Definizione di nuovi obiettivi volti all'incentivazione dell'utilizzo di farmaci biosimilari. Il disposto indicherà le % di utilizzo dei farmaci biosimilari che le AASS. dovranno raggiungere. Le % saranno diverse per singolo farmaco e varieranno in maniera % per anno, in quanto terranno conto sia degli obiettivi raggiunti nell'anno precedente che della patologia - Predisposizione di un Decreto Regionale che preveda specifici indicatori - Realizzazione di modelli specifici di approvvigionamento dei farmaci biosimilari volti all'utilizzo del farmaco a minor costo - Predisposizione di criteri di gara differenziati concordati con la centrale di committenza So.Re.Sa. SpA che consentano un contenimento della spesa ### 3.4.5 Distribuzione per Conto (DPC) con logistica centralizzata Con il DCA n. 97/2016 è stato definito l'elenco unico dei farmaci Distribuiti in nome e Per Conto e la tariffa massima di remunerazione in tutta la Regione Campania. Ciò nonostante per quel che concerne la logistica distributiva dei farmaci dispensati in DPC, ad oggi, ogni ASL utilizza un proprio magazzino per lo stoccaggio e la distribuzione e diverse forme retributive. Al fine di ottimizzare l'intero processo, si prevede la centralizzazione della logistica del farmaco, con abbattimento delle scorte e dei relativi scaduti con un notevole minor impiego di capitale per la Regione Campania oltre che di risorse umane per singola AASSLL. La centralizzazione permetterà di ridurre ulteriormente la fuga in convenzionata dei farmaci A-PHT in quanto si centralizzeranno gli acquisti per l'intera Regione, ottimizzando i tempi necessari correlati alle procedure di gara. La centralizzazione permetterà di minimizzare i tempi di acquisizione dei farmaci A-PHT quando introdotti per la prima volta sul mercato (nuove classi di farmaci A-PHT). La stesa procedura permetterà di ottimizzare anche i tempi di acquisizione dei farmaci quando si esauriscono i contratti degli stessi già in essere a causa di variazione dei consumi dovuti per delle variazioni prescrittive, rotture di stock da parte delle Aziende Farmaceutiche ecc. Obiettivi e Indicatori - Definizione ed attuazione del modello di logistica regionale centralizzata dei farmaci Distribuiti in nome e Per Conto - Predisposizione di un Decreto Regionale - Realizzazione di un Sistema di monitoraggio attraverso il Sistema Informatico Regionale Sani.Arp/CIRFF che valuti l'utilizzo dei farmaci in DPC - Numero di report prodotti ### 3.4.6 Farmacia dei Servizi La rivalutazione della assistenza sul territorio, capace di fornire al cittadino un'assistenza immediata, evitando quando non necessari i costi dei ricoveri ospedalieri, ha portato a favorire iniziative di grande rilievo pratico per la tutela della salute del cittadino per ogni fascia di età. Pertanto, la Regione Campania, per il triennio 2019-2021, intende promuovere il ruolo della Farmacia Territoriale quale centro socio-sanitario polifunzionale di servizi. In particolare, saranno promossi: - Servizi di informazione sui farmaci e di prevenzione delle principali patologie a forte impatto sociale: le farmacie del territorio opportunamente formate, mediante specifici corsi ECM, ed in seguito attrezzate potranno rappresentare delle vere e proprie "postazioni di servizio" per effettuare informazione sul corretto utilizzo del farmaco nonché campagne di prevenzione delle principali patologie a forte impatto sociale; - Assistenza Farmaceutica Domiciliare Integrata (ADFI) in particolari tipologie di pazienti: lo scopo è quello di fornire un servizio di consegna domiciliare di farmaci, dispositivi medici e servizi sanitari in generale, al fine di ridurre le esigenze di carattere sanitario di quei pazienti che necessitano di essere assistiti a domicilio in maniera continuativa (pazienti anziani ultrasettantenni, disabili, malati cronici) e non autonomi ad accedere alla farmacia e allo studio del MMG, previa libera scelta da parte del paziente della farmacia che effettua il servizio. In tal modo si consentirà al paziente una maggiore aderenza alle terapie e si eviteranno i possibili danni o traumi allo stesso in cui potenzialmente può incorrere se costretto a dover uscire dalla propria abitazione. Obiettivi e Indicatori - Promozione di servizi di informazione sui farmaci e di prevenzione delle principali patologie a forte impatto sociale - Numero di farmacie che attivano il servizio - Numero di campagne di prevenzione attuate - Numero di pazienti che hanno effettuato lo screening -Promuovere l'Assistenza Farmaceutica Domiciliare Integrata (ADFI) in particolari tipologie di pazienti - Numero di farmacie che attivano il servizio ### 3.4.7 Dispositivi medici La crescita esponenziale del numero e della varietà delle tecnologie mediche disponibili sul mercato costituisce una grande opportunità sia per gli operatori del SSR che per il benessere e la qualità di vita dei pazienti. La Regione Campania, per il triennio 2019-2021, in materia di dispositivi medici predisporrà l'implementazione di un'anagrafica regionale unica e la creazione di un sistema di monitoraggio dell'uso dei device che consenta di definire gli ambiti di uso appropriato e i risultati ottenuti nel contesto di reale applicazione. Obiettivi e Indicatori - Creazione del nuovo sistema di monitoraggio dell'introduzione e dell'uso dei device - Predisposizione di una Anagrafica Unica Regionale dei Dispositivi Medici - Predisposizione di una Anagrafica Unica Regionale dei Dispositivi Medici - Implementazione anagrafica regionale dei dispositivi medici - Condivisione linee guida, indicazioni d'uso e protocolli - Numero linee guida, indicazioni d'uso e protocolli (almeno due all'anno) ### 3.4.8 Il nuovo modello di logistica regionale Il progetto di logistica del farmaco è stato preso in carico ed è stato individuato il modello operativo (1 Hub centrale + 6 magazzini territoriali); sono state individuate le specifiche tecniche delle attività da svolgere nell'ambito del progetto, quali: magazzino unico e nodi di primo livello, sistema di trasporto e sistema informativo. Per quanto riguarda invece il sistema di automazione, è in corso la definizione del dimensionamento. A tale scopo sono stati ultimati i sopralluoghi tecnici nelle principali farmacie ospedaliere con la duplice finalità di rilevare il possibile utilizzo come nodi di primo livello e di rilevare il livello di automazione già presente. Il risultato finale restituisce un quadro di forte disomogeneità dei sistemi di automazione presenti nelle differenti realtà aziendali, che impone valutazioni in merito alle attività preliminari da porre in essere a carico di quelle aziende ad oggi non dotate di alcun sistema. L'approfondimento in corso suggerisce l'esperimento di soluzioni pilota da scalare su base regionale sulla scorta degli esiti. Con riferimento al cronoprogramma dell'investimento ed alla copertura finanziaria, è stata condotta una analisi finalizzata a verificare l'assoggettabilità a contributo degli investimenti programmati nell'ambito della programmazione unitaria (Fondi POR FESR). Dai primi riscontri degli uffici regionali preposti si registrano difficoltà di accesso ai fondi della programmazione. In ragione di ciò è in corso di valutazione una variante progettuale che tenga conto della difficoltà a stanziare l'investimento iniziale, contemplando l'utilizzo di contratti di concessione ai sensi degli artt. 180 e s.s. del Codice degli Appalti. È inoltre in corso un aggiornamento dello studio di fattibilità generale al fine di valutare l'utilità di avviare un progetto pilota in uno dei magazzini visitati e risultati idonei, al fine di stimare sul campo eventuali problematiche operative dalla progettazione al collaudo, minimizzando nel contempo l'investimento iniziale. Una volta validato e standardizzato il format dell'intervento si procederà ad estenderlo su vasta scala. Su entrambe le ipotesi è in corso una valutazione degli uffici regionali competenti. ## 3.5 La gestione delle liste di attesa La Regione Campania, nel corso di questi ultimi anni, ha emanato numerose disposizioni per garantire l'adozione delle classi di priorità previste dal Piano Nazionale e Regionale di governo delle liste di attesa. A rafforzare l'azione di governo dei tempi di attesa, in data 8 agosto 2017 la Regione Campania ha approvato il DCA n. 34 "Interventi per l'efficace governo dei tempi e delle liste d'attesa. Obiettivi per gli anni 2017 e 2018" che ha emanato le Linee di indirizzo regionali affinché le Aziende Sanitarie realizzassero interventi atti a garantire il rispetto dei tempi massimi di attesa per le prestazioni sentinella, nonché a raggiungere il giusto equilibrio tra i tempi di attesa dell'attività istituzionale e dell'attività libero professionale. Il DCA n. 34/2017 ha previsto azioni, obiettivi e tempi di attuazione degli stessi. Con successivo DCA n. 47/2017 è stato istituito, tra gli altri, un nucleo tecnico di supporto alla Struttura Commissariale mediante il quale è costantemente monitorata l'attuazione delle Linee Guida sulle liste di attesa di cui al DCA n. 34/2017 attraverso strumenti di valutazione (griglia di indicatori) nonché incontri continui di briefing con i referenti aziendali delle Liste di attesa e con le Direzioni strategiche aziendali. In relazione agli obiettivi previsti dal DCA n. 34/2017 in tutte le Aziende Sanitarie è stato nominato un referente unico per le liste di attesa e si è proceduto ad informatizzare le agende aziendali, a strutturarle in modo da tenere separati i primi accessi dagli accessi successivi e l'attività istituzionale da quella libera professionale, nonché ad organizzale secondo le classi di priorità. Le Aziende per garantire il rispetto dei tempi d'attesa, hanno proceduto all'implementazione dell'offering ambulatoriale, in base alle classi di priorità, grazie ad una riorganizzazione delle ore di specialistica ambulatoriale, regolamentazione dell'attività in overbooking, apertura supplementare di sedute ambulatoriali nelle branche con maggiore criticità (cardiologia, gastroenterologia ed endoscopia digestiva e radiologia), attività di recall e proceduto alla sospensione temporanea dell'attività libera professionale tesa ad una riduzione del 70% del disallineamento dei tempi di attesa tra attività istituzionale e attività intramoenia. A tal fine con DCA n. 56/2019 è stato modificato, anche alla luce del PNGLA 2019-2021, il DCA n. 95 del 05.11.2018, già a integrazione e modifica del DCA n. 60/2018. Con tale decreto la Regione Campania ha emanato le Linee di indirizzo regionali per l'adozione del Piano Aziendale in materia di Attività Libero Professionale Intramuraria e, con successivo DD n. 24/2019, ha costituito l'Organismo Paritetico ALPI. A supporto delle attività di governo dei tempi d'attesa, la Regione ha implementato l'adozione di una Piattaforma regionale per il monitoraggio delle Liste di Attesa in grado di monitorare in tempo reale e/o in intervalli di tempo codificati, la prima disponibilità e la performance delle prestazioni per ciascuna Azienda. La Piattaforma liste di attesa consente l'estrazione dei dati del monitoraggio ex ante previsto dal Questionario LEA nonché l'analisi delle performance anche in funzione degli obiettivi previsti dal monitoraggio ex post. Oltre il cruscotto "Monitoraggio ex ante", essa comprende i seguenti cruscotti: - Performance prenotati; - Performance erogati; - Performance ricoveri; - Prima disponibilità; - Monitoraggio Volumi Istituzionali/ALPI; ed include una sezione "Trasparenza" che presenta un cruscotto "Liste di attesa performance" da dove si evince la percentuale di garanzia dei tempi di attesa e un cruscotto "Liste di attesa prime disponibilità" che consente al cittadino di accedere in tempo reale alla prima disponibilità per ogni prestazione di ciascuna Azienda Sanitaria. Con DD n. 93/2019, è stata recepita l'Intesa del 21 febbraio 2019 sul PNGLA 2019-2021 e promosso, quale strumento di governo clinico, il modello RAO -Raggruppamenti di Attesa Omogenei -con la finalità di ridurre al minimo la disomogeneità di comportamento da parte di chi gestisce prescrizione, prenotazione ed erogazione della prestazione specialistica, oltre che la raccolta dati. Con DCA n. 52/2019 la Regione ha provveduto all'adozione del PRGLA 2019-2021 in linea con il PNGLA 2019-2021. Il Piano regionale mira, tra l'altro, ad individuare strumenti e modalità di collaborazione tra tutti gli stakeholders per una concreta presa in carico dei pazienti da parte di MMG, PLS e specialisti, prevedendo modelli di gestione integrata dell'assistenza attraverso l'attuazione e la gestione programmata dei PDTA coerentemente con quanto previsto dal Piano di riorganizzazione delle Cure Primarie. Inoltre, il Piano Regionale prevede la revisione degli ambiti territoriali e la realizzazione dei Percorsi di Tutela a Garanzia del cittadino in collaborazione sia con altre strutture Pubbliche che con le strutture accreditate presenti sul territorio. Per raggiungere gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale Liste di Attesa, la Struttura regionale nell'analizzare gli aspetti organizzativi, gestionali e tecnologici dei CUP delle Aziende Sanitarie Campane ha evidenziato la necessità di dotare la Regione Campania di un sistema CUP regionale che sia assolutamente compliant con il modello di riferimento nazionale e che consenta una visione completa e unificata della rete di offerta dei servizi sanitari, così come previsto dalle Linee guida nazionali, predisposte dal Ministero della Salute, in collaborazione con le Regioni e su cui è stata acquisita, il 29 aprile 2010, l'Intesa della Conferenza Stato-Regioni (Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano concernente il documento recante "Sistema CUP -Linee guida nazionali". Rep. Atti n. 52/CSR del 29 aprile 2010). Primo obiettivo è consentire ai cittadini di prenotare le prestazioni sanitarie presso una qualunque struttura sanitaria pubblica appartenente al SSR o alle strutture private accreditate (che entrano a far parte del circuito del CUP), inserite nel contesto territoriale di appartenenza del cittadino. Il primo livello cercherà di contemperare sia la celerità di erogazione della prestazione che il rispetto del vincolo territoriale. Nel caso non siano disponibili strutture sanitarie (sia pubbliche che del privato accreditato), che possano erogare le prestazioni in tempi compatibili con quelli previsti dalla legge, saranno prospettate al cittadino una serie di possibili alternative, che terranno conto sia del contesto territoriale che del rispetto delle liste di attesa, attingendo dall'elenco delle strutture comunque prossime geograficamente rispetto alla residenza del cittadino. A breve verrà attivato il CUP regionale che sostituirà gradualmente entro il 2020 tutti i CUP aziendali. Obiettivi e Indicatori - Costituzione Organismo Paritetico Regionale - Numero di riunioni - Recepimento dell'Intesa sul Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa per il triennio 2019-2021 - Adozione del Decreto Dirigenziale - Adozione del PRGLA 2019-2021 con DCA - Emanazione DCA - Adozione Piattaforma Regionale Liste di Attesa - Numero di utenze attivate
campania
healthcare
planning_acts
Regione Campania
2019-11-21
9d5302d8ba446dae30c5130cc23b6d6a
6
Programma 4: Strumenti per la qualità del SSR
## 4.1 Il setting assistenziale specialistico-ambulatoriale La Regione Campania, al fine garantire ai cittadini un sistema di offerta di prestazioni specialistiche adeguato ai bisogni nonché facilmente e tempestivamente accessibile, intende intraprendere nel triennio 2019-2021 le azioni volte al perseguimento degli obiettivi ritenuti strategici: - Organizzazione più efficiente del sistema di offerta di prestazioni di specialistica ambulatoriale pubblica da attuarsi nell'ambito del più ampio progetto di sviluppo delle cure primarie basato sulla programmazione/attivazione delle AFT e delle UCCP. Infatti nelle UCCP l'assistenza ambulatoriale specialistica è assicurata all'interno di una organizzazione che, per la presenza di diverse figure professionali, garantisce la gestione integrata del paziente e la continuità dell'assistenza in rapporto alle necessità. Una efficiente organizzazione delle UCCP nell'ambito delle cure primarie costituisce inoltre un indispensabile filtro per gli accessi impropri alla rete ospedaliera e la governance nelle riacutizzazioni delle cronicità; - Rimodulazione, laddove necessario, dell'offerta di prestazioni specialistiche in strutture pubbliche e private accreditate e relativa distribuzione delle risorse che tenga conto dell'analisi del fabbisogno regionale. Il documento di programmazione regionale per la rilevazione del fabbisogno, in adozione, ha tenuto conto della mutata situazione demografica ed epidemiologica, dell'introduzione di nuove potenzialità terapeutiche e diagnostiche che richiedono una riconfigurazione globale dell'offerta sanitaria, nonché dei nuovi criteri di appropriatezza diagnostica e terapeutica che richiedono la necessaria rivalutazione della disponibilità e della allocazione delle risorse. Laddove presenti sono stati utilizzati i valori standard di erogazione di prestazioni, derivanti da studi nazionali e ministeriali. La rimodulazione dell'offerta in rapporto al fabbisogno consente di perseguire l'obiettivo del pieno e tempestivo soddisfacimento della domanda espressa dai cittadini. Consente infatti di scongiurare la sospensione della erogazione di prestazioni specialistiche da parte delle strutture private accreditate in caso di superamento del numero massimo di prestazioni programmate in rapporto ai limiti di spesa fissati annualmente; - Rilevazione corretta e completa, attraverso il flusso informativo Tessera Sanitaria delle prestazioni rese negli ambulatori territoriali ed ospedalieri pubblici al fine di consentire un attento monitoraggio del livello quantitativo e qualitativo dell'offerta di assistenza specialistica erogata. La corretta implementazione dei flussi informativi consente di perseguire due obiettivi strategici: valutare l'effettiva presa in carico dei pazienti nell'ambito dei percorsi diagnostico terapeutici e valutare il fabbisogno e l'offerta al fine di procedere ad eventuali interventi di riorganizzazione; - Organizzazione del sistema dei controlli al fine di fornire linee di indirizzo comuni a tutte le Strutture del Servizio Sanitario Regionale per il controllo delle prestazioni sanitarie ambulatoriali erogate dai produttori pubblici e privati, definendo un sistema omogeneo e condiviso a livello regionale a tutela della qualità e dell'efficienza erogativa. Obiettivi e Indicatori - Adozione del documento che definisce la metodologia per la definizione del fabbisogno di specialistica ambulatoriale e che programma l'offerta - Adozione DCA di programmazione - Implementazione delle UCCP - N. UCCP programmate/Numero UCCP attivate - Allineamento, per le strutture private accreditate che erogano prestazioni di assistenza specialistica, tra i volumi di prestazioni erogate e i volumi di prestazioni programmate finalizzato alla riduzione dei casi di mancata erogazione delle prestazioni per sforamento del budget - Adozione del documento di programmazione delle prestazioni - Miglioramento qualitativo dell'alimentazione dei flussi del Sistema Tessera Sanitaria con riduzione dello scostamento tra il valore dei ticket delle prestazioni ambulatoriali riscosso presso le strutture pubbliche trascritti nel modello CE ed il valore dei ticket registrati sul Sistema Tessera Sanitaria - Valore ticket modello CE / valore ticket flusso art. 50 - Incremento 20% rispetto all'anno 2017, del numero delle prestazioni di specialistica ambulatoriale pubblica registrati sul Sistema Tessera Sanitaria - Numero di prestazioni di specialistica ambulatoriale erogate da strutture pubbliche registrate sul Sistema Tessera Sanitaria - Implementazione delle linee operative sulle attività di controllo - Predisposizione e adozione delle linee di indirizzo sul sistema dei controlli - Numero incontri con i referenti aziendali e NOC - Numero dei report sui controlli ## 4.2 La gestione del rischio e della sicurezza del paziente e dell'operatore La Raccomandazione del Consiglio d'Europa del 9 giugno 2009 sulla sicurezza dei pazienti chiarisce che: "La scarsa sicurezza dei pazienti rappresenta un grave problema per la sanità pubblica ed un elevato onere economico per le scarse risorse sanitarie disponibili. Gli eventi sfavorevoli, sia nel settore ospedaliero che in quello delle cure primarie, sono in larga misura prevenibili e la maggior parte di essi sono riconducibili a fattori sistemici". L'erogazione di prestazioni sanitarie in modo sicuro ed efficace richiede interventi multidimensionali ed articolate relazioni che coinvolgono, in primo luogo, i pazienti e i professionisti, ma che si estendono ai diversi livelli del sistema. Tra le diverse questioni di politica sanitaria che devono essere affrontate, quelle f. Implementazione delle linee operative sulle attività di controllo Predisposizione e adozione delle linee di indirizzo sul sistema dei controlli Numero incontri con i referenti aziendali e NOC riguardanti la qualità e la sicurezza delle cure con le correlate strategie di integrazione e collaborazione, occupano una posizione prioritaria nei sistemi sanitari dei vari Paesi. Lo sviluppo di interventi efficaci è strettamente correlato alla comprensione delle criticità dell'organizzazione e dei limiti individuali, richiedendo una cultura diffusa che consenta di superare le barriere per l'attuazione di misure organizzative e di comportamenti volti a promuovere l'analisi degli eventi avversi ed a raccogliere gli insegnamenti che da questi possono derivare. La sicurezza dei pazienti quindi si colloca nella prospettiva di un complessivo miglioramento della qualità e dell'efficienza dell'intera struttura sanitaria e, poiché dipende dalle interazioni delle molteplici componenti che agiscono nel sistema, deve essere affrontata attraverso l'adozione di pratiche di governo clinico che consentano di porre al centro della programmazione e della gestione dei servizi sanitari i bisogni dei cittadini, valorizzando nel contempo il ruolo e la responsabilità di tutte le figure professionali che operano in sanità. La "gestione del rischio clinico" rientra tra gli interventi del "governo clinico" per il miglioramento della qualità delle prestazioni attraverso un processo sistematico, comprendente sia la dimensione clinico-assistenziale che quella gestionale. Sicurezza dei pazienti e "Clinical Governance" sono strettamente connessi; una solida "Clinical Governance" costituisce una valida garanzia di sicurezza delle cure e, conseguentemente, è in grado di contenere, riducendoli ad un livello fisiologico, gli eventi avversi. La sicurezza delle cure è parte costitutiva del diritto alla salute ed è perseguita nell'interesse dell'individuo e della collettività e rappresenta l'insieme di varie azioni messe in atto per migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie e garantire la sicurezza dei pazienti, sicurezza, tra l'altro, basata sull'apprendere dall'errore. Nell'ambito delle azioni da mettere in atto per garantire la sicurezza dei pazienti rientra anche la prevenzione e il controllo delle infezioni associate all'assistenza sanitaria. La necessità di promuovere nel Sistema Sanitario Regionale l'adozione di strumenti di gestione del rischio clinico di carattere sistemico a garanzia della sicurezza dei pazienti è contemplata in numerosi atti nazionali intervenuti a disciplinare la specifica materia. La Regione Campania in ottemperanza alle direttive nazionali ha avviato nelle proprie strutture sanitarie un percorso di implementazione delle attività di risk management, finalizzate al miglioramento della qualità delle prestazioni e della sicurezza dei pazienti e degli operatori attuando il programma Regionale di Gestione del Rischio declinato nei Programmi Operativi precedenti. Sono stati raggiunti i seguenti risultati: - Le Aziende sanitarie ed ospedaliere campane si sono dotate di una struttura interna per la gestione del Rischio clinico con individuazione di referenti e/o Coordinatori aziendali per la Gestione del Rischio Clinico (GRC), che costituiscono una rete regionale; - Tra gli obiettivi fissati per la valutazione dei Direttori Generali sono stati previsti, nelle rispettive delibere di nomina, specifici obiettivi per il rischio clinico; - Sono stati resi operativi strumenti e metodologie manageriali per una strategia di governo del rischio clinico. In particolare, sono state avviate diverse iniziative per promuovere la conoscenza e l'applicazione di alcune procedure e metodologie utili per la gestione del rischio nel campo della prevenzione, identificazione e analisi degli eventi avversi, anche tramite il Progetto di gemellaggio con l'ASR Emilia Romagna "Trasferimento di buone pratiche per il potenziamento degli strumenti applicabili alla gestione del rischio nelle organizzazioni sanitarie"; - È stato attivato il flusso informativo SIMES (sistema informativo per il monitoraggio degli errori in sanità -Eventi Sentinella), in attuazione degli adempimenti previsti dal Decreto Ministeriale 11.12.2009 (G.U. n. 8 del 12.1.2010); - Sono stati realizzati diversi percorsi regionali ed aziendali di formazione, qualificazione, accompagnamento e tutoraggio, rivolti agli operatori sanitari, opportunamente differenziati in base a specifiche esigenze, profili professionali e posizioni organizzative; - È stato definito un programma informativo/formativo regionale rivolto alle Aziende sanitarie ed ospedaliere campane con l'obiettivo di implementare localmente le raccomandazioni ministeriali, in particolare, quelle relative alla prevenzione dei rischi in chirurgia; - Nell'ambito della prevenzione e controllo delle infezioni legate all'assistenza sanitaria è stato pubblicato un piano regionale che ha visto la realizzazione della sorveglianza delle infezioni del sito chirurgico, l'adesione ad uno studio di prevalenza europeo, la istituzione di un Sistema Regionale di sorveglianza delle Antibiotico Resistenze; - Realizzazione report di monitoraggio della diffusione del "Manuale per la sicurezza in sala operatoria: Raccomandazioni e Checklist"; - Monitoraggio delle azioni aziendali a seguito dell'occorrenza di eventi sentinella attraverso la produzione periodica di report regionali; - Approvazione di un Decreto Commissariale relativo alla centralizzazione dei farmaci antiblastici ed alla adozione della Scheda unica o Foglio unico di terapia; - Pubblicazione di un report periodico relativo alla sorveglianza delle antibiotico-resistenze; - Istituzione, con Decreto Commissariale di un gruppo di esperti per l'analisi degli eventi sentinella; - Piano Regionale per la prevenzione delle cadute di pazienti ospedalizzati; - Sono state avviate diverse iniziative per promuovere la conoscenza e l'applicazione di alcune procedure e metodologie utili per la gestione del rischio nel campo della prevenzione, identificazione e analisi degli eventi avversi, anche tramite il Progetto di gemellaggio con l'ASR Emilia Romagna "Trasferimento di buone pratiche per il potenziamento degli strumenti applicabili alla gestione del rischio nelle organizzazioni sanitarie"; - Delibera di Giunta n. 767 del 28.12.2016 "Linee di Indirizzo e Coordinamento per le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Campania sull'uso appropriato degli Antibiotici e sul controllo delle infezioni da organismi multi-resistenti, per l'attuazione del Piano Regionale della Prevenzione 2014-2018"; essa ha inoltre predisposto l'integrazione, ai sensi della DGRC n. 767/2016, della "Commissione tecnica di sorveglianza sul rischio infettivo correlato all'assistenza sanitaria e sull'antibiotico resistenza", istituita con DD n. 49 del 30.08.2012. Il Programma regionale per la gestione del rischio clinico, che viene definito per le annualità 2019-2021 si pone l'obiettivo di consolidare il modello regionale di gestione del rischio e di implementare azioni per la sicurezza dei pazienti e buone pratiche, in applicazione delle Raccomandazioni elaborate dal Ministero della Salute e delle linee di indirizzo regionale. Inoltre, tenuto conto delle novità normative introdotte in materia dalla citata Legge n. 24/2017 si pone l'obiettivo di istituire il "Centro per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente". Obiettivi e Indicatori - Istituire il Centro Regionale per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente - Decreto Commissariale di istituzione del Centro Regionale per la gestione del rischio sanitario e sicurezza del paziente - Fornire alle aziende indicazioni univoche per la stesura del piano annuale risk management (parm) e per gli adempimenti previsti dalla Legge n. 24/2017 relativamente alla relazione consuntiva sugli eventi avversi e sui risarcimenti erogati - Numero documenti di indirizzo emessi per le Aziende sanitarie - Monitorare l'Implementazione delle Raccomandazioni ministeriali nelle aziende - Numero di raccomandazioni del Ministero della Salute implementate/totale raccomandazioni in ogni azienda - Integrare il piano regionale cadute con la definizione ed emissione di linee di indirizzo per la prevenzione delle cadute in ambito pediatrico - Decreto Regionale emissione linee di indirizzo - Monitorare il piano regionale cadute attraverso gli indicatori forniti nel documento di indirizzo alle aziende - Report annuale di attività - Monitorare la reale attuazione dei Piani di miglioramento comunicati dalle aziende a seguito dell'occorrenza di eventi sentinella - Report annuale di attività - Monitoraggio dell'implementazione delle raccomandazioni ministeriali: Completa implementazione del numero di raccomandazioni ministeriali presso ogni Azienda Sanitaria - Implementazione da parte delle Aziende Sanitarie delle 17 Raccomandazioni emanate dal Ministero della Salute, da parte del 100% del totale delle Aziende Sanitarie della Regione - Centralizzazione della preparazione dei Farmaci antineoplastici: Implementazione, nelle Aziende Sanitarie che erogano prestazioni oncologiche, delle Unità Farmaci Antitumorali (UFA) interne al Presidio o esterne, in service aziendale o interaziendale - Rapporto tra le strutture che utilizzano UFA interne o esterne al presidio, per l'allestimento delle preparazioni antiblastiche, rispetto al totale delle strutture che erogano prestazioni oncologiche - Gestione del paziente in corso di terapia con farmaci antiblastici: Recepimento e attuazione, da parte delle Aziende Sanitarie, del documento relativo alla Rete Oncologica Campana - Numero di Aziende Sanitarie che hanno recepito e attuato le linee di indirizzo per la gestione del paziente in corso di terapia con farmaci antiblastici ## 4.3 La comunicazione sanitaria La Regione Campania ritiene fondamentale per l'area sanitaria strutturare processi di comunicazione specifici. La Comunicazione Sanitaria rivolta al cittadino permette di informare, accrescere le competenze, divulgare informazioni sanitarie appropriate ai fini di attivare processi di empowerment dello stesso conoscenza e prevenzione, promozione della salute e conoscenza della diversificazione dell'offerta sanitaria, modalità di accesso e facilitazioni di percorso sono gli obiettivi di una buona comunicazione sanitaria. L'obiettivo reale è quello di determinare, attraverso un buon livello di empowerment, la riduzione di patologie e la fidelizzazione al sistema sanitario Pubblico con conseguente soddisfazione dell'utente e anche appropriata allocazione della spesa sanitaria. La Regione Campania programma di commissionare e produrre campagne di comunicazione specifiche su temi di grande impatto sociosanitario tali da poter indurre cambiamenti positivi nell'approccio degli individui alla salute o prevenire cambiamenti negativi rispetto al peggioramento dello stato di salute della popolazione residente nella Regione. La sanità campana riconosce la necessità di dover essere sempre più presente sul territorio, essere riconosciuta come Istituzione vicina al cittadino ed attenta ai suoi bisogni di salute: pertanto la comunicazione includerà le Associazioni dei pazienti, i Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta, gli Specialisti Ambulatoriali, gli Ordini professionali (Medici, Veterinari, Farmacisti, Biologi, Professioni Sanitarie) e tutti gli attori che a contatto con la gente ne accolgono le richieste e le problematiche inerenti la salute. Ogni iniziativa che riguardi la Comunicazione sarà condivisa con le Aziende Sanitarie nel rispetto e nella considerazione della diversità territoriale. Lo scopo è dare la stessa opportunità a tutti coloro che vivono nella Regione Campania. Obiettivi e Indicatori - Fornire informazioni specifiche e dettagliate rispetto alle cure, messaggi chiari, semplici ma professionalmente corretti, tali da combattere le false credenze e le fake news che troppo spesso provengono dai media e dalla rete. L'uso di immagini e slogan facilmente identificabili faciliteranno la creazione di community e imprimendosi nell'immaginario collettivo aiuteranno il sistema sanitario regionale alla fidelizzazione del cittadino/paziente: egli stesso naturalmente, per contro, riceverà la possibilità reale di riscoprire una sanità che programma, agisce, funziona, nell'interesse di quanti vi si rivolgono - Redazione annuale di un Piano della Comunicazione Sanitaria Regionale con indicatori di volta in volta individuati in relazione agli scopi e finalità delle singole Campagne di Comunicazione - Formare e coinvolgere i cittadini più giovani. La prevenzione e l'orientamento a stili di vita corretti devono necessariamente iniziare in giovane età, per questo il processo di empowerment deve iniziare con la scolarizzazione, fino a far divenire i giovani maestri e motore di cambiamento del mondo adulto - Redazione annuale di un Piano della Comunicazione Sanitaria Regionale con indicatori di volta in volta individuati in relazione agli scopi e finalità delle singole Campagne di Comunicazione. Per la realizzazione di quanto programmato, si ritiene indispensabile l'acquisizione di nuovi linguaggi e di nuove modalità di comunicazione che utilizzino i canali più vicini al mondo dei giovani, ad esempio l'utilizzo di testimonial che possano essere influenzer o blogger capaci di raggiungere con messaggi positivi un più vasto pubblico giovane. Saranno utilizzati i diversi canali della comunicazione, prodotti editoriali, cartellonistica, campagne media mediante i giornali, la radio, la televisione; differenziando di volta in volta il messaggio in base all'argomento, alla finalità ed al target. L'uso dei social network ha apportato un profondo cambiamento nella prospettiva dell'organizzazione, passando da una comunicazione top-down a una comunicazione orizzontale, dando la possibilità ai cittadini di parlare sui profili social delle AASSLL. Il web sociale sta perciò emergendo sempre più come grande repository di informazioni sulla salute e come spazio di dialogo, condivisione e partecipazione dei cittadini/pazienti: in virtù di ciò è necessario che la comunicazione istituzionale si aggiorni, si adegui e si "impossessi" di questi nuovi canali per utilizzarli al meglio per veicolare informazioni e messaggi corretti - Rivolgere maggior attenzione alla comunicazione tra medici, operatori e pazienti. Percorsi di Audit negli ospedali e nei Servizi territoriali, formazione agli operatori ed ai medici sono da programmare con previsione periodica affinché vi sia una maggior attenzione all'accoglienza dell'ammalato e una disponibilità professionale ai bisogni "umani" - Numero interventi informativi e formativi prodotti dalle Aziende Sanitarie nel corso dell'anno, numero di pubblicazioni di buone pratiche e testi di divulgazione prodotti dalle Aziende Sanitarie - La Relazione Medico/paziente va sostenuta e alimentata: scontato sembra l'approccio al paziente ed ai familiari che lo seguono, in realtà le regole della Comunicazione ci insegnano che particolare è e deve essere la relazione tra chi vive nella malattia un momento di particolare fragilità e chi questa fragilità accoglie; un linguaggio ed una modalità comunicativa altrettanto professionalmente attenta e precisa vanno rivolti ai familiari che accompagnano l'ammalato nel percorso di cura. Particolare considerazione all'acquisizione del consenso informato va curata con percorsi di formazione agli operatori sanitari. Il rispetto della privacy va perseguito con altrettanta attenzione e cura - Numero interventi informativi e formativi prodotti dalle Aziende Sanitarie nel corso dell'anno, numero di pubblicazioni di buone pratiche e testi di divulgazione prodotti dalle Aziende Sanitarie - "Umanizzazione delle cure" è una definizione spesso non totalmente accolta nella pratica, la Sanità campana desidera recuperare realmente l'aspetto "umano" della cura, accostandosi, oltre che con le competenze mediche e l'aggiornamento delle proprie strutture sanitarie, anche con una rinnovata capacità di accoglienza - Numero interventi informativi e formativi prodotti dalle Aziende Sanitarie nel corso dell'anno, numero di pubblicazioni di buone pratiche e testi di divulgazione prodotti dalle Aziende Sanitarie. La Regione Predispone a inizio anno un Piano della Comunicazione Sanitaria a valenza Regionale su tematiche prescelte che saranno riprese dalle singole Aziende Sanitarie a seconda della specificità della mission aziendale e della popolazione di riferimento. ## 4.4 La rete dei Laboratori di "Microbiologia e Virologia" In Campo nazionale la materia del riordino delle strutture eroganti prestazioni di laboratorio è stata affrontata dalle "Linee di Indirizzo per la Riorganizzazione dei Servizi di Medicina di Laboratorio nel Servizio Sanitario Nazionale", emanate dall'AGENAS nel marzo 2009, e dai "Criteri per la riorganizzazione delle reti di offerta di diagnostica di laboratorio", recepiti in sede di Conferenza Stato-Regioni il 23.03.2011. Anche il Decreto Ministeriale n. 70 del 2 aprile 2015 interviene sulla programmazione della rete dei Laboratori di analisi applicando Standard minimi e massimi del numero di strutture per singola disciplina, ma definendo criteri a sé stanti per i Laboratori di Microbiologia e Virologia: il provvedimento nazionale, infatti, mentre per i Laboratori di analisi non specialistici prevede un parametro di 1 struttura ogni 0,15 -0,3 milioni di abitanti, per i Laboratori di Microbiologia e Virologia prevede invece 1 struttura ogni 0,6 -1,2 milioni di abitanti. Sulla base di tali standard, il DCA n. 103/2018 ha identificato di fatto 39 strutture pubbliche (37 Laboratori di analisi + 2 Patologie Cliniche) rispettando sostanzialmente il parametro nazionale di una struttura/0,15 ml abitanti, mentre ha identificato per ora solo 4 Strutture Complesse di Microbiologia e Virologia, applicando un parametro di una struttura ogni 1,5 ml abitanti, di fatto più restrittivo rispetto agli indirizzi dello stesso D.M. n. 70/2015. Infatti quest'ultimo provvedimento, tenendo conto anche della necessità di trovare compatibilità con l'obiettivo generale di contenimento del numero complessivo di U.O.C. regionali, ha già identificato 4 Strutture Complesse di Microbiologia e Virologia, le quali tuttavia non sono le sole strutture chiamate oggi a soddisfare la domanda di prestazioni specialistiche in Campania. Di fatto, anche la maggior parte delle altre Strutture pubbliche non specialistiche di laboratorio, sia ospedaliere che territoriali, devono erogare anche prestazioni della Branca di Microbiologia e Virologia, per effetto della domanda sempre più ampia ed articolata. In effetti, occorre considerare che l'attività diagnostica di Microbiologia e Virologia si colloca oggi in un contesto clinico-assistenziale di crescente complessità, contribuendo in generale al raggiungimento di diversi LEA. Basti citare, solo a titolo esemplificativo: - La progressiva diffusione del fenomeno dell'antibiotico-resistenza, alla quale fa seguito l'accresciuta severità clinica dei processi infettivi in ambito ospedaliero; - La necessità di rendere attuabili le Linee di indirizzo su alcuni screening, come quello sul cervicocarcinoma con HPV DNA; - La necessità di migliorare le attività di prevenzione verso tutte le malattie infettive, ed in particolare di quelle che richiedono particolari misure preventive nella collettività, quali la tubercolosi o l'AIDS; - L'emergente necessità di garantire il follow up delle nuove terapie anti HCV, ed in generale di assicurare la diagnostica virologica a supporto delle reti epatologiche; - Le esigenze diagnostiche legate allo screening microbiologico e virologico per l'accesso dei pazienti alla Rete Trapianti; - Alcuni aspetti delicati e complessi della diagnosi prenatale (es. approfondimenti del complesso TORCH), anche in funzione degli accertamenti collegati alla IVG; - La necessità di assicurare adeguate attività diagnostiche nel caso di focolai epidemici, come ad esempio nei i casi di meningite, nonché nelle pandemie influenzali. Una domanda così diffusa e complessa è oggi ripartita tra l'ambito ospedaliero e quello territoriale, tenendo presente che i due ambiti possono sovrapporsi nella fase della continuità delle cure. A tale riguardo, nel dare corso ad un intervento di riordino della rete diagnostica di "Microbiologia e Virologia", occorre affrontare diverse criticità, alcune peculiari dell'ambito Ospedaliero, altre della Medicina territoriale. In ambito ospedaliero: - Va considerato che, a fronte delle accresciute necessità clinico-diagnostiche interne alla rete ospedaliera, non è ragionevole che su 9 grandi Aziende Ospedaliere ed Universitarie soltanto 4 debbano assicurare ai propri pazienti indagini di Microbiologia di profilo tecnico scientifico adeguato alle complesse esigenze clinico-assistenziali; - Allo stesso modo, appare irrealistico che nessuno dei Presidi Ospedalieri sia in grado di garantire una sia pur minima diagnostica microbiologica autonoma, ormai indispensabile nel campo della gestione delle sepsi e nella gestione delle infezioni/colonizzazioni da batteri multi resistenti. In ambito territoriale: - Occorre considerare le attuali difficoltà nel dare adeguate risposte all'accresciuta domanda territoriale, anche per il relativo disinteresse da parte della rete privata verso molte di queste attività diagnostiche le quali, potendo risultare poco lucrative, restano spesso di esclusivo appannaggio pubblico; - Queste ultime difficoltà sono accresciute dal fatto che la domanda proviene da un Territorio regionale molto vasto e complesso: basta citare, ad esempio, la grande dispersione territoriale che caratterizza la provincia di Salerno, con distanze tra le strutture che in certi casi superano i 100 km, oppure le grandi criticità urbanistiche e demografiche della Città Metropolitana di Napoli, con oltre 3 milioni di abitanti e la più alta densità di popolazione d'Europa. Inoltre, il DCA n. 103/2018, se non adeguatamente integrato e dettagliato, rischia di restare scollegato da precedenti provvedimenti regionali istitutivi di alcune Reti regionali diagnostiche, già faticosamente strutturate, quali ad esempio: - La Rete per la diagnosi delle infezioni da Micobatteri (TBC), di cui alla DGRC n. 1577/2010, che ha attribuito competenze e funzioni diagnostiche di II livello ad alcuni laboratori distribuiti su tutto il territorio regionale: tale rete già fatica a sopravvivere, per difficoltà sorte soprattutto nelle aree regionali periferiche, e rischia di essere ulteriormente compromessa da una disattenta interpretazione del DCA n.103/2018; - La Rete Regionale di Sorveglianza sull'antibiotico resistenza SIREAR, di cui alla DGRC n. 767/2016, per certi versi tra le più efficienti d'Italia, ma allo stesso tempo anche tra le più frammentate e dispersive. Nell'arco dei 10 anni impiegati a costruirla si è tentato di utilizzarla come possibile volano di deframmentazione e riorganizzazione della Rete Microbiologica campana, ma senza poter incidere più di tanto, in attesa di un provvedimento della forza istituzionale pari a quella del DCA n. 103/2018; - La rete per lo screening del cervico-carcinoma con la determinazione del HPV DNA, di cui al il DCA n. 39 del 03.05.2019; - La rete per l'offerta gratuita dei test per le infezioni da HIV, di cui alla DGRC n. 147/2016. Pertanto, in Campania il panorama delle Strutture pubbliche regionali attualmente eroganti prestazioni diagnostiche nella Branca di Microbiologia e Virologia rende necessari ulteriori interventi di riordino, oltre quelli già avviati ai sensi del Decreto Ministeriale n. 70 del 2 aprile 2015, con il DCA n. 103 del 28.12.2018 recante il Piano regionale di Programmazione della rete ospedaliera, in quanto la sottorete delle Strutture non specialistiche realmente operante risente oggi di una eccessiva frammentazione, di una forte disomogeneità organizzativa, talvolta di un background scientifico inadeguato, risultando spesso anche poco efficiente dal punto di vista gestionale. Occorre pertanto integrare l'intervento organizzativo avviato con il DCA n. 103/2018, con un ulteriore provvedimento ad hoc, con il quale si realizzi un complessivo riordino delle attività diagnostica di "Microbiologia e Virologia", ridefinendo in termini di efficientamento ed integrazione l'assetto organizzativo della rete. Possibile pensare, ad esempio, ad una riorganizzazione dipartimentale, che si avvalga i un Hub regionale con funzioni di centrale informativa e di centrale acquisti, oltre che di coordinamento e programmazione delle attività in funzione della domanda. Pertanto, con Decreto della Direzione Generale per la Tutela della Salute ed il Coordinamento del SSR n. 136 del 29.05.2019, è stata costituita "Commissione Tecnica regionale per la riorganizzazione della Rete regionale dei Laboratori di Microbiologia e Virologia", che per ciascun ambito di intervento avrà il compito di proporre alla Direzione Generale per la Tutela della salute e il Coordinamento del SSR le analisi ed i Documenti tecnici necessari ad attuare i provvedimenti di riorganizzazione della rete. Obiettivi e Indicatori - Assicurare la funzionalità delle Reti regionali diagnostiche già costituite o previste: la rete per la diagnosi di tubercolosi (DGRC n. 1577/2009), la rete di Sorveglianza sull'antibiotico resistenza SIREAR (DGRC n. 767/2016), la rete per l'offerta dei test per le infezioni da HIV (DGRC n. 147/2016), la rete per lo screening del cervicocarcinoma con HPV DNA, (DCA n. 39 del 03.05.2019), ecc. - Emanazione di un provvedimento che individua la rete integrata ospedaliera e territoriale - Supportare altre reti assistenziali operative sia in ambito ospedaliero che territoriale (es. Rete regionale dei trapianti, Reti epatologiche, ecc.) - Emanazione di un provvedimento che individua la rete integrata ospedaliera e territoriale - Garantire adeguate risposte all'accresciuta domanda territoriale, soprattutto a supporto di: attività consultoriali, screening, campagne vaccinali, prevenzione collettiva - Emanazione di un provvedimento che individua la rete integrata ospedaliera e territoriale - Dare copertura ad un Territorio regionale che in alcune Aree Metropolitane è caratterizzato da alte densità abitative e forti criticità urbanistiche, in altre aree presenta forti dispersioni demografiche - Emanazione di un provvedimento che individua la rete integrata ospedaliera e territoriale - Garantire nel campo dell'infection control e della gestione delle sepsi una diagnostica microbiologica di base in tutti i Presidi Ospedalieri, e una diagnostica specialistica in alcuni Laboratori di Riferimento ospedalieri - Emanazione di un provvedimento che individua la rete integrata ospedaliera e territoriale - Migliorare il livello complessivo di efficienza economico gestionale e di appropriatezza diagnostica della rete attualmente operativa - Approvazione del Bando e del Regolamento per la gara regionale ## 4.5 La rete della genetica medica Con l'Accordo sancito in Conferenza Stato - Regioni (CSR) il 26 novembre 2009 riguardante "Attuazione delle linee guida per le attività di genetica medica" si stabilisce di promuovere ed adottare percorsi diagnostico-assistenziali aderenti a linee guida scientificamente validate che prevedano un'adeguata consulenza genetica pre e post test ed una comprensiva ed esaustiva informazione ai pazienti e ai familiari e di avviare una programmazione delle attività di genetica che definisca la distribuzione territoriale ottimale, le caratteristiche delle strutture accreditate ed il loro adeguato assetto organizzativo, al fine di concentrare la casistica presso strutture e operatori che garantiscano un adeguato volume di attività associato ad un costante aggiornamento delle conoscenze e delle tecnologie. Con la delibera n. 556 del 22 luglio 2010, la Regione Campania ha recepito gli accordi sanciti in sede di Conferenza Stato - Regioni per l'attuazione delle linee guida per le attività di Genetica medica. La Genetica Medica è una branca della Medicina ad alta specializzazione con aspetti peculiari ed esclusivi e nessuna delle sue attività specifiche può essere effettuata da strutture di altra specializzazione. È una disciplina trasversale a tutte le altre branche mediche, in quanto le malattie ad etiologia genetica coinvolgono tutti gli organi ed apparati. Come tutte le branche mediche, si avvale di laboratori altamente specializzati, oggi ancora più complessi sia dal punto di vista tecnologico che interpretativo ed è altamente complessa in quanto si occupa non solo della diagnosi e della terapia (quando possibile) di un singolo paziente ma estende le sue competenze ai suoi familiari. In accordo con quanto stabilito dalle Linee Guida nazionali per le attività di Genetica Medica, le strutture di Genetica Medica offrono alle persone e alle loro famiglie la consulenza genetica ed i test genetici finalizzati ad individuare o escludere alterazioni associate a patologie genetiche. Questi elementi rendono ragione della necessità di organizzare le attività di genetica in maniera strutturata e definire ruoli e responsabilità in percorsi multidisciplinari condivisi. Pertanto la Regione Campania, con DCA n. 58 del 05.07.2018, ha istituito la Rete di Genetica Medica Clinica e di Laboratorio. Tale Rete Regionale è costituita dalle U.O. di Genetica Medica e dalle U.O. Laboratori di Genetica Medica, in relazione tra loro secondo il modello organizzativo di Coordinamento non gerarchico con struttura capofila. Un Tavolo Tecnico Regionale permanente di Governance ha il compito di coordinare le attività di audit clinico delle strutture e monitorare i servizi erogati con l'obiettivo di rendere ottimali ed uniformi, all'interno del territorio regionale, i percorsi assistenziali per le persone con malattie genetiche, di garantire sostegno alle loro famiglie, di favorire lo sviluppo della ricerca e della diffusione delle conoscenze e di predisporre una carta regionale dei servizi disponibili. Le linee di programma sono: - Definizione delle reti funzionali con i relativi percorsi e dell'offering dei test genetici in relazione alle competenze e del expertise delle varie strutture regionali; - Monitoraggio dei servizi erogati per la valutazione della qualità dei percorsi e dell'impatto sulla riduzione delle liste di attesa; - Elaborazione di una carta regionale delle strutture, delle reti funzionale e prestazioni disponibili su carta e su web, dandone massima diffusione alle strutture del Servizio Sanitario Regionale, alle rappresentanze degli operatori sanitari e soprattutto alle Associazioni di pazienti; - Definizione delle strategie migliori per la prevenzione dei rischi genetici nella popolazione; - Attività volte a garantire l'uniformità dei processi e dei percorsi. Obiettivi e Indicatori - Potenziamento con risorse umane delle strutture cliniche e di laboratorio pubbliche presenti in Regione - Numero di avvisi di concorso pubblicati dalle aziende - Controllo dell'appropriatezza prescrittiva ed erogativa attraverso i flussi regionali - Inserimento dei pacchetti di prestazione realizzati per i vari test genetici sulla piattaforma Sinfonia - % di richieste appropriate - Omogenizzazione dell'attività prescrittiva di test genetici con definizione di pacchetti di prestazioni - Numero di pacchetti di prestazioni sviluppati - Costituzione gruppi di lavoro per la realizzazione delle reti funzionali (prenatale, oncologia, ematoncologia) - N. di riunioni effettuate dai 3 gruppi di lavoro per la realizzazione delle reti funzionali - Elaborazione di PDTA per ciascuna delle attività specialistiche (prenatale, oncologia, ematoncologia) - Numero di PDTA specialistici adottati
campania
healthcare
planning_acts
Regione Campania
2019-11-21
9d5302d8ba446dae30c5130cc23b6d6a
7
Programma 5: I rapporti con i fornitori del SSR
## 5.1 Gli erogatori privati di prestazioni sanitarie1 Il Servizio Sanitario Nazionale, sin dalla propria istituzione, è organizzato in modo da favorire l'integrazione tra soggetti erogatori pubblici, privati e privati senza scopo di lucro. La normativa prevede una articolata relazione tra soggetti erogatori privati e SSN che individua i propri elementi costitutivi nelle autorizzazioni, nell'accreditamento istituzionale e negli accordi contrattuali. Le autorizzazioni costituiscono il requisito di base per l'apertura e l'esercizio delle attività sanitarie o sociosanitarie e sottendono la presenza di standard minimi di sicurezza e qualità delle prestazioni. L'accreditamento istituzionale costituisce il presupposto per l'esercizio di attività sanitarie per conto del Servizio Sanitario Nazionale ed è rilasciato dalla Regione alle strutture autorizzate, pubbliche ed equiparate, alle strutture private lucrative e non lucrative e ai professionisti che ne facciano richiesta, in presenza di requisiti di qualificazione, della funzionalità rispetto agli indirizzi di programmazione regionale e della verifica positiva dell'attività svolta e dei risultati raggiunti. Gli accordi contrattuali consentono alle strutture, preventivamente autorizzate ed oggetto di accreditamento istituzionale, l'esercizio di attività sanitarie a carico del Servizio Sanitario Nazionale. La stipula di tali accordi attribuisce ai soggetti potenziali erogatori per conto del Servizio Sanitario Nazionale la qualifica di concessionari del pubblico servizio sanitario. ### 5.1.1 I Fabbisogni delle prestazioni sanitarie Il sistema di accreditamento regionale campano è di tipo istituzionale e fortemente agganciato alla programmazione del fabbisogno sanitario e alle risorse pubbliche rese disponibili in sede di programmazione; uno dei requisiti di accoglimento della domanda di accreditamento è infatti la funzionalità alla programmazione svolta. Tale collegamento è altresì confermato dal fatto che gli accordi che conseguono all'accreditamento sono stipulati dalle AASSLL per integrare i livelli di assistenza che esse garantiscono e devono osservare criteri relativi al grado di fabbisogno da soddisfare, alla qualità delle prestazioni da fornire e ai vincoli di carattere economico. Infine, gli accordi sono stabiliti in osservanza delle tariffe definite in sede regionale, che condizionano anche le quantità di prestazioni da rendere a carico del Servizio Sanitario. Si profila così un sistema di accreditamento dell'offerta privata che è integrativa e strumentale a quella pubblica. Tratto caratterizzante del sistema regionale Campano, quindi, è il rapporto tra regolazione e programmazione dell'offerta, che, in questo contesto, si traduce nella correlazione tra programmazione e individuazione del fabbisogno sociale e sociosanitario e rilascio dell'accreditamento. Ne deriva che l'accreditamento, in quanto strumento selettore e regolatore dell'offerta, è riferito pienamente e prevalentemente ad un modello organizzativo ed è connesso al fabbisogno nonché alla disponibilità di bilancio. In Regione Campania si sta concludendo la stagione della ridefinizione del Piano Ospedaliero, del Piano Territoriale e delle Reti Assistenziali Tempo Dipendente. In conseguenza di tale complessa riforma normativa e al fine di garantire, in ossequio alle disposizioni normative nazionali, una corretta governance del sistema di accreditamento istituzionale, strettamente connesso alle diverse fasi di programmazione della rete di assistenza, si considera opportuno individuare un unico percorso che consenta di rideterminare e rivalutare l'effettivo fabbisogno assistenziale regionale di prestazioni sanitarie e sociosanitarie, in relazione alla programmazione territoriale e regionale, alla luce del nuovo assetto territoriale determinato dai citati Piani assistenziali. Obiettivi e indicatori - Aggiornare, a seguito della conclusione della nuova programmazione sanitaria e in relazione ai bacini territoriali delle Aziende Sanitarie, l'attuale fabbisogno autorizzatorio e di accreditamento delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie relativamente alle attività ospedaliere ed extra-ospedaliere - Predisposizione documento tecnico di analisi e definizione del fabbisogno sanitario autorizzativo e di accreditamento funzionale alle procedure connesse al sistema di accreditamento istituzionale - Emanare i provvedimenti periodici di programmazione delle attività connesse alla assegnazione dei budget alle strutture private per i diversi setting assistenziali e relativa attività di sottoscrizione dei contratti da parte delle AASSLL - Completamento dei provvedimenti aventi ad oggetto tutti i setting assistenziali ### 5.1.2 Autorizzazioni ed accreditamenti Il sistema delle autorizzazioni e degli accreditamenti delle strutture sanitarie e socio sanitarie ha lo scopo di garantire ai cittadini prestazioni sicure e di qualità. Esso rappresenta oltre che un qualificato strumento di selezione dei soggetti erogatori di prestazioni per conto del SSN anche uno strumento di miglioramento continuo della qualità. Il processo è stato avviato in Campania con l'approvazione dei Regolamenti regionali n. 3/2006 e n. 1/2007 con i quali sono stati definiti i requisiti ulteriori generali e specifici e le procedure per il rilascio del provvedimento di accreditamento. In seguito la normativa nazionale in materia ha subito notevoli modifiche, principalmente finalizzate ad uniformare il sistema su tutto il territorio nazionale, attraverso l'adozione di modalità operative e requisiti di qualità omogenei. Sono intervenute, quindi, l'Intesa Stato Regioni del 2012 e l'Intesa Stato Regioni del 2015 che hanno introdotto nuovi requisiti generali di accreditamento ed hanno definito le modalità di funzionamento degli "Organismi Tecnicamente Accreditanti" I nuovi requisiti rispondono alla necessità di verificare, in particolare, la presenza - nelle strutture sanitarie - di processi di controllo sulla qualità e sicurezza dell'organizzazione e dei servizi erogati, adottando un sistema in grado di fornire un livello di prestazioni qualitativamente più elevato e orientato al soddisfacimento dei bisogni dei cittadini. Pertanto il nuovo sistema di accreditamento si focalizza in particolare sui seguenti elementi: centralità del cittadino/ paziente, leadership, responsabilità e commitment, cultura del miglioramento, evidenza dei risultati delle prestazioni, utilizzo degli outcome per valutare quantità e qualità delle cure, propensione alle buone pratiche, trasparenza del sistema. L'Organismo Tecnicamente Accreditante, in quanto organismo "terzo", garantisce il rispetto del principio di imparzialità e trasparenza e assicura che le procedure di verifica predeterminate siano omogenee e superino la variabilità organizzativa delle Regioni. La Regione Campania, al fine di adeguare il proprio assetto normativo a quanto sancito dalle Intese Stato Regioni del 20 dicembre 2012 e del 19 febbraio 2015, ha istituito l'Organismo Tecnicamente Accreditante e, con Decreto del Commissario ad Acta n. 22 del 5 febbraio 2019, ne ha regolamentato le modalità di funzionamento definendo in particolare: - La missione e la funzione; - L'organizzazione interna; - Le modalità di valutazione delle proprie attività anche al fine del loro miglioramento; - Le modalità di scelta formazione addestramento aggiornamento e gestione dei valutatori. Nel rispetto delle scadenze previste nel crono programma sotto riportato, con DCA 51 del 4 luglio 2019, il percorso di adeguamento del sistema regionale alla normativa nazionale è proseguito attraverso la revisione ed aggiornamento dei requisiti ulteriori generali delle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private. I requisiti già in uso, approvati con i citati Regolamenti 3/2006 e 1/2007, sono stati integrati con tutti quelli di cui alle Intese Stato/Regioni citate. È stato pertanto approvato un documento unico integrato accompagnato dalle check list quali strumenti tecnici per la rilevazione - attestazione del possesso dei requisiti da parte dei team di valutatori. Si procederà quindi ad una revisione dei requisiti ulteriori specifici delle diverse tipologie di strutture, già adottati con i Regolamenti del 2006 e del 2007, al fine di aggiornarli e integrarli, laddove necessario, in ragione di intervenuti provvedimenti normativi o in considerazione di eventuali innovazioni tecnologiche e strumentali. La revisione del sistema di accreditamento regionale, che sta interessando sia i requisiti che il modello organizzativo e le procedure di accreditamento, rende necessaria la programmazione e la realizzazione di un corso con il quale formare nuovi valutatori e aggiornare i dirigenti già formati al fine di integrarli nel nuovo Organismo Tecnicamente Accreditante Obiettivi e indicatori - Armonizzazione dei requisiti generali regionali di accreditamento con quanto richiesto dalla normativa nazionale - Redazione documento tecnico che adegua le procedure e i requisiti generali di accreditamento alla normativa nazionale - Revisione e Integrazione dei requisiti regionali specifici di accreditamento delle diverse tipologie di strutture - Redazione di un documento tecnico che aggiorna e integra i requisiti specifici di accreditamento - Formazione dei valutatori sulle nuove procedure e requisiti per l'accreditamento - Realizzazione di un corso volto a formare i valutatori sulle nuove procedure e requisiti ## 5.2 Tempestività dei pagamenti La Regione Campania, intende proseguire, nel triennio 2019-2021, le azioni volte al completamento della Centrale Unica di Pagamento ed alla riduzione dei tempi di pagamento. Attualmente la Centrale Unica di Pagamento è attiva per tutti i tipi di pagamenti sulle Aziende Sanitarie. Alla progressiva entrata a regime del (SIAC) Sistema Informativo Amministrativo Contabile Sistema Informativo Amministrativo Contabile in ambiente SAP in tutte le aziende sanitarie si affiancherà l'entrata a regime dei servizi centralizzati di pagamento (CUP So.Re.Sa.) come da DCA 68/2019. Nonostante per i debiti correnti delle aziende sanitarie si registrino ad oggi tempi di pagamento entro i 60 giorni, la presenza in PCC di stock residui di debitoria pregressa inficia le performances dell'ITP. La riduzione dei tempi di pagamento e la definitiva normalizzazione dell'ITP deriveranno da una duplice azione: i) entrata a regime del SIAC e nodo del MEF (NSO), che consentirà di consolidare e stabilizzare performances di pagamento sul corrente sotto i 60 giorni; ii) azzeramento della debitoria pregressa. In merito alla residua posizione debitoria pregressa per alcune aziende, So.Re.Sa. ha realizzato e messo a disposizione delle Aziende Sanitarie e dei loro creditori una apposita piattaforma informatica, sulla quale far affluire con criteri standard le richieste di pagamento dei debiti pregressi, in modo da effettuare il monitoraggio dei fabbisogni finanziari straordinari di alcune Aziende in funzione dell'attività di riconoscimento / rifiuto del debito da parte delle AA.SS. Si confida che il supporto fornito dalla piattaforma possa consentire una più agevole chiusura delle partite debitorie non oggetto di contenzioso e/o di contestazioni. Obiettivi e indicatori - Adozione del SIAC e successiva adesione alla Centrale dei Pagamenti da parte delle AASSLL che non hanno ancora aderito - Numero aziende aderenti alla Centrale dei Pagamenti - Riduzione dell'ammontare dell'indebitamento commerciale residuo del SSR ad un livello da considerare fisiologico - Tempi di pagamento nel limite di 60 giorni previsti dalla legislazione vigente, con ulteriore riduzione (dicembre 2019) fino a completo azzeramento, entro dicembre 2020, dei ritardi di pagamento anche sul pregresso (ITP) - Stabilizzazione dell'ITP dei singoli Enti entro i limiti previsti dalla normativa - Rispetto della tempistica prevista dalla normativa vigente da parte di ogni azienda per l'anno 2021 anche sul debito pregresso
campania
healthcare
planning_acts
Regione Campania
2019-11-21
9d5302d8ba446dae30c5130cc23b6d6a
8
Programma 6: Certificabilità dei Bilanci del SSR
Con il programma di cui all'art. 79 comma 1 sexies della L.133/2008, la Regione Campania ha previsto specifiche attività, finalizzate al ridisegno dei processi e delle procedure amministrativo contabili, alla definizione ed implementazione delle procedure di contabilità analitica a livello di singola azienda e gestione sanitaria accentrata ed alla realizzazione di una metodologia ed un modello regionale di controllo di gestione. Un'ulteriore azione intrapresa è stata l'avvio dell'estensione dell'attivazione del nuovo Sistema Amministrativo Contabile (di seguito SIAC) in tutti gli Enti e nella Gestione Sanitaria Accentrata (GSA) che doterà il SSR di uno strumento tecnologico unico in grado di rilevare, gestire e, quindi, monitorare e controllare tutte le operazioni realizzate nelle strutture operanti a livello aziendale, offrendo la possibilità di indagare e analizzare il dato in tempo reale, sia nella prospettiva sintetica delle grandezze macro-aziendali e di sistema, sia nella prospettiva analitica delle grandezze micro-aziendali e di singola transazione. L'adeguamento di tutte le procedure amministrativo contabili, come definito del DCA 63/2018, da applicare nel rispetto delle aree aziendali definite dal PAC (Parte Generale, Area Immobilizzazioni, Area Rimanenze, Area Crediti e Ricavi, Aree Disponibilità Liquide, Area Patrimonio Netto e Area Debiti e Costi), avrà il principale obiettivo di miglioramento dei processi aziendali delle Aziende Sanitarie, incidendo in maniera efficace sulla corretta definizione di ruoli e responsabilità. Tale attività inoltre rappresenta uno dei primi fondamentali passi nel percorso di certificabilità dei bilanci consentendo inoltre di monitorare nel corso del tempo lo stato di avanzamento di ogni singola Azienda. Un altro importante obiettivo da raggiungere, previsto dal programma ex art. 79, su cui la Regione Campania ha investito fortemente, è rappresentato dallo sviluppo di un sistema di controllo interno contabile volto a garantire ad ogni Azienda Sanitaria del SSR la possibilità di valutare l'efficienza dei processi aziendali e l'attendibilità del sistema di informazioni economiche-finanziarie. Relativamente le procedure di contabilità analitica, l'implementazione di apposite linee guida a disposizione di tutte le Aziende Sanitarie, saranno necessarie per definire le modalità di alimentazione della contabilità analitica declinando anche le modalità di riconciliazione per ciascuno dei sottosistemi alimentanti, come ad esempio il processo di riconciliazione della stessa con la contabilità generale. Relativamente lo sviluppo del SIAC, con riferimento alla GSA, sono state avviate attività volte al perfezionamento degli elementi operativi da implementare nell'ambito del SIAC, sviluppando gli elementi necessari all'adeguamento dei sistemi informativi, con l'obiettivo di creare un modello di integrazione e raccordo tra i documenti di programmazione aziendali (budget, rendiconto finanziario preventivo, etc) ed i documenti di programmazione sanitaria regionali (Programma Operativo, Bilancio preventivo Consolidato Sanità, Bilancio di previsione) e di implementare un modello di raccordo tra gli strumenti contabili presenti, come ad esempio il piano dei conti, e gli schemi di bilancio di cui ai Titoli I e III e Titolo II del D.Lgs 118/2011. Obiettivi e Indicatori - Implementazione dell'impianto contabile necessario all'accompagnamento della Certificabilità dei Bilanci - Monitoraggio dell'applicazione delle procedure amministrativo contabili adottate - Sviluppo ed avviamento operativo del sistema di controllo interno contabile - Percentuale di implementazione del sistema di Internal Audit
campania
healthcare
planning_acts
Regione Campania
2019-11-21
9d5302d8ba446dae30c5130cc23b6d6a
9
Programma 7: Modello di governance Sistema Informativo Sanitario
La Regione Campania, nel triennio 2019-2021, per quanto concerne la governance dei sistemi informativi, intende intraprendere le azioni volte al perseguimento dei seguenti obiettivi strategici: - Consolidamento del Sistema Informativo Sanitario Regionale e Realizzazione di un sistema di monitoraggio dei flussi sanitari a supporto della Direzione Generale Tutela della salute; - Realizzazione del Sistema Anagrafi Centrali Sanitarie; - Attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico e del Portale del Cittadino; - Realizzazione interventi di Digitalizzazione in ambito sanitario. ## 7.1 Consolidamento del Sistema Informativo Sanitario Regionale Negli ultimi anni, la Regione Campania ha intrapreso una serie di progettualità per migliorare non solo la propria posizione in tema di adempimenti informativi ma, soprattutto, per sfruttare, dal punto di vista gestionale e manageriale, tutte le potenzialità e i benefici che un sistema informativo integrato e strutturato può generare. Con il progetto SINFONIA, in particolare, sta realizzando una piattaforma unica per raccogliere e sistematizzare tutti i flussi informativi del sistema sanitario regionale. È proprio in questo contesto che la presente progettualità si inserisce. Gli obiettivi che si perseguono, infatti, sono: - Incrementare il potenziale in termini di capacità di analisi delle soluzioni di governo e gestione centralizzata dei flussi; - Realizzare un set dinamico ed integrato di analisi (a partire dall'attività ospedaliera per poi estendersi agli ambiti dell'assistenza extra ospedaliera) fruibili attraverso dashboard evoluti basati sulla convergenza nella soluzione regionale del patrimonio informativo dei flussi che possa rappresentare, a tendere, la piattaforma di data analytics. Attraverso l'uso delle tecnologie di data analytics applicate ai flussi informativi sanitari, infatti, è possibile prevedere l'impatto delle principali patologie sul Sistema Sanitario e mettere in atto strategie utili a gestire, in maniera ottimale, l'offerta di servizi sanitari, l'andamento dei costi sanitari ed assistenziali, nonché l'aumento di complessità nella gestione del paziente/assistito causata da una serie di fattori quali il miglioramento delle condizioni socio-sanitarie, l'aumento dell'aspettativa di vita e l'invecchiamento demografico. L'analisi dei fenomeni, effettuata attraverso l'osservazione dei dati e supportata da adeguati modelli di analisi e dalle tecnologie applicate ai dati, consente, in ultima istanza, di specializzare gli strumenti a disposizione degli operatori sanitari per indirizzarli in modo ottimale nelle scelte terapeutiche che quotidianamente questi sono chiamati a compiere. Un enorme impulso che si articola quindi, in maniera sistematica e diffusa, su tutti i punti di decisione e di azione delle strutture sanitarie. Aumenta la capacità operativa del sistema di dare, con approccio sistemico, risposte sempre più calzanti alla casistica specifica del singolo paziente/assistito. Obiettivi e Indicatori - Consolidamento del Sistema Informativo Sanitario Regionale e unificazione Banche dati nel sistema di accoglienza SINFONIA - Qualità e tempestività di alimentazione dei flussi - Creazione di un sistema di monitoraggio a supporto della Direzione Generale della Tutela della Salute per la verifica e per la programmazione sanitaria e realizzazione sistemi di cruscotti e data analytics del SSR campano - Sistema di reportistica standard e cruscotto di monitoraggio ## 7.2 Realizzazione del sistema Anagrafi Centrali Sanitarie e Creazione del Sistema INFOrmativo SaNità CampaNIA (SINFONIA) La realizzazione del sistema di anagrafi centrali sanitarie, rivolto ai cittadini e agli operatori del Servizio Sanitario della regione Campania, prevederà la creazione delle seguenti anagrafi: - Anagrafe Unica Regionale Assistiti (AUREA): contenente tutte le informazioni di carattere anagraficosanitario dei cittadini in modo da renderli i veri attori del processo assistenziale; - Anagrafe Unica Regionale delle Strutture Sanitarie e Socio-Sanitarie (AUREAS): contenente l'anagrafica di tutte le strutture sanitarie, pubbliche e private accreditate della Regione Campania in modo da assolvere agli adempimenti della legge 326/2003 – articolo 50 e di catalogare in modo strutturato, tutte le strutture sanitarie regionali, i servizi disponibili, nonché tutte le informazioni utili per i cittadini e per gli operatori della sanità. - Anagrafe Unica Regionale degli Operatori Sanitari (AUREOS): contenente tutte le informazioni relative agli operatori sanitari che interagiscono nel sistema e che appartengono al Servizio Sanitario Regionale, sia in ambito pubblico, che privato. Inoltre, al fine di consentire la cooperazione di tutte le figure del comparto e di rispondere ai reali bisogni del cittadino, verrà realizzato il Sistema INFOrmativo SaNità CampaNIA (SINFONIA). La piattaforma mette in comunicazione tutto il network di operatori facenti capo alle aziende sanitarie pubbliche, alle strutture accreditate, agli uffici della sanità campana e ad altri organismi regionali, permettendo loro di operare come fornitori e fruitori di informazioni. Particolare attenzione sarà rivolta alla gestione della mobilità sanitaria interregionale attiva e passiva, che consente alla sanità campana la valorizzazione delle prestazioni da addebitare alle altre Regioni e il controllo di quelle da erogare ad assistiti extraregionali, gestendo anche contestazioni e controdeduzioni. ## 7.3 Attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico e del Portale del Cittadino L'attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico e del Portale del Cittadino sarà specificamente rivolta a: - Definire le strategie di coinvolgimento degli operatori (MMG, PLS, Farmacie) nel percorso di attivazione del fascicolo; - Creare le condizioni affinché il FSE possa essere alimentato in modo completo, corretto e continuativo dalle strutture che producono i documenti, gestendo in modo coordinato il percorso di adeguamento tecnico ed organizzativo delle strutture stesse; - Coordinare le attività di promozione e formazione rivolte ai cittadini e agli operatori sanitari. Inoltre, al fine di rendere il cittadino il reale attore dell'intero percorso assistenziale, verrà attivata una specifica sezione all'interno del portale istituzionale della Regione Campania, interamente dedicato alla Sanità. Tale portale rappresenterà il canale di comunicazione istituzionale per i pazienti, gli addetti ai lavori ed i media. Esso consentirà, sia ai cittadini che agli operatori sanitari, di accedere ai dati in esso archiviati, secondo policy di accesso e protezione delle informazioni che saranno definite a livello regionale, anche sulla base delle regole stabilite a livello nazionale per l'accesso ai servizi sanitari approvate dal Garante della Privacy. Obiettivi e Indicatori - Definizione strategie di coinvolgimento (MMG, PLS e Farmacie) nel percorso di attivazione Fascicolo Elettronico - Numero consensi acquisiti - ICT Assessment ASL LIS, RIS, CIS, stato di informatizzazione, presenza CDA2 - Numero strutture attivabili - Integrazione software Aziende Sanitarie ADT per CDA2, interoperabilità con INI - Numero strutture interoperabili - Invio referti di laboratorio in CDA2 - Numero referti inviati - Attivazione Portale del Cittadino - Numero servizi attivi - Piano di comunicazione - Numero utenti ## 7.4 Analisi, Progettazione e implementazione del CUP regionale Tra le condizioni abilitanti dei percorsi volti al potenziamento dei LEA vi è anche la tecnologia, fattore indispensabile per una ottimale organizzazione dei processi erogativi delle prestazioni e per una più efficace fruizione da parte degli assistiti dei servizi offerti. Da tale consapevolezza ne è derivata la necessità di formulare un Programma Regionale di investimenti in Sanità Digitale che è stato concepito, per la prima volta, come un corpo organico di una pluralità di iniziative che nel loro insieme consentiranno di recuperare il gap tecnologico rispetto ai target richiesti dal Piano nazionale di sanità digitale e rispetto al livello di digitalizzazione dei SSR più evoluti. Il contesto in cui si sviluppano le iniziative configura, di per sé, uno scenario molto articolato, rappresentato da una pluralità di entità giuridiche e organizzative coinvolte (la Regione, la So.Re.Sa., gli enti del SSR, la GSA), da una pluralità di ambiti nei quali si sviluppano le dinamiche evolutive del SSR (ambito economico, ambito degli adempimenti connessi ai Livelli Essenziali di Assistenza, ambito degli interventi di edilizia sanitaria, ambito di azione dei Programmi Operativi e dei piani sanitari settoriali), da una pluralità di vincoli connessi al regime dei Piani di rientro sanitari, alle esigenze di coordinamento a livello di SSN e agli obblighi informativi nei confronti dei ministeri vigilanti. Per tutti questi motivi, l'obiettivo di tale linea di intervento è anche quella di coadiuvare lo sviluppo di una funzione centrale, presso la Direzione Generale Tutela della Salute e presso la So.Re.Sa. in grado di coordinare le iniziative di sviluppo tecnologico e digitalizzazione, mantenendo sempre evidenza e consapevolezza delle ricadute a livello di sistema e delle interazioni con tutte le altre iniziative che sostanziano le politiche regionali in ambito di salute. In tale ambito la Regione Campania ha manifestato l'esigenza di avviare un programma di evoluzione del proprio sistema CUP che, mettendo al centro del progetto il cittadino, permetta di conseguire un miglioramento in termini di efficienza ed efficacia dei risultati (riduzione dei tempi di attesa, miglior rapporto domanda-offerta, customer satisfaction) ed economicità della gestione. La razionalizzazione del servizio CUP, in un approccio di unificazione di soluzione e di processi su scala regionale, ha delle importanti ricadute in termini di consolidamento delle risorse, abilitando la razionalizzazione dell'approccio organizzativo e rimuovendo i possibili ostacoli (di integrazioni multiple tra sistemi eterogenei ex-post), per consentire, in tempi rapidi, di dare ai cittadini campani nuovi servizi e canali, omogenei su tutto il territorio regionale, per la prenotazione delle prestazioni. Le direttrici fondamentali per la realizzazione del nuovo modello di CUP Regionale sono dunque da ricondursi a: - Il consolidamento e la razionalizzazione a livello centrale dei processi e delle soluzioni tecnologiche; - La maggiore vicinanza al cittadino, sia in termini di prossimità di nuovi canali (coinvolgimento di MMG e Farmacie, canali innovativi convergenti sul portale del cittadino di SINFONIA e su AIDA) sia in termini di omogeneità dell'esperienza di ingaggio per tutto il territorio; - La capacità di integrare nativamente gli altri asset principali del nuovo ecosistema di servizi digitali del SSR (su tutti il SIAC e l'anagrafe regionale); - L'abilitazione nativa di un livello superiore di controllo e monitoraggio di tutti i parametri legati ai processi CUP (a livello aziendale ma anche a livello Regionale; su tutto si pensi al monitoraggio delle liste d'attesa); - La capacità di integrare strutturalmente il privato accreditato. Obiettivi e Indicatori - Avvio dell'analisi funzionale e modellazione - Numero soluzioni individuate - Avvio della reingegnerizzazione dei processi in ambito CUP - Numero processi abilitati e/o implementati ex novo - Avvio dell'implementazione della componente CUP Centrale - Numero componenti applicative realizzate - Avvio della gestione elettronica dei consensi al trattamento dei dati personali - Numero consensi - Avvio del roll-out servizi CUP centralizzato presso le Aziende - Numero record recuperati - Avvio del supporto e affiancamento operativo presso le Aziende - Numero Aziende - Avvio del cruscotto di monitoraggio - Numero processi monitorati ## 7.5 Evoluzione Anagrafe Vaccinale Regionale Partendo da un caposaldo ben strutturato, cioè dalla disponibilità di una soluzione di Anagrafe Vaccinale Regionale (AVR) a supporto del governo delle attività di vaccinazione (soluzione basata sulla tecnologia della piattaforma GEVA), la Regione Campania intende valorizzare il sistema esistente, estendendone le funzionalità, le integrazioni, i servizi per poter dar seguito all'attuazione del PNPV 2017-2019 (Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale). L'obiettivo è offrire la disponibilità ai Medici di Medicina Generale (MMG), ai Pediatri di Libera Scelta (PLS) e ai servizi regionali competenti, di soluzioni e servizi volti al fine di garantire una gestione uniforme su tutto il territorio regionale della programmazione, pianificazione, accettazione, e consuntivazione delle attività di vaccinazione, nonché di rispondere alle finalità previste con la messa a regime del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), la produzione di elaborati statistici e flussi informativi regionali e ministeriali, e l'alimentazione dell'Anagrafe Nazionale Vaccini (AVN). Per il raggiungimento di tale obiettivo, l'AVR dovrà essere dotata di una serie di funzionalità sottoelencate saranno, in tempi successivi con start come da scadenza corrispondente, rivolte agli operatori (sanitari e amministrativi) e ai cittadini, dovrà essere integrata con le componenti del sistema informativo regionale e quelle delle AASSLL, necessarie per garantire un'erogazione delle prestazioni omogenea sul territorio e coerente con le informazioni condivise, e dovrà mettere a disposizione tutti i dati necessari per il monitoraggio e la valutazione delle attività vaccinali circa la copertura della popolazione in rapporto al Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV). Obiettivi e Indicatori - Estrazione dati - Numero record - Migrazione DB a Sistema SINFONIA – Porting nuova anagrafe - Numero funzionalità - Open e Big Data – Integrazione portale regionale - Numero data set - Calendario vaccinale dinamico e Prenotazioni - Numero servizi attivati - Integrazione applicativi MMG e PLS - Numero cartelle integrate - Cruscotto vaccinazioni, Statistiche aggregate MMG e PLS - Numero funzionalità - Libretto vaccinale e bilanci di salute ed evoluzione dei primi 1000 giorni di vita - Numero libretti attivi - Malattie infettive e sorveglianza regionale - Numero segnalazioni - Gestione differenziata dei lotti: disattivazione/riattivazione del farmaco - Numero attivazioni/disattivazioni - Gestione fabbisogno dei magazzini vaccinali - Numero report ## 7.6 Piattaforma di gestione dello screening oncologico I programmi di screening oncologico rientrano tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e devono essere garantiti alla totalità della popolazione target. Conseguentemente, la Regione Campania ha previsto di adottare, all'interno del Piano regionale di prevenzione e in recepimento delle direttive del Piano nazionale, delle azioni volte ad aumentare l'estensione reale dei programmi di screening, rispetto alla popolazione target e ha attivato delle azioni specifiche a riguardo, volte anche alla misurazione del livello di efficacia raggiunto. Tra le azioni attivate, si ricorda la campagna di informazione sul programma di prevenzione "Mi voglio bene", che prevede l'offerta di assistenza diagnostica tempestiva, specializzata e gratuita per tre tipi di screening che consentono la prevenzione del tumore alla mammella, alla cervice uterina e al colon retto. Gli screening oncologici costituiscono un percorso complesso, che coinvolge un elevato numero di professionalità e strutture che devono integrarsi per raggiungere gli obiettivi di salute proposti, ovvero la diminuzione della mortalità specifica e/o l'incidenza delle lesioni neoplastiche. Nell'ambito di tali percorsi organizzati, il soggetto destinatario è contattato dalla ASL di pertinenza e invitato a effettuare il test di screening e, in caso di test sospetto o positivo, il soggetto viene inserito in un percorso atto all'approfondimento diagnostico fino all'eventuale trattamento assistenziale/terapeutico (anche chirurgico) nelle strutture di riferimento. L'intero percorso deve essere monitorato e valutato attraverso un sistema di indicatori di processo e di esito, sia a livello di singola ASL sia a livello regionale e quindi nazionale. In riferimento allo screening oncologico, rientrano, quindi, tra gli obiettivi della Regione: - Migliorare la capacità di copertura e coinvolgimento della popolazione target, integrando in un flusso unico i canali di ingaggio; - Standardizzare ed omogeneizzare le modalità e i processi di erogazione delle prestazioni previste nei programmi di screening e gli strumenti informatici a supporto, garantendone la massima automazione ed efficienza; - Monitorare le attività delle AASSLL ed effettuare dei controlli su tempi e performance dei programmi; - Garantire la cooperazione di tutti gli attori che operano nell'erogazione dei programmi in un processo strutturato e organico che garantisca l'efficacia degli scambi informativi tra questi e gli altri soggetti coinvolti; - Strutturare i necessari canali di integrazione a livello regionale e/o nazionale ingaggiando in modo strutturato le risorse legate alla ROC (Rete Oncologica Campana) o l'ONS (Osservatorio Nazionale Screening). In tale contesto la Regione Campania è impegnata nell'analisi e nella progettazione di una nuova piattaforma software di gestione dei programmi di screening oncologico con l'obiettivo di: - Dotare la Regione e le AASSLL di un sistema di governo delle informazioni unico e centralizzato in grado di accedere in modo federato alle informazioni logicamente e fisicamente distribuite; - Permettere alle singole AASSLL di utilizzare un sistema standard per gestire i processi relativi ai programmi di screening, dall'individuazione e contatto della popolazione target (sfruttando le potenzialità di contatto omni-canale offerto dalle nuove tecnologie digitali), all'esecuzione dei test e alla registrazione degli esisti clinici/delle refertazioni, fino agli eventuali follow-up sanitari se necessari; - Permettere alla Regione di monitorare centralmente le attività relative ai programmi di screening svolte sul territorio dalle AASSLL, effettuando dei controlli statistici su tempi e performance dei processi e delle valutazioni di lungo periodo sull'efficacia sanitaria delle azioni intraprese, nonché di adempiere alla reportistica informativa richiesta a livello nazionale o dagli altri soggetti preposti. - Abilitare l'integrazione delle altre soluzioni dell'ecosistema di servizi digitali della sanità regionale per realizzare nuovi servizi legati per gestire ed erogare i programmi di screening (ad esempio l'integrazione con il nuovo modello di CUP regionale, con l'anagrafe regionale degli assistiti, con l'Hub regionale per la gestione e fruizione dei dati clinico/sanitari). In sintonia con la Programmazione degli interventi di sanità digitale rivolti ai cittadini della Regione Campania, la piattaforma software realizzata consentirà, in sintesi, di digitalizzare l'intera area degli screening oncologici, riconoscendo una centralità specifica al paziente e integrandosi con le altre piattaforme del SSR e/o previste dal Sistema Informativo Sanità Campania (SINFONIA). Obiettivi e Indicatori - Assessment dei processi di screening oncologico - Numero procedure - Definizione del modello standard dei processi di screening oncologici e advisory strategico-funzionale verticale - Numero fasi attività ## 7.7 Sistema Informativo delle dipendenze e monitoraggio dell'assistenza riabilitativa La Regione Campania, in tema di dipendenze, è organizzata in 7 AASSLL e 42 Serd (servizi per le Dipendenze). Il monitoraggio sulle Dipendenze, realizzato dalla Regione Campania nell'ambito del SID (Sistema Informativo Dipendenze), avviene attraverso il sistema informativo HTH. In seguito a diversi interventi di natura tecnologica e consulenziale, il sistema di monitoraggio dei dati sulle dipendenze è stato in grado di innalzare notevolmente la qualità del processo di alimentazione delle informazioni contenute all'interno del sistema HTH, con una inevitabile ricaduta in termini di efficacia sul debito informativo nei confronti del Ministero della Salute. Ciò nonostante, permangono alcuni ambiti di miglioramento su cui intervenire e operare che rendono necessaria una riprogettazione del framework tecnologico-organizzativo attuale. In particolare: - Presenza di un sistema informativo non sempre rispondente alle specifiche esigenze che emergono dalle prassi operative adottate e di un'interfaccia poco user friendly rispetto alle aspettative degli utenti; - Permanenza presso i Serd di modalità e strumenti sviluppati internamente per il monitoraggio delle attività e dei servizi erogati. Tali modalità sono spesso utilizzate in maniera parallela o sostitutiva ad HTH, contribuendo alla frammentazione informativa e ad una scarsa propensione al pieno utilizzo del sistema; - Esistenza presso i Serd di Cartelle Cliniche Cartacee (diverse per ciascuna ASL), regolarmente utilizzate dagli operatori, con dati e informazioni non allineati con la struttura dati del sistema informativo. Tali criticità obbligano spesso a sforzi consistenti da parte della Regione nel recuperare i dati e garantire così un buon livello qualitativo dei dati relativi alle dipendenze ai fini dell'invio al Ministero della Salute per il SIND. La Regione Campania, nell'ambito degli interventi di sanità digitale del progetto SINFONIA sta mettendo in campo su tale attività: - Re-ingegnerizzazione del sistema in uso per renderlo maggiormente rispondente alle esigenze del sistema regionale e dei relativi attori (Ente Regione, ASL e Serd); - Affiancamento al processo di innovazione attraverso l'attivazione di azioni di accompagnamento; - Supporto e formazione sia ai dipendenti regionali che agli operatori dei Serd. Obiettivi e Indicatori - Assessment organizzativo e affiancamento - Numero processi da reingegnerizzare - Analisi e progettazione funzionale delle soluzioni da reingegnerizzare - Numero funzionalità - Supporto strategico e funzionale - Numero disallineamenti ## 7.8 Cruscotti per il Monitoraggio delle Liste di Attesa e del Pronto Soccorso La gestione delle liste di attesa e il relativo monitoraggio è stato più volte oggetto di regolamentazione a livello nazionale, come nella legge 23 dicembre 1994, nella legge 23 dicembre 2005, nel piano nazionale di governo delle liste di attesa (PNGLA) 2010-2012 e in successivi aggiornamenti e nelle altre fonti emanate a livello di governo centrale e linee guida e indicazioni ministeriali. La Regione Campania a riguardo ha istituito, con il Decreto n. 34 del 8/8/2017, il Comitato Tecnico Regionale per le Liste di attesa (CTRLa), al quale spetta il compito di individuare le modalità più idonee per effettuare il monitoraggio periodico degli indicatori di performance relativi alle liste di attesa. Il rispetto dei tempi massimi previsti per le liste di attesa risulta, inoltre, strettamente correlato con i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). L'efficacia nel governo delle liste di attesa richiede che le AASSLL siano in grado di monitorare i bisogni e le priorità assistenziali della propria utenza e le caratteristiche dell'offerta fornita, in modo da abilitare un modello di programmazione sanitaria integrato nell'ambito della singola ASL e su scala regionale. Conseguentemente, nel citato Decreto n.34 del 8/8/2017, viene sottolineato che "risulta necessario utilizzare strumenti di misurazione che consentano la rilevazione standardizzata del fenomeno delle liste d'attesa e l'agevole comparazione tra diversi erogatori e tra differenti realtà territoriali". Le AASSLL della Campania e la Regione hanno già cominciato nel tempo a dotarsi di strumenti per il monitoraggio delle liste di attesa. Rientra tra questi AsapBI, cruscotto applicativo inizialmente sviluppato per monitorare le performance e le liste di attesa, secondo le linee guida regionali, di un'Azienda Ospedaliera e successivamente esteso al monitoraggio delle liste di attesa a livello regionale. In tale contesto si andrà a potenziare l'attuale soluzione regionale per il monitoraggio delle liste di attesa e si procederà con le attività di evoluzione e adeguamento in coerenza con l'evoluzione complessiva del modello di digitalizzazione della sanità campana con l'obiettivo di: - Garantire la valorizzazione delle soluzioni già nelle disponibilità di Regione Campania; - Indirizzare le evoluzioni di tale soluzione in considerazione ed in coerenza con l'evoluzione del modello CUP Regionale prevista nel medesimo livello progettuale e la necessità di includere nel monitoraggio delle liste d'attese i dati relativi al privato convenzionato; - Completare i cruscotti di monitoraggio delle liste di attesa ed estenderli in termini di capacità di analisi, monitoraggio e reportistica e di servizi sanitari presidiati, includendo ad esempio i dati relativi al pronto soccorso; - Dare pieno adeguamento alle linee guida nazionali e regionali e garantire la coerenza dei flussi informativi in ambito, anche nell'ottica complessiva degli interventi di digitalizzazione del SSR. Obiettivi e Indicatori - Definizione del modello di monitoraggio e advisory strategico funzionale - Numero modelli individuati - Progettazione tecnica di dettaglio - Numero processi da monitorare ## 7.9 Cartella Clinica Elettronica - Hub per la fruizione dei dati clinico/sanitari nell'ecosistema SSR Campania e Catalogo CCE La Regione ritiene indispensabile agevolare il processo di diffusione delle soluzioni di Cartella Clinica Elettronica sul territorio (attualmente la diffusione di CCE nelle strutture sanitarie è caratterizzata da una situazione "a macchia di leopardo"), al fine di ottimizzare i processi di convergenza e gestione di tutti i dati clinici dei pazienti e di abilitare, oltre alle dinamiche di alimentazione del FSE, la disponibilità per la fruizione, in servizi innovativi, dei dati clinico-sanitari. In tale direzione si colloca la duplica azione di Regione Campania: - La definizione e implementazione di un catalogo di CCE regionali; - La parallela realizzazione di un Hub per la fruizione standardizzata dei dati clinico-sanitari nel SSR. Le due azioni costituiscono i cardini del progetto regionale, che attraverso una strategia complessiva e partecipata di sviluppo dell'ecosistema dei servizi digitali del SSR, è volto a garantire: - La coerenza della diffusione delle CCE; - La rispondenza e funzionalità dell'adozione della CCE da parte delle aziende. La progettazione e l'implementazione del catalogo regionale realizza, di fatto, la definizione del modello di conformità e qualificazione delle soluzioni di CCE affinché siano, al di là dell'autonomia delle Aziende che le adottano, pienamente integrate in un paradigma regionale in cui partecipare in modo coerente alla costruzione di servizi innovativi per la fruizione di dati clinico sanitari. L'Hub di integrazione delle CCE (e più in generale dei dati clinico sanitari) è l'oggetto che tecnologicamente realizza il tessuto connettivo standard per la disponibilità -in termini di servizi innovativi di fruizione -dei dati clinico sanitari. Il modello così perseguito si caratterizza per la funzionalità e complementarietà al FSE e per l'essere incentrato, ancora una volta assecondando il fil rouge dell'intera iniziativa di digitalizzazione regionale, su principi di consolidamento e standardizzazione che creano valore di sistema, contrapponendosi alla frammentazione e alla diseconomicità di iniziative autonome, non rispondenti ad una logica coerente. Il modello così perseguito ha il valore, inoltre, di considerare i dati (in questo caso quelli originati dalla CCE in particolare) dal punto di vista del loro potenziale nella costruzione di servizi innovativi per il cittadino e per gli operatori. La costruzione dell'Hub è, infine, l'elemento abilitante per la valorizzazione tempestiva, sempre in termini di fruibilità per cittadino e operatori, del patrimonio dematerializzato delle Cartelle Cliniche Cartacee. In quest'ottica l'Hub costituisce un asset chiave per la realizzazione di servizi innovativi e di prossimità a cittadini e operatori del SSR nel valorizzare la messa a sistema dei diversi interventi progettuali previsti per la digitalizzazione della sanità campana, implementando la necessaria cerniera tra l'ambito operativo clinico/sanitario e le sue ricadute in termini di flussi informativi rilevanti nei procedimenti amministrativi. L'Hub costituisce dunque un formidabile acceleratore rispetto alla capacità dell'intero ecosistema di servizi digitali della sanità di produrre benefici per cittadini e operatori, valorizzando il potenziale di componenti principali quali l'FSE e incrementando ulteriormente le possibilità di governo (controllo e indirizzo) a livello regionale. La disponibilità di informazione clinico/sanitaria strutturata e standardizzata attraverso l'Hub consente inoltre di ottenere servizi di analytics orientati al controllo ed al supporto decisionale. Obiettivi e Indicatori - Assessment soluzioni CCE - Livelli di copertura - Definizione di un catalogo CCE - Indicatore: numero soluzioni individuate - Piattaforma Hub di convergenza delle Cartelle Cliniche e dei Dati clinico/sanitari Implementazione piattaforma di interoperabilità "Piattaforma Hub HIE – Health Information Exchange - Numero componenti
campania
healthcare
planning_acts
Regione Campania
2019-11-21
9d5302d8ba446dae30c5130cc23b6d6a
10
7.9.1 Cartella Clinica Elettronica – Dashboard di supporto decisionale, moduli complementari e supporto alla diffusione
A valle della realizzazione del modello regionale per la CCE di cui all'intervento 7.9, basato sulla definizione del catalogo e sulla realizzazione parallela dell'Hub per la fruizione dei dati clinico-sanitari, potranno esser offerti, in rispondenza a quanto previsto nel piano dei fabbisogni, servizi volti a: - Realizzare funzionalità e servizi evoluti di analytics orientati al controllo e al supporto decisionale; - Sviluppare ulteriori moduli funzionali per le CCE disponibili a catalogo; - Realizzare una implementazione aziendale pilota di CCE a catalogo; - Supportare (in termini tecnici e organizzativi) l'adozione da parte delle Aziende delle soluzioni di CCE a catalogo. Obiettivi e Indicatori - Servizi di Data Analytics basati su dati sanitari - Numero componenti - Sviluppo moduli complementari CCE - Numero moduli sviluppati - Implementazione delle soluzioni di CCE presso due strutture pilota - Numero soluzioni implementate - Affiancamento operativo e change management nell'adozione della CCE - Numero aziende - Re-engineering organizzativo informativo e di processo - Numero processi
campania
healthcare
planning_acts
Regione Campania
2019-11-21
9d5302d8ba446dae30c5130cc23b6d6a
11
Programma 8: L'informazione e l'Audit come strumento di programmazione e indirizzo
La realizzazione di un sistema di monitoraggio dei flussi informativi, così come descritto precedentemente, ha come mission quella di: analizzare la spesa ed il consumo dei determinanti sanitari al fine di monitorare ed ottimizzare l'appropriatezza degli interventi in sanità (Health Tecnology Assessment); elaborare specifici indicatori a supporto della Direzione Generale per la definizione e verifica dei programmi sanitari nonché per recuperare l'appropriatezza; valutare l'impatto delle politiche sanitarie nella reale pratica clinica. In tal modo sarà possibile fornire alla Governance Regionale un'informazione precisa e puntuale in modo da rendere il governo clinico, oltre a quello finanziario, il reale decisore. Al fine di trasferire le evidenze che emergono nella reale pratica clinica a tutti gli operatori sanitari, in modo da promuovere la qualità e migliorare gli esiti dell'assistenza, saranno messi in atto processi di audit clinico. In particolare, saranno realizzati: - Audit di processo, volti a valutare l'appropriatezza degli interventi clinico-assistenziali nella reale pratica clinica relativi alle patologie croniche (diabete, cardiovascolare, etc.) in cui sarà prevista la partecipazione delle associazioni di pazienti in modo da coinvolgerli attivamente nei processi assistenziali e decisionali; - Audit di esito volti a misurare l'effetto che le attività di assistenza hanno avuto sulla salute dei pazienti. Obiettivi e indicatori - Promuovere la qualità e migliorare gli esiti dell'assistenza attraverso una continua formazione/informazione a tutti gli operatori sanitari - Numero di audit di processo attuati
campania
healthcare
planning_acts
Regione Campania
2019-11-21
9d5302d8ba446dae30c5130cc23b6d6a
12
9. Programma 9: Governance per il Sistema Sanitario della Regione Campania
## 9.1 Assetto organizzativo del SSR Quale presupposto del ragionamento sulla rivisitazione dell'assetto organizzativo del SSR della Regione Campania c'è l'idea che l'uscita dal Commissariamento, richiesta con la presentazione dei Programmi Operativi relativi al triennio 2019-2021, ed anche la futura uscita dal Piano di Rientro (PdR) non saranno definitive se la struttura regionale non diventerà autosufficiente nel realizzare e monitorare le azioni programmate e che, quindi, sia necessaria la progettazione di un'adeguata governance regionale a prescindere dai meccanismi straordinari di vigilanza e supporto previsti dalla fase commissariale e dal PdR. Il dibattito sulla governance adeguata ad esercitare questa autonomia è centrale nella attuale fase del Servizio Sanitario Regionale (SSR) campano e non può prescindere dalla considerazione degli orientamenti di fondo (driver) per lo sviluppo della sanità campana. ### 9.1.1 I driver fondamentali per lo sviluppo della sanità campana Secondo il citato piano triennale, i driver fondamentali su cui sviluppare la sanità campana sono: - Mantenimento dell'equilibrio economico; - Miglioramento della qualità dell'assistenza (verificata attraverso adempimenti LEA, griglia LEA, Piano Esiti e tutti gli indicatori di performance previsti a livello nazionale); - Equità, omogeneità, garanzia dell'accesso alle cure; - Informatizzazione e costruzione di reti assistenziali; - Riorientamento dell'assistenza nella dimensione territoriale ed intermedia; - Ammodernamento tecnologico ed edilizio; - Arruolamento e formazione continua del personale; - Centralità del cittadino; - Riduzione della mobilità passiva. ### 9.1.2 La Governance regionale Questa sezione nonché il piano nel suo complesso e l'agire concreto di numerosi attori del sistema sanitario negli ultimi anni sembrano assumere che il punto centrale del futuro modello di governance regionale sia la creazione di un efficace sistema informativo a livello regionale che permetta al decisore regionale di: - Conoscere praticamente in tempo reale quanti più dettagli possibili dell'attività amministrativa e sanitaria delle aziende; - Aggregare questi dati, confrontarli e analizzarli per trarne conoscenza; - Utilizzare questa conoscenza per attività di audit, programmazione sanitaria e indirizzo strategico. Questa strada è largamente condivisibile. D'altronde sarebbe in ogni caso impensabile per la Direzione Generale regionale riprendere pienamente le sue funzioni senza disporre di dati affidabili e aggiornati per monitorare e programmare. Senza avere qui a disposizione lo spazio per elogiare a sufficienza gli aspetti positivi di questa impostazione e l'immenso e prezioso lavoro che le persone che lo portano avanti stanno svolgendo, di seguito si elencano le principali problematiche, ad oggi prevedibili, che sono state considerate e gestite nell'ambito della progettazione del nuovo assetto organizzativo: - La complessità di far davvero funzionare procedure informatiche in modo tale che simultaneamente le considerino affidabili tutte le aziende per la loro attività quotidiana e la "holding regionale" per le esigenze di audit e programmazione, è alta. - La disponibilità ed affidabilità dei dati è la premessa perché questa impostazione funzioni ma quello che conta davvero è saperli utilizzare efficacemente per effettuare valutazioni e prendere decisioni. - Il sistema può essere costruito focalizzando l'attenzione di chi lo progetta e lo utilizza sull'uso dei dati come strumento operativo che facilita il coordinamento e il miglioramento continuo. Un approccio che punta al coinvolgimento delle aziende ha più probabilità di produrre decisioni migliori e concretamente attuate rispetto ad un approccio che pone l'accento sull'utilizzo dei dati a livello regionale come strumento di controllo. ### 9.1.3 Fotografia degli assetti istituzionali e modello proposto per la Regione Campania A partire dal triennio 2008-2010, nel SSN si assiste a una progressiva evoluzione e trasformazione verso un sistema di holding regionali: le reti di aziende in competizione che erano state disegnate dal D.lgs. 502/92 sono progressivamente diventate, in ogni Regione, sistemi di erogazione unitariamente coordinati dalla capogruppo regionale. Indagare gli assetti istituzionali e organizzativi con cui si stanno strutturando le capogruppo regionali in altre Regioni può essere utile per identificare elementi di interesse e confronto per delineare strategicamente la struttura più coerente per la Regione Campania. Non bisogna, quindi, assumere che siano necessariamente modelli efficaci e/o adattabili alle esigenze campane. Il ridisegno istituzionale dei SSR è stato spesso argomentato con la necessità di: - Generare economie di scala e controllare le dinamiche della spesa; - Garantire "logiche di sistema" con una programmazione unitaria; - Affrontare la ridondanza, sovrapposizione, duplicazione di strutture di erogazione di servizi e cura (laboratorio unico, aggregazione di aree per intensità di cura); - Riorientare i servizi verso filiere integrate di offerta (ad esempio, case della salute, ospedali di comunità, long term care, ambulatori di cure primarie, etc.). In funzione della distribuzione dei poteri e dei profili di responsabilità tra il livello centrale e il livello locale si possono identificare le tipologie di "capogruppo" indicare nella tabella che segue. Diverse tipologie di capogruppo regionali hanno deciso di centralizzare servizi e aree strategiche, quali: - Servizi di acquisto (Centrale Acquisti Lazio, EGAS Friuli Venezia Giulia, ESTAR Toscana); - Pianificazione: obiettivi di sistema ed allocazione delle risorse (DEP Lazio Oss. Epid., ESTAV Toscana, AliSA Liguria, Lombardia); - Strategie di sviluppo delle reti e delle principali macrostrutture a livello di ogni singola Azienda cui compete la traduzione operativa e la responsabilità gestionale; - Gestione completa delle funzioni direzionali, lasciando alle Aziende solo le funzioni erogative di aderenza alle procedure predeterminate. Rispetto alle classificazione proposte, lo studio condotto ha permesso di rilevare il posizionamento di alcune regioni italiane e di proporre, alla luce delle caratteristiche specifiche del contesto locale, un'ipotesi di posizionamento per il modello della Regione Campania. La scelta del modello adottabile per la Regione Campania si poggia su alcune constatazioni di base: - Rafforzamento dell'azione di governance regionale, parallela a quella aziendale, nel dominio della Direzione Generale Salute; - Superamento della situazione critica dell'Assessorato, svuotato di personale da anni di blocco del turnover, con la copertura, attraverso le procedure in corso di finalizzazione, di molte posizioni chiave scoperte; - Blocco del turnover all'interno delle aziende che iniziano ad assumere nuove persone con conoscenze e competenze che hanno bisogno di tempo e investimenti per formarsi; - Crescita dimensionale della So.Re.Sa che, grazie alla forma giuridica e alle competenze del management, ha iniziato a gestire un numero crescente di funzioni accentrate; - Regione di grandi dimensioni con realtà aziendali molto diverse (es: Ospedale Cardarelli vs ASL di Benevento), un territorio complesso ed una storia recente che ha ridotto le opportunità di sviluppare competenze di governo strategico a livello aziendale e regionale. - Rafforzamento dei sistemi operativi di coordinamento tra le parti del SSR, al massimo discutendo l'ulteriore accentramento di alcune limitate funzioni aziendali "no-core", piuttosto che ridiscutere la struttura organizzativa del sistema disegnando nuovi organismi o stravolgendo l'allocazione delle competenze tra quelli esistenti; - Potenziamento dell'autonomia e delle competenze del middle management delle Aziende e della capogruppo. La stessa rappresentazione può essere maggiormente articolata se si fa riferimento alle tre principali funzioni che devono essere considerate ai fini della conduzione di un sistema sanitario regionale: funzione sanitaria, funzione amministrativa e funzione logistica. La distribuzione dei compiti all'interno della capogruppo tra la Direzione Generale dell'Assessorato e So.Re.Sa. Una volta operate le scelte sul ruolo della capogruppo è necessario dedicarsi all'assetto della capogruppo al cui interno oggi in Campania è possibile identificare due soggetti principali: la Direzione Generale dell'Assessorato e So.Re.Sa.. Come già discusso, So.Re.Sa. rispetto all'Assessorato è caratterizzata da maggiore flessibilità amministrativa e dal gestire una parte importante dei dati che servono alla programmazione. D'altra parte, l'Assessorato è il soggetto in ultima analisi giuridicamente legittimato alle attività di pianificazione e programmazione sanitaria e la minore flessibilità di un Assessorato rispetto ad una Spa è motivata anche dalla rilevanza pubblica delle decisioni che pone in essere. La revisione dell'assetto istituzionale interno al livello centrale del SSR può ispirarsi a differenti modelli istituzionali. Tra questi, quello che maggiormente consente di valorizzare le peculiarità del contesto campano è il Modello ispirato al rafforzamento tecnico-specialistico di So.Re.Sa e al ruolo di supporto di questa alla funzione di Internal Audit Tale modello, sulla base dell'analisi degli assetti istituzionali di altre esperienze (in particolare, Emilia- Romagna) prevede non solo un significativo rafforzamento del ruolo di So.Re.Sa. delle attività tecnico-amministrative di tipo specialistico, ma soprattutto un crescente ruolo nel supporto alla DG Salute nelle attività di controllo di gestione ed economico-finanziario, mantenendo una netta separazione con le attività di pianificazione strategica e programmazione sanitaria in capo alla Direzione Generale Sanità, alla quale fornisce costantemente i dati per la valutazione. La Direzione Generale per la tutela della salute e il coordinamento del sistema sanitario regionale mantiene le attività di: - Coordinamento, programmazione e pianificazione degli interventi socio-sanitari nel campo delle dipendenze patologiche, della salute mentale, della riabilitazione e della non autosufficienza; - Cura del governo economico finanziario del SSR; - Attuazione e alla regolamentazione dei Livelli Essenziali di Assistenza; - Organizzazione della rete ospedaliera e dei servizi territoriali; - Coordinamento, programmazione e pianificazione degli interventi socio-sanitari nel campo delle dipendenze patologiche, della salute mentale, della riabilitazione e della non autosufficienza; - Istruttoria relativa ai programmi di ricerca sanitaria; - Altre attività previste dall'attuale disegno organizzativo (attività farmaceutiche e inerenti alla farmacovigilanza; adempimenti connessi ai sistemi informativi in materia sanitaria, alla prevenzione e all'igiene sanitaria, all'igiene dei luoghi di lavoro e alla prevenzione sanitaria degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, alla sicurezza alimentare e all'assistenza veterinaria; programmazione e pianificazione degli interventi relativi all'assistenza consultoriale, alla tutela materno-infantile, alla medicina penitenziaria, alla medicina scolastica, alle malattie sociali e alla medicina dello sport. - Attività di "Internal audit" di tipo contabile: monitoraggio del Servizio sanitario regionale, nelle sue componenti aziendali e coordinamento delle attività di Internal audit delle singole aziende. Le attribuzioni tipiche di So.Re.Sa. in materia di centralizzazione degli acquisti e di accertamento del debito, sono ampliate attraverso nuove funzioni strategiche assegnate alla società, quali: - Creazione Banca Dati Unificata; - Centrale Unica di Pagamento; - Supporto alla Regione nelle procedure di Accreditamento Istituzionale delle Strutture del SSR; - Supporto al controllo di gestione e pianificazione aziendale delle Strutture del SSR; - Supporto alla DG Salute nelle attività di pianificazione e programmazione sanitaria, attraverso la produzione e l'analisi dei dati; - Attività di "Internal audit" di tipo operativo: monitoraggio del Servizio sanitario regionale, nelle sue componenti aziendali e monitoraggio delle funzioni di controllo operativo delle singole aziende. ### 9.1.4 Governance delle Aziende sanitarie Le Aziende Sanitarie campane sono 17, divise tra 7 AASSLL, 2 AOU, 1 AORN/AOU, 1 IRCCS, e 6 AORN (di cui una pediatrica). Esse nascono dalla fusione di Aziende più piccole, con aggregazione di presidi ospedalieri a vocazioni differenziate. Alcuni di essi hanno mantenuto il ruolo di P.S. nella rete ospedaliera. Delle 7 AASSLL solo una è esclusivamente territoriale (avendo solo presidi ospedalieri accreditati) e diventa per questo, in Regione Campania un laboratorio sperimentale per i LEA territoriali. Tutte le Aziende sono costantemente monitorate dagli Uffici regionali nei percorsi esecutivi. Obiettivo e Indicatori - LA GOVERNANCE DI "SISTEMA": Data la diversità di mission, si ritiene che le Aziende Sanitarie campane si giovino anche di una governance comune "di Sistema". Un processo di governance aziendale in rete regionale non è ancora declinato in maniera formale ma resta necessario per rendere coerente la programmazione e la strategia regionale e poter mettere in relazione le Aziende con i contesti locali. Va perciò rafforzata l'azione di governance regionale corrente, parallela a quella aziendale, nel dominio della Direzione Generale Salute. Azioni comuni da rafforzare per una buona governance di Sistema e rispondere al livello di complessità delle Aziende, sono rappresentate dalla possibilità per la Regione e insieme per le Aziende di: - Predisporre e condividere percorsi amministrativo-contabili - Accedere con diversi livelli di ingressi a piattaforme informatizzate regionali per la verifica della propria collocazione nell'ambito delle performance di sistema - Predisporre e adottare percorsi clinico-assistenziali regionali (PDTA) e adattarli alla singola Azienda per una necessaria continuità assistenziale e riconciliazione terapeutica - Predisporre l'adeguamento in coerenza temporale alle innovazioni amministrative e gestionali - Individuare e condividere le best pratice per migliorare la qualità del sistema sanitario - Individuare le criticità interaziendali e superarle con metodologia di concertazione e di indirizzo - Monitorare l'andamento degli indicatori di performance, dei LEA, del PNE ed adottare indicazioni e azioni correttive ove necessario - Monitorare gli indicatori economico-finanziari per il rispetto dei parametri programmati - Condividere, mediante le infrastrutture di servizio, processi di approvvigionamento, trasporti, diagnostica centralizzata, preparazione farmaci, analisi e reportistica - Promuovere e governare i processi di valutazione HTA - Promuovere e sostenere la formazione manageriale diffusa, specie rivolta al middle management - Monitorare il fenomeno della mobilità passiva e programmare strategie di intervento - LE RELAZIONI INTERISTITUZIONALI: La Regione ritiene che i processi di governance propri delle Aziende siano già ampiamente nel dominio delle Direzioni strategiche, a cui restano affidate nella ordinaria quotidianità e per i necessari adattamenti correlati al bisogno organizzativo e gestionale aziendale. Anche le relazioni con i Comuni sono ampiamente disciplinate dalle normative vigenti, sia attraverso il Collegio dei Sindaci sia dalla normativa 328/2000 relativa all'integrazione socio-sanitaria. Le AASSLL normalmente si interfacciano con gli Enti e le Agenzie del territorio e tutti gli stakeholders per amplificare messaggi di prevenzione, diffondere buone pratiche in tema di salute, svolgere azioni di protezione di comunità ed interventi di sanità pubblica. In questa dimensione la Regione Campania auspica che tutte le proprie articolazioni e tutte le Direzioni che abbiano ad essere interfaccia con le Aziende Sanitarie offrano la massima collaborazione istituzionale per azioni condivise, finalizzate a migliorare la salute e l'empowerment del cittadino. - LE RELAZIONI INTERAZIENDALI: Fenomeni di condivisione di processi omologhi o complementari sono già attivi tra varie Aziende, ove per complementarietà di funzioni, ove per completamento di percorsi assistenziali, ove per la condivisione di risorse rispetto a processi comuni. Le sinergie organizzative risultano efficaci quando è condiviso un obiettivo o quando entrambe le Aziende trovano comunque un giovamento, anche diverso, ma preordinato. La Regione intende promuovere e sviluppare percorsi di integrazioni interaziendali che conducano ad un miglioramento dei percorsi assistenziali, ad una economia di scala, all'appostamento appropriato di risorse. In tal senso valuterà con attenzione prioritaria forme di intesa programmatoria rispetto all'accesso a fondi dedicati. - LE RELAZIONI TRA AZIENDE OMOLOGHE EXTRAREGIONE – i network sovraregionali: La complessità sanitaria e sociale rappresentata dalla assistenza specialistica e oncologica non può più trovare risposte coerenti e complete nelle singole organizzazioni, ma deve trovare nuove scale dimensionali entro cui organizzare la risposta erogativa. Pare perciò opportuno promuovere la creazione di Network sovraregionali per Aree Vaste di tipo funzionale, che rendano più velocemente percorribili gli sviluppi della ricerca, della assistenza, e delle sperimentazioni gestionali. A tal fine, così come previste nella 288 regolatoria degli IRCCS, il Pascale di Napoli con il consenso della Regione Campania ha promosso la costituzione della rete "AMORe" - Alleanza Mediterranea Oncologica in Rete - per mettere insieme le competenze di ricerca, professionali ed organizzative dei tre IRCCS oncologici del Sud Italia e, precisamente, l'Istituto Pascale di Napoli, Giovanni Paolo II di Bari e il CROB di Rionero in Vulture. A questa unione ha chiesto di affiancarsi anche la Regione Calabria, con la partecipazione della Azienda Ospedaliera di Cosenza. L'obiettivo è la creazione di un Network sovraregionale: una sorta di Area Vasta Oncologica entro cui dispiegare innovative partecipazioni gestionali, sui temi di: - Ricerca: le direzioni scientifiche hanno già condiviso la piattaforma informatica del catalogo prodotta e già sperimentata presso l'Istituto Pascale di Napoli, e questo consente ai ricercatori di poter dialogare tra loro con modalità fortemente innovativa, di valutare e condividere esiti di sperimentazioni, nonché di esprimere pareri condivisi sulle nuove opportunità, e poter contare su bacini di potenziali pazienti con casistiche sempre più ampie e articolate - Clinica: ci si propone la condivisione su scala allargata dei PDTA, e la loro certificazione, percorso questo già completato nel Pascale e IRCCS di Bari, per quanto concerne il PDTA per il carcinoma prostatico, e nel Pascale per il Ca del testicolo - Infrastrutture: è prevista la adesione alla piattaforma informatica costruita in sede dal Pascale di Napoli e già in uso - Consulenza/confronto: possibilità che i professionisti possano, su particolari patologie, effettuare tra di loro second opinion fino a poterne prevedere l'impiego sulla base di accordi trilaterali all'interno dei vari istituti - Organizzazione: È stata già avanzata ai Presidenti delle Regioni interessati ed al Ministero la richiesta per il comitato etico unico, dedicato ai tre IRCCS facenti parte dell'alleanza
campania
healthcare
planning_acts
Regione Campania
2019-11-21
9d5302d8ba446dae30c5130cc23b6d6a
13
Tendenziali 2019-2021
## I Conti Economici tendenziali Nel seguito, si riporta il dettaglio e le ipotesi di calcolo per la costruzione dei tendenziali 2019-2021. Per la costruzione dei tendenziali 2019, per alcune voci di costo, è stato previsto un incremento rispetto al Consuntivo 2018 dell'1,2%, pari al Tasso di Inflazione Programmata (di seguito TIP), riportato in data 29 Ottobre 2019 sul sito del Dipartimento del Tesoro1. Mentre per la costruzione dei tendenziali 2020-2021, per alcune voci di costo, è stato previsto un incremento dell'0,8%, pari al TIP, rispetto al costo tendenziale dell'anno precedente. Per le voci di costo relative al Personale dipendente e convenzionato, alla farmaceutica convenzionata, alle prestazioni erogate dalle strutture private accreditate, alla mobilità extra regionale e internazionale, ai prodotti farmaceutici, agli specialisti ambulatoriali, agli altri servizi sanitari e non sanitari, ai beni non sanitari, agli ammortamenti, al pay-back, agli accantonamenti per il personale convenzionato, al fondo rischi e al saldo della gestione straordinaria e finanziaria, vengono forniti chiarimenti sui criteri utilizzati nel seguito del documento. Per le voci di ricavo relative al F.S.R. indistinto e vincolato, alla mobilità extra regionale e internazionale e alle entrate, vengono forniti chiarimenti sui criteri utilizzati nel seguito del documento. ### RICAVI #### Contributi in c/esercizio indistinto Per l'importo del FSR 2019 è stato riportato il valore risultante dall'Intesa della conferenza Stato-Regioni sulla proposta di deliberazione CIPE delle risorse destinate al FSN per l'anno 2019 n. 88/2019 e n.90/2019. Per l'anno 2020-2021 tale quota è stata incrementata della stima di crescita del fondo sanitario nazionale (pari rispettivamente a ca. 2.000.000 €/000 per il 2020 e ca. 1.500.000 €/000 per il 2021), desumibile dalla Legge 145/18, moltiplicata per la quota di accesso per la Regione Campania desunta dall'Intesa n. 89/2019, pari a 9,32 %. Tale quota di accesso non tiene conto dell'incidenza percentuale, a favore della Regione Campania, relativa alla quota dello 0,25% dell'indistinto che negli ultimi anni è stata ripartita tra le regioni ai fini di riequilibrio, sostenendo in particolare le regioni Liguria e Campania, in quanto regioni che si distanziano maggiormente dall'indice di vecchia medio nazionale. #### Contributi in c/esercizio a destinazione vincolata Per quanto riguarda i contributi a destinazione vincolata, per gli anni 2019 e 2021 è stato riportato il valore indicato dal Ministero della Salute, nell'ambito della comunicazione del giorno 08.11.2019. Per il 2020, rispetto alle quote previste per il 2019 e 2021, sono stati aggiunti ulteriori 4.481 €/000 relativi al finanziamento destinato alla sperimentazione per la remunerazione delle prestazioni e delle funzioni assistenziali previste dall'articolo 1 del decreto legislative dei 3 ottobre 2009 n. 153, erogate dalle farmacie con oneri a carico del Servizio sanitario nazionale, come risultante dall'intesa della conferenza Stato-Regioni n. 33 del 2019. #### Contributi da Regione o Prov. Aut. (extra fondo) - Altro Per il 2019-2020-2021 tale voce è pari a ca. 5.677 €/000 come da comunicazione del Ministero della Salute del giorno 8.11.2019. #### Saldo mobilità extraregionale e internazionale in compensazione Per il triennio 2019-2020-2021 le relative voci di ricavo e di costi sono state mantenute stabili in via prudenziale. A tal proposito è stato preso come riferimento per la mobilità extra-regionale il valore risultante dall'Intesa della conferenza Stato-Regioni sulla proposta di deliberazione CIPE delle risorse destinate al FSN per l'anno 2019 n. 88 del 06.06.2019. Il saldo della mobilità internazionale per l'anno 2019 è pari al valore risultante dall'Intesa della conferenza Stato-Regioni sulla proposta di deliberazione CIPE delle risorse destinate al FSN per l'anno 2019 n. 88 del 06.06.2019. Mentre per il biennio 2020-2021 è stata riportata una stima prudenziale del saldo pari a ca. - 8.250 €/000, basato sugli addebiti riferiti agli anni 2013/2017. #### Utilizzo fondi per quote inutilizzate contributi vincolati anni precedenti Per la voce relativa all'utilizzo fondi per quote inutilizzate contributi di esercizi precedenti da Regione o Prov. Aut. per quota F.S. regionale vincolato, il tendenziale degli anni 2019-2020-2021 è stato previsto pari a quanto iscritto nel CE al Consuntivo 2018 che ammonta a ca. 61.102 €/000. #### Utilizzo fondi per quote inutilizzate contributi di esercizi precedenti da soggetti pubblici (extra fondo) vincolati Il tendenziale degli anni 2019 e 2020 è stato previsto pari a quanto iscritto nel CE al Consuntivo 2018, mentre nel 2021 è stato previsto l'ulteriore utilizzo delle quote relative al gioco d'azzardo patologico ex legge 208/2015, riferite alle annualità 2016-2019, pari a ca. 18.150 €/000 a copertura dei costi operativi che saranno sostenuti nell'anno. #### Contributi da altri soggetti pubblici (extra fondo) vincolati Il tendenziale per gli anni 2019-2020-2021 è pari al valore iscritto a CE al Consuntivo 2018, a cui è stata aggiunta la quota relativa al gioco d'azzardo patologico ex legge 208/2015, pari a ca. 4.655 €/000 e la quota relativa all'intesa CSR n. 151/2019 finalizzata alla riduzione dei tempi di attesa nell'erogazione delle prestazioni sanitarie, pari a ca. 4.211 €/000. L'importo relativo al gioco patologico è stato accantonato nella voce "accantonamenti per quote inutilizzate contributi da soggetti pubblici (extra fondo) vincolati", per gli anni 2019-2020. La quota relativa all'intesa alla CSR n. 151/2019 è stata accantonata nella voce "accantonamenti per quote inutilizzate contributi da soggetti pubblici (extra fondo) vincolati", per gli anni 2019-2021. #### Contributi da altri soggetti pubblici (extra fondo) altro Il tendenziale per il solo 2019 è pari a quanto riportato nel Consuntivo 2018 comprensiva la quota relativa al 2019 del Progetto ex Articolo 79. Tale importo è riportato anche per il solo 2019 tra le consulenze non sanitarie da privato. Per il 2020 il tendenziale è pari a quanto iscritto in sede di Consuntivo 2018 a cui è stata aggiunta una quota di ca. 3.751 €/000 relativa all'estensione per il 2020 del Progetto ex Articolo 79. Per il 2021 la voce è pari a quanto riportato nel Consuntivo 2018. #### Altre entrate Rispetto al Consuntivo 2018 per il tendenziale degli anni 2019-2020-2021, tali voci, compreso il saldo dell'intramoenia, sono state mantenute prudenzialmente stabili, al netto di fenomeni che si ritiene specifici dell'anno 2018 (riferibili alle voci "Altri proventi diversi" e "Altri concorsi, recuperi e rimborsi da parte di altri soggetti pubblici" per un totale di 11.855 €/000). #### Pay-back La quota relativa al Pay-back per superamento del tetto della spesa farmaceutica ospedaliera, per il tendenziale 2019-2020-2021, è stato posto pari a zero; mentre per l'ulteriore pay-back è stato riportato per il triennio 2019-2020-2021 il valore iscritto a CE in sede di Consuntivo 2018. Si precisa che, a titolo prudenziale, si è ritenuto opportuno non considerare nell'ambito di tale valorizzazione la quota relativa al fondo Pay-back farmaceutici anni 2013-2017 che ammonta a ca. 170 €/mln (come da nota del 20/09/2019 inviata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze). ### COSTI #### Beni e Servizi Per quanto riguarda la stima dell'andamento dei costi per beni e servizi, la stessa è stata effettuata come di seguito riportato: - Il costo tendenziale dei prodotti farmaceutici ed emoderivati, al netto dei costi per i farmaci anti Epatite C, è stato determinato a partire dal valore iscritto a CE al Consuntivo 2018, incrementato di un tasso di crescita annuo pari al CAGR rilevato negli anni 2015-2016-2017 (3%). Il costo tendenziale dei prodotti farmaceutici anti Epatite C invece è stato mantenuto costante nel triennio e pari al valore rilevato al Consuntivo. - Il costo tendenziale 2020-2021 per l'acquisto degli altri beni sanitari, esclusi i prodotti farmaceutici e i dispositivi, è stato determinato a partire dal valore iscritto nel CE al Consuntivo 2018 e incrementato di un tasso di crescita pari al CAGR rilevato negli anni 2016-2017-2018 (16,2%). Mentre per il 2019 il costo tendenziale è stato determinato a partire dal valore iscritto nel CE al Consuntivo 2018 e incrementato di un tasso di crescita annuo, pari al valore del TIP per l'anno 2019. - Il costo tendenziale per l'acquisto dei dispositivi è stato determinato a partire dal valore iscritto nel CE alConsuntivo 2018 e incrementato di un tasso di crescita annuo, pari al valore del TIP per gli anni 2019-2021. Ciò tenuto conto anche degli andamenti dei conti economici trimestrali del 2019 (II e III Trimestre 2019). - Il costo tendenziale per l'acquisto di beni non sanitari, è stato determinato a partire dal valore iscritto nel CE al Consuntivo 2018 e incrementato di un tasso di crescita annuo, pari al valore del TIP per gli anni 2019-2021. - Il costo tendenziale per l'acquisto dei costi per servizi appaltati, utenze e consulenze (ad eccezione dell'indennità al personale universitario e degli specialisti ambulatoriali) è stato determinato a partire dal valore iscritto nel CE al Consuntivo 2018 e incrementato di un tasso di crescita annuo, pari al valore del TIP per gli anni 2019-2021. Per il costo tendenziale del 2019 delle sole consulenze non sanitarie si è tenuto conto della quota relativa al progetto ex Art 79 pari a ca. 12.650 €/000. - Il costo tendenziale degli specialisti ambulatoriali (sumai) è stato determinato a partire dal valore iscritto a CE al Consuntivo 2018, incrementato del TIP del relativo anno. - Il costo tendenziale 2020-2021 degli altri servizi sanitari è stato determinato a partire dal valore iscritto nel CE al Consuntivo 2018 e incrementato di un tasso di crescita annuo del 3,5%, pari al CAGR rilevato negli anni 2016-2017-2018. Il costo tendenziale 2019 è stato determinato a partire dal valore iscritto a CE al Consuntivo 2018, incrementato del TIP del relativo anno, tenuto conto dell'andamento dei dati del III Trimestre 2019. - Il costo tendenziale 2020-2021 dei rimanenti servizi non sanitari è stato determinato a partire dal valore iscritto nel CE al Consuntivo 2018 e incrementato di un tasso di crescita annuo del 1,6%, pari al CAGR rilevato negli anni 2016-2017-2018. Il costo tendenziale 2019 è stato determinato a partire dal valore iscritto a CE al Consuntivo 2018, incrementato del TIP del relativo anno, tenuto conto dell'andamento dei dati del III Trimestre 2019. Si precisa che nell'ambito di tale valutazione si è tenuto conto della quota della convenzione So.Re.Sa., relativa all'anno 2019, pari a ca. 4.252 €/000. #### Costo del Personale dipendente Nei tendenziali del triennio 2019-2020-2021, il costo del personale dipendente è stato definito sulla base di quanto iscritto a CE nel Consuntivo 2018, al netto dello sforamento dei fondi contrattuali rilevati nel medesimo anno, stimando che le AA.SS. assumano il 100% del personale cessato dell'anno precedente. #### Medicina di base Il costo tendenziale 2019-2020-2021 della medicina di base è pari al valore iscritto nel CE al Consuntivo 2018. #### Farmaceutica convenzionata Il costo tendenziale 2019-2020-2021 della farmaceutica convenzionata è pari al valore iscritto nel CE al Consuntivo 2018. #### Prestazioni sanitarie da privato Per le prestazioni di assistenza ospedaliera e specialistica il costo tendenziale è stato costruito tenendo in considerazione quanto previsto dal Decreto Legge n. 95/2012 in tema di spending review, quindi procedendo all'abbattimento del 2% del valore rilevato al Consuntivo 2011. L'importo così determinato è stato mantenuto costante per il triennio 2019-2020-2021. Per l'assistenza riabilitativa il valore tendenziale 2019-2020-2021 è stato determinato a partire dal valore iscritto nel CE al Consuntivo 2018 incrementato di un tasso di crescita annuo, pari al valore del TIP del relativo anno. Per l'assistenza psichiatrica e socio-sanitaria, il valore tendenziale 2019-2020-2021 è pari al valore iscritto nel CE al Consuntivo 2018, tale valore è stato mantenuto costante nel triennio di riferimento. Per l'assistenza integrativa e protesica il valore tendenziale 2019-2020-2021 è stato determinato a partire dal valore iscritto nel CE al Consuntivo 2018 incrementato di un tasso di crescita annuo, pari al valore del TIP del relativo anno. #### Accantonamenti a fondi rischi Il valore tendenziale degli accantonamenti a fondo rischi per il 2019-2020-2021 è stato stimato partendo dal dato iscritto nel CE al Consuntivo 2018, al netto degli accantonamenti operati in Gestione Sanitaria Accentrata per situazioni specifiche relative all'anno 2018. #### Altri accantonamenti Il valore tendenziale degli altri accantonamenti per il 2019-2020-2021 è pari al dato iscritto nel CE al Consuntivo 2018, al netto degli accantonamenti operati in Gestione Sanitaria Accentrata, pari a ca. 14.000 €/000. #### Accantonamenti per quote inutilizzate di contributi vincolati Per l'anno 2019 gli accantonamenti per quote inutilizzate di contributi vincolati, sono pari al valore rilevato al Consuntivo 2018. Per il 2020 la voce è pari al 70% del valore degli obiettivi di piano risultante dall'Intesa della conferenza Stato-Regioni sulla proposta di deliberazione CIPE delle risorse destinate al FSN per l'anno 2019 n. 89 del 06.06.2019, a tale importo sono stati aggiunti ulteriori 4.481 €/000 relativi al finanziamento destinato alla sperimentazione per la remunerazione delle prestazioni e delle funzioni assistenziali previste dall'articolo 1 del decreto legislative dei 3 ottobre 2009 n. 153, erogate dalle farmacie con oneri a carico del Servizio sanitario nazionale, come risultante dall'intesa della conferenza Stato- Regioni n. 33 del 2019. Per il 2021 la voce è pari al 30% del valore degli obiettivi di piano risultante dall'Intesa della conferenza Stato-Regioni sulla proposta di deliberazione CIPE delle risorse destinate al FSN per l'anno 2019 n. 89 del 06.06.2019. #### Accantonamenti per quote inutilizzate contributi da soggetti pubblici (extra fondo) vincolati Il costo tendenziale 2019 è pari al valore rilevato al Consuntivo 2018 incrementato delle quote relativa al gioco d'azzardo patologico 2016-2019 (ex legge 208/2015) pari a ca. 13.495 €/000 con riferimento agli anni 2016-2018 e a ca. 4.655 €/000 con riferimento all'anno 2019. A tale importo sono stati aggiunti ca. 4.211 €/000 con riferimento agli importi dell'intesa CSR n. 151/2019 (riferita alla riduzione dei tempi di attesa). Per il 2020 il costo tendenziale è pari al Consuntivo 2018 incrementato della quota relativa al gioco d'azzardo patologico 2020 (ex legge 208/2015) pari a ca. 4.655 €/000 e a ca. 4.211 €/000 con riferimento agli importi dell'intesa CSR n. 151/2019. Per il 2021 il valore è relativo a quanto iscritto nel Consuntivo 2018, a tale importo è stata aggiunta una quota pari a ca. 4.211 €/000 con riferimento agli importi dell'intesa CSR n. 151/2019. #### Accantonamenti per rinnovi personale Per il 2019 gli accantonamenti per rinnovi contrattuali del personale dipendente, ad eccezione del comparto, sono pari al valore del costo del personale e dei relativi accantonamenti, rilevati in sede di Consuntivo 2018, moltiplicato per 1,3 % che costituisce la quota da applicare per il 2019. A tale importo è stata aggiunta una quota pari al 3,48% del costo rilevato in sede di Consuntivo 2018. Per il 2020 gli accantonamenti per rinnovi contrattuali del personale dipendente, ad eccezione del comparto, sono pari al valore del costo del personale rilevato in sede di Consuntivo 2018 e degli accantonamenti tendenziali 2019, moltiplicato per 1,65%. A tale importo è stata aggiunta una quota pari al 3,48% del costo rilevato in sede di Consuntivo 2018. Per il 2021 gli accantonamenti per rinnovi contrattuali del personale dipendente, ad eccezione del comparto, sono pari al valore del costo del personale rilevato in sede di Consuntivo 2018 e degli accantonamenti tendenziali 2020, moltiplicato per 1,9 %. A tale importo è stata aggiunta una quota pari al 3,48% del costo rilevato in sede di Consuntivo 2018. Per il comparto gli accantonamenti per il personale dipendente comparto sono stati calcolati applicando la percentuale di rinnovo pari all'1,3%, desumibile dall'ultima legge di bilancio per l'anno 2019, al valore di costo e relativo accantonamento rilevato nel 2018. Per l'anno 2020 gli accantonamenti per il personale dipendente comparto sono stati calcolati applicando la percentuale di rinnovo pari all'1,65%, desumibile dall'ultima legge di bilancio per l'anno 2019, alla somma del costo e dei relativi accantonamenti tendenziali, riferiti al 2019. Per l'anno 2021 gli accantonamenti per il personale dipendente e convenzionato sono stati calcolati applicando la percentuale di rinnovo pari all'1,95%, desumibile dall'ultima legge di bilancio per l'anno 2019, alla somma del costo e dei relativi accantonamenti tendenziali, riferiti al 2020. Per il 2019 gli accantonamenti per rinnovi contrattuali del personale convenzionato, ivi compresi sumai, sono pari al 3,48% della somma del costo rilevato in sede di Consuntivo 2015 e dello 0,75% del costo rilevato in sede di Consuntivo 2010. A tale importo sono state aggiunte le ulteriori due quote relative allo 0,75% del costo rilevato in sede di Consuntivo 2010 e dell'1,3% del costo rilevato in sede di Consuntivo 2018 e del relativo accantonamento 2018. Per il 2020 gli accantonamenti per rinnovi contrattuali del personale convenzionato, ivi compresi sumai, sono pari al 3,48% della somma del costo rilevato in sede di Consuntivo 2015 e dello 0,75% del costo rilevato in sede di Consuntivo 2010. A tale importo sono state aggiunte le ulteriori due quote relative allo 0,75% del costo rilevato in sede di Consuntivo 2010 e dell'1,65% del costo rilevato in sede di Consuntivo 2018 e dell'accantonamento tendenziale 2019. Per il 2021 gli accantonamenti per rinnovi contrattuali del personale convenzionato, ivi compresi sumai, sono pari al 3,48% della somma del costo rilevato in sede di Consuntivo 2015 e dello 0,75% del costo rilevato in sede di Consuntivo 2010. A tale importo sono state aggiunte le ulteriori due quote relative allo 0,75% del costo rilevato in sede di Consuntivo 2010 e dell'1,9% del costo rilevato in sede di Consuntivo 2018 e dell'accantonamento tendenziale 2020. #### Gestione straordinaria, finanziaria e fiscale Gli oneri e i proventi straordinari sono pari a quanto iscritto nel CE Consuntivo 2018, fatta eccezione per le insussistenze attive e passive stimate prudenzialmente pari a zero; delle altre sopravvenienze passive alle quali, solo per il 2019, è stata aggiunta una quota pari a 1.845 €/000, relativa agli stanziamenti degli STP, come da indicazioni del Ministero della Salute nell'ambito della comunicazione del giorno 08.11.2019 e delle altre sopravvenienze attive v/terzi. Queste ultime sono state incrementate con riferimento al solo costo tendenziale 2019 delle quote relative al GAP 2016-2018 pari a ca. 13.495 €/000 e al Pay-back 2017 pari a ca. 13.951 €/000.Tale quota non risulta rilevata sul Consuntivo 2017 e si riferisce alla quota accertata e riscossa nel 2017, ma non impegnata alla data di chiusura del Consolidato 2017 Sanità (novembre 2018), che su indicazioni ministeriali non era stata rilevata come ricavo dell'esercizio 2017. Tuttavia in sede di chiusura di rendiconto finanziario 2017 della Regione, avvenuta successivamente al tavolo di verifica Ministeriale di novembre 2018, a seguito di interpretazione dei principi di contabilità finanziaria da parte della Corte dei Conti, la predetta quota è stata oggetto di impegno tecnico a "sfondamento" e pertanto sul rendiconto finanziario 2017 risulta accertata, riscossa ed impegnata. I proventi e gli oneri finanziari sono stati stimati pari al valore iscritto nel CE al Consuntivo 2018. Le imposte, ad eccezione dell'IRAP, sono state stimate in crescita di un tasso annuo del 1,2%, mentre l'IRAP relativa al personale dipendente è pari al valore rilevato a Consuntivo 2018 a cui è stata aggiunta una quota pari all'8,5% degli accantonamenti del personale registrati in sede di Consuntivo 2018. ## Sintesi delle manovre di sviluppo e riqualificazione Di seguito si riporta una tabella di sintesi in cui si evidenziano gli impatti economici delle singole manovre riportate all'interno del documento, e i risultati tendenziali e programmatici previsti per il prossimo triennio. Si precisa che nella tabella di seguito i maggiori costi e/o i minori ricavi sono indicati con segno negativo mentre i maggiori ricavi e/o minori costi sono indicati con segno positivo, in modo da riflettere l'effetto del risultato economico. Si precisa che, a titolo prudenziale, si è ritenuto opportuno non considerare nell'ambito di tale valorizzazione sia la quota relativa al fondo Pay-back farmaceutici anni 2013-2017 che ammonta a ca. 170.000 €/000 (come da nota del 20/09/2019 inviata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze), sia lo smobilizzo della quota relativa al fondo rischi di ca. 22.000 €/000, iscritta in sede di Consuntivo 2018 su indicazioni del Ministero, riferita agli incassi del 2018 di rimborso del pay-back ospedaliero 2016. ## I servizi sociosanitari ambulatoriali, residenziali e semiresidenziali2 ### Ricognizione delle tariffe per tutte le tipologie di assistenza Ai fini della valorizzazione dell'impatto economico previsto per il triennio 2019-2021, a seguito dell'attivazione del piano territoriale, si è provveduto ad una ricognizione delle tariffe, disciplinate e in fase di definizione. Di seguito il dettaglio delle tariffe e i relativi riferimenti normativi: ### Valutazione dell'impatto economico Nel presente paragrafo è stato elaborato l'impatto economico che lo sviluppo dell'assistenza territoriale avrà nell'arco del triennio 2019-2021, attraverso la valorizzazione a tariffa della nuova ed incrementale assistenza erogata. Le variabili produttive considerate al fine della valorizzazione sono: - Posti letto - Giornate erogate - Prestazioni erogate Nel Piano Territoriale, approvato con DCA n. 83/19, il fabbisogno per l'assistenza territoriale della Regione Campania è stato definito in termini di nuovi Posti letto e relative giornate/prestazioni erogabili, per i seguenti setting assistenziali: - Adulti non autosufficienti; - Disabilità; - Salute Mentale; - Dipendenze Patologiche; - Hospice – cure palliative; - Riabilitazione estensiva residenziale, semiresidenziale e ambulatoriale, cosiddetta ex art. 26; - Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) Per ogni setting sono state quantificate e valorizzate le diverse intensità di cura e carico assistenziale, laddove previste dalla normativa regionale, e le relative Tariffe, adottate o in corso di adozione, per la parte a carico del SSR. Per il calcolo del differenziale tra il fabbisogno dei setting assistenziali relativo al Piano Territoriale e l'attuale offerta sono stati analizzati; i dati, estratti in data 09.09.2019, delle seguenti fonti: - Attraverso i Flussi NSIS (STS e RIA) è stata possibile l'analisi sulla base della produzione effettiva (in termini di giornate) per l'assistenza sociosanitaria e riabilitativa; - Attraverso il Flusso SIAD sono state estratte le prestazioni relative all'Assistenza Domiciliare Integrata (ADI). Per l'anno 2018 sono state rilevate, quindi, le giornate erogate (tracciate attraverso i flussi informativi di cui sopra) mentre per il triennio successivo sono state stimate le giornate erogabili su una base di 365 giorni per i posti letto residenziali e su 300 giorni per i posti letto semiresidenziali, considerando in entrambi i casi un Tasso di occupazione dei posti letto al 75%. Si stima di soddisfare, per i setting già disciplinati nel triennio 2019-2021 il 35% del valore economico emerso dall'analisi e di raggiungere il 100% negli anni successivi al 2021. Per i tre setting per i quali si disciplineranno, entro i 12 mesi, requisiti e le tariffe si prevede di attivarli nel corso del 2021. La stima della ripartizione nel tempo delle nuove attivazioni è stata fatta considerando: - L'effettiva capacità di Regione e AASSLL di sostenere il carico amministrativo legato ai procedimenti di autorizzazione e accreditamento dei nuovi setting; - La sostenibilità economico-finanziaria del piano del comparto sanità tenendo conto sia dei Fondi all'uopo accantonati (cd. Fondo per Potenziamento LEA) sia del graduale riequilibrio delle risorse dall'Ospedale verso il Territorio; - Compatibilità economico-finanziaria relativa alla compartecipazione sociale a carico degli utenti e/o Comuni. Nelle tabelle che seguono, si rappresenta, per singolo setting assistenziale, una sintesi della programmazione delle nuove attivazioni nel triennio 2019-2021, con il relativo impatto economico-finanziario di competenza: A sostegno dello sviluppo del sistema socio-sanitario secondo le linee descritte nel Piano Territoriale, la Regione garantirà la erogazione delle prestazioni tramite sia strutture pubbliche che soggetti privati accreditati. In particolare, in riferimento alle risorse umane necessarie a garantire l'assistenza territoriale pubblica programmata, il fabbisogno sarà totalmente soddisfatto attraverso l'attuazione del Piani triennali del Fabbisogno di personale, come già previsti nel presente piano. Nel medio-lungo periodo le risorse economico-finanziarie necessarie al completo sviluppo ed al mantenimento sostenibile dell'assistenza territoriale campana, dovranno essere recuperate attraverso un graduale "spostamento" delle risorse dall'Ospedale verso il Territorio. Nel breve periodo, si attingerà a fonti di finanziamento dedicate, quale quota parte del fondo per il potenziamento dei LEA, e dai processi di riconversione dei PL delle strutture private socio-sanitarie, così come programmati. Con riguardo alla prima fonte di finanziamento si fa riferimento, segnatamente, al Fondo per il potenziamento dei LEA: considerando le risorse presenti nello stato patrimoniale 2018, al netto delle risorse da destinare a specifiche ulteriori attività di potenziamento LEA, risultano disponibili ca. 170 €/mln. In attesa delle nuove ripartizioni in termini di attività/attivazioni tra erogatori pubblici e privati, così come esplicitato nel piano territoriale, i predetti importi sono stati riportati nelle manovre e nei CE programmatici per un valore pari al 50% dell'importo totale nel conto BA1510 "Altri servizi sanitari e sociosanitari a rilevanza sanitaria da pubblico -Altri soggetti pubblici della Regione", conto utilizzato al solo fine di dare una specifica evidenza a tale previsione di spesa. Il restante 50% è stato iscritto, invece, secondo lo schema riportato di seguito nei conti: - BA0680 -"Acquisti servizi sanitari per assistenza riabilitativa (da privato intraregionale)"; - BA1140 -"Acquisto prestazioni Socio-Sanitarie a rilevanza sanitaria (da privato intraregionale)"; - BA0940 -"Acquisto prestazioni di psichiatria residenziale e semiresidenziale (da privato intraregionale)". Si precisa che le percentuali di ripartizione su indicate sono da intendersi quali ipotesi accademiche, in quanto le stesse saranno suscettibili di modifica a seguito dell'approvazione da parte della Regione dei piani attuati aziendale della rete territoriale. A seguito dell'attuazione dei predetti piani sarà perfezionata la quota di ripartizione tra pubblico e privato della nuova assistenza territoriale. Inoltre si rappresenta che la stima della manovra relativa alle attività/attivazioni da parte degli erogatori pubblici (basata sul calcolo delle prestazioni a tariffa) è oltremodo prudenziale, atteso che la componente di costo inerente le risorse umane è già inclusa nella manovra "Fabbisogno del personale". ## Fabbisogno del personale Attraverso l'applicazione della metodologia di determinazione delle dotazioni organiche di personale, emanata con DCA n. 67/2016, le aziende sanitarie della Regione hanno provveduto ad emanare i propri Piani Triennali di Fabbisogno di Personale per il triennio 2018/2020 parametrati rispetto al personale in servizio al 31.12.2017, nello specifico risultano autorizzate, oltre il personale cessato: - n. 2.511 unità per l'anno 2018; - n. 3.532 unità per l'anno 2019; - n. 1.708 unità per l'anno 2020. In considerazione dei piani delle singole aziende approvati con DCA, nonché delle reali tempistiche di immissione in servizio osservate al 30.09.2019, si è proceduto a valorizzare il fabbisogno di personale necessario al raggiungimento dello standard definito in base al suddetto DCA n. 67/2016, al netto del personale che cesserà negli anni di riferimento. La suddetta valorizzazione è stata effettuata secondo la programmazione di seguito riportata: - nell'anno 2018 sono stati immesse in servizio 2.511 unità di personale, così come autorizzate con i suddetti DCA, già ricomprese quindi nei valori tendenziali del costo del personale; - per l'anno 2019, alla luce delle assunzioni effettivamente effettuate al 30.09.2019, si è proceduto a programmare l'immissione in servizio di 544 unità di personale, a fronte delle 3.532 unità di personale autorizzate con i suddetti DCA; - per l'anno 2020, la programmazione prevede l'immissione in servizio di 4.696 unità di personale, pari alla somma delle unità autorizzate con i suddetti DCA per l'annualità in oggetto (1.708 unità) e le unità che residuano sulle autorizzazioni 2019 (2.988 unità); - infine, nell'anno 2021, la programmazione prevede l'immissione in servizio di 3.169 unità di personale, pari alle unità necessarie al raggiungimento della dotazione standard regionale così come derivante dal DCA n. 67/2016. Di seguito si riporta il dettaglio dei profili da assumere nel triennio 2019-2021. Il costo medio annuo è stato calcolato considerando i costi del personale a tempo indeterminato riportati a Consuntivo 2018, rispetto al personale in servizio al 31.12.2018. Considerando il costo medio per ruolo ed area contrattuale si è quindi proceduto a calcolare il valore della manovra. Ai fini della valorizzazione si è ipotizzato che il personale entri in servizio a partire dal secondo semestre degli anni 2019-2021, per cui è stato considerato il 50% della manovra annuale prevista, tale ipotesi scaturisce dalla necessità di legare le procedure di reclutamento a quelle di riorganizzazione sia della nuova Rete ospedaliera (DCA n. 103/2018) sia della nuova rete territoriale (DCA 83/2019). L'impatto economico stimato è pari a: - maggiori costi per 21.446 €/000 nel 2019; - maggiori costi per 185.704 €/000 nel 2020; - maggiori costi per 428.174 €/000 nel 2021. La manovra sul personale avrà effetti anche sul costo sostenuto per l'IRAP, che sulla base dell'aliquota di riferimento (8,5% del costo) calcolata rispetto al valore della manovra a cui è stata aggiunta la relativa quota di accantonamento per il mancato rinnovo del contratto 2016/2018, comporta maggiori oneri: - ca. 1.886 €/000 nel 2019; - ca. 16.334 €/000 nel 2020; - ca. 37.661 €/000 nel 2021. Infine, la presente manovra comporterà costi aggiuntivi anche in relazione agli accantonamenti per rinnovi contrattuali, che applicando le percentuali di rinnovo desumibili dall'articolo 2 del DPCM 27/02/2017 per il triennio 2016/2018 (3,48%) e le percentuali desumibili dalla legge di bilancio 2019 per il triennio 2019-2021 (1,3% per il 2019, 1,65% per il 2020, 1,9% per il 2021) risultano, come di seguito dettagliate: - ca. 856 €/000 nel 2019; - ca. 6.666 €/000 nel 2020; - ca. 16.237 €/000 nel 2021. Si evidenzia che a seguito dell'attuazione della manovra esposta, i costi del personale risulteranno all'interno del tetto di spesa fissato, in base a quanto disposto dall'art. 11 comma 1 D.L. n. 35/2019, nel costo dell'anno 2004 ridotto del 1,4% (pari a 3.006.000 €/000). Ai fini del suddetto comma 1, la spesa è considerata, al lordo degli oneri riflessi a carico delle amministrazioni e dell'imposta regionale sulle attività produttive, per il personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, a tempo determinato, di collaborazione coordinata e continuativa e di personale che presta servizio con altre forme di rapporto di lavoro flessibile o con convenzioni. La predetta spesa è considerata al netto degli oneri derivanti dai rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro successivi all'anno 2004, per personale a carico di finanziamenti comunitari o privati e relativi alle assunzioni a tempo determinato e ai contratti di collaborazione coordinata e continuativa per l'attuazione di progetti di ricerca finanziati ai sensi dell'articolo 12-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502. ## Utilizzo fondi vincolati anni precedenti La Regione ha provveduto ad effettuare un'analisi volta al monitoraggio degli "utilizzi fondi vincolati anni precedenti" che si prevede saranno contabilizzati dalle Aziende nelle annualità 2019-2021. Come già esposto in precedenza gli utilizzi relativi ai conti tendenziali 2019, 2020 e 2021 sono stati mantenuti costanti, pari al valore rilevato in sede di Consuntivo 2018 (pari a ca. 61.102 €/000). Tale previsione tendenziale si basa sull'ipotesi di pieno utilizzo della quota incassata dei fondi vincolati (obiettivi di piano e piano della prevenzione) relativi alle annualità fino al 2018 (compreso) principalmente per la sola parte incassata dalla Regione, al 10 Ottobre 2019. Le manovre del triennio 2019-2021 riguardano utilizzi relativi ai fondi vincolati ad anni precedenti per un importo complessivo pari a ca. 420.406 €/000, di cui utilizzi maggiori di ca. 237.100 €/000 rispetto a quanto previsto dai conti tendenziali 2019,2020 e 2021. Alle nuove attività sanitarie implementate tramite il maggior utilizzo dei fondi vincolati, relativi ad anni precedenti, corrisponde un incremento dei costi operativi. Tali costi non crescono in modo proporzionale ai ricavi in quanto le Aziende sono impegnate in un utilizzo più efficiente di tutte le risorse a disposizione. Si sottolinea infatti che la realizzazione di un progetto non comporta necessariamente un aumento direttamente proporzionale dei relativi costi, in quanto la maggior parte delle attività ad esso correlate rientrano nelle attività "ordinarie" di erogazione LEA. Di seguito si rappresenta il dettaglio degli utilizzi: - Utilizzi 2019: ca. 89.102 €/000 di cui 56.305 €/000 quale residuo fondo delle quote incassate dalle singole AA.SS. sugli obiettivi di piano triennio 2014-2016, e ca. 32.797 €/000 quale ca. il 35% della quota incassata sugli obiettivi di piano FSN 2017; - Utilizzi 2020: ca. 97.890 €/000 imputabili principalmente a ca. 36.789 €/000 quale 45% delle quote incassate dalle singole AA.SS. sugli obiettivi di piano sull'annualità FSN 2018 e ca. 61.102 €/000 quale 65% della quota residua incassata dalle singole AA.SS. sugli obiettivi di piano annualità FSN 2017 - Utilizzi 2021: ca. 233.412 €/000 imputabili principalmente a ca. 46.049 €/000 quale quota residua dei saldi degli obiettivi di piano dell'annualità 2014 che si prevede di incassare anche in considerazione del documento programmatico triennale 14-16 (DCA n.134 del 2016) e della trasmissione e rendicontazione dei progetti ai Ministeri competenti, ca. 45.963 €/000 quale 55% della quota residua incassata sugli obiettivi di piano annualità FSN 2018, ca. 82.000 €/000 corrispondente a ca. il 100% della quota residua degli obiettivi di piano annualità FSN 2019 e ca. 59.400 €/000 corrispondente al 70% della quota relativa agli obiettivi di piano annualità FSN 2020. ## Contenimento costi per il ricorso alle prestazioni aggiuntive ed alle forme di lavoro alternative Ai fini del calcolo del risparmio potenziale derivante dall'abbattimento delle prestazioni aggiuntive erogate e delle forme di lavoro alternative (lavoro interinale, collaborazione coordinate e continuative e consulenze), è stata ipotizzata una riduzione percentuale della spesa per singola AA.SS., rispetto a quella rilevata a Consuntivo 2018, alla luce della normativa europea sugli orari di lavoro ed alle procedure di reclutamento poste in essere dalla Regione in esecuzione dei Piani del Fabbisogno Triennali del Personale 2018/2020. In particolare, per quanto riguarda le prestazioni aggiuntive il valore rilevato a Consuntivo 2018 è pari a 38.523 €/000 così suddiviso È disposto a livello regionale un progressivo abbattimento delle prestazioni aggiuntive nella misura: - 10% del costo sostenuto nel 2018, da realizzarsi entro il 2019; - 30% del costo sostenuto nel 2018, da realizzarsi entro il 2020; - 50% del costo sostenuto nel 2018, da realizzarsi entro il 2021. Il risparmio stimato per il triennio 2019-2021 è stato calcolato considerando i dati riportati dalle singole Aziende nel CE Consuntivo della voce nella voce "B.2.A.15.3.A) - Consulenze sanitarie da privato - articolo 55, comma 2, CCNL 8 giugno 2000". Applicando le suddette percentuali di abbattimento delle prestazioni aggiuntive si ottiene un risparmio così suddiviso: - per il 2019 a ca. 3.899 €/000; - per il 2020 a ca. 11.789 €/000; - per il 2021 a ca. 19.806 €/000. Si precisa che a seguito di ricognizione, le Aziende della Regione hanno rappresentato, che ad oggi la mancata progressiva riduzione della voce di costo in oggetto, è dovuta principalmente sia ai tempi di conclusione delle procedure di reclutamento di personale nonché alla contestuale cessazione di personale dipendente a seguito dei collocamenti in quiescenza, nell'ultimo triennio il cui trend permane anche nel primo semestre 2019. Dall'analisi dei dati pervenuti è emerso che le aziende fanno ricorso alle prestazioni aggiuntive prevalentemente per le seguenti discipline: - Anestesia e rianimazione; - Medicina e chirurgia d'accettazione e d'urgenza; - Radiologia. Si segnala che le avviate procedure concorsuali, sia a tempo indeterminato che determinato, registrano un numero insufficiente di domande di partecipazione rispetto al numero dei posti messi a concorso che non riescono a soddisfare le reali esigenze delle aziende e comportano di fatto, al fine di assicurare i Livelli Essenziali di Assistenza, l'utilizzo dell'istituto contrattuale di che trattasi. A seguito dell'attuazione dei processi di reclutamento finalizzati alla copertura del fabbisogno di personale regionale, la Regione Campania ha come obiettivo una graduale riduzione anche dei costi legati al ricorso a forme di lavoro alternative (lavoro interinale, collaborazione coordinate e continuative e consulenze), il cui valore rilevato Consuntivo 2018 è pari a 102.280 €/000 così suddiviso: È disposto quindi a livello regionale un progressivo abbattimento dei costi destinati alle forme di lavoro alternative nella misura: Si rileva che la percentuale di riduzione prevista per l'anno 2019 risulta in linea con la proiezione dei costi registrati al III trimestre 2019, in quanto nell'ambito delle procedute di reclutamento le Aziende hanno privilegiato nei limiti consentiti la riduzione di tale forma di lavoro. ## Gli investimenti in Sanità Di seguito si riporta l'impatto economico derivante dall'attuazione degli interventi previsti in materia di investimenti in Sanità. A tal proposito sono stati analizzati gli investimenti programmati nell'ambito del DCA 100/18 "Documento programmatico accordo di programma per il settore degli investimenti sanitari art 20 Legge 67/88" che ammontano a ca. 1.029.300 €/000, derivanti: - dal residuo della Delibera Cipe n. 52/1998 per 417.800 €/000; - dalla Delibera Cipe n. 65/2002 per 43.700 €/000; - dalla Delibera Cipe n. 98/2008 per 255.200 €/000; - dalla Delibera Cipe n. 97/2008 per 312.700 €/000. Tali importi non comprendono la quota di cofinanziamento regionale pari a 54.173 €/mln, come di seguito dettagliato: A tali tipologie di investimento sono stati applicati i coefficienti di ammortamento previsti dall'allegato 3 del D.Lgs.118/11, pari rispettivamente, al 20% per gli investimenti relativi alle attrezzature e al 3% per gli investimenti relativi all'edilizia. La tabella di seguito riporta la valorizzazione economica della manovra che prevede per l'anno: - 2019 l'attivazione del 30% degli investimenti programmati cui corrisponde una quota di ammortamenti complessiva pari a ca.15.924 €/000, opportunamente sterilizzati secondo le linee guida previste dal D.Lgs.118/11; - 2020 l'attivazione del 70% degli investimenti programmati cui corrisponde una quota di ammortamenti complessiva pari a ca. 37.155 €/000, opportunamente sterilizzati secondo le linee guida previste dal D.Lgs.118/11; - 2021 l'attivazione di tutti gli investimenti programmati cui corrisponde una quota di ammortamenti complessiva pari a ca. 53.079 €/000, opportunamente sterilizzati secondo le linee guida previste dal D.Lgs.118/11. Si precisa che per il 2021 tali investimenti trovano riscontro anche nella minore rettifica dei contributi FS per investimenti (stimata in ca. 8.000 €/000), dal momento che le Aziende ricorrono in misura inferiore al finanziamento corrente per la realizzazione degli investimenti. ## La politica del farmaco e dei dispositivi medici ### Incentivazione dell'utilizzo dei farmaci biosimilari L'utilizzo dei farmaci biosimilari rappresenta un obiettivo primario per la Regione Campania al fine di recuperare risorse. Attraverso l'utilizzo di modelli specifici di approvvigionamento dei farmaci biosimilari e mediante una reportistica da inviare alle Direzioni Generali delle AA.SS. dalla quale si evince l'andamento prescrittivo dei Medici e la spesa sostenuta. La Regione mira a conseguire, nel triennio 2019-2021, risparmi potenziali di seguito dettagliato. In sintesi sulla base della spesa sostenuta per alcune classi di biosimilari nell'anno 2018 considerando l'introduzione sul mercato di nuovi farmaci biosimilari ad alto impatto economico e di consumo si sono effettuate delle stime di risparmio. Per il 2019 il risparmio è stimato in ca 11.708 €/000 così ripartiti: - EPOETINA spesa anno 2018 (biosimilare 62% di consumo) - obiettivo anno 2019 (penetrazione biosimilare dal 62% al 70% di consumo). Risparmio: 2.533 €/000 - ETANERCEPT spesa anno 2018 (biosimilare 20% di consumo) - obiettivo anno 2019 (penetrazione biosimilaredal 20% al 35% di consumo). Risparmio: 3.686 €/000 - INFLIXIMAB spesa anno 2018 (biosimilare 42% di consumo) - obiettivo anno 2019 (penetrazione biosimilare dal 42% al 70% di consumo). Risparmio 2.906 €/000 - RITUXIMAB spesa anno 2018 (biosimilare 25% di consumo) - obiettivo anno 2019 (penetrazione biosimilare dal 25% al 35% di consumo). Risparmio 2.583 €/000 Per il 2020 il risparmio è stimato in ca 37.820 €/000 così ripartiti: - EPOETINA spesa anno 2018 (biosimilare 62% di consumo) - obiettivo anno 2020 (penetrazione biosimilare dal 70% al 90% di consumo).Risparmio 6.312 €/000 - ETANERCEPT spesa anno 2018 (biosimilare 20% di consumo) - obiettivo anno 2020 (penetrazione biosimilare dal 35% al 70% di consumo). Risparmio 3.686 €/000 - INFLIXIMAB spesa anno 2018 (biosimilare 42% di consumo) - obiettivo anno 2020 (penetrazione biosimilare 70% al 90% di consumo). Risparmio 1.405 €/000 - RITUXIMAB spesa anno 2018 (biosimilare 25% di consumo) - obiettivo anno 2020 (penetrazione biosimilare dal 35% al 70% di consumo). Risparmio 2.583 €/000 - ADALIMUMAB spesa anno 2018 (senza biosimilare) - obiettivo anno 2020 (penetrazione biosimilare 25 % di consumo rispetto al biologico originator). Risparmio 8.574 €/000 - TRASTUZUMAB spesa anno 2018 (senza biosimilare) - obiettivo anno 2020 (penetrazione biosimilare 50% di consumo rispetto al biologico originator). Risparmio 15.260 €/000 Per il 2021 il risparmio è stimato in ca 12.553 €/000 così ripartiti: - RITUXIMAB spesa anno 2018 (biosimilare 25% di consumo) - obiettivo anno 2021 (penetrazione biosimilare dal 70% al 90% di consumo). Risparmio 1.284 €/000 - ADALIMUMAB spesa anno 2018 (senza biosimilare) - obiettivo anno 2021 (penetrazione biosimilare dal 25% al 50% di consumo). Risparmio 8.574 €/000 - TRASTUZUMAB spesa anno 2018 (senza biosimilare) - obiettivo anno 2021 (penetrazione biosimilare dal 50% al 70% di consumo). Risparmio 2.695 €/000 Ulteriori potenziali risparmi si effettueranno grazie all'utilizzo di altri biosimilari quali il pegfilgastrim i fattori di crescita leucocitari (questi ultimi già vedono un utilizzo % vicino al 90 in Regione Campania) EBPM. Tenuto conto del risparmio atteso nel triennio 2019-2021, si è ritenuto comunque prudenziale considerare nell'ambito dei conti economici programmatici i seguenti risparmi: - per il 2019 pari a ca. 6.000 €/000; - per il 2020 pari a ca. 30.000 €/000 (tenuto conto del risparmio 2019); - per il 2021 pari a ca. 40.000 €/000 (tenuto conto del risparmio 2020). ### Distribuzione per Conto (DPC) con logistica centralizzata L'attuazione del modello di logistica regionale centralizzata dei farmaci Distribuiti in nome e Per Conto rappresenta un obiettivo primario per la, Regione Campania al fine di recuperare risorse. Attraverso la riduzione della fuga dei farmaci A-PHT in regime di convenzionata la Regione mira a conseguire, nel triennio 2019-2021, risparmi potenziali per circa 5 €/000. La centralizzazione degli approvvigionamenti permette di ottimizzare le risorse economiche tanto per quanto concerne la residuale fuga dei farmaci in regime convenzionato tanto per quanto concerne la gestione delle giacenze e degli scaduti. Il risparmio pari a ca. 5.000 €/000 è stato calcolato sull'ulteriore efficientamento del sistema, che permetterebbe di evitare la fuga in convenzione dei farmaci A-PHT, tale dato è stato elaborato dal CIRFF attraverso il report Pharma Campania Report anno 2018 al quale si aggiungerebbe il risparmio progressivo annuale correlato alle procedure centralizzate di acquisto e stoccaggio descritte nel presente Piano effettuate mediante una analisi dell'andamento degli acquisti, della gestione delle giacenze, degli indici di rotazione dei farmaci e dei consumi delle sette AA.SS.LLL. effettuata dal Gruppo di esperti Regionale DPC. In sintesi nell'ambito dei conti economici programmatici si è ritenuto prudenziale considerare esclusivamente il risparmio di 5.000 €/000 così suddiviso: - per il 2019 pari a ca. 1.000 €/000; - per il 2020 pari a ca. 3.000 €/000 (tenuto conto del risparmio 2019); - per il 2021 pari a ca. 5.000 €/000 (tenuto conto del risparmio 2020). ## Gli erogatori privati di prestazioni sanitarie2 In materia la Regione ha emanato: - il DCA n.41 del 29/05/2018 avente ad oggetto "Definizione per gli esercizi 2018 e 2019 dei limiti prestazionali e di spesa e dei relativi contratti con gli erogatori privati per regolare i volumi e le tipologie delle prestazioni di assistenza sanitaria afferenti alla macro-area della riabilitazione ex art. 26 Legge 833/78"; - il DCA n.43 del 31/05/2018 avente ad oggetto: "Definizione per gli esercizi 2018 e 2019 dei limiti di spesa e dei relativi contratti con gli erogatori privati per regolare i volumi e le tipologie delle prestazioni di assistenza termale e presa d'atto dei consuntivi della spesa termale 2015-2017"; - il DCA n.48 del 21/06/2018 avente ad oggetto: "Definizione per gli esercizi 2018 e 2019 dei limiti di spesa e dei relativi contratti con le case di cura private per regolare i volumi e le tipologie delle prestazioni di assistenza ospedaliera".; - il DCA n.53 del 29/06/2018 avente ad oggetto: "Definizione per gli esercizi 2018 e 2019 dei limiti prestazionali e di spesa e dei relativi contratti con gli erogatori privati per regolare i volumi e le tipologie delle prestazioni afferenti alla macroarea Sociosanitaria: RSA e CD, Salute Mentale, Hospice e SUAP" successivamente integrato con DCA n.96 del 16/11/2018; - il DCA n.84 del 31/10/2018 avente ad oggetto: "Limiti di spesa assegnati agli erogatori privati di prestazioni assistenza specialistica ambulatoriale per l'esercizio 2018 e altre disposizioni relative all'assistenza ospedaliera erogata dalle strutture private". Con riferimenti ai tetti dell'assistenza ospedaliera e specialistica si conferma il rispetto dei vincoli previsti dal decreto legge n. 95/2012, come illustrato nel Quadro Spending Review del DCA n. 48/2018 e nelle successive note di chiarimento invitate dalla Struttura Commissariale. Per l'assistenza ospedaliera il budget previsto è pari a ca. 861.168 €/000 all'anno, relativo alle Case di Cura private accreditate, agli Ospedali Classificati e all'IRCCS Maugeri, e agli ulteriori 54.000 €/000 annui, così come previsto dal DCA n.48/2018. Di conseguenza si rilevano maggiori costi per: - ca. 54.687 €/000 per il 2019; - ca. 54.687 €/000 per il 2020; - ca. 54.687 €/000 per il 2021. Per l'assistenza specialistica ambulatoriale, la dialisi e le prestazioni di FKT il budget previsto è pari a ca. 538,3 €/mln all'anno, comprensivo della quota riconosciuta agli Ospedali Classificati per le prestazioni fornite (stimata pari a ca. 8,2 €/mln, pari al Consuntivo 2018), come previsto dal DCA n.84/2019. Di conseguenza il risparmio stimato è pari a: - ca. 6.552 €/000 per il 2019; - ca. 6.552 €/000 per il 2020; - ca. 6.552 €/000 per il 2021. Per l'assistenza riabilitativa ex art. 26 il budget previsto è pari a ca. 302,4 €/mln all'anno. Di conseguenza il risparmio stimato è pari a: - ca. 5.768 €/000 per il 2019; - ca. 8.234 €/000 per il 2020; - ca. 10.720 €/000 per il 2021. Per l'assistenza termale il budget previsto è pari a ca. 22 €/mln all'anno. Di conseguenza i maggiori costi stimati sono pari a: - ca. 4.344 €/000 per il 2019; - ca. 4.203 €/000 per il 2020; - ca. 4.061 €/000 per il 2021.
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Regione Campania
2022-12-23
67ff9697458d973ca788b82125e5834a
1
Sezione 1 – Schema delle partecipazioni detenute
Il sottostante prospetto rappresenta graficamente i rapporti di partecipazione esistenti tra la Regione Campania e le società partecipate direttamente e indirettamente al 31/12/2021, indicando per ognuna la relativa quota di partecipazione
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Regione Campania
2022-12-23
67ff9697458d973ca788b82125e5834a
2
Sezione 2 – Ricognizione delle partecipazioni detenute con indicazione dell'esito
Di seguito si riportano elenchi delle partecipazioni dirette e indirette detenute al 31/12/2021 adottando il criterio di delimitazione del perimetro oggettivo di cui alle Linee Guida per la Revisione periodica delle partecipazioni pubbliche ex art. 20 TUSP redatto dal MEF d'intesa con la Corte dei Conti. Le partecipazioni sono riportate in ordine decrescente di quota di partecipazione e distintamente per società regionali e società rivenienti dalla cessazione dell'ex Ersac.
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Regione Campania
2022-12-23
67ff9697458d973ca788b82125e5834a
3
Sezione 3 – Informazioni di dettaglio sulle singole partecipazioni
Per ognuna delle partecipazioni inserite nelle tabelle della Sezione precedente si riporta scheda di dettaglio della ricognizione con indicazione degli interventi di razionalizzazione, se del caso. Le società partecipate dirette sono ordinate in base alla quota detenuta; le altre in ordine alfabetico.
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Comune di Monteforte Irpino (AV)
2021-12-29
82b1cf1f776b7a90f0fc052ff3df8ea5
1
VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE
VISTO l'art. 42 del D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267; CONSIDERATO quanto disposto dal D.Lgs. 19 agosto 2016 n. 175, emanato in attuazione dell'art. 18, legge 7 agosto 2015 n. 124, che costituisce il nuovo Testo unico in materia di Società a partecipazione Pubblica (T.U.S.P.), come integrato e modificato dal Decreto legislativo 16 giugno 2017, n. 100 (di seguito indicato con "Decreto correttivo"); VISTO CHE ai sensi del predetto T.U.S.P. (cfr. art. 4, c.1) le Pubbliche Amministrazioni, ivi compresi i Comuni, non possono, direttamente o indirettamente, mantenere partecipazioni, anche di minoranza, in società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali; ATTESO CHE il Comune, fermo restando quanto sopra indicato, può mantenere partecipazioni in società:– esclusivamente per lo svolgimento delle attività indicate dall'art. 4, c. 2, del T.U.S.P., comunque nei limiti di cui al comma 1 del medesimo articolo: - produzione di un servizio di interesse generale, ivi inclusa la realizzazione e la gestione delle reti e degli impianti funzionali ai servizi medesimi; - progettazione e realizzazione di un'opera pubblica sulla base di un accordo di programma fra amministrazioni pubbliche, ai sensi dell'articolo 193 del decreto legislativo n. 50 del 2016; - realizzazione e gestione di un'opera pubblica ovvero organizzazione e gestione di un servizio d'interesse generale attraverso un contratto di partenariato di cui all'articolo 180 del decreto legislativo n. 50 del 2016, con un imprenditore selezionato con le modalità di cui all'articolo 17, commi 1 e 2; - autoproduzione di beni o servizi strumentali all'ente o agli enti pubblici partecipanti o allo svolgimento delle loro funzioni, nel rispetto delle condizioni stabilite dalle direttive europee in materia di contratti pubblici e della relativa disciplina nazionale di recepimento; - servizi di committenza, ivi incluse le attività di committenza ausiliarie, apprestati a supporto di enti senza scopo di lucro e di amministrazioni aggiudicatrici di cui all'articolo 3, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n. 50 del 2016";– ovvero, al solo scopo di ottimizzare e valorizzare l'utilizzo di beni immobili facenti parte del proprio patrimonio, "in società aventi per oggetto sociale esclusivo la valorizzazione del patrimonio (...), tramite il conferimento di beni immobili allo scopo di realizzare un investimento secondo criteri propri di un qualsiasi operatore di mercato"; RILEVATO CHE per effetto dell'art. 20 T.U.S.P., il comune deve provvedere ad effettuare una ricognizione annuale di tutte le partecipazioni dallo stesso possedute alla data del 31.12.2020 individuando quelle che devono essere alienate; TENUTO CONTO CHE ai fini di cui sopra devono essere alienate od oggetto delle misure di cui all'art. 20, commi 1 e 2, T.U.S.P. – ossia di un piano di riassetto per la loro razionalizzazione, fusione o soppressione, anche mediante messa in liquidazione – le partecipazioni per le quali si verifica anche una sola delle seguenti condizioni: - non hanno ad oggetto attività di produzione di beni e servizi strettamente necessarie per il perseguimento delle finalità istituzionali dell'ente, di cui all'art. 4, c. 1, T.U.S.P., anche sul piano della convenienza economica e della sostenibilità finanziaria e in considerazione della possibilità di gestione diretta od esternalizzata del servizio affidato, nonché della compatibilità della scelta con i principi di efficienza, di efficacia e di economicità dell'azione amministrativa, come previsto dall'art. 5, c. 2, del Testo unico; - non sono riconducibili ad alcuna delle categorie di cui all'art. 4, c. 2, T.U.S.P.,; - previste dall'art. 20, c. 2, T.U.S.P.: - partecipazioni societarie che non rientrino in alcuna delle categorie delle due precedenti categorie; - società che risultano prive di dipendenti o abbiano un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti; - partecipazioni in società che svolgono attività analoghe o similari a quelle svolte da altre società partecipate o da enti pubblici strumentali; - partecipazioni in società che, nel triennio 2014-2016, abbiano conseguito un fatturato medio non superiore a 500 mila euro; - partecipazioni in società diverse da quelle costituite per la gestione di un servizio d'interesse generale che abbiano prodotto un risultato negativo per quattro dei cinque esercizi precedenti, tenuto conto che per le società di cui all'art. 4, comma 7, D.Lgs. n. 175/2016, ai fini della prima applicazione del criterio in esame, si considerano i risultati dei cinque esercizi successivi all'entrata in vigore del Decreto correttivo; - necessità di contenimento dei costi di funzionamento; - necessità di aggregazione di società aventi ad oggetto le attività consentite all'art. 4, T.U.S.P.; CONSIDERATO altresì che le disposizioni del predetto Testo unico devono essere applicate avendo riguardo all'efficiente gestione delle partecipazioni pubbliche, alla tutela e promozione della concorrenza e del mercato, nonché alla razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica; TENUTO CONTO CHE è fatta salva la possibilità di mantenere partecipazioni: - in società che producono servizi economici di interesse generale a rete di cui all'art. 3-bis, D.L. n. 138/2011 e s.m.i., anche fuori dall'ambito territoriale del Comune di Monteforte Irpino e dato atto che l'affidamento dei servizi in corso alla medesima società sia avvenuto tramite procedure ad evidenza pubblica ovvero che la stessa rispetta i requisiti di cui all'articolo 16 del T.U.S.P; - in società che, alla data di entrata in vigore del Decreto correttivo, risultino già costituite e autorizzate alla gestione di case da gioco ai sensi della legislazione vigente; CONSIDERATO CHE le società in house providing, sulle quali è esercitato il controllo analogo ai sensi dell'art. 16, D.Lgs. n. 175/2016, che rispettano i vincoli in tema di partecipazione di capitali privati (c.1) e soddisfano il requisito dell'attività prevalente producendo almeno l'80% del loro fatturato nell'ambito dei compiti affidati dagli enti soci (c.3), possono rivolgere la produzione ulteriore (rispetto a detto limite) anche a finalità diverse, fermo il rispetto dell'art.4, c.1, D.Lgs. n. 175/2016, a condizione che tale ulteriore produzione permetta di conseguire economie di scala od altri recuperi di efficienza sul complesso dell'attività principale della società; VALUTATE pertanto le modalità di svolgimento delle attività e dei servizi oggetto delle società partecipate dall'Ente, con particolare riguardo all'efficienza, al contenimento dei costi di gestione ed alla tutela e promozione della concorrenza e del mercato; TENUTO CONTO del miglior soddisfacimento dei bisogni della comunità e del territorio amministrati a mezzo delle attività e dei servizi resi dalle società partecipate possedute dall'Ente; CONSIDERATO CHE la ricognizione è adempimento obbligatorio anche nel caso in cui il Comune non possieda alcuna partecipazione, esito che comunque deve essere comunicato ai sensi dell'art. 24, c.1, T.U.S.P.; TENUTO CONTO CHE l'esame ricognitivo di tutte le partecipazioni detenute è stato istruito in conformità ai sopra indicati criteri e prescrizioni secondo quanto indicato nella Relazione Tecnica a firma del Sindaco Sig. Costantino GIORDANO prot. 0021940 del 22.11.2021, allegata alla presente a farne parte integrante e sostanziale; VISTO l'esito della ricognizione effettuata come risultante nell'allegato Sub. A) alla presente deliberazione, dettagliato per ciascuna partecipazione detenuta, allegato che ne costituisce parte integrante e sostanziale; CONSIDERATO CHE ai sensi del citato art. 24, T.U.S.P., occorre individuare le partecipazioni da alienare, con alienazione che deve avvenire entro un anno dalla conclusione della ricognizione e quindi dall'approvazione della presente delibera; RITENUTO CHE le partecipazioni da alienare devono essere individuate perseguendo, al contempo, la migliore efficienza, la più elevata razionalità, la massima riduzione della spesa pubblica e la più adeguata cura degli interessi della comunità e del territorio amministrati; RILEVATO che in caso di mancata adozione dell'atto ricognitivo ovvero di mancata alienazione entro il predetto termine annuale, considerato quanto stabilito dall'art. 21 del Decreto correttivo, il Comune non potrà esercitare i diritti sociali nei confronti della società e- fatti salvi in ogni caso il potere di alienare la partecipazione e gli atti di esercizio dei diritti sociali dallo stesso compiuti - la stessa sarà liquidata in denaro in base ai criteri stabiliti dall'art. 2437-ter, c. 2, cod. civ., e seguendo il procedimento di cui all'art. 2437-quater, cod. civ.; TENUTO CONTO CHE la scelta delle modalità operative di alienazione rientra nell'alveo delle facoltà riservate all'Amministrazione, alienazione che deve comunque essere effettuata nel rispetto dei principi di pubblicità, trasparenza e non discriminazione; RICHIAMATO il piano operativo di razionalizzazione già adottato ai sensi dell'art. 1, comma 612, legge 23 dicembre 2014 n. 190, con delibere di n. 8 del 10.04.2015 e n. 4 del 30.03.2016, n. 50 del 3.12.2018, n.53 del 18.12.2019 e con delibera n.52 del 29.11.2020, provvedimenti del quale il presente atto ricognitivo costituisce aggiornamento ai sensi dell'art. 24, comma 2, T.U.S.P.; VISTO E RICHIAMATO l'art. 5 commi 1 e 2 del Regolamento comunale disciplinante i controlli interni; TENUTO CONTO del parere espresso dall'Organo di revisione con verbale n. 12 del 06.12.2021 assunto al protocollo di questo Ente al n. 23264 del 7.12.2021 ai sensi dell'art. 239, c. 1, lett. b), n. 3), D.Lgs. n. 267/2000 – Allegato Sub B); PRESO ATTO del parere favorevole ex art. 49, e 147 bis comma 1 del D.Lgs. n. 267/2000, espresso dal Responsabile del II° Settore in ordine alla regolarità tecnica; PRESO ATTO del parere favorevole ex art. 49, e 147 bis comma 1 del D.Lgs. n. 267/2000, espresso dal Responsabile del II° Settore D.Lgs. n. 267/2000, espresso in ordine alla regolarità contabile; CON VOTI favorevoli 11, voti 1 astenuto (De Fazio Anna) espressi in forma palese e per alzata di mano DELIBERA - Di approvare la ricognizione di tutte le partecipazioni possedute dal Comune alla data del 31.12.2020 accertandole come da allegato Sub. A) alla presente deliberazione, che ne costituisce parte integrante e sostanziale. - Di non procedere, per le motivazioni riportate all'interno della relazione dell'assessore, per l'anno 2021 all'alienazione delle partecipazioni all'interno del GAL Serinese-Solofrana. - Di demandare alla Giunta comunale il coordinamento operativo e la vigilanza sull'attuazione di quanto deliberato, fatte salve le competenze consiliari di controllo. A tal fine la Giunta comunale riferirà al Consiglio sull'attuazione di quanto oggetto della presente deliberazione. - che l'esito della ricognizione di cui alla presente deliberazione sia comunicato ai sensi dell'art.17, D.L.n.90/2014, e s.m.i., con le modalità ex D.M. 25 gennaio 2015 e s.m.i., tenuto conto di quanto indicato dall'art. 21, Decreto correttivo; - che copia della presente deliberazione sia inviata alla competente Sezione regionale di controllo della Corte dei conti, con le modalità indicate dall'art. 24, c. 1 e 3, T.U.S.P. e dall'art. 21, Decreto correttivo;
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Comune di Monteforte Irpino (AV)
2021-12-29
82b1cf1f776b7a90f0fc052ff3df8ea5
2
PREMESSA
Il c. 1 dell'art. 20 del D. Lgs. 175/2016 dispone che le amministrazioni pubbliche effettuino annualmente, entro il 31 dicembre, con proprio provvedimento, un'analisi dell'assetto delle società di capitali di cui l'ente detiene una partecipazione diretta o indiretta (per società indiretta si intende una partecipazione detenuta per il tramite di una società di cui l'ente ha il controllo). L'analisi deve essere effettuata con riferimento alle partecipate detenute al 31.12 dell'esercizio precedente a quello in cui viene svolta (per il 2021 la ricognizione riguarderà le società partecipate al 31.12.2020). L'adempimento sopra richiamato si sostanzia nella ricognizione periodica delle caratteristiche delle società partecipate, nella predisposizione di una relazione tecnica afferente i criteri attraverso cui si procede ad effettuare la ricognizione e nella redazione del piano di razionalizzazione periodica contenente le eventuali misure, le relative modalità applicative ed i tempi di attuazione che l'ente socio si propone di adottare per ricondurre le partecipate entro le condizioni ammesse dal legislatore. Una volta approvato, il piano di razionalizzazione e la relazione di attuazione di quello riferito all'esercizio precedente devono essere trasmessi, tramite il Portale Partecipazioni del MEF - Dipartimento del Tesoro, alla Direzione VIII del Dipartimento del Tesoro stesso, che rappresenta la struttura dedicata all'indirizzo, controllo e monitoraggio sull'attuazione del TUSP ai sensi dell'art. 15 del D. Lgs. 175/2016 ed alla Sezione regionale di Controllo della Corte dei conti competente territorialmente. Per quanto riguarda la tipologia di società civilistiche che possono essere partecipate da amministrazioni pubbliche locali, il c. 1 dell'art. 3 del TUSP specifica che rientrano in tale ambito esclusivamente le società, anche consortili, costituite in forma di società per azioni o di società a responsabilità limitata, anche in forma cooperativa. La deliberazione della Corte dei conti Lazio n. 47/2021 GEST, richiamando il manuale operativo predisposto dal MEF per supportare il censimento delle partecipazioni, contiene una raccomandazione innovativa rispetto alla prassi consolidatasi negli ultimi anni: sebbene le disposizioni del TUSP siano applicabili direttamente nei confronti delle società di capitali, l'attività di ricognizione propedeutica alla predisposizione del piano di razionalizzazione deve considerare anche le partecipazioni in altri organismi strumentali; tale estensione è funzionale a verificare in particolare l'eventuale presenza di partecipate che, a prescindere dalla loro natura giuridica, svolgano attività similari e ad adottare le conseguenti misure di razionalizzazione. Veniva, infatti, in proposito osservato che, ai sensi dell'art. 20, comma 2, del TUSP, i piani di razionalizzazione sono adottati ove, in sede di ricognizione delle partecipazioni, l'Amministrazione socia rilevi "partecipazioni in società che svolgono attività analoghe o similari a quelle svolte da altre società partecipate o da enti pubblici strumentali" (cfr. art. 20, comma 2, lett. c), del TUSP). Alla luce della richiamata norma appare necessario che in sede di ricognizione periodica delle partecipazioni vengano inclusi anche gli "enti pubblici strumentali" (aziende speciali e istituzioni) per le conseguenti valutazioni di profili di analogia o similarità con le attività svolte da altri soggetti partecipati, per la loro conseguente razionalizzazione. La necessità di censire anche partecipazioni non societarie risulta peraltro confermata dal "manuale operativo" adottato periodicamente dal MEF, da ultimo in data 3.3.2021, secondo cui nel censire le 11 proprie partecipazioni non societarie, gli enti territoriali devono indicare almeno gli organismi partecipati inseriti nell'elenco 1 (Gruppo Amministrazione Pubblica) di cui al principio contabile applicato concernente il bilancio consolidato (all. 4/4, al d.lgs. n. 118/2011, par. 3.1.). Occorre, pertanto, includere nelle ricognizioni annuali i consorzi, le fondazioni, aziende speciali, associazioni, istituzioni, enti pubblici economici e non economici.". In merito al livello di analisi, ribadito che la normativa dispone di effettuare la ricognizione delle partecipazioni dirette ed indirette, la definizione del perimetro di organismi presi in considerazione ha tenuto conto delle previsioni normative che specificano quanto segue: - per partecipazione diretta si intende la titolarità di rapporti comportanti la qualità di socio in società o la titolarità di strumenti finanziari che attribuiscono diritti amministrativi; - per partecipazione indiretta, si intende "la partecipazione in una società detenuta da un'amministrazione pubblica per il tramite di società o altri organismi soggetti a controllo da parte della medesima amministrazione pubblica". Secondo quanto indicato dal c. 2 dell'art. 1 del D. Lgs. 175/2016, il legislatore, tramite l'emanazione del TUSP, si è prefissato le seguenti priorità strategiche: - efficiente gestione delle partecipazioni pubbliche, - tutela e promozione della concorrenza e del mercato, - razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica. Tenendo conto delle priorità sopra richiamate, è opportuno delineare un collegamento logico tra le diverse disposizioni contenute nel TUSP che disciplinano la possibilità, per le amministrazioni pubbliche locali, di acquisire e mantenere partecipazioni in società di capitali; in tal senso è possibile inquadrare l'art. 4 del D. Lgs. 175/2016 quale disposizione dedicata a definire l'ambito di operatività delle società consentite (Rilevanza istituzionale delle società partecipate); gli adempimenti e le verifiche di cui all'art. 5 (in particolare i c. 1 e 2) sono invece riconducibili alla valutazione degli aspetti più di natura economico patrimoniale, correlati alla sostenibilità finanziaria delle partecipate, alle condizioni di convenienza economica nell'erogazione dei servizi che gli sono propri, all'economicità del ricorso alle stesse partecipate in luogo di soluzioni alternative (Motivazioni di convenienza del ricorso a società partecipate); le condizioni previste dal c. 2 dell'art. 20 rappresentano invece presupposti organizzativi e gestionali di cui le amministrazioni pubbliche socie devono dimostrare e costantemente monitorare la permanenza in capo alle proprie società per mantenerne le relative partecipazioni (Condizioni di sostenibilità organizzativa ed operativa delle partecipazioni societarie).
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Comune di Monteforte Irpino (AV)
2021-12-29
82b1cf1f776b7a90f0fc052ff3df8ea5
3
1. Il piano operativo di razionalizzazione
Questo documento di revisione periodica rappresenta un aggiornamento del "Piano operativo di razionalizzazione" elaborato per le annualità 2015, 2016, 2017, 2018 e 2019 (articolo 24 comma 2 del TU). I commi 611 e 612 dell'articolo 1 della legge 190/2014 prevedevano l'applicazione di criteri sovrapponibili a quelli elencati oggi dal TU (che ne ha ampliato il numero). Il comma 611, della legge 190/2014, prevedeva: - l'eliminazione delle partecipazioni non indispensabili per le finalità istituzionali; - la soppressione delle società di soli amministratori o nelle quali il numero di amministratori fosse maggiore dei dipendenti; - l'eliminazione delle società che svolgevano attività analoghe o simili a quelle svolte da altre partecipate o da enti strumentali; - l'aggregazione di società di servizi pubblici locali di rilevanza economica; - il contenimento dei costi di funzionamento, anche con la riorganizzazione degli organi amministrativi, di controllo e delle strutture, ovvero riducendone le remunerazioni. In ragione di quanto sopra esposto, il comune di Monteforte Irpino con delibera della G.C. n. 44 del 26.03.2015, esecutiva a norma di legge, approvava il Piano Operativo di razionalizzazione delle Società partecipate. Successivamente il Consiglio comunale faceva proprio ed approvava il Piano di che trattasi con delibera n. 8 del 10.04.2015, esecutiva a norma di legge, e disponeva: - di mantenere le quote relative all'aggregazione delle Società di servizi pubblici locali di rilevanza economica, qui di seguito elencate, atteso che la legge 190/2014 non obbligava la soppressione di tali Società: - Alto Calore Servizi S.p.A.; - Alto Calore Patrimonio e Infrastrutture S.P.A.; - Ente d'Ambito Calore Irpino. - di cedere le quote acquisite con delibera di C.C. n. 71/1997 per la partecipazione al GAL Serinese/Solofrana (Gruppo di Azione Locale), in quanto a seguito della Costituzione della Comunità Montana Partenio/Valle di Lauro il Comune di Monteforte Irpino risultava di fatto estromesso dalle iniziative connesse al suddetto Gruppo. In data 11 febbraio 2016 con nota prot. n. 0001521 il Comune di Monteforte Irpino chiedeva al Presidente del Consiglio di Amministrazione del G.A.L. la condizione del Comune di Monteforte Irpino nell'ambito del Gruppo, anche a seguito del recesso anticipato comunicato da questo Ente con nota del 18.02.2011 prot. n. 0001688, mai riscontrata. In data 23.02.2016, con nota acquisita al protocollo di questo Ente al n. 0002077, il legale rappresentante del G.A.L. Serinese Solofrana evidenziava che il Comune di Monteforte Irpino, rientrando nella nuova classificazione delle aree rurali della Campania per la programmazione 2014/2020 risultava a tutti gli effetti uno dei territori eleggibili e finanziabili a seguito dell'abolizione degli STS. Sulla base di quanto riportato dal legale rappresentante del GAL Serinese Solofrana, il Consiglio Comunale con proprio atto n. 4 del 30/03/2016 ha fatto propria la relazione acquisita al protocollo del Comune in data 21.03.2016, n. 3241 a firma del Sindaco, Antonio de Stefano, sui risultati conseguiti a seguito di approvazione del Piano Operativo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie (legge n. 190/2014), statuendo la permanenza del Comune di Monteforte Irpino all'interno del G.A.L. Serinese/Solofrana, al fine di consentire la candidatura ai finanziamenti nell'ambito della programmazione 2021/2027 per lo sviluppo e la valorizzazione del patrimonio naturale, culturale, agricolo, artigianale e turistico di questo Ente. Per quello che attiene l'anno 2017, con riferimento all'anno 2016, il Consiglio Comunale ha rispettato l'adempimento con l'adozione della delibera di C.C. n. 46 del 19/09/2017, nella quale con l'approvazione dei relativi due allegati, non sono riscontrabili sostanziali differenze con gli anni precedenti. Anche nell'anno 2018, con riferimento all'anno 2017, il Consiglio Comunale ha rispettato l'adempimento con l'adozione della delibera di C.C. n. 50 del 3.12.2018, come pure per l'anno 2018, con delibera n.53 del 18.12.2019 e, con riferimento al 2019 con delibera n.52 del 29.11.2020, da cui non sono riscontrabili sostanziali differenze con gli anni precedenti.
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Comune di Monteforte Irpino (AV)
2021-12-29
82b1cf1f776b7a90f0fc052ff3df8ea5
4
2 – Le partecipazioni del comune
Il comune di Monteforte Irpino, ha effettuato la revisione straordinaria delle partecipazioni con delibera di C.C. n. 46 del 19.09.2017, individuando i seguenti organismi: - Alto Calore Servizi S.p.a - Ente Ambito Calore Irpino - Alto calore Patrimonio e infrastrutture S.p.A. Si dà atto che l'Alto Calore patrimonio e Infrastrutture S.p.A si è fusa per incorporazione con la Società Alto Calore Servizi S.p.A. L'attività ordinaria dell'Ente Ambito Calore Irpino è cessata a partire dal 1.10.2018 (giusta nota prot. del 7.01.2019 pervenuta dal Distretto "Calore Irpino"). Inoltre il Comune di Monteforte Irpino ha aderito all'Ente idrico Campano in ossequio alla Legge Regione Campania n. 15/2015, giusta delibera di Consiglio Comunale n. 5 del 30.03.2016 e all'Ente d'Ambito per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, ai sensi dell'Art. 25 comma 1 della l.r. n. 14/2016 che obbliga i comuni della Campania ad aderire all'Ente d'Ambito territoriale ottimale in cui ricade il rispettivo territorio, per l'esercizio in forma associata delle rispettive funzioni in materia di gestione del ciclo dei rifiuti, in conformità a quanto disciplinato dalla legge regionale e dal decreto legislativo n.152/2006. Con delibera n. 145 del 08.09.2021 la Giunta Comunale ha approvato l'elenco degli enti componenti il "Gruppo Amministrazione Pubblica" per il 2020: - Società Alto Calore Servizi S.p.a. - Ente idrico Campano - Consorzio per il welfare integrato dell'ambito A02 - Ente Ambito per il servizio della gestione integrata dei rifiuti urbani
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Comune di Monteforte Irpino (AV)
2021-12-29
82b1cf1f776b7a90f0fc052ff3df8ea5
5
Società Alto Calore Servizi
L'Alto Calore Servizi è una Società per Azioni costituita da 126 soci: 125 Comuni delle Province di Avellino e Benevento e l'Amministrazione Provinciale di Avellino. L'Alto Calore Servizi opera nel settore dei servizi di captazione e distribuzione di acqua potabile, di fognatura e trattamento dei reflui. Nasce il 13/3/2003 dalla trasformazione del Consorzio Interprovinciale Alto Calore in due Società di capitali con totale azionariato pubblico, denominate rispettivamente "Alto Calore Servizi S.p.A." e "Alto Calore Patrimonio e Infrastrutture S.p.A. La società Alto Calore Servizi S.p.A. (ACS) ha quale oggetto sociale primario "l'attività di controllo, trattamento, difesa e valorizzazione delle risorse idriche e, in particolare, l'impianto e la gestione del servizio idrico integrato, formato dall'insieme dei servizi pubblici di captazione, accumulo, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili ed industriali, di fognatura e di depurazione delle acque reflue, così come definito dal D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 e successive modificazioni, nonché di tutte le attività connesse e collegate a detta gestione, ivi compresa la gestione e manutenzione, sia ordinaria, che straordinaria, delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni patrimoniali connesse allo svolgimento del servizio. La società, inoltre, ha per oggetto l'amministrazione e la gestione delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni patrimoniali destinati alla gestione del servizio idrico integrato ad essa conferiti in proprietà all'atto della costituzione o successivamente acquisiti, anche mediante mezzi propri, ovvero ad essa con feriti e/o trasferiti dagli Enti Locali e/o dalla Regione Campania e/o da altri Enti Pubblici e/o ad essa confluiti attraverso operazioni di fusione, scissione ed altre operazioni straordinarie (...)". Alto Calore Servizi SpA è, quindi, una società a capitale interamente pubblico, partecipata da una pluralità di Comuni delle province di Avellino e Benevento, oltre che dall'Amministrazione Provinciale di Avellino. La Società, in sostanza, provvede: - alla captazione di una portata idrica di circa 2,3 mc/sec da n.94 sorgenti e da n. 95 pozzi; - al trasporto della risorsa prelevata e di quella acquistata all'ingrosso da terzi per una portata complessiva di circa 6.250.000 mc/anno1 (pari a circa 200 l/sec)2; - alla distribuzione della portata, emunta e acquistata, a 126 Comuni - alla vendita all'ingrosso a Comuni non aderenti alla Società di portate prelevate da proprie fonti e distribuite o ai medesimi soggetti (gestioni in economia) o ai relativi soggetti gestori. - alla gestione dei collettori di adduzione agli impianti di depurazione comprensoriale di alcuni Comuni tra cui Monteforte Irpino; - alla gestione del sistema fognario urbano in virtù di convenzioni o accordi, a rinnovo annuale o pluriennale con i Comuni tra cui Monteforte Irpino; - al trattamento dei reflui civili urbani addotti ad impianti realizzati con fondi della Cassa per il Mezzogiorno, della Regione Campania o con proprie risorse e la cui gestione è affidata ad Alto Calore Sevizi SpA (Manocalzati e Rotondi). - al trattamento dei reflui civili urbani relativi ad impianti affidati in gestione ad ACS in virtù di convenzioni o accordi, a rinnovo annuale o pluriennale, con i Comuni tra cui Monteforte Irpino. Ai sensi dell'art. 29 dello Statuto societario di cui all'Assemblea dei Soci del 29 dicembre 2017 "La società fino al 31 dicembre 2050, termine previsto dall'art. 3, comma 1, del presente Statuto, è riconosciuta quale Gestore salvaguardato dei Comuni soci, in conformità alla deliberazione dell'assemblea del l'ATO - 1 Calore Irpino n. 15 del 31 ottobre 2005. 2. In linea con la normativa di settore e con la Legge Regione Campania 2 dicembre 2015 n. 15, la società opererà in piena legalità, fino all'individuazione di diverso gestore da parte dell'Ente Idrico Campano, quale gestore del servizio idrico integrato sino al 31 dicembre 2050". Con delibera assembleare del 30 luglio 2018, venne approvata dai soci dell'Alto Calore Servizi S.p.A. il Piano di Ristrutturazione aziendale ex art. 14 D.lgs. 175/2016 ex art. 14 del D.Lgs. 175/2016 che prevedeva, quale misura prioritaria di risanamento della difficile situazione economica-finanziaria, che la ACS S.p.a. deliberasse un aumento oneroso del capitale sociale, in prima battuta, per un importo di € 25.000.000,00, da offrirsi in opzione ai soci ai sensi dell'art. 2441 c.c.. Lo Statuto della ACS S.p.a. prevede per la sottoscrizione dell'aumento di capitale il diritto di opzione per l'acquisto delle quote societarie proporzionale alle quote già possedute, nonché l'eventuale esercizio del diritto di prelazione sulle quote rimaste inoptate; Il proposto aumento di capitale sociale avrebbe consentito ad ACS S.p.a. di affrontare con maggior solidità patrimoniale gli impegni finanziari necessari alla ordinata e prudente gestione, stante anche la politica di spending review intrapresa dal management. In particolare, per quanto attiene alla prima tranche di aumento di capitale fino all'importo massimo di € 25.000.000 è stato successivamente chiarito che il 25% della quota di partecipazione all'aumento di capitale di ciascun socio si sarebbe dovuto conferire immediatamente ovvero nell'esercizio finanziario 2019, mentre il restante 75% negli ulteriori due successivi esercizi. Lo Statuto dell'ACS S.p.A prevede, in relazione alla sottoscrizione dell'aumento di capitale ed in capo all'Ente socio, il diritto di opzione - per l'acquisto delle azioni di nuova emissione - proporzionale alla quota di partecipazione posseduta al momento della deliberazione dell'aumento, nonché l'eventuale esercizio del diritto di prelazione sulle azioni rimaste inoptate. Il Comune di Monteforte Irpino è titolare di una quota di partecipazione al capitale sociale dello 0,59% (arrotondato per eccesso) e, pertanto, qualora l'aumento di capitale (della prima tranche) fosse stato deliberato con il voto validamente espresso dei soci rappresentanti la maggioranza del capitale sociale, l'eventuale successivo esercizio del diritto di opzione avrebbe comportato un impegno finanziario per l'Ente, in ragione appunto della quota di partecipazione attuale al capitale sociale, di € 146.984,86 ovvero 0,59% circa di € 25.000.000,00. Il Consiglio Comunale con delibera n.55 del 17.12.2018 ha ritenuto opportuno, in considerazione della rilevanza strategica di ACS S.p.a. per il territorio del Comune di Monteforte Irpino in ragione della rilevanza pubblica del servizio che svolge, approvare l'aumento di capitale sociale della società ACS S.p.a. fino all'importo massimo di Euro 25.000.000,00, prevedendo il non esercizio del diritto di opzione per l'acquisto delle quote di nuova emissione in proporzione a quelle già possedute, ai sensi dell'art. 2441 c.c. e pari ad € 146.984,86 in ragione della percentuale dello 0,5879 posseduta. Nella relazione sulla gestione 2020 dell'Alto Calore si rileva che il Piano di Risanamento Aziendale, comunicato alla compagine societaria nell'Assemblea tenutasi il 7 maggio 2019 e, poi, in quella del 27 maggio 2020, prendendo le mosse da un'acclarata condizione di sofferenza sul fronte economico-finanziario della Società, finalizzato alla salvaguardia della Società e alla definizione di un assetto gestionale efficiente ha consentito il ripiano della posizione debitoria corrente e pregressa, ed un risultato positivo degli ultimi due esercizi. Da un punto di vista generale dell'attinenza ai fini istituzionali perseguibili dall'ente, la persistenza della partecipazione ad ACS trova pieno fondamento nella normativa vigente; la sussistenza del requisito della necessità di ricorrere allo strumento societario di cui all'art. 5 del D.Lgs. 175/2016 risiede invece nel fatto che, operativamente, detti fini appaiono efficacemente raggiungibili solo tramite il ricorso ad un organismo snello, funzionale, dotato di adeguate e specifiche competenze, non rinvenibili presso il Comune di Monteforte Irpino. Le ragioni per le quali si ritiene di dare nuovo impulso ad ACS S.p.a. risiedono nel fatto che bisogna determinare tutte le condizioni favorevoli per la piena operatività della società, che opera nel settore fondamentale della gestione della risorsa idrica, al fine di accedere ai finanziamenti comunitari e regionali ed ai benefici contributivi della nuova programmazione europea ed orientarli verso il territorio delle Province di Avellino e Benevento. Le finalità che hanno giustificato il voto favorevole del Comune di Monteforte Irpino con riferimento all'aumento di capitale sociale di ACS - pur senza la relativa sottoscrizione - sono rinvenibili, coerentemente con i fini istituzionali e alle linee programmatiche dell'Ente, nell'investimento che il management intendeva effettuare e che avrebbe consentito in prospettiva di promuovere e sostenere maggiormente la gestione della risorsa idrica.
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Comune di Monteforte Irpino (AV)
2021-12-29
82b1cf1f776b7a90f0fc052ff3df8ea5
6
Ente idrico Campano
Con la Legge Regionale n. 15 del 2 dicembre 2015 "Riordino del servizio idrico integrato ed istituzione dell'Ente Idrico Campano", la Regione Campania ha individuato un unico ambito territoriale ottimale coincidente con il territorio regionale, suddiviso in 5 Ambiti distrettuali denominati: "Ambito distrettuale Napoli, Ambito distrettuale Sarnese-Vesuviano, Ambito distrettuale Sele, Ambito distrettuale Caserta, Ambito distrettuale Calore Irpino". Il soggetto di governo dell'ambito unico regionale è l'Ente Idrico Campano (EIC), istituito con la suddetta legge, a cui aderiscono obbligatoriamente tutti i Comuni del territorio Campano. L'EIC ha personalità giuridica di diritto pubblico ed è dotato di autonomia organizzativa, amministrativa e contabile. Sono Organi dell'Ente: - Il Presidente - Il Comitato Esecutivo - Il Direttore Generale - I Consigli di Distretto - Il Collegio Dei Revisori Dei Conti L'EIC è l'ente attraverso il quale gli enti locali ricadenti nell'ATO unico regionale e suddivisi in ambiti distrettuali, di cui all'allegato A dello Statuto, esercitano le competenze ad essi spettanti in materia di: - gestione delle risorse idriche; - organizzazione, affidamento e controllo della gestione del servizio idrico integrato, secondo i dettami del d.lgs. 152/2006 e ss. mm. ii. e della normativa europea in vigore per l'affidamento dei servizi pubblici a rete; - programmazione e tutela di acquedotti, fognature, impianti di depurazione e altre infrastrutture idriche di pubblica utilità. In relazione alle suddette competenze, costituiscono obiettivi prioritari dell'attività dell'EIC: - la salvaguardia e la valorizzazione della qualità e della quantità del patrimonio idrico, privilegiando le azioni volte al risparmio idrico e al riutilizzo delle acque reflue; - la tutela del consumatore e, in particolare, attraverso meccanismi di perequazione tariffaria, dei cittadini "deboli" nei confronti del soggetto gestore; - la rimozione di possibili fattori di diseconomia nella produzione dei servizi e la garanzia di uniformità di livello dei servizi forniti in tutti i comuni dell'ambito territoriale ottimale. Il Comune di Monteforte Irpino ha aderito all'Ente in ossequio alla Legge Regione Campania n. 15/2015, giusta delibera di Consiglio Comunale n. 5 del 30.03.2016. Con nota acquisita al protocollo di questo Ente al n.0010873 del 03.09.2019 il Responsabile del Servizio Finanziario dell'Ente Ambito ha comunicato che la quota di partecipazione del comune di Monteforte Irpino è pari a 0,1944%; L'EIC predispone, adotta ed aggiorna il "Piano d'Ambito" su scala regionale, affida per ogni Ambito distrettuale la gestione del servizio idrico integrato al soggetto gestore sulla base delle indicazioni di ciascun Consiglio di distretto, predispone la convenzione e i relativi disciplinari che regolamentano i rapporti con i soggetti gestori.
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Comune di Monteforte Irpino (AV)
2021-12-29
82b1cf1f776b7a90f0fc052ff3df8ea5
7
Ente Ambito per il servizio della gestione integrata dei rifiuti urbani
Il Comune di Monteforte Irpino ha aderito all'ATO per la gestione associata dei rifiuti. Secondo la legge approvata dalla Regione a gennaio 2015, gli Ambiti Territoriali Ottimali riguardano la dimensione territoriale per lo svolgimento, da parte dei Comuni in forma "obbligatoriamente associata", delle funzioni di organizzazione e gestione dei rifiuti urbani. Ulteriore suddivisione riguarderà invece i Sistemi Territoriali Operativi (STO), le ripartizioni interne agli ATO, delimitate dalla Regione per consentire l'organizzazione puntuale dei servizi in base alle diversità territoriali. L'organo amministrativo è la Conferenza d'ambito, la struttura che riunisce i sindaci dei Comuni ricadenti in ciascun ATO per l'esercizio delle funzioni amministrative. Secondo la nuova organizzazione decisa dalla Regione le funzioni di organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani spettano dunque ai Comuni che le esercitano in forma associata. Gli ATO per l'organizzazione e lo svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti urbani corrispondono ai confini delle province di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno. La delimitazione degli STO è definita, per ciascun ATO, dalle rispettive Conferenze d'ambito entro quindici giorni dal termine previsto per l'approvazione del regolamento di funzionamento che ciascun Comune integra all'interno del relativo tributo comunale sui rifiuti. Sono organi dell'Ente d'Ambito: - Il Presidente; - il Consiglio d'Ambito; - l'Assemblea dei sindaci; - il Direttore generale; - il Collegio dei revisori dei conti. Lo statuto dell'Ente Ambito per la Gestione integrata dei rifiuti è stato approvato con Delibera del Consiglio d'Ambito n.9 del 21 dicembre 2018, alla quale è allegato anche Elenco dei Comuni dell'Ambito Territoriale Ottimale di Avellino, suddivisi per fasce demografiche. Ai sensi dell'art.16 dello Statuto i Comuni contribuiscono obbligatoriamente alle spese di funzionamento. La quota in Assemblea per il Comune di Monteforte Irpino il 2,80%.
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Comune di Monteforte Irpino (AV)
2021-12-29
82b1cf1f776b7a90f0fc052ff3df8ea5
8
Consorzio per il welfare integrato dell'ambito A02
Il Comune di Monteforte Irpino con delibera n.19 del 30.03.2017 ha aderito al Consorzio per il welfare integrato dell'ambito A02 quale organismo strumentale dell'ente locale per l'attuazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali dotato di personalità giuridica ed autonomia gestionale, il quale ha sostituito la gestione della forma associata in regime di convenzione ex art. 30 TUEL, con responsabilità giuridica ricondotta al Comune capofila, attraverso la gestione associata in regime di Consorzio ai sensi dell'art. 31 del D. Legs n. 267/2000. Esso è costituito dagli enti sotto riportati, ha sede legale presso il Comune di Mercogliano ed è operativo dal mese di maggio 2019: - CONTRADA - FORINO - MERCOGLIANO - MONTEFORTE IRPINO - OSPEDALETTO D'ALPINOLO - SANT'ANGELO A SCALA - SUMMONTE La percentuale di partecipazione del Comune di Monteforte Irpino al surriferito Consorzio è pari all'1,14% del capitale sociale pari a € 35.000,00.
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Comune di Monteforte Irpino (AV)
2021-12-29
82b1cf1f776b7a90f0fc052ff3df8ea5
9
GAL Serinese – Solofrana
Il Comune di Monteforte Irpino, sia pur strutturato all'interno della Comunità Montana Partenio – Vallo di Lauro trovasi a far parte, solo come quota di costituzione del G.A.L. Serinese Solofrana. Il Gal Serinese – Solofrana è un consorzio che opera su di un territorio eterogeneo costituito da 10 comuni della provincia di Avellino, organizzazioni rappresentative dell'associazionismo locale e soci privati. Ha il compito di gestire l'iniziativa comunitaria Asse IV Approccio Leader che rappresenta il naturale completamento della politica comunitaria nel campo dello sviluppo rurale. Promuove strategie di sviluppo sostenibile e sperimenta nuove forme di valorizzazione del patrimonio naturale, culturale, agricolo, artigianale e turistico per approdare ad un potenziamento delle attività economiche e ad un miglioramento delle capacità organizzative delle Comunità di riferimento. Nell'ambito dell'Iniziativa Leader dell'Unione Europea il GAL attua progetti di sviluppo e gestisce i finanziamenti destinati alla valorizzazione delle aree rurali e montane caratterizzate da minore diffusione di servizi e opportunità lavorative, nel nostro caso l'area interessata si trova interamente nella provincia di Avellino e copre l'area Serinese e Solofrana. Il Gruppo di Azione Locale Serinese Solofrana persegue diverse finalità, tra cui rafforzare le imprese del territorio, sostenere gli investimenti, valorizzare il patrimonio rurale dell'area anche negli aspetti storico, artistici e architettonici che la caratterizzano fino ad arrivare ad una visione comune di sviluppo per istituzioni, cittadini ed imprese. Nel 2015 il Consiglio Comunale con propria delibera aveva deciso di dismettere le azioni possedute nel GAL ancora quantificate in lire, in quanto si riteneva che non vi fosse contiguità territoriale con la Comunità Montana di riferimento, in quanto il Comune di Monteforte Irpino era passato dalla Comunità Montana Serinese Solofrana oggi Valle dell'Irno alla Comunità Montana. Partenio Vallo di Lauro. In data 23.02.2016 con nota acquisita al protocollo di questo Ente al n. 0002077, il legale rappresentante del G.A.L. Serinese Solofrana evidenziava che il Comune di Monteforte Irpino, rientrando nella nuova classificazione delle aree rurali della Campania per la programmazione 2014/2020 risultava a tutti gli effetti uno dei territori eleggibili e finanziabili a seguito dell'abolizione degli STS. Stante anche la difficoltà nel dismettere le proprie quote acquistate nel Gal Serinese – Solofrana, si ritiene ancora opportuna, la permanenza all'interno del GAL Serinese Solofrana finalizzata alla programmazione 2021-2027 con l'apertura di importanti misure di finanziamento PSR per il territorio.
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Comune di Monteforte Irpino (AV)
2021-12-29
82b1cf1f776b7a90f0fc052ff3df8ea5
10
PARERE DELL'ORGANO DI REVISIONE SULLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AVENTE OGGETTO: REVISIONE PERIODICA DELLE PARTECIPAZIONI E RELAZIONE SULL'ATTUAZIONE DEL PIANO DI RAZIONALIZZAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI
Avendo ricevuto richiesta di parere sull'adempimento imposto alle Amministrazioni Pubbliche di compiere annualmente una revisione cosiddetta periodica delle partecipazioni societarie detenute, direttamente o indirettamente, finalizzata alla loro razionalizzazione. Revisione che fu straordinaria così come richiamato dall'art.24 del T.U.S.P. nel 2017 anno di entrata in vigore del Decreto Legislativo 19 agosto 2016, n. 175 T.U.S.P. In particolare, l'art. 20, c. 3, del d.lgs. n. 175/2016 stabilisce che annualmente, entro il 31 dicembre, l'ente interessato deve provvedere ad effettuare una ricognizione di tutte le partecipazioni dallo stesso possedute, predisponendo, ove ricorrano i presupposti di legge, un piano di riassetto per la loro razionalizzazione, fusione o soppressione. L'obbligo di adozione del piano di razionalizzazione opera, ai sensi dell'art. 20, c. 2, dello stesso Tusp, ove in sede di analisi dell'assetto complessivo delle società in cui si detengono partecipazioni, dirette o indirette, le amministrazioni pubbliche rilevino: - partecipazioni societarie che non rientrino in alcuna delle categorie di cui all'art. 4 co.2; - società che risultino prive di dipendenti o abbiano un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti; - partecipazioni in società che svolgono attività analoghe o similari a quelle svolte da altre società partecipate o da enti pubblici strumentali; - partecipazioni in società che, nel triennio precedente, abbiano conseguito un fatturato medio non superiore a un milione di euro; - partecipazioni in società diverse da quelle costituite per la gestione di un servizio d'interesse generale che abbiano prodotto un risultato negativo per quattro dei cinque esercizi precedenti; - necessità di contenimento dei costi di funzionamento; - necessità di aggregazione di società aventi ad oggetto le attività consentite all'art. 4. Le seguenti osservazioni discendono dal rispetto del principio cardine che ogni amministrazione pubblica deve osservare nella gestione del denaro pubblico è che i risultati del suo utilizzo devono essere improntati alla produzione di servizi per la collettività. Non tralasciando mai di dimenticare che il Bilancio deve anche e soprattutto essere gestito in termini di efficienza, efficacia ed economicità osservando il rispetto del principio ormai costituzionalizzato all'art.97 dell'equilibrio e sostenibilità e anche quello della tutela e promozione della concorrenza e del mercato art.1 co2 TUSP. Premesso che con delibera n. 145 del 08.09.2021 la Giunta Comunale ha approvato l'elenco degli enti componenti il "Gruppo Amministrazione Pubblica" per il 2020: - Società Alto Calore Servizi S.p.a. - Ente idrico Campano - Consorzio per il welfare integrato dell'ambito A02 - Ente Ambito per il servizio della gestione integrata dei rifiuti urbani Considerato che: - Si è tenuto conto di quanto modificato con il decreto correttivo D.LGS 16 giugno 2017, n. 100; - Nel 2015 il consiglio comunale con propria delibera aveva deciso di dismettere le azioni con cui si era entrati nel GAL SERINESE in quanto non vi era contiguità territoriale con la Comunità Montana di riferimento e soprattutto perché l'ente era passato alla C.M. Serinese Solofrana oggi si è esteso come territorio alla Valle dell'Irno e alla C.M. Partenio Vallo di Lauro di cui fa parte il Comune di Monteforte Irpino. - In data 23.02.2016 con nota acquisita al protocollo di questo Ente al n. 0002077, il legale rappresentante del G.A.L. Serinese Solofrana evidenziava, che il Comune di Monteforte Irpino, rientrava nella nuova classificazione delle aree rurali della Campania per la programmazione 2014/2020 risultando a tutti gli effetti uno dei territori eleggibili. - Il Sindaco con propria relazione Prot. 0021940 del 22-11-2021 ha posto in risalto che la permanenza nel GAL SERINESE è strategica gestendo il consorzio l'iniziativa comunitaria Asse IV Approccio Leader finalizzata alla programmazione 2021-2027 con l'apertura di importanti misure di finanziamento PSR per il territorio, finanziamenti destinati alla valorizzazione delle aree rurali e montane nel nostro caso l'area interessata si trova interamente nella provincia di Avellino e copre l'area Serinese e Solofrana di cui Monteforte Irpino fa parte. Dato atto che il C.C. aveva già predisposto ed approvato il piano operativo di razionalizzazione ai sensi dell'art. 1, comma 612, legge 23 dicembre 2014 n. 190 con delibere di n. 8 del 10.04.2015, n. 4 del 30.03.2016, n. 50 del 3.12.2018, n.53 del 18.12.2019 e con delibera n.52 del 29.12.2020, adottando i provvedimenti del quale il presente atto ricognitivo costituisce aggiornamento ai sensi dell'art. 24, comma 2, T.U.S.P. ed trasmettendo gli atti così come previsto dall'art.24 co.1 e 3 del T.U.S.P. Vista la relazione predisposta dal Sindaco Prot. 0021940 del 22-11-2021 nella quale sono espressi i motivi che giustificano il mantenimento delle partecipazioni per l'anno 2021; Preso atto che il Responsabile del Settore Servizi Finanziari con nota attesta il Parere favorevole in ordine alla regolarità tecnica e contabile ai sensi degli artt.li 49, comma 1, e 147 bis comma 1, del decreto legislativo n. 267/2000; A sintesi conclusiva delle verifiche sopra esposte, il Revisore Unico: - Visto il D.lgs. n. 267/2000; - Visto il D lgs. n. 118/2011; - Visto lo Statuto Comunale; - Visto il vigente Regolamento comunale di contabilità; ESPRIME parere favorevole alla proposta: - di deliberazione inerente la revisione ordinaria delle partecipate di cui all'oggetto e al mantenimento delle stesse in quanto rispondenti ai dettami previsti dal T.U.S.P. ed in particolare all'art.20 co.2 e all'art.4 co.2.; - di non procedere, per le motivazioni riportate all'interno della relazione sindacale, per l'anno 2021 all'alienazione delle partecipazioni all'interno del GAL Serinese-Solofrana; Ed infine si raccomanda di: - Monitorare attentamente l'andamento dei costi dei servizi forniti dalle partecipate, al fine di assicurare l'ottimale contenimento delle spese connesse; - Verificare periodicamente i bilanci delle partecipate ed a vigilare l'incidenza delle spese sul bilancio complessivo comunale per le forniture ricevute, attuando le opportune scelte qualora emergesse un disavanzo in sede di controllo di gestione; - Comunicare l'esito della ricognizione e le schede di rilevazione allegate alla proposta di deliberazione, al Ministero dell'Economia e delle Finanze attraverso l'apposito applicativo del Dipartimento del Tesoro; - Trasmettere l'atto deliberativo alla Corte dei Conti competente.
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Provincia di Benevento (BN)
2021-01-01
dd0df18e9ba98b45984b91ecbbdbb829
1
INTRODUZIONE
Le amministrazioni pubbliche, ai sensi dell'articolo 24, comma 1, del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, recante Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica (TUSP), entro il 30 settembre 2017, sono state chiamate ad effettuare, con provvedimento motivato, la ricognizione straordinaria delle partecipazioni possedute alla data del 23 settembre 2016, individuando quelle da alienare o da assoggettare alle misure di razionalizzazione di cui all'articolo 20 del TUSP. La Provincia di Benevento, con deliberazione di Consiglio Provinciale n. 34 del 29 settembre 2017 ha adempiuto a tale obbligo. L'esito della ricognizione è stato comunicato al MEF, entro il termine previsti dalla legge secondo le modalità di cui all'articolo 17 del Decreto-Legge 24 giugno 2014, n. 90, tramite l'applicativo Partecipazioni del Portale Tesoro https://portaletesoro.mef.gov.it/. Effettuata tale ricognizione straordinaria, le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, hanno l'obbligo, ai sensi dell'art. 20 del TUSP, di procedere annualmente alla revisione periodica delle partecipazioni detenute predisponendo, ove ne ricorrano i presupposti, un piano di riassetto per la loro razionalizzazione. L'art. 1, comma 2, del D.Lgs. n. 165 del 2001, stabilisce che: "Per amministrazioni pubbliche si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane, e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) e le Agenzie di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300. Fino alla revisione organica della disciplina di settore, le disposizioni di cui al presente decreto continuano ad applicarsi anche al CONI".
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Provincia di Benevento (BN)
2021-01-01
dd0df18e9ba98b45984b91ecbbdbb829
2
PARTECIPAZIONI OGGETTO DELLA RAZIONALIZZAZIONE PERIODICA
Come delineato all'articolo 1, comma 1, del TUSP, le disposizioni dello stesso TUSP si applicano avendo riguardo alle partecipazioni detenute dalle amministrazioni in società a totale o parziale partecipazione pubblica, sia diretta che indiretta (c.d. perimetro oggettivo). Ai sensi dell'art. 2, comma 1, lett. f), dello stesso TUSP, per "partecipazione" si deve intendere "la titolarità di rapporti comportanti la qualità di socio in società o la titolarità di strumenti finanziari che attribuiscono diritti amministrativi". L'articolo 20 del TUSP dispone che, ai fini della revisione periodica cui le amministrazioni sono chiamate ad ottemperare annualmente, venga effettuato, con proprio provvedimento, un'analisi dell'assetto complessivo delle società in cui detengono partecipazioni dirette o indirette, predisponendo, qualora ricorrano i presupposti previsti dal successivo comma 2 dello stesso articolo, un piano di riassetto per la loro razionalizzazione, da approvare con deliberazione Consiliare. L'art. 20, comma 2, lett. d), del TUSP, stabilisce che le amministrazioni pubbliche devono adottare le misure di razionalizzazione per le partecipazioni detenute in società nel caso in cui esse, nel triennio precedente, abbiano conseguito un fatturato medio non superiore a un milione di euro. Detta soglia, ai sensi dell'art. 26, comma 12-quinquies, del TUSP, è ridotta a cinquecentomila euro fino all'adozione dei piani di razionalizzazione riferiti al 31 dicembre 2019. Come si può rilevare nelle schede, di cui alle pagine successive della presente relazione, contenenti i dati economici degli ultimi cinque esercizi approvati, relative alle società partecipate della Provincia di Benevento, il fatturato medio di ciascuna di esse, nel triennio 2016/2018, è superiore ai cinquecentomila euro, per cui, con riferimento a tale parametro, non si rende necessario approvare un "piano di riassetto per la loro razionalizzazione". Le partecipazioni possedute dalla Provincia di Benevento sono le seguenti: - Partecipazioni societarie: La Provincia di Benevento partecipa al capitale delle seguenti società: - SAMTE SRL (in liquidazione) con una quota del 100%; - SANNIO EUROPA scarl con una quota del 100%; - SOCIETÀ BORGHI AUTENTICI DEL SANNIO E DELL'IRPINIA srl (inattiva ed in liquidazione) con una quota del 33,26%; - GAL TITERNO scarl con una quota del 5,032%. - Altre partecipazioni: Per completezza e tenuto conto delle disposizioni impartite dalle linee guida emanate dal MEF e dalla Corte dei Conti, si precisa che la Provincia di Benevento possiede quote in un'azienda speciale ed in due consorzi: - Azienda Speciale ASEA con una quota del 100%; - CST – CONSORZIO SANNIO.IT con una quota del 23,16%; - CONSORZIO ASI con una quota del 40%. Anche se le Aziende Speciali non rientrano nell'ambito di applicazione del TUSP e quindi non sono soggette alla revisione annuale di cui all'art. 20 del TUSP, è stata comunque effettuata la ricognizione esercitando la stessa attività economica. Con riferimento ai consorzi costituiti tra Comuni (e, più in generale, tra Enti Locali), si specifica che non sono oggetto di razionalizzazione le partecipazioni degli enti in detti consorzi. Nelle pagine seguenti le schede di rilevazione delle suddette società, aziende, consorzi.
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Comune di Nola (NA)
2020-07-17
e0a7b48d73bd43f40ef439ec26692ea9
1
1. Premessa
Dopo il "Piano Cottarelli", il documento dell'agosto 2014 con il quale l'allora commissario straordinario alla spending review auspicava la drastica riduzione delle società partecipate da circa 8.000 a circa 1.000, la legge di stabilità per il 2015 (legge 190/2014) ha imposto agli enti locali l'avvio un "processo di razionalizzazione" che possa produrre risultati già entro fine 2015. Il comma 611 della legge 190/2014 dispone che, allo scopo di assicurare il "coordinamento della finanza pubblica, il contenimento della spesa, il buon andamento dell'azione amministrativa e la tutela della concorrenza e del mercato", gli enti locali devono avviare un "processo di razionalizzazione" delle società e delle partecipazioni, dirette e indirette, che permetta di conseguirne una riduzione entro il 31 dicembre 2015. Lo stesso comma 611 indica i criteri generali cui si deve ispirare il "processo di razionalizzazione": - eliminare le società e le partecipazioni non indispensabili al perseguimento delle finalità istituzionali, anche mediante liquidazioni o cessioni; - sopprimere le società che risultino composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti; - eliminare le partecipazioni in società che svolgono attività analoghe o similari a quelle svolte da altre società partecipate o da enti pubblici strumentali, anche mediante operazioni di fusione o di internalizzazione delle funzioni; - aggregare società di servizi pubblici locali di rilevanza economica; - contenere i costi di funzionamento, anche mediante la riorganizzazione degli organi amministrativi e di controllo e delle strutture aziendali, ovvero riducendo le relative remunerazioni.
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Comune di Nola (NA)
2020-07-17
e0a7b48d73bd43f40ef439ec26692ea9
2
2. Piano operativo e rendicontazione
Il comma 612 della legge 190/2014 prevede che i sindaci e gli altri organi di vertice delle amministrazioni, "in relazione ai rispettivi ambiti di competenza", definiscano e approvino, entro il 31 marzo 2015, un piano operativo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni. Il piano definisce modalità, tempi di attuazione, l'esposizione in dettaglio dei risparmi da conseguire. Il piano è trasmesso alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei conti e pubblicato nel sito internet dell'amministrazione. La pubblicazione è obbligatoria agli effetti del "decreto trasparenza" (d.lgs. 33/2013). Pertanto nel caso sia omessa è attivabile da chiunque l'istituto dell'accesso civico. Più in particolare l'art. 20 commi 1 e 2, e l'art. 26 comma 11 del decreto legislativo 19 Agosto 2016, n. 175, recante Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica (TUSP), hanno previsto che le pubbliche amministrazioni effettuino, con provvedimento da approvarsi entro il 31 Dicembre 2019, un'analisi dell'assetto complessivo delle società partecipate, direttamente o indirettamente, alla data del 31 Dicembre 2018, predisponendo, ove ricorrano i relativi presupposti, un piano di riassetto per la loro razionalizzazione, fusione o soppressione, anche mediante messa in liquidazione o cessione. Detto provvedimento dovrà essere trasmesso al Ministero dell'Economia e delle finanze - Dipartimento del Tesoro- per il monitoraggio, unitamente ai dati delle partecipazioni detenute e dei rappresentanti in organi di governo di società ed enti, con le modalità di cui all'art. 17 del decreto legge 24 giugno 2014 n.90, vale a dire mediante l'applicativo Partecipazioni del portale Tesoro https://portaletesoro.mef.gov.it. Come sopra precisato la legge di stabilità 2015 individua nel sindaco e negli altri organi di vertice dell'amministrazione, "in relazione ai rispettivi ambiti di competenza", i soggetti preposti ad approvare il piano operativo e la relazione a consuntivo. È di tutta evidenza che l'organo deputato ad approvare tali documenti per gli enti locali è il consiglio comunale. Lo si evince dalla lettera e) del secondo comma dell'articolo 42 del TUEL che conferisce al consiglio competenza esclusiva in materia di "partecipazione dell'ente locale a società di capitali". Per osservare "alla lettera" il comma 612, che sembra voler coinvolgere anche la figura del sindaco nel processo decisionale, le deliberazioni consiliari di approvazione del piano operativo e della relazione potranno essere assunte "su proposta" proprio del sindaco.
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Comune di Nola (NA)
2020-07-17
e0a7b48d73bd43f40ef439ec26692ea9
3
3. Attuazione
Il piano operativo sarà attuato attraverso deliberazioni del consiglio che potranno prevedere cessioni, scioglimenti, accorpamenti, fusioni. Il comma 613 della legge di stabilità precisa che, nel caso le società siano state costituite (o le partecipazioni acquistate) "per espressa previsione normativa", le deliberazioni di scioglimento e di liquidazione e gli atti di dismissione sono disciplinati unicamente dalle disposizioni del codice civile e "non richiedono né l'abrogazione né la modifica della previsione normativa originaria". Il comma 614 della legge 190/2014 estende l'applicazione, ai piani operativi in esame, dei commi 563-568-ter della legge 147/2013 in materia di mobilità del personale, gestione delle eccedenze e di regime fiscale agevolato delle operazioni di scioglimento e alienazione. Riassumiamo i contenuti principali di tale disciplina: - (co. 563) le società controllate direttamente o indirettamente dalle PA o da loro enti strumentali (escluse quelle che emettono strumenti finanziari quotati nei mercati regolamentati e le società dalle stesse controllate) possono realizzare processi di mobilità del personale sulla base di accordi tra società senza il consenso del lavoratore. La norma richiede la preventiva informazione delle rappresentanze sindacali e delle organizzazioni sindacali firmatari e del contratto collettivo. In ogni caso la mobilità non può mai avvenire dalle società alle pubbliche amministrazioni. - (co. 565) Nel caso di eccedenze di personale, nonché qualora l'incidenza delle spese di personale sia pari o superiore al 50% delle spese correnti, le società inviano un'informativa preventiva alle rappresentanze sindacali ed alle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo. Tale informativa reca il numero, la collocazione aziendale e i profili professionali del personale in eccedenza. Tali informazioni sono comunicate anche al Dipartimento della funzione pubblica. - (co. 566) Entro dieci giorni, l'ente controllante procede alla riallocazione totale o parziale del personale in eccedenza nell'ambito della stessa società mediante il ricorso a forme flessibili di gestione del tempo di lavoro, ovvero presso altre società controllate dal medesimo ente o dai suoi enti strumentali. - (co. 567) Per la gestione delle eccedenze di personale, gli enti controllanti e le società possono concludere accordi collettivi con le organizzazioni sindacali per realizzare trasferimenti in mobilità dei dipendenti in esubero presso altre società, dello stesso tipo, anche al di fuori del territorio della regione ove hanno sede le società interessate da eccedenze di personale. - (co. 568-bis) Le amministrazioni locali e le società controllate direttamente o indirettamente beneficiano di vantaggi fiscali se procedono allo scioglimento o alla vendita della società (o dell'azienda speciale) controllata direttamente o indirettamente. Nel caso di scioglimento, se è deliberato entro il 6 maggio 2016 (24 mesi dall'entrata in vigore della legge 68/2014 di conversione del DL 16/2014) atti e operazioni in favore di pubbliche amministrazioni in conseguenza dello scioglimento sono esenti da imposte. L'esenzione si estende a imposte sui redditi e IRAP. Non si estende all'IVA, eventualmente dovuta. Le imposte di registro, ipotecarie e catastali si applicano in misura fissa. Se lo scioglimento riguarda una società controllata indirettamente: - le plusvalenze realizzate in capo alla controllante non concorrono alla formazione del reddito e del valore della produzione netta; - le minusvalenze sono deducibili nell'esercizio in cui sono realizzate e nei quattro successivi. Nel caso della cessione del capitale sociale, se l'alienazione delle partecipazioni avviene ad evidenza pubblica deliberata entro il 6 maggio 2015 (12 mesi dall'entrata in vigore della legge 68/2014 di conversione del DL 16/2014), ai fini delle imposte sui redditi e dell'IRAP, le plusvalenze non concorrono alla formazione del reddito e del valore della produzione netta e le minusvalenze sono deducibili nell'esercizio in cui sono realizzate e nei quattro successivi. L'evidenza pubblica, a doppio oggetto, riguarda sia la cessione delle partecipazioni che la contestuale assegnazione del servizio per cinque anni. In caso di società mista, al socio privato detentore di una quota di almeno il 30% deve essere riconosciuto il diritto di prelazione.
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Comune di Nola (NA)
2020-07-17
e0a7b48d73bd43f40ef439ec26692ea9
4
4. Finalità istituzionali
La legge 190/2014 conserva espressamente i vincoli posti dai commi 27-29 dell'articolo 3 della legge 244/2007, che recano il divieto generale di "costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e di servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, né assumere o mantenere direttamente partecipazioni, anche di minoranza, in tali società". È sempre ammessa la costituzione di società che producano servizi di interesse generale, che forniscano servizi di committenza o di centrali di committenza a livello regionale a supporto di enti senza scopo di lucro e di amministrazioni aggiudicatrici. L'acquisto di nuove partecipazioni e, una tantum, il mantenimento di quelle in essere, devono sempre essere autorizzate dall'organo consiliare con deliberazione motivata da trasmettere alla sezione regionale di controllo della Corte dei conti.
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Comune di Nola (NA)
2020-07-17
e0a7b48d73bd43f40ef439ec26692ea9
5
5. Le partecipazioni dell'ente
L'Ente partecipa al capitale delle seguenti società: ## INTERPORTO CAMPANO SPA Con delibera nr. 21 del 29.07.2015 (Piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate e delle partecipazioni societarie (art.1 co. 612 legge 190/2014). - RATIFICA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 70 DEL 22.05.2015), il Consiglio Comunale ha deliberato "... la ratifica della delibera di giunta comunale n. 70 del 22.05.2015 ad oggetto "Piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate e delle partecipazioni societarie (art.1 co. 612 legge 190/2014). - PROPOSTA AL CONSIGLIO COMUNALE" (allegato sub.1), con unito Piano operativo (allegato sub.3)" La quota di partecipazione dell'Ente in detta compagine societaria è pari al 0.04% del Capitale Sociale. La società ha per oggetto " servizi integrati e finalizzati allo scambio di merci tra le diverse modalità di trasporto; tuttavia tali servizi non sono strettamente necessari per il proseguimento delle finalità istituzionale dell'ente. In virtù degli atti deliberativi di cui in premessa, è stata deliberata l'alienazione della partecipazione in detta compagine sociale entro il termine previsto dall'art. 10 del Dlgs. 175/2016. ## CAMPANIA FELIX Con sentenza nr. 30/2015, la società è stata dichiarata fallita dal tribunale di Nola. ## AGENZIA LOCALE DI SVILUPPO DEI COMUNI DELL'AREA NOLANA SCPA Con delibera nr. 21 del 29.07.2015 (Piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate e delle partecipazioni societarie (art.1 co. 612 legge 190/2014). - RATIFICA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 70 DEL 22.05.2015), il Consiglio Comunale ha deliberato "... la ratifica della delibera di giunta comunale n. 70 del 22.05.2015 ad oggetto "Piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate e delle partecipazioni societarie (art.1 co. 612 legge 190/2014). - PROPOSTA AL CONSIGLIO COMUNALE" (allegato sub.1), con unito Piano operativo (allegato sub.3)" e per l'effetto di mantenere la partecipazione nell'AGENZIA LOCALE DI SVILUPPO DEI COMUNI DELL'AREA NOLANA SCPA La società ha sede legale in Camposano (NA), alla Via Trivice d'Ossa s.n.c. - C.F. 04525451219 - C.C.I.A.A. di Napoli n. REA NA-700725, la quota di partecipazione del Comune di Nola è del 18,43% del capitale sociale. Trattasi di una società consortile a partecipazione pubblica totalitaria con esclusione, da previsione statutaria, della possibilità di partecipazione del capitale privato. Costituita nel 03/07/2003 la società, senza scopo di lucro, ha l'obiettivo di accrescere la competitività economica e di migliorare la qualità sociale di diciotto amministrazioni locali. La società è sottoposta al controllo analogo delle amministrazioni socie. A tal fine si rappresenta che detta compagine sociale ha provveduto ad adeguare il proprio statuto mentre presso l'ente è ancora in corso di definizione il relativo adeguamento statutario in materia di Controllo Analogo. L'assemblea, con modifica statutaria, si è anche dotata di un organismo di Indirizzo, vigilanza e controllo composto dai legali rappresentanti delle amministrazioni socie per una costante verifica della coerenza della gestione della società con gli indirizzi, le direttive e gli interessi degli stessi soci. Allo stato svolge in favore del Comune di Nola i seguenti servizi: - Gestione delle aree di sosta di tutto il territorio Comunale; - Assistenza all'Ufficio di Piano per la corretta attuazione degli interventi di carattere socio assistenziale dell'Ambito N23; - Assistenza all'Ufficio Tributi per la riscossione diretta ed il recupero dell'evasione dell'entrata tributaria; - Ufficio a supporto per la Centrale Unica di Committenza dell'Area Nolana.
campania
public_services
public_holdings_rationalization
Comune di Nola (NA)
2020-07-17
e0a7b48d73bd43f40ef439ec26692ea9
6
6. Partecipazione in forme associative
Così come già evidenziato nella delibera di Giunta Comunale nr. 70 del 22.05.2015, l'amministrazione comunale detiene partecipazioni in forme associative di cui al capo V del d.lgs. 267/00 aventi natura diversa da quelle societarie e quindi non oggetto del piano di razionalizzazione, ma che vengono qui riportate per motivi di completezza e di seguito descritte: ## Fondazione Festa dei Gigli Fondazione Festa dei Gigli denominata anche solo FONDAZIONE C.F.84003330630 con sede legale in Via Merliano, Nola, costituita nel 2012 per iniziativa del Comune di Nola, unico socio fondatore, con quote di partecipazione del 100%, con adesione della DIOCESI di Nola, della Regione Campania e della Provincia di Napoli, quali soci partecipanti sostenitori. La finalità della Fondazione è la: - valorizzazione, la promozione la conoscenza della Festa dei Gigli in ambito nazionale ed internazionale. - tutela della Festa in ogni sede come: - patrimonio antropologico, culturale, artistico e religioso; - tutela della macchina della Festa dei Gigli come l'arte della cartapesta, le storiche botteghe artigiane uniche depositarie della tecnica realizzativa dei Gigli e della Barca. ## Parco Letterario Giordano Bruno Parco Letterario Giordano Bruno, denominato anche Fondazione Giordano Bruno, iscritta al n° 232 del Registro Persone Giuridiche, con sede legale in Nola Castel Cicala, costituita dalla Regione Campania con atto notarile del 20.12.2008. Solo in data 28.01.2010 il Comune di Nola ha aderito alla Fondazione. Essa ha lo scopo di promuovere la conoscenza e la diffusione della figura e del pensiero del filosofo Giordano Bruno. La finalità della fondazione è quella di promuovere la valorizzazione culturale e turistica del patrimonio artistico, letterario e dei beni culturali presenti nel territorio. ## Ente D'Ambito Sarnese Vesuviano. Società consortile a responsabilità limitata con sede legale Via del Grande Archivio - P.tta G. Fortunato, 10 Napoli C.F. 94175870636. Partita IVA. 04341161216, con quote di partecipazione del Comune di Nola del 2,19 % Il consorzio ha lo scopo di: - organizzare il servizio idrico integrato ed istituzionale dell'Ente Idrico Campano, nell'ambito territoriale ottimale n.3 denominato "Sarnese - Vesuviano" ATO; - organizzare i dati raccolti presso gli enti consorziati in sede di ricognizione delle opere d'adduzione, di distribuzione, di fognatura e di depurazione esistenti; - determinare ed aggiornare la tariffa del servizio idrico integrato; - predisporre il Piano d'Ambito con il programma degli interventi, il piano finanziario ed il relativo modello per la gestione integrata del servizio; - scegliere la forma di gestione del servizio; - definire le procedure da seguire per l'assegnazione della gestione del servizio; - deliberare l'affidamento del servizio idrico integrato; - controllare il servizio idrico integrato, allo scopo di tutelare l'interesse degli utenti nei confronti del soggetto gestore, verificando l'adempimento agli obblighi contenuti nella convezione di gestione; Si rappresenta che ai sensi dell'Art.5 delle L.R. 15/2015 e successivo D.P.G.R. Campania N° 142 del 07.09.2018, l'attività ordinaria dell'ambito Sarnese Vesuviano è cessata il 30.09.2018. I Commissari straordinari nominati resteranno in carica dal 01.10.2018 e sino all'espletamento di tutte le attività propedeutiche alla chiusura delle operazioni di liquidazione dell'ente. ## Consorzio A.S.I. Consorzio A.S.I. (Consorzio per l'Area di Sviluppo Industriale della Provincia di Napoli) Società Consortile a Responsabilità Limitata, con sede legali in Via D.Morelli Napoli C.F.80045420637 – P. IVA 01483030639 con quote di partecipazione del Comune di Nola dell'0,25%, è un ente pubblico economico fondato il 16 gennaio del 1962 dai rappresentanti delle seguenti Istituzioni: la Provincia di Napoli, la Camera di commercio, il Comune di Napoli, il Banco di Napoli, l'ISVEIMER, l'IRI e l'ANSI. Nel Consorzio sono compresi gli Enti Territoriali che esercitano nell'area di sviluppo industriale. L'Ente ha lo scopo di favorire il sorgere coordinato di nuove iniziative industriali nella circoscrizione Provinciale e particolarmente nei territori dove si trovano gli agglomerati industriali: Acerra, Giugliano, Caivano, Casoria-Arzano-Frattamaggiore, Marigliano-Nola, Pomigliano. ## Ato Napoli 3 L'ambito territoriale ottimale (ATO), è un territorio su cui sono organizzati servizi pubblici integrati, ad esempio quello idrico o quello dei rifiuti (vedi Codice dell'Ambiente, D. Lgs 152/2006 e succ. modifiche, che ha abrogato la L.36/94). Tali ambiti sono individuati dalle Regioni con apposita legge regionale (nel caso del Servizio Idrico Integrato con riferimento ai bacini idrografici), e su di essi agiscono le Autorità d'Ambito, strutture con personalità giuridica che organizzano, affidano e controllano la gestione del Servizio Integrato. L'ATO 3 raggruppa 76 Comuni di cui: 59 della Provincia di Napoli e 17 della Provincia di Salerno L'Ente d'Ambito per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani "ATO", di seguito denominato anche solo EDA, istituito ai sensi dell'articolo 25, co.3 della legge regionale 26 maggio 2016 n. 14 (Norme di attuazione della disciplina europea e nazionale in materia di rifiuti) è un ente rappresentativo dei Comuni appartenenti all'Ambito Territoriale Ottimale – ATO, come risulta individuato dall'articolo 23, comma 1, lettera d), della l.r. 14/2016. È fatto obbligo ai comuni della Campania, ai sensi dell'Art. 25 comma 1 della l.r. n. 14/2016, di aderire all'Ente d'Ambito territoriale ottimale in cui ricade il rispettivo territorio, per l'esercizio in forma associata delle rispettive funzioni in materia di gestione del ciclo dei rifiuti, in conformità a quanto disciplinato dalla legge regionale e dal decreto legislativo n. 152/2006. L'Ente d'Ambito è il soggetto di governo del ciclo integrato dei rifiuti in ciascun ATO in ossequio ai principi di efficienza, efficacia ed economicità. Ha personalità giuridica di diritto pubblico ed è dotato di autonomia organizzativa, amministrativa e contabile. Il Comune di Nola partecipa all'ATO Napoli 3 con una quota di partecipazione pari al 3,16%. È intenzione dell'amministrazione mantenere le partecipazioni su indicate negli organismi sottoposti alla normativa di cui in premessa, ad eccezione di quanto deliberato in relazione all'Interporto Campano Spa. Si dà atto che non ricorrono le fattispecie di cui al comma 611 della legge n. 190 /2014 indicante i criteri generali cui si deve ispirare il "processo di razionalizzazione" lettere dalla a) alla d): - eliminare le società e le partecipazioni non indispensabili al perseguimento delle finalità istituzionali, anche mediante liquidazioni o cessioni; - sopprimere le società che risultino composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti; - eliminare le partecipazioni in società che svolgono attività analoghe o similari a quelle svolte da altre società partecipate o da enti pubblici strumentali, anche mediante operazioni di fusione o di internalizzazione delle funzioni; - aggregare società di servizi pubblici locali di rilevanza economica; - contenere i costi di funzionamento, anche mediante la riorganizzazione degli organi amministrativi e di controllo e delle strutture aziendali, ovvero riducendo le relative remunerazioni. In relazione alla lettera e), sarà proposto nella competente sede assembleare di adottare misure utili al contenimento dei costi di funzionamento.
campania
public_services
service_charter
Comune di Benevento (BN)
2020-06-23
2f4c39c9fb796e5066ac28770c5724d6
1
1. PRESENTAZIONE DELLA CARTA DEI SERVIZI
## 1.1. RAGIONI E FINALITÀ DELLA CARTA DEI SERVIZI In ottemperanza alle normative vigenti per tutte le aziende che operano nel settore dei trasporti pubblici (decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 dicembre 1998), la Carta della Mobilità di TROTTA offre all'utenza l'opportunità di conoscere l'attività dell'Azienda nei suoi diversi aspetti ed i principi a cui essa si ispira, mettendo a disposizione tutte le informazioni utili per la fruizione del servizio offerto. L'intento dell'Azienda è quello di avviare per mezzo dalla Carta della Mobilità un confronto ed una comunicazione permanente con i suoi Clienti, anche mediante lo strumento del sondaggio di opinione, già proficuamente applicato una prima volta e sintetizzato in questo documento: TROTTA può così dare voce ai suoi Clienti, permettendo loro di far conoscere le proprie esigenze e di vederle contemplate, nei limiti del possibile, nei piani di miglioramento del servizio. La Carta di TROTTA vuole quindi essere uno strumento immediato e concreto nei suoi contenuti, concentrandosi fondamentalmente sui fattori che costituiscono la qualità del servizio e i corrispondenti standard di qualità, espressi in forma non generica, bensì con precisi dati numerici che possano essere valutati e verificati dall'utenza. Solo così l'Azienda può perseguire lo scopo più generale di una crescita autentica e di una integrazione costantemente aggiornata nel territorio in cui opera. ## 1.2. RIFERIMENTI NORMATIVI PER LA CARTA DEI SERVIZI - DPCM 27/01/1994 "Principi sull'erogazione dei pubblici servizi" - DPCM 30/12/1998 "Schema generale di riferimento per la predisposizione della carta dei servizi pubblici del settore trasporti" ## 1.3. DIRITTI GARANTITI AL CLIENTE La Ditta TROTTA si impegna ad operare nel rispetto di fondamentali principi e garanzie per il Cliente, ovvero: ### UGUAGLIANZA E IMPARZIALITÀ La Ditta TROTTA si impegna ad improntare l'erogazione del pubblico servizio di trasporto al principio di uguaglianza dei diritti degli utenti-clienti inteso come divieto di ogni ingiustificata discriminazione per motivi di razza, sesso, lingua, religione ed opinioni politiche. Si impegna altresì a garantire: - accessibilità al servizio e alle strutture senza distinzione di sesso, etnia, lingua, religione, opinione politica, censo, condizioni psicofisiche o sociali - impegno a migliorare l'accessibilità al servizio per persone in difficoltà, anziani, disabili - adozione di misure adeguate per favorire una parità di condizioni del servizio prestato, tra le differenti aree geografiche e tra le diverse fasce di utenza ### EFFICIENZA ED EFFICACIA La Ditta TROTTA si impegna ad erogare il servizio in modo da garantire: - il controllo costante delle condizioni di sicurezza per il viaggiatore - il rispetto degli standard di qualità dichiarati - l'adozione di misure atte a ridurre l'impatto ambientale, in particolare quello generato dai propri mezzi di trasporto - l'adozione di piani aziendali volti al continuo miglioramento nell'erogazione del servizio ### CONTINUITÀ La Ditta TROTTA, nella normalità delle condizioni oggettive esistenti sul territorio, si impegna ad assicurare: - la regolarità ed il rispetto dell'orario pubblicato e diffuso - la tempestiva informazione per ogni necessaria variazione di orari o percorsi, al fine di arrecare minor disagio possibile all'utente - l'attivazione di servizi sostitutivi ove occorrano - l'erogazione del servizio minimo in caso di sciopero. ### PARTECIPAZIONE E TRASPARENZA La Ditta TROTTA si impegna a garantire e favorire la partecipazione dei cittadini al fine di tutelare il loro diritto alla adeguata fruizione del servizio. A tal fine: - adotta iniziative volte a favorire la partecipazione degli utenti anche attraverso organi di rappresentanza organizzata, come le Associazioni dei Consumatori, le quali fungono come mezzo di comunicazione tra azienda e Clienti, per fornire informazioni, ricevere suggerimenti o reclami, al fine di tutelare il diritto alla corretta erogazione del servizio - rileva periodicamente il livello della qualità del servizio percepita dall'utenza.
campania
public_services
service_charter
Comune di Benevento (BN)
2020-06-23
2f4c39c9fb796e5066ac28770c5724d6
2
2. PRESENTAZIONE DELL'AZIENDA
### 2.2. SETTORI OPERATIVI DELL'AZIENDA E RISORSE La Ditta TROTTA è strutturata per settori operativi, ed impiega i seguenti addetti: - DIREZIONE E QUADRI N. 1 UNITÀ - COORDINATORE DI ESERCIZIO N.1 UNITÀ - OPERATORI DI ESERCIZIO N. 51 UNITÀ FULL-TIME - OPERATORE DI ESERCIZIO N.18 UNITÀ PART-TIME - ADDETTI ALL'ESERCIZIO N. 3 UNITÀ - ADDETTI AL SERVIZIO AMMINISTRATIVO N. 2 UNITÀ - ADDETTI AL SERVIZIO DEPOSITO E OFFICINA N. 6 UNITÀ - ADDETTI AL SERVIZIO COMMERCIALE N. 2 UNITA (di cui 1 p.t.) - COORDINATORE AMMINISTRATIVO N.1 UNITÀ - ADDETTI AL SETTORE MOBILITÀ N. 14 UNITÀ ## 2.3. STRUTTURE La sede della ditta TROTTA per il trasporto urbano è sita in Benevento, in via Santa Colomba n° 139/141. Essa è composta da: - Sede Legale - Ufficio Deposito e officina - Ufficio Movimento - Ufficio Commerciale - Ufficio Amministrativo L'azienda dispone di strutture a servizio della clientela, con appositi recapiti telefonici. - Telefono 0824-363515 (Centralino) - Telefono 0824-363528 (Ufficio commerciale) - NUMERO VERDE 800 999 295 Il numero verde è attivo dalle 8:00 alle 14:00 per fornire informazioni e dalle 8:00 alle 19:00 per ricevere reclami e/o segnalazioni. Ulteriori informazioni sono reperibili consultando il sito: www.trottabenevento.it ## 2.4. PARCO MEZZI La ditta TROTTA dispone di un totale di 49 autobus, così ripartiti: - 8 IVECO 471 F1 - 5 INBUS U150 - 2 IVECO 480T - 3 BREDA 2001 - 2 Pollicino 35P - 5 BREDA M230 - 13 IRISBUS 491E - 6 CITELIS - 5 EUROPOLIS
campania
public_services
service_charter
Comune di Benevento (BN)
2020-06-23
2f4c39c9fb796e5066ac28770c5724d6
3
3. OFFERTA COMMERCIALE
## 3.1. COPERTURA TERRITORIALE DEL SERVIZIO L'obiettivo della ditta TROTTA è quello di fornire un servizio di trasporto pubblico locale urbano e di creare un sistema integrato della mobilità in cui tutti gli operatori che gravitano nell'area della mobilità (parcheggi, ferrovie, taxi, altre aziende di trasporto) collaborino ad un programma coordinato e ad un utilizzo razionale delle risorse disponibili per allinearlo alle esigenze dei cittadini. A tal proposito le linee sono state articolate in maniera da permettere un collegamento diretto o tramite coincidenze in tutti i punti del territorio servito. Inoltre è a disposizione dell'utente una dettagliata MAPPA DEI TRASPORTI (consultabile sul sito web) con la configurazione di tutte le linee. Il servizio è disponibile tutti i giorni dell'anno, escluse le festività di Natale e Pasqua, durante le quali il servizio viene erogato in forma ridotta. Nelle giornate di sciopero, il servizio viene assicurato in conformità alla legge 12 giugno 1990, n.146, con una copertura oraria dalle 6:30 alle 9:30 e dalle 11:45 alle 14:45. Nel seguente prospetto sono riportati i dati inerenti la copertura territoriale del servizio di trasporto: - Area servita: Kmq2 130 - N° abitanti sul territorio coperto dalle linee: 65.000 - Lunghezza della rete: Km. 110 - N° linee (esclusi bis scolastici): 15 - N° mezzi impiegati sulle linee urbane: 41 - Percorrenza totale annua: Km. 1.204.876 - N° passeggeri annui trasportati: 2.000.000 - Copertura oraria del servizio: Dalle 5,30 alle 23,00 - N° corse giornaliere: 342 - Frequenza massima delle corse: 35 minuti - N° fermate: 208 - N° paline (e pensiline): 109 (41) - Distanza media fermate (metri): 350 - Personale impiegato da ATMS: 99 persone ## 3.2. ORARI ED INFORMAZIONI La Ditta TROTTA diffonde informazioni sulle linee, percorsi ed orari attraverso i seguenti canali: - Uffici aziendali - Sito web - Opuscolo informativo - Espositori paline ## 3.3. IL SISTEMA TARIFFARIO La Ditta TROTTA aderisce al Consorzio UNICOCAMPANIA che gestisce l'integrazione tariffaria in Campania. Il titolo di viaggio per spostarsi nell'area urbana e suburbana di Benevento è denominato UNICOBENEVENTO. All'area suburbana appartengono i seguenti Comuni confinanti con il territorio comunale di Benevento: Apollosa, Castelpoto, Foglianise, Fragneto Monforte, Paduli, Pesco Sannita, Pietrelcina, San Giorgio del Sannio, San Leucio del Sannio, San Nicola Manfredi, Sant'Angelo a Cupolo, Torrecuso. I passeggeri devono salire a bordo già in possesso di regolare titolo di viaggio acquistato a terra; è possibile acquistare il biglietto orario a bordo, solo in caso di chiusura o non reperibilità dei punti vendita, pagando un sovrapprezzo di € 0,50 alla tariffa ordinaria. Le tipologie e le tariffe dei titoli di viaggio sono : - biglietto orario 90 minuti: € 0,90 - biglietto giornaliero: € 2,00 - biglietto week-end giornaliero: € 1,60 - abbonamento settimanale: € 7,20 - abbonamento mensile: € 20,00 - abbonamento annuale ordinario: € 173.50 - abbonamento ordinario ridotto ISSE < € 12.500,00: € 133,50 - abbonamento annuale studenti promozionale: € 120,00 - abbonamento annuale studenti ridotto ISSE < € 12.500,00€: 100,00 Per le categorie protette la ditta TROTTA garantisce un servizio di trasporto pubblico gratuito oppure con agevolazioni di prezzo in funzione della fascia di reddito. Per avere le informazioni necessari all'accesso a tali agevolazioni è necessario rivolgersi presso gli Uffici Commerciali della sede sito in via Santa Colomba, 139/141 - Benevento oppure consultando il sito web www.unicocampania.it. Anche per gli studenti la ditta TROTTA garantisce un servizio di trasporto pubblico con agevolazioni di prezzo in funzione della fascia di reddito. Per avere le informazioni necessarie all'accesso a tali agevolazioni è necessario rivolgersi presso gli Uffici Commerciali della sede sito in via Santa Colomba, 139/141 - Benevento oppure consultando il sito web www.unicocampania.it. Per le informazioni sulla integrazione tariffaria regionale i Clienti possono rivolgersi al: Consorzio UNICOCAMPANIA- PIAZZA Matteotti, Napoli tel.081/5513109 Sito web: www.unicocampania.it ## 3.4 REPERIBILITÀ DEI TITOLI DI VIAGGIO E SOSTA La vendita dei biglietti e degli abbonamenti per gli autobus urbani nonché quella dei titoli dei parcheggi a raso viene effettuata presso tutti gli esercizi commerciali convenzionati. È possibile l'acquisto a bordo di biglietti solo in caso di chiusura o non reperibilità dei punti vendita autorizzati mediante il pagamento di un sovrapprezzo al biglietto ordinario. La vendita dei titoli relativi alla sosta all'autoparcheggio di via del Pomerio viene effettuata presso l'ufficio cassa addetto negli orari dalle 7:00 alle 22:000 con tel. 0824-28420.
campania
public_services
service_charter
Comune di Benevento (BN)
2020-06-23
2f4c39c9fb796e5066ac28770c5724d6
4
4. CONDIZIONI DI VIAGGIO
## 4.1. Documenti di viaggio I passeggeri devono salire a bordo già in possesso di regolare titolo di viaggio acquistato a terra; è possibile acquistare il biglietto a bordo pagando un sovrapprezzo alla tariffa ordinaria. Il documento di viaggio va convalidato immediatamente ed in ogni caso prima di sedersi e prima di raggiungere la fermata successiva. Il documento di viaggio deve essere conservato integro e riconoscibile per tutto il tempo della sua validità. In caso di irregolarità del documento di viaggio saranno applicate le sanzioni amministrative previste dalla legge regionale n. 13 del 13/8/98; l'azienda si riserva di denunciare all'autorità giudiziaria le irregolarità che rivestono carattere di frode; tale sanzione risulta pari a 25,00 euro più l'importo del titolo di viaggio. In caso di guasti alle macchinette obliteratrici, i passeggeri devono prontamente segnalarlo al conducente ed annullare il documento di viaggio manualmente trascrivendo giorno, mese anno, ore e minuti del viaggio. ## 4.2. Trasporto bambini I bambini di altezza inferiore ad un metro sono trasportati gratuitamente purché non occupino posti a sedere e siano accompagnati da adulti. ## 4.3. Trasporto bagagli I passeggeri possono trasportare gratuitamente una sola valigia, pacco o collo a mano, purché di dimensioni non superiori, anche in un solo lato, a cm. 50; in tutti gli altri casi il passeggero è tenuto all'acquisto di un biglietto per ogni collo. Non sono ammessi al trasporto gli oggetti eccessivamente ingombranti, sudici, nocivi e pericolosi. I passeggini per bambini sono ammessi in vettura e trasportati gratuitamente purché vengano piegati in modo da ridurre al minimo l'ingombro. I bagagli sono trasportati sotto cura e custodia esclusiva del viaggiatore senza alcuna responsabilità dell'azienda. ## 4.4. Trasporto animali domestici È vietato il trasporto di qualsiasi animale ad eccezione di: - cani accompagnatori di non vedenti, per i quali è consentito il trasporto gratuito, purché muniti museruola e tenuti al guinzaglio. - piccoli cani portati in braccio e muniti di museruola, previo pagamento di biglietto ordinario. ## 4.5. Comportamento in vettura La salita e la discesa è regolamentata dalla apposita segnaletica affissa vicino alle porte. È fatto obbligo agli utenti di sorreggersi agli appositi sostegni e maniglie durante la marcia ed in particolare al momento dell'arresto dell'autobus alle fermate. ## 4.6. Divieti È vietato: - Salire o scendere quando la vettura è in marcia; - Salire nell'autobus in stato di ebrezza o in condizioni fisiche o psichiche che non consentono il corretto utilizzo del servizio o che possano arrecare danno a sé o agli altri; - Occupare più di un posto a sedere o ingombrare in qualsiasi modo uscite e passaggi; - Chiedere al conducente di salire o scendere dal veicolo in un luogo diverso da quello stabilito dalla fermata; - Distrarre, impedire o ostacolare in qualsiasi modo il conducente nell'esercizio delle sue funzioni; - Fumare in vettura ai sensi della Legge n° 584 dell'11.11.1975 e successive modificazioni; - Insudiciare, guastare o comunque rimuovere o manomettere parti o apparecchiature degli autobus; - Portare oggetti pericolosi o che possano danneggiare i viaggiatori e la vettura o, per qualsiasi ragione, costituire rischio per i passeggeri; - Sporgersi dai finestrini o gettare oggetti dai medesimi; - Azionare apparecchi radiofonici, cantare, suonare, schiamazzare o comunque disturbare; - Esercitare all'interno degli autobus attività pubblicitarie o commerciali, anche se a scopo benefico, senza l'autorizzazione dell'Azienda. ## 4.7. Sanzioni Fatte salve le eventuali conseguenze di legge, possono essere esclusi dal trasporto ed allontanati, senza diritto ad alcun risarcimento, i passeggeri molesti e quelle persone che non prestassero ascolto alle osservazioni ed agli inviti del personale di servizio tendenti a far rispettare le presenti norme. La ditta Trotta si riserva ogni azione in sede civile e penale per assicurare il corretto andamento del servizio e salvaguardare il patrimonio aziendale. ## 4.8. Infortuni sui mezzi In caso di infortuni, cadute, incidenti o altro verificatosi a bordo delle vetture, i passeggeri devono segnalare immediatamente al conducente il danno subito e successivamente, alla Ditta TROTTA con lettera raccomandata A/R. L'Azienda è in ogni caso esonerata da obblighi e responsabilità nel caso di danni dopo la discesa dalla fermata.
campania
public_services
service_charter
Comune di Benevento (BN)
2020-06-23
2f4c39c9fb796e5066ac28770c5724d6
5
RELAZIONI CON I CLIENTI E TUTELA DEI LORO DIRITTI
## 5.1. UFFICIO RELAZIONI ESTERNE Le relazioni con la clientela sono tenute da: Responsabili di Settore della ditta TROTTA in Via Santa Colomba n.139/141 82100 Benevento. Per ogni esigenza i Clienti possono rivolgersi ai Responsabili di settore, di persona, per iscritto o telefonicamente. Ad essi competono le seguenti funzioni: - ricevere segnalazioni, richieste, reclami, suggerimenti, proposte in merito al servizio fornito dall'Azienda - fornire informazioni sulle modalità di inoltro dei reclami - seguire la procedura prevista per i reclami inoltrati - fornire risposte immediate, ove sia possibile, alle richieste dei clienti che si rivolgono ad esso di persona o telefonicamente - fornire risposte scritte entro 30 gg. a segnalazioni, richieste, suggerimenti indirizzati dai Clienti per iscritto. ## 5.2 RECLAMI In caso di riscontrata violazione dei diritti dell'utente, mancanze rispetto agli impegni assunti dall'Azienda nella Carta di Mobilità o per suggerimenti, richieste di chiarimenti e/o informazioni, i reclami possono essere per iscritto inviandoli: - Tramite posta ordinaria indirizzandoli a Direzione Ditta TROTTA in Via S. Colomba n. 139/141 82100 Benevento. - Tramite fax a Direzione Ditta TROTTA al numero 0824/3635524 - Tramite posta elettronica all'indirizzo info@trottabenevento.bn.it - Collegandosi al sito www.trottabenevento.bn.it I reclami o le segnalazioni possono essere fatti anche a voce telefonando: - telefono 0824-363515 centralino - NUMERO VERDE 800 999 295 La Ditta Trotta si impegna a dare risposta motivata entro 30 giorni dalla data di ricevimento di ciascuna richiesta scritta, procedendo se è il caso ad ulteriori contatti diretti per i necessari approfondimenti. ## 5.3. COPERTURA ASSICURATIVA È stipulata un'assicurazione per la copertura totale del rischio Responsabilità Civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore (R.C.A.) a favore e tutela dei viaggiatori.
campania
public_services
service_charter
Comune di Benevento (BN)
2020-06-23
2f4c39c9fb796e5066ac28770c5724d6
6
6. IMPEGNI DELL'AZIENDA
## 6.1. POLITICA PER LA QUALITÀ La missione della Ditta TROTTA è di contribuire allo sviluppo economico del territorio attraverso servizi di trasporto pubblico urbano ed il servizio di parcheggio coperto che si distinguano per l'efficienza, l'affidabilità e la capacità di soddisfare le esigenze della collettività. La soddisfazione del cliente interno ed esterno (intendendo con questo termine tutti gli stakeholder) costituisce l'obiettivo primario delle attività di TROTTA e viene conseguita attraverso: - l'impegno costante del management per la realizzazione della missione; - il coinvolgimento, la motivazione e lo sviluppo delle professionalità di tutto il personale, che rappresenta il vero patrimonio dell'azienda; - la gestione efficiente dei propri processi, al fine di utilizzare al meglio le risorse finanziarie fornite dalla collettività; - l'individuazione delle esigenze dei clienti; - la traduzione delle esigenze in servizi in grado di soddisfarle; - l'efficacia dei processi di progettazione ed erogazione dei servizi; - la definizione, per tali processi, di obiettivi per la qualità che garantiscano il soddisfacimento dei requisiti dei clienti; - la diffusione e condivisione di tali obiettivi all'interno dell'organizzazione ed il periodico riesame del loro livello di conseguimento; - lo sviluppo di un rapporto di collaborazione con tutte le Entità coinvolte nel servizio di Trasporto Pubblico Locale; - l'attuazione di un sistema di miglioramento continuo delle proprie prestazioni, per adeguarsi alle evoluzioni del mercato; - la comunicazione, attraverso la Carta dei Servizi, dell'impegno di tutte le componenti aziendali per fornire standard di servizio elevati. - Il Sistema per la gestione della Qualità rappresenta lo strumento attraverso cui la ditta TROTTA pianifica i propri livelli qualitativi e ne verifica il conseguimento; - assicura la disponibilità delle risorse adeguate; - governa efficientemente i propri processi; - assicura il miglioramento continuo del servizio attraverso i tre momenti di pianificazione, controllo e miglioramento dei processi e delle prestazioni. ## 6.2 STANDARD DI QUALITÀ DEL SERVIZIO GARANTITI DA TROTTA Il Servizio di Trasporto presenta alcuni aspetti fondamentali definiti come fattori di qualità, su cui la Ditta sta concentrando il proprio impegno al fine di migliorare il livello del servizio erogato. Nell'ambito di tali fattori è possibile focalizzare degli elementi misurabili, ovvero indicatori di qualità, capaci di rappresentarli significativamente. Il controllo di alcuni indicatori è effettuato direttamente dalla Ditta Trotta che, monitorando costantemente i risultati raggiunti, è in grado di garantire all'utenza determinati standard di prestazione. Altri indicatori, la cui valutazione dipende dal giudizio del Cliente, richiedono rilevazioni attraverso interviste ai fruitori del servizio. L'indagine di soddisfazione dei clienti sul servizio di Trasporto Pubblico Locale si inserisce nel quadro delle azioni individuate dalla ditta TROTTA per migliorare le proprie prestazioni. A fine di verificare la qualità del servizio offerto, sono previste un'indagine statistiche ad utenti scelti in modo casuale alle fermate e sugli autobus nell'area urbana di Benevento, servita dalla rete di trasporti della ditta TROTTA. Al fine di assicurare che il campione dell'utenza intervistata sia rappresentativo dell'intera popolazione degli utenti, saranno individuati i seguenti criteri di segmentazione: - distribuzione oraria e giornaliera, in modo da coprire uniformemente le ore di erogazione del servizio; - distribuzione per capolinea di partenza delle linee. I questionari sono stati strutturati in due parti: - aspetti generali, in cui si sono individuate: - la tipologia di utenza (età, sesso, occupazione, residenza) - le motivazioni relative all'utilizzo del servizio - la frequenza d'utilizzo - fattori di Qualità, con cui si è rilevato il livello di apprezzamento (con una scala da 1 a 10) dei diversi fattori di qualità e del servizio nel suo complesso. I risultati dell'inchiesta consistono in: - rilevazione del grado di soddisfazione complessivo dell'utenza sui servizi offerti (Qualità Percepita) - rilevazione del grado di soddisfazione dell'utenza sui singoli fattori di Qualità ove rilevante, distribuzione del dato per fasce d'età, occupazione, frequenza d'utilizzo, residenza, linee utilizzate - rilevazione dei fattori suscettibili di miglioramento e raccolta dei suggerimenti.
campania
public_services
service_charter
Comune di Castellammare di Stabia (NA)
2021-07-13
ea8718581e1555c618b171187c80bb62
1
Premessa
Le città sono in continua evoluzione e l'emergenza sanitaria ha contribuito a far emergere nuovi fenomeni sociali e a consolidarne altri già in superficie. Anche il tessuto sociale di Castellammare è una realtà che cambia forma sotto la spinta della crisi economica e delle evoluzioni sociali e culturali. È necessario volgere lo sguardo in prospettiva e cercare di rispondere alle esigenze delle persone con una riorganizzazione della geografia dei servizi che faccia fronte a nuove e vecchie necessità. La Stabia che desideriamo è una città che assicuri una dignità sociale a tutti i suoi cittadini, che metta a sistema azioni politiche di sostegno in favore dei più deboli e rafforzi il legame tra istituzioni e singola persona. Attraverso la Carta dei Servizi vogliamo stringere un patto di fiducia con i nostri cittadini per costruire insieme un futuro migliore.
campania
public_services
service_charter
Comune di Castellammare di Stabia (NA)
2021-07-13
ea8718581e1555c618b171187c80bb62
2
Cos'è la Carta dei Servizi
La Carta dei Servizi è stata introdotta come strumento di tutela dei cittadini nel 1994 con la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 gennaio, e ha assunto una funzione di rilievo nella riforma della Pubblica Amministrazione. La Carta dei servizi costituisce, anche per L'Ambito Territoriale Napoli 27, un importante strumento di trasparenza e informazione per orientare gli utenti nella scelta dei servizi offerti e rappresenta per i governi locali un traguardo e un punto di partenza nella gestione dei servizi sociosanitari alla persona. Un traguardo, poiché, con questa si sostanziano precisi impegni e doveri che la Pubblica Amministrazione decide di assumersi e di rendere noti ai cittadini. La Carta, infatti, descrive puntualmente ed esplicita le caratteristiche delle prestazioni sociosanitarie erogate dall'Ambito Territoriale N27, ma la sua funzione non si limita ad una mera divulgazione di quanto fatto: stabilisce con la propria utenza, la propria clientela, un impegno relativo alla corrispondenza della prestazione rispetto a quanto dichiarato; ciò pone anche le basi e le regole per un nuovo rapporto tra i cittadini e le istituzioni basato sulla fiducia e la disponibilità al dialogo. La Carta dei Servizi è un patto che "obbliga" l'ente erogatore del servizio a stabilire espliciti obiettivi di qualità e un controllo attivo delle prestazioni elargite; fornisce, poi, ai reali o potenziali fruitori tutte le informazioni per l'accesso, le procedure da seguire per beneficiare dei servizi coerentemente con i propri bisogni potenziando altresì i loro strumenti culturali con cui affrontare le specifiche problematiche. D'altronde il sistema integrato d'interventi e servizi cui punta l'Ambito Territoriale N27 ha, come vuole l'orientamento della Regione Campania, carattere di "universalità" ed "esigibilità" e tra le sue prerogative c'è la garanzia dell'eguaglianza di opportunità tra le persone senza alcuna distinzione di razza, religione, fede politica. La Carta contempla la possibilità per i soggetti in stato di bisogno di scegliere il percorso assistenziale più adatto alle proprie necessità. I diritti fondamentali riconosciuti e sanciti dalla Costituzione Italiana, d'altronde, non sono pure dichiarazioni di intenti ma "azioni" concrete volte a soddisfare o intercettare un bisogno espresso, talvolta con modalità comunicative fuori dal consueto e non facilmente decodificabili; si tratta, in altre parole, di captare una richiesta d'aiuto anche quando non palesata chiaramente, attraverso un sistema di informazione aggiornato e fruibile da tutte le fasce di utenza. La Carta, infatti, deve raggiungere in particolare le persone deboli portatori di diritti che, deprivati di strumenti culturali o per sfiducia, sono ancora lontane dalle istituzioni: gli extracomunitari, gli anziani, le persone con disabilità, le persone e i nuclei familiari in stato di abbandono, i giovani lasciati a sé stessi e alle prese con la difficoltà di crescere e con i mali del nostro tempo. La Carta dei Servizi è anche un punto di partenza, da cui muovere verso traguardi di cura e assistenza sempre più qualificati in termini di tempistica, personale e risorse impiegate a garanzia dell'effettiva tutela delle posizioni soggettive degli utenti. La Carta, inoltre, è un documento flessibile soggetto a revisioni, integrazioni e aggiornamenti anche in considerazione del fatto che i bisogni si trasformano sotto l'influenza di fattori socioeconomici e culturali e, spesso, i primi segnali sono veicolati proprio dal cittadino attraverso gli strumenti (ufficio reclami- customer satisfaction, etc.) messi a punto per tale scopo dall'ufficio di piano. È lo strumento con cui l'istituzione si china sui bisogni della gente comune che cerca da tempo una risposta ai propri bisogni fondamentali e inalienabili di cui forse non ha neanche pienamente coscienza.
campania
public_services
service_charter
Comune di Castellammare di Stabia (NA)
2021-07-13
ea8718581e1555c618b171187c80bb62
3
L'Ambito Territoriale Napoli 27
La "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali" (L. 328/2000) ha inteso assicurare alle persone e alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali, la cui programmazione ed organizzazione compete agli Enti locali, alle Regioni ed allo Stato, secondo i principi di sussidiarietà, cooperazione, efficacia, efficienza ed economicità, omogeneità, copertura finanziaria e patrimoniale, responsabilità ed unicità dell'amministrazione, autonomia organizzativa e regolamentare degli Enti locali. In applicazione della legge, la Regione Campania ha individuato una serie di Ambiti territoriali omogenei per la gestione unitaria del sistema locale dei servizi sociali a rete. L'obiettivo è di creare un sistema organizzativo omogeneo, basato sull'integrazione socio-sanitaria e sulla collaborazione tra soggetti pubblici e privati. L'Ambito Territoriale N27 è composto da un solo comune, Castellammare di Stabia (quale "capofila"). Sulla base delle linee-guida elaborate dalla Giunta Regionale della Campania, l'Ambito Territoriale N27 ha adottato il proprio Piano di Zona, definendo gli obiettivi e le priorità per aree di intervento: sostegno delle responsabilità familiari, promozione dei diritti dei minori, promozione della qualità di vita delle persone anziane, integrazione sociale delle persone con disabilità, contrasto della povertà, integrazione dei migranti, contrasto a tutte le forme di dipendenza, sostegno alla maternità, donne in difficoltà. La Regione Campania si è dotata della "Legge per la dignità e la cittadinanza sociale" (L.R. 11/2007), con l'obiettivo di promuovere e assicurare la dignità sociale della persona, le pari opportunità e l'effettiva tutela dei diritti sociali di cittadinanza, attraverso l'attuazione, nel rispetto del principio di sussidiarietà, di un sistema di protezione, a livello regionale e locale, fondato sulla corresponsabilità dei soggetti istituzionali e sociali, che concorrono alla costruzione di una comunità solidale". Per la promozione e l'attuazione dei servizi sociosanitari sul territorio, l'Ambito Territoriale N27 si avvale del Coordinamento Istituzionale (art. 11 della L.R. 11/2007) e dell'Ufficio di Piano dell'Ambito Territoriale N27 (art. 23 della L.R. 11/2007). Il Coordinamento Istituzionale d'ambito è il soggetto deputato alla funzione d'indirizzo programmatico, di coordinamento e di controllo della realizzazione della rete integrata d'interventi e servizi sociali e sociosanitari d'ambito. Le funzioni di Presidente del Coordinamento istituzionale sono attualmente svolte dall'Assessore alle Politiche Sociali di Castellammare di Stabia, quale esponente del Comune Capofila. L'Ufficio di Piano dell'Ambito Territoriale N27 è, invece, la struttura tecnica di supporto per l'attuazione del piano di zona.
campania
public_services
service_charter
Comune di Castellammare di Stabia (NA)
2021-07-13
ea8718581e1555c618b171187c80bb62
4
La mappa territoriale dei bisogni sociali
L'Ambito Territoriale Napoli 27 ha istituito un sistema quali-quantitativo per la costituzione della mappa territoriale dei bisogni sociali, con lo scopo di fornire informazioni "monitorabili" sul "sociale" presente nel territorio, al fine di calibrare meglio gli interventi sui bisogni espressi ed inespressi dai cittadini residenti. Non si tratta di uno strumento di ricerca teorica, ma di uno strumento operativo capace di collegare il momento dell'osservazione con il momento della decisione della programmazione, per rispondere all'esigenza fondamentale di conoscere per ben operare. Tra gli obiettivi vi è quello di realizzare un sistema di raccolta di dati in grado di fornire un quadro integrato di tutte le informazioni disponibili. A tal fine l'Ufficio di Piano Ambito Territoriale N27, il servizio di Segretariato Sociale, la Porta unica d'Accesso hanno proceduto al reperimento delle informazioni. Le fasi che caratterizzano l'impianto del sistema nascente sono: - Costruzione delle schede per la rilevazione dei dati - Test dell'utilizzo delle schede rivolto al Comune di Castellammare di Stabia - Compilazione delle schede di rilevazione - Completamento della raccolta dati - Periodica elaborazione/aggiornamento dei dati Il documento che segue costituisce una prima introduzione metodologica e sperimentale per la stesura di una mappa territoriale dei bisogni sociali dell'Ambito Territoriale N27.
campania
public_services
service_charter
Comune di Castellammare di Stabia (NA)
2021-07-13
ea8718581e1555c618b171187c80bb62
5
L'analisi del bisogno sociale
L'Ambito N27 dal 2012 comprende solo il Comune di Castellammare di Stabia ## POPOLAZIONE RESIDENTE Le tabelle che seguono mostrano i dati relativi alla popolazione residente nell'anno 2018 e 2010. Le tabelle ed i grafici che seguono aggiornati al 31.1.2018, riportano alcuni dati relativi alla popolazione residente suddivisa per sesso e stato civile Le famiglie anagrafiche risultano 23.317, con un numero di componenti pari a 2.35 ## MINORI La componente minorile della popolazione ammonta a 12.344 unità di cui n. 6.303 maschi e n. 6.041 femmine. La tabella ed il grafico che seguono riportano la distribuzione dei minori suddivisi per fasce di età (0- 2, 3 – 5, 6 – 13, 14 – 17 anni) l'ultima colonna riporta la fascia di età 0- 17 anni Le tabelle che seguono riportano in maniera particolareggiata la distribuzione dei minori residenti suddivisi per genere (maschi/femmine) e per fasce di età Le tabelle che seguono riportano i dati relativi alla condizione dei minori (minori riconosciuti da un solo genitore, genitori unici, minori evasori scolastici, minori in area penale, minori in convitto, minori in semiconvitto, minori in affido) ## ANZIANI Nelle tabelle che seguono sono riportati i dati relativi agli anziani residenti nell'Ambito Territoriale N 27 per classi di età per genere ## PERSONE CON DISABILITÀ Per quanto concerne il vasto universo della disabilità vi è nel nostro Paese un dato assolutamente comune: i dati sono delle stime e non delle rilevazioni a carattere primario, da tale limitazione si trae la deduzione che i dati non sono assolutamente esaustivi. Circa l'esatta dicitura da utilizzare si ricorda che l'ISTAT adotta la definizione di disabilità proposta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nella Classificazione Internazionale delle Menomazioni, Disabilità e Handicap (1980). Le tabelle ed i grafici che seguono riportano i dati relativi alle persone disabili suddivise per numero e genere:
campania
public_services
service_charter
Comune di Castellammare di Stabia (NA)
2021-07-13
ea8718581e1555c618b171187c80bb62
6
LA CARTA DEI SERVIZI
La Carta dei Servizi dell'Ambito Territoriale N27 contiene: - I principi fondamentali - Gli strumenti e gli standard di qualità - I criteri di accesso ai servizi - Le principali informazioni sulle diverse prestazioni offerte - Le modalità di erogazione e le modalità di funzionamento dei servizi - Le procedure di reclamo da parte degli utenti ## Principi fondamentali La Carta dei Servizi contiene le principali informazioni circa i servizi sociosanitari attivati ad appannaggio dei cittadini residenti sul territorio dell'Ambito N27 ovvero sul comune di Castellammare di Stabia. Essa si fonda sui principi fondamentali cui, tra l'altro, si ispira l'azione dell'Ambito Territoriale N27 e contiene informazioni relative agli standard di qualità e alle modalità di tutela degli utenti. L'Ambito Territoriale N27 redige la Carta dei Servizi, documento con cui la Pubblica Amministrazione "si tende verso il cittadino" nell'intento principale di attuare i diritti riconosciuti dalla Carta Costituzionale tra cui la tutela della salute e del benessere psicofisico che passano anche attraverso una corretta ed esaustiva informazione circa i servizi in atto, le modalità di accesso, la partecipazione e il diritto di scelta. La Carta dei Servizi è, dunque, lo strumento attraverso il quale l'Ambito Territoriale N27 dichiara concretamente e rende pubblici gli impegni assunti nei confronti dei cittadini ed è tra l'altro uno strumento di garanzia, trasparenza ed imparzialità. La Carta dei Servizi Sociali dell'Ambito Territoriale N27, infatti, in ossequio alla Direttiva del 1994 si ispira ai seguenti principi: - Uguaglianza: i servizi e le prestazioni sociali sono forniti secondo regole uguali per tutti, senza discriminazioni di età, sesso, etnia, lingua, religione, condizione sociale e opinioni politiche; - Imparzialità: gli operatori sono impegnati a svolgere la loro attività in modo imparziale, obiettivo e neutrale nei confronti di tutti gli utenti; - Continuità assistenziale: i servizi e le prestazioni sociali sono erogati in modo regolare e continuativo, compatibilmente con le risorse ed i vincoli, e in collaborazione con vari soggetti, per assicurare alle persone e alle famiglie la presa in carico del loro bisogno sociale; - Diritto di scelta: ove sia consentito dalla legislazione vigente l'utente ha diritto di scegliere tra i soggetti che erogano il servizio; - Partecipazione: la partecipazione del cittadino alla prestazione del servizio pubblico deve essere garantita così come il suo diritto di accesso alle informazioni che lo riguardano. L'utente, inoltre, contribuisce al miglioramento dei servizi con le proprie osservazioni e suggerimenti; - Efficacia ed Efficienza: i servizi sociali sono valutati in base alla loro capacità di raggiungere gli obiettivi previsti e di ottimizzare le risorse a disposizione. A tali principi si possono coniugare i seguenti impegni: - Informazione: diffondere l'informazione sulle procedure, sui servizi e sulla loro modalità di erogazione in modo trasparente, semplice, capillare, completo ed aggiornato con cortesia, educazione, rispetto e disponibilità da parte di tutti gli operatori. - Ascolto: sviluppare la capacità di ascolto dei bisogni del cittadino, che deve avere l'opportunità di esprimersi nelle forme che gli sono più congeniali. - Rispetto: ogni cittadino/utente è assistito e trattato con premura, cortesia e attenzione nel rispetto della persona e della sua dignità e ciò in specie presso i servizi residenziali e semiresidenziali. - Protagonismo: ogni cittadino è soggetto attivo nell'ambito della sua rete di relazione in un'ottica dei principi di solidarietà, partecipazione, autodeterminazione ed auto-organizzazione. ## Strumenti per la qualità I cinque principi fondamentali a cui si ispira l'azione dell'Ambito Territoriale N27 non sono una "pura professione di fede", ma rappresentano il substrato su cui si fonda l'erogazione di tutti i servizi sociosanitari dell'Ambito Territoriale N27, poiché essi richiamano i diritti costituzionalmente riconosciuti e tutelati. I servizi sociali sono il risultato di una profonda conoscenza del tessuto sociale, della competenza degli operatori e del continuo lavoro per la creazione di una rete sempre più ampia di opportunità e risorse per rispondere ai bisogni sociali. Proprio per questo, il cittadino, come primo diritto, ha quello di trovarsi di fronte a punti unitari di riferimento dove l'informazione e l'erogazione stessa dei servizi deve risultare, il più possibile, integrata e completa; pertanto, ogni cittadino ha diritto: - a conoscere in qualunque momento lo stato delle proprie pratiche; - al rispetto della propria dignità personale; - alla riservatezza e alla privacy ai sensi della normativa vigente; - ad ottenere fiducia quando fornisce informazioni sulla propria condizione e i propri bisogni e a conservare la propria sfera di decisione e responsabilità in merito alla propria vita; - a presentare reclamo, ottenere risposta ed eventuale riparazione del danno subito in tempi brevi. L'Ambito Territoriale N27 si riserva di eseguire controlli finalizzati ad accertare la veridicità delle informazioni fornite dai cittadini. I cittadini beneficiari di servizi, le cui dichiarazioni risultino non veritiere, oltre a incorrere nelle sanzioni penali previste dalle leggi vigenti, sono tenuti alla restituzione delle somme indebitamente percepite. Alcuni degli strumenti metodologici individuati a garanzia dell'esercizio di tali diritti sono: - Modulo per la segnalazione di disfunzioni, suggerimenti e reclami da consegnare all'Ufficio di Tutela dei Cittadini, istituito presso il Segretariato Sociale e la Porta Unica d'accesso. Tale strumento rappresenta una modalità per coinvolgere la persona e porre le basi per un rapporto tra organizzazione e cittadino. La gestione di tale servizio assolve a due principali obiettivi: - sulla base delle lamentele o delle dichiarazioni di insoddisfazione, dare risposte o spiegazioni; - utilizzare le indicazioni dei cittadini per migliorare il servizio. - Scheda di verifica dei servizi, da somministrare con il metodo del campionamento casuale ai fruitori dei singoli servizi dell'Ambito Territoriale N27. - L'indagine di customer satisfaction per rilevare il grado di soddisfazione dei fruitori dei servizi, da somministrare in condizione di completo anonimato e per verificare l'eventuale gap tra qualità prestata e qualità percepita. - Scheda di monitoraggio delle attività previste in sede di offerta, con rilevazione di dati sia di tipo qualitativo, per esempio professionalità del personale, presenza di un sistema interno di valutazione etc., sia di tipo quantitativo nei termini di utenza raggiunta, incontri o interventi effettuati. - Report finale di sintesi: il report consente di effettuare una ricognizione immediata dei risultati ottenuti da ogni singola indagine e valutare i punti di forza e/o debolezza dei servizi e delle strutture prese in considerazione ai fini del monitoraggio e della verifica. ## Standard di qualità Al momento è in via di definizione la Relazione illustrativa degli standard di qualità, così previsto dal paragrafo II del DPCM 27 gennaio 1994, con la quale tra l'altro si renderanno pubbliche le modalità previste per il loro conseguimento, i metodi di valutazione per aggiornare gli standard, gli indicatori per la misurazione dei risultati conseguiti. Annualmente l'Ambito Territoriale N27 si impegna a redigere il Piano di miglioramento progressivo degli standard dei servizi. I principali standard di qualità fissati per i servizi dell'Ambito Territoriale N27 sono: - Garantire in maniera agevole ai cittadini l'accesso all'Ufficio/Sportello Sociale. - Favorire l'accesso all'Ufficio/Sportello Sociale in situazioni di emergenza - Assicurare la tutela in caso di reclamo per servizi non erogati e/o non rispondenti alle attese - Garantire "contatti" verificati con il Servizio Sociale Professionale - Facilitare l'approccio ai servizi sociosanitari - Tutelare la privacy nel trattamento dei casi - Assicurare la professionalità del personale - Praticare la trasparenza delle decisioni - Garantire la facilità di accesso alle strutture La qualità è raccomandata a livello legislativo ed organizzativo in tutta Europa; anche la legislazione nazionale ha sottolineato la centralità della qualità nell'ambito dei servizi alla persona ed ha introdotto strumenti di controllo dell'applicazione della qualità, attraverso l'adozione di strumenti quali la carta dei servizi, considerata il primo passo di attivazione di processi di promozione della qualità. La Legge sulla Dignità e Cittadinanza Sociale, all'art. 46, recita: "i comuni (...) assicurano, nell'ambito dei Piani di Zona, forme costanti e continuative di monitoraggio, verifica e controllo delle prestazioni e dei servizi, anche con l'interazione e la collaborazione delle forze sociali e con la partecipazione dei cittadini, al fine di adeguare ed elevare i livelli delle prestazioni, degli interventi e dei servizi sociali". Le indicazioni fornite dalla Regione Campania prevedono, tra l'altro, che "l'Ufficio di Piano riveste un ruolo estremamente delicato nella valutazione del Piano Sociale di Zona Territoriale (...) e le sue funzioni comprendono la seguente articolazione di attività per il monitoraggio e la valutazione: - predisposizione di sistemi di monitoraggio e valutazione dei servizi; - costruzione di strumenti di monitoraggio e valutazione; - monitoraggio della qualità offerta ai destinatari dei servizi; - predisposizione di sistemi di valutazione del Piano di Zona in grado di sostenere il suo processo di adeguamento o la sua ri-definizione. Alla luce di quanto premesso e della legislazione vigente in materia, l'Ufficio di Piano dell'Ambito N27 si è dato tra gli obiettivi prioritari, la costruzione di un sistema quali-quantitativo in grado di valutare e monitorare i servizi erogati alla cittadinanza, al fine di stimare: - l'efficacia del servizio, cioè la capacità di quel servizio di raggiungere gli obiettivi previsti dal capitolato d'appalto e dichiarati in sede di offerta del servizio; - l'impatto del servizio, cioè la capacità di produrre cambiamento nella qualità della vita del soggetto fruitore del servizio stesso; - la rilevanza del servizio, cioè la capacità di quel servizio di incidere su problemi di rilevanza sociale e in quanto tali, sentiti e vissuti come imprescindibilmente necessari da parte della cittadinanza; - il grado di soddisfazione dei fruitori del servizio. La rilevazione del grado di soddisfazione degli utenti rappresenta un feedback significativo al fine di valutare la validità e la qualità del servizio per eventualmente ridefinire le successive strategie di intervento e predisporre servizi che siano il più possibile in linea rispetto alle esigenze espresse; - la qualità in termini di professionalità del servizio erogato; - la riproducibilità nell'utilizzo del sistema quali - quantitativo. L'intento che tale sistema si propone è quello di poter essere riutilizzato in maniera regolare nel tempo, anche in assenza dei soggetti che lo hanno inizialmente creato ed impiantato. La centralità del cittadino, quale portatore di valori e bisogni, è parte della cultura del sistema dei servizi dell'Ambito N27. A tal proposito si sottolinea la tendenza a qualificare sempre più il rapporto con i cittadini coinvolgendoli nei processi di misurazione della qualità e nella progettazione dei servizi da erogare. Tanto si deve ancora fare, ma negli ultimi tempi sono aumentate le occasioni di confronto pubblico tra le amministrazioni locali e i cittadini, al fine di rinvigorire la fiducia di chi spesso si trova in situazioni di vulnerabilità e di disorientamento. ## Modalità di accesso Il diritto ad usufruire dei servizi e delle prestazioni sociali è riconosciuto a tutti i cittadini residenti nel Comune di Castellammare di Stabia – Ambito N27. Riguardo le modalità di accesso e i requisiti generali di ammissione alle prestazioni sociali si precisa che è in fase di revisione il Regolamento d'accesso ai Servizi Sociali e Sociosanitari. La diversificazione dei diritti e delle modalità di accesso ad un determinato intervento è basata esclusivamente sulla diversità dei bisogni. Per accedere ai servizi i cittadini devono presentare una domanda all'Ufficio Servizi sociali su apposita modulistica, fatte salve le situazioni di emergenza, di pronto intervento, in caso di segnalazione di Enti o liberi cittadini o su iniziativa del servizio sociale comunale. Partendo dallo stato di bisogno del cittadino, le attività tecnico - amministrative e le valutazioni professionali che conducono alle prestazioni erogabili dai servizi sociali territoriali sono state ricondotte a un unico processo, le cui fasi, in linea di massima, sono: - Accesso al servizio: Le modalità di accesso sono così differenziate: a domanda o spontaneo, coattivo e proattivo. L'accesso implica in ogni caso la funzione di informazione e di orientamento, diritto sostanziale del cittadino. Coloro che si rivolgono ai Servizi Sociali hanno diritto oltretutto, ad avere una valutazione professionale della loro situazione di bisogno con conseguente risposta nel contesto del sistema integrato che può essere di prevenzione, promozione, orientamento o, laddove la valutazione lo richieda, d'intervento, attraverso l'erogazione dei servizi necessari. In tal caso l'accesso al servizio comporta l'avvio di un procedimento amministrativo. - Istruttoria: L'iter valutativo ha differenti gradi di complessità professionale legati agli elementi da considerare al fine di valutare lo stato del bisogno e la conseguente risposta, ed ha quindi tempi e procedimenti differenziati. - Esito della valutazione del bisogno (chiusura dell'istruttoria/Piano individualizzato): L'esito della valutazione tecnico – professionale e la conseguente conclusione del procedimento, può essere: - approvazione del Piano Individualizzato, se previsto; - ammissione contestuale o differita al servizio; - diniego motivato all'accesso al servizio. Il Servizio Sociale Professionale provvede ad acquisire la documentazione necessaria a stabilire le reali condizioni socio-economiche, psicofisiche e ambientali del richiedente o del nucleo familiare o degli obbligati ai sensi di legge, nonché la Dichiarazione sostitutiva unica del richiedente contenente la determinazione della situazione economica equivalente e l'ISEE in corso di validità. ## Il sistema integrato di accesso ai servizi socio – sanitari Il miglioramento dell'integrazione sociosanitaria è un traguardo costante e continuo, cui le istituzioni preposte destinano impegno e risorse affinché la persona trovi la risposta ai propri bisogni con limitato dispendio di energie e tempo. Un cittadino, infatti, può esprimere un bisogno semplice o un bisogno complesso e attraverso la Porta Unica di Accesso (P.U.A) potrà conoscere in breve tempo il percorso da fare per giungere alla soluzione più adeguata. Nell'Ambito Territoriale N27 la Porta Unica d'Accesso è individuata, per tutti i servizi e interventi, negli Uffici dei Servizi Sociali. Il cittadino può rivolgersi indifferentemente ai Servizi sociali; una volta preso in carico, i Servizi sociali e le Unità operative dell'Asl (anche tramite i servizi esternalizzati) avviano l'integrazione delle proprie modalità operative. L'integrazione socio-sanitaria è realizzata secondo le modalità operative che, di volta in volta, le figure professionali socio-sanitarie coinvolte riterranno maggiormente adeguate alle situazioni concrete. Di conseguenza, rispetto alla richiesta del cittadino, e solo in presenza di un bisogno complesso, i Servizi sociali e le Unità operative dell'Asl attivano la Unità di Valutazione Integrata (U.V.I.) per la valutazione e la predisposizione di progetti d'intervento individualizzati. Le U.V.I. condividono la documentazione socio-sanitaria disponibile presso l'Ufficio di Piano e il Distretto Sanitario e analizzano il bisogno per individuare e valutare gli elementi di complessità e multidimensionalità; poi elaborano il progetto d'intervento individualizzato per la persona e attivano il monitoraggio, la verifica, la valutazione e la eventuale ri-modulazione e conclusione concordata del Progetto d'Intervento Individualizzato, coinvolgendo il cittadino/utente. ## Compartecipazione L'Ambito Territoriale N27, inoltre, è dotato di un proprio "Regolamento per la determinazione della compartecipazione al costo delle prestazioni e l'individuazione della situazione economica equivalente" revisionato all'art.12 ed adeguato ai dettami delle normative vigenti; ad esso si rinvia per il calcolo e la definizione delle eventuali quote di compartecipazione al costo del servizio da parte dell'utente. Il Regolamento è disponibile per la consultazione presso l'Ufficio di Piano e sul sito internet del Comune di Castellammare di Stabia. ## Informazione ai cittadini L'Ambito Territoriale N27 assicura la piena informazione ai cittadini anche attraverso il servizio di Segretariato Sociale e Porta Unica di Accesso (PUA) che fornisce informazioni riguardo le opportunità, i servizi, le iniziative messe in campo sul territorio. Il servizio si rivolge a tutti i cittadini che si trovano in una situazione di vulnerabilità e/o in difficoltà e garantisce l'orientamento e l'accompagnamento ai servizi socioassistenziali, sociosanitari e socioeducativi erogati dai servizi. Tutte le modalità di accesso ai servizi vengo veicolate quotidianamente anche attraverso i canali social ufficiali dell'amministrazione comunale e dell'Assessorato alle Politiche Sociali, la divulgazione delle attività alla stampa e la pubblicazione dei servizi e degli avvisi sul sito istituzionale dell'ente comunale. Questi strumenti di comunicazione consentono di ampliare il target di riferimento, avvicinando ai servizi anche persone giovani e raggiungendo familiari di cittadini anziani con una bassa alfabetizzazione digitale. La promozione dei servizi erogati attraverso i nuovi media, viene integrata con la stampa e la divulgazione di materiale cartaceo come opuscoli, brochure, inviti e pubblicazioni. ## Rapporti con i cittadini Il rapporto con i cittadini è fondato sui principi di rispetto reciproco e cortesia. I dipendenti e gli operatori dei servizi forniscono le proprie generalità sia nel rapporto personale, che in quello telefonico. Per ricevere informazioni ci si può rivolgere all'Ufficio delle Politiche Sociali, nei giorni di ricevimento pubblico, oppure al Servizio di Segretariato Sociale o PUA, che hanno sede al secondo piano dell'Ex Palazzo di Giustizia, in Viale Europa n. 43. Al fine di garantire accesso e la fruibilità delle prestazioni in tempi compatibili con i bisogni dei cittadini, gli uffici sono aperti al pubblico almeno un giorno a settimana anche di pomeriggio, il martedì o il giovedì, e ricevono anche su appuntamento. L'Ufficio di Piano afferente al settore Politiche Sociali, annualmente, presenta e concerta pubblicamente con le associazioni e gli operatori del terzo settore la proposta di Piano Sociale di Zona, in cui sono contenute e programmate le azioni e gli interventi/servizi da attivare e realizzare a favore delle fasce deboli e dei cittadini in genere. ## Valutazione della qualità dei servizi Nella definizione della qualità e per comprendere l'importanza strategica che questo concetto va assumendo per i servizi sociali, è necessario considerare che l'attenzione dei cittadini e più in generale della popolazione si sta spostando dalla richiesta di "garanzia della prestazione" alla domanda di "qualità della prestazione". La qualità di un servizio si esplica in diverse fasi dalla pianificazione, all'erogazione e alla valutazione. Un servizio di qualità implica una pianificazione basata sulle evidenze, l'utilizzo di strumenti efficaci di mappatura dei bisogni delle popolazioni più vulnerabili, una pianificazione delle spese e una ridistribuzione efficace delle risorse economiche. Per quanto riguarda invece l'erogazione dei servizi, determinano un servizio di qualità altre variabili, come per esempio l'accessibilità ai servizi, il coinvolgimento di un numero adeguato di professionisti, un'efficace integrazione dei servizi e la personalizzazione della risposta ai bisogni dei fruitori. Oltretutto, la presenza di attività di monitoraggio e valutazione del servizio, possono ugualmente contribuire a garantire la qualità dei servizi erogati quando sono basate su indicatori adeguati ai vari servizi. Integrare nella qualità dei servizi anche la qualità della vita dei fruitori, significa però fare un passo ulteriore, cioè operare il passaggio da una logica di assistenzialismo ad una di empowerment ed è la direzione presso la quale sta puntando il settore servizi socio-assistenziali del Comune di Castellammare di Stabia – Ambito N27. Qualsiasi servizio sociale è sottoposto a precisi criteri etici di giustizia, equità, appropriatezza delle cure, che devono guidare anche la ricerca della soddisfazione degli utenti, al di là delle legittime aspettative delle persone e dei loro familiari. La valutazione del gradimento dei servizi erogati dal Ambito Territoriale N27 da parte dei cittadini si avvale di strumenti quali questionari di gradimento (a domicilio, telefonici, via posta, nella sede di erogazione del servizio) e indagini sul campo. I questionari vengono redatti in forma breve, con domande semplici per permettere una maggiore adesione all'iniziativa, senza impegnare troppo l'interlocutore e con la richiesta di graduare il giudizio su una scala dall'insufficiente all'ottimo. Per ciascun quesito l'utente può esprimere la valutazione di "insufficiente", "scarso", "sufficiente", "buono", "ottimo". Nel questionario viene richiesto di esprimere un giudizio sulle prestazioni ricevute valutando la professionalità dimostrata dagli operatori, la loro capacità relazionale, la disponibilità all'ascolto delle esigenze personali, la cortesia e la disponibilità; dal punto di vista organizzativo i quesiti hanno considerato aspetti come: chiarezza e completezza delle informazioni ricevute, chiarezza della modulistica da compilare, tempestività nelle risposte, garanzia della privacy, facilità nel presentare i reclami, facilità di individuare il personale, adattabilità del servizio alle esigenze dell'utenza. Il questionario intende valutare, inoltre, il grado di soddisfazione rispetto alla struttura presso la quale si realizzano le attività, con particolare riferimento a: orari di apertura; giorni di apertura; facilità di accesso alla struttura e l'assenza di barriere architettoniche; pulizia ed ordine dei locali; comodità della sala di attesa. Nel questionario è riservato anche uno spazio al cittadino per fornire suggerimenti oppure per segnalare eventuali disfunzioni rilevate. ## Procedure di reclamo L'Ambito Territoriale N27 ha presso il Segretariato Sociale e la Porta Unica di Accesso, l'Ufficio Tutela dei Cittadini, relativo ai servizi erogati direttamente dall'Ambito Territoriale ai cittadini di Castellammare di Stabia. Il Servizio Tutela dei Cittadini ha il compito di raccogliere i reclami presentati dagli stessi per valutarne il contenuto, fornire spiegazioni e risposte al disagio segnalato e, in fine, si propone attraverso il monitoraggio di migliorare la qualità dei servizi erogati. Si tratta di un ulteriore passo verso la trasparenza e la qualità dei servizi offerti dall'Ambito Territoriale N27, che non soltanto risponde all'indirizzo normativo contenuto nella Legge Regionale sulla Dignità sociale, ma indica che i servizi sociali dell'Ambito Territoriale N27 vengono sempre più orientati alle reali esigenze dei cittadini, attraverso la partecipazione ed il coinvolgimento degli stessi. Tale servizio, inoltre, ha il compito di riscontrare gli eventuali reclami presentati dagli utenti al fine di: - valutare il contenuto degli stessi; - fornire spiegazioni e risposte adeguate al disagio dichiarato; - migliorare la qualità dei servizi erogati. È stato predisposto un modulo unico, da utilizzare per segnalare la disfunzione o il reclamo che è in distribuzione presso la porta unica d'accesso presente presso i servizi sociali. Chi volesse compilare e trasmettere il modulo via posta elettronica, può inviare una mail all'indirizzo pec protocollo.stabia@asmepec.it, indicando nell'oggetto "Richiesta reclamo" e riceverà il modulo da compilare direttamente sulla sua mail e potrà rinviarlo allo stesso indirizzo. Il modulo può essere, inoltre, consegnato a mano presso la porta unica d'accesso presente presso i Servizi sociali comunali o spedito via posta all'indirizzo: Ambito Territoriale N27, viale Europa, 43 – 80053 Castellammare di Stabia. Il cittadino riceverà risposta al reclamo motivato entro il termine massimo di 30 giorni, secondo la modalità che avrà scelto, e cioè per iscritto, telefonicamente, via e-mail o di persona, previo appuntamento presso il Segretariato Sociale. Lo sportello di tutela dei cittadini è aperto al pubblico un giorno a settimana dalle ore 10,00 alle 12,00, previo appuntamento, presso la sede dei Servizi Sociali, viale Europa, 43 – 80053 Castellammare di Stabia.
campania
public_services
service_charter
Comune di Castellammare di Stabia (NA)
2021-07-13
ea8718581e1555c618b171187c80bb62
7
I servizi suddivisi per aree di interventi
## AREA RESPONSABILITÀ FAMILIARI ### Centro per la famiglia Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: il centro per le famiglie, in una logica di rete, interviene in maniera specifica per promuovere il benessere dell'intero nucleo familiare, sostenendo la coppia, e ogni singolo componente in ogni fase del ciclo di vita e supportando ed incentivando l'affido familiare A chi si rivolge: famiglie e singoli cittadini Come si accede: è possibile inoltrare richiesta al servizio sociale del comune, su segnalazione o richiesta dell'interessato Modalità di erogazione: servizio gratuito Profili professionali coinvolti: assistenti sociali, psicologi, educatori, legali, mediatori familiari Orario di svolgimento e sede operativa: Comune di Castellammare di Stabia – Viale Europa 43 - lunedì e mercoledì dalle 9.30 alle 12.00 - martedì e giovedì dalle 14.30 alle 18.00 ### ITIA – Centro Territoriale Inclusione Stabia Attiva Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: le famiglie, per affrontare la complessità delle loro problematiche, potranno rivolgersi presso il Centro per trovare sostegno nelle attività di supporto alla genitorialità, tirocini formativi e corsi di formazione per promuovere l'inclusione sociale A chi si rivolge: famiglie, singoli cittadini, giovani, minori Come si accede: è possibile inoltrare richiesta direttamente presso il Centro o su segnalazione del servizio sociale professionale Modalità di erogazione: servizio gratuito Profili professionali coinvolti: assistenti sociali, psicologi, educatori, legali, mediatori familiari Orario di svolgimento e sede operativa: Comune di Castellammare di Stabia –Viale Europa 43 - Dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 - il mercoledì e venerdì dalle 14.00 alle 18.00 ### Progetti Terapeutici Riabilitativi Individualizzati (PTRI) Chi lo realizza: settore socio-sanitario Breve descrizione e finalità del servizio: il Piano terapeutico riabilitativo individuale è un progetto di vita costruito a misura della persona beneficiaria in base al suo bisogno di habitat, lavoro, rapporti affettivi e sociali; i PTRI si inseriscono in un'ampia rete di interventi sociali e sociosanitari finalizzati alla promozione di relazioni comunitarie e di quella Politica sociale quale "Welfare Comunitario" A chi si rivolge: Cittadini in condizioni di fragilità e/o non autosufficienza concomitante o conseguente a patologie psichiche o fisiche a decorso protratto e potenzialmente ingravescente (malattie croniche e/o cronico degenerative e disabilità sociale) o a stati di grave rischio e vulnerabilità per la prognosi che richiedono progetti individuali caratterizzati dalla inscindibilità degli interventi sanitari e sociali, a partenza da bisogni con prevalenza sanitaria ad espressività sociale Come si accede: è possibile inoltrare richiesta presso la PUA dei servizi sociali o del distretto sanitario di appartenenza Modalità di erogazione: servizio gratuito se avente diritto e/o con previsione di compartecipazione Profili professionali coinvolti: vari Orario di svolgimento e sede operativa: verranno stabiliti in base ai progetti individualizzati che dovranno essere realizzati ## AREA DONNE IN DIFFICOLTÀ ### Centro di contrasto alla violenza Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: attività di contrasto, prevenzione e sostegno contro la violenza di genere A chi si rivolge: donne vittime di violenza di genere ancorché accompagnate da figli minori Come si accede: è possibile inoltrare richiesta al servizio sociale del comune, su segnalazione o richiesta dell'interessato. Modalità di erogazione: servizio gratuito Profili professionali coinvolti: assistenti sociali, psicologi, educatori, legali mediatori culturali Orario di svolgimento e sede operativa: per motivi di sicurezza la localizzazione della sede resta riservata. - Lunedì e giovedì dalle 09,00-13,00 e dalle 15,00 alle 18,00; - martedì e venerdì dalle 09,00 alle 13,00. ## AREA DIRITTI DEI MINORI ### Educativa territoriale Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: l'educativa territoriale è un servizio per rispondere alle esigenze di ragazze e di ragazzi che necessitano di un forte sostegno educativo. Il servizio predispone un programma dell'offerta attiva attraverso l'elaborazione di un piano educativo di gruppo che definisce le attività dei gruppi e di ogni ragazzo che vi è inserito nell'ambito della complessiva offerta socio-educativa. A chi si rivolge: alunni di età compresa tra i 6 e i 16 anni frequentanti la scuola Come si accede: è possibile inoltrare richiesta al servizio sociale del comune, su segnalazione o richiesta dell'interessato o della scuola Modalità di erogazione: servizio gratuito se avente diritto e/o con previsione di compartecipazione Profili professionali coinvolti: educatori e animatori Orario di svolgimento e sede operativa: presso gli istituti scolastici "Panzini", "Di Capua" e "K. Woytila" in orario pomeridiano ### Casa del Mandorlo Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune – Finanziato con Fondi Pac destinati ai servizi educativi e della prima infanzia Breve descrizione e finalità del servizio: asilo nido che accoglie i minori residente sul territorio stabiese in cui si svolgono attività programmate, ludiche, ricreative e di socializzazione. È previsto servizio mensa oltre alla cura e maternage dei minori. A chi si rivolge: minori di età compresa tra i 3 ed i 36 mesi Come si accede: è possibile inoltrare richiesta al servizio sociale del comune, su segnalazione o richiesta dell'interessato Modalità di erogazione: servizio gratuito se avente diritto e/o con previsione di compartecipazione Profili professionali coinvolti: educatori professionali, personale ausiliario Orario di svolgimento e sede operativa: Via Monaciello, 2 – località Scanzano - Dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 16.00 ### "Spazio Bambini e Bambine" Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune – Finanziato con Fondi Pac destinati ai servizi educativi e della prima infanzia Breve descrizione e finalità del servizio: i servizi integrativi sono servizi educativi complementari ai nidi, che garantiscono una risposta flessibile e differenziata alle esigenze delle famiglie e dei bambini. Il servizio prevede attività educative, ludiche, culturali e di aggregazione sociale, organizzate secondo criteri di massima flessibilità. A chi si rivolge: minori di età compresa tra i 0 ed i 36 mesi Come si accede: è possibile inoltrare richiesta al servizio sociale del comune, su segnalazione o richiesta dell'interessato Modalità di erogazione: servizio gratuito se avente diritto e/o con previsione di compartecipazione Profili professionali coinvolti: educatori professionali, personale ausiliario Orario di svolgimento e sede operativa: presso gli enti accreditati. La permanenza non può essere superiore alle 3 ore giornaliere. ### "Accordi Territoriale di genere" POR Campania FSE Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del Comune in qualità di partner di progetto in ATS con capofila ICF. Breve descrizione e finalità del servizio: erogazione di buoni servizio per l'acquisto di posti in servizi di cura socio-educativi rivolti ai bambini di età compresa tra 3-12 anni ed a bambini di età compresa tra 0-36 mesi. Destinatari dell'intervento sono donne in età lavorativa, occupate, inoccupate o in cerca di occupazione residenti o domiciliate nel Comune di Castellammare di Stabia-Ambito Territoriale N27, e famiglie monoparentali anche con la sola presenza del padre, con minori a carico di età compresa tra i 0 mesi e i 12 anni. A chi si rivolge: minori di età compresa tra 3-12 anni ed a bambini di età compresa tra 0-36 mesi. Come si accede: è possibile inoltrare richiesta al servizio sociale del Comune o presso la Segreteria del soggetto Capofila ICF sita in Castellammare di Stabia. Modalità di erogazione: servizio gratuito se avente diritto e/o con previsione di compartecipazione. Profili professionali coinvolti: educatori professionali, personale ausiliario. Orario di svolgimento e sede operativa: presso gli enti accreditati. ## AREA PERSONE ANZIANE ### Assistenza domiciliare sociosanitaria/integrata per anziani (ADI) Chi lo realizza: settore socio-sanitario Breve descrizione e finalità del servizio: il servizio di assistenza domiciliare socio-sanitaria prevede l'invio a domicilio di operatori con qualifica OSS e OSA al fine di favorire il mantenimento dell'autonomia individuale e la permanenza presso l'ambiente di vita A chi si rivolge: persone anziane non autosufficienti che abbiano compiuto i 65 anni Come si accede: è possibile inoltrare richiesta presso la PUA dei servizi sociali o del distretto sanitario di appartenenza Modalità di erogazione: servizio gratuito se avente diritto e/o con previsione di compartecipazione Profili professionali coinvolti: assistenti sociali, operatori socio-sanitari (OSS) ed operatori socio assistenziali (OSA) Orario di svolgimento e sede operativa: dal lunedì al sabato dalle 08.00 alle 20.00 presso il domicilio dell'utente ### Assistenza domiciliare sociale per anziani (ADA) Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: il servizio di assistenza domiciliare socio-assistenziale prevede l'invio a domicilio di operatori con qualifica OSA al fine di evitare o ridurre i rischi di isolamento ed emarginazione A chi si rivolge: persone anziane sole o con necessità di aiuto sociale che abbiano compiuto i 65 anni Come si accede: è possibile inoltrare richiesta presso la PUA dei servizi sociali Modalità di erogazione: servizio gratuito se avente diritto e/o con previsione di compartecipazione Profili professionali coinvolti: assistenti sociali, operatori socio-assistenziali (OSA) Orario di svolgimento e sede operativa: dal lunedì al sabato dalle 08.00 alle 20.00 presso il domicilio dell'utente ### Collocamento anziani presso case-albergo Chi lo realizza: settore socioassistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: il servizio consente di collocare gli anziani aventi diritto ed in particolari situazioni di fragilità presso la struttura denominata "casa albergo" fino a concorrenza delle risorse A chi si rivolge: anziani residenti nel comune di Castellammare di Stabia che vivono in stato di abbandono, che non siano in grado di provvedere a sé stessi e che non abbiano parenti che possano occuparsi di loro Come si accede: è possibile inoltrare richiesta al servizio sociale del comune, su segnalazione o richiesta dell'interessato e l'accesso è subordinato a valutazione professionale Modalità di erogazione: servizio gratuito se avente diritto e/o con previsione di compartecipazione; a domanda o su iniziativa dei servizi sociali Profili professionali coinvolti: Operatore socio-assistenziale e socio-sanitario, amministrativi, assistenti sociali Orario di svolgimento e sede operativa: Comune di Castellammare di Stabia – Viale Europa 43 - Lunedì e venerdì (su appuntamento) dalle 9.00 alle 12.00 - martedì (su appuntamento) e giovedì dalle 15.00 alle 17.00 ## AREA CONTRASTO ALLE POVERTÀ ### Reddito di cittadinanza Chi lo realizza: settore socioassistenziale del comune limitatamente alle fasi di analisi preliminare e predisposizione del patto sociale Breve descrizione e finalità del servizio: sostegno economico ad integrazione dei redditi associato ad un percorso di reinserimento lavorativo e di inclusione sociale. I beneficiari sottoscrivono un Patto per il lavoro o per l'inclusione sociale. Viene erogato dall'INPS. A chi si rivolge: nuclei familiari in condizione di fragilità sociale. I nuclei al momento della presentazione della domanda e per tutto il periodo di erogazione del beneficio devono possedere determinati requisiti economici, di cittadinanza e di residenza. Come si accede: è possibile inoltrare richiesta telematicamente tramite il sito ufficiale governativo, rivolgendosi presso un CAF, patronato o presso Poste Italiane. Modalità di erogazione: servizio gratuito previa valutazione dei requisiti richiesti dalla legge per l'assegnazione del reddito di cittadinanza Profili professionali coinvolti: vari Orario di svolgimento e sede operativa: Comune di Castellammare di Stabia – Viale Europa 43 - Lunedì e venerdì (su appuntamento) dalle 9.00 alle 12.00 - martedì (su appuntamento) e giovedì dalle 15.00 alle 17.00 ### Agevolazione tariffe energetiche (SGATE) Chi lo realizza: settore socioassistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: agevolazione tariffaria per la fornitura di energia elettrica, acqua e gas destinato esclusivamente alle persone con disagio fisico A chi si rivolge: nuclei familiari in base all'attestazione ISEE Come si accede: presentazione istanza, immissione dei dati nella piattaforma SGATE, validazione richiesta da parte della piattaforma del gestore Modalità di erogazione: servizio gratuito Profili professionali coinvolti: istruttori direttivi, istruttori amministrativi, collaboratori amministrativi Orario di svolgimento e sede operativa: Comune di Castellammare di Stabia – Viale Europa 43 - Lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9.00 alle 12.00 - martedì e giovedì dalle 15.00 alle 17.00 ### Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli Chi lo realizza: settore socioassistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: il servizio, previo accordo con il proprietario dell'immobile cui vai il contributo, serve a differire lo sfratto o a stipulare un nuovo contratto tra le parti interessate, nonché a versare l'anticipo per il nuovo contratto tra parti diverse A chi si rivolge: soggetti residenti con contratto regolare di locazione, che per motivi di perdita di occupazione documentata o di salute siano divenuti morosi non colpevolmente o siano soggetti a procedura di sfratto esecutivo con data già fissata. Come si accede: previa pubblicazione del bando, accesso libero con inoltro di istanza al servizio sociale e subordinato a valutazione amministrativa Modalità di erogazione: servizio gratuito Profili professionali coinvolti: istruttori amministrativi Orario di svolgimento e sede operativa: Comune di Castellammare di Stabia – Viale Europa 43 - Lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9.00 alle 12.00 - martedì e giovedì dalle 15.00 alle 17.00 ### Contributi integrativi ai canoni di locazione Chi lo realizza: settore socioassistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: contributo economico finalizzato a sostenere i cittadini che si trovano in difficoltà rispetto al pagamento del canone di locazione; tale contributo è concesso fino a concorrenza delle risorse A chi si rivolge: cittadini residenti nel Comune di Castellammare di Stabia con regolare contratto di locazione Come si accede: presentazione istanza, previa pubblicazione del bando, con successiva istruzione pratiche, valutazione commissione, graduatoria provvisoria e definitiva Modalità di erogazione: servizio gratuito ed erogazione fino ad esaurimento fondi Profili professionali coinvolti: istruttori amministrativi Orario di svolgimento e sede operativa: Comune di Castellammare di Stabia – Viale Europa 43 - Lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9.00 alle 12.00 - martedì e giovedì dalle 15.00 alle 17.00 ## AREA PERSONE CON DISABILITÀ ### Assistenza domiciliare sociosanitaria/integrata per diversamente abili Chi lo realizza: settore socio-sanitario Breve descrizione e finalità del servizio: il servizio di assistenza domiciliare socio-sanitaria prevede l'invio a domicilio di operatori con qualifica OSS e OSA al fine di favorire il mantenimento dell'autonomia individuale e la permanenza presso l'ambiente di vita A chi si rivolge: persone con disabilità riconosciuta ai sensi dell'art. 3 c. 1 o 3 della L. 104/92 con età compresa tra 0 e 64 anni Come si accede: è possibile inoltrare richiesta presso la PUA dei servizi sociali o del distretto sanitario di appartenenza Modalità di erogazione: attraverso la presenza settimanale di un operatore presso il domicilio dell'utente. Profili professionali coinvolti: assistenti sociali, operatori socio-sanitari (Oss) ed operatori socio-assistenziali (Osa) Orario di svolgimento e sede operativa: dal lunedì al sabato dalle 08.00 alle 20.00 presso il domicilio dell'utente ### Assistenza domiciliare socioassistenziale per diversamente abili (ADH) Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: il servizio di assistenza domiciliare socio-assistenziale prevede l'invio a domicilio di operatori con qualifica OSA al fine di evitare o ridurre i rischi di isolamento ed emarginazione A chi si rivolge: persone con disabilità riconosciuta ai sensi dell'art. 3 c. 1 o 3 della L. 104/92 con età compresa tra 0 e 64 anni Come si accede: è possibile inoltrare richiesta presso la PUA dei servizi sociali Modalità di erogazione: attraverso la presenza settimanale di un operatore OSA presso il domicilio dell'utente Profili professionali coinvolti: assistenti sociali, operatori socio-assistenziali (OSA) Orario di svolgimento e sede operativa: dal lunedì al sabato dalle 08.00 alle 20.00 presso il domicilio dell'utente ### Dopo di noi Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: servizio rivolto alle persone con disabilità senza il necessario supporto familiare con la finalità di favorire l'autonomia personale A chi si rivolge: a persone con disabilità certificata non derivata dal naturale invecchiamento Come si accede: presentando istanza di partecipazione all'avviso di selezione pubblica Modalità di erogazione: avviso pubblico per la redazione di progetti individualizzati in base all'indicatore della situazione economica e familiare e altri parametri. Profili professionali coinvolti: assistenti sociali e istruttori direttivi amministrativi Orario di svolgimento e sede operativa: Comune di Castellammare di Stabia – Viale Europa 43 - Lunedì e venerdì (su appuntamento) dalle 9.00 alle 12.00 - martedì (su appuntamento) e giovedì dalle 15.00 alle 17.00 ### Vita indipendente Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: servizio rivolto alle persone con disabilità senza il necessario supporto familiare con la finalità di favorire l'autonomia personale A chi si rivolge: a persone con disabilità certificata non derivata dal naturale invecchiamento Come si accede: presentando istanza di partecipazione all'avviso di selezione pubblica Modalità di erogazione: avviso pubblico per la redazione di progetti individualizzati in base all'indicatore della situazione economica, familiare e altri parametri stabiliti nell'avviso. Profili professionali coinvolti: assistenti sociali e istruttori direttivi amministrativi Orario di svolgimento e sede operativa: Comune di Castellammare di Stabia – Viale Europa 43 - Lunedì e venerdì (su appuntamento) dalle 9.00 alle 12.00 - martedì (su appuntamento) e giovedì dalle 15.00 alle 17.00 ### Home Care Premium 2019 Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune e Istituto Nazionale Previdenza Sociale (INPS) Breve descrizione e finalità del servizio: il programma si concretizza sia nell'erogazione da parte dell'Istituto INPS di contributi economici mensili, cosiddette "prestazioni prevalenti", in favore di soggetti non autosufficienti, maggiori di età o minori, disabili in condizione di non autosufficienza, finalizzate al rimborso di spese sostenute per l'assunzione di un assistente domiciliare, sia nell'erogazione da parte dell'Ambito di residenza di servizi di assistenza alla persona tramite operatori socio sanitari, cosiddette "prestazioni integrative" A chi si rivolge: ai dipendenti iscritti alla gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali e pensionati diretti e indiretti- utenti della gestione dipendenti pubblici, nonché laddove i suddetti soggetti siano viventi, i loro coniugi, per i quali non sia intervenuta sentenza di separazione e i parenti affini di primo grado anche non conviventi, i soggetti legati da unione civile e i conviventi ex legge n.76 del 2016, i fratelli o sorelle, se questi ne è tutore o curatore, i minori orfani di dipendenti già iscritti alla gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, di utenti o pensionati della gestione dei dipendenti pubblici Come si accede: è possibile inoltrare richiesta tramite il portale web dell'Inps oppure rivolgendosi ai CAF, tramite il PIN dispositivo fornito dall'Inps Modalità di erogazione: la presentazione dell'ISEE è necessaria per determinare l'ammontare del contributo mensile per l'assunzione dell'assistente domiciliare erogato dall'INPS in favore del beneficiario tramite conto corrente e di conseguenza per definire anche l'ammontare del contributo massimo da poter erogare per la fornitura di prestazioni integrative a supporto del percorso assistenziale del beneficiario Profili professionali coinvolti: assistenti sociali, operatori socio-sanitari, operatori socio-assistenziali e altre figure previste dal PAI redatto dall'Inps Orario di svolgimento e sede operativa: l'orario è da concordare con il beneficiario del PAI ed il servizio si svolge presso il domicilio dell'utente ### Trasporto persone con disabilità Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: servizio di trasporto riservato a persone con disabilità verso i centri di riabilitazione e verso gli istituti scolastici e accompagnamento presso la propria abitazione A chi si rivolge: persone con disabilità Come si accede: è possibile inoltrare richiesta al servizio sociale del comune, su segnalazione o richiesta dell'interessato Modalità di erogazione: il servizio viene erogato previa domanda del cittadino Profili professionali coinvolti: autisti, operatori ed accompagnatori Orario di svolgimento e sede operativa: Comune di Castellammare di Stabia – Viale Europa 43 - Lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9.00 alle 12.00 - martedì e giovedì dalle 15.00 alle 17.00 ### Assistenza specialistica scolastica Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: il servizio di assistenza educativa specialistica scolastica consiste in un supporto educativo specialistico svolto da figure professionali specializzate nelle ore scolastiche curriculari ed è destinata ai minori frequentanti le scuole dell'infanzia, le scuole primarie e secondarie del territorio. Il servizio di Assistenza Scolastica Specialistica si prefigge di favorire e sostenere la piena integrazione scolastica degli alunni diversamente abili facilitando la permanenza e la partecipazione alle attività scolastiche e promuovendo al contempo la socializzazione, l'integrazione nel gruppo-classe, l'autonomia e la valorizzazione delle abilità personali A chi si rivolge: il servizio è rivolto a bambini e i ragazzi a cui il servizio pubblico territoriale preposto ha certificato una disabilità tale da necessitare un intervento educativo scolastico Come si accede: accedono al servizio gli alunni in possesso di diagnosi funzionale e certificazione riconosciuta ai sensi della legge 104/92 nonché individuazione allegata Profili professionali coinvolti nel servizio: educatore professionale, figure specializzate (tecnico A.B.A., Assistente alla comunicazione L.I.S., l'educazione e l'assistenza ai minorati della vista Braille) Luogo di svolgimento e sede operativa: istituzioni scolastiche afferenti al Comune di Castellammare di Stabia. ### Contributo rivolto alle donne con alopecia da trattamento chemioterapico Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: beneficio economico riconosciuto alle donne con alopecia da trattamento chemioterapico di importo stabilito in base alla disponibilità economica A chi si rivolge: donne con alopecia da trattamento chemioterapico Come si accede: è possibile inoltrare richiesta al servizio sociale del comune, su segnalazione o richiesta dell'interessato previo avviso pubblico Modalità di erogazione: servizio gratuito Profili professionali coinvolti: istruttore direttivo amministrativo Orario di svolgimento e sede operativa: Comune di Castellammare di Stabia – Viale Europa 43 - Lunedì e venerdì (su appuntamento) dalle 9.00 alle 12.00 - martedì (su appuntamento) e giovedì dalle 15.00 alle 17.00 ## CONTRASTO ALLE DIPENDENZE ### Giocolieri del tempo Chi lo realizza: settore socioassistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: erogazione di prestazioni professionali differenziate finalizzate alla prevenzione delle forme di dipendenza patologica determinata in prevalenza dal gioco d'azzardo A chi si rivolge: cittadini in situazioni di fragilità derivata da dipendenza dal gioco d'azzardo Come si accede: è possibile inoltrare richiesta al servizio sociale del comune, su segnalazione o richiesta dell'interessato Modalità di erogazione: servizio gratuito a richiesta individuale Profili professionali coinvolti nel servizio: psicologo Orario di svolgimento e sede operativa: previo appuntamento presso il servizio sociale del comune di Castellammare di Stabia – Viale Europa 43 ## AREA SOSTEGNO ALLA MATERNITÀ ### Agevolazioni per le famiglie con tre o più figli minori Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: beneficio economico riconosciuto alle famiglie con almeno tre o più figli minori A chi si rivolge: famiglie con tre o più figli minori Come si accede: è possibile inoltrare richiesta al servizio sociale del comune tramite i suoi modelli prestampati scaricabili anche dal sito ufficiale, su richiesta dell'interessato, indifferentemente o dal padre o dalla madre dei figli minori, residenti in Castellammare di Stabia, cittadini italiani, comunitari o extracomunitari in regola in base alle normative vigenti. Modalità di erogazione: servizio gratuito Profili professionali coinvolti: operatori dei servizi sociali Orario di svolgimento e sede operativa: Comune di Castellammare di Stabia – Viale Europa 43 - Lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9.00 alle 12.00 - martedì e giovedì dalle 15.00 alle 17.00 ### Assegno di maternità Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: è un contributo economico riconosciuto alle neomamme entro 6 mesi dalla data del parto o dell'ingresso del minore nella famiglia anagrafica della donna che lo riceve in affidamento preadottivo o in adozione. A chi si rivolge: madri naturali, adottive o preadottive o altre situazioni particolari (es: padri maggiorenni in caso di decesso della madre o in ragione della sua minore età). Come si accede: è possibile inoltrare richiesta al servizio sociale del comune tramite i suoi modelli prestampati scaricabili anche dal sito ufficiale Modalità di erogazione: servizio gratuito. Profili professionali coinvolti: operatori dei servizi sociali Orario di svolgimento e sede operativa: Comune di Castellammare di Stabia – Viale Europa 43 - Lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9.00 alle 12.00 - martedì e giovedì dalle 15.00 alle 17.00 ## AREA AZIONI DI SITEMA ### Segretariato sociale Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: facilita l'accesso al sistema locale dei servizi, fornisce orientamento e informazioni ai cittadini sui diritti e le opportunità, sui servizi e gli interventi presenti nell'ambito A chi si rivolge: tutti i cittadini Come si accede: è possibile presentarsi presso il servizio o inoltrare richiesta al servizio sociale del comune Modalità di erogazione: servizio gratuito Profili professionali coinvolti: assistente sociale Orario di svolgimento e sede operativa: Comune di Castellammare di Stabia – Viale Europa 43 - Lunedì e venerdì (su appuntamento) dalle 9.00 alle 12.00 - martedì (su appuntamento) e giovedì dalle 15.00 alle 17.00 ### Porta Unica di accesso (PUA) Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: servizio esercitato sia dal segretariato sociale per i comuni sia dai distretti sanitari per le ASL, con compiti di informazione, decodifica dei bisogni, orientamento, trasmissione delle richieste ai servizi competenti (sociali, sanitari e sociosanitari) A chi si rivolge: a tutti i cittadini Come si accede: è possibile presentarsi presso il servizio o inoltrare richiesta al servizio sociale del comune Modalità di erogazione: servizio gratuito Profili professionali coinvolti: assistente sociale Orario di svolgimento e sede operativa: Comune di Castellammare di Stabia – Viale Europa 43 - Lunedì e venerdì (su appuntamento) dalle 9.00 alle 12.00 - martedì (su appuntamento) e giovedì dalle 15.00 alle 17.00 ### Servizio Sociale Professionale Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune Breve descrizione e finalità del servizio: il Servizio Sociale Professionale è finalizzato ad assicurare le prestazioni necessarie a ridurre o a rimuovere situazioni problematiche o di bisogno sociale dei cittadini; compatibilmente con la programmazione territoriale e della relativa disponibilità finanziaria, agisce per la prevenzione e la presa in carico con interventi immediati in tutte le situazioni di disagio, emarginazione ed esclusione sociale A chi si rivolge: tutti i cittadini Come si accede: è possibile presentarsi presso il servizio o inoltrare richiesta al servizio sociale del comune Modalità di erogazione: il servizio è gratuito Profili professionali coinvolti: assistente sociale Orario di svolgimento e sede operativa: Comune di Castellammare di Stabia – Viale Europa 43 - Lunedì e venerdì (su appuntamento) dalle 9.00 alle 12.00 - martedì (su appuntamento) e giovedì dalle 15.00 alle 17.00 ### Ufficio di piano Chi lo realizza: settore socio-assistenziale del comune – Ambito N27 Breve descrizione e finalità del servizio: l'ufficio di piano è la struttura tecnica di supporto per la realizzazione del piano di zona ovvero la programmazione dei servizi socio-assistenziali e sanitari destinati alle fasce deboli in stato di bisogno. A chi si rivolge: tutti i cittadini in particolare quelli in stato di fragilità Come si accede: previo appuntamento Profili professionali coinvolti: assistente sociale, sociologo, contabile, avvocato, amministrativo Orario di svolgimento e sede operativa: Comune di Castellammare di Stabia – Viale Europa 43
campania
public_services
service_charter
Comune di Castellammare di Stabia (NA)
2021-07-13
ea8718581e1555c618b171187c80bb62
8
La validità della carta dei servizi.
La presente Carta dei Servizi è valida fin dal momento della sua emanazione da parte del Comune. Essa sarà affissa in appositi spazi all'interno degli uffici comunali e verrà pubblicata sul sito Internet del comune di Castellammare di Stabia - Ambito Territoriale N27, nonché stampata su supporto cartaceo, consultabile da ogni cittadino presso i principali uffici comunali. Infine, verrà data ampia informazione di essa attraverso i diversi mezzi di comunicazione e ogni altro canale idoneo, allo scopo di renderla nota alla totalità della cittadinanza. La Carta deve essere considerata uno strumento flessibile e, pertanto, destinato ad essere periodicamente revisionato, aggiornato e modificato per essere sempre attuale ed in linea con le indicazioni che deriveranno dalla sua applicazione.
campania
public_services
service_charter
Comune di Avellino (AV)
2013-12-31
f1da627c6dd68ac79f820a656ba41284
1
1. INFORMAZIONI SUL GESTORE E PRINCIPI FONDAMENTALI
## 1.1 Presentazione dell'azienda La società Alto Calore Servizi SpA opera nel settore dei servizi idrici con un bacino di utenza di oltre 400.000 abitanti. ACS provvede alla gestione del ciclo integrato dell'acqua ed in particolare alla captazione, adduzione, potabilizzazione, distribuzione di acqua ad usi civili, nonché alla gestione dei servizi di fognatura e depurazione delle acque reflue. Assicura, inoltre, l'approvvigionamento di risorsa idrica in sub distribuzione ad Acquedotto Pugliese, gestore del servizio idrico integrato dell'Ato Puglia. La gestione integrata e sinergica di numerose attività riguardanti il comparto idrico costituisce uno dei principali punti di forza di ACS, oltre a determinare un forte elemento di unicità rispetto ad altri Enti e realtà del settore. Maggiori informazioni in merito alla società ed ai servizi gestiti sono disponibili sul sito internet aziendale www.altocalore.eu. ## 1.2 Cenni storici La Società Alto Calore Servizi S.p.A. gestisce il servizio di captazione, adduzione e distribuzione di acqua potabile per 126 Comuni delle Province di Avellino e di Benevento, nonché quello fognario e depurativo a favore di una popolazione di circa 435.000 abitanti (circa 213.000 utenze). L'odierna società è passata attraverso numerose trasformazioni: da consorzio, a azienda speciale, a consorzio multiservizi fino all'attuale status giuridico di società per azioni, costituita il 13 marzo 2003. I soci dell'attuale società sono 95 Comuni della provincia di Avellino, 31 Comuni della provincia di Benevento e l'Amministrazione Provinciale di Avellino. Il Consorzio Interprovinciale Alto Calore venne costituito il 18 maggio del 1938 ai sensi del Testo Unico n° 2578 del 1925. Composto da 31 Comuni della provincia di Avellino e 5 della provincia di Benevento, aveva quale scopo la costruzione e la manutenzione di un sistema acquedottistico in grado di alimentare i comuni consorziati. Nel 1938 la portata complessiva minima dell'acquedotto raggiungeva i 150 litri al secondo, vale a dire 13 milioni di litri al giorno. Oggi l'Alto Calore Servizi s.p.a. nato dal vecchio Consorzio, gestisce 58 milioni di metri cubi all'anno e ha visto aumentare notevolmente i Comuni consorziati (allo stato sono 126). I più importanti gruppi sorgentizi sono rappresentati dalle sorgenti di Cassano Irpino, le sorgenti Alte del Calore, la sorgente Baiardo e quella di Sorbo Serpico, e dai pozzi di Volturara e di Fontana dell'Olmo, dai pozzi del Fizzo e dalle sorgenti Grotte e Sorgenza in tenimento della provincia di Benevento. Nel 1997 il Consorzio, ai sensi della legge 142/90 è diventato un soggetto giuridico dotato di autonomia propria in grado di svolgere attività imprenditoriale. Il 13 marzo del 2003, ai sensi dell'art. 35 comma 8 della legge del 28 dicembre del 2001 n. 448, il Consorzio si è trasformato in Società per Azioni e si è diviso in due distinte società: "Alto Calore Servizi S.p.A." e "Alto Calore Patrimonio & Infrastrutture S.p.A.". La prospettiva offerta dalla trasformazione in Società per Azioni, come da Statuto, è quella di un'ulteriore espansione nel settore della gestione del servizio idrico integrato e in altri servizi, aprendo un ventaglio di opportunità e sviluppo e di crescita economica. Alla data del 20/04/2012 l'Assemblea dei Sindaci ha approvato la messa in liquidazione della società Alto Calore Patrimonio. ## 1.3 Principi fondamentali Il servizio idrico integrato deve essere garantito nel rispetto dei seguenti principi fondamentali: #### Eguaglianza ed imparzialità L'uguaglianza degli Utenti nei confronti della Società è garantita attraverso il regolamento di distribuzione dell'acqua potabile che disciplina in via generale i rapporti tra gli Utenti e la Società, specifica le norme in base al quale si svolge, si modifica e si estingue il rapporto contrattuale, gli obblighi e i diritti delle parti. Particolare attenzione è rivolta alle categorie che si trovano in situazione di svantaggio sociale, personale e fisico (stranieri, anziani, portatori di handicap). La Società s'impegna attraverso le proprie norme regolamentari e procedurali a trattare in modo univoco situazioni analoghe, evitando, ove possibile, di lasciare alla discrezione degli operatori le decisioni da assumere su una determinata problematica. I provvedimenti negativi saranno codificati e ipotizzati negli strumenti regolamentari e idoneamente motivati. #### Continuità La Società si obbliga ad erogare il servizio in modo continuo, regolare e senza interruzioni o diminuzioni di durata. Eventuali interruzioni del servizio potranno essere imputabili a: - guasti e manutenzione ordinaria - manutenzioni straordinarie necessarie a garantire il corretto funzionamento delle opere e la qualità dell'acqua; - cause di forza maggiore (eventi franosi, sismici, alluvioni etc.) Qualora si dovessero verificare interruzioni del servizio, il Gestore s'impegna ad attivare servizi sostitutivi di emergenza dando le opportune informazioni nei tempi e nei modi previsti dal Regolamento. In tali casi saranno messi in atto i piani di distribuzione alternativa di acqua potabile, mediante sacchetti in PET da 5 litri o autobotti o sistemi fissi di distribuzione, con il coinvolgimento delle competenti autorità territoriali. #### Partecipazione L'Utente ha diritto di richiedere ed ottenere dal Gestore ogni informazione che lo riguarda secondo le modalità disciplinate dalla L. 7/08/1990 n. 241 e s.m.i. e può avanzare proposte, suggerimenti e inoltrare reclami. L'ACS garantisce l'identificabilità del personale preposto al front-office con i cartellini segna nome e l'individuazione del Responsabile Assistenza Clienti. Periodicamente sono acquisite le valutazioni dell'Utente a mezzo di apposite indagini. #### Cortesia Il personale dell'ACS è tenuto a curare in modo particolare il rispetto e la cortesia nei confronti dell'utente. In tal senso il gestore s'impegna a dare le opportune istruzioni ai dipendenti incaricati ai rapporti con il pubblico; essi sono tenuti, altresì, a rendersi identificabili dagli utenti, sia nel rapporto personale, sia nelle comunicazioni telefoniche. #### Efficacia ed efficienza L'Azienda persegue l'obiettivo di un continuo miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia del servizio adottando soluzioni procedurali, organizzative e tecniche più funzionali allo scopo. #### Chiarezza e comprensibilità L'Alto Calore Servizi pone la massima attenzione alla efficiente semplificazione del linguaggio nel rapporto con gli utenti. #### Condizioni di fornitura Le condizioni principali di fornitura del servizio sono riportate in allegato alla presente Carta.
campania
public_services
service_charter
Comune di Avellino (AV)
2013-12-31
f1da627c6dd68ac79f820a656ba41284
2
2. Informazioni generali per l'utente
## 2.1 Informazioni generali per l'utente In un'ottica di trasparenza nei rapporti con l'utenza, il Gestore s'impegna a: - Fornire agli utenti tutte le informazioni circa le modalità e caratteristiche di qualità dei servizi prestati, le procedure e le iniziative aziendali d'interesse e i principali aspetti normativi, contrattuali e tariffari; - Convocare le associazioni dei consumatori firmatarie e quelle che ne facessero richiesta, per le consultazioni preventive all'emissione di nuove regolamentazioni dei Servizi; - Curare la funzionalità degli uffici di assistenza clienti, favorendo, in particolare, l'accesso per via telefonica; - Riportare nella Carta, in sintesi, le modalità di accesso agli atti, in conformità alle norme vigenti; - Rendere noti annualmente alle associazioni dei consumatori firmatarie ed agli utenti che ne facessero richiesta, i contenuti della relazione annuale in merito al numero di reclami ed al relativo esito. ## 2.2 Servizio informazioni telefonico, call center Il Gestore fornisce il servizio informazioni telefonico per mezzo di un numero verde dal quale è possibile ottenere: - Informazioni di base ed orientamento (contratti, consumi e tariffe, modalità di pagamento, orari ed indirizzi); - Informazioni sui servizi ovvero nuovi contratti, variazioni dei contratti in essere, consumi e fatture, verifiche ed interventi; - Informazioni sulla qualità dell'acqua fornita. ## 2.3 Il sito Internet e il servizio clienti on line L'indirizzo internet del sito dell'ACS è www.altocalore.eu Dal sito internet è possibile accedere, in qualsiasi giorno ed a qualsiasi ora ai servizi dello Sportello On Line. È possibile comunicare con ACS, per via telematica, via e-mail ai seguenti indirizzi: ## 2.4 Segnalazione guasti - Dalle ore 08:00 alle ore 14:00 numero 0825794330 - Dalle ore 14:00 alle ore 08:00 numero 3486928956 ## 2.5 I servizi forniti #### Condizioni di somministrazione dei servizi Attraverso i diversi canali di comunicazione disponibili l'utente può richiedere la somministrazione dei servizi standard da parte di ACS fornendo i dati anagrafici e fiscali, i dati catastali, permesso di costruire, un recapito telefonico, la tipologia di contratto richiesto, l'ubicazione oggetto della fornitura richiesta, il recapito della fattura e l'eventuale indirizzo e-mail. In fase di sopralluogo da parte di ACS, l'utente normalmente sottoscrive il verbale, salvo casi eccezionali, dovutamente motivati. In caso di realizzazione di nuovo impianto, l'utente è tenuto ad indicare nel contratto la modalità di addebito (unica soluzione o rateale) del contributo per la costruzione dell'impianto di allacciamento alla rete. Il contributo, unitamente alla cauzione e agli oneri d'istruttoria, viene addebitato direttamente in fattura consumi, secondo la modalità prescelta dall'utente. In caso di scarichi industriali, l'utente è tenuto a presentare in uno al plico contrattuale, la richiesta di autorizzazione allo scarico, unitamente alla scheda tecnica relativa al tipo insediamento. In caso di rilascio di autorizzazione da parte di ACS, l'utente riceve l'addebito delle spese istruttorie, direttamente in fattura. In caso di mancato rilascio, tali spese saranno addebitate con apposita fattura. L'utente è altresì tenuto a produrre: - eventuali documenti tecnici (es. autorizzazione alla manomissione della sede stradale); - ogni ulteriore atto, fatto richiesto dalla legge a seguito di eventuali modifiche e/o integrazioni alla normativa vigente alla data di pubblicazione della presente Carta; - copia di un documento d'identità in corso di validità e codice fiscale. Laddove si abbia un uso promiscuo dell'acqua, dovrà essere stipulato un contratto di utenza per ogni categoria contrattuale. Il richiedente la somministrazione per uso occasionale dovrà, a seguito della sottoscrizione del contratto, corrispondere in un'unica soluzione il costo di allacciamento. Tale importo sarà addebitato attraverso apposita fattura e bollettino MAV. Solo a seguito del pagamento del MAV, con il riscontro dell'incasso, si procederà alla realizzazione dell'impianto ed alla successiva attivazione. Le somministrazioni sono effettuate dall'utilizzatore reale (proprietario residente, affittuario, conduttore, locatore, appaltatore, titolare di un diritto reale di godimento, etc.) solo a seguito di avvenuta sottoscrizione del contratto. I contratti di somministrazione sono di norma a tempo indeterminato. Gli utenti che intendono recedere dal contratto di somministrazione devono formalizzare la disdetta al Gestore mediante raccomandata a/r, tramite sportello online ovvero attraverso la consegna della stessa presso gli sportelli del Gestore. A seguito della richiesta di recesso contrattuale, il Gestore provvede alla rimozione del contatore e, quindi, alla successiva rimozione dell'impianto. L'utente è tenuto, comunque, al pagamento della fattura di fine rapporto. #### Fornitura a gestori terzi (subdistributori) Il Gestore assicura la fornitura d'acqua a gestori terzi del servizio di distribuzione mediante la stipula di un'apposita convenzione. Il servizio è subordinato: - all'autorizzazione da parte dell'Autorità d'Ambito; - alla fornitura con portata massima erogabile, che dovrà essere definita nei limiti delle dotazioni idriche assegnate al Gestore dell'Autorità competente; - alla realizzazione delle opere necessarie alla fornitura, nel rispetto degli standard qualitativi e costruttivi stabiliti da ACS. La convenzione di sub distribuzione disciplina condizioni particolari di fornitura. #### Distribuzione idrica Il Gestore somministra il servizio di distribuzione idrica per usi civili nei territori dei Comuni serviti, nei limiti della disponibilità idrica e compatibilmente con la possibilità di derivazione dalle reti gestite ed in esercizio. Il Servizio è subordinato alla realizzazione delle opere di allacciamento necessarie. #### Fognatura Il Gestore fornisce il servizio di fognatura nei territori dei Comuni serviti nei limiti delle capacità di ricezione delle reti gestite ed in esercizio, e, compatibilmente al sistema fognante depurativo. Il servizio è subordinato alla realizzazione delle opere di allacciamento necessarie che sarà assicurata secondo le modalità sopra descritte. Il Gestore provvede ad effettuare, sulla base di specifici programmi, controlli sugli scarichi degli insediamenti allacciati alla pubblica fognatura. #### Depurazione Il Gestore fornisce il servizio di depurazione nei territori dei comuni serviti, nei limiti delle capacità di ricezione dell'impianto gestito ed in esercizio compatibilmente con il rispetto dei limiti allo scarico dello stesso impianto. Tutte le acque depurate vengono periodicamente controllate nel rispetto delle norme vigenti prima di essere restituite all'ambiente. ## 2.8 Informazioni specifiche per l'utente #### Qualità dell'acqua erogata La qualità dell'acqua erogata dal Gestore è corrispondente ai vigenti standard di legge di cui al D. Lgs. 31/2001 e s. m. i. Il Gestore dispone di propri laboratori di analisi che svolgono gli autocontrolli in accordo con le frequenze previste dalla Legge. L'ACS, in ottemperanza alla prima direttiva per la trasparenza dei documenti di fatturazione del SII, approvata con Deliberazione n. 586/2012/R/IDR del 28/12/2012 dell'Autorità per l'energia Elettrica ed il Gas, rende disponibili attraverso il sito internet aziendale i dati medi relativi ai seguenti parametri di qualità dell'acqua erogata: - pH - conduttività µS/cm a 20°C - Residuo fisso a 180°C - Durezza totale in gradi (F) - Conducibilità - Calcio - Magnesio - Ammonio - Cloruri - Solfati - Potassio - Sodio - Arsenico - Cloro residuo - Floruri - Nitrati - Nitriti - Manganese #### Pagamenti Le fatture possono essere pagate secondo le seguenti modalità: - presso uffici postali; - presso sportelli bancari; - a mezzo domiciliazione bancaria o postale - attraverso i servizi di Home Banking offerti dalle banche e dalla Posta; - presso gli sportelli bancomat abilitati. #### Modalità di lettura e verifica dei misuratori La società, fatta salva l'ipotesi in cui il misuratore non sia accessibile per cause non dipendenti dalla propria volontà, effettua le letture dei misuratori di acqua presso gli utenti almeno una volta all'anno utilizzando un sistema ottico – digitale. Tale sistema consente di conservare la fotografia del quadrante del contatore e di certificare la data e la lettura effettuata. L'Utente può chiederne una copia attraverso e-mail o in forma scritta presso il Front Office territorialmente competente, indicando la data di riferimento della lettura desiderata, nonché l'indirizzo e il numero di fax o l'account di posta elettronica cui può essere inviata la documentazione. Nel caso di contatori non accessibili, trascorso un anno in assenza di una lettura accertata, l'ACS potrà richiedere all'Utente, a mezzo raccomandata, l'autolettura del contatore. Se persiste l'assenza di lettura, l'ACS potrà sospendere la fornitura con la chiusura della presa stradale dell'impianto dell'utente. La riattivazione della fornitura, unitamente alla lettura del contatore, avverrà a seguito di richiesta dell'utente senza addebito delle relative spese di chiusura/apertura presa stradale. ACS garantisce il servizio di autolettura del contatore da parte dell'utente attraverso: - comunicazione scritta; - Front Office; - telefono al numero verde 800 - 215333 ACS, inoltre, offre agli utenti il servizio di verifica del corretto funzionamento del misuratore. Le spese sostenute per tale servizio sono a carico dell'utente nel caso in cui si riscontri il regolare funzionamento dello stesso (misura entro i limiti di tolleranza del più o meno 5%); in caso contrario le spese sono a carico di ACS. La richiesta di tale verifica può essere accolta dal Front Office. L'ACS s'impegna a comunicare preventivamente la data dell'eventuale sostituzione del misuratore e quella della verifica presso il proprio laboratorio. L'utente può presenziare alle suddette operazioni o delegare persona di sua fiducia al fine di tutelare i propri diritti. Nel caso in cui la verifica accerti un'irregolarità di funzionamento, superiore al 5% in più o in meno, la rideterminazione dei consumi sarà effettuata da ACS in base al coefficiente di correzione (riduzione o incremento dei consumi registrati, nella percentuale risultata, in valore assoluto, oltre il 5%). #### Consumi L'ACS informa i propri utenti dei consumi imputabili per il pagamento tramite opportuno prospetto di dettaglio degli importi inviato, con cadenza trimestrale, in uno con la fattura. #### Scadenza delle fatture La fatturazione dei consumi è calcolata sulla base delle tariffe in vigore. L'ACS emette quattro fatture annue e relativi bollettini per il pagamento. La scadenza della fattura non è mai inferiore ai 15 giorni successivi la data di emissione della stessa. #### Tariffe L'art. 21 del D.L. 201/2011, convertito con modificazioni nella Legge 214 del 22/12/2011, ha assegnato le funzioni di regolazione e controllo dei servizi idrici all'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas. L'ACS applica, dal 01.06.2013, per le utenze domestiche, le seguenti tariffe, determinate ed approvate con verbale n.56 del 29.04.2013: - AGEVOLATA (CONSUMO 0-40 m3/anno): €. 0,50 - BASE (CONSUMO 40-144 m3/anno): €. 0,69 - 1^ FASCIA (CONSUMO 144-216 m3/anno): €. 1,80 - 2^ FASCIA (CONSUMO 216-288 m3/anno): €. 2,60 - 3^ FASCIA (CONSUMO oltre 288 m3/anno): €. 4,30 - QUOTA FISSA: €. 4,00 A far data dal 01.01.2014, ed in ottemperanza alla delibera dell'AEEG 86/2013/R/IDR, è previsto, un deposito cauzionale per cui ciascun utente verserà una somma corrispondente al valore dei corrispettivi dovuti per un massimo di tre mensilità di consumo storico in base alle tariffe vigenti. La tariffa per il servizio di acquedotto è composta da una quota fissa ed una quota variabile commisurata ai volumi effettivamente consumati. La quota fissa è applicata, per le utenze domestiche, ad ogni unità immobiliare allacciata, mentre per le restanti utenze, in ragione del numero dei moduli contrattuali. La tariffa per il servizio di fognatura è anch'essa composta da una quota fissa e da una variabile commisurata al 100% dei volumi d'acqua prelevati dal pubblico acquedotto e/o da altra fonte. La quota fissa di fognatura è applicata in modo identico a quella di acquedotto. La tariffa per il servizio di depurazione è composta da una sola quota variabile commisurata ai volumi registrati per il servizio di fognatura. #### Reclami L'utente può presentare reclamo (recandosi al front office, via fax, via telefono, via posta e via internet) contro atti e comportamenti che impediscano o limitino la piena fruibilità dei servizi previsti contrattualmente o per il mancato rispetto degli standard fissati dalla Carta del Servizio Idrico Integrato. Nella predisposizione del reclamo ha l'obbligo di descrivere i fatti e di allegare in fotocopia gli atti ovvero i documenti che risultassero necessari. (modulo di reclamo in allegato alla pagina n. 39). Per ogni reclamo è effettuata una verifica completa ed imparziale delle irregolarità segnalate con risposta esaustiva all'utente. Entro 30 giorni dalla presentazione del reclamo, l'utente viene informato, attraverso apposita comunicazione scritta, circa l'esito della trattazione del reclamo o, nel caso di particolare complessità, circa lo stato di avanzamento dell'analisi ed i tempi previsti per la conclusione della stessa. In ogni caso, l'utente, attraverso gli stessi canali di comunicazione, può richiedere notizie sullo stato di avanzamento del reclamo, fornendo i propri dati identificativi. #### Consumi anomali L'ACS ha predisposto un sistema per segnalare agli utenti i casi in cui i consumi registrati si discostano da quelli abituali, al fine di favorire il controllo del proprio impianto interno. L'informazione circa i consumi anomali è riportata nella fattura consumi ovvero inviata attraverso sms o e-mail.
campania
public_services
service_charter
Comune di Avellino (AV)
2013-12-31
f1da627c6dd68ac79f820a656ba41284
3
3. Dichiarazione d'impegno del Gestore
## 3.1 Dichiarazione d'impegno del Gestore L'ACS s'impegna a fornire i servizi secondo i criteri descritti e le relative caratteristiche indicate nella presente Carta. Nel caso di mancato rispetto degli impegni assunti dal Gestore, per cause ad esso imputabili, l'utente ha diritto ad ottenere un indennizzo alle condizioni riportate nel successivo capitolo 4 paragrafo 4.1 presentando richiesta scritta entro 30 giorni dal mancato rispetto dell'impegno. #### Crisi qualitativa Ove non sia possibile mantenere i livelli qualitativi nei limiti previsti dalla legge, il gestore può erogare acqua non potabile purché ne dia preventiva e tempestiva comunicazione alle autorità competenti, all'utenza ed alle associazioni dei consumatori firmatarie, salvo il rilascio del nulla osta delle ASL. Il Gestore informerà comunque i soggetti di cui sopra circa le azioni intraprese per superare la situazione di crisi ed i tempi previsti per il ripristino della normalità, secondo le modalità previste nel piano d'interruzione del servizio e nel Piano delle Emergenze approvato. #### Sistema per la Qualità e l'Ambiente ACS si è dotato di un Sistema Qualità sulla base della Norma UNI EN ISO 9001 per tutte le attività del Servizio Idrico Integrato, dalla progettazione e realizzazione delle infrastrutture alla gestione delle Utenze, a tutte le componenti materiali e immateriali del servizio. #### Livelli minimi di servizio L'ACS garantisce una dotazione per utenza alla consegna non inferiore al quantitativo stabilito in contratto, come modulo contrattuale, inteso come volume attingibile dall'utenza nelle 24 ore e una pressione non inferiore a 0.5 atmosfere misurate a valle del rubinetto d'arresto posto immediatamente dopo il misuratore dell'ACS. L'azienda s'impegna ad effettuare indagini a campione, al fine di valutare il grado di soddisfazione degli utenti sul servizio erogato, i cui risultati sono oggetto di analisi da parte di ACS per il miglioramento del servizio prestato. #### Ulteriori impegni ACS garantisce inoltre i seguenti servizi di controllo: - Servizio di controllo interno dell'acqua potabile distribuita attraverso i prelievi e le analisi di laboratorio che devono garantire, al punto di consegna, il rispetto dei limiti indicati dalle vigenti disposizioni di legge; - Servizio di controllo interno delle acque immesse nella fognatura, con prelievi e analisi di laboratorio verificando altresì la compatibilità tecnica degli scarichi con la capacità del sistema; - Servizio di controllo interno della qualità degli affluenti all'impianto di depurazione, nonché dei reflui della depurazione e del corpo ricettore attraverso prelievi e analisi di laboratorio. Non si considerano remunerati con la tariffa i controlli da effettuare sui reflui diversi da quelli domestici relativi a scarichi in fognatura e/o a conferimenti effettuati direttamente presso i depuratori gestiti. ## 3.2 Standard di qualità L'azienda, in coerenza con le norme vigenti in materia, ha fissato tre tipologie di standard: - Standard generale - riferito ad un complesso di prestazioni fornite espresso come valore medio; - Standard specifico – riferito ad una specifica prestazione resa e misurabile con un valore massimo o minimo; - Standard qualitativo – riferito a prestazioni o impegni non misurabili. Gli standard espressi in giorni sono da intendersi lavorativi e dunque al netto delle festività e riposo settimanale ### 3.2.1 Avvio del rapporto contrattuale Gli standard definiti in questo paragrafo riguardano la durata delle attività che caratterizzano l'avvio o la modifica del rapporto contrattuale con l'Utente. I tempi di prestazione indicati di seguito sono considerati al netto del tempo necessario per le seguenti attività: - Rilascio di autorizzazioni o permessi da parte di terzi, per la predisposizione di opere edili; - Rilascio di autorizzazione per la manomissione della sede stradale; - Superamento d'impedimenti, non direttamente dipendenti da ACS, dovuti a condizioni climatiche, o di qualsiasi altra natura, tali da non consentire lo svolgimento dei lavori; - Eventuali ulteriori adempimenti a carico dell'utente. Qualora per cause di forza maggiore, o imputabili a terzi, insorgano difficoltà nel rispetto delle scadenze garantite o già comunicate, l'azienda s'impegna a comunicare all'utente, il nuovo termine ed il motivo del rinvio. #### Contributo per l'accesso al servizio ACS ha definito il tempo massimo per la preventivazione dei costi per la realizzazione dell'impianto di allacciamento a decorrere dalla richiesta documentata dall'utente e fino alla data di consegna del Contratto /Contributo per accesso al servizio. Per richieste di nuovi allacciamenti o spostamenti e/o modifiche di quelli esistenti con sopralluogo: Tmax = 30 giorni. Per situazioni più complesse in cui dovranno essere effettuati più sopralluoghi e/o posa di tubazioni stradali e/o si dovranno ricevere permessi di terzi, l'ACS invierà risposta scritta per precisare i tempi necessari per i successivi interventi. #### Allacciamento alla rete idrica pubblica Contestualmente alla formale accettazione del preventivo, di cui al punto precedente, l'utente deve acquisire a propria cura e spesa, le eventuali autorizzazioni per l'esecuzione lavori. La somministrazione del servizio è pertanto subordinata all'ottenimento, anche attraverso il Gestore, di tali autorizzazioni. A decorrere dalla data di acquisizione delle dovute autorizzazioni e, dove non necessarie, dalla data di accettazione del preventivo, i lavori per attivare la fornitura saranno completati entro un tempo, misurato in giorni al netto dei tempi per lavori d'intervento, estensione o adeguamento sulla rete stradale: Tmax = 90 giorni. #### Attivazione della fornitura Tempo di attivazione della fornitura misurato in giorni a partire dal giorno successivo al completamento delle opere di allacciamento: Tmax = 5 giorni. #### Riattivazione della fornitura Tempo di riattivazione della fornitura misurato in giorni a partire dal giorno successivo alla richiesta di attivazione: Tmax = 15 giorni. #### Cessazione della fornitura Tempo massimo entro cui ACS provvede a disattivare la fornitura dell'acqua dal ricevimento della disdetta del contratto dell'utente: Tmax = 30 giorni. #### Allacciamento alla pubblica fognatura Successivamente alla formale accettazione del preventivo relativo ai costi per la realizzazione dell'impianto di allacciamento alla rete di fognatura, l'utente deve provvedere, a propria cura e spesa, all'esecuzione dei lavori. La somministrazione del servizio è pertanto subordinata all'ottenimento anche attraverso il Gestore, delle relative autorizzazioni. Il tempo massimo tra la data di accettazione del preventivo da parte dell'utente e il rilascio dell'autorizzazione, misurato in giorni, al netto dei tempi per eventuali autorizzazioni di terzi: Tmax = 15 giorni. #### Parere per autorizzazione allo scarico in pubblica fognatura L'azienda formula il parere per il rilascio o rinnovo delle autorizzazioni agli scarichi industriali produttivi in pubblica fognatura, alla data della relativa richiesta: Tmax = 7 giorni. ### 3.2.2 Accessibilità ai servizi L'utente interagisce con il Gestore attraverso: Front Office di competenza territoriale, sito internet aziendale, Servizio Clienti on line, nonché a mezzo posta, per usufruire dei seguenti servizi: - Nuovi contratti; - Variazioni su contratti esistenti; - Recessi o sospensioni della fornitura; - Subentri; - Informazioni sui consumi, pagamenti e sui servizi erogati in genere; - Reclami; - Rimborsi; - Richiesta interventi di manutenzione; - Richiesta/rinnovo autorizzazione allo scarico; - Richiesta lettura di controllo; - Segnalazione guasti; - Verifica contatore; - Copia fatture; Negli abitati sprovvisti di Uffici per i servizi all'utenza, con la collaborazione delle Amministrazioni Comunali che ne facciano richiesta, vengono installate postazioni telematiche in grado di dialogare on line con il sistema informatico del Gestore per assicurare le attività di assistenza agli utenti che siano impossibilitati, o abbiano significative difficoltà, ad accedere personalmente ai canali di comunicazione messi a disposizione da ACS. In appendice è disponibile l'elenco dei Comuni presso i quali sono attivate le postazioni e gli orari di apertura. #### Apertura al pubblico degli sportelli Presso il Front Office del Gestore, gli sportelli sono aperti al pubblico dal lunedì al venerdì nei seguenti orari: - Lunedì: 8.30-12.00 e 15.30-16.30 - Martedì: 8.30-12.00 e 15.30-16.30 - Mercoledì: 8.30-12.00 e 15.30-16.30 - Giovedì: 8.30-12.00 - Venerdì: 8.30-12.00 - Sabato: 8.30-12.00 #### Svolgimento di pratiche per via telefonica e servizio informazioni L'accesso ai servizi, incluso il servizio informazioni è garantito per via telefonica, attraverso numero verde 800-215333. L'utente ha la possibilità di richiedere i seguenti servizi: - Informazioni sui consumi, pagamenti e sui servizi erogati in genere; - Informazioni sui rimborsi; - Richiesta interventi di manutenzione; - Richiesta lettura di controllo; - Segnalazione guasti. #### Svolgimento di pratiche per corrispondenza Per facilitare l'accesso ai servizi, l'ACS offre la possibilità di svolgimento di alcune pratiche per corrispondenza da inviare presso l'ufficio commerciale competente territorialmente, riportato in appendice e nell'apposito box della fattura consumi inviata all'utente. - Variazioni su contratti esistenti; - Recessi o sospensioni della fornitura; - Subentri - Informazioni sui consumi, pagamenti e sui servizi erogati in genere; - Addebiti lavori chiesti dall'utente; - Reclami; - Rimborsi; - Richiesta interventi di manutenzione; - Richiesta lettura di controllo; - Segnalazione guasti; - Verifica contatore; - Copia fatture. #### Procedure di pagamento delle fatture Per il pagamento delle fatture l'utente potrà avvalersi delle seguenti modalità: - a mezzo servizio MAV pagabile presso qualsiasi sportello bancario o postale e presso gli sportelli delle concessionarie indicate su bollettino di pagamento; - a mezzo domiciliazione bancaria o postale compilando il modello RID; - tramite Tabaccherie, Ricevitorie Sisal e Lottomatica; - attraverso i servizi Home Banking offerti dalle Banche e dalla Posta; - presso gli sportelli bancomat abilitati. In caso di smarrimento del bollettino si può richiedere, attraverso uno qualsiasi dei canali di comunicazione, copia della fattura e del relativo bollettino. Nel caso in cui l'utente rilevi errori nella fattura può avanzare reclamo, nei modi e nelle forme di cui al paragrafo 2.8 lettera g della presente Carta, entro i termini di pagamento della stessa. In tal caso vengono interrotti i termini di pagamento salvo che il Gestore non comunichi l'infondatezza del reclamo ed i nuovi termini di pagamento. Gli sportelli degli Uffici Commerciali ACS prevedono agevolazioni e percorsi preferenziali per alcune tipologie di utenti, quali portatori di handicap, disabili, invalidi. #### Tempi di attesa agli sportelli Il numero degli sportelli presso il Gestore è finalizzato all'obiettivo di: - garantire agli utenti un tempo accettabile di attesa in funzione del numero di utenze da servire, contenere i costi di gestione. Sono stati predisposti sportelli abilitati alla gestione di ogni tipo operazione, in modo tale da garantire i tempi medi di attesa pari a: Tempo medio di attesa 30 min. #### Risposta alle richieste scritte degli utenti L'ACS s'impegna a rispondere, in via definitiva e in via interlocutoria, alle richieste d'informazioni pervenute per iscritto dagli utenti, entro un tempo massimo di: Tmax = 30 giorni di calendario dalla data di ricevimento (attestata dal protocollo aziendale) in via definitiva o interlocutoria. #### Risposta ai reclami L'utente può presentare reclami contro atti e comportamenti che costituiscano impedimento o limitazione alla piena fruibilità dei servizi o al mancato rispetto di standard stabiliti nella presente Carta. L'ACS dalla ricezione del reclamo risponde all'utente entro un tempo massimo di: Tmax = 30 giorni. Se la complessità del reclamo non consente il rispetto del tempo di risposta su indicato, l'utente viene tempestivamente informato sullo stato di avanzamento della pratica di reclamo e sui tempi previsti di risposta. #### Riconoscibilità, presentabilità, comportamenti, modi e linguaggi del personale dipendente Il personale ACS è tenuto a rispettare i principi fondamentali stabiliti e descritti al paragrafo 1.3 della presente Carta con particolare riferimento a cortesia, chiarezza e comprensibilità. È fatto assoluto divieto, al personale ACS e al personale delle imprese appaltatrici di lavori e servizi, di chiedere o ricevere compensi da parte degli utenti (Codice Etico di ACS) per le prestazioni eseguite per conto dell'azienda. ### 3.2.3 Gestione del rapporto contrattuale #### Fatturazione La fatturazione dei consumi è calcolata sulla base delle tariffe che vengono rese pubbliche attraverso i vari strumenti informativi previsti nella presente Carta. Il corrispettivo del servizio è fatturato all'utente di norma trimestralmente in acconto sui consumi, ovvero a conguaglio. I consumi in acconto sono determinati sulla base dei consumi pregressi o sulla scorta di quelli riconducibili mediamente in ragione del tipo di utenza. Resta l'obbligo per l'azienda di effettuare il conguaglio almeno due volte l'anno addebitando o accreditando all'utente la differenza tra l'effettivo consumo e quello presunto addebitato con le fatture di acconto o di anticipo salvo i casi in cui, per cause non dipendenti dall'azienda, non sia stato possibile effettuare la lettura dei consumi. #### Rettifiche dei corrispettivi del servizio Qualora nel processo di lettura e fatturazione vengano commessi errori in eccesso o in difetto, la società provvede alla correzione dello stesso, al ricalcolo dei corrispettivi ed all'emissione dei corrispondenti documenti di rettifica contabile, entro un tempo massimo di: Tmax = 180 giorni dalla data della richiesta dell'utente. #### Morosità Per il periodo di ritardato pagamento la società applica gli interessi di mora, entro il limite fissato dalle leggi vigenti, addebitandoli nelle successive fatture. La società procede alla sospensione della fornitura provvedendo alla chiusura della presa stradale qualora non risultino pagate n. 4 fatture. L'ACS comunica, con raccomandata a/r la data a partire dalla quale può avvenire la sospensione del servizio nonché le modalità per evitare la sospensione allegando il bollettino di pagamento. Qualora l'utente successivamente alla sospensione del servizio, richieda la relativa riattivazione dovrà saldare le fatture non pagate e corrispondere oltre ai relativi interessi di mora e alle spese di recupero crediti, le spese per la chiusura e la riapertura della presa stradale. Il Gestore si riserva un tempo massimo: Tmax 5 giorni lavorativi. Per il riavvio della fornitura dalla dimostrata estinzione del debito (esibizione ricevuta di pagamento o sottoscrizione piano di rateizzazione con pagamento della 1 rata prevista) o su richiesta della competente Autorità. In quest'ultimo caso è facoltà del gestore porre in atto mezzi di limitazione della portata e della pressione di fornitura, comunicati in forma scritta all'utente. #### Verifica del contatore Tempo massimo per la verifica del contatore, a partire dalla richiesta dell'utente, il quale ha facoltà di presenziare alla prova di verifica o a delegare una persona di propria fiducia: Tmax 90 giorni. La società comunica i risultati della verifica per iscritto indicando altresì l'eventuale ricostruzione dei consumi non correttamente misurati. Tale ricostruzione verrà effettuata in base alla media dei consumi storici dell'utenza; in mancanza di tali riferimenti, si utilizzeranno i successivi consumi che verranno registrati dal nuovo misuratore. #### Verifica del livello di pressione L'utente può chiedere la verifica del livello di pressione, in contraddittorio con i tecnici dell'ACS. Qualora fosse riscontrata la regolarità del servizio, ovvero una pressione non inferiore a 0,5 atmosfere misurate a valle del rubinetto d'arresto posto immediatamente dopo il misuratore del Gestore, (fatto salvo il caso in cui il contratto sia stato sottoscritto con clausola di "precarietà") l'utente sarà tenuto al pagamento delle spese di verifica; in caso contrario le spese saranno a carico del Gestore. Tempo massimo per la verifica del livello di pressione, a partire dalla richiesta dell'utente, il quale ha facoltà di presenziare alla prova o delegare una persona di fiducia: Tmax = 30 giorni. #### Strumenti informativi Il Gestore, in caso di necessità, provvede ad informare la popolazione servita, attraverso strumenti informativi di massa, e i singoli utenti attraverso strumenti personalizzati, nei tempi di seguito indicati a decorrere dall'accertamento dell'evento: - Stampa locale - Emittente televisiva, Radio locale - Affissione avviso pubblico - Sito Internet - Posta Il Gestore si impegna a rendere note le eventuali interruzioni programmate del flusso idrico con almeno una delle prime tre modalità indicate nel prospetto. ### 3.2.4 Continuità del Servizio #### Continuità e servizio di emergenza L'interruzione del servizio può essere imputabile solo ad eventi di forza maggiore, guasti e manutenzioni necessarie al corretto funzionamento degli impianti utilizzati e per garantire la qualità e la sicurezza del servizio, informando adeguatamente e tempestivamente l'utenza. ACS indica come standard di qualità per la continuità del servizio il Rapporto tra la somma dei tempi di sospensione del servizio ed il numero di interventi con un tempo medio di intervento pari a: Tmed = 5 ore ad intervento. Il Gestore si impegna ad attivare un servizio di emergenza sostitutivo alla distribuzione idrica quando i tempi di interruzione del servizio si stimano superiori alle 10 ore. La distribuzione alternativa avviene tramite autobotti per acqua potabile ed ove possibile con sacchetti di acqua potabile da 5 litri. #### Tempi di preavviso per interventi programmati In caso di sospensioni per interventi programmati, il Gestore si impegna ad informare la popolazione interessata, con le modalità definite al paragrafo 3.2.3 "Strumenti informativi", con un anticipo minimo rispetto alla sospensione di: Tmin = 3 giorni. #### Durata delle sospensioni programmate Il gestore assicura una durata massima delle sospensioni del servizio derivanti da interventi programmati di: Tmax = 1 giorno. #### Pronto intervento Il Gestore assicura il servizio di pronto intervento 24 ore su 24 mediante chiamata al numero 0825-794330 o al numero della reperibilità 348 6928956 Il Gestore ha classificato i guasti, (vedi nelle schede n. 4 e 5) garantendo i seguenti tempi di intervento: - livello urgenza 1: 4 ore - livello urgenza 2: 6 giorni - livello urgenza 3: 10 giorni - livello urgenza 4: 15 giorni ### Crisi idrica per scarsità In caso di scarsità della risorsa idrica, prevedibile o in atto, dovuta a fenomeni naturali o a fattori antropici comunque non dipendenti dall'attività di gestione, il Gestore con adeguato preavviso, informerà l'utenza, proponendo all'Autorità competente le misure da adottare per coprire il periodo di crisi. Tali misure possono comprendere: - invito al risparmio idrico ed alla limitazione degli usi non essenziali, - utilizzo di risorse destinate ad altri usi, - limitazione dei consumi mediante riduzione della pressione in rete, - turnazione delle utenze. Le modalità di intervento sono previste nel Piano di Emergenza, predisposto dal Gestore, per ogni specifica situazione. ## 3.3 Valutazione del grado di soddisfazione Il Gestore, al fine di verificare la percezione della qualità dei servizi resi, il grado di soddisfazione dell'utente e programmare interventi di miglioramento della qualità del servizio, acquisisce secondo le modalità di volta in volta stabilite i giudizi dell'utenza. Gli utenti possono, attualmente, usufruire del "Questionario di Soddisfazione Utenza" per far pervenire al Gestore i suggerimenti volti al miglioramento del servizio fornito. Tele strumento è reperibile attraverso il sito internet di ACS.
campania
public_services
service_charter
Comune di Avellino (AV)
2013-12-31
f1da627c6dd68ac79f820a656ba41284
4
CONSIGLI AL CONSUMATORE
La superficie terrestre è composta per oltre il 70% d'acqua, di cui il 97% è costituito da acqua salata e solo il 3% da acqua dolce. La maggior parte di quest'ultima è racchiusa in ghiacciai e falde sotterranee, difficilmente accessibili. Da ciò si evince che l'acqua è un bene prezioso, dobbiamo quindi imparare a rispettarla e risparmiarla. Siamo talmente abituati ad averla a portata di mano da non pensare che l'acqua è una risorsa limitata. Negli ultimi anni una costante diminuzione delle piogge sta trasformando il nostro ambiente in un territorio sempre più arido. Ciò significa che diventerà sempre più difficile avere a disposizione acqua potabile per gli usi di tutti i giorni, dobbiamo perciò cominciare ad assumere comportamenti di consumo consapevole fuori e dentro casa, evitando ogni spreco. Per utilizzare in modo corretto l'acqua di uso domestico, riducendo gli sprechi e limitandone di conseguenza i costi, si consigliano alcune semplici regole di comportamento: - Usare i miscelatori d'aria ai rubinetti ed alle docce - Regolare il galleggiante dello sciacquone - Non utilizzare acqua potabile per lavare le auto ed innaffiare i giardini - Controllare l'impianto idrico domestico: se, con tutti i rubinetti chiusi, il contatore gira, chiamare una ditta specializzata che sia in grado di controllare eventuali guasti o perdite nella tubatura - Privilegiare l'uso della doccia al bagno - Non lasciar scorrere inutilmente l'acqua del rubinetto durante la rasatura, il lavaggio delle mani e dei denti, ma aprirlo solo quando è necessario - Innaffiare le piante al mattino o al tramonto, e riciclare, se possibile, l'acqua del lavaggio delle verdure per le piante d'appartamento - Usare razionalmente gli elettrodomestici
campania
public_services
service_charter
Comune di Avellino (AV)
2013-12-31
f1da627c6dd68ac79f820a656ba41284
5
PRESCRIZIONI PER USO CORRETTO DELLE AUTOCLAVI E DELLE RISERVE
Chi usa serbatoi di arrivo dell'acqua o autoclavi dovrà usare tutti gli accorgimenti necessari per garantire l'igienicità dell'acqua accumulata. Innanzitutto va ricordato che il serbatoio va pulito almeno una volta all'anno, deve essere munito di scarico di fondo e di sfioratore di massimo livello. Nel locale non devono essere collocati né la centrale termica dello stabile, né tanto meno riserve di carburante o di materiali in disuso. Il serbatoio dovrebbe avere una capacità tale da permettere un adeguato ricambio dell'acqua accumulata: se questa rimane inutilizzata per diversi giorni si avrà uno scadimento dei suoi caratteri organolettici. Se ci sono diversi serbatoi questi dovrebbero essere collegati in serie, in modo che lo svuotamento ed il riempimento li interessi tutti in egual misura. Il serbatoio, dotato di chiusura ermetica, deve essere realizzato in acciaio inossidabile, in lamiera zincata o in cemento armato, ispezionabile esternamente da ogni lato. È tassativamente vietata la costruzione di serbatoi interrati sia all'interno sia all'esterno dello stabile, per evitare ogni possibile infiltrazione, per consentire una radicale pulizia attraverso lo scarico di fondo e per mantenere efficiente lo sfioratore di livello. È vietato il collegamento diretto tra la tubazione di alimentazione del serbatoio e quella di mandata dell'autoclave, anche allo scopo di garantire un continuo ricambio dell'acqua nel serbatoio. La tubazione in arrivo deve erogare acqua a caduta libera, visibile al di sopra del livello massimo consentito dal recipiente ricevitore, in modo che l'acqua uscita non posso in alcun modo ritornare nel tubo adduttore. Questa è una forma fondamentale, perché deve essere prevenuta ogni possibilità di ritorno di acqua nella rete di distribuzione.
campania
public_services
service_charter
Comune di Piano di Sorrento (NA)
2021-02-17
f40554ee1ae3d5a445e593d229599454
1
Presentazione
l'Ente è composto da 6 Settori a capo dei quali è posto un Funzionario Responsabile in posizione organizzativa. Il VI settore comprende il "Corpo di Polizia Municipale" che fornisce i servizi di polizia locale e cura le relative procedure amministrative e contabili. Tale entità è dotata delle strutture necessarie al proprio funzionamento per fornire tali servizi in favore della comunità cittadina. L'attuale Settore è erede del "Corpo dei Vigili Urbani del Comune di Piano di Sorrento", che vanta una tradizione ultra secolare poiché costituito nei primi anni del 1800 quando aveva la denominazione di "Corpo delle Guardie comunali". Con legge dello Stato il Corpo si è poi trasformato in un servizio di polizia territoriale appartenente alla Città di Piano di Sorrento, denominazione quest'ultima assunta con decreto del Presidente della Repubblica. Con questo spirito di servizio di polizia territoriale, il Corpo mette a disposizione della comunità cittadina ed in suo favore i propri Servizi per assicurare l'ordinato vivere civile ed il soddisfacimento delle proprie esigenze. La presente Carta vuole essere uno strumento finalizzato al miglioramento della qualità dei servizi e orientamento all'utenza, una guida di facile e agevole consultazione per tutti gli utenti che si interfacciano con il nostro settore.
campania
public_services
service_charter
Comune di Piano di Sorrento (NA)
2021-02-17
f40554ee1ae3d5a445e593d229599454
2
PRINCIPI GARANTITI CON LA CARTA DEI SERVIZI: IL PATTO CON GLI UTENTI
La Carta dei Servizi, strumento di tutela per i cittadini, è il documento con il quale l'Ente assume i propri impegni nei confronti degli utenti riguardo i propri servizi, le modalità di erogazione di questi servizi, standard di qualità ed informazione all'utente sulle modalità di tutela previste. Con il presente documento l'Ente dichiara i servizi che intende erogare, le modalità e gli standard di qualità che intende garantire e si impegna a rispettare determinati standard qualitativi e quantitativi, con l'intento di monitorare e migliorare la qualità del servizio offerto. A tal fine, i principi garantiti alla base dell'erogazione dei servizi sono: il principio dell'uguaglianza; la parità di trattamento; una erogazione dei servizi continua e regolare; l'obiettività, la giustizia e l'imparzialità; il diritto alla partecipazione del cittadino; l'efficienza e l'efficacia. Con il presente documento l'Ente, nella sua qualità di soggetto erogatore del servizio pubblico, stringe il patto con i suoi utenti. La Polizia Locale si impegna a garantire: la presenza sul territorio in maniera continuativa e regolare; l'intervento senza ritardo nei casi di urgenza ed emergenza; la presa in carico delle segnalazioni, la loro verifica e l'adozione degli interventi ritenuti necessari fino al riscontro ai diretti interessati; l'accessibilità ai servizi mediante l'indicazione delle modalità di contatto; il diritto alla trasparenza nel rispetto delle procedure e dei limiti previsti dalla normativa. Gli standard di qualità che si intende mantenere e migliorare per il futuro sono: l'orientamento all'utenza; la capacità di adeguare i propri servizi alle esigenze e ai bisogni dei cittadini coerentemente con le proprie funzioni ed i propri compiti istituzionali; migliorare la qualità di tutti i servizi prestati; aggiornare costantemente il presente documento in maniera da orientare correttamente i cittadini rispetto ai servizi offerti e alle modalità di erogazione.
campania
public_services
service_charter
Comune di Piano di Sorrento (NA)
2021-02-17
f40554ee1ae3d5a445e593d229599454
3
IL CORPO DI POLIZIA MUNICIPALE
Con la Legge quadro sulla Polizia Locale n. 65 del 1986 (Legge quadro sull'ordinamento della polizia municipale) e la Legge della Regione Campania n. 12 del 2003 sono fissati i parametri per la formazione delle dotazioni organiche dei Corpi e Servizi di Polizia Locale. I suddetti parametri, coerenti rispetto alle fonti normative e confermati, oltre che nelle predette norme, anche nel vigente Regolamento del Corpo di polizia municipale dell'Ente sono: n.1 operatore ogni 800 abitanti ovvero n.1 operatore ogni 600 abitanti in caso di comuni e città con vocazione turistica pertanto la dotazione organica prevista è di 90 unità. L'attuale dotazione effettiva risulta essere di n. 13 unità complessive ed è così composta: - n.1 Comandante del Corpo; - n. 12 Istruttori amministrativi di vigilanza cat. C, operatori di polizia locale Alla precedente dotazione del Corpo va ad aggiungersi per le competenze funzionali del Settore ulteriori figura professionale così composta: - n. 1 operai manutenzione e segnaletica cat. B
campania
public_services
service_charter
Comune di Piano di Sorrento (NA)
2021-02-17
f40554ee1ae3d5a445e593d229599454
4
FUNZIONI E COMPITI DELL'OPERATORE DI POLIZIA MUNICIPALE
Le funzioni di polizia locale, in base al combinato disposto art. 5 della Legge n.65 del 1986 e art. 11 della Legge regionale n.12 del 2003 nonché alla normativa in ordine alla sicurezza delle città, sono: - polizia amministrativa - giudiziaria - stradale - tributaria - ambientale - annonaria - turistica - edilizia - ausiliarie di pubblica sicurezza - sicurezza urbana Nell'ambito delle funzioni attribuite loro dalla legge, gli operatori di polizia municipale, sono i punti di riferimento dei cittadini, professionalmente preparati a fornire supporto e gestire gli interventi e le problematiche nel rispetto degli schemi operativi e della gerarchia funzionale nella quale sono inseriti. Gli ambiti di intervento sono organizzati in maniera coerente con la struttura del settore che prevede dei nuclei operativi specializzati. Operando in un ambito territoriale di prossimità, orienta la propria attività sulla base delle esigenze della comunità di riferimento e cerca di offrire un servizio finalizzato al benessere e all'ordinato svolgimento delle attività e della vita sociale. Unitamente alle altre forze di polizia e agli altri soggetti istituzionali concorre a perseguire e promuovere la legalità e la sicurezza per i cittadini.
campania
public_services
service_charter
Comune di Piano di Sorrento (NA)
2021-02-17
f40554ee1ae3d5a445e593d229599454
5
STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DEL SETTORE
Il 6° settore Polizia Municipale, risulta articolato su due livelli ovvero il settore (il livello apicale cui è preposto il Comandante), e l'ufficio (unità organizzativa semplice cui è preposto un dipendente di categoria C). Gli Uffici in cui risulta attualmente articolato sono: - Ufficio Polizia Stradale - Segreteria comando – Rilascio Autorizzazioni - Ufficio Polizia Ambientale e Amministrativa - Ufficio Polizia Edilizia - Ufficio Polizia Commerciale e annonaria - Ufficio Servizio Gestione Contravvenzioni e Contenzioso e Sanzioni Amministrative - Ufficio Segnaletica Stradale e del Traffico
campania
public_services
service_charter
Comune di Piano di Sorrento (NA)
2021-02-17
f40554ee1ae3d5a445e593d229599454
6
ORARIO DI APERTURA DEGLI UFFICI
Gli uffici del Comando di polizia municipale sono aperti al pubblico e ricevono nei giorni di - Ufficio ricezione: - dal lunedì alla domenica dalle ore 09.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle 19.00 - Ufficio Polizia Stradale - Segreteria comando – Rilascio Autorizzazioni: - martedì dalle ore 15.00 alle ore 18.00 - Ufficio Polizia Ambientale e Amministrativa: - lunedì dalle ore 15.00 alle ore 18.00 - Ufficio Polizia Edilizia: - lunedì dalle ore 10.00 alle ore 12.00 - Ufficio Polizia Commerciale e annonaria: - lunedì dalle ore 10.00 alle ore 12.00 - Ufficio Servizio Gestione Contravvenzioni e Contenzioso e Sanzioni Amministrative e Ufficio Segnaletica Stradale e del Traffico: - martedì dalle ore 09.00 alle ore 12.00 - venerdì dalle ore 15.00 alle ore 18.00
campania
public_services
service_charter
Comune di Piano di Sorrento (NA)
2021-02-17
f40554ee1ae3d5a445e593d229599454
7
SERVIZI STANDARD RIFERITI AI PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI
- Adozione ordinanze di carattere temporaneo in materia di viabilità - Rilascio autorizzazione e/o nulla osta per competizioni sportive su strada - Rilascio concessioni di suolo pubblico inerente Cds (traslochi, cantieri edili e stradali) - Rilascio contrassegno ad uso disabili - Notifica sanzioni Codice della Strada al cittadino - Rilascio informazioni/copie atti dei rilievi di incidente stradale - Rilascio autorizzazione installazione striscioni stradali - Rilascio autorizzazione di polizia previste dal TULPS - Accertamenti relativi a pratiche anagrafiche
campania
public_services
service_charter
Comune di Piano di Sorrento (NA)
2021-02-17
f40554ee1ae3d5a445e593d229599454
8
COSA FARE IN CASO DI INCIDENTE STRADALE:
In caso di incidenti stradali, qualora non sussistano danni alle persone, si può compilare il modulo di constatazione amichevole, da trasmettere completo direttamente alle Assicurazioni, senza chiedere l'intervento della Polizia Municipale. Per richiedere l'intervento, segnalare telefonicamente alla sala operativa della Polizia Municipale, ed attendere l'arrivo degli operatori sul posto. La Polizia Municipale provvederà ad effettuare gli accertamenti sul sinistro stradale, sulle persone coinvolte ed i testimoni, sui veicoli e lo stato della strada, redigendo un rapporto cui gli aventi diritto possono avere accesso e copia presentando formale richiesta (come da modulo allegato) presso l'ufficio protocollo del settore. Qualora l'incidente presenti danni alle persone chiamare l'emergenza sanitaria 118, indicando all'operatore del 118 le condizioni del ferito ed il numero dei feriti.
campania
public_services
service_charter
Comune di Piano di Sorrento (NA)
2021-02-17
f40554ee1ae3d5a445e593d229599454
9
SEGNALAZIONE E RICHIESTA DI INTERVENTO
Laddove il cittadino intenda effettuare una segnalazione relativamente a inidonee condizioni della strada o degli arredi urbani, riscontrate sul territorio, o richiedere interventi di riparazione può contattare la centrale operativa della Polizia Municipale che provvederà a registrare la segnalazione e trasmetterla agli Uffici Competenti ovvero la Manutenzione del Comune di Piano di Sorrento. A seconda del grado di priorità della segnalazione e della complessità dell'intervento richiesto, la Polizia Municipale provvederà a effettuare controlli specifici. Qualora le condizioni della strada o degli arredi urbani causino un danno a veicoli o persone, in sosta o transito, fare una segnalazione immediata alla centrale operativa per richiederne la constatazione attendendo gli operatori senza allontanarsi.
campania
public_services
service_charter
Comune di Piano di Sorrento (NA)
2021-02-17
f40554ee1ae3d5a445e593d229599454
10
SANZIONI: I PAGAMENTI E I RICORSI
In caso di verbale per infrazione alle norme e ai regolamenti comunali: - entro il termine di 60 giorni dalla notifica o contestazione, si può pagare con versamento sul CC. Postale n. 22994800 intestato al Comune di Piano di Sorrento - Servizio Tesoreria con la specifica causale di versamento, la data e il numero del verbale. Ricevuta dell'avvenuto pagamento deve essere esibita al Comando Polizia Locale di Piano di Sorrento, con sede alla via Gennaro Maresca 29, per evitare ulteriori atti ingiuntivi - entro il termine di 30 giorni dalla contestazione o notificazione del verbale, gli interessati possono far pervenire al Sindaco di Piano di Sorrento scritti difensivi, o chiedere di essere sentiti (ma i ricorsi non interrompono ne prorogano i termini). L'Autorità competente, sentiti gli interessati, ove questi ne abbiano fatto richiesta, ed esaminati gli scritti ed i documenti prodotti, se ritiene fondato l'accertamento, respinge il ricorso e determina con ordinanza-ingiunzione motivata la somma dovuta per la violazione e ne ingiunge il pagamento, insieme con le spese di procedimento e notifica del verbale e dell'ordinanza–ingiunzione all'autore della violazione ed alle persone obbligate in solido. Altrimenti, la stessa Autorità emette ordinanza motivata di archiviazione del verbale comunicandola integralmente ai soggetti interessati ed all'organo che ha redatto il rapporto. Qualora entro 30 giorni non sia intervenuto il pagamento in misura ridotta e non sia stato presentato ricorso avverso il verbale di accertamento e contestazione, l'Autorità competente, determina con ordinanza motivata la somma dovuta per la violazione e ne ingiunge il pagamento, insieme con le spese di procedimento e notifica del verbale e dell'ordinanza-ingiunzione all'autore della violazione ed alle persone obbligate in solido. Contro l'ordinanza-ingiunzione di pagamento gli interessati possono proporre opposizione davanti al Giudice di Pace di Piano di Sorrento entro 30 giorni dalla notificazione della stessa mediate deposito presso la cancelleria del giudice. Decorso inutilmente il termine fissato per il pagamento dell'ordinanza-ingiunzione si procede entro 5 anni alla riscossione coattiva delle somme dovute in base a quanto previsto dall'art. 27 della Legge 689/81. In caso di verbale per infrazione al Codice della strada: - il proprietario del veicolo ed il trasgressore sono obbligati in solido al pagamento delle somme dovute per l'infrazione ed il pagamento effettuato da uno ha effetti liberatorio anche per l'altro - entro 5 giorni dalla notifica o contestazione si può pagare in misura ridotta (riduzione del 30%); entro il termine di 60 giorni dalla notifica o contestazione, si può pagare il minimo edittale ma non con la riduzione del 30% con bollettino riportando la specifica causale di versamento indicata sul verbale, la data ed il numero del verbale o mediante versamento sul cc. postale n. 18106807 intestato al Comune di Piano di Sorrento – Comando Polizia Municipale oppure tramite bonifico su cc IBAN: IT96Y0760103400000018106807. - entro 60 giorni dalla contestazione o notificazione della violazione gli interessati possono presentare ricorso al Prefetto di Napoli, direttamente o tramite il Comando di Polizia Municipale, compilando l'apposito modello disponibile presso l'Ufficio Contravvenzioni o in allegato. Le modalità di presentazione del ricorso possono essere: per il tramite della Polizia Municipale presso l'Ufficio Contravvenzioni o a mezzo pec: polizialocale@pec.comune.pianodisorrento.na.it; con raccomandata A/R indirizzata al Prefetto di Napoli. Nel caso di rigetto del ricorso il Prefetto emetterà motivata ordinanza di ingiunzione al pagamento di una somma determinata non inferiore al doppio del minimo edittale. - Entro 30 giorni dalla contestazione o notificazione gli interessati possono altresì presentare opposizione direttamente all'Autorità Giudiziaria (Giudice di Pace di Sorrento). L'opposizione deve essere depositata unitamente al versamento del contributo unificato per le spese degli atti giudiziari, alla cancelleria del Giudice di Pace. - Qualora non sia stato presentato ricorso o effettuato il pagamento in misura ridotta, entro i termini previsti, il verbale costituisce titolo esecutivo per la riscossione coatta della somma pari alla metà del massimo della sanzione edittale più le spese di procedimento. - Se una violazione contestata comporta la decurtazione di punti sulla patente (sanzione accessoria), al proprietario del veicolo è fatto obbligo di fornire i dati personali e della patente di guida (allegandone copia) del trasgressore al Comando di P.M. entro 60 giorni (come da modulo allegato). In mancanza sarà applicata la sanzione prevista. - In caso di trasferimento di proprietà del veicolo, è indispensabile comunicare al Comando di Polizia Municipale (Ufficio Contravvenzioni), entro 15 giorni dalla data di notifica del verbale, le generalità del nuovo proprietario, con relativa documentazione (atto di vendita).